Lettera di un professionista della sicurezza di mezza età Lettera a
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Lettera di un professionista della sicurezza di mezza età Lettera a
[email protected] Lettera di un medico della ASL A cura di Maria Grazia Roselli Caro Babbo Natale, quest’anno abbiamo deciso di scriverti tutti insieme con questo giornalino… capirai, con la crisi che incalza abbiamo bisogno di sentirci uniti. Ciascuno ha i suoi sogni nel cassetto e ti scrive per esaudirli, ma tutti in fondo desideriamo una vita migliore non solo perché più lunga, ma anche con una vecchiaia senza troppi acciacchi che ci rendono la vita penosa e ci fanno pesare sui nostri figli. Non aggiungerò nulla a quello che ti hanno chiesto tutti, ma vorrei farti qualche raccomandazione. Sei un vecchietto in gamba, ma anche tu hai la tua bella età! Tutti vogliamo che tu continui ancora a lungo a poter fare il tuo giro la notte di Natale! Quest’anno sembra che sarà molto freddo, ma sappiamo che al freddo sei acclimatato. Piuttosto stai attento quando cammini sui tetti, magari ghiacciati, magari che non reggono il tuo peso come quelli di eternit. Già in troppi sono caduti! Anzi, se visto che ci sei potessi lasciarci in regalo qualche ancoraggio, te ne saremmo grati. Sappiamo che in questi tempi di crisi forse i regali non saranno poi tanti, ma fatti aiutare dalle renne, perché la tua schiena potrebbe soffrirne troppo. E se ti ritrovassi bloccato proprio a metà del giro? Quando scendi dalle cappe dei camini cerca di non annerirti troppo ! Ricordati che il nerofumo è uno dei primi cancerogeni che sono stati conosciuti! Ma una cosa voglio chiedertela comunque: fa che tutti noi ci ricordiamo sempre che la vita e la salute sono un bene da salvaguardare se tutti vogliamo vivere meglio e se vogliamo garantire una vita migliore ai nostri figli. E… se non ci siamo meritati nessun regalo, per piacere non portarci del carbone, che inquina. Piuttosto regalaci un po’ di energia “pulita”! Lettera di un Redattore A cura di Franco Picone Caro Babbo Natale Ti chiedo di far comprendere, a chi ci legge e a chi no, l’importanza di questa esperienza. Ti chiedo di far comprendere a chi di dovere che i soldi investiti in questo “bollettino” creano e mantengono una importante opportunita’ di incontro e di scambio di opinioni. Dato che siamo stati colpiti dalla spending review ti prego di restituirmi il disegnatore e di assicurarmi, oltre ai suoi preziosi disegni, anche, per il 2013, il necessario per la stampa perche’ questi fogli continuino a girare nelle case, nelle fabbriche, negli studi, negli uffici e diffondano il germe del lavoro sicuro. Anno 2012 - N°4 in collaborazione con L’Organismo Paritetico Provinciale di Lucca LETTERE A BABBO NATALE Lettera di un professionista della sicurezza di mezza età A cura di Marco Ventavoli Caro Babbo Natale, avvicinandosi le festività natalizie anche un professionista della sicurezza di mezza età ritorna con la mente alla propria infanzia quando tutto il nucleo famigliare si adoperava per la celebrazione domestica dell’evento. Ricordo il babbo, allora riconosciuto capofamiglia, che acquistava l’albero e poi istruiva noi figli su come piantarlo nel vaso senza farcelo cadere addosso, su come applicare gli addobbi stando ben attenti a posizionare bene la scala su cui saliva mia sorella maggiore e alla cui base dovevo rimanere io per accertarmi che non scivolasse sul pavimento patinato di cera. Ci spiegava come sulle luci intermittenti non dovessero esserci fili scoperti e ci raccomandava con forza di non inserire la spina nella presa finchè non fosse arrivato a casa lui ed avesse verificato il tutto. Ricordo la mamma ai fornelli che raccomandava alla nonna di non prendere in mano i manici di una determinata casseruola senza indossare le presine perché altrimenti si sarebbe scottata e la nonna sorridente risponderle di come quando lei faceva queste cose la mamma non fosse neppure nata e, di rincalzo, la mamma ancora a sottolineare che “…è meglio ripetere una cosa una volta di piu’ che una volta di meno...”