La chitarra nell`Ottocento

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La chitarra nell`Ottocento
Amadeus
Fernando Sor
(Barcellona, 14/2/1778 - Parigi, 10/7/1839)
Gran Solo op. 14 (9'35)
1 Introduzione1'43
2 Allegro7'52
Grande Sonata op. 22 (20'35)
3 Allegro6'49
4 Adagio6'34
5 Minuetto3'49
6 Rondò3'21
Fantasia Elegiaca op. 59 (15'45)
7 Largo8'32
8 Marcia funebre
7'12
9 La Calma, Capriccio op. 50 7'32
5'49
Siciliana e Marcia dai “Trois Pièces de Société” op. 33 (7'42)
bm Siciliana4'26
bn Marcia3'14
Viva Std = F chitarra
Luigi Attademo,
ITC Benguiat = Amadeus
Neuzeit Std = per la diffusione
Fondazione
T. T.: 67'01
non in vendita separatamente da amadeus
Introduzione e variazioni su “Que ne suis-je la fougère!” op. 26
bl Introduzione, tema e variazioni I-IV
Fernando Sor
La chitarra nell’Ottocento
Luigi Attademo, chitarra
REGISTRAZIONE inedita
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Amadeus
Amadeus
AM 294-2
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FERNANDO SOR
(Barcellona, 14/2/1778 - Parigi, 10/7/1839)
Gran Solo op. 14
1 Introduzione (1'43) • 2 Allegro (7'52)
Prima edizione “Journal de Musique Etrangère”, Salvator Castro de Gistau, Parigi, 1810 ca.
Grande Sonata op. 22
3 Allegro (6'49) • 4 Adagio (6'34)
5 Minuetto (3'49) • 6 Rondò (3'21)
Prima edizione Antoine Meissonnier, Parigi, 1825
Fantasia Elegiaca op. 59
7 Largo (8'32) • 8 Marcia funebre (7'12)
Prima edizione l’Autore e Antoine-François-Gaétan Pacini, Parigi, 1836 ca.
9 La Calma, Capriccio op. 50 (7'32)
Prima edizione Antoine-François-Gaétan Pacini, Parigi, 1832 ca.
Introduzione e variazioni su “Que ne suis-je la fougère!” op. 26
bl Introduzione, tema e variazioni I-IV (5'49)
Prima edizione Antoine Meissonnier, Parigi, 1827
Siciliana e Marcia dai “Trois Pièces de Société” op. 33
bm Siciliana (4'26) • bn Marcia (3'14)
ecniche
zio delle
ediante i
o.
del
lmente
Prima edizione Antoine Meissonnier, Parigi, 1828
Luigi Attademo, chitarra
(chitarra René Lacôte, Parigi, 1830 ca.)
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Fernando Sor
Porro, databile fra il 1810 e il 1815. Una
terza edizione vide poi le stampe, ancora
a Parigi, presso Meissonnier fra il 1820 e il
1821, che al titolo di Grand Solo aggiunse
di Marco Riboni
il numero d’opera 14 (ma anche in questo
caso non sappiamo se per mano di Sor o
dell’editore), con le correzioni degli errori
della prima edizione ma, a sua volta, con
diversi cambiamenti e, più in generale, con
una decisa semplificazione delle armol Grand Solo op. 14 è una delle opere per nizzazioni, delle dinamiche e dei passaggi
chitarra dell’Ottocento più famose. Cu- tecnici. Questa versione facilitata venne
riosamente, le sue vicende editoriali so- probabilmente redatta per attirare il vasto
no state assai complicate. La prima pubbli- pubblico dei dilettanti, ma è fortemente
cazione fu a Parigi nel Journal de Musique penalizzante nei confronti della versione
Etrangère pour la Guitare ou Lyre nel 1810 primigenia. Probabilmente Sor insistette
ca.(ma con ogni probabilità il brano fu con Meissonnier per fare ripubblicare il
composto molto prima nel periodo spa- testo come era stato concepito inizialmengnolo di Sor, a Barcellona, fra il 1796 e te e quindi l’editore parigino, fra il 1824 e il
1800). Il titolo completo era Sonata prima 1827, ritornò sui propri passi ristampando
pour la guitare e senza alcun numero d’o- il Grand Solo in maniera corretta e compera. Questa edizione, però, presentava pleta. Vi furono poi diverse altre edizioni
numerosi imprecisioni ed errori di stam- ottocentesche e a complicare ulteriormenpa: non sappiamo neanche se il titolo fosse te le cose si aggiunse anche la versione di
apposto da Sor o dall’editore del giornale, Dionisio Aguado pubblicata a Madrid nel
come invece sembrerebbe.
