Alpe di Siusi Magazine

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Alpe di Siusi Magazine
Inverno 2016/17
ALPE
Alpe di Siusi Magazine
CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · TIRES AL CATINACCIO
Scialpinismo
La carezza del vento alpino sulla neve
Soccorso alpino
I signori del cielo
Il Colle
Un luogo mistico di Castelrotto
Alto Adige.
È bello sentirsi arrivati.
Un viaggio in Alto Adige/Südtirol è sempre l’inizio di
un’esperienza unica che ti offre emozioni autentiche.
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Editoriale & Sommario
Cari ospiti!
ALPE, il magazine degli ospiti, desidera darvi il benve­
nuto nella nostra terra.
Magie invernali e natalizie, cultura e specialità culi­
narie: dallo sci allo snowboard, dalle passeggiate con
le ciaspole allo sci di fondo e non per ultimo fare pa­
rapendio invernale nelle Dolomiti e pattinare al La­
ghetto di Fiè, lasciarsi semplicemente coccolare –
nell’area vacanze Alpe di Siusi la fantasia non ha limiti.
Tutto è possibile e dimenticherete ben presto la quo­
tidianità… Nelle pagine seguenti troverete vari sugge­
rimenti che vi porteranno a sognare un pò.
Al centro di quest’edizione spiccano i tre fratelli Ko­
stner, appassionati soccorritori alpini, ogni giorno in
servizio per l’Aiut Alpin Dolomites. Dal cielo raggiun­
giamo le piste da sci con il Tour delle streghe sull’Alpe
di Siusi e, se al termine di quest’itinerario sciistico av­
vertite un leggero languorino, non lasciatevi scappare
un tradizionale Scheiterhaufen (dolce tipico). Un altro
consiglio per buongustai è il Mulino Furscher a Siusi,
dove ci si sente ospiti da amici.
Cedete al richiamo della soffice neve durante un tour
di scialpinismo sugli Orli di Fassa. Chi, invece, pre­
ferisce dedicarsi a salti spettacolari, è il benvenuto
nell’Alpe di Siusi Snowpark.
Pagina 4
Peter Fill, vincitore a Kitzbühel
e della Coppa del Mondo
in discesa
Cipriano, uno dei soggetti più fotografati della Val di
Tires, e accompagnateci sul Colle di Castelrotto, una
particolare oasi di raccoglimento e relax.
Pagina 6
Bellezza mozzafiato: sci­
alpinismo sugli Orli di Fassa
Pagina 10
Last but not least, nella “Venezia delle Alpi” Arno Kom­
patscher, presidente della Giunta provinciale, rivela le
prospettive dell’Alto Adige in qualità di regione turi­
stica.
L’ALPE magazine vorrebbe anche farvi da guida, nel
corso della vostra vacanza. Oltre a fornirvi informa­
zioni importanti riguardo a servizi pubblici, vi dirà
quali sono i ristoranti, le osterie e i punti di ritrovo mi­
gliori e le possibilità di shopping. Il magazine contiene
inoltre un programma dettagliato delle numerose ma­
nifestazioni e degli eventi clou culturali e mondani.
Perché non prendervi parte e godersi dei momenti
piacevoli in compagnia?
Vi auguriamo un meraviglioso, indimenticabile sog­
giorno, fatto di momenti piacevoli e di riposo.
I signori del cielo:
soccorso alpino Aiut Alpin
Pagina 18
Alpe di Siusi Snowpark
Pagina 20
I ritrovi delle streghe:
giro sciistico
Pagina 24
Intervista al presidente
della giunta provinciale
Pagina 30
Il Colle: un luogo mistico
di Castelrotto
Pagina 34
Scheiterhaufen (rogo):
una ricetta con cui deliziarsi
Pagina 36
Ospiti da amici:
il Mulino Furscher
Pagina 46
Anteprima inverno 2016/17
Eduard Tröbinger Scherlin
Presidente per Alpe di Siusi Marketing
e le Associazioni Turistiche di Castelrotto,
Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi
e Tires al Catinaccio.
Pagina 48
Anteprima estate 2017
Pagina 50
Visto & sentito
Rivivete il Giro d’Italia, ammirate la Chiesetta di San
Inverno
Winter | ALPE 3
Peter Fill
Nella stagione di
Coppa del Mondo
2015/16 Peter Fill ha
coronato la sua car­
riera, vincendo sulla
leggendaria Streif di
Kitzbühel e aggiu­
dicandosi la piccola
sfera di cristallo nella
discesa. Lo sciatore di
Castelrotto è il primo
italiano della storia a
vincere la Coppa del
Mondo in questa di­
sciplina. Peter Fill,
cresciuto sulle piste
del suo paese natale
e dell’Alpe di Siusi, ha
indossato per la prima
volta gli sci all’età di 3
anni e, a marzo 2002,
ha celebrato il suo de­
butto in Coppa del
Mondo. Cominciando
in forma e con slancio
la stagione 2016/17,
coltiva il suo prossimo
grande sogno: vincere
sulla Lauberhorn di
Wengen.
Testo: Michaela Baur
Foto: Helmuth Rier
4 ALPE | Inverno
Inverno | ALPE 5
La carezza del vento
alpino sulla neve
Scialpinismo sugli Orli di Fassa
D
Testo: Rosa Maria Erlacher
Foto: Helmuth Rier
6 ALPE | Inverno
Dall’Alpe di Siusi gli amanti dello scialpinismo
possono scoprire due stelle: il Giro dell’Anter­
moia e il Sassopiatto, ma solo in presenza di con­
dizioni ottimali, ovvero quando la neve è in buono
stato, il pericolo di valanghe è ridotto e le previ­
sioni meteorologiche sono favorevoli. Il classico
tour dell’Antermoia, che si snoda tutt’intorno al
Catinaccio d’Antermoia facente parte dell’omo­
nimo gruppo nel cuore delle Dolomiti e fa ritorno
all’Alpe di Siusi, richiede tempo (minimo sei ore) e
energie, oltre a essere tecnicamente impegnativo.
Quello sul Sassopiatto, invece, è più breve, ma è
anch’esso adatto solo agli scialpinisti esperti: il di­
slivello di circa 1.260 m presuppone resistenza e
buone condizioni fisiche, la discesa una certa espe­
rienza nella neve profonda.
Gli appassionati dello sport freeride apprezzano
entrambe le varianti anche in virtù dell’accesso
piuttosto facile a Saltria, direttamente sotto il Sas­
sopiatto e raggiungibile in tutta comodità.
Da qui, dunque, partiamo per il nostro tour, non
particolarmente lungo, né troppo impegnativo.
Dalla cabinovia Alpe di Siusi, è possibile percor­
rere le piste da sci o prendere l’autobus di linea
con corse regolari. Per godersi quest’itinerario, il
sole non è fondamentale, ma una cosa dev’essere
chiara: prestate attenzione al pericolo di valanghe,
poiché un simile “tour per buongustai” può diven­
tare rischioso! Già in fase d’ascensione, infatti, è
necessario attraversare alcuni ripidi pendii e la di­
scesa diretta dagli Orli di Fassa nell’ondulata conca
dell’Alpe di Siusi non ammette una condizione in­
stabile del manto nevoso.
Fuori pista. Potremmo dire che il gruppo di amici,
composto da esperti alpinisti, intraprende questo
tour sugli Orli di Fassa come riscaldamento per la
nuova stagione dello scialpinismo, conoscendo la
montagna e la neve e evitando di correre rischi. La
loro meta sono gli “Orli di Fassa”, che collegano il »
Inverno | ALPE 7
Mozzafiato: la fresca neve
dei soffici pendii dolomitici
ammalia gli scialpinisti.
Sassopiatto e i Denti di Terrarossa, una stretta fa­
scia di cresta, che a sud scende in direzione della
Val di Fassa e a nord sull’Alpe di Siusi.
Dal momento che l’impianto è già in funzione, il
gruppo raggiunge con la seggiovia Florian la Baita
Williams, dove si allaccia gli sci e scende fino al di
sopra del Rifugio Zallinger (2.037 m). Qui ha inizio
il tour vero e proprio: le pelli di foca vengono accu­
ratamente applicate sotto gli sci, i leggeri scarponi
per lo scialpinismo agganciati agli attacchi e via! Gli
amici salgono nella neve a ritmo cadenzato, come
fanno da secoli gli scandinavi, “inventori” dello sci,
in base a quanto lascia supporre lo “Sci di Hoting”
(lungo 110 cm e largo 10 cm), risalente a 4.500 anni
fa e trovato in una palude presso Hoting, appunto, in
Svezia. In Norvegia, invece, un’incisione rupestre di
4.000 anni fa mostra uno sciatore con lunghe aste
ai piedi: il materiale, quindi, è enormemente miglio­
rato, ma la tecnica è rimasta pressoché invariata.
Gli zaini sono stracolmi, poiché contengono tutto
ciò che potrebbe servire per mantenere il corpo
caldo; gli amici indossano solo abbigliamento fun­
zionale. Il calore viene dall’interno, il battito car­
diaco aumenta e tutto il corpo respira. “Adoro
l’attività fisica lontano dalla frenesia e dalla confu­
sione, attraverso paesaggi incontaminati, concen­
trandomi completamente su me stesso e sui miei
sensi”, rivela Florian. Ora, salendo ai piedi della
gigante placca rocciosa del Sassopiatto, il gruppo
traccia uno stretto binario nella neve, che scric­
chiola sotto la pressione degli sci, mentre i loro oc­
chi si abituano alla luce diffusa al di sopra del limite
del bosco. Lo sguardo abbraccia cime dolomitiche
vicine e lontane, l’imponente Marmolada, le rupi e
i picchi del Gruppo del Catinaccio, il Latemar e il
Massiccio del Sella.
8 ALPE | Inverno
Orli di Fassa. Dopo il Rifugio Sasso Piatto, gli
scialpinisti attraversano il Giogo di Fassa, dove
soffia il famigerato “vento della Val di Fassa”, che
accarezza gli orli. Famigerato, poiché, quando cala
verso nord, annuncia il maltempo; ma quassù il
vento soffia sempre, come dimostrano le impo­
nenti dune di neve, gli strapiombi e la scintillante
neve ghiacciata. Quando si attraversano i pendii
della solitaria Val Duron al di sotto della cresta
e poi si sale al punto più elevato, il Palàcia (2.351
m), è fondamentale puntellarsi bene sugli spigoli
dello sci. Ora, lo sguardo spazia sull’intera Alpe di
Siusi, il più vasto altipiano d’Europa, con il magni­
fico paesaggio delle Alpi a fare da sfondo.
