LIVELLI DI EVIDENZA E GRADO DELLE RACCOMANDAZIONI.
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LIVELLI DI EVIDENZA E GRADO DELLE RACCOMANDAZIONI.
GESTIONE DELL'OSTEOPOROSI LIVELLI DI EVIDENZA E GRADO DELLE RACCOMANDAZIONI. LIVELLO DI EVIDENZA 1++ Metanalisi e revisioni sistematiche di studi randomizzati e controllati (RCTs) di elevata qualità, o RCTs a minimo rischio di bias. 1+ Metanalisi e revisioni sistematiche di studi randomizzati e controllati (RCTs) ben condotti, o RCTs a basso ischio di bias. 1- Metanalisi e revisioni sistematiche di RCTs, o RCTs ad alto rischio di bias. Revisioni sistematiche di alta qualità relative a studi di coorte o caso-controllo. 2++ Studi di coorte o caso controllo di elevata qualità con minimo rischio di confondimento o bias e con alta probabilità di rapporto di causalità. 2+ Studi di coorte o caso controllo ben condotti con basso rischio confondimento o bias e con discreta probabilità di rapporto di causalità. di 2- Studi di coorte o caso controllo con alto rischio di confondimento o bias e con significativo rischio di assenza di rapporto di causalità. 3 Studi non analitici, per esempio relazioni su singolo caso o serie di casi. 4 Opinione degli esperti. GRADO DELLE RACCOMANDAZIONI Nota: il grado delle raccomandazioni riflette la forza dell'evidenza su cui la raccomandazione è basata e non la sua rilevanza clinica. Almeno una metanalisi o revisione sistematica di RCTs, o un RCTs valutati 1 e direttamente applicabili alla popolazione target, oppure + • Un insieme di evidenze consistenti principalmente in studi valutati 1 , direttamente applicabili alla popolazione target ed in grado di dimostrare complessivamente la consistenza dei risultati. A • B • C • D • ++ Un insieme di evidenze che includa studi valutati 2 , direttamente applicabili alla popolazione target ed in grado di dimostrare complessivamente la consistenza dei risultati. oppure ++ + • Evidenze estrapolate da studi valutati 1 o 1 . ++ Un insieme di evidenze che includa studi valutati 2 , direttamente applicabili alla popolazione target ed in grado di dimostrare complessivamente la consistenza dei risultati. oppure ++ • Evidenze estrapolate da studi valutati 2 . Evidenze di grado 3 o 4 + • Evidenze estrapolate da studi valutati 2 . + oppure ELEMENTI DI BUONA PRATICA CLINICA ✔ Consigli basati sulla migliore pratica derivante dall’esperienza clinica degli elaboratori della linea guida 1 INTRODUZIONE 1 1.1 Introduzione LA NECESSITÀ DI UNA LINEA GUIDA. L'osteoporosi affligge sia gli uomini che le donne. La sua prevalenza cresce con l'età ed è particolarmente frequente nelle donne in post- menopausa. Una donna su tre e un uomo su dodici sopra i 50 aa. soffriranno di una frattura osteoporotica, il che vuol dire circa 200.000 donne e 40.000 uomini in Scozia. A causa dell’aumentato stile di vita sedentario di molte persone in particolare bambini e di un aumento dell’età media della popolazione, il numero di donne e uomini affetti da fratture osteoporotiche è in crescita. Il significato dell’osteoporosi è nell’aumento del rischio di frattura man mano che la patologia riduce progressivamente la BMD. In Scozia ci sono oltre 20.000 casi di frattura osteoporotica ogni anno. Più del 20% delle degenze ortopediche sono dovute a fratture dell’anca. C’è un costo personale per ogni paziente in aggiunta agli 1,7 miliardi di sterline annue che costa all’UK il trattamento delle fratture osteoporotiche. Il 50% di pz. con frattura di anca non sono più capaci di vita autonoma e il 20% muore entro sei mesi. Inoltre ci sono il dolore, le deformità e le disabilità associate con le fratture vertebrali. E’ difficile distinguere i fattori di rischio per osteoporosi, cadute e fratture. L’osteoporosi è essa stessa un fattore di rischio per le fratture, mentre per esempio una vita sedentaria contribuisce al rischio di osteoporosi e al rischio di cadute. Tutte e tre sono strettamente legate e questo complica la revisione delle evidenze. Abbiamo a disposizione un’ampia gamma di procedure diagnostiche e di monitoraggio per identificare i pz a rischio o già affetti da osteoporosi, ed è importante identificare le più importanti tra queste. In Scozia c’è una distribuzione molto disomogenea di medici esperti di osteoporosi, di disponibilità di procedure diagnostiche e di trattamenti. E’ quindi necessaria per minimizzare questa disomogeneità una linea guida che informi il pubblico, i medici e coloro che distribuiscono fondi sanitari al fine anche di fornire una base di evidenza per programmare i servizi. 1.2 COMPETENZA DELLA LINEA GUIDA. Questa linea guida studia come selezionare i pz da inviare ai centri di riferimento o da studiare e monitorare e le opzioni terapeutiche. L’obiettivo è di assicurare una tempestiva identificazione dei pz a più alto rischio di osteoporosi o di quelli già affetti. I pz che hanno già avuto una frattura non traumatica, compresi quelli appena ospedalizzati per tale motivo sono a più alto rischio. Uomini e donne sopra i 50 aa. che abbiano fratture in assenza di un trauma maggiore come un incidente automobilistico, hanno un’alta prevalenza di osteoporosi che può essere prontamente identificata e trattata o in ambito ortopedico o congiuntamente con altri servizi. Il NHS ha stabilito un monitoraggio sui modelli di cura esistenti per la prevenzione secondaria di fratture osteoporotiche. I dati saranno disponibili nel 2004 e ciò potrà dare informazioni utili per i futuri sviluppi di questi servizi. Questa linea guida esamina in particolare le opzioni terapeutiche per questi pz che riducano il loro rischio di ulteriori fratture con lo scopo quindi di raggiungere una prevenzione secondarie delle fratture. Ulteriori informazioni sul trattamento specifico della frattura dell’anca si può trovare su SIGN LG 56 . E’ escluso da questa competenza lo screening sulla popolazione, la prevenzione primaria dell’osteoporosi e l’osteoporosi in infanzia e adolescenza. 2 INTRODUZIONE 1.3 DEFINIZIONI. Il gruppo di lavoro del WHO e la consensus conference hanno definito la osteoporosi come “una patologia caratterizzata da ridotta massa ossea e alterazioni nella microarchitettura ossea, che porti ad aumentata fragilità ossea e quindi ad un aumentato rischio di frattura.” L’osteoporosi è una patologia scheletrica sistemica e le fratture possono avvenire in ogni sede. Tuttavia quelle più tipiche sono quelle della colonna dorsale e lombare, del radio distale e prossimale del femore. La definizione non implica che ogni frattura in uno di questi distretti sia dovuta all’osteoporosi. Sono infatti importanti i fattori causali della frattura la interazione tra la geometria ossea e le dinamiche della caduta o del trauma. Tutto ciò può avvenire indipendentemente o in associazione con una bassa densità ossea. 1.3.1 DENSITÀ MINERALE OSSEA: BMD. Il rischio di cadute e il conseguente trauma sono difficili da valutare e prevedere. La definizione del WHO per l’osteoporosi quindi comprende solo la stima osso,specifica del rischio di frattura. Questa è resa meglio dalla BMD. Il gruppo di lavoro del WHO ha definito il rischio come segue: Normale: BMD meno di una deviazione standard sotto la media dell’età giovanile (T> -1) Osteopenia: BMD compreso tra 1 e 2,5 ds sotto la media dell’età giovanile (-2,5 < T < -1) Osteoporosi: BMD più di 2,5 ds sotto la media per l’età giovanile (T <-2,5). Questa definizione riguarda solo le donne. Recenti revisioni suggeriscono che applicare la medesima definizione agli uomini basandosi su un range maschile avrebbe la stessa utilità, tuttavia ciò non è universalmente accettato. 1.3.2 T - SCORE E Z – SCORE. La misura della BMD è spesso definita in termini di T – score che è il numero di ds per cui la BMD del pz si discosta dal picco medio di BMD per soggetti sani e giovani dello stesso sesso. Un’altra misura del BMD è il Z – score che è il numero di ds per cui il BMD del pz si discosta dal BMD medio per soggetti della stessa età. 1.4 PREOCCUPAZIONI DEL PZ E COME ESSE INFLUENZANO LA LINEA GUIDA. Le preoccupazioni del pz circa l’osteoporosi sono state studiate attraverso il contatto con gli stessi e la letteratura pubblicata. Una revisione della letteratura ha messo in luce i fattori che preoccupano coloro che soffrono di osteoporosi o che si considerano a rischio. Le stesse preoccupazioni furono riportate attraverso le chiamate ricevute da una help line della società nazionale di osteoporosi. I dubbi sollevati dai pazienti sono riassunti di seguito. 1.4.1 SONO A RISCHIO DI OSTEOPOROSI? La scarsa conoscenza dei fattori di rischio e la scarsa visibilità dell’osteoporosi come un problema di salute significa che le donne possono non considerarsi a rischio di sviluppare questa patologia. I pz possono conoscere l’importanza di alcuni fattori di rischio come la storia familiare e cercare quindi consigli e terapie. Gli uomini tendono a essere meno consapevoli del rischio e di cosa esso implichi per la loro salute e stile di vita. “So di essere a rischio perché mia madre e mia zia la avevano…..ma sto bene 3 INTRODUZIONE adesso con la mia terapia sostitutiva e facendo molto moto.” I fattori di rischio sono discussi nella sessione 2 1.4.2 HO BISOGNO DI INDAGINI SULLE OSSA? I pz sono preoccupati di non avere accesso ad accertamenti ossei. In Scozia l’attuale disponibilità è variabile. Alcuni pz riferiscono ansia se non gli viene offerto un ulteriore accertamento osseo dopo il trattamento. “Sarebbe utile avere una DEXA ogni tanto perché sento che sto facendo la giusta terapia, le mie ossa non sono peggiorate, non voglio finire come mia madre ha sofferto veramente tanto.” La DEXA è discussa nelle sessioni 3 e 6. 1.4.3 COSA POSSO FARE PER MIGLIORARE LE COSE? La maggioranza dei pz con osteoporosi se forniti di informazioni corrette, sono molto volenterosi di fare ciò che possono per migliorare le loro ossa e proteggersi da ulteriori fratture. Ciò significa non solo assumere farmaci ma anche avere una dieta ricca di calcio ed essere capaci di fare regolare esercizio senza timore di cadute e fratture. “Quanto calcio devo prendere? Devo prendere pillole o mi fido degli alimenti ricchi di calcio?” “Mi hanno detto di prender pochi grassi per i miei problemi cardiaci; cosa mangio quindi se non posso prendere latte formaggi?” “Negli ultimi tre mesi ho fatto ginnastica due volte a settimana e adesso seguo un mantenimento che trovo molto utile… ero così spaventata prima di fare troppo se facevo da sola…..continuavo a pensare che potevo farmi male.” “Fare esercizio mi ha aiutato a sentirmi più sicura.” La dieta e gli esercizi sono discussi nella sessione 4. 1.4.4 CI SONO RISCHI ASSOCIATI CON LA TERAPIA? Molti pazienti riferiscono confusione e ansia circa la terapia che seguono. Le donne manifestano preoccupazione per la terapia ormonale sostitutiva e il timore per il tumore al seno è molto reale. Effetti indesiderati possono portare a una sospensione della terapia da parte dei pazienti. Alcuni segnalano disturbi gastrici che attribuiscono ai bifosfonati. La terapia farmacologica è discussa nella sessione 6. 1.4.5 COME POSSO GESTIRE QUESTO DOLORE? I pz riferiscono il dolore successivo ad una frattura vertebrale come atroce. Le attività quotidiane come andare dal parrucchiere, al teatro, al cinema possono essere molto dolorose e molte donne sono depresse per la difficoltà di trovare i vestiti comodi e gradevoli alla vista. Sarebbe di grande aiuto sapere che il personale sanitario capisce questi problemi e li prende in considerazione nel valutare gli effetti sui pz e i loro familiari. “Ho dormito sulla sedia per tre mesi…..o mi trascinavo sul pavimento…..non mi potevo neanche lavare i capelli…..il dolore non finiva mai…gli analgesici non funzionavano…….ero molto depressa mi sentivo insicura.” 4 INTRODUZIONE Il trattamento del dolore è discusso nella sezione 6.11 1.4.6 ALTRE PREOCCUPAZIONI. Le chiamate ricevute dalla help line indicano che molti pz con diagnosi di osteoporosi non ricevono sufficienti informazioni e appoggio da l personale che li ha in cura. I pz vengono informati di essere affetti da osteoporosi ma non viene adeguatamente spiegato il significato di questa diagnosi e le sue implicazioni e ciò li può spaventare e rendere ansiosi. Gli studi suggeriscono che è importante una buona comunicazione, appoggio e spiegazioni durante il percorso tra l’essere identificati a rischio di osteoporosi fino ad arrivare alla diagnosi e alla terapia. Una buona comunicazione tra pz, famiglie e operatori sanitari riduce l’ansia e le preoccupazioni e migliora la compliance per trattamenti a lungo termine. Informazioni pratiche su argomenti come la dieta, l’esercizio fisico, i metodi alternativi per alleviare il dolore permettono al pz di contribuire alla gestione della patologia. Essere ospedalizzati per qualsiasi motivo può essere motivo di ansia per pz con osteoporosi, soprattutto se la condizione è severa e ci sono state esperienze precedenti di fratture. “Avevo un terribile mal di denti…un ascesso… avevo bisogno di terapia e mi volevano mandare in ospedale per una anestesia generale ma non me la sentivo… potevo fratturarmi nel sonno” 1.5 DICHIARAZIONE DI INTENTI Questa linea guida non deve essere intesa o servire come standard di terapie mediche. Gli standard di terapia sono determinati sulla base dei dati clinici disponibili per il singolo caso e sono soggetti a modificarsi col progredire delle conoscenze scientifiche, della tecnologia e degli schemi terapeutici. Questi parametri di pratica medica dovrebbero essere considerati unicamente linee guida. Il seguirle non assicurerà un successo terapeutico in tutti i casi, né si deve intendere che includano tutti i metodi di cura appropriati o che escludano altri accettabili metodi di cura che abbiano lo stesso scopo. Il giudizio ultimo circa una particolare procedura clinica o terapeutica deve essere dato dal medico che conosce i dati clinici di quel pz e le opzioni diagnostiche e terapeutiche disponibili . Tuttavia si raccomanda che significative variazioni rispetto alle linee guida nazionali o locali siano accuratamente documentate nella cartella del pz al momento che una decisione significativa sia presa. 