Il pado o ciliegio a grappoli
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Il pado o ciliegio a grappoli
www.adundecimum.it Il pado o ciliegio a grappoli (Prunus padus L. subsp. padus) nella Bassa Friulana Introduzione Al genere Prunus (Rosaceae), al quale appartengono molti alberi da frutto quali il pesco, il mandorlo, l’albicocco, il ciliegio-susino (emolâr), il susino, il ciliegio, l’amareno, PIGNATTI (1982) assegna per l’Italia 16 specie. Di queste 11 sono presenti anche nella regione Friuli-Venezia Giulia e fra di esse la meno frequente è il pado, ritenuto peraltro raro in tutta la Pianura Padana (FIORI, 1923-25; PIGNATTI, 1982). Storicamente PIRONA (1855), riprendendo una citazione di DE SUFFREN (1802), pone il pado solo “in sylvis humidiusculis Carniae”, mentre L. e M. GORTANI (1905-06) lo segnalano, oltre che in alcune zone della Carnia, anche in pianura e precisamente “sotto Nogaro”. La ricerca moderna consente di comprendere meglio la distribuzione di questa specie nella regione. Nella prima edizione dell’Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli-Venezia Giulia (POLDINI, 1991), il pado compare in 13 delle 78 aree di base nelle quali è stata divisa, per motivi di studio, la regione. Di queste aree 6 sono alpine, 2 collinari-prealpine, 4 planiziari e una carsica. Nella seconda edizione del 2002 il pado risulta invece accertato in 22 aree su 78, con un incremento consistente per la fascia alpina. La pianura registra attualmente la presenza del pado nelle aree di base 10041 (Pordenone), 10042 (Cordenons), 10043 (Codroipo), 10142 (Cinto Caomaggiore). Recuperando la vecchia citazione dei GORTANI (1905-06) per la zona di Nogaro, è ipotizzata (ma da verificare accuratamente) la presenza del pado anche per l’area di base 10145 (Palmanova) nella quale rientra Nogaro. A queste maglie di reticolo si deve aggiungere l’area di base 10144 (Muzzana del Turgnano), come si preciserà più avanti. Va comunque osservato che, in un vecchio lavoro di LORENZONI & PAIERO (1965), il pado compare nel 50% dei rilievi (4 su 8) effettuati dagli Autori negli anni 1960-1963 nei boschi compresi nel triangolo Muzzana del Turgnano – Marano Lagunare – S. Giorgio di Nogaro. 1 Caratterizzazione della specie (descrizione, ecologia, fitosociologia, distribuzione) Padus è ritenuto provenire dal greco πάδος (pados), nome a cui il dizionario greco-italiano “Lorenzo Rocci” fa corrispondere proprio il termine pado. Un legame con il nome latino del fiume Po, Padus, dato come possibile da qualche autore (SCHUBERT & WAGNER, 1984) non sembra invece facilmente supportabile, vista anche la rarità del pado, storicamente verificata, in tutta la pianura padana. Prunus padus subsp. padus – Foto di Francesco Sguazzin. Un tempo questa specie è stata indicata anche come Padus avium o Prunus racemosa. L’altro nome volgare italiano “ciliegio a grappoli” si riferisce all’infiorescenza (e infruttescenza) tipicamente a grappolo. Sottolineano questo aspetto anche il francese Merisier à grappes e il tedesco Traubenkirsche (LAUBER & WAGNER, 1996). Un altro nome volgare francese, Bois-puant, che si rende immediatamente con “legno puzzolente” si sofferma invece su un’altra caratteristica della specie, quella di avere, per l’appunto, un 2 legno fetido. Un nome friulano, anche a localizzazione puntuale sul territorio, nonostante tutte le ricerche, non è stato rinvenuto, segnale indubbio di una scarsa diffusione della pianta in Friuli. La specie Prunus padus comprende in Europa (TUTIN & al., 1968) due sottospecie, la nominale Prunus padus L. subsp. padus e P. padus L. subsp. petraea (Tausch) Domin [= P. padus L. subsp. borealis Cajander]: la prima, l’unica presente nella regione, è un albero che può raggiungere i 15 m di altezza, la seconda un arbusto non più alto di 3 m. Il nostro pado ha fusto sottile, corteccia grigio-scura con numerose lenticelle, radici estese ed emettenti molti polloni, foglie di 5-10 cm, ellittiche, acute o acuminate, dentellate con dentini di altezza inferiore a 0,5 mm, debolmente pelose nella pagina inferiore agli angoli dei nervi, fiori bianchi in grappoli (10-20 per grappolo), molto odorosi, a petali interi o appena smarginati, frutti neri e lucenti a nòcciolo rugoso (!). La fioritura avviene in aprile. La sua ecologia (OBERDORFER, 1990) ci dice che ama la penombra e i terreni molto umidi, talora allagati, ricchi di sostanze nutritive, che radica intensamente e si riproduce facilmente per talea. In fitosociologia risulta specie caratteristica dell’alleanza Alno-Ulmion (boschi ripariali), ma frequenta anche le formazioni boscose umide degli ordini Fagetalia (boschi misti di faggi) e Prunetalia (siepi e cespugli). Talora è coltivato come pianta ornamentale per le eleganti infiorescenze a grappolo. Il pado è considerato specie nordica-eurasiatica (continentale) da OBERDORFER (1990), eurosiberiana da PIGNATTI (1982). Flora Europaea (TUTIN & al., 1968) ci assicura