In un’ora e mezza gli amici hanno raggiunto la loro
meta. Ora, indossano frettolosamente abiti caldi,
ripongono le pelli di foca nello zaino, chiudono le
fibbie degli scarponi, legano stretti gli attacchi de­
gli sci, s’assicurano che zaino e occhiali siano ben
saldi, afferrano decisi i bastoncini e si tuffano con
slancio nella neve soffice come una nuvola. “Que­
sto lasciarsi cadere, questa libertà di muoversi fuo­
ripista è una vera goduria,” Florian dà voce al suo
entusiasmo. Ciascuno traccia le sue scie, con ritmo
e distanza regolari, danzando sulla neve profonda
e incontaminata. Le loro orme s’intrecciano come
un disegno fatto a maglia fino a Malga Tschafler,
dove gli amici si concedono un’altra sosta: è il mo­
mento di una pausa per buongustai e dagli zaini
estraggono bevande, salumi, formaggio e pane.
Poi, ammirano le tracce della loro discesa. Ebbene
sì, sono in perfetta forma e quel ricamo ne è la
prova: la stagione dello scialpinismo può comin­
ciare!
Infine, percorrono in un battibaleno la discesa nel
bosco fino al primo ristoro. «
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I signori
del cielo
Raffael Kostner, soccorritore alpino per passione, ha già prestato servizio su tutte
le cime e le pareti altoatesine, così come Marcus e Gabriel, suoi fratelli ed esperti piloti.
Insieme lavorano presso l’“Aiut Alpin Dolomites” e non solo…
O
Organizzare un appuntamento fotografico con i
tre fratelli è tutt’altro che semplice: hanno troppe
urgenze per una simile sciocchezza. Raffael, Mar­
cus e Gabriel Kostner hanno cose più importanti
da fare e, come se l’avessero presagito, la radio an­
nuncia già un nuovo intervento: un anziano turi­
sta è scivolato sulla roccia bagnata della via ferrata
Passo Santner, cadendo per qualche metro. Raffael
e Marcus balzano sull’elicottero rosso fiammeg­
giante, per effettuare l’intervento con gli uomini
del Soccorso Alpino di Tires, e anche Paolo, ane­
stesista di Milano, nonché uno dei 28 medici del
servizio aereo dell’“Aiut Alpin Dolomites”, si lancia
sotto le pale rotanti dell’H135 T3.
Testo: Elisabeth Augustin
Foto: Helmuth Rier
10 ALPE | Inverno
Nella base dell’“Aiut Alpin Dolomites” a Pontives,
all’imbocco della Val Gardena, regna tutto il giorno
un vivace andirivieni. Qui, oltre all’elicottero per le
emergenze stazionano anche quelli della Elikos Srl;
le due attività, infatti, hanno qualcosa in comune e
non si tratta solo della logistica. Marcus e Gabriel
Kostner sono piloti, che effettuano regolari inter­
venti di soccorso per l’“Aiut Alpin Dolomites” e,
nel 1998, hanno fondato Elikos Srl, azienda di ser­
vizi aerei con elicotteri. Ora, con Manuel e Daniel,
nipoti e parte del team, offrono un’ampia gamma
di servizi che spazia dal rifornimento di generi ali­
mentari per i rifugi, ai tour sulle Dolomiti, pas­
sando per le riprese aeree dei filmati pubblicitari.
La passione per il volo scorre nelle vene dei tre fra­
telli Kostner. Il nonno, il leggendario Leo Demetz,
non era solo ingegnere e costruttore di funivie,
ma si guadagnò rispetto e riconoscimento in qua­ »
Questione di vita o di morte:
soccorritori alpini in azione
Inverno | ALPE 11
12 ALPE | Inverno
Pronti per
il prossimo
intervento
lità di primo pilota dell’intera Val Gardena. Il figlio,
uno zio dei Kostner, fu pilota nella Seconda Guerra
Mondiale. E ora sono alcuni cugini della terza e
quarta generazione a sfrecciare nei cieli. Raffael, il
maggiore dei fratelli Kostner (a maso Stlejuc-Hof
di Ortisei erano ben otto) sembra essere un’ecce­
zione: non è mai stato interessato al brevetto di
volo; lui è un esperto verricellista.
Sull’“Aiut Alpin Dolomites” si potrebbe scrivere un
libro. Raffael Kostner ne era e è la forza trainante.
In qualità di appassionato soccorritore alpino
comprese presto che un salvataggio d’emergenza
in montagna spesso poteva essere efficiente solo
se effettuato per via aerea. Ripensando ai primi
interventi in elicottero negli anni Ottanta del se­
colo scorso Raffael rivela: “Era un mezzo miracolo!”
Così, ebbe inizio la terza fase del recupero di fe­
riti o deceduti in montagna. Dagli albori dell’alpi­
nismo come movimento di massa nel 19° secolo,
i soccorsi venivano effettuati a piedi, fino all’im­
piego degli elicotteri militari. Raffael Kostner, di­
rettore del Soccorso Alpino Val Gardena, i famosi
“Catores”, viaggiava molto, convincendosi che an­
che l’Alto Adige avesse bisogno di un servizio ae­
reo professionale. Così, negli anni Settanta, tentò
di avviare una collaborazione con le forze armate
per il salvataggio in elicottero dei feriti nelle aree
alpine. “Nel 1985, sullo Spallone del Sassolungo ab­
biamo recuperato dall’aria la prima salma con un
elicottero civile”, ricorda. Raffael cominciò, poi,
un’opera di convincimento soprattutto tra i poli­
tici di Bolzano e, nel 1986, venne impiegato il primo
elicottero del Servizio di soccorso provinciale della
Croce Bianca.
Il Bergrettungsdienst (BRD – soccorso alpino) e il
Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
(CNSAS) del Club Alpino Italiano, però, credevano
che per il salvataggio in montagna fossero neces­
sari elicotteri molto agili e persone appositamente
istruite. L’esperienza dimostrava che solo con un
bacino d’intervento più ampio e con l’unione delle
squadre di soccorso delle valli vicine fosse possi­
bile effettuare interventi specializzati e efficaci
con gli elicotteri. Per muoversi in sicurezza tra le
torri rocciose e le pareti delle Dolomiti, era deci­
La sede di Elikos
è pervasa dalla
passione per il volo.
siva anche la scelta di una flotta aerea adeguata.
Dopo numerose consulenze con i responsabili dei
soccorsi alpini delle valli ladine, nel 1990 venne fir­
mato l’atto costitutivo dell’“Union Aiut Alpin Do­
lomites” e Raffael Kostner nominato direttore tec­
nico.
Ogni intervento è un lavoro di squadra. Raffael,
che durante la stagione estiva e invernale aveva
istituito nella Baita Sanon, gestita con la famiglia
sull’Alpe di Siusi, il centralino per le chiamate d’e­
mergenza, aveva allestito una base per elicotteri
già nel 1987. Questa posizione era particolarmente
vantaggiosa per gli interventi nelle Dolomiti. Inol­
tre, Raffael attrezzò la base al meglio e con l’a­
iuto del dott. Michele Nardin mise a disposizione
un presidio medico, un locale per gli strumenti di
soccorso e un impianto per il rifornimento di car­
burante. La squadra consumava i pasti nella baita
di Raffael, che spesso fungeva anche da alloggio.
Tramite la fondazione del “soccorso alpino delle
Dolomiti”, nel 1990 l’attività di Kostner ottenne
un carattere ufficiale e venne legittimata soprat­
tutto grazie agli incarichi di nove squadre di soc­
corso alpino. Oggigiorno, l’“Aiut Alpin Dolomites”
conta 17 team, forti sponsor e circa 3.000 membri
che la supportano. La chiamata avviene tramite la
centrale provinciale d’emergenza dell’Alto Adige,
che coordina gli interventi del soccorso aereo con
i suoi elicotteri Pelikan 1 e Pelikan 2, così come con
quello dell’“Aiut Alpin Dolomites”.
A bordo dell’elicottero dell’“Aiut Alpin Dolomites”,
che è in servizio complessivamente nove mesi »
Inverno | ALPE 13
Elicottero e team
partono più volte al
giorno per soccorrere
persone in montagna.
all’anno circa (durata delle stagioni alpine), ci sono
sempre un pilota, un verricellista, un medico, un
soccorritore aereo esperto messo a disposizione
dalle varie squadre e, spesso, in inverno anche una
guida con un cane da valanga. “Ciascuno deve dare
il meglio di sé quand’è il suo turno”, spiega Raffael.
“Un intervento è un lavoro di squadra. E la deci­
sione giusta va sempre presa rapidamente.” È in­
dispensabile il “crew member management”, può
solo confermare Moritz Peristi, al fianco di Raffael
fin dall’inizio. Il 12% degli interventi vengono effet­
tuati con verricello o corda fissa, poiché l’elicottero
14 ALPE | Inverno
non può atterrare: è necessario l’impegno di tutti e
c’è sempre un certo rischio. Il soccorso alpino deve
procedere in presenza di qualsiasi condizione me­
teorologica, anche di vento.
“Il mio stimolo è sempre stato la passione per il
soccorso alpino”, racconta Raffael, “così come la
necessità di migliorare il servizio.” È una grande
soddisfazione prestare aiuto in montagna e salvare
chi si trova in pericolo. “La cosa più triste è recu­
perare la salma di un collega o dover comunicare
ai genitori il decesso di un figlio.”
“Tutti noi prestiamo servizio per l’Aiut Alpin Dolo­
mites su base volontaria”, sottolinea Raffael. Da 30
anni è impegnato ogni domenica, mentre la moglie
Magdalena, e ora anche i figli, si prendono cura dei
numerosi ospiti della Baita Sanon. Un tempo, tra
un intervento e l’altro, Raffael riusciva a dare il suo
contributo, ma da quando nel 2003 la base dell’eli­
cottero dell’“Aiut Alpin Dolomites” è stata trasfe­
rita a Pontives presso Ortisei, in Val Gardena, in
una sede all’avanguardia, Raffael trascorre poco
tempo nella sua baita sull’Alpe di Siusi. Dal rac­
conto traspare un po’ di malinconia, ma lui è un
vero professionista, molto esigente con se stesso e
i suoi collaboratori. La base con la centrale degli in­
terventi, l’hangar, le sale per gli uffici e le squadre,
gli appartamenti per il medico e il pilota, così come
la piattaforma d’atterraggio sul tetto per le emer­
genze notturne, soddisfa le esigenze moderne e le
direttive delle autorità.
Il prossimo obiettivo di Raffael è il prolungamento
delle ore di volo in inverno. “Rispetto alla Svizzera
siamo indietro di 20 anni”, rivela. Fosse per lui, dal
Natale 2016 dovrebbero essere possibili anche in­
terventi serali con strumenti per la visione not­
turna; la base a Pontives con la piattaforma sul
tetto è pronta. Inoltre, Raffael vorrebbe investire
maggiormente nella formazione e istruire giovani
volontari per il lavoro futuro.
Per il soccorso alpino l’esperienza del pilota è de­
cisiva e inizialmente non è stato facile trovare il
personale adatto per gli interventi dell’“Aiut Al­
pin”. Marcus e Gabriel, fratelli minori di Raffael e
amanti del deltaplano, vennero rapidamente con­
tagiati dalla sua nuova passione per l’elicottero.