1849, ossia dieci anni dopo la morte di Sor,
La prima pubblicazione che recò il titolo con numerose e pesanti varianti. Ignoti soGrand Solo fu quella dell’editore parigino no i motivi di questo suo comportamento
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inopportuno, tanto più che Aguado era
sempre stato in eccellenti rapporti di amicizia con Sor.
Strutturata in due movimenti – Introduzione 1 e Allegro 2 – quest’opera giovanile evidenzia l’influenza dell’ouverture
italiana mutuata dai modelli di Spontini,
Paisiello e Cimarosa che a Barcellona Sor
aveva conosciuto molto bene. Il tutto poi
si combina con la brillantezza tipica dello
stile concertante, anche questo di provenienza italiana: basti pensare alla grande
importanza di Boccherini proprio in Spagna nell’ultimo trentennio del XVIII secolo. Si tratta insomma di un vero e proprio
affresco orchestrale con la mimesi dei vari
strumenti e di tutti i loro effetti.
La Grande Sonate op. 22 venne pubblicata
a Parigi nel 1825 ancora da Meissonnier
(il principale editore di Sor). Esattamente come il Grand Solo fu composta molti
anni prima (forse ancora a Barcellona) e
nuovamente vide lo stesso iter di ristampe
e riedizioni varie: Simrock, nuovamente
Messonier e poi Heugel (ristampe che testimoniano la perdurante popolarità della
sonata). Già una semplice e veloce occhiata al suo ampio impianto formale fa subito
capire che ci si trova di fronte a un’opera di
grande impegno e ambizione: i suoi quattro movimenti – Allegro, Adagio, Minuetto e Rondò – si calano e si innestano nel più
puro e profondo ambito del classicismo
viennese, ossia quello della sinfonia e del
quartetto d’archi. Lo spirito di Haydn aleggia infatti sulla struttura formale di queste pagine ma, forse in maniera maggiore,
quello di Ignaz Pleyel. La poliedrica figura
di quest’ultimo – compositore, editore e
costruttore di pianoforti – godette nella
prima metà dell’Ottocento di una grande
popolarità: fu allievo a Vienna di Haydn –
nonché editore dei suoi quartetti – ed ebbe il merito e l’intelligenza di divulgare in
modo semplificato alcune caratteristiche
dello stile classico “di punta” del grande
musicista di Rohrau. In tale maniera, egli
riuscì a scrivere musica di notevole qualità
ma al tempo stesso molto piacevole, apprezzata dai professionisti, ma anche dai
numerosissimi dilettanti (che, ricordiamolo, nella prima metà dell’Ottocento erano
la fascia di utenti più ampia dell’ambiente
musicale).
Non si può proprio fare a meno di sottolineare il grande valore, la solidità formale,
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Guida all’ascolto
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la felice vena creativa nonché la forte coesione dell’intera sonata (tra l’altro, tutta
impostata sulla tonalità di do maggiore /
minore) creata dai continui rimandi che
attraversano e innervano fittamente fra
loro tutti i quattro tempi della composizione. Dopo l’Allegro 3 di apertura, canonicamente in forma-sonata, l’Adagio
4 sembra balzar fuori direttamente dal
secondo tempo di un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart; il Minuetto 5
è talmente aggraziato e apollineo da apparire quasi come il simbolo stesso della
classicità, così come il Rondò 6 finale di
adamantina purezza e vitale energia.