1.6 REVISIONE E AGGIORNAMENTI Questa linea guida è stata formulata nel 2003 e sarà aggiornabile nel 2007, o prima se nuovi dati saranno disponibili. Ogni aggiornamento della linea guida nel periodo intermedio sarà annotata sul sito del SIGN: www.sign.ac.uk 5 F ATTORI DI RISC HIO PER OSTEOPOROSI 2 2.1 Fattori di rischio per osteoporosi INTRODUZIONE Questo capitolo riassume le evidenze per i maggiori fattori di rischio predittivi di osteoporosi. Numerosi altri fattori sono stati proposti come favorenti il rischio di osteoporosi ma non esistono evidenze significative per nessun altro fattore oltre a quelli che discuteremo qui di seguito. 2.2 CADUTE Non tutte le fratture sono associate con osteoporosi. I fattori di rischio clinici correlati alle capacità fisiche non sono un fattore di rischio per l’osteoporosi per se, ma sono potenti predittivi del rischio di frattura. Questa linea guida tuttavia non si rivolge alle cadute e alla loro prevenzione. SIGN 56 sulla frattura dell’anca esamina brevemente i fattori di rischio per le cadute e il NHS Scozzese ha condotto una ricerca qualitativa sulle modalità e sulle attitudini professionali sulle cadute e come ciò possa influenzare i programmi di prevenzione sulle cadute. Una revisione più approfondita di questo argomento si può trovare sulle LG sviluppare dalle società di geriatria americane e inglesi. 2.3 STORIA DI PREGRESSE FRATTURE Donne che abbiano sofferto di una precedente frattura non traumatica (definita come una frattura che avviene da una altezza pari alla stazione eretta o minore) sono ad aumentato rischio di ulteriori fratture, indipendentemente dal BMD. Donne che presentano una frattura vertebrale hanno un rischio del 19,2% (95% CI 13-6-24,8%) di ulteriori fratture entro un anno. Uomini e donne di 65 aa o più con una frattura vertebrale hanno rispettivamente un rischio di 6,7% e 13,3% di frattura del femore o dell’anca entro cinque anni. Nelle donne la presenza di una o due fratture vertebrali aumenta il rischio di ulteriori fratture di 7,4 volte. 2++ Sono considerati a maggior rischio di frattura coloro che si siano già fratturati compresi quelli con perdita di peso o cifosi che possono essere indicativi di fratture vertebrali (passate inosservate) 1++ B Pazienti che hanno presentato una o più fratture non traumatiche dovrebbero costituire l'obiettivo primario per indagini e trattamento dell'osteoporosi. 2.4 FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI 2.4.1 ETÀ. Il BMD decresce con l’età e di conseguenza il fattore di rischio per osteoporosi aumenta. Un significativo incremento nella prevalenza per ogni decade dopo i 60 è stato dimostrato. Il NHANAS (United States National Healt and Nutrition Survey) esaminando le donne in postmenopausa ha dimostrato che la prevalenza dell’osteoporosi nelle donne americane bianche non ispaniche era del 27% (50-59 aa), 32% (60-69) , 41% (oltre i 70). Una precedente stima basate sui dati di Rochester, Minnesota, indicava un prevalenza minore ma ancora alta: 14,8% (50-59 anni) 21,6% (60-69aa) 38,5% (70-79 anni) e 70% (sopra gli 80). Uno studio effettuato nello Yorkshire mostrava una prevalenza del 24% nelle donne tra 60 e 69 anni. 6 F ATTORI DI RISC HIO PER OSTEOPOROSI 2.4.2 SESSO. Le donne sono a maggior rischio di osteoporosi perché hanno ossa più piccole e quindi una massa totale ossea minore. Inoltre le donne perdono massa ossea più rapidamente dopo la menopausa e in genere vivono di più. L’osteoporosi è più rara negli uomini ma ugualmente un problema rilevante. La perdita di massa ossea negli uomini è minore che nelle donne. Nello studio dell’osteoporosi di Framingham la percentuale di perdita ossea annuale per le donne variava da 0.86% a 1,21% nelle differenti regioni e per gli uomini da 0.04% a 0,9%. Le cause di osteoporosi secondaria sono tuttavia più frequenti negli uomini interessando circa il 40% dei casi Escludendo i fattori riproduttivi e tenendo conto della maggiore importanza dei fattori secondari negli uomini, i fattori di rischio delle donne sono applicabili anche agli uomini. 2.4.3 ETNIA. Le donne Afro-Caraibiche hanno un BMD maggiore delle donne bianche in tutte le età a causa di un maggiore picco di massa ossea e di un tasso di perdita più lento. Le donne bianche hanno un rischio 2,5 volte più grande di presentare osteoporosi. 2.4.4 FATTORI RIPRODUTTIVI. Una menopausa tardiva o un intervallo breve tra la menopausa e la misurazione del BMD, sono associati ad un BMD maggiore. Esiste una evidenza significativa che un BMD più basso è associato con una menopausa precoce. Di conseguenza, le donne con menopausa precoce dovrebbero essere considerate a maggior rischio per osteoporosi rispetto ad altre della stessa età. Il BMD decresce con maggiore velocità nei primi anni dopo la menopausa. Non c’è evidenza significativa che la legatura delle tube, il numero di parti, il numero di aborti o l’allattamento al seno influenzino il BMD. L’uso corrente di terapia sostitutiva a base di estrogeni è associato con un maggiore BMD. Le donne che assumano terapia estrogenica dovrebbero quindi essere considerate a minor rischio di osteoporosi rispetto ad altre donne della stessa età, a meno che la terapia non sia stata prescritta per l’osteoporosi. 2.4.5 STORIA FAMILIARE DI OSTEOPOROSI. Uomini e donne con familiarità per osteoporosi presentano un ridotto BMD; si definisce familiarità una storia di osteoporosi o ossa fragili, cifosi o fratture non traumatiche dopo i 50 anni riferiti nei familiari. Il BMD individuale decresce con l’aumentare del numero di familiari affetti da osteoporosi. Una storia familiare allargata è un fattore predittivo più significativo che una familiarità unicamente paterna o materna. La prevalenza di una storia positiva nelle sorelle è simile alla prevalenza riscontrata nelle madri. In uno studio epidemiologico il maggior fattore di rischio assoluto per osteoporosi era nei pz il cui padre aveva una storia di osteoporosi (RR 2.16, CI = 1,38-3,37). C La valutazione del rischio di osteoporosi attraverso la familiarità deve includere un'anamnesi paterna, materna e delle sorelle.. C La storia familiare non dovrebbe includere solo una diagnosi certa di osteoporosi, ma anche cifosi e fratture non traumatiche dopo i 50 anni. 7 2+ F ATTORI DI RISC HIO PER OSTEOPOROSI 2.5 FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI 2.5.1 PESO. La perdita di peso o un basso indice di massa corporea ( BMI) è indicativo di ridotto BMD. Inoltre coloro che si trovino nel più basso percentile di BMI hanno una perdita di massa ossea entro due anni, due volte maggiore di quelli nel più alto percentile. Le donne in menopausa con basso BMI dovrebbero essere considerate ad aumentato rischio di osteoporosi. 2.5.2 FUMO. Una metanalisi degli studi sugli effetti del fumo ha evidenziato che il BMD nei fumatori è del 2% ridotto rispetto ai non fumatori per ogni decade progressivamente, con una differenza del 6% a 80 anni. I maschi fumatori hanno una maggiore perdita di massa ossea al trocantere. Le donne fumatrici sono a maggior rischio per le fratture dell’anca rispetto alle non fumatrici, con un aumento del rischio proporzionale al consumo di sigarette. Il livello di rischio si riduce eliminando il fumo ma non in misura significativa se non 10 anni dopo la sospensione. B 2.5.3 I fumatori devono essere considerati a maggior rischio per osteoporosi rispetto ai non fumatori e dovrebbe essere loro consigliato di smettere, per questa ed altre ragioni. ALCOL. Non esistono evidenze significative per l’alcol come un fattore di rischio per ridotto BMD poiché la maggior parte degli studi non includono soggetti che assumano alcol in maniera eccessiva. 2.5.4 ESERCIZIO. Nelle giovani donne Canadesi (18-35 aa) e nelle donne Italiane di mezza età è stata dimostrata una relazione positiva tra attività fisica attuale, attività fisica nell’adolescenza e BMD. Un esercizio fisico continuato è stato associato con una maggiore densità ossea nelle donne inglesi postmenopausa e nelle donne norvegesi di 50-75 aa con fratture. Tuttavia uno studio sulla popolazione australiana ha mostrato che l’esercizio fisico era associato positivamente al BMD ma che , dopo un aggiustamento per età, BMI apporto di calcio e tono muscolare, tale relazione non rimaneva statisticamente significativa. Di conseguenza individui con uno stile di vita sedentario durante l’adolescenza sono da considerare a maggior rischio di osteoporosi. Anche coloro che mantengono durante la vita adulta uno stile di vita sedentario potrebbero essere a più alto rischio. 2.5.5 DIETA. Una storia di dieta ricca di latte è stata associata positivamente con il BMD in donne in pre-menopausa (45-49 aa). E’ invece poco significativa l’associazione tra attuale assunzione di calcio e BMD. In uno studi svolto a Stoccolma i livelli di vitamina D sono stati positivamente correlati al BMD in uomini e donne capaci di vita autonoma di oltre 80 aa.. Non sono state trovate altre associazioni positive tra fattori dietetici e BMD. 2.6 CAUSE SECONDARIE DI OSTEOPOROSI Numerose condizioni cliniche e alcune categorie di farmaci sono state associate ad osteoporosi nell’adulto. Le più comuni sono: 8 2+ F ATTORI DI RISC HIO PER OSTEOPOROSI • anoressia nervosa, • ipogonadismo maschile, • epatopatie croniche, • nefropatie, • malattia celiaca, • artrite reumatoide, • iperparatiroidismo, • terapie corticosteroidee protratte, • malattie infiammatorie croniche • deficit di vitamina D. dell’intestino, ✔ la possibilità di osteoporosi deve essere considerata nei pazienti affetti dalle precedenti condizioni. L’osteoporosi è anche associata al contraccettivo DEPO Provera. Attualmente non c’è una risposta EBM alle preoccupazioni circa gli effetti collaterali di questo farmaco sulla densità ossea perché i dati disponibili sono contrastanti. 2.7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI OSTEOPOROSI 2.7.1 SCALE DI RISCHIO. I tentativi di elaborare delle scale del rischio osteoporotico sono stati non soddisfacenti e non sono quindi stati validati. Un metodo fu testato in 1013 donne americane bianche e aveva una sensibilità del 98% e una specificità del 12%. Il valore predittivo positivo era 69% e quello negativo 75% . Altre scale per valutare il rischio hanno studiato il rischio di frattura. La migliore aveva una curva ROC di 0,88 (valori > a 0,8 sono in genere indicativi di efficacia del test) ma non è stata validata in una popolazione specifica. Lo sviluppo di un valido strumento di questo tipo sarebbe un utile contributo alla diagnosi di osteoporosi. 2.7.2 CHI È A MAGGIOR RISCHIO? Dobbiamo chiarire quale rischio stiamo considerando: il rischio di osteoporosi, quello di cadere o di fratturarsi. Ognuno di essi è correlato e l’osteoporosi è solo uno dei fattori di rischio per fratture. La priorità dovrebbe essere identificare trattare pz a maggior rischio di cadute o già fratturati. Coloro che hanno già avuto una frattura sono a maggior rischio per ulteriori. I pz con pregressa frattura sono il principale gruppo bersaglio. L’altro gruppo da selezionare è composto da pz affetti da osteoporosi ma che non abbiano ancora avuto fratture. I fattori di rischio più significativi nell’aumentare il rischio in questi pz sono illustrati nella tabella 1. Malgrado molti di questi fattori non siano modificabili essi contribuiscono a definire la soglia per indagini diagnostiche e quindi ad identificare quali pz debbano avere la priorità per una DEXA. Tabella 1: fattori di rischio per l'osteoporosi (senza storia di pregresse fratture) Fattori di rischio maggiori sesso femminile • età maggiore di 60 anni • storia familiare di osteoporosi • Altri significativi fattori di rischio • • • • • • origine caucasica menopausa precoce basso BMI fumo stile di vita sedentario uso di corticosteroidi per oltre 3 mesi 9 MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO E’ difficile dare consigli EBM su particolari combinazioni di fattori di rischio che giustifichino ulteriori indagini poiché non ci sono evidenze, ma sembra ci sia un effetto additivo dei fattori di rischio- più fattori maggior rischio. Dovrebbe essere sviluppato un approccio sistematico ad offrire valutazioni per osteoporosi a tutti questi pz, mentre le risorse più scarse dovrebbero essere riservate a quelli a più alto rischio per assicurare l’uso più efficace possibile delle risorse stesse. 3 MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO 3.1 INTRODUZIONE La densità minerale ossea (BMD) è il principale criterio per diagnosi e monitoraggio dell'osteoporosi ed è differente tra le varie zone del corpo ed esiste solo una modesta correlazione tra le BMD nei diversi siti. La BMD di una specifica parte è il miglior fattore predittivo di fratture in quel sito particolare. Le tecniche disponibili per la misurazione sono disponibili nella tabella 2: Tabella 2: tecniche per la misurazione del BMD Tecnica Siti appropriati • DEXA (raggi X a Doppio Assorbimento di Energia) • Rachide antero-posteriore, rachide laterale, femore prossimale, corpo intero, avambraccio, calcagno • QCT (Tomografia Computerizzata Quantitativa) • rachide • pDEXA (raggi X a Doppio Assorbimento di Energia periferici) • avambraccio • pQCT (Tomografia Computerizzata Quantitativa periferica) • avambraccio • SPA (Singolo Assorbimento di Fotoni) • avambraccio • SEXA (raggi X a Singolo Assorbimento di Energia) • avambraccio • RA (Assorbimento Radiografico) • falangi Sono disponibili altre tecniche per misurare le caratteristiche correlata alla densità ossea. L'Ultrasonografia Quantitativa (QUS) può essere utilizzata per misurare le caratteristiche di qualità ossea e struttura correlate al calcagno, anche se non può essere usata per la diagnosi di osteoporosi e per definire il trattamento. Markers biochimici come quelli relativi al riassorbimento possono essere usati per valutare il turnover osseo. Questa sezione si occupa delle tecniche DEXA, QCT e QUS e dei markers biochimici per la diagnosi ed il monitoraggio dell'osteoporosi. 