. La casseruola, le padelle, le pentole sul fuoco: tutte “zone vietate ai non addetti ai lavori” e quindi vietate a noi bambini: “..guai a voi se entrate in cucina..se vi rovesciate una pentola addosso vi rovinate per sempre…e poi ci sono i detersivi da non toccare…e non dovete entrare neppure quando abbiamo finito di cucinare perché dopo devo aprire le finestre per cambiare aria e vi buschereste sicuramente un raffreddore o peggio ancora una polmonite…!”. Ricordo i nonni piu’ riflessivi ma ugualmente attivi: la nonna che coadiuvava la mamma nelle delicate operazioni con il fuoco del camino, il nonno che, mentre supervisionava in maniera critica un babbo perplesso con un cacciavite in mano, si raccomandava istruendoci sulle precedenze a destra e sinistra che avremmo dovuto noi nipoti concedere alle poche macchine di imbarazzante design che transitavano sulla strada davanti casa, strada che avremmo dovuto attraversare di lì a poco allo scopo di andare ad acquistare la carta stagnola necessaria per fare il laghetto del presepe. Ricordo infine noi allo stesso tempo figli e nipoti, orgogliosi che le raccomandazioni impartiteci ci dessero forza e fiducia circa la nostra riconosciuta affidabilità relativa al rispetto di quanto da loro insegnatoci. Oggi la famiglia in cui passo il maggior numero di ore della mia vita è la mia Azienda ed in questa letterina di un professionista della sicurezza di mezza età vorrei tanto che tu, Babbo Natale, riuscissi a regalarmi di nuovo quel clima della mia infanzia in cui, lavorando per un obiettivo comune, eravamo tutti parte attiva di comportamenti organizzati che non erano percepiti come regolamenti vessatori ma piuttosto quali inconsapevoli procedure e istruzioni operative volte ad evitare i rischi derivanti da schiacciamento, lavori in quota, elettrocuzione, ustioni, agenti chimici, investimento e microclima che babbo, mamma, nonni e noi figli vivevamo serenamente quali assoluto atto d’amore. Lettera a cura di Gaetano Goglia - Medico del lavoro LA VOCE DELLA PREVENZIONE Autorizzazione del Tribunale di Lucca n° 790 del 10/11/2003 Direttore Responsabile: Sirio Del Grande Capo Redattore: Franco Picone Comitato di redazione: Enrico Galileo Catelani, Alessia Pera, Riccardo Giusti, Luigi Benedetto Lo Faro, MariaGrazia Roselli, Andrea Gemma, Francesca Ceccarini. Illustrazioni di Antonio Tregnaghi Stampa: Tipografia Francesconi - Lucca www.usl2.toscana.it/sup - Piazza Aldo Moro, Capannori (LU) www.usl12.toscana.it/sup - via Martiri di S. Anna - Pietrasanta (LU) Auspico che l’anno 2013 nessun lavoratore debba soffrire per un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, Vorrei che in tempi di crisi nessuno cedesse alla tentazione di monetizzare la salute e la sicurezza sul lavoro, Vorrei che ogni datore di lavoro si comportasse sempre come un buon padre di famiglia prima di richiedere ad un dipendente/ collaboratore prestazioni lavorative rischiose per la salute, Vorrei che ogni datore di lavoro considerasse gli investimenti/ spese in prevenzione come un ‘opportunità, Vorrei che ogni norma, azione, programma per la crescita economica e per il lavoro fosse accompagnata e illuminata dal rispetto per la dignità umana e dalla garanzia della tutela delle condizioni di lavoro, Vorrei vivere in un paese con più rispetto per le regole inerenti la salute e sicurezza sul lavoro, Vorrei un sistema sociale e previdenziale che garantisse SEGUE SPECIALE NATALE SPECIALE NATALE SPECIALE NATALE SPECIALE NATALE la promozione della salute e sicurezza anche dei lavoratori autonomi, Vorrei che tutti i lavoratori del mondo, compreso i cinesi, avessero pari diritti nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, Vorrei che ogni medico del lavoro fosse completamente libero per operare in scientia e coscientia a tutela della salute dei lavoratori, Vorrei che tutti i medici del lavoro s’impegnassero formalmente (all’atto della nomina a medico competente) a rispettare il codice etico ICOH nell’ambito del proprio