Marcus, che tutti chiamano Marco, ha posto fine
alla professione di meccanico, per portare a ter­
mine la formazione come pilota e volare per tre
anni in Sardegna e Campania durante gli interventi
antincendio. Inoltre, ha raccolto importanti espe­
rienze anche nei voli per il trasporto carichi in Val
d’Aosta, prima che nel 1992 l’“Aiut Alpin Dolomi­
tes” gli offrisse il lavoro dei suoi sogni. Gabriel,
scultore diplomato, ha preso il brevetto tramite
uno speciale progetto UE. Dal 1988 oppure 1989,
Marcus e Gabriel hanno effettuato circa 9.000 ore
di volo ciascuno.
»
Tre fratelli, un team:
Gabriel, Raffael e Marcus
(da sx.) Kostner
Inverno | ALPE 15
Se per il soccorritore e verricellista Raffael “vo­
lare è... un grande aiuto per il soccorso alpino”,
Marcus rivela che “volare è... il lavoro dei miei so­
gni”, mentre Gabriel spiega, “volare è... assoluta­
mente magnifico e farlo sulle Dolomiti è la cosa
più bella del mondo.” E i fratelli ne hanno molte
marchi di auto, così come produttori di cioccolato
o articoli tecnici. I signori del cielo hanno anche già
ospitato alcune star quali Michael Schumacher, il
principe Alberto di Monaco, Bernie Ecclestone e
molti altri ancora, come mostra l’immensa galleria
fotografica nell’hangar. Marcus ha anche lavorato
occasioni. Con il loro servizio di elicotteri “Elikos”
svolgono importanti compiti. Spesso sono in ser­
vizio per la Protezione Civile Alto Adige e ven­
gono anche incaricati di interventi antincendio,
di far saltare una valanga o della costruzione di
condutture elettriche. Attività importanti sono
anche la manutenzione dei sentieri, i montaggi di
precisione, i trasporti per il risanamento o la rico­
struzione dei rifugi. Grazie ai numerosi trasferi­
menti di carichi, Marcus e Gabriel sono abituati a
lavorare con corde lunghe e ciò gioca a loro favore
quando devono localizzare con precisione un fe­
rito tra le rocce.
come stuntman per Terence Hill nell’amata serie
televisiva “Un passo dal cielo”, “anche se per puro
caso”, sorride.
Aiut Alpin Dolomites:
rapidità e professionalità
Quando “Elikos” viene impiegata per gli spot pub­
blicitari, l’elicottero solleva un vortice d’aria mon­
dana. Inoltre, Marcus, Gabriel e i loro due piloti e
nipoti Manuel e Daniel sono a disposizione anche
per effettuare riprese aeree mozzafiato nelle Do­
lomiti. Tra le loro referenze fanno capolino grandi
16 ALPE | Inverno
A ottobre 2015, quando Raffael Kostner è stato no­
minato “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Re­
pubblica Italiana” dal presidente della Repubblica
Sergio Mattarella nel Palazzo del Quirinale a Roma
per il suo contributo al soccorso alpino volontario,
per lui è stato un momento memorabile. “È una
delle figure più note e stimate del soccorso alpino
a livello internazionale”, fu una delle motivazioni.
“La dedizione e l’altruismo di Kostner nel soccor­
rere persone in montagna sono note a tutti gli al­
pinisti italiani e stranieri”, fa seguito. Raffael ha ac­
cettato con piacere questo grande onore, a nome
di tutti coloro che ogni giorno sono impegnati in
montagna, della sua famiglia che l’ha sempre so­
stenuto e dei fratelli Marcus e Gabriel. “Ogni inter­
vento è un lavoro di squadra.”«
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dell’area Alpe di Siusi / Val Gardena,
della Cabinovia Alpe di Siusi,
dell’Alpe di Siusi Express (linea 10)
e dell’Almbus (linea 11)
> utilizzo illimitato del servizio bus navetta
(linee 1, 2, 3, 3A, 4, 5 e 15) dei dintorni dell’Alpe di Siusi
La Combi Card e il Nordic Pass non sono trasferibili e sono acquistabili presso le biglietterie della Cabinovia Alpe di Siusi, presso gli Uffici Informazioni Fiè e Siusi, presso Alpin Sports
Company a Castelrotto e presso gli albergatori. Bambini (nati dopo il 26/11/2008) e portatori di handicap su sedie a rotelle gratis. Juniores (nati dopo il 26/11/2000) a metà prezzo.
*Con la Mobilcard “Area vacanze Alpe di Siusi Live”, che non è acquistabile e viene rilasciato all’ospite dall’affittacamere
o dall’albergatore partecipante all’offerta di mobilità, è previsto una riduzione del prezzo sul Nordic Pass.
Funivia Siusi - Alpe di Siusi SpA
39040 Siusi allo Sciliar · via Sciliar, 39
Tel. 0471 704 270 · Fax 0471 704 269
www.cabinoviasiusi.it · [email protected]
Alpe di Siusi Snowpark
L’Alpe di Siusi Snowpark, il migliore d’Italia e
teatro di competizioni internazionali, ammalia
con ostacoli in legno e rail, kicker e box
perfettamente preparati. Con i suoi 1.500 m
di lunghezza e 70 ostacoli d’ogni grado di
difficoltà è anche il più grande d’Italia.
Dopo essere stato sede delle gare di Coppa
Europa FIS di slopestyle, snowboard e freeski
nel 2016, a fine gennaio 2017 accoglie la prima
edizione in Alto Adige della Coppa del Mondo,
che vede misurarsi sull’Alpe di Siusi i migliori
atleti di slopestyle, snowboard e
freeski del mondo.
Testo: F-Tech
Foto: F-Tech
18 ALPE | Inverno
Inverno | ALPE 19
20 ALPE | Inverno
I ritrovi
delle streghe
Il tour circolare delle streghe è un’affascinante occasione
per scoprire sugli sci il più vasto altipiano d’Europa.
L
Le streghe sono le protagoniste principali delle
leggende popolari alle falde dello Sciliar. A fare da
sfondo a queste saghe, nate nel corso del tempo e
tramandate oralmente, erano essenzialmente av­
venimenti insoliti, terribili nubifragi, frane, malattie
e epidemie, che gli uomini dell’epoca, non essendo
in grado di trovare una spiegazione, attribuivano
ai demoni, al diavolo o a altre figure relazionate a
questi e in possesso di poteri magici. Nel tardo Me­
dioevo ciò dette origine a terribili persecuzioni di
presunti stregoni e streghe. Migliaia di persone in
tutt’Europa, prevalentemente donne, vennero con­
dannate al rogo e anche nella nostra area la caccia
alle streghe fu portata all’eccesso. Oggigiorno, si
differenzia tra storia e leggende, curate in quanto
importante componente della cultura popolare. Le
streghe dello Sciliar sono relegate al regno dei miti,
dove queste burlesche figure femminili continuano
a vivere, cavalcando la loro scopa nelle notti di luna
piena per incontrarsi in determinate località misti­
che e dare prova dei loro poteri. Sette di questi ri­
trovi, contraddistinti da simboli, sorgono sull’Alpe
di Siusi e gli appassionati di sci e snowboard pos­
sono scoprirli insieme all’intero altipiano durante
un tour circolare.
Il tour delle streghe. Fondamentalmente è pos­
sibile accedere a quest’itinerario di scialpinismo,
fonte di divertimento per grandi e piccini, da ogni
pista e con impianti di risalita sicuri per i bambini.
Al cospetto di uno sfaccettato scenario alpino e co­
stantemente circondati dalle famose Dolomiti (di­
chiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità), si
possono percorrere oltre 60 km di meravigliose pi­
ste.
Diamo inizio al tour presso la stazione a monte
della cabinovia Alpe di Siusi, da cui scendiamo
alla seggiovia Spitzbühl. L’omonima cima dev’es­
sere stata il ritrovo preferito delle nostre streghe,
dove festeggiavano di notte, per poi nascondersi
di giorno sull’antistante Sciliar. Da qui si prosegue
fino alla pista Laurin. Nel cuore dell’altipiano, un
po’ separato dal classico mondo dello sci, s’estende
l’Alpe di Siusi Snowpark, uno dei più grandi e incan­
tevoli d’Europa, annoverato nella sua Top 10, gra­
zie a una professionale proline e a numerosi kicker,
box e rail; sulla Family Fun Line osano mettere alla
prova le loro abilità perfino i più giovani.
Il successivo ritrovo delle streghe sorge sul Pano­
rama, dove possiamo ammirare la vista sul Gruppo
del Sella, su Sassolungo, Sassopiatto, Denti di Ter­
rarossa, Catinaccio d’Antermoia e Sciliar. Ci muo­
viamo verso le montagne… La Punta d’Oro è un al­
tro luogo di riunione di streghe e stregoni: qui, a
2.220 m, spesso il clima è rigido e ventoso, simile
a quello d’alta quota, che ne fa il posto ideale per »
Testo: Rosa Maria Erlacher
Foto: Helmuth Rier
Inverno | ALPE 21
una “speedtrap”, una stretta traccia in di­
scesa lunga 200 m e con un dislivello di circa
75 m, su cui sono già state raggiunte velo­
cità record come sulla leggendaria Streif a
Kitz­bühel. Dopo una lunga discesa raggiun­
giamo la stazione a monte della telecabina
Florian, un altro ritrovo amato dalle streghe
dello Sciliar.
Il versante gardenese. La meta seguente
è sul lato dell’Alpe di Siusi, cui fa da sfondo
la Val Gardena. Secondo la leggenda, nelle
notti di luna piena le streghe s’incontrano
tutt’oggi sul Monte Piz. Esplorando il ver­
sante assolato dell’Alpe di Siusi, dopo al­
cune corse sugli impianti di risalita (Sanon,
Leo Demetz e Mezdì) e qualche discesa, ar­
riviamo alla sesta base delle streghe, nella
valle della seggiovia Mezdì. Raggiunta la
cima, lo sguardo spazia sulle conche e sulle
colline innevate dell’Alpe di Siusi, abbrac­
ciando quest’ampio e ondulato altipiano
nel cuore delle Dolomiti, fino allo spigo­
loso massiccio di Sassolungo e Sassopiatto.
Ora che abbiamo raggiunto il margine più
esterno dell’Alpe di Siusi, ci dirigiamo all’ul­
timo ritrovo delle streghe, “chiudendo il cer­
chio” del tour. Nell’immaginazione popo­
lare, l’altura a forma di cupola sul margine
nord-occidentale dell’altipiano è predesti­
nata a diventare il ritrovo delle streghe e,
quindi, dobbiamo fare dietro front e proce­
dere in direzione di Compatsch. Magnifiche
discese ci facilitano il ritorno e, arrivati sulla
Bullaccia, comprendiamo rapidamente per­
ché le “cerchie magiche” l’avessero scelta
come “location per i loro sabba”. La vista a
360° dalla piattaforma panoramica “Engel­
rast” è semplicemente straordinaria con
il suo ininterrotto susseguirsi di Dolomiti,
Alpi della Zillertal, Breonie occidentali e Ve­
noste fino all’Ortles e all’Adamello!