10 MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO 3.2 RADIOLOGIA CONVENZIONALE Un valutazione della densità ossea con radiografie convenzionali non è appropriata in quanto aperta a considerevoli variazioni osservatore-dipendenti ed una densità apparentemente normale non esclude realmente una osteoporosi. Peraltro una severa osteopenia in esami radiografici correla ragionevolmente con una bassa BMD misurata con la DEXA e questa è un'evidente concordanza. Non si dovrebbe istituire una terapia in base ai reperti della radiologia convenzionale in quanto ciò potrebbe portare ad un trattamento non necessario per molti pazienti. Allo stesso modo potrebbero venire persi molti pazienti con osteoporosi. L'uso della radiografia digitale, che mostra immagini manipolate elettronicamente, ha introdotto in grado di incertezza che rende allo stesso modo difficile valutare la densità ossea in modo affidabile. B La radiologia convenzionale non dovrebbe essere utilizzata per la diagnosi o l'esclusione dell'osteoporosi. B Quando un Rx tradizionale riporta “severa osteopenia” è appropriato proporre una DEXA. La severità delle fratture vertebrali ed il loro numero avrà influenza sulla gestione. Una standardizzazione dei referti su fratture vertebrali identificate con Rx semplici potrebbe essere do aiuto. Esiste un metodo stabilito su come refertare. ✔ La presenza di fratture vertebrali dovrebbe essere inclusa nei referti delle radiografia assieme a raccomandazioni per ulteriori interventi (vedi sez. 6.2) 3.3 TECNICHE PERIFERICHE La DEXA è l'attuale tecnica standard per la diagnosi dell'osteoporosi grazie alla sua capacità di misurare la BMD ed alla varietà dei siti (dove può essere effettuata). Tecniche di imaging periferiche dome la pQCT, la pDEXA, la SXA, la RA, gli ultrasuoni falangei e l'analisi frattale di Rx periferici sono spesso usati come metodi di screening con successiva DEXA per la diagnosi dell'osteoporosi o il monitoraggio della terapia. I loro principali vantaggi rispetto alla DEXA sono i costi relativamente modesti e la portabilità dell'equipaggiamento. Pochi studi sono stati condotti per paragonare queste tecniche con l'attuale DEXA standard. E' stato consigliato che pazienti con T-score agli avambracci inferiore a – 2,5 alla DEXA dovrebbero cominciare una terapia, mentre quelli con un T-score maggiore di -1 dovrebbero semplicemente essere rassicurati sul fatto che il rischio fratturativo è basso. Questo, però, si applica solo alla diagnosi di rischio fratturativo per donne in post-menopausa. Una significativa quantità di donne con T-score compreso tra -1 e -2,5 potrebbero essere sottoposte ancora ad una successiva DEXA assiale. Va anche evidenziato che esiste solo una modesta correlazione tra BMD degli avambracci o del calcagno e BMD assiale: quindi la BMD di avambraccio e calcagno non è appropriata per impostare una decisione terapeutica. Per di più l'avambraccio non è un sito adatto per monitorare la risposta al trattamento ✔ L'esame di calcagno ed avambraccio non serve per la diagnosi di osteoporosi o per individuare una terapia per ridurre il rischio fratturativo. In aree rurali disagiate l'attuazione di un servizio con una DEXA mobile può essere un'alternativa praticabile. 11 1+ MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO 3.3.1 ULTRASONOGRAFIA QUANTITATIVA. Un equipaggiamento di ultrasonografia quantitativa è disponibile per misurare un gruppo di parametri utilizzando diversi metodi differenti. La maggior parte dei sistemi misura la velocità del suono (SOS) e l'attenuazione di ultrasuoni a banda larga (BUA) nel calcagno. Differenti sistemi producono differenti valori sia in termini assoluti sia in relazione all'età dei soggetti. Non è possibile estrapolare quanto trovato con uno strumento od un metodo ed applicarlo ad un altro e questo limita l'insieme delle evidenze applicabili in generale. Tale complessità si riflette nella letteratura, dove esiste una considerabile variabilità nei disegni di studio e nella presentazione delle conclusioni. Alcuni studi sono basati su popolazioni di pazienti anziani in alloggio protetto o con supervisione. Le conclusioni di questi studi non possono essere generalizzabili alla popolazione che vive da sola, in particolare quando prendono in considerazione lo sviluppo di nuove fratture dove la protezione dalle cadute può avere influenza sulla incidenza di fratture. Ci sono evidenze che la QUS al calcagno può essere predittiva del rischio fratturativo al rachide o all'anca indipendentemente dalla misura della BMD. Ci sono anche alcune evidenze che la QUS in aggiunta alla valutazione della BMD con DEXA può fornire una stima migliore del rischio fratturativo rispetto alla sola DEXA. La precisione della QUS è generalmente modesta e variazioni della QUS al calcagno possono non corrispondere in variazioni della BMD spinale o femorale. La conclusione definitiva può essere che, sebbene la QUS possa avere un ruolo nel migliorare la stima del rischio fratturativo, è al massimo un modo approssimativo di valutazione della densità ossea. La QUS al calcagno, tuttavia, non può essere raccomandata per studiare o monitorare i pazienti sospetti o a rischio di osteoporosi ovvero per giustificare l'inizio di una terapia. Non ci sono evidenze sufficienti per supportare l'uso di queste tecniche per screening sulla popolazione o per pre-screening prima di una DEXA. 3.4 TOMOGRAFIA QUANTITATIVA COMPUTERIZZATA La QCT è stata largamente utilizzata per misurare la BMD, in particolare al rachide. Può essere effettuata con apparecchi tradizionali, acquistando un SW speciale. Un suo vantaggio consiste nel fatto che misura separatamente osso midollare ed osso corticale. Gli svantaggi sono costituiti dalla relativamente alta dose di radiazioni erogate e dagli alti costi degli apparecchi. Data la limitata disponibilità di apparecchi CT in Scozia e le richieste pertinenti per il loro utilizzo, può non essere appropriato l'impiego della QCT per diagnosi e monitoraggio di routine dell'osteoporosi dal Sistema Sanitario Scozzese. 3.5 RAGGI X A DOPPIO ASSORBIMENTO DI ENERGIA La DEXA può misurare la BMD al rachide, anca, avambraccio, calcagno ed in tutto il corpo. La diagnosi di osteoporosi varia grandemente in relazione alla zona misurata e al numero di zone misurate. Non è possibile escludere una diagnosi di osteoporosi sulla base di un esame DEXA eseguito in una sola zona. La misurazione della densità minerale dell’osso all’anca fornisce il miglior indice predittivo del rischio di frattura dell’anca, ma non esclude la possibilità di osteoporosi del rachide. Siccome le scansioni non sono analizzate mentre il paziente è ancora nello scanner, è normale acquisire entrambe le scansioni dell’anca e del rachide in una unica visita. Il rachide è il sito preferito per monitorare la risposta al trattamento. Si richiede una attenta valutazione delle immagini del rachide e del confronto con i T-scores di ogni vertebra, in quanto la misura della BMD può essere influenzata da fattori come una frattura vertebrale o alterazioni degenerative 12 MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO Una revisione sistematica ben condotta sulla diagnosi e monitoraggio dell’osteoporosi in donne in post-menopausa ha dimostrato l’efficacia e l’utilità della DEXA. A 3.5.1 1++ La BMD dovrebbe normalmente essere misurata dalla DEXA eseguendo scansioni su due zone, preferibilmente il rachide anteroposteriore e l’anca. MONITORAGGIO. La accuratezza (precisione) della DEXA varia con la BMD e la misurazione del zona. In questo contesto l’accuratezza (precisione) è una misura di come la BMD è riproducibile se è misurata molte volte durante la visita dello stesso paziente, con il paziente riposizionato nello scanner tra le misurazioni. Questo chiarisce come ci deve essere un sostanziale cambiamento della BMD tra visite successive del paziente, prima di interpretarlo con sicurezza come vero cambiamento. L’accuratezza nel rachide può essere influenzata da artefatti associati con alterazioni degenerative. Quando questi vengono rimossi, si raggiunge una accuratezza a lungo termine rispettivamente di 1.1, 2.2 e 1.3% per il rachide lombare, collo femorale ed tutta l’anca. Per scoprire i cambiamenti al 95% dell’intervallo di confidenza, questi devono essere almeno 2,8 volte l’errore di precisione. I cambiamenti nella BMD del rachide, collo femorale e di tutto il femore non possono pertanto essere ricercati con l’intervallo di confidenza a meno che non siano rispettivamente intorno a 3.6 - 4%. E' necessaria una attenta valutazione delle immagini DEXA del rachide per affermare con sicurezza, che i cambiamenti che appaiono nella BMD non sono dovuti ad artefatti. Cambiamenti ingannevoli sono stati riportati nel monitoraggio della terapia dell’osteoporosi, dove è stato mostrato che donne che riducono la BMD durante il primo anno di trattamento, possono aumentare la BMD se lo ++ 1 stesso trattamento è continuato per un secondo anno. Non dovrebbero normalmente essere cambiati trattamenti efficaci per l’osteoporosi per la riduzione della BMD nel primo anno di terapia. Non ci sono evidenze sufficienti per stabilire se sia utile ripetere le misurazioni della BMD due anni dopo l’inizio del trattamento B 3.5.2 Misurazioni ripetute dovrebbero essere eseguite solo se influenzano il trattamento. RISCHI. La dose di radiazione delle scansioni DEXA varia in relazione a tipo di scanner e alla zona misurata. L’effettiva dose complessiva delle scansioni del rachide AP e laterale e dell’anca, è normalmente meno di 30µSv, che corrisponde a soli pochi giorni di radiazioni naturali ambientali o ad un singolo volo transatlantico. ✔ I pazienti dovrebbero essere rassicurati che le dosi di radiazione della DEXA sono estremamente basse. Non ci sono differenze significative in accuratezza o precisione degli scanners DEXA tra le più vecchie generazioni a raggio lineare o le più giovani a raggio a ventaglio. I sistemi con raggio a ventaglio offrono tempi di scansione più brevi portando ad un maggior numero di pazienti esaminati. Alcuni modelli di apparecchi DEXA con raggio a ventaglio offrono anche un’alta risoluzione delle immagini del rachide. La malattia degenerativa del rachide è prevalente tra gli anziani e può risultare in un aumento artificioso nella BMD del rachide misurata nella proiezione AP. 13 2+ MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO La DEXA in proiezione laterale misura selettivamente la ricca zona trabecolare dei corpi vertebrali ed è meno influenzata dalla malattia degenerativa del rachide. La DEXA in proiezione laterale identifica più pazienti osteoporotici ed è molto più sensibile alla perdita della massa ossea relativa all’età, rispetto alla proiezione antero-posteriore. La DEXA in proiezione laterale è, comunque, meno precisa e un maggiore effetto del trattamento per la DEXA del rachide in proiezione laterale rispetto alla AP può essere controbilanciato dal maggior errore di precisione. La visione laterale del rachide non è possibile in molti sistemi DEXA C 3 Se le indagini DEXA vengono ripetute, dovrebbero essere usate le misurazioni del rachide in AP e di tutta l’anca per la successiva risposta al trattamento. ✔ Sebbene l’effetto maggiore del trattamento è spesso osservato nel rachide, è spesso anche utile monitorare i cambiamenti della BMD dell’anca perché le immagini del rachide possono essere influenzate da artefatti. Un modello di referto DEXA è riportato nell’appendice 2. 3.6 PREDITTIVITÀ FRATTURATIVA Il rischio annuale di frattura all’anca può essere stimato con l’età, sesso e BMD del collo femorale. Nella figura 2 viene mostrato un esempio del rischio annuale di frattura dell’anca in donne, in funzione dell’età e dello Z-score. Per estendere il rischio annuale di frattura a 10 anni necessita il presupposto che lo Z-score rimanga costante. C Se le indagini DEXA vengono ripetute, dovrebbero essere usate le misurazioni del rachide in AP e di tutta l’anca per la successiva risposta al trattamento. 