lavoro, Vorrei una piu’ assidua e incisiva collaborazione tra medici del lavoro e datori di lavoro nel difficile compito di garantire la salute e sicurezza dei lavoratori”. Vorrei una più forte e concreta collaborazione tra medici del lavoro, tecnici, rspp, rls e organi di vigilanza nel difficile e complesso compito di tutelare la salute e sicurezza sul lavoro, Vorrei una maggiore collaborazione tra medici del lavoro e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), Vorrei che la ricerca di sburocratizzazione degli adempimenti per le imprese in materia di sicurezza sul lavoro non portasse ad una minore tutela delle condizioni di lavoro, Vorrei che si pensasse al lavoro come elemento di libertà e non di rischio per la salute e sicurezza sul lavoro, Vorrei l’obbligatorietà dell’insegnamento della salute e sicurezza sul lavoro nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, Vorrei il rafforzamento dei servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, Vorrei vorrei ….che tutto fosse come descritto nelle parole di Kahlil Gibran “sul lavoro”: Voi lavorate per assecondare il ritmo della terra e l’anima della terra. Quando lavorate siete un flauto attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica. Quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra. Vivendo delle vostre fatiche, voi amate in verità la vita. E ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro, E ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore; E cos’è lavorare con amore ? E’ tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. Il lavoro è amore rivelato. E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l’elemosina di chi lavora con gioia. Lettera di un RLST A cura di Andrea Gemma Caro Babbo Natale aziendale non ci fossero due mondi separati Quest’anno vorrei che tutte le persone che lavorano non si facessero male,che tutti i papa’,le mamme e i figli che partono da casa per andare in azienda salutando con un bacio,questo bacio non fosse l’ultimo. Vorrei più persone a vigilare nelle aziende che carabinieri negli stadi Vorrei che nessuno soffrisse per i terribili infortuni correlati al lavoro,persone senza mani,dita,braccia gambe Vorrei che la sicurezza fosse insegnata nelle scuole Vorrei che nessun figlio fosse carrozzelle con i propri cari costretto a spingere le Vorrei che nessuno si trovasse davanti alla scelta : rischio sennò perdo il lavoro devo fare veloce sennò non guadagno e per questa volta non mi lego o monto il ponteggio Vorrei che tra datore di lavoro e RLS ci fosse quella “sicurezza partecipata” tanto sbandierata Vorrei che tra quello previsto dalla normativa e la realtà Procuste Sicurezza Lettera di un datore di lavoro A cura di Giulio Salvioni - Medico del Lavoro A cura di Massimo - RLS A cura di Luca Lombardi Nella mitologia greca “Procuste” era un brigante che metteva i viandanti sopra un letto: se le loro gambe erano più lunghe del letto le segava, se erano più corte le stirava con pinze e tanaglie o (secondo altre fonti) faceva pagare loro una tassa: praticamente il viandante non era mai adeguato. Il Medico Competente si trova sovente sul “letto di Procuste”, nel senso che sbaglia sempre e/o comunque ha uno strettissimo spazio di manovra, in quanto nell’esprimere un giudizio d’idoneità deve tenere conto della salute e delle esigenze del lavoratore, delle esigenze legate alla produzione aziendale, dei rapporti del lavoratore con i suoi colleghi, del fatto che eventuali limitazioni e/o prescrizioni possono mettere a rischio il posto di lavoro. Di fronte a queste criticità che devono essere continuamente appianate chiedo a Babbo Natale di spedire una letterina a tutti gli attori in scena, ricordandogli di non tirare per la giacca al Medico Competente, ma di farlo lavorare in serenità per poter rimuovere via via gli ostacoli che si presentano su un sentiero assai stretto. Dato che ci sono, però, gli chiederei anche un paio di gambe nuove….non si sa mai! Lavoro ormai da molti anni in una grande cartiera di Porcari nella quale insieme