che è presente in quasi tutta Europa eccetto che nella regione mediterranea, nella penisola balcanica e nel sudest della Russia. Specie molto simile al pado è ritenuta l’esotica Prunus serotina Ehrh., originaria del Nordamerica (Est), molto diffusa soprattutto nel New England (PIGNATTI, 1982). Coltivata nei giardini, si trova talora come infestante allo stato subspontaneo (ad esempio lungo il corso del Ticino). Si distingue da P. padus per i fiori, che hanno petali più piccoli (2,5 - 4 mm) e la corteccia, che è aromatica, mentre in P. padus è fetida. La stazione del Bosco Miliana Oltre che nelle quattro aree di base citate e cioè, 10041 (Palmanova), 10042 (Cordenons), 10043 (Codroipo), 10142 (Cintocaomaggiore), il pado risulta presente in un’altra area di base della Bassa Pianura Friulana: la 10144 (Muzzana del Turgnano) e precisamente nella parte identificabile come quadrante 10144/2. Si tratta del Bosco Miliana, una formazione ripariale che si 3 trova a ovest dei Casali Miliana, tra Pocenia e Ariis (UD), limitata per due lati dal Canale Miliana e dal Fiume Stella (Carta Stradale della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 1: 100000, 2003, Casa Ed. Tabacco). La vegetazione di questo prezioso biotopo umido (ora sede di una riserva di caccia) è stata riconosciuta come appartenente al Leucojo aestivi–Fraxinetum angustifoliae Glavač 1959 (POLDINI, 1997), associazione vegetale alquanto rara nella nostra regione. Dalla tabella delle specie attribuite, con vari gradi di fedeltà, al Leucojo-Fraxinetum, figura anche il pado. Sorprende un pochino che questa specie, rilevata il 3.4.1995 nel Bosco Miliana, non sia stata assegnata successivamente all’area di base 10144 nell’edizione 2002 dell’Atlante Corologico. Il Bosco Miliana mostra una ricca presenza di specie arboree e arbustive (Acer campestre, Acer platanoides, Alnus glutinosa, Cornus sanguinea, Corylus avellana, Crataegus monogyna, Euonymus europaea, Frangula alnus, Fraxinus angustifolia, Ligustrum vulgare, Platanus x hispanica, Quercus robur, Ruscus aculeatus, Salix cinerea, Sambucus nigra, Ulmus minor, Viburnum lantana). Le erbacee sono invece rappresentate da un numero di specie non molto consistente, ma tra esse possiamo elencare Allium ursinum, Anemone trifolia, Apium nodiflorum, Berula erecta, Caltha palustris, Cardamine amara, Carex pendula, Colchicum autumnale, Humulus lupulus, Iris pseudacorus, Lamium orvala (osservate estensioni enormi), Lemna minor, Leucojum aestivum, Lycopus europaeus, Samolus valerandi, Tamus communis, Valeriana officinalis, Veratrum lobelianum ... Conclusioni La specie Prunus padus subsp. padus va a pieno diritto aggiunta alle legnose spontanee della Bassa Friulana. E’ sperabile che altre stazioni vengano individuate, anche perché negli anni ‘60 del secolo passato hanno avuto luogo nella Bassa massicci disboscamenti che potrebbero aver cancellato vecchie stazioni. Rimane comunque la certezza che il pado o ciliegio a grappoli, alla pari delle lacrime di Giobbe (Staphylaea pinnata) e del sorbo delle coliche (Sorbus torminalis), debba essere considerato specie rara per le formazioni boscose della Bassa Pianura Friulana. Francesco Sguazzin 4 Bibliografia DE SUFFREN P., 1802 – Principes de Botanique extraits des ouvrages de Linné et suivis d’un catalogue des plantes du Frioul et de la Carnia avec le nom des lieux où on les trouve. Chez Antoine Rosa, Venise. FIORI A., 1974 – Nuova Flora Analitica d’Italia. Ristampa anastatica dell’edizione 1923-1925, Edagricole, Bologna. GORTANI L. & M., 1969 – Flora friulana con speciale riguardo alla Carnia. Ristampa anastatica dell’edizione 1905-1906, Forni Editore, Bologna. LAUBER K. & WAGNER G., 1996 – Flora Helvetica. Verlag P. Haupt, BernStuttgart. LORENZONI G.G. & PAIERO P., 1965 – Aspetti floristici di alcune stazioni forestali della bassa pianura friulana. Monti e Boschi, 16: 37-47. OBERDORFER E., 1990 – Pflanzensoziologische Exkursionsflora. Verlag E. Ulmer, Stuttgart. PIGNATTI S., 1982 – Flora d’Italia. Edagricole, Bologna. PIRONA J.A., 1855 – Florae Forojuliensis Syllabus. Tip. Vendrame, Udine. POLDINI L. 1991 – Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli-Venezia Giulia. Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia · Direzione Regionale delle Foreste e dei Parchi - Università degli Studi di Trieste · Dipartimento di Biologia, Udine. POLDINI L., 1997 – Alcune cenosi rare nel Friuli-Venezia Giulia. GORTANIA – Atti Museo Friul. di Storia Nat., 18 (1996): 93-110. POLDINI L., 2002 – Nuovo Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia · Azienda Parchi e Foreste Regionali – Università degli Studi di Trieste · Dipartimento di Biologia, Udine. SCHUBERT R. & WAGNER G., 1984 – Pflanzennamen und botanische Fachwörter. Verlag J. Neumann-Neudamm, Leipzig · Radebeul. TUTIN T. G., HEYWOOD V.H., BURGES N.A., VALENTINE D.H., WALTERS S.M.& WEBB D.A. , 1968 - Flora Europaea 2. University Press, Cambridge. 5