14 2+ 2- MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO La presenza di fratture vertebrali aumenta di 4 volte il rischio di una successiva frattura vertebrale e di 2 volte il rischio di una successiva frattura dell’anca. L’identificazione di fratture vertebrali è, conseguentemente, un importante fattore nella valutazione di rischio di future fratture. L’esame DEXA del rachide in proiezione laterale può identificare deformità vertebrali. Un valutazione visiva delle immagini laterali del rachide attraverso l’esame DEXA ad alta risoluzione a ventaglio, ha una buona concordanza con la radiografia laterale, cosi come le radiografie interpretate da differenti radiologi. La DEXA a ventaglio risulta fornire solo l’1% in dose di radiazioni, rispetto alla dose della radiografia laterale. Inoltre, per il suo ruolo di identificare le fratture presenti, la DEXA laterale può identificare gli artefatti come le calcificazioni aortiche e le mutazioni degenerative che influenzano la BMD misurata in proiezione AP. 3.7 C Dove sono disponibili le scansioni laterali del rachide acquisite con DEXA con raggi a ventaglio, dovrebbe essere usata una valutazione visiva per individuare le comuni fratture vertebrali. B La presenza di fratture vertebrali evidenti dovrebbe essere usata per modificare il rischio di frattura dell’anca stimata con l’età, sesso e BMD. COSTI DELLA DEXA L’a disponibilità e l’accesso agli apparecchi DEXA in Scozia sono variabili. Quindi non tutti pazienti sospettati di avere l’osteoporosi sono analizzati con questo esame. Senza le scansioni i pazienti possono essere trattati in modo inappropriato o non esserlo affatto. L’appendice 3 propone un esempio dei costi di un servizio DEXA. Una volta che il servizio è stato istituito il costo per l’esame è relativamente basso. Una volta che alcuni costi sono fissati, è chiaro che l’incremento dell’uso dello scanner riduce il costo unitario. Noi, comunque, non abbiamo sufficienti evidenze per trarre conclusioni sull’impatto della DEXA sui costi relativi al trattamento, o l’effetto sulla spesa sanitaria che può risultare dalla riduzione nell’incidenza delle fratture. Un esame completo DEXA, che comprende la preparazione del paziente, l’acquisizione delle immagini, analisi, stampa e formulazione del referto, è eseguita solitamente in 20-25 minuti, facendo sì che ogni sistema DEXA sia capace di soddisfare le richieste di circa 4000 pazienti l’anno. Assumendo come riferimento un incidenza annuale nella popolazione dell’1%, necessiterebbero un minimo di 13 apparecchi DEXA per la popolazione scozzese. Tenendo conto dei fattori demografici e della distribuzione della densità della popolazione, bisognerebbe comunque richiederne un numero più grande, se tutte le comunità volessero dare un uguale accesso. ✔ La DEXA dovrebbe essere disponibile in tutte le aree di Health Board. ✔ Quando nuovi strumenti DEXA vengono acquistati, questi dovrebbero essere sistemi ad alta risoluzione con rapidi tempi di acquisizione Dovrebbe essere preso in considerazione l’acquisto di un sistema capace di fornire immagini laterali del rachide. Dove questo è disponibile, un semplice studio consisterebbe nelle misurazioni quantitative della colonna lombare in AP e dell’anca e la valutazione visiva del rachide in laterale. 15 2++ 2+ 4 MISURAZIONI, DIAGNOSI E MONITORAGGIO 3.8 MARCATORI BIOCHIMICI I markers biochimici del turnover dell’osso hanno il potenziale di avere il maggior impatto clinico per lo studio e la gestione dell’osteoporosi in Scozia. Le analisi di markers specifici sono semplici, non costose da eseguire e la tecnologia del laboratorio moderno ha la capacità di far fronte al massimo carico di lavoro possibile. Per definizione, la diagnosi di osteoporosi è direttamente legata alla misura della densità ossea (BMD). Alcuni studi hanno cercato di usare i markers biochimici per selezionare i pazienti a rischio di una rapida perdita di massa ossea da inviare alla successiva misurazione della BMD, ma hanno fallito nel dimostrare una consistente relazione tra i risultati dei markers e la perdita della massa ossea. La sensibilità e la specificità dell’analisi dei markers ossei è troppo bassa per essere utilizzata. A I markers biochimici del turnover osseo non dovrebbero avere alcun ruolo nella diagnosi dell’osteoporosi o nella selezione dei pazienti da inviare alla misurazione della BMD. Ci sono evidenze da recenti studi che i markers del riassorbimento osseo misurati nelle urine o più recentemente nel siero, possono predire un aumento del rischio di frattura (OR~2) indipendentemente dalla BMD. Comunque, non ci sono evidenze conclusive che abbiano dimostrato il valore di uno o di più markers specifici, sia da soli che in associazione con altri fattori, nel predire il rischio di frattura in un particolare paziente. Al momento non si hanno prove che i markers biochimici del turnover osseo abbiano un valore clinico nel predire il rischio di frattura in uno specifico soggetto. Con la terapia mutano le variazioni nelle concentrazioni del marker biochimico e questi cambiamenti possono essere usati per predire successive modifiche nella BMD. E’ stato suggerito che il regolare monitoraggio dei markers biochimici può aumentare la compliance terapeutica del paziente e/o aiutare alle modifiche terapeutiche per raggiungere l’effetto ottimale per migliorare la BMD. Sebbene alcuni studi originali supportano questa punto di vista (ipotesi) l’aver usato markers diversi e protocolli di studio differenti ha condotto a risultati variabili. Una meta-analisi recente mostra che maggiore è l’incremento nella BMD al rachide e all’anca, o il decremento nei markers ossei in un anno, maggiore è la riduzione nel rischio di fratture non vertebrali . Attualmente, non c’è accordo sulla scelta dei markers per questa applicazione o sulla strategia preferita per il loro miglior uso. Attualmente non c’è evidenza sufficiente a supportare una raccomandazione per l’uso di routine di uno specifico pannello di markers biochimici del turnover osseo per monitorare e aggiustare il trattamento prescritto al paziente con osteoporosi. Comunque, è prevedibile che questa posizione cambierà in un futuro e con ogni probabilità emergerà una qualche evidenza per stabilire un ruolo definitivo per i markers biochimici in questa applicazione. 16 1++ INTERVENTI NON F ARMAC OLOGIC I 4 4.1 Interventi non farmacologici. INTRODUZIONE Un certo numero di fattori non farmacologici è stato implicato nella prevenzione delle fratture in pazienti con osteoporosi ciascuno indipendentemente da (o in combinazione con) effetti positivi sulla densità ossea. Molte opinioni aneddotiche o non verificate tra pari suggeriscono che svariati fattori dietetici possono avere un effetto positivo sulla densità ossea. La LG evidenzia che l'esercizio fisico, il calcio, la fluorizzazione dell'acqua e l'ipriflavone non derivato dalla soia sono settori dove esistono prove di efficacia. ✔ Tutti gli affetti da osteoporosi trarrebbero beneficio da una buona assunzione di calcio ed esercizio posturale. 4.2 ESERCIZIO. Esiste una grande quantità di evidenze che indica come l'esercizio fisco riduca il rischio di cadute negli anziani. L'educazione alla postura, l'uso appropriato di strumenti di supporto ed un programma di esercizi con un allenamento equilibrato sono emersi come elementi chiave di un programma di attività per anziani residenti in comunità. Un buon numero di revisioni sistematiche e metanalisi hanno suggerito che un programma di attività combinato con esercizio di carico attivo ad impatto leggero ed un esercizio di rinforzo intensivo mantengono la densità ossea negli uomini e nelle donne in post-menopausa. B Un esercizio di rinforzo intensivo è raccomandato come elemento della strategia di gestione dell'osteoporosi. B Un esercizio di carico attivo ad impatto leggero è raccomandato come elemento della strategia di gestione dell'osteoporosi. L'esercizio di resistenza riguarda l'allenamento quando è applicata una controresistenza (al movimento). La resistenza può essere bassa, di solito riferita all'allenamento con contrazione muscolare prolungata, o moderatamente alta, chiamato esercizio di rinforzo. L'esercizio di rinforzo deve essere ad alta intensità per produrre vantaggi in robustezza e BMD. Qualsiasi forma di esercizio di rinforzo dovrebbe essere zona- specifica, per esempio mirata ai muscoli dell'anca, al quadricipite, ai flessori dorso/plantari, al romboide, agli antero e retro estensori. L'esercizio da carico attivo è condotto in posizione eretta: Quello ad impatto leggero è caratterizzato dal fatto che un piede è sempre appoggiato al pavimento. Saltare (entrambi i piedi staccati dal pavimento) è chiamato esercizio ad impatto pesante: non è mai consigliabile in pazienti con osteoporosi. Gli esercizi da carico attivo dovrebbero essere concentrati sui siti di carico osseo affetti da osteoporosi in modo preponderante, come anca e rachide. Per essere efficaci tutti i programmi di esercizi devono essere progressivi in termini di impatto ed intensità man mano che migliorano benessere e forza. Tali programmi dovrebbero iniziare ad un basso livello che sia confortevole per il paziente. Pazienti e assistenti professionali possono riferirsi alle LG prodotte dalla Chartered Society of Physiotherapists per indicazioni sul tipo di esercizio raccomandabile nei diversi gruppi di pazienti. ✔ Gli assistenti professionali dovrebbero incoraggiare un esercizio regolare, tipo camminare, per favorire un osso sano e la salute generale. 17 1+ INTERVENTI NON F ARMAC OLOGIC I 4.3 CALCIO 4.3.1. CALCIO ALIMENTARE. Due revisioni sistematiche indicano che il calcio derivato dalla dieta è altrettanto efficace di quello derivato da farmaci per mantenere un adeguato bilancio calcico nelle donne caucasiche in post-menopausa. Una metanalisi ben condotta indica che 1.000 mg di calcio alimentare al giorno inducono una riduzione fino al 24% le fratture dell'anca. A Le donne in post-menopausa dovrebbero tendere ad assumere con la dieta mg.1000 di calcio al giorno. Come trattamento per l'osteoporosi, questo è più elevato rispetto i mg.700 raccomandati come consumo nutritivo secondo la COMA (Commitee on Medical Aspects of Food and Nutrition Policy) per mantenere una buona salute dell'osso. Il latte compreso quello scremato o semiscremato, si presenta come un grande risorsa primaria di calcio senza rischi associati per la maggioranza della popolazione. Un'assunzione di calcio oltre i mg.2500 al giorno non favorisce l'ipercalciuria o la formazione di calcoli in assenza di disfunzioni renali. Pazienti con funzione renale compromesse dovrebbero evitare un'assunzione eccessiva di calcio (>2500 mg/die) e consultarsi col proprio medico. Un'assunzione media giornaliera di mg.1000 di calcio può essere più facilmente ottenuta con ml.600 di latte insieme a g.50 di formaggio secco, o un bicchiere di yogurt, o mg.50 di sardine. Esempi di sorgenti di calcio alimentare e del loro contenuto calcico sono riportate nell'Appendice 4. 4.3.2 SUPPLEMENTO DI CALCIO E VITAMINA D Un supplemento di calcio in compresse è il mezzo per assicurare un adeguato apporto di calcio in chi non gradisce o non è in grado di utilizzare la sola dieta. Un consumo di calcio di mg.1000 o più assunto sotto forma di compresse è probabile che riduca il rischio di frattura in modo simile a quello che è stato osservato con alimenti fornitori di calcio. Non ci sono evidenze che un supplemento di vitamina D sia necessario per la popolazione attiva sotto i 65 anni di età. Invece tutti gli ultra-sessantacinquenni dovrebbero cercare di assumere 10 microgrammi (400 UI) al giorno di vitamina D. Per la maggioranza della popolazione questo può essere ottenuto solo con un supplemento di vitamina D. Nel caso il deficit di vitamina D sia stato confermato o sia probabile, come nel caso delle casalinghe, la dose raccomandata di vitamina D è di 20 microgrammi (800 UI). Il ruolo di un supplemento di calcio e vitamina D congiuntamente alla terapia farmacologica è affrontato nella sezione 6.8. 4.4 FLUORIZZAZIONE DELL'ACQUA Studi che mettono in relazione la fluorizzazione dell'acqua potabile con il rischio di fratture in donne con una bassa BMD non mostrano sostanzialmente alcun effetto in pazienti con bassa densità ossea od osteoporosi, anche se la loro durata potrebbe essere troppo corta per dimostrare un qualche effetto. Sussiste qualche evidenza che supporta un effetto modesto della fluorizzazione dell'acqua nell'accrescere la BMD. Tuttavia, una metanalisi ben strutturata ha concluso che la fluorizzazione dell'acqua non ha un effetto evidente sul rischio di fratture. Anche se questi studi non giustificano la fluorizzazione per la prevenzione dell'osteoporosi, non indicano nemmeno un effetto dannoso circa il rischio fratturativo. 18 1++ INTERVENTI NON F ARMAC OLOGIC I 4.5 ALTRI INTERVENTI DIETETICI. Sono stati proposti come trattamento per l'osteoporosi il progesterone naturale, il magnesio, il boro e rimedi omeopatici. Tuttavia non è stata identificata alcuna evidenza riguardo al ruolo che essi possono avere nella gestione dell'osteoporosi e nella prevenzione delle fratture. 4.5.1 IPRIFLAVONE L'ipriflavone è un flavonoide trovato in grande quantità negli alimenti ricchi di soia. E' stato suggerito che potrebbe prevenire le fratture in pazienti con osteoporosi. Non ci sono evidenze consistenti di un affetto benefico dell'ipriflavone su BMD o rischio di fratture in pazienti con bassa densità ossea o osteoporosi. Due RCTs riportano un leggero effetto benefico nella BMD radiale e vertebrale dopo due anni, mentre un recente RCT ben condotto ha dimostrato l'assenza di efficacia sulla BMD in tre zone o nei markers bioumorali di riassorbimento osseo. B L'ipriflavone non dovrebbe essere utilizzato come unica terapia per la riduzione del rischio di fratture in pazienti con osteoporosi. Gli effetti degli alimenti ricchi di soia contenenti ipriflavone o altri flavonoidi non sono stati testati in modo sufficientemente rigoroso per permettere ulteriori considerazioni: allo stesso modo non esistono dati che indichino il ruolo dei flavonoidi in aggiunta ad altri agenti farmacologici nel trattare dell'osteoporosi. 4.5.2 CAFFEINA. E' stato spesso ipotizzato che bevande gassate o alcolici o caffeina fossero dannosi per la salute dell'osso. Le evidenze disponibili riguardo la loro assunzione da parte di pazienti con bassa densità ossea od osteoporosi sono, invece, inconsistenti e non confermano qualsiasi raccomandazione in relazione alla prevenzione di frattura. 5 HRT (Terapia Ormonale Sostitutiva) e osteoporosi. La maggioranza delle donne del Regno Unito usa la HRT per il sollievo dalla sintomatologia menopausale che può essere molto sgradevole e coinvolgere qualità di vita e benessere. E' generalmente prescritta a donne in un'età in cui il rischio di frattura è basso. 