all’altro R.L.S. cerchiamo ogni giorno di sensibilizzare gli operatori al problema della sicurezza. Anche l’azienda, che fa parte di un grande gruppo multinazionale inglese, è motivata nel promuovere e migliorare le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro; i problemi però sono ancora tanti e il cammino da fare per migliorare una cultura della sicurezza a 360 gradi ancora lungo. I problemi maggiori restano quelli del rapporto con i preposti, visto che noi come R.L.S non abbiamo modo di convincerli a cambiare atteggiamento e le aziende spesso non riescono a farlo. Per questo mi piacerebbe che si potessero organizzare un progetto di formazione/confronto comune tra R.L.S, USL, preposti e dirigenti responsabili delle aziende che desse vita anche ad un luogo di confronto permanente sui temi della sicurezza, un network della sicurezza, magari per il distretto cartario toscano, dove condividere le diverse esperienze e discutere delle varie problematiche. Spero di che da questa iniziativa nascano spunti interessanti su cui lavorare. Caro Babbo Natale, mi chiamo Luca ho 50 anni e da 20 anni esercito l’attività di imprenditore. Ho ereditato la mia azienda la Lombardi sas che confeziona diluenti e prodotti chimici per la casa e l’industria da mio babbo, che mi ha insegnato la passione per il lavoro come strumento per migliorarmi come persona e migliorare il territorio in cui abito. La mia azienda nata nel dopoguerra ha visto cambiare l’assetto produttivo del nostro territorio; il cambiamento per noi è sempre stata una sfida anziché motivo di dubbio e perplessità su come vedere e progettare il futuro. Il tema della sicurezza, data la “pericolosità” dei prodotti che confezioniamo, è primaria per la mia azienda. Purtroppo molti dei nostri competitors non ottemperano alle normative vigenti, riuscendo a portare sul mercato prodotti meno sicuri ma molto più concorrenziali dal punto di vista del prezzo. Desidererei che non vi fossero differenziazioni geografiche su i controlli. Mi auspico per il 2013 di essere maggiormente competitivo e questo non a discapito della sicurezza dei miei lavoratori e dei clienti finali. Pertanto caro Babbo Natale mi auguro che vi sia un ritorno concreto per coloro che come me investono in sicurezza, ritorno in termini di sgravi fiscali o di promozione del modo di operare della mia azienda, quale esempio di buona prassi da veicolare nel territorio, dagli organi competenti delle AUSL. Vorrei che se una sostanza e’ nociva, questa non venga bandita dopo migliaia di morti Vorrei che mio papà avesse tutte le dita integre e funzionanti e che quella sega a disco che ti ha fatto male avesse avuto la protezione Vorrei che il mio compagno di cartiera riavvesse il suo braccio per poter abbracciare e stringere forte a sé le persona che ama Vorrei che nessuno più morisse per salvare un compagno dentro una cisterna Vorrei che salute,sicurezza,dignità facessero rima con lavoro Grazie Babbo Natale Un regalo speciale A cura di Silvia Paolinelli - Tecnico della prevenzione Caro Babbo Natale, sono un tecnico della prevenzione e vorrei per questo Santo Natale chiederti un regalo speciale, ossia vorrei che tu facessi qualcosa di bello per tutti i lavoratori. Che cosa? Forse non è molto facile ma tu ci riuscirai sicuramente. Vorrei che tutti quelli che la mattina si alzano per andare a lavorare, operai, impiegati, lavoratori autonomi, liberi professionisti, preposti, dirigenti imprenditori ecc, acquisissero la piena consapevolezza di cosa vuol dire “lavorare in sicurezza”. Caro Babbo Natale, sai cosa vorrebbe dire se i lavoratori per operare in quota utilizzassero sempre gli opportuni dispositivi di sicurezza, oppure lavorare a qualsiasi macchina senza togliere o manomettere nessun riparo o non chiedere agli operatori di velocizzare il proprio lavoro in modo da produrre di più? Vorrebbe dire avere tutti la certezza di rientrare la sera in famiglia, magari stanchi, ma senza aver subito un incidente sul lavoro che abbia privato della vita o causato lesioni importanti.