La Fantaisie Elégiaque, pour Guitare seule
à la mort de Madame Beslay, née Lavavasseur op. 59 è l’ultima opera per chitarra sola
scritta da Sor. Fu infatti pubblicata nel 1836
– tre anni prima della sua morte – ancora
a Parigi, in società fra lui stesso e l’editore
Pacini. È un brano splendido e struggente,
un vero e proprio inno alla più romantica
Sehnsucht. L’apollinea classicità e la nobile
compostezza – che avevano caratterizzato
lo stile compositivo della carriera di Sor –
cedono il passo alla temperie romantica
che in quegli anni stava muovendo le acque
dell’ambiente musicale in Europa. Ma l’influenza romantica di quell’epoca – componente oggettiva e inderogabile per qualsiasi compositore di allora – non fu la sola
causa che portò alla scrittura di un’opera
così intensa come la Fantaisie Elégiaque:
un importante aspetto soggettivo che alzò
notevolmente la temperatura affettiva del
brano fu la prematura scomparsa di Madame Charlotte Beslay, una dotata pianista
che, oltre a essere stata pienamente inserita
nell’ambiente musicale parigino, aveva studiato la chitarra con Sor. La composizione
è divisa in due parti: il primo movimento è
un Andante Largo introduttivo 7 di ampie
dimensioni (140 battute in tempo lento)
che stabilisce subito l’atmosfera solenne e
dolorosa al tempo stesso, mentre il secondo tempo è una Marche Funèbre 8 di una
dolcezza e di una nobiltà senza pari. Ovviamente non è vi è alcuna concessione al
virtuosismo e il clima di profonda tristezza
di questa elegia – che, secondo alcuni studiosi, come il Requiem di Mozart sembra
presagire la morte di Sor pochi anni dopo
– si manifesta palesemente nella penultima
riga della partitura, sopra la quale compaiono le parole «Charlotte!» - «Adieu!».
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Di carattere completamente differente è
invece Le Calme Caprice Pour Guitare seule op. 50 9, opera nella quale si ritrovano
tutta la serena classicità e la più olimpica
compostezza di Sor. Pubblicato a Parigi da
Pacini nel 1832, il brano si presenta come
una sorta di musica a programma che descrive un determinato stato d’animo: il clima infatti è particolarmente sereno e disteso (la calma, appunto), anche nelle sezioni
dove la scrittura fiorisce in virtuosistiche
figurazioni. La composizione si presenta
nell’ampia campata formale di un unico
movimento senza soluzioni di continuità,
anche se al suo interno è facile intravedere
una struttura tripartita (A/B/A’).
Di altro genere è anche l’Introduction
et Variations sur l’Air: “Que ne suis-je la
fougère” op. 26 bl, pubblicata da Meissonnier a Parigi nel 1827. Si tratta infatti di un
classico tema con variazioni – una delle
forme più popolari non solo della prima
metà dell’Ottocento, ma dell’intera storia
della musica – nel quale Sor si cimenta con
una melodia popolare francese che, tuttavia, alcuni studiosi avevano attribuito a
Pergolesi. A prescindere comunque dalla
presunta paternità o meno del suo autore,
il tema originale ebbe ai suoi tempi una decisa notorietà, tanto che in ambito chitarristico venne utilizzato per le sue variazioni
op. 194 anche da Ferdinando Carulli, pubblicate sempre a Parigi nel 1822/1823 da
Janet & Cotelle. Dopo una breve introduzione dal carattere decisamente drammatico, viene esposto il tema con la medesima e
intensa temperatura affettiva, tra l’altro con
una scrittura assai densa e fitta – spesso nel
registro acuto dello strumento – che evidenzia ed esaspera ulteriormente l’appassionata connotazione emotiva del brano.
Seguono quindi quattro variazioni che, come di consueto in questa particolare forma
musicale, sviscerano tutte le peculiarità
idiomatiche dello strumento, esaltandone
sia le qualità espressive – il Lento cantabile
della terza variazione è un topos classico di
quella che era la cosiddetta variazione “di
carattere” – che quelle più esplicitamente
tecnico-virtuosistiche.
Le Trois Pièces de Société pour Guitare Seule op. 33 furono l’ultima opera di Sor pubblicata da Antoine Meissonnier (Parigi, 1828).
Sor ebbe sempre non pochi problemi con i
suoi editori e, più in generale, con la sorveglianza e il controllo dell’integrità dei testi
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delle sue opere pubblicate (il sopracitato
caso del Grand Solo op. 14 è emblematico).