5.1 UTILIZZO DELLA HRT NELLA GESTIONE DELL'OSTEOPOROSI. La prevenzione primaria dell'osteoporosi è oltre gli obiettivi di questa Linea Guida, ma lo studio WHI ha aumentato grandemente le conoscenze sull'argomento. E' semplicemente ignoto se i dati provenienti da studi di prevenzione primaria possano essere estrapolati per il trattamento dell'osteoporosi. Lo studio WHI ha esaminato 16.608 donne normali e sane di età tra i 50 e 79 anni che assumevano una combinazione tra mg.0,625 estrogeni equini coniugati e mg.2,5 di medrossiprogesterone acetato. Un end point secondario dello studio ha preso in considerazione l'incidenza di fratture ed ha confermato che l'assunzione protratta di HRT previene le fratture osteoporotiche. (Tabella 3) 19 1+ TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (HRT) Tabella 3: riduzione di fratture osteoporotiche con Terapia Ormonale Sostitutiva (HRT):dati WHI Sedi frattura HRT (8506) Placebo (8102) Rischio Relativo 95% CI Anca 44 60 0,66 0,45-0,98 Rachide 41 62 0,66 0,44-0,98 Altre osteoporotiche 579 701 0,77 0,69-0,86 Totale 650 788 0,76 0,69-0,85 Ci sono pochi dati disponibili da altri RCTs in cui risulti che la HRT prevenga le fratture. Le recenti metanalisi sono state influenzate principalmente da due grandi studi, uno dei quali (HERS) ha prodotto risultati negativi Quando si valuta il ruolo della HRT nel trattamento dell'osteoporosi, c'è solo un piccolo RCT (75 pazienti) che esamina l'efficacia delle HRT (estrogeni e progesterone transdermici) nella prevenzione secondaria delle fratture (vertebrali). Quando viene esaminato in base al numero di fratture vertebrali che si verificano nei due gruppi, il gruppo trattato con estrogeni presenta una significativa riduzione d'incidenza di fratture vertebrali. Tuttavia, un'analisi basata sul numero di donne con nuove fratture vertebrali (il normale end point degli studi più recenti) non ha mostrato a riduzione statisticamente significativa. E' stato condotto un gruppo di RCTs relativamente piccoli che stabiliscono l'efficacia della HRT nel trattare un bassa BMD. Uno studio ha confrontato i benefici per la BMD della HRT nei confronti di alendronato e placebo e mostra che con un uso della HRT per due o tre anni si ottiene un significativo guadagno di BMD al rachide ed al femore e che questo è almeno tanto quanto quello osservato con i bifosfonati. Questi studi non sono stati di potenza tale da fornire un'idea chiara sull'efficacia antifratturativa della HCT. Alla luce dei dati WHI in donne normali, dove la densità ossea non era conosciuta ma la HRT ha dimostrato comunque una riduzione di fratture, sembra altamente probabile che un uso costante della HRT possa anche ridurre il rischio di fratture in donne con BMD nota. 5.2 RAPPORTO RISCHI/BENEFICI DELLA HRT. Il rapporto rischi/benefici della HRT è complesso e richiede una valutazione individuale per ogni donna che assuma tale terapia, soprattutto se per più di cinque anni. L'incremento del rischio di cancro mammario associato a HRT è modesto, ma correlato alla durata e costituisce il motivo principale per cui la maggior parte delle donne decide di non continuare la HRT per lunghi periodi. Una grande re-analisi da parte di Beral e colleghi di abbondanti dati mondiali riguardo la HRT ed il cancro mammario ha stimato che 45 donne su mille che non usano la HRT avrà un cancro mammario diagnosticato tra i 50 e 70 anni. Per le donne che iniziano ad utilizzare la HRT a 50 anni, il numero eccedente di cancri mammari diagnosticato è stato stimato come nella seguente: Tabella 4: incidenza del cancro al seno in donne che iniziano HRT a 50 anni Periodo di tempo in HRT Cancri del seno extra trovati a 70 anni (per 1000 donne) in più rispetto ai 45 che si sarebbero verificati in donne non sottoposte a HRT • 5 anni 2 • 10 anni 6 • 15 anni 12 20 TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (HRT) Altre considerazioni nell'analisi rischio/beneficio includono un aumentato rischio di tromboembolismo venoso, con un rischio relativo tra due e quattro ed un rischio assoluto di circa tre per 10.000 trattate per anno. Il Raloxifene (un SERM: Modulatore Selettivo del Recettore per gli Estrogeni) porta ad un simile aumento di rischio di VTE (Trombo-Embolismo Venoso). Un'anamnesi di VTE controindica l'uso di HRT o raloxifene. L'uso di estrogeni isolati in donne aumenta il rischio di cancro endometriale di circa il sestuplo dopo più di cinque anni di trattamento. Per ridurre il rischio di cancro endometriale andrebbe aggiunto progesterone. Dati recenti mostrano chiaramente che un rischio aumentato di cancro endometriale resta ancora con un più lungo periodo d'uso di una HRT sequenziale combinata (RR 1,5) ed i prescrittori dovrebbero essere consapevoli di questa possibilità dopo più di cinque anni di terapia. Questo aumento di rischio non è stato trovato in donne che usino una terapia continua di estrogeni e progestinici combinati. RCTs condotti di recente hanno fallito nel dimostrare un qualche beneficio nella malattia coronarica (CHD). I dati WHI confermano ciò e, per giunta, dimostrano un eccedenza di rischio per infarto miocardico e stroke in chi utilizza la HRT (Tabella 5). Una più recente analisi delle evidenze da RCTs riguardo gli effetti a lungo temine della HRT fornisce ulteriore supporto all'assenza di risultati nella CHD e dell'aumentato rischio di stroke. Ulteriori dati dallo studio WHI confermano il rischio di cancro mammario e tromboembolismo venoso con HRT (Tabella 5). Finora in nessuno studio sono presenti dati riguardo gli estrogeni solo verso placebo. Attenendoci ai dati precedenti, i tassi di cancro endometriale non sono influenzati. Il cancro colorettale sembra avere un'incidenza minore. Complessivamente non sussiste differenza di mortalità tra il gruppo HRT ed il gruppo placebo. Tabella 5: incremento/riduzione del rischio assoluto attribuibile a 10.000 persone sottoposte per un anno a HRT continuativo Risultato HRT verso placebo per 10.000 persone/anno • malattie cardiovascolari + 07 (37 contro 30 casi) • stroke + 08 (29 contro 21 casi) • DVT/PE + 18 (34 contro 16 casi) • cancro del seno + 08 (38 contro 30 casi) • cancro del colon - 06 (10 contro 16 casi) • frattura dell'anca - 05 (10 contro 15 casi ✔ L'uso di HRT può essere considerato un'opzione per il trattamento dell'osteoporosi, ma rischi e benefici dovrebbero essere discussi con ogni singola donna prima di iniziare le terapia. Donne in periodo perimenopausale a rischio di osteoporosi possono prendere in considerazione l'assunzione di HRT e possono essere rassicurate che l'uso continuo di HRT riduce il rischio di fratture osteoporotiche. La durata della terapia dovrebbe essere basata su una regolare rivalutazione dei rischi e benefici. 21 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A 6 Gestione farmacologica Questa sezione descrive i seguenti scenari di trattamento: • Donne in post-menopausa con fratture vertebrali multiple (la DEXA non è essenziale, ma devono essere escluse altre malattie destruenti); • Donne in post menopausa con osteoporosi determinata con una DEXA ed almeno una frattura vertebrale; • Donne in post-menopausa con osteoporosi determinata con una DEXA con o senza una pregressa frattura non vertebrale; • Donne delicate e anziane con diagnosi di osteoporosi determinata con una DEXA, con o senza pregresse fratture osteoporotiche; • Uomini con diagnosi di osteoporosi determinata con una DEXA, con o senza pregresse fratture osteoporotiche. L'HRT (Hormon Replacement Therapy - Terapia ormonale sostitutiva) è discussa all'interno di ogni scenario ed ulteriori informazioni sono state fornite nella sez. 5. La Guida Rapida allegata a questa LG sintetizza il processo decisionale per ognuno di questi scenari (eccetto che per gli uomini). 6.1 GLI OBIETTIVI DEL TRATTAMENTO. 6.1.1 RIDUZIONE DELL'INCIDENZA DELLE FRATTURE. Il primo obiettivo del trattamento dell'osteoporosi consiste nel ridurre l'incidenza delle fratture. In pazienti con un'anamnesi di pregressa frattura è dalle due alle otto volte più probabile che si verifichi una frattura in un qualsiasi punto dell'apparato scheletrico. Questi pazienti vanno prontamente identificati e dovrebbero avere una priorità nel trattamento. I pazienti con fratture vertebrali, con o senza dolore, condividono lo stesso maggiore rischio di nuove fratture ma solo una minoranza tra loro è di norma riconosciuta e trattata. 6.1.2 RIDUZIONE DELLA MORBILITÀ CORRELATA ALLE FRATTURE. Dal punto di vista del paziente la priorità può essere costituita da un regime analgesico efficace, per esempio per ridurre il dolore associato alla frattura vertebrale. Un trattamento dell'osteoporosi per realizzare una prevenzione secondaria delle fratture non avrà influenza sul dolore percepito dal paziente sul momento come conseguenza della frattura. Consigli per il trattamento del dolore sono forniti nella sezione 6.11. 6.1.3 QUALI FRATTURE SUCCESSIVE POSSONO ESSERE PREVENUTE? I trattamenti esaminati in questa sezione possono essere esse suddivisi a grandi linee tra quelli hanno mostrato di essere in grado di ridurre soltanto l'incidenza di fratture vertebrali e quelli con un'efficacia potenzialmente più ampia nel ridurre le fratture in qualunque parte dello scheletro (cioè vertebrali e non vertebrali). Alcune terapie hanno mostrato di ridurre l'incidenza di fratture dell'anca come parte della loro efficacia nel ridurre il rischio di fratture non-vertebrali. In generale, la prima scelta terapeutica sarebbe un trattamento che sia efficace nel ridurre il rischio di fratture sia vertebrali che non vertebrali. 6.1.4 FATTORI DI RISCHIO PER FRATTURA E LORO USO NEL DEFINIRE IL TRATTAMENTO I fattori di rischio principali di frattura sono basso BMD, anamnesi di frattura, età e rischio di caduta (vedi sezione 2). Questi, nell'insieme, definiscono il livello base del rischio fratturativo e sostanzialmente sono utili per definire chi deve essere 22 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A trattato. Le donne con più di 60 anni con osteoporosi ed un storia di fratture osteoporotiche hanno il maggior rischio di fratture vertebrali e non vertebrali. La valutazione del BMD con una DEXA è un prerequisito per definire il trattamento nella maggior parte dei casi. La principale eccezione è costituita da quei pazienti che che hanno avuto almeno due fratture vertebrali e notoriamente non hanno tumori metastatici sottostanti, mieloma o altre malattie distruttive, in quanto lavori clinici hanno dimostrato che i bifosfonati sono in grado di ottenere una prevenzione secondaria delle fratture vertebrali. In tutte le altre situazioni la valutazione con la DEXA assiale è essenziale per definire il livello di rischio fratturativo per il quale la terapia è probabilmente efficace nel ridurre il rischio del paziente di fratturarsi. Definire il trattamento per ridurre il rischio fratturativo sulla base dei fattori di rischio clinici di caduta (senza determinazione del BMD) si è dimostrato inefficace come mezzo per ridurre l'incidenza di fratture. L'efficacia delle terapie nel ridurre il rischio fratturativo è stata verificata principalmente in termini di impatto sul rischio di frattura vertebrale. La maggior parte degli studi ha specificatamente valutato la potenziale riduzione in incidenza di fratture vertebrali “morfometriche” (cioè non cliniche). Questo sono definite, in genere, in base alla riduzione delle dimensioni, anteriori, mediane o posteriori del corpo vertebrale e questa può essere accompagnata da un grading semiquantitativo della gravità della frattura. Gli studi clinici differiscono nel soglie di perdita di altezza che definiscono un frattura vertebrale morfometrica incidente. Gli studi con risedronato e con HRT hanno basato la definizione di frattura vertebrale incidente su una riduzione di almeno il 15% una di queste dimensioni vertebrali, anche se in associazione con cambiamenti del sistema di grading semiquantitativo. In altri studi clinici con etidronato, alendronato, raloxifene e calcitonina la fratture vertebrali incidenti sono state definite sulla base si una perdita di almeno il 20% di altezza del corpo vertebrale. Ciò ha un'influenza chiave sui tassi di fratture vertebrali con placebo. I risultati dei principali RCTs con trattamento farmacologico verso placebo per ridurre il rischio fratturativo sono sintetizzati nella Tabella 6. Le scelta di una specifica terapia farmacologica per il singolo paziente in ultima istanza è a discrezione del medico prescrittore e deve tenere presenti i rischi rispetto ai benefici della terapia nel contesto della storia clinica del paziente e delle sue convinzioni. Analogamente, i regimi terapeutici dovrebbero essere rivalutati periodicamente in quanto il rapporto rischi/benefici può variare nel tempo. Ci sono due importanti considerazioni di cui tener conto quando vengono utilizzati bifosfonati orali: • Tutti i bifosfonati vengono poco assorbiti. Tipicamente, solo solo una percentuale tra uno e cinque per cento della dose ingerita viene effettivamente assorbita. Un assorbimento ottimale richiede che i bifosfonati siano ingeriti a stomaco vuoto, o come prima cosa al mattino dopo il digiuno notturno evitando di assumere alimenti per i successivi 30 minuti oppure alla metà di quattro ore di digiuno e devono essere ingeriti con un grosso bicchiere d'acqua; • Tutti i bifosfonati possono essere associati con effetti collaterali gastrointestinali. Per gli aminobifosfonati come l'alendronato può verificarsi in rare occasioni una ulcerazione esofagea. Il rischio di questi sintomi può essere ridotto evitando di stare sdraiati per 30 minuti dopo l'ingestione o usando preparazioni settimanali. Considerato il complicato protocollo per l'ingestione, è dubbio se la terapia con bifosfonati sia appropriata in pazienti che difficilmente possono aderire a tale regime. Questo può applicarsi, per esempio, quando il paziente è confuso e non ha chi lo assiste a casa. 23 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A Tabella 6: sintesi dei RCTs che valutano l'efficacia della terapia farmacologica nel ridurre l'incidenza di fratture in donne dopo la menopausa.. Rischio ridotto frattura Terapia Paz. BMD Tasso frattura placebo Tasso frattura trattati (95% CI) RR NNT (*) 19 Donne con fratture vertebrali multiple ma senza accertamento DEXA vertebrale Etidronato 423 --- vertebrale Risedronato 2458 --- non vertebrale Risedronato 2458 --- vertebrale Risedronato 1225 --- 9,3% 4,1% dopo 0,44 dopo 2 anni 2 anni (0,2-1,0) 16,3% 11,3% 0,59 20 32 dopo 3 anni dopo 3 anni (0,43-0,82) 8,4% 5,2% dopo 0,60 dopo 3 anni 3 anni (0,39-0,94) 29,0% 18,1% 0,51 10 8% dopo 0,53 15 2,9 anni (0,41-0,68) dopo 3 anni dopo 3 anni (0,36-0,63) Donne con basso BMD determinato con DEXA e con almeno una frattura vertebrale Vertebrale Alendronato 2078 Collo femore T<-1,6 15% dopo 2,9 anni anca Alendronato 2078 Collo femore T<-1,6 vertebrale Calcitonina 1255 Rachide T<-2,0 vertebrale Raloxifene 2304 Collo femore T<-2,5 2,2% dopo 2,9 anni 1,1% do0,49 po 2,9 anni (0,23-0,99) 90 12 26 % 18 % dopo 0,67 dopo 5 anni 5 anni (0,47-0,97) 21,2% 14,7% dopo 3 anni dopo 3 anni 16 0,7 (0,6-0,9) Donne con basso BMD determinato con DEXA con o senza pregressa frattura non-vertebrale Vertebrale Alendronato 4432 Collo femore T<-1,6 3,8% dopo 4,2 anni 2,1% do0,56 po 4,2 anni (0,39-0,80) 60 vertebrale Alendronato 1640 Collo femore T<-2,5 5,8% dopo 4,2 anni 2,9% do0,50 po 4,2 anni (0,31-0,82) 35 anca Alendronato 1640 Collo femore T<-2,5 2,2% dopo 4,2 anni 1,0% do0,44 po 4,2 anni (0,18-0,97) 81 1908 Rachide T<-2,0 4,4% do- 2,4% non vertebrale Alendronato po 1 anno vertebrale Raloxifene 4524 Collo femore T<-2,5 4,5% dopo 1 anno 0,53 54 (0,30-0,90) 2,3% 0,50 46 dopo 3 anni dopo 3 anni (0,40-0,80) anca Risedronato 5445 Collo femore T<-2,7 3,2% 1,9% 10,7% 8,4% 0,60 78 0,80 43 dopo 3 anni dopo 3 anni (0,40-0,90) non vertebrale Risedronato 5445 Collo femore T<-2,7 dopo 3 anni dopo 3 anni (0,70-1,0) (*) L'NNT è calcolato, piuttosto che citato da una fonte di riferimento. NNT non è solo in funzione dell'efficacia della terapia ma è determinato in modo significativo dal rischio di base che si evince dall'incidenza delle fratture vertebrali e non vertebrali osservato nel gruppo placebo di questi trials. Come indicato in tabella il tasso nel gruppo placebo varia significativamente tra i trials;quindi il confronto diretto tra gli NNT come guida dell'efficacia della terapia non è appropriato. 