Le sculture delle streghe
di Hubert Kostner, famoso
artista di Castelrotto,
indicano il cammino.
22 ALPE | Inverno
Attenzione però, che la sera s’avvicina … È
giunto il momento di fare ritorno al punto di
partenza. Organizzate questo tour con pru­
denza, considerando le pause per i pasti e le
soste, oppure suddividetelo in due itinerari
giornalieri! «
Foto: SAM/Helmuth Rier
L’affascinante mondo
delle Dolomiti.
Il mito delle Dolomiti
Dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino
Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo
per eccellenza della vacanza invernale: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti.
U
na barriera corallina pietrificata che si eleva
verso il cielo definisce l’impareggiabile
mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico
e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel
2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa
parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le Dolomiti sono considerate ufficialmente
uno dei più bei paesaggi naturali del mondo.
Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico
dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande
7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine.
Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le sue torri
Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche
dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue
innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione.
Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia,
raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche
i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «
Bruneck
Brunico
Südtirol
Dolomiti
Patrimonio
Mondiale
UNESCO
1
5
St. Ulrich
Tiers/Tires
7
Auronzo
Corvara
Canazei
2
8
Cortina d’Ampezzo
Alleghe
Pieve
di Cadore
1
Agordo
3
Longarone
Cimolais
Pordenone
Madonna
di Campiglio
Fiera di
Primiero
9
Trento
Belluno
Udine
Belluno
Feltre
Trentino
Ampezzo
4
Zoldo
Cavalese
5 Dolomiti Settentrionali
6 Puez-Odle
6
Fiè allo Sciliar
Bozen
Bolzano
2 Marmolada
4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
St. Vigil
S. Vigilio
Kastelruth Ortisei
Castelrotto
Seis am Schlern
Seiser Alm
Siusi allo Sciliar
Alpe di Siusi
Völs am Schlern
Pelmo, Croda da Lago
3 Pale di San Martino, San Lucano
Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine
Brixen
Bressanone
Meran
Merano
Lienz
Toblach
Dobbiaco
Pordenone
7 Sciliar-Catinaccio, Latemar
8 Rio delle Foglie
9 Dolomiti di Brenta
Inverno | ALPE 23
24 ALPE | Inverno
Un presidente della Giunta
provinciale differente: i graf­
fiti di Nini Complojer a Siusi
La Venezia
delle Alpi
Arno Kompatscher, presidente della Giunta provinciale, ritiene
che l’Alto Adige goda di prospettive complessivamente buone
come regione turistica, “poiché, oltre a un magnifico paesaggio
e a un ottimo clima, offriamo anche servizi eccezionali.”
Per la guida della loro regione
gli altoatesini puntano sulla
continuità. Il leggendario Sil­
vius Magnago occupò i ver­
tici della politica a Bolzano
per 29 anni, il suo successore
Luis Durnwalder per 25 anni.
Nel 2013, fu eletto presidente
della Giunta provinciale Arno
Kompatscher, originario di
Fiè allo Sciliar (classe 1971),
laureato in legge, padre di
sette figli, sindaco del suo
comune natio dal 2005 al
2013, oltre che presidente del
consiglio d’amministrazione
e amministratore della Cabi­
novia Siusi-Alpe di Siusi Spa,
dal 2003 al 2014. In questo
ruolo anche egli si è battuto a
favore delle odierne limita­
zioni del traffico sull’alti­
piano, sebbene si rammarichi
per la realizzazione incom­
pleta dei progetti originali,
convinto che sull’Alpe di Siusi
il traffico privato dovrebbe
essere ulteriormente ridotto
nell’interesse degli ospiti e
del turismo. Solo così,
avrebbe origine un’area dav­
vero unica.
ALPE: Le Alpi attraggono
sempre milioni di turisti.
Cosa differenzia l’Alto Adige
e soprattutto l’Alpe di Siusi
dalle altre regioni?
Arno Kompatscher: Un sugge­
stivo mondo alpino, dove si può
praticare qualsiasi attività, dalla
semplice escursione fino al tour
a alta quota e all’arrampicata,
una ricca offerta di sport inver­
nali e eccellenti infrastrutture
turistiche è la combinazione
che rende particolare l’Alto
Adige. Sull’Alpe di Siusi, inoltre,
i morbidi paesaggi con prati e
colline, dietro cui svettano le
impervie rocce dolomitiche,
creano un magnifico spettacolo
della natura, mentre paesi e
borghi offrono un attraente
connubio di tradizione e spirito
contemporaneo.
paesaggio antropizzato, altri­
menti sarebbe ricoperta di
vegetazione come altre aree a
quest’altitudine. Ma ecco la
nota dolente: quale attività eco­
nomica è necessaria al fine di
Questa magnifica area viene
salvaguardata con grande
cura: la considera più un
paesaggio naturale o antro­
pizzato? Da questa valuta­
zione emergono vantaggi
differenti?
L’Alpe di Siusi è innanzitutto un
Il turismo soft, che è stato
a lungo oggetto di conver­
sazione, è ancora attuale
in questo contesto?
Il concetto di turismo soft è
stato sviluppato circa 30 anni fa
e, ora, anche gli ideatori stessi
ne prendono criticamente le
“L’Alpe di Siusi
è innanzitutto
un paesaggio
antropizzato.”
Presidente
Arno Kompatscher
conservare la naturalità, senza
danneggiare il capitale dell’eco­
nomia turistica della nostra
regione, dandoci per così dire la
zappa sui piedi?
»
Intervista: Sabine Funk
Foto: Helmuth Rier
Inverno
Inverno| ALPE
| ALPE2525
Intimo legame: Arno Kompatscher,
presidente della Giunta provinciale
dell’Alto Adige, a casa a Fiè allo Sciliar
distanze. Oggi, si preferisce
parlare di “sostenibilità”.
La sostenibilità è valutabile
solo a posteriori. Lei ha
accompagnato lo sviluppo
del turismo sull’altipiano
con diverse funzioni e è
stato uno dei grandi
promotori della costruzione
della funivia, oltre che
fautore della notevole
riduzione del traffico.
Le sue visioni di 10 o 15 anni
fa si sono concretizzate?
È stato dimostrato che una
“Numerosi
altoatesini sono
profondamente
radicati nella
loro terra e nelle
loro tradizioni.”
Presidente
Arno Kompatscher
limitazione del traffico sull’Alpe
di Siusi non influisce negativa­
mente sul turismo, al contrario,
l’Alpe e le aree circostanti sono
diventati ancora più affasci­
nanti: è ormai un dato di fatto.
Dal mio punto di vista si
dovrebbe applicare tale con­
cetto in maniera ancora più
coerente, riducendo ulterior­
mente il traffico privato.
Volendo dare voce alle ambi­
zioni, si potrebbe fare dell’alti­
piano la “Venezia delle Alpi”: il
difficile accesso a questa città
lagunare la rende, infatti, parti­
colarmente interessante. Anche
gli ospiti dell’Alpe di Siusi
accetterebbero determinate
limitazioni, se però poi le pro­
messe venissero mantenute.
26 ALPE | Inverno
Ma, alla fine, il concetto
ha ottenuto il successo
auspicato?
Sì, soprattutto perché è aumen­
tato il consenso della popola­
zione locale. Non ho mai
dubitato del fatto che, se gli
abitanti s’identificano con il
nuovo concetto di circolazione,
lo fanno anche gli ospiti. Il
timore di perdite massicce a
causa delle limitazioni del traf­
fico, espresso dalle aziende
alberghiere sull’Alpe di Siusi, è
stato fugato, facendo scaturire
un atteggiamento opposto.
Ora, non dobbiamo abbando­
nare l’entusiasmo, altrimenti
rischiamo di deludere gli ospiti.
Come valuta le future
prospettive turistiche
dell’Alto Adige?
Sono convinto che l’Alto Adige
abbia complessivamente
buone prospettive poiché,
oltre a un magnifico paesaggio
e a un ottimo clima, offriamo
anche servizi straordinari, tra
cui l’eccellente gastronomia e
gli alberghi a gestione fami­
liare, così come infrastrutture
e mezzi pubblici. In futuro,
sempre meno ospiti raggiun­
geranno l’Alto Adige con mezzi
propri; ciò vale soprattutto per
l’area vacanze Alpe di Siusi.
Qui, i soggiorni senz’auto
potrebbero diventare un “mar­
chio di fabbrica” e la garanzia
di un’esperienza esclusiva,
intesa non come elitaria ma
come particolare.
La fede in uno sviluppo
economico illimitato sta
vacillando. Il settore
turistico può e deve
continuare a crescere
sempre?
Rischio di sembrare scontato,
ma abbiamo bisogno di una
buona affluenza durante tutto
l’anno e di offerte adeguate.
Ciò richiede un certo coraggio
nella strutturazione dei prezzi.
A causa della posizione geogra­
fica, siamo costretti a sostenere
un determinato carico di costi,
che non deve essere compen­
sato con scelte quantitative, ma
con servizi di livello eccellente.
E non mi riferisco solo agli
hotel, ma anche a tutto il resto.
Secondo Lei cosa cercano
gli ospiti? Sempre
maggiori comfort?
Il turista è alla ricerca di qual­
cosa di particolare. In vacanza
vuole sempre avere la sensa­
zione di aver fatto la scelta
giusta, di godersi qualcosa di
unico. Ciò ha a che vedere
anche con il comfort, conside­
rato però un logico compo­
nente dell’offerta, non un
parametro di scelta. L’aspetto
fondamentale è la peculiarità e,
a tale proposito, l’autenticità
delle aziende svolge un ruolo
decisivo. Forse, invece di una
terapia ayurvedica, risultereb­
bero più convincenti le pro­
poste tipiche della regione,
come i bagni di fieno e i mas­
saggi al pino mugo. Lo stesso
principio vale anche per l’archi­
tettura. L’autenticità autoctona
non dovrebbe diventare kitsch,
bensì essere in armonia con il
paesaggio, incarnare una sensi­
bile evoluzione delle tradizioni.
Il termine “autenticità”
viene spesso impiegato
nel destination marketing.
Se dovessero sparire i
contadini con la barba
e il grembiule blu,
avrebbe inizio il folclore?
Tutto ciò che è artificioso è
»
Inverno | ALPE 27
1
2
poco credibile. Questi conta­
dini esistono ancora, solo che
oggigiorno portano l’orec­
chino, i capelli lunghi o esibi­
scono tatuaggi. Credo che
numerosi altoatesini siano pro­
fondamente radicati nella loro
terra e nelle loro tradizioni,
vivendo in maniera autentica.
Non indossano l’abito folclori­
stico solo per farsi vedere dagli
ospiti, ma lo fanno con convin­
zione e autenticità. Gli altoate­
sini sono una razza particolare:
28 ALPE | Inverno
hanno solo bisogno di essere
sé stessi.