Egli stesso esplicitamente si lamentò nella
sua celebre Méthode pour la Guitare del
trattamento subito dagli editori, in particolare – apertis verbis - proprio da Meissonnier. Evidentemente i rapporti fra i due
erano ormai arrivati al capolinea e dall’op 34
in avanti Sor decise di pubblicare le proprie
opere autonomamente oppure con l’editore
Antoine-François-Gaétan Pacini (di origini
napoletane). I Pièces de Société furono un
genere nuovo per Sor, composizioni strutturate in due movimenti che per lunghezza
e carattere sono a metà strada fra la sonata
e il breve foglio d’album. La Sicilienne bm e
la Marche bn sono il terzo dittico dell’op. 33
e alternano il lirismo del primo brano con
la drammaticità del secondo (nel quale vi è
un’ampia sezione che sfrutta la particolare
peculiarità dei suoni armonici). Si tratta di
due perle di estrema eleganza e raffinatezza, ossia il marchio di fabbrica di un grande
compositore come fu Fernando Sor.
Luigi Attademo
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Interpreti
Interpreti
Luigi Attademo
Considerato come uno dei più importanti chitarristi della sua generazione, inizia la sua
parabola artistica laurendosi terzo al “Concours International d’Exécution Musicale” di
Ginevra del 1995. Nato nella scuola del chitarrista-compositore Angelo Gilardino, conta tra i suoi maestri Giovanni Guanti, Julius Kalmar, Alessandro Solbiati, Emilia Fadini.
Laureato in Filosofia con una tesi sull’interpretazione musicale, ha pubblicato diversi
articoli di stampo musicologico ed estetico, collaborando con riviste specializzate e
presentando il suo lavoro a Radio3 e Radio Toscana Classica. Ha registrato dieci cd, tra
cui monografie dedicate alle Sonate di Domenico Scarlatti, a J. S. Bach, alle opere inedite ritrovate nell’Archivio Segovia e ai Quintetti di Luigi Boccherini. La rivista Guitar
Review di New York gli ha dedicato alla fine del 2007 un’intervista ripubblicando alcune
sue registrazioni.
Come musicologo, nell’ottobre del 2002 ha curato la catalogazione dei manoscritti
segoviani, rinvenendo opere sconosciute di autori come Tansman, Pahissa, Cassadò e
pubblicando il catalogo nella rivista spagnola La Roseta (2008). Dedica gran parte della
sua attività alla musica da camera e a progetti monografici, tra cui la recente registrazione integrale delle Suites per liuto di Bach (pubblicato nel 2011 per la Brilliant Classics) e un progetto su Paganini e la musica contemporanea (già presentato a Berlino,
Vienna e New York e al Festival MiTo del 2012). Negli ultimi anni ha tenuto seminari
e concerti alla Royal Academy of Music di Londra (2010, 2011 e 2013), alla Melbourne
University sul repertorio di Andres Segovia (2010), mentre nel 2011 è stato ospite del
prestigioso Festival della Guitar Foundation of America presentando un programma
dedicato alla musica barocca.
Tra i suoi recenti progetti, la pubblicazione dell’antologia e del cd con le musiche contemporanee per chitarra dedicate a Paganini (Ed. Sinfonica) e l’integrale delle opere
di Niccolò Paganini per chitarra sola, per la prima volta suonate integralmente su una
chitarra dell’epoca (Brilliant, 2013). Attualmente è docente presso l’ISSM G. Donizetti
di Bergamo e collabora abitualmente con la HEM di Ginevra e Losanna.
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Amadeus
n. 294
Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990
 e  2014
Direttore responsabile Gaetano Santangelo
Redazione Andrea Milanesi
Grafica Dario Codognato
Impaginazione Riccardo Santangelo
Registrazione 20 maggio e 28 giugno 2013, Studio Emme, Calenzano, (FI)
Direzione artistica Luigi Attademo
Tecnico del suono Marzio Benelli
Si ringrazia John Taylor per la preziosa collaborazione all’editing digitale
In copertina e a pagina 9 Luigi Attademo (Foto di Ilaria Costanzo)
N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale
all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201405.pdf
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