24 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A 6.2 DONNE IN POST-MENOPAUSA CON FRATTURE VERTEBRALI MULTIPLE. Le donne con fratture vertebrali multiple hanno il maggior rischio di nuove fratture. Il rischio futuro cresce esponenzialmente col crescere del numero delle fratture in atto. Solo una minoranza di pazienti con fratture vertebrali è sempre diagnosticata e trattata per osteoporosi. Solo il 50% delle fratture vertebrali è associato a dolore, ma la morbilità circa il rischio di future potenziali fratture e la mortalità sono simili indipendentemente dal fatto che la frattura vertebrale sia o non sia associata a sintomi. L'inconsistenza di quanto evidenziato dagli esami radiografici è un fattore che contribuisce alla bassa percentuale di identificazione e conseguente scarso trattamento in pazienti con fratture vertebrali osteoporotiche. In due importanti lavori clinici l'efficacia di un trattamento per tre anni con risedronato 5mg/die (con calcio + vitamina D) è stata associata ad una significativa riduzione dell'incidenza di fratture morfometriche vertebrali tra donne con almeno due fratture vertebrali. Uno studio più ampio ha anche dimostrato la riduzione del rischio in fratture non-vertebrali. Il regime alternativo con 35 milligrammi di risedronato una volta a settimana è efficace quanto il regime di 5 mg/die nell'accrescere la densità ossea ed implicitamente ha un'efficacia simile nel ridurre il rischio fratturativo. Il trattamento ciclico con etidronato (mg.400 di etidronato per 14 giorni seguiti da 76 giorni con mg.500 di calcio al giorno) è efficace nella prevenzione secondarie di fratture vertebrali in donne con almeno due fratture vertebrali ed osteopenia radiologica ma senza finalizzazione della terapia utilizzando la DEXA. 6.2.1 OPZIONI TERAPEUTICHE. Una volta esclusa l’esistenza di cause sottostanti distruttive quali un tumore (compreso il mieloma) o una infezione quale causa di fratture vertebrali multiple, c’è evidenza che in donne con almeno due fratture vertebrali trattate con bifosfonati, si registra una riduzione significativa del rischio di fratture vertebrali. Donne in post-menopausa che abbiano avuto almeno due fratture vertebrali devono essere prese in considerazione per uno dei seguenti tipi di trattamento : A Per ridurre il rischio di qualsiasi tipo di frattura: trattamento orale con risedronato (5 mg al giorno o 35 mg a settimana associato a calcio + vitamina D) Sebbene non sia stato testato in trials clinici, è verosimile che l’alendronato possa avere la stessa efficacia del risedronato. Il regime terapeutico di 70 mg a settimana è altrettanto efficace di 10 mg al giorno nell’aumentare la densità ossea. A Per ridurre il rischio di fratture vertebrali: trattamenti ciclici intermittenti con etidronato (400 mg al giorno di etidronato per 14 giorni seguiti da 76 gg con 500 mg di calcio per cicli trimestrali). In ciascuno di questi casi il trattamento può essere iniziato senza precedente valutazione con DEXA assiale. La scelta della specifica terapia per il singolo paziente è compito del medico prescrittore che deve valutare oltre che la storia clinica del paziente anche la formulazione, il costo, la tollerabilità e le preferenze del paziente. A pari condizioni, comunque, alendronato e risedronato dovrebbero rappresentare la scelta prioritaria per questo tipo di pazienti poiché riducono il rischio di frattura in tutti i siti. 25 1++ GESTIONE F ARMAC OLOGIC A 6.3 DONNE IN POSTMENOPAUSA CON OSTEOPOROSI DIAGNOSTICATA CON DEXA ASSIALE E CON ALMENO UNA FRATTURA VERTEBRALE 6.3.1 BIFOSFONATI. Alendronato 10 mg al giorno (con 500 mg di calcio e 250 UI di vit. D al giorno) è efficace nella prevenzione secondaria delle fratture osteoporotiche vertebrali quando è indirizzato a donne con almeno una frattura vertebrale e con un BMD al collo femorale inferiore ad un T-score di -1,6. Come altri studi citati in seguito, questo trial fa riferimento ai dati provenienti dal National Health and Nutrition Survey. In questo trial l’incidenza delle fratture vertebrali morfometriche è stato significativamente ridotto. Sebbene non sia stato complessivamente ridotto il rischio di fratture non vertebrali, sono stati significativamente ridotti alcuni tipi di fratture come quella dell’anca Il regime alternativo con alendronato 70 mg una volta la settimana ha la stessa efficacia dei 10 mg al giorno nell’aumentare il BMD (sebbene non ci siano dati sulle fratture) 6.3.2 HRT (TERAPIA SOSTITUTIVA ORMONALE) E’ stato ritrovato un solo piccolo studio RCT circa l’efficacia del cerotto trans dermico nella prevenzione secondaria delle fratture. Le pazienti sono state reclutate sulla base di una bassa densità ossea ed è stato utilizzato il numero di fratture vertebrali per definire l’efficacia piuttosto che il numero di donne affette da nuove fratture vertebrali come è successo in altri trials. 6.3.3 1++ CALCITONINA. 200 UI di calcitonina intranasale in associazione con 1000 mg di calcio e 400 UI di vit. D al giorno, hanno dimostrato di ridurre l’incidenza di fratture vertebrali. Insolitamente, non è stata vista una risposta correlata alla dose: né 100 UI al giorno né 400 UI al giorno sono associate con un cambio di incidenza delle fratture vertebrali morfometriche. La calcitonina non ha mostrato di aver efficacia nel ridurre l’incidenza di fratture non vertebrali in RCTs ben condotti. 6.3.5 1+ RALOXIFENE. 60 mg di raloxifene associato a 500 mg di calcio e 400-600 UI di vit. D si sono dimostrati efficaci nel ridurre l’incidenza delle fratture vertebrali morfometriche in donne con basso BMD ed una moderata o due piccole fratture vertebrali. Il raloxifene non ha dimostrato chiaramente di ridurre l’incidenza di fratture non vertebrali. 6.3.4 1++ 6.3.5 SCELTE TERAPEUTICHE Donne in postmenopausa con almeno una frattura vertebrale e con osteoporosi confermata tramite DEXA assiale devono essere prese in considerazione per una delle seguenti scelte terapeutiche : A Per ridurre il rischio di frattura in tutto lo scheletro: trattamento con alendronato per bocca (100 mg al gg o 70 mg a settimana + calcio con o senza vit. D) Sebbene non sia stato specificatamente testato in simili condizioni, è verosimile che il risedronato possa avere la stessa efficacia dell’alendronato. A Per ridurre il rischio di fratture vertebrali: trattamento orale con raloxifene (60 mg al giorno + calcio con o senza vit. D) 26 1++ GESTIONE F ARMAC OLOGIC A B Per ridurre il rischio di fratture vertebrali : trattamento con calcitonina per via nasale (200 UI al giorno+calcio con o senza vit D) ✔ L’uso della terapia ormonale sostitutiva può essere considerato una scelta terapeutica per il trattamento della osteoporosi per ridurre il rischio di fratture vertebrali, ma rischi e benefici vanno discussi individualmente con ogni donna prima di iniziare il trattamento (vedi sezione 5) La scelta della specifica terapia per il singolo paziente è compito del medico prescrittore che deve valutare oltre che la storia clinica del paziente anche la formulazione, il costo , la tollerabilità e le preferenze del paziente. A parità di condizione, tuttavia, l’alendronato ed il risedronato dovrebbero rappresentare la scelta terapeutica in questa categoria di pazienti poiché riducono il rischio di fratture in tutti i siti scheletrici. La calcitonina ha dimostrato di avere una qualche efficacia come analgesico nel dolore acuto (vedi sez 6.11.1) e può essere presa in considerazione nelle pazienti che hanno dolore da frattura vertebrale. 6.4 DONNE IN POSTMENOPAUSA CON OSTEOPOROSI DIAGNOSTICATA CON DEXA ASSIALE E CON O SENZA UNA PREGRESSA FRATTURA NON VERTEBRALE L’importanza di una frattura non vertebrale consiste nel fatto che essa raddoppia il rischio potenziale di fratture nello stesso o in altri siti scheletrici. Le prove sulla necessità di trattamento per questo gruppo di pazienti che hanno basato la terapia su una bassa BMD ed hanno dimostrato efficacia nella riduzione del rischio di successive fratture. Il trattamento dovrebbe essere condotto sulla base di basso BMD. Se una paziente ha una frattura non vertebrale, ha un rischio maggiore di fratture future. Ne consegue che dovrebbe esserci più grande beneficio a trattare questo gruppo ad alto rischio (paz. con bassa BMD e fratture non vertebrali) dovuto all’alto numero di fratture prevenute. 6.4.1 BIFOSFONATI. Alendronato 10 mg al giorno (con 500 mg di calcio e 250 UI di Vit. D) sono stati studiati in un ampio trial clinico comprendente oltre 4400 pazienti dove il trattamento è stato scelto sulla base della sola bassa BMD senza precedenti fratture. Durante il trial sono stati utilizzati i dati di standardizzazione internazionale per quanto riguarda la BMD dell’anca e questo ha avuto un riflesso significativo sulla reale severità della riduzione della BMD nelle pazienti reclutate. Successivamente analisi basate sui criteri nella NHANES hanno permesso di rivalutare l’intero gruppo dei trials con una riclassificazione della loro BMD tramite il T-score. L’incidenza delle fratture vertebrali si è ridotta in donne trattate con un T-score del collo femorale < -1.6. se, comunque, il trattamento è mirato su pazienti con un T-score del collo femorale < -2,5 si vede una riduzione dell’incidenza di fratture vertebrali e non vertebrali (inclusa l’anca). Efficacia simile nella riduzione del rischio di fratture non vertebrali è stato riportato in un altro trial clinico con alendronato in cui 1900 donne son state trattate con alendronato 10 mg al gg e 500 mg di calcio al giorno sulla base del fatto che il loro T-score BMD a livello lombare era di < -2. Risedronato 5 mg al gg (con 1000 mg i calcio + 500 UI di vit D al gg) hanno dimostrato di essere efficaci quando indirizzati a donne anziane con T-score del collo femorale < - 4 (uguagliato con NHANES T-score di circa -2,7 / -2,9 ) o con 27 1++ GESTIONE F ARMAC OLOGIC A una BMD più alta e altri fattori di rischio scheletrici. Questo studio eccezionalmente è rivolto ad end point primari di incidenza di fratture di anca ed ha dimostrato l’efficacia di riduzione del rischio di fratture non vertebrali e specificatamente il rischio di fratture dell'anca. L’incidenza delle fratture di anca è stato ridotta del 3,2% rispetto al gruppo placebo dopo tre anni. 6.4.2 RALOXIFENE. Raloxifene 60 mg al giorno (con 500 mg di calcio e 600 UI di vit D) è stato ben studiato in 4500 donne che son state trattate sulla base di un T-score al collo femorale <- 2,5. Il rischio relativo di fratture vertebrali morfometriche è stato ridotto. 