Premesse le aspettative degli
ospiti, è possibile, nelle vesti
di regione turistica, vantarne
anche nei loro confronti, ad
esempio, in fatto di ecologia?
È possibile, ma è necessario
arricchire tali aspettative di
significato. Ritengo che un’area
turistica possa esigere qualcosa
dagli ospiti, qualora le pretese
siano circostanziate. Solo così la
gente collabora, rendendo
ancora più attraente la regione.
Un semplice esempio è l’acqua
del rubinetto, che spesso da noi
ha la qualità di quella minerale,
controllata quotidianamente.
Se la offro in una brocca ele­
gante con le relative spiega­
zioni, acquisisce un significato,
dà un valore aggiunto alla loca­
lità turistica e la rinuncia alle
bottiglie di plastica non viene
percepita come una conces­
sione.
3
4
Ora esistono anche località
“normali” lontane dalle aree
naturali protette. Quanto
è colpito l’Alto Adige dalla
temuta urbanizzazione del
fondovalle e dallo spopola­
mento delle aree più in
quota dell’arco alpino?
L’urbanizzazione è un trend
mondiale, strettamente legato
allo sviluppo dell’intera
società. L’Alto Adige è un caso
un po’ atipico, anche grazie
alla politica lungimirante del
mio predecessore Luis Dur­
nwalder, che ha sempre pro­
mosso la creazione delle
condizioni necessarie per una
buona qualità della vita anche
in periferia, iniziando dalle
strade che collegano i masi
più remoti, motivo per cui
sono ancora numerosi. Lo
stesso vale per i diffusissimi
centri culturali in periferia e la
promozione delle attività
associative nelle zone rurali.
Tutto questo rende affasci­
nante la vita in campagna e in
montagna, evitando l’emigra­
zione. Ma anche il turismo è
un fattore trainante in tal
senso e va assicurato a lungo
termine: ecco perché non può
avvenire né a spese del pae­
saggio, né della popolazione
locale. Gli abitanti devono
potervi partecipare, non solo
per i posti di lavoro, ma anche
per le offerte culturali e ricre­
ative, che senza il turismo non
esisterebbero.
Consigli e località
preferite:
1 Tour della Bullaccia
(in inverno)
2 Schnaggen (in estate):
“perché lì non c’è niente”
3 Il sentiero dei masi
di Aica di Fiè
(in autunno)
4 Laghetto di Fiè
(tutto l’anno)
Inverno | ALPE 29
Il Colle
In paese, distogliendo lo sguardo dall’imponente campanile, si scorge da lontano un cocuzzolo
porfirico, il Colle (Kofel, in tedesco) per gli abitanti di Castelrotto. Sede di un insediamento,
rocca di rifugio, altura di un castello medievale o luogo di raccoglimento e relax,
il Colle di Castelrotto è un luogo davvero particolare, da sempre.
30 ALPE | Inverno
Un luogo mistico
nel centro di
Castelrotto
C
Castellum ruptum. Capita che gli ospiti chiedano
delle rovine della fortezza, il “castello distrutto”
cui Castelrotto deve il suo nome e che un tempo
sorgeva sul Colle, la collina porfirica dietro al Mu­
nicipio, che non è solo un’interessante meraviglia
della natura, ma vanta anche una particolare im­
portanza storica dovuta alla sua posizione. Qui,
abitanti e ospiti trovano un’oasi di pace e medi­
tazione, in inverno su invitanti panche al sole, in
estate all’ombra di grandi e antiche latifoglie. Il
punto più elevato del Colle, Infong per chi vive
a Castelrotto, è circondato da un muro che lo
rende l’oasi ideale per i giochi dei bambini e le
tranquille passeggiate dei nonni, nonché la tra­
dizionale sede del primo torneo della Cavalcata
Oswald von Wolkenstein e, da due anni, anche del
festoso Banchetto Krausen, un evento gastrono­
mico all’aperto.
Monte Calvario. Il giusto varco nell’edificio del
Municipio porta sul Colle, acquistato da Georg
von Kraus nel 17° secolo, per crearvi un calvario.
All’epoca, il cammino era fiancheggiato da sei cap­
pelle e dal gruppo della crocifissione; dalle rovine
del battifredo medievale sorse una cappella dop­
pia. Il gruppo con i discepoli e Cristo sul monte
degli ulivi venne aggiunto solo nel 1908; le sta­
tue vennero intagliate secondo i disegni di Eduard »
Testo: Barbara Pichler
Foto: Helmuth Rier
Mossi dalla fede
sul Monte Calvario
Inverno | ALPE 31
32 ALPE | Inverno
Burgauner, pittore locale, che si occupò dell’in­
stallazione. Inoltre, nel medesimo anno Burgau­
ner trasformò la Cappella dello Spirito Santo, nel
punto più elevato del Colle, in una fontana per il
giubileo dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Le
cappelle presentano scene della Passione di Cri­
sto con statue in legno: il congedo dalla madre, il
monte degli ulivi, la flagellazione, l’incoronazione
con le spine, Gesù che porta la croce, il gruppo
della crocifissione, la cappella del sepolcro e
quella doppia di Sant’Antonio e San Gaetano.
Durante l’anno, ogni cappella viene curata dagli
abitanti di Castelrotto. “Il compito, o forse è me­
glio dire l’onore, di verificare che sia tutto a po­
sto e di decorare le cappelle durante la settimana
santa dipende dal luogo in cui vivono in paese. Le
famiglie, a cui il Comune ha affidato quest’inca­
rico, abitano nei dintorni del Colle”, rivela Franz
Wendt, responsabile della cappella del sepolcro.
In occasione della settimana santa, sul Colle fer­
vono i preparativi: s’intrecciano ghirlande con i
rami degli abeti rossi, si va in cantina a prendere
i calici rotondi per riempirli con acqua variopinta
(grazie ai colori delle uova di Pasqua) e non solo.
“In passato, non era così semplice trovare le lan­
terne giuste per le ghirlande tra le tre croci, non
essendoci la grande scelta di oggi”, racconta Hans
Peter Trocker. Da numerosi anni, la sua famiglia
s’occupa del gruppo della crocifissione e da bam­
bino assisteva sempre il padre.
Othmar Burgauner, invece, ricorda di aver ador­
nato con la madre la cappella della flagellazione,
di cui da anni è il responsabile, ora aiutato già dal
figlio. Questo compito viene “ereditato” anche
all’interno della famiglia Silbernagl, che da gene­
razioni ha cura della prima cappella, dove Gesù
si congeda dalla madre. “Mena, la nostra dome­
stica, era solita occuparsi di quest’incarico. Io ero
la sua assistente”, racconta Martha Silbernagl.
Ora, s’impegna a mettere in pratica tutto ciò che
ha imparato da Mena: i fiori d’erica vengono collo­
cati intorno alle statue e le candele accese dietro
alle sfere con l’acqua colorata, che immergono la
cappella in una luce calda, creando un’atmosfera
gioiosa.
Processione. Giovedì e venerdì santo ha luogo
la processione sul Colle, nelle cui cappelle i re­
sponsabili hanno già acceso le candele. In quella
di Sant’Antonio, nella torre, è già illuminato anche
l’altare, le panche sono state sistemate in modo da
lasciare spazio al coro e Paula Nössing attende i
credenti. «
Tradizione vissuta:
la sacralità del Colle
per gli abitanti
di Castelrotto
Inverno | ALPE 33
Scheiterhaufen (rogo)
È un peccato buttare il pane bianco raffermo e, così, scaltre
cuoche lo utilizzano per creare un dolce che, in passato,
era un’amata pietanza per le cene in famiglia.
Ingredienti per 4 persone
Preparazione
5 pagnotte rafferme
700 g di mele acidule
70 g di mandorle grattugiate
50 g di uva passa
6 cucchiai di zucchero
½ l di latte
3 uova
Cannella e scorza
di limone grattugiata
1 presa di sale e burro
Tagliare a fettine sottili le pagnotte (o il pane bianco), sbucciare le
mele, eliminare il torsolo e tagliarle finemente. In uno stampo im­
burrato disporre uno strato di fette di pane e poi una parte delle
mele e dell’uvetta. Cospargere con un po’ di zucchero e mandorle e
insaporire con cannella e scorza di limone. Infine, creare altri strati
(l’ultimo dev’essere di pane), fino a esaurire gli ingredienti. Sbattere
bene latte, uova, una presa di sale e il restante zucchero (ca. 3 cuc­
chiai), versare il composto nella teglia, cospargere con dei fiocchetti
di burro e infornare per circa ¾ d’ora a temperatura moderata.
Ricetta estratta dal libro “La cucina nelle Dolomiti” di Anneliese Kompatscher.
34 ALPE | Inverno
Foto: Helmuth Rier
ti
dot
Pro chi
fres tri
os
dai n adini
t
con ogo
del lu
“Locale, unico, autentico ...”
Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere
è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono
Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga,
cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare.
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PANIFICIO · PASTICCERIA
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Orari d’apertura: da lunedì a sabato dalle ore 7.30 alle 12.30, dalle ore 15.00 alle 19.00.
Idillio invernale
della Valle di Tires
La Chiesetta
di San Cipriano
Secondo la tradizione orale la Chiesetta di San Cipriano,
uno dei soggetti più fotografati della Valle di Tires, doveva
anticamente essere la parrocchia, quando la maggior parte
degli edifici sorgeva ancora nell’area posteriore del paese.
N
Nella frazione di San Cipriano, Hintertal (in fondo
alla valle) per gli abitanti locali, la stretta Valle di
Tires si apre in prati e boschi. In passato, in que­
sto luogo sorgevano molte più case di oggi, poi
le frane e la peste del 17° secolo ne hanno spo­
polato alcune parti. A Tires al Catinaccio la morte
nera deve aver imperversato intensamente e, nel
1635, su un pascolo al di sopra dell’odierno centro
del paese venne costruita un’altra chiesetta con­
sacrata a San Sebastiano e San Rocco, protettori
contro la peste. Secondo una leggenda, con il suo
carro trainato dai buoi un agricoltore vi portava
e seppelliva le vittime, ripetendo, a ogni carico:
“Hü, es Roatn, mit die Toatn!” (forza bestie, tra­
scinate i morti). Originariamente, anche la parroc­
chia di Tires (la Chiesa di San Giorgio), edificata
nel 13° secolo in stile romanico con archi a tutto
sesto e un’abside semicircolare come la Chiesetta
di San Cipriano, era molto più piccola di oggi. La
ristrutturazione barocca della parrocchia di Tires
avvenne nel 1767 e ora è rimasta solo la parte in­
feriore del campanile con finestre romaniche a
tutto sesto.