6.4.3 1++ SCELTE TERAPEUTICHE. Donne in postmenopausa che hanno avuto bassa BMD confermata tramite DEXA dovrebbero essere prese in considerazione per uno dei seguenti trattamenti: A Per ridurre il rischio di fratture in tutti i siti: trattamento o con alendronato (10 mg al gg o 70 mg a settimana + calcio con o senza vit. D) o con risedronato (5 mg al gg o 35 mg a settimana + calcio con o senza vit. D). A Per ridurre il rischio di fratture vertebrali: trattamento orale con raloxifene (60 mg al giorno + calcio con o senza vit D) La scelta della specifica terapia per il singolo paziente è compito del medico prescrittore che deve valutare oltre che la storia clinica del paziente anche la formulazione, il costo , la tollerabilità e le preferenze del paziente. A parità di condizioni, comunque , l’alendronato ed il risedronato dovrebbero rappresentare la scelta prioritaria per questo tipo di pazienti poiché riducono il rischio di frattura in tutti i siti. 6.5 DONNE FRAGILI ED ANZIANE (ETÀ SUPERIORE AD 80 ANNI) CON DIAGNOSI DI OSTEOPOROSI CON O SENZA PREGRESSA FRATTURA OSTEOPOROTICA Studi per valutare l’efficacia dei bifosfonati (etidronato, alendronato e risedronato) e del raloxifene , hanno generalmente reclutato donne oltre gli 80 ed 85 anni di età ed uno studio ha incluso uno braccio che ha arruolato donne di ogni età oltre gli 80 anni. L’età di per se non dovrebbe perciò precludere il trattamento con terapie anti-riassorbimento. Per la scelta del trattamento vengono applicati gli stessi criteri. La DEXA assiale dovrebbe essere un prerequisito per stabilire che il BMD sia sufficientemente basso prima di iniziare il trattamento con bifosfonati, a meno che la paziente sia stata affetta da fratture vertebrali multiple. Per tali pazienti e per altre che sono considerate fragili come quelle che sono costrette in casa un altro comune fattore di rischio trattabile è la deficienza di vit D. Questa è la conseguenza della mancanza di esposizione ai raggi ultravioletti. C’è evidenza che trattando queste paz con calcio e vit D, si può ridurre l’incidenza di fratture dell’anca del 35% e delle fratture non vertebrale del 26% senza necessità ne di misurare la vit D né di indirizzare la terapia tramite esame DEXA. 6.5.1 SCELTE TERAPEUTICHE. A Per ridurre il rischio di fratture in tutti i siti scheletrici, le donne anziane che hanno avuto fratture vertebrali multiple o che hanno 28 1++ GESTIONE F ARMAC OLOGIC A avuto osteoporosi confermata con DEXA, dovrebbero essere prese in considerazione per trattamento con risedronato per os (5 mg al giorno o 35 mg una volta la settimana + calcio con o senza vit. D) oppure con alendronato (10 mg al giorno o 70 mg una volta la settimana + calcio con o senza vit. D) E’ chiaro che il trattamento con bifosfonati indirizzato a pazienti in cui il rischio di fratture è stato definito sulla base di fattore di rischio di cadute, non ridurrà il rischio di fratture. I bifosfonati rinforzano l’osso ma non prevengono le cadute. ✔ Strategie per la riduzione del rischio di cadute dovrebbero essere messe in atto per ridurre il rischio di fratture in donne anziane che hanno subito qualche precedente forma di frattura. A Per ridurre il rischio di frattura dell’anca, le donne fragili anziane che sono costrette in casa, devono ricevere 1000 – 1200 mg di calcio al giorno con 800 UI di vit. D Non è necessario misurare il livello plasmatico di vitamina D prima di cominciare il trattamento. 6.6 UOMINI CON DIAGNOSI DI OSTEOPOROSI FATTA CON DEXA ASSIALE CON O SENZA PRECEDENTI FRATTURE OSTEOPOROTICHE Anche se le fratture osteoporotiche sono meno comuni negli uomini rispetto alle donne, gli uomini presentano una maggior morbilità e morbilità associata alle fratture. Gli uomini hanno inoltre un rischio aumentato di osteoporosi per forme secondarie. Nelle donne c’è una chiara relazione tra BMD e rischio di fratture. Ulteriori studi sono necessari per stabilire se questo è vero anche negli uomini. Non è dunque certo se l’osso della donna e quello dell’uomo si fratturano allo stesso livello di BMD; c’è qualche prova che uomini e donne possono fratturarsi ad un simile Tscore di BMD specifico per il sesso. Ci sono pochi studi negli uomini con osteoporosi e sono necessari ulteriori studi per stabilire l’efficacia della terapia antiriassobitiva nel raggiungere la prevenzione primaria e secondaria per fratture osteoporotiche. Esiste un RCT ben condotto in uomini con bassa BMD e storia di una o più fratture vertebrali o una frattura non vertebrale osteoporotica. L’alendronato (10 mg al gg + 500 mg di calcio con o senza 400 mg di vit D) ha dimostrato di aumentare significativamente il BMD del rachide lombare e del collo femorale e di ridurre il rischio per fratture vertebrali morfometriche e la perdita di altezza. Le prove di efficacia relative al supplemento di calcio e vit. D in uomini sono inconsistenti. L'efficacia di calcio e vit. D in assenza di concomitante terapia antiriassobitiva in uomini osteoporotici non è conosciuta. L’efficacia del calcitriolo nel ridurre il rischio di fratture vertebrali o nel cambiare il BMD dell’anca o del rachide negli uomini non è stato stabilito. Le prove dell’efficacia dell’uso di androgeni sono scarse e dominate da studi di scarsa qualità. Il testosterone in uomini con ipogonadismo può aumentare il BMD del rachide ma non ci sono dati da trials che abbiano come obiettivo le fratture. Non ci sono dati convincenti di efficacia sul cambiamento del BMD in uomini eugonadici. Non ci sono studi con testosterone condotti sulla base di basso BMD. 29 1++ GESTIONE F ARMAC OLOGIC A 6.6.1 SCELTE TERAPEUTICHE. A Per ridurre il rischio di fratture in ogni sito scheletrico, uomini con bassa BMD e/o una storia di una o più fratture vertebrali o una frattura non vertebrale osteoporotica dovrebbero essere trattati con alendronato orale (10 mg + 500 mg con o senza vit. D 400 UI) La stessa efficacia ha mostrato la somministrazione di alendronato 70 mg la settimana nelle donne : tale formulazione non è correntemente usata per gli uomini. E’ verosimile che entrambi le formulazioni abbiano la stessa efficacia riguardo al rischio di fratture negli uomini. 6.7 OSTEOPOROSI INDOTTA DA TERAPIA STEROIDEA Il gruppo di sviluppo di questa LG ha deciso di non procedere ad una dettagliata revisione della letteratura riguardo all'osteoporosi indotta da glucocorticoidi, considerata la la pubblicazione di una Linea Guida (a riguardo) pubblicata dalla UK Bone and Tooth Society in associazione con la National Osteoporosis Society ed il Royal College of Physicians di Londra nel Dicembre 2002. L'algoritmo clinico per questa Linea Guida è pubblicato nell'appendice 5. 6.8 COMBINAZIONE DI TRATTAMENTI Nei trials clinici i bifosfonati (alendronato, etidronato e risedronato), il raloxifene o la calcitonina sono stati di norma somministrati in associazione a calcio + vit. D. la dose di calcio variava dai 500 ai 1000 mg/die e quella di vitamina D dai 6,25 ai 20 mcg/die (250 – 800 UI). Quando l'assunzione di calcio non è ottimale diventa appropriata una dose giornaliera di oltre mg.1000 di calcio più mcg.20 (800 UI) di vit. D in associazione a questi farmaci (vedi sez. 4.3.2), in assenza di condizioni associate ad ipercalcemia. Parecchi studi clinici hanno riportato che l'aggiunta di bifosfonati a HRT o al raloxifene fornisce ulteriori vantaggi alla BMD rispetto alla monoterapia. Sono necessari ulteriori studi per chiarire se e quale associazione è di maggiore aiuto nella riduzione dell'incidenza di fratture. Finché non saranno disponibili dati, non è raccomandabile l'associazione di bifosfonati con raloxifene o HCT. 6.9 DURATA DEL TRATTAMENTO Dopo l’inizio della terapia sulla base della valutazione del rischio di frattura definito utilizzando la storia clinica di fratture insieme alla DEXA assiale tenuta presente l’età del paziente, è verosimile che il trattamento debba essere protratto per tutta la vita. I dati relativi all’efficacia sulle fratture, tuttavia, esistono solo per 1-4 anni di trattamento in trials randomizzati doppio cieco placebo controllati. Dati circa la sicurezza esistono per quanto riguarda i bifosfonati usati per alcuni anni di seguito, e suggeriscono che è improbabile che ci sia una qualche svantaggio nell’accumulo a livello scheletrico sebbene questi vengano trattenuti nello scheletro per anni. Esistono scarsi dati riguardo alla BMD o il rischio di fratture dopo la sospensione dei bifosfonati, sebbene uno studio abbia riportato un aumento dei markers del turnover osseo, senza cambiamenti dalla BMD due anni dopo la sospensione di alendronato e questo potrebbe indicare una riattivazione del processo che potrebbe alla fine avere come risultato una perdita della massa ossea. La identificazione di schemi ottimali di trattamento a lungo termine, potrebbe essere l’oggetto di future ricerche. Ulteriori dati sul beneficio sui regimi di trattamento intermittente sono attesi. 30 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A 6.10 MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI DEL TRATTAMENTO TRAMITE DEXA Ci sono prove circa la relazione esistente tra terapia ed aumento della BMD ed aumento della riduzione del rischio di fratture. L’efficacia del monitoraggio della BMD tramite DEXA non è stato ben valutato tramite trials clinici anche se è stato un end point chiave nella maggior parte dei trials clinici sulla gestione della osteoporosi. La richiesta di ripetere la DEXA nei singoli pazienti esige le seguenti considerazioni: • la DEXA lombare è l’esame da preferire per il follow up. • aumenti della BMD di almeno 3-4% sono necessari come “minima differenza significativa” che è verosimile superi l’errore di misurazione. • Il follow up dovrebbe essere normalmente fatto soltanto almeno dopo due anni di trattamento. Nota: un più frequente follow up è richiesto per monitorare gli effetti tossici sull’osso di farmaci come la chemioterapia Ci sono casi in cui il follow up con DEXA può essere di aiuto nella gestione di pazienti particolari. ...(omissis)... 6.11 IL TRATTAMENTO DEL DOLORE Dal punto di vista del paziente il dolore da frattura osteoporotica sia nella fase acuta che cronica è spesso la più immediata preoccupazione. Le fratture vertebrali osteoporotiche possono essere indolori ma il progressivo collasso vertebrale può portare al peggioramento della cifosi dorsale con possibile conseguente dolore cronico e astenia. Il dolore acuto da frattura può variare molto e il dolore cronico è associato con significative disfunzioni fisiche e una diminuzione della qualità della vita. Il trattamento deve comprendere una valutazione sia della necessità di prevenire una ulteriore progressione della osteoporosi sia una valutazione delle necessità analgesiche. L’uso della scala analgesica WHO potrebbe essere utile per ottenere in modo logico una adeguata analgesia ed il suo uso è validato al di fuori della cura del cancro. L’uso dei bifosfonati non ha dimostrato di poter alleviare il dolore. 6.11.1 DOLORE ACUTO. Durante la fase acuta della frattura può essere appropriato mettere in atto misure generali quali il riposo, il ghiaccio , la compressione e la elevazione. Gli analgesici convenzionali dovrebbero essere usati regolarmente piuttosto che a domanda. Altre specifiche misure come lo stoccaggio, la riduzione e la immobilizzazione con cerotto o fissazione della frattura è necessario che vengano utilizzate in modo appropriato. Poiché il dolore acuto può essere debilitante il ricovero in Ospedale può essere necessario sia per una adeguata analgesia sia per la mobilizzazione. Raggiungere una adeguata analgesia può essere difficile ed il coinvolgimento del Centro anti dolore può essere preso in considerazione. Gli oppiacei possono essere necessari . Il loro uso nelle persone anziane non dovrebbe essere ostacolato. La calcitonina preferibilmente per uso endo nasale piuttosto che per via parenterale ha dimostrato di essere di giovamento in casi difficili con dolore continuo dovuto a frattura vertebrale ma non è stata riconosciuta come farmaco analgesico in UK. E’ stata approvata come farmaco per il trattamento della osteoporosi post-menopausale. 31 GESTIONE F ARMAC OLOGIC A Una analgesia di successo nella fase acuta dovrebbe permettere una rapida mobilizzazione 6.11.2 DOLORE CRONICO. Il dolore cronico dovrebbe essere identificato e trattato attraverso l’uso di linee guida e scale del dolore. La registrazione dei livelli di dolore usando per esempio un Visual Analogue Scale è di aiuto nel valutare l’analgesia raggiunta. Un adeguato controllo del dolore cronico è spesso difficile e insoddisfacente. Gli agenti analgesici comuni, gli antinfiammatori non steroidei e la fisioterapia con attività fisica programmata sono tutti di aiuto. Anche la calcitonina ha dimostrato di avere un certo valore nel controllo e nel trattamento del dolore cronico lombare. L’ormone paratiroideo è stato utilizzato come agente terapeutico in un RCT di 18 mesi che ha dimostrato benefici nel ridurre il dolore lombare in donne in postmenopausa. Non è stato ammesso per questo uso nel UK e le prove per la sua efficacia non son state ancora esaminate in linee guida. L’uso di misure non farmacologiche come l’agopuntura o la TENS hanno dimostrato di essere di aiuto e possono essere prese in considerazione. L’assistenza psicologica dei pazienti con osteoporosi e con dolore è importante poiché la depressione e la perdita di sonno sono eventi comuni.. L’intervento psicologico può portare benefici soprattutto se aggiunto ad una terapia con antidepressivi. 6.11.3 ULTERIORI SVILUPPI In un prossimo futuro potrebbero rivelarsi utili nuove tecniche quali la vertebroplastica e la cifoplastica ma il loro ruolo deve essere ancora ben valutato tramite trials randomizzati e controllati e finché tali dati non saranno disponibili, queste tecniche non possono essere raccomandate. 7 Offerta economica e di servizi Una revisione della letteratura per quanto concerne l'evidenza di convenienza economica delle opzioni di trattamento e di diagnosi coperte dalle raccomandazioni del grado "di A" è stata effettuata. L'evidenza per i metodi diagnostici è minima ma una recente Valutazione di Tecnologia Sanitaria (HTA) fornisce una qualche prova sulla convenienza delle opzioni di trattamento. Inoltre offriamo una prospettiva economica ponderata dell'offerta di servizi come riportati dalle nostre linee guida. 7.1 su alcuni aspetti CONVENIENZA ECONOMICA DEGLI APPROCCI DIAGNOSTICI Soltanto tre lavori importanti sull'efficienza economica relativamente all'uso dello scanning DEXA sono stati identificati. Tutti riguardano la modellazione, piuttosto che l'incorporazione della valutazione economica nelle prove cliniche. C'è una qualche prova che per farmaci relativamente costosi, quali i bifosfonati, i programmi di trattamento preceduti da screening di densità dell'osso sono probabilmente più convenienti di quelli senza screening e, in alcune circostanze, si ottiene risparmio. 32 OF F ERTA EC ONOMIC A E SERVIZI Un lavoro recente ha concluso che la diagnosi ed il trattamento delle donne a rischio di osteoporosi sarebbero resi più redditizi mirando il trattamento su quelle con risultati di densità dell'osso più bassa. L'inclusione di un altro elemento di valutazione, quale un profilo di rischio, può migliorare la convenienza economica della diagnosi. 