Testo: Katja Sanin
Foto: Helmuth Rier
36 ALPE | Inverno
La Chiesetta di San Cipriano con il Catinaccio sullo
sfondo, invece, ha conservato il suo stile roma­
nico e sorge nel centro dell’Hintertal che era e è
una porta affacciata su boschi e alpeggi, oltre che
sul Passo Nigra, collegamento con la Val di Fassa.
Fino alla catastrofica piena del 1882 lungo il rio
Bria, da San Cipriano fino a Prato all’Isarco, dove
sfocia nell’omonimo fiume, esistevano circa 46
aziende, tra cui mulini, segherie e fucine alimen­
tati dall’acqua del ruscello. A Tires, all’ingresso del
paese, sorge un vecchio mulino a acqua, restau­
rato e funzionante, che ricorda questo periodo e
i mestieri artigiani del passato. Inoltre, nel centro
visite del parco naturale, nell’Hintertal, è possibile
visitare un’antica segheria veneziana nuovamente
in funzione. Questo tipo di segheria in legno, adi­
bita al taglio di tavole con un’unica lama verticale,
fu inventata da Leonardo da Vinci nel 16° secolo,
insieme a commercianti di legname veneziani.
Prima dell’impiego di questa “tecnologia”, le assi
venivano tagliate con la sola forza delle braccia.
L’allerta meteorologica del “Toro di Cipro”.
L’interno della Chiesetta di San Cipriano, intera­
mente saccheggiata durante un’audace irruzione
nel 1964, può essere visitato solo previa richiesta
alla sagrestana. Gli abitanti di Tires vi celebrano
spesso i battesimi. Qui, le messe vengono te­
nute solo in occasione della processione a San Ci­
priano e della sagra dell’Hintertal in onore di San
Cipriano e Santa Giustina, il 26 settembre. La fa­
miglia che vive nelle immediate vicinanze della
chiesetta svolge il ruolo di sagrestana già per la
terza generazione.
»
Inverno | ALPE 37
La chiesetta in stile
romanico seduce con
la sua semplicità.
La grande campana della torre, chiamata an­
che “Toro di Cipro”, dev’essere stata trovata
sotto le macerie dietro al ponticello Ciamin.
Un tempo, la Chiesa di San Cipriano sorgeva
dietro al rio Ciamin, in quello che all’epoca
era il centro, prima che una parte del paese
e la chiesa sull’altro lato del rio venissero di­
strutti da uno smottamento. Nel tardo Me­
dioevo, la chiesa venne costruita dove sorge
oggi e sull’altra riva del rio Ciamin dovevano
esserci ancora parecchie case, poiché in occa­
sione della processione del Corpus Domini 24
coppie di ancelle attraversavano il ponticello
Ciamin fino a San Cipriano.
La chiesa venne edificata in stile tardo-roma­
nico del 13° secolo con volte a botte, abside
coperto da una volta e campanile basso. Nel
1583, venne ristrutturata a opera dei baroni di
Fiè-Colonna, che fecero sostituire il soffitto in
legno da uno a volta e ingrandire le finestre.
Inoltre, venne realizzato l’altare, prezioso dal
punto di vista storico-artistico, nella cui parte
centrale figurano i due santi protettori della
piccola chiesa. Altrettanto pregiato è il taber­
nacolo con Gesù sanguinante.
Il muro meridionale esterno è impreziosito
da un affresco del 17° secolo, che immortala
il miracoloso salvataggio del prato Platzliner:
San Cipriano e Santa Giustina distendono i
loro mantelli sull’alpeggio per proteggere le
greggi al pascolo, mentre da un cielo coperto
di nubi nere Dio scaglia fulmini sulla valle. Da
generazioni a Tires si tramanda la credenza
che, suonando tempestivamente il “Toro di
Cipro”, sia possibile scacciare un temporale
in arrivo. Dal momento che le campane di
una chiesa sono consacrate, il loro rintocco
potrebbe allontanare il maltempo e il sagre­
stano doveva suonarle non appena scorgesse
un fronte nuvoloso o temporalesco. Alcuni
abitanti, giovani e meno giovani, ci credono
ancora oggi e, così, anche quest’estate la sa­
grestana ha suonato il “Toro di Cipro” quando,
a metà luglio, la pioggia minacciava di rovi­
nare la Cena del montanaro 2016 (lo straordi­
nario evento all’aperto a “Proa” con vista sul
Catinaccio). A parte qualche goccia di benve­
nuto, organizzatori e ospiti sono fortunata­
mente rimasti all’asciutto, vedendo il tempo­
rale allontanarsi. «
38 ALPE | Inverno
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Inverno | ALPE 39
40 ALPE | Inverno
Un cuore e un’anima sola:
Inga e Hannes Malfertheiner,
coppia di gastronomi
Ospiti
da amici
Il piccolo ristorante di Hannes e Inga Malfertheiner
è un trionfo di varietà che sostituisce la routine con
la creatività. Da tempo ormai, il Mulino Furscher di Siusi
allo Sciliar è uno degli indirizzi preferiti dai buongustai.
P
Protetto da un imponente salice piangente e im­
merso tra prati verdi, al di sotto di Siusi sorge
un piccolo mulino, idilliaco come un sogno. Il
rio Freddo gorgoglia placidamente al suo fianco,
mentre l’erba che abbraccia il laghetto dei pesci
danza lieve nella fresca aria mattutina con il sole
che si fa strada dietro Punta Santner nello scintil­
lante cielo blu. In questo meraviglioso regno Inga
e Hannes Malfertheiner sembrano aver trovato la
loro autentica dimora. E è in questo mulino per i
cereali del 19° secolo, che dall’estate 2014 la cop­
pia di gastronomi accoglie gli ospiti. Dopo anni
particolarmente impegnativi di “haute cuisine”,
con il Mulino Furscher Inga e Hannes fanno rotta
verso un’irrinunciabile pacatezza.
scettico i siti internet di viaggi come TripAdvisor o
le guide gourmet. “Le nostre stelle sono gli ospiti.
Uno di loro, che fa ritorno per l’ennesima volta, è
una prova più significativa della visita di un cri­
tico gastronomico una volta all’anno”, è convinto
Hannes. Ora, non accetterebbe più una stella. “Il
lavoro in cucina è hardcore. Desidero offrire una
certa qualità. Questa è e rimane una professione
dura”, sottolinea. “Il nostro principale obiettivo è
la fidelizzazione degli ospiti”, aggiunge Inga. Per
dieci anni, la coppia ha gestito il Ristorante Sas­
segg a Siusi, ammaliando una rispettabile clien­
tela, anche senza stelle, e numerosi ospiti affezio­
nati sono rimasti al suo fianco, accompagnandola
in questo nuovo cammino.
Hannes non ne fa mistero: per anni ha nutrito l’am­
bizione di ottenere un riconoscimento ufficiale
per la sua cucina. “Un tempo, una stella avrebbe
coronato i miei sforzi”, rivela, “ma sono rinsavito.”
Oggi, questo talentuoso cuoco guarda con occhio
Ospiti da amici. Al Mulino Furscher, che fino a
pochi anni fa veniva gestito dal proprietario Toni
Schgaguler e dalla sua famiglia, per Hannes e Inga
Malfertheiner è cominciata una nuova era. In que­
sto particolare ambiente, la coppia, che lavora in­ »
Testo: Elisabeth Augustin
Foto: Helmuth Rier
Inverno | ALPE 41
Mulino Furscher
Il mulino per i cereali, tutt’oggi funzionante, risale a 150-200 anni
fa. Edificato sul rio Freddo, in passato era principalmente la macina
del Maso Furscher, utilizzata anche dagli agricoltori dei dintorni.
Nel 1931, il mulino venne ristrutturato da Anton Schgaguler, zio di
Toni Schgaguler (agricoltore e attuale proprietario), rimanendo in
funzione fino alla metà del 1960. Dopo 35 anni di silenzio, nel 2003
Hildegard e Toni Schgaguler decisero di risanarlo e sostituire la
turbina con una ruota idraulica in legno, riportandolo al passato.
42 ALPE | Inverno
La fonte d’acqua, che ora alimenta anche il vicino laghetto
dei pesci, è rimasta invariata. Ogni due settimane si macina
prevalentemente il grano coltivato al Maso Zu Plun di San
Valentino, al di sopra di Siusi, la cui farina viene poi trasformata
dal forno locale Oberprantacher in delizioso pane.
Il ristorante accoglie gli ospiti nel mulino stesso con piccoli tavoli
disposti su tre livelli intorno alla macina, tra antiche mura che
creano un’atmosfera particolarmente suggestiva.
L’idilliaco Mulino Furscher
affascina soprattutto
i buongustai.
sieme dal 1995 quando si è conosciuta a Zurigo,
mette in pratica una nuova filosofia: il cuoco e la
ristoratrice, infatti, gestiscono l’azienda da soli (lui
in cucina, lei in sala). “Ogni giornata, è una grande
sfida”, concordano entrambi. “Ma è stata una deci­
sione consapevole.” Ora, si sentono liberi di fare
ciò che per loro è importante e nella maniera in cui
lo considerano giusto. Nella piccola cucina e nello
spazio ristretto del mulino non ci sarebbe comun­
que spazio per altri collaboratori.
I sei tavoli, disposti su due piani e mezzo vicino
alla ruota, possono accogliere al massimo 25-30
persone. In estate, gli ospiti vengono deliziati pre­
valentemente sulla nuova terrazza davanti all’e­
dificio. L’interno del mulino, decorato con gusto
dall’abile Inga e impreziosito dai fiori del giar­
dino, affascina con la sua semplicità e molto le­
gno. “Il nostro menù è volutamente contenuto”,
spiega Hannes Malfertheiner, “e cambia ogni 1014 giorni.” L’offerta prevede sei pietanze accompa­
gnate da prodotti di stagione. “Mi lascio ispirare”,
rivela il cuoco che definisce la sua cucina medi­
terraneo-alpina e senza vincoli. Hannes adora
i grandi contrasti e le sorprese. “Preparo molto
pesce”, ammette. Inoltre, per lui è importante il
contatto diretto con gli agricoltori: se possibile,
agnelli, capretti, vitelli e manzi provengono dai
masi di Siusi e dintorni, mentre ortaggi, insalata,
erbe aromatiche e fiori di zucca vengono coltivati
nel giardino di mamma Gretl. I tanto amati sci­
roppi di ribes, menta, limone e zenzero li prepara
Hannes in persona e anche il pane è fatto in casa,
così come le confetture. Il cuoco ama creare all’in­
segna della varietà. “Ho bisogno di questo sti­
molo.” Numerosi clienti vorrebbero fare ritorno
e non dover degustare sempre le medesime pie­
tanze, spiega. “Alcuni ospiti, però, restano delusi, »
»
Inverno | ALPE 43
Intramontabile:
l’interno dell’antico
mulino
non trovando sul menù il piatto degustato
la volta precedente”, aggiunge Inga (origi­
naria dello Schleswig-Holstein) con la sua
particolare sfumatura linguistica, un mix
di tedesco e dialetto altoatesino. Tutta­
via, spesso basta poco per ammaliarli con
nuove ricette.
La carta vini, anch’essa contenuta, è parti­
colarmente sfaccettata. “Abbiamo comin­
ciato con 3 bianchi e 3 rossi, ora sono arri­
vati entrambi a 30”, sorride Inga, esperta
di nobili stille. “Quando un vino si sposa
con le nostre pietanze, desideriamo po­
terlo offrire.” In sala, ma anche in cu­
cina, ha fatto suo il motto “semplicità e
bontà”. Il Mulino Furscher non ha bisogno
di fronzoli. Chi ha conosciuto Inga al Ri­
storante Sassegg, nota immediatamente
che quest’antica macina le ha donato le
radici che forse sognava da molto tempo.
Qui, le giornate lavorative sono lunghe
e numerosi ospiti domandano come rie­
scano a cavarsela solo in due, racconta
Inga. Lunedì e martedì, il Mulino Furscher
è chiuso e la coppia ne approfitta per in­
traprendere lunghe escursioni nel bo­
sco e “liberare la mente”. Il ristorante è
aperto solo alla sera (eccetto la domenica
e durante sei settimane a luglio e agosto,
quando alle falde dello Sciliar è alta sta­
gione). A giugno e novembre, Hannes e
Inga si godono un paio di settimane di va­
canza, scegliendo spesso mete lontane,
in cui vivere nuove esperienze e scoprire
tante novità.
La maggior parte degli ospiti sono abi­
tanti locali, che conoscono e apprezzano
l’arte culinaria di Hannes da tempo. Tro­
vare casualmente lo stretto sentiero di­
retto a quest’angolo di paradiso è quasi
impossibile. I padroni di casa consigliano
di prenotare tempestivamente un tavolo,
dal momento che numerosi clienti sono
sempre lieti di fare ritorno al Mulino Fur­
scher. «
44 ALPE | Inverno
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Anteprima inverno 16/17
> Dicembre 2016
> 9 dicembre 2016 – 2 aprile 2017
> 15 gennaio 2017
> 10 febbraio 2017
Natale in montagna
a Castelrotto
Sciare con gusto
all’Alpe di Siusi
Il matrimonio contadino
di Castelrotto
Alto Adige Moonlight
Classic Alpe di Siusi
L’aroma di panpepato, cannella e vin
brulé che aleggia nell’aria segna il
ritorno dell’Avvento alle falde dello
Sciliar. Il Mercatino di Natale di
Castelrotto offre artigianato tradi­
zionale e dolci tipici, invitando a tra­
scorrere piacevoli momenti in com­
pagnia con una tazza di vin brulé
sulle note del Natale.
Il 9 e il 10 dicembre l’appuntamento
è anche con i „Kastelruther Spat­
zen“, e le loro note musicali: l’ideale
per favorire l’atmosfera di raccogli­
mento che precede il Natale.
Ski Experience sull’Alpe di Siusi
per assaporare il più raffinato pia­
cere sugli sci. Durante una sciata
mattutina con colazione in malga è
possibile godersi la quiete e la par­
ticolare atmosfera creata dalla luce
delle Dolomiti. In occasione della
Febbre del Fondo dell’Alpe di Siusi
gli appassionati di questo sport
s’immergono nel candido paesaggio
invernale mentre, durante un tour
all’insegna del vino, gli intenditori
possono degustare le più pregiate
nobili stille dell’Alto Adige. Infine,
una cena a lume di candela a base
di specialità gastronomiche in un
tradizionale rifugio rende perfetto
l’inverno. Allettanti offerte fanno
di ogni settimana bianca un’espe­
rienza indimenticabile, presentando
il lato dinamico e gastronomico
dell’Alpe di Siusi.
Lo spettacolo in costume più affa­
scinante dell’Alto Adige. Si tratta
della ricostruzione storica di un
matrimonio contadino, così come
si celebrava un tempo ai piedi dello
Sciliar. Il matrimonio contadino
ha inizio a S. Valentino, luogo dal
quale il corteo nuziale ci si incam­
mina con la slitta trainata dai cavalli
splendidamente addobbata – nella
più precisa osservanza dell’ordine
da sempre seguito – e attraversa
campi innevati per giungere fino a
Castelrotto.
Nel 2017, la Moonlight Classic offre
nuovamente a numerosi atleti e
fan la possibilità di trascorrere
momenti sensazionali con una com­
petizione notturna internazionale di
sci di fondo alla luce delle fiaccole e
al cospetto dello scenario invernale
mozzafiato del più vasto altipiano
d’Europa. I percorsi circolari di 30
e 15 km di lunghezza, con partenza
e arrivo a Compatsch, prevedono
esclusivamente lo stile classico.
Questo spettacolare evento prende
il via alle 20, ma l’area della parten­
za-traguardo è già gremita di spet­
tatori prima dell’inizio della gara,
quando suonatori del corno delle
Alpi e schioccatori di frusta creano
una suggestiva atmosfera.
www.moonlightclassic.info
Appuntamenti
8 – 11 dicembre 2016
16 – 18 dicembre 2016
23/24/26 dicembre 2016
> 10 dicembre 2016
Festival invernale per
bambini con la Strega Nix
L’avvio della stagione invernale
2016/17 sarà davvero folgorante,
perché per la seconda volta l’Alpe
di Siusi ospiterà il festival invernale
per bambini, invitati dalla strega
Nix, che provvederà a trasformali in
maghi e fattucchiere. Vi aspetterà
una giornata piena di intratteni­
mento, giochi e puro divertimento
invernale! Sarà presente anche
Peter Fill, star dello sci, che firmerà
autografi e risponderà alle domande
dei piccoli fan, lieto di posare per
una foto insieme a loro.
46 ALPE | Inverno
> 23 – 28 gennaio 2017
FIS Coppa del Mondo
Slopestyle Snowboard
& Freeski
A fine gennaio, i migliori freestyler
del mondo s’esibiscono in coreo­
grafie al limite del possibile su sci
e snowboard. Le due Coppe del
Mondo di Slopestyle, valide come
qualificazione per le Olimpiadi 2018,
hanno luogo presso l’Alpe di Siusi
Snowpark.
Lo slopestyle è la disciplina sportiva
estrema più recente delle Olim­
piadi, inserita a partire da Sotchi
2014 e contraddistinta da percorsi
con salti e ostacoli. I sei membri
della giuria valutano i trick in base
a creatività, difficoltà ed esecuzione
oppure stile, mentre per quanto
riguarda i salti contano l’altezza,
l’ampiezza e l’atterraggio.
> 12 febbraio 2017
Torneo invernale di
Golf all’Alpe di Siusi
Un campo da golf total white, dove
ci si può sfidare non passando tra
una buca all’altra sul classico tap­
peto verde, ma muovendosi con
destrezza su sci e snowboard. È il
campo speciale che per un giorno
attira tutti gli amanti della pallina
bianca tra le Dolomiti per parte­
cipare al Torneo invernale di Golf
all’Alpe di Siusi. Professionisti di
questo elegante sport si destreg­
giano su bianchissimi fairways inne­
vati, godendo del panorama ad alta
quota offerto dalle vette dello Sci­
liar e del Catinaccio. Si gioca su 9
buche che hanno una lunghezza tra
i 61 e i 150 m.
Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: IDM/Helmuth Rier
> 21 febbraio – 3 marzo 2017
> 12 marzo 2017
> 19 – 26 marzo 2017
> 26 marzo 2017
Avventure innevate
in famiglia
Dolovino on Snow
all’Alpe di Siusi
Swing on Snow
Inverno Music Festival
Festival invernale per
bambini con la Strega Nix
Come si costruisce un igloo? Cosa
fanno gli agricoltori in inverno?
Come sopravvivono gli animali nella
neve? Le “Avventure innevate in
famiglia” offrono a grandi e piccini
queste e numerose altre risposte.
Durante l’“igloo experience” i pic­
coli avventurieri possono immer­
gersi per qualche ora nel mondo
dei popoli nordici, scoprendo i facili
trucchi con cui sopravvivono nella
natura. Alla ricerca delle tracce
in Val Ciamin, i giovani naturali­
sti esplorano il bosco invernale,
seguendo le orme di lepri, volpi e
caprioli. “Cosa fanno gli agricol­
tori in inverno?”, invece, è il motto
del terzo programma di avventure
in famiglia. Nel centro visite del
parco naturale, i bambini ammirano
un’antica segheria veneziana in fun­
zione, apprendono come vengono
intagliate le scandole e interessanti
dettagli sull’apicoltura.
Dolovino on Snow invita a un tour
di-vino attraverso l’Alpe di Siusi al
motto “Eccellenti vini altoatesini ai
piedi delle Dolomiti”. L’Alto Adige,
infatti, non è solo un paradiso per
gli amanti di sci e escursioni, ma
anche un’area vitivinicola nota in
tutto il mondo. Presso numerosi
punti di ristoro i buongustai pos­
sono degustare nobili stille altoate­
sine, mentre nei rifugi dell’altipiano
potranno lasciarsi ammaliare dalle
specialità gastronomiche.
Dal 19 al 26 marzo 2017 va in scena
sullo sfondo dei più spettacolari
paesaggi dell’area vacanze Alpe di
Siusi Swing on Snow, la travolgente
manifestazione che invita sciatori,
boardisti e amanti delle cime inne­
vate a destreggiarsi tra la neve a
ritmo di pezzi folk, brani rock e
le più eclettiche sperimentazioni
musicali. Per 8 giorni, gruppi pro­
venienti dall’intero arco alpino si
alternano in concerti dirompenti tra
le location più suggestive dell’alti­
piano più grande d’Europa, dando
vita a concerti open air per la gioia
dei visitatori.
Ritmi travolgenti e toccanti perva­
deranno al mattino le piste dell’Alpe
per poi spostarsi nei rifugi e risto­
ranti a pranzo. A partire dalle ore
21, nei locali di Castelrotto, Siusi,
Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio
saranno in programma
“concerti after-hour”.
www.swingonsnow.com
Alla fine della stagione invernale,
l’Alpe di Siusi ospiterà il festival
invernale per bambini, invitati
dalla strega Nix, che provvederà a
trasformali in maghi e fattucchiere.
Il festival alla stazione a valle dell’
impianto Sanon sarà sicuramente
divertente all’insegna dei giochi,
con angolo del fai-da-te, caccia al
tesoro, fantastica musica e numero­
se sorprese che faranno brillare gli
occhi dei piccoli. Non mancheranno,
inoltre, le opportunità per imparare
a sciare o migliorare la tecnica.
La strega Nix vi svelerà anche
interessanti trucchi per la sicurezza
sulla neve.
> 18 marzo 2017
Berglertafel invernale
a Tires al Catinaccio
Nel 2017, la leggendaria Bergler­
tafel (cena del montanaro) di
Tires al Catinaccio ha luogo per la
prima volta anche in inverno. Dopo
una passeggiata con le ciaspole,
immersa nel tradizionale paesaggio
invernale incontaminato, che offre
a principianti e esperti la possibilità
di esplorare le Dolomiti e, nel con­
tempo, scoprire quali ciaspole sod­
disfano al meglio le loro esigenze, ci
si può scambiare opinioni durante
il flying buffet, assaporando una
zuppa calda o un vin brulé. Come
per la Berglertafel estiva, anche il
flying buffet dell’edizione invernale
offre ai partecipanti specialità tradi­
zionali reinterpretate: un’autentica
gioia per il palato e per gli occhi,
grazie al panorama sul rosseggiante
Catinaccio al tramonto, per conclu­
dere la giornata in bellezza.
Inverno | ALPE 47
Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr
Foto: IDM/Helmuth Rier
Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr
Anteprima estate 2017
> 1 maggio – 28 giugno 2017
> 9 - 11 giugno 2017
> 2 luglio 2017
> 8 luglio 2017
Alto Adige Balance
Cavalcata Oswald
von Wolkenstein
Mezza Maratona
Alpe di Siusi
Sky Marathon
Catinaccio-Sciliar
Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca,
tra stendardi e vessilli, aste puntate
al vento e indomiti cavalieri pronti a
sfidarsi in groppa ai loro destrieri in
prove rocambolesche. È un mix coin­
volgente di tradizione medievale,
folclore e sport equestre la Cavalcata
Oswald von Wolkenstein, dedicata al
celebre cantore e poeta del XIV-XV
secolo, in un percorso a tappe che
ripercorre la sua vita leggenda­
ria negli scenari incantati dell’area
vacanze Alpe di Siusi. Tra le Dolomiti
(Patrimonio Mondiale UNESCO), dal
9 all’11 giugno 2017, torna la grande
manifestazione ai piedi dello Sciliar.
A sfidarsi tra le incitazioni della folla,
36 squadre di cavalieri in abiti tradi­
zionali che si destreggeranno in
4 tornei ai limiti del possibile.
La presentazione delle squadre par­
tecipanti e la grande festa si ter­
ranno nella località di Siusi.
www.ovwritt.com
Sono 21,0975 i km della Mezza
Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente
gara di corsa ad alta quota, che
vede un massimo di 700 atleti ed
appassionati correre sui saliscendi
dolomitici il 2 luglio 2017. Si tratta
della quinta edizione di una entu­
siasmante sfida che negli anni pre­
cedenti ha visto tanti maratoneti e
amanti dello sport raggiungere l’a­
rea vacanze Alpe di Siusi, per vivere
l’adrenalina della competizione. Lo
scenario è davvero unico, inoltre il
percorso si inerpica su un dislivello
di 601 metri, raggiungendo i 2.200
metri nel suo punto più alto.
running.seiseralm.it
A Tires al Catinaccio, immersa nel
magnifico scenario delle Dolomiti,
dichiarate dall’UNESCO patrimonio
dell’umanità, ha luogo una mara­
tona alpina con una lunghezza di
45 km e un dislivello di circa 3.000
m: la Sky Marathon Catinaccio-Sci­
liar. Questa sfida montana parte da
Tires, gira intorno al massiccio del
Catinaccio e, attraversando Sciliar
e Monte Cavone, fa ritorno alla
linea di partenza. Il punto più in
quota della maratona attende
gli atleti a Passo Principe,
a 2.630 m d’altitudine.
www.skymarathontiers.it
Quando la natura si ridesta,
aumenta la voglia di dinamicità
all’aperto, che spinge molte persone
ad immergersi nell’aria primaverile.
“Una primavera attiva e sana” è il
motto di Alto Adige Balance: i più
variegati eventi e workshop relativi
a salute, equilibrio, alimentazione
sana, allenamento corretto per la
corsa ed equipaggiamento, infatti,
sono ideali per dare inizio alla
nuova stagione podistica ed escur­
sionistica.
> Maggio – luglio 2017
Escursioni per gli
amanti dei fiori
Nel territorio dello Sciliar nel corso
dell’anno si possono trovare oltre
790 piante da fiore e felci dai più
diversi aspetti e di diversa prove­
nienza. Sui prati delle malghe, sui
pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici
fiori alpini e molte altre rarità bota­
niche. Nel corso dell’anno l’Ufficio
Parchi Naturali organizza in collabo­
razione con le associazioni turisti­
che dei comuni del Parco Naturale
circa 30 escursioni guidate con l’e­
sperto escursionista e naturalista
Riccardo Insam.
48 ALPE | Inverno
> Luglio – agosto 2017
Summer Classics
di Siusi allo Sciliar
Agli appassionati di musica classica,
Siusi propone anche quest’anno una
serie di straordinari concerti. Arti­
sti italiani con alle spalle esperienze
internazionali si esibiranno sulle
note di grandi compositori. Con il
suo alto livello, la “Summer Clas­
sics” è da tempo parte integrante
del programma culturale estivo pro­
posto, ai piedi dello Sciliar, ad un
pubblico estasiato di residenti
e villeggianti.
Foto: Kuchlkastl/Anneliese Kompatscher
Foto: SIMF/Fotolia
Foto: IDM/Helmuth Rier
> 20 luglio 2017
> Luglio – settembre 2017
> Luglio 2017
>1 – 31 ottobre 2017
Berglertafel
Estate in famiglia
40° Dispensa di Fiè
La Cena del montanaro (Berglerta­
fel) offre un menù per buongustai di
cinque portate con tipiche ricette di
Tires e vista panoramica al cospetto
dello scenario leggendario di Proa,
un alpeggio affacciato sul Catinac­
cio. Non esistono altri belvedere
a Tires al Catinaccio, da cui ammi­
rare meglio il regno di Re Laurino
e il noto fenomeno dell’enrosadira,
accompagnato da favolose specialità
gastronomiche. La tavolata di oltre
100 m accoglie 160 buongustai, che
potranno godersi il menù e il pano­
rama sul Catinaccio.
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma
in un paradiso magico per i bambini:
in occasione del Dolomiti Ranger
grandi e piccoli detective scoprono
lo spazio vitale degli animali nel
bosco e attorno l‘acqua, osservano
gli animali notturni, costruiscono un
hotel per insetti e si immergono nel
biotopo acquatico.
Assieme alla strega Martha, grandi
e piccini vanno sulle tracce di stre­
ghe e stregoni. Si può scegliere tra
una passeggiata notturna tra fate
e folletti assieme alla strega Mar­
tha, creare delle streghette d’erbe
oppure ricercare magici simboli; lo
spasso e il mistero sono garantiti.
Coloro che invece preferiscono
esplorare la vita di un maso lo pos­
sono fare con il programma “Un
universo in fattoria”. Oltre vedere
da vicino mucche e cavalli le fami­
glie scopriranno anche come il
grano viene trasformato in farina e
la farina in pane.
Semper Music
International Festival
> Luglio – agosto 2017
Silenzi d‘Alpe
Quest’incontro culturale immerso
in magici paesaggi e incantevoli sce­
nari circondati dalle cime dolomiti­
che offre la possibilità di ascoltare la
voce della quiete e seguire le orme
della natura, delle tradizioni e dei
racconti che aleggiano sull’Alpe di
Siusi. Il programma di Silenzi d’Alpe
prevede escursioni, concerti e con­
ferenze.
www.silenzidalpe.it
Il Semper Music International
Festival offre l’insolita possibilità
di ascoltare concerti di musicisti di
fama mondiale nell’area vacanze
Alpe di Siusi. Il programma del festi­
val prevede anche quest’anno, oltre
al concorso internazionale, corsi di
approfondimento e workshop, circa
35 concerti pomeridiani e serali, a
cui parteciperanno riconosciuti pro­
fessori di musica e giovani artisti
provenienti dall’America del Nord e
del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti
i concerti, i corsi e i workshop sono
aperti gratuitamente.
www.schlernmusicfestival.eu
Da 40 anni, la Dispensa di Fiè è
l’evento gastronomico autunnale
per eccellenza nell’area vacanze
Alpe di Siusi. I ristoratori e gli alber­
gatori di Fiè allo Sciliar invitano
all’”ottobre gastronomico”, realiz­
zando i desideri d’ogni buongustaio
e amante delle specialità autoc­
tone. Questi artisti dei fornelli cre­
ano con raffinatezza pietanze origi­
nali, al motto “Antiche ricette rein­
terpretate e servite con amore”.
www.voelserkuchlkastl.com
> 6 – 8 ottobre 2017
Festa dei Kastelruther
Spatzen
La tradizione ha un nome. 33 anni
di “Festa dei Kastelruther Spatzen”:
l’occasione per festeggiare è ancora
più grande, fra migliaia di fan radu­
nati sotto il grande tendone di
Castelrotto. Un’emozione davvero
senza eguali.
Inverno | ALPE 49
Foto: SAM/Helmuth Rier
Visto & sentito
Giro d’Italia. Il 22 maggio 2016 l’Alpe di Siusi si è trasformata nella roccaforte dei ciclisti e dei loro fan con 25.000 spettatori
che fiancheggiavano i 10,8 km del percorso, acclamando le loro star. La 15ª tappa del Giro d’Italia ha sfidato i partecipanti
di questa leggendaria competizione con un’emozionante ascensione cronometrata da Castelrotto a Compatsch, vinta dal
giovane russo Alexander Foliforov, mentre Vincenzo Nibali, vincitore del giro, si è aggiudicato il 25° posto.
Foto: SAM
Summer Festival a Castel Prösels
Ad agosto, mistico flamenco, travolgente jazz e blues da
gospel riecheggiavano tra le mura storiche di Castel
Prösels. In occasione del primo Summer Festival, il duo
spagnolo di chitarre Cafe del Mundo, la vocalist Stefanie
Boltz & Band e non da ultimo il gruppo Quadro Nuevo
hanno ammaliato gli spettatori. Il viaggio musicale
continua il prossimo anno, alla scoperta di mondi mistici
che risvegliano la gioia di vivere della Dolce Vita.
Durante un’escursione al Wuhnleger e un picnic, Reinhold
Messner ha raccontato le sue esperienze sulle cime di
tutto il mondo, il lungometraggio-documentario “Still
Alive?” e la morte dell’impossibile. Ai partecipanti del tour,
che ha luogo una volta all’anno a Tires al Catinaccio,
l’alpinista estremo ha rivelato come immergersi
completamente in ciò che si fa, così da rendere
superflua la domanda “perché”.
COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar,
Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, [email protected], www.seiseralm.it. Direttore responsabile: Elisabeth Augustin
Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Barbara Pichler Rier, Katja Sanin, Michaela Baur, Daniela Kremer, Romina Glira e F-Tech;
Traduzioni: Studio Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat.
50 ALPE | Inverno
Foto: Castel Prösels/Mike Meyer
In cammino con Reinhold Messner
UN Par adiso ter r estr e
„Sorgenti delle streghe“
Il percor so
d’avventur a
per tutta
la famiglia
… e dopo
accomodar si
in una delle
rusticali
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nella Baita
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