7.2 CONVENIENZA ECONOMICA DEL TRATTAMENTO Un recente Health Technology Assessment ha esaminato il vantaggio e l'efficienza di costo di differenti trattamenti per osteoporosi avanzata. Questo studio ha confrontato i trattamenti usando il costo per Quality-Adjusted Life-Year (QALY). Ha usato una soglia di £.30.000 o di meno per QALY per rappresentare la convenienza. Utilizzando un modello economico sviluppato dagli autori, solo all'età di 50 anni HRT e calcio più la vitamina D erano probabilmente da considerare redditizi economicamente (supponendo che il trattamento faccia diminuire il rischio di fratture non vertebrali a questa età). Nei gruppi d'età più anziani una più vasta gamma di trattamenti, compreso HRT, il calcio con o senza la vitamina D ed i bifosfonati sono stati considerati redditizi economicamente. Questo HTA dimostra che l'età è un determinante importante di convenienza economica poiché il rischio di fratture aumenta con l'età. Gli alti costi di intervento sono associati con minore convenienza poiché, in generale, la variazione di costo è più grande di qualunque variazione nell'efficacia provata. 7.3 IMPLICAZIONI NELL'OFFERTA DI SERVIZI L'evidenza, benché piccola, indica che un metodo economicamente vantaggioso di offrire un buon servizio in termini di diagnosi ed il trattamento dell'osteoporosi comporta una precedente misura di densità dell'osso tramite lo scanning DEXA dei pazienti ad alto rischio. Un modello di costo per fornire un tal servizio è mostrato nell'allegato 3 8 8.1 Applicazione, verifica e ricerca APPLICAZIONI LOCALI L'implementazione delle linee guida di riferimento nazionali è responsabilità di ogni Struttura del Servizio Sanitario Nazionale ed è parte essenziale del controllo clinico. È riconosciuto che ogni Struttura non può implementare ogni linea guida immediatamente alla pubblicazione, ma le procedure dovrebbero essere idonee a garantire che la terapia fornita sia rivista in base alle raccomandazioni delle linee guida ed i motivi per tutte le differenze valutate e, ove appropriate, raccomandate. A queste discussioni dovrebbero partecipare sia il personale clinico sia l'amministrazione. Accordi locali possono allora essere presi per applicare le linee guida di riferimento nazionale in diversi ospedali, unità operative e studi medici e per monitorare l'adesione alla terapia . Ciò può essere fatto con una varietà di mezzi compresi i reminder specifici per paziente, la formazione ed addestramento permanente e la verifica clinica. La Società Nazionale (Scozzese) per l'osteoporosi ha prodotto un Osteoporosis Framework81 che precisa gli standard per i servizi di diagnosi e terapia dell'osteoporosi in Scozia. La struttura di questo framework è stato convalidata dal dirigente capo della sanità. 33 APPLIC AZIONE, VERIF IC A E RIC ERC A Le raccomandazioni chiave contenute in questo documento sono: • • • • • • • 8.2 Includere la prevenzione delle fratture osteoporotiche nel Piano Locale per il Miglioramento della Sanità (HIP); Identificare dei medici di riferimento nelle strutture di cura primaria e secondaria per sviluppare un programma locale per l'osteoporosi basato su questo framework. Ciascuna Cooperativa Sanitaria Locale, Unità di Cura Primaria e Struttura per Acuti dovrebbe avere un sanitario di riferimento per l'osteoporosi. Ciascun Comitato (?) della Sanità dovrebbe vere un consulente in Sanità Pubblica che l'assista nel coordinamento, relativamente a questa strategia per l'osteoporosi, tra le strutture di cura primaria e secondaria; Istituire un gruppo locale di consulenza per l'osteoporosi allo scopo di facilitare l'implementazione di questo framework; Usare un approccio selettivo case-finding per indirizzare il trattamento su individui ad alto rischio; Offrire l'accesso ad adeguati livelli di servizi diagnostici e specialistici – ad esempio una Cooperativa Locale di Assistenza Sanitaria che serva una popolazione di 50.000 unità dovrebbe richiedere approssimativamente 500 DEXA ogni anno; Promuovere l'utilizzo di percorsi terapeutici e consulenze allo scopo di migliorare gli standard di cura; Verificare le prestazioni per valutare l'impatto sulla salute. PUNTI CHIAVE PER L'AUDIT Diagnosi • Profilo di rischio dei pazienti indirizzati alle indagini. • Percentuale delle fratture per piccoli traumi nelle visite ortopediche indirizzate alle indagini per l'osteoporosi. • Percentuale di pazienti nei quali è stata evidenziata successivamente una severa osteopenia mediante RX. • Percentuale di pazienti inviati ad una DEXA nei quali successivamente è stata posta diagnosi di osteoporosi Terapia • Percentuale di pazienti con diagnosi di osteoporosi ai quali è stato offerto il trattamento; • Rapporto tra pazienti avviati ad eserzizi di rinforzo intensivo ed esercizi da carico ad impatto leggero; • Percentuale di donne in età post-menopausa che assumono con la dieta 1000 mg. di calcio al giorno. Follow up • Numero di pazienti osteoporotici in follow up per due anni dopo la prima diagnosi; • Grado di compliance al trattamento; • Aumento di BMD conseguente al trattamento. I criteri dell'Audit per l'osteoporosi devono essere sviluppati dal Programma Scozzese per il Miglioramento dell'Efficacia Clinica nelle Cure Primarie (SPICEpc) sulla base di queste linee guida. 8.3 RACCOMANDAZIONI PER LA RICERCA La seguente lista di argomenti di ricerca rappresenta le aree chiave nelle quali il gruppo di sviluppo delle linee guida non ha potuto identificare una buona evidenza e 34 INF ORMAZIONI PER LA DISC USSIONE TRA PAZIENTI E C URANTI nelle quali c'è necessità di tale evidenza. 9 − Sviluppo di un validato metodo di quantificazione del rischio che permetterebbe a chi lavora nelle cure primarie d scegliere I pazienti in ordine di priorità per la diagnosi strumentale e il trattamento; − Il ruolo della DEXA nel monitorare l'efficacia del trattamento nel tempo; − L'identificazione dei più appropriati markers biochimici per monitorare l'efficacia del trattamento e la strategia preferibile per il loro utilizzo; − Lo studio del possibile ruolo di tecniche quali la vertebroplastica e la cifoplastica nel trattamento di fratture vertebrali acute e del dolore associato. Informazioni per la discussione tra pazienti e curanti 9.1 NOTE PER LA DISCUSSIONE TRA PAZIENTI E CURANTI 9.1.1 CHI È A RISCHIO DI OSTEOPOROSI? Esiste un gran numero di fattori che possono aiutare ad identificare individui a rischio di sviluppare osteoporosi. Le donne sono in generale più a rischio degli uomini, specie quelle che hanno raggiunto la menopausa. Questo non significa che gli uomini non debbano considerare il loro livello di rischio, particolarmente se sono stati esposti ad una o più cause secondarie di osteoporosi (sez 2.6). Gli individui a più alto rischio di osteoporosi sono coloro che hanno già sofferto una frattura, soprattutto al rachide e all'anca. Fratture che si verificano senza un'ovvia causa, come una caduta o un altro incidente sono molto probabilmente associate all'osteoporosi. Fratture spinali (vertebrali) osteoporotiche potrebbero essere identificate solo nel corso di ricerche diagnostiche per un dolore o altri sintomi. Altri fattori che aumentano il rischio di osteoporosi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. storia familiare età avanzata etnia cuacasica basso BMI stile di vita sedentario fumo uso prolungato di corticosteroidi Nessuno di questi fattori di per sè indica la presenza di osteoprosi, nè in combinazione, nè isolato. Come regola generale, tuttavia, tanto più fattori di rischio si osservano su un individuo, tanto più è probabile lo sviluppo di osteoporosi. 9.1.2 CHI DOVREBBE ESSERE INVIATO AD UNO STUDIO DELL'OSSO? La decisione di eseguire uno studio ed il livello al quale eseguirlo è complessa e dipende da vari fattori clinici ed economici. Le linee guida identificano il DEXA come il più efficace metodo di diagnosi dell'osteoporosi e auspicano la disponibilità di scanner in tutte le aree dell'Health Board. Anche se questi scanner ci fossero, la decisione su quali pazienti avviare allo studio deve basarsi su un bilanciamento tra il livello di rischio dei singoli pazienti e la disponibilità di risorse locali. L'uso di altre tecniche basate sulla misura della densità dell'osso al tallone o 35 INF ORMAZIONI PER LA DISC USSIONE TRA PAZIENTI E C URANTI all'avambraccio è stato preso in considerazione, ma non è stato dimostrato che alcuna di queste tecniche sia sufficientemente affidabile per la diagnosi dell'osteoporosi. Non c'è evidenza che ripetuti accertamenti siano utili per monitorare il progresso o il successo dei trattamenti. C'è evidenza che accertamenti eseguiti meno di due anni dopo l'inizio del trattamento possano dare risultati fuorvianti. Queste linee guida raccomandano che accertamenti ripetuti debbano essere usati solo se sia probabile che influenzino il trattamento futuro. 9.1.3 COSA SI PUÒ FARE PER MINIMIZZARE IL RISCHIO DI OSTEOPOROSI? Alcuni fattori di rischio, quali l'età e il sesso, non si possono modificare. Per molti altri invece è possibile e il livello di rischio si riduce di conseguenza. I principali tra questi ultimi sono la dieta e l'esercizio fisico. Una dieta ricca di calcio e vitamina D aiuterà a ridurre il livello di rischio,specie se associata al controllo del peso. Un programma di esercizio fisico finalizzato ad aumentare forza ed equilibrio può essere utile, soprattutto perché può aiutare a ridurre il rischio di cadere e provocare ulteriori fratture. Alle donne anziane gracili e dovrebbe essere offerta assistenza nella riduzione del rischio di cadute se hanno già subito qualsiasi tipo di frattura. Se vivono in casa o in residenza assistita, dovrebbero essere loro somministrati supplementi di calcio e vitamina D. Ulteriori informazioni e consigli sul controllo dei fattori di rischio sono disponibili nelle fonti elencate più oltre in questa sezione delle linee guida e nel sito web Osteoporosi in Scozia, www.osteoporosisinscotland.org (a partire dalla tarda estate 2003). 9.1.4 CI SONO RISCHI ASSOCIATI A FARMACI SOMMINISTRATI PER L'OSTEOPOROSI? Molte medicine prescritte per l'osteoporosi hanno effetti collaterali. Alcuni possono essere minimizzati seguendo le istruzioni per la loro assunzione (talvolta abbastanza complicate). La questione del rischio associato all'HRT è particolarmente complessa e dovrebbe essere discussa con tutti I pazienti ai quali viene proposta questa opzione. I pazienti dovrebbero essere avvisati dell'importanza di continuare ad assumere i farmaci ed invitati a discutere di alternative se una specifica prescrizione produce effetti collaterali o comunque dà loro motivo di preoccupazione. Tutte le prescrizioni per l'osteoporosi dovrebbero essere periodicamente rivalutate per garantire il mantenimento dell'efficacia terapeutica. 9.1.5 TRATTAMENTO DEL DOLORE Molte conseguenze dell'osteoporosi, specie le fratture vertebrali, sono associate a dolore severo. Ci sono molti modi, alcuni che coinvolgono antidolorifici, altri non farmacologici, attraverso i quali il dlore può essere alleviato. I pazienti dovrebbero essere informati di tutte le opzioni e incoraggiati a tentare approcci differenti fino a trovare il più valido per loro. È importante sottolineare che I pazienti non debbono necessariamente sopportare il dolore, ma dovrebbero discuterne e parlare dei problemi che causa col suo medico di famiglia. 9.2 FONTI DI ULTERIORI INFORMAZIONI PER PAZIENTI E CURANTI National Osteoporosis Society Camerton, Bath BA2 OPJ - Website: www.nos.org.uk Tel: 01 761 471 771 (per richieste generali), Helpline: 0845 4500230 (per richieste mediche) - Fax: 01 761 471104 - E-mail: [email protected], Il NOS è l'unica istituzione nazionale dedicata a migliorare diagnosi, prevenzione e trattamento dell'osteoporosi. Offre una gran mole di materiale e supporto compreso l'accesso a molte informazioni e l'organizzazione di gruppi di supporto. NHS Health Scotland, Woodburn House, Canaan Lane, Edinburgh EH104SG - Tel: 0131 536 5500, Textphone: 0131 536 5503, Fax: 0131 5365501 36 SVILUPPO DELLA LINEA GUIDA Il Servizio Sanitario Nazionale Scozzese offre accesso a molte risorse informative sanitarie riguardanrti le cadute, la prevenzione di esse e l'osteoporosi. Contattare Health Promotion Library Scotland per avere accesso a servizi bibliotecari e per ottenere aiuto su questioni generali circa la salute. Tel: 0845 912 5442, Textphone: 0131 536 5503, Fax: 01315365502 - Email: [email protected], Website: www.hebs.com/library. Age Concern Scotland, Leonard Small House, 113 Rose Street, Edinburgh EH2 3D Telephone: 0131 220 3345, Freephone: 0800 00 99 66 (7am - 7pm, 7 days a week) - FAX: 0131 2202779 10 Sviluppo della Linea Guida 10.1 INTRODUZIONE SIGN è una rete di collaborazione dei clinici e di altri professionisti del Servizio sanitario, fondata dal NHS Quality Improvement. Il senso generale del programma di sviluppo di SIGN e della guida di riferimento di SIGN è determinato dai membri del Consiglio di SIGN. Le linee guida sono emanate usando una metodologia standard, basata su una revisione sistematica dell'evidenza. Ulteriori particolari circa SIGN e la metodologia di sviluppo delle linne guida sono contenuti in “SIGN 50: Manuale dello sviluppatore della guida di riferimento" disponibile su www.sign.ac.uk . 10.2 GRUPPO DI SVILUPPO DELLA LINEA GUIDA .... (omissis) .... [VEDI TESTO ORIGINALE] I membri del gruppo di sviluppo delle linee guida sono stati confermati dopo consultazione con le organizzazioni dei membro di SIGN. Le dichiarazioni di conflitto d'interessi sono state fatte da tutti i membri del gruppo di sviluppo delle linee guida. Ulteriori particolari sono rese disponibili dall'esecutivo del SEGNO. Oltre che il lavoro fatto da Dr Krabshuis, lo sviluppo delle linee guida e la revisione della letteratura, il supporto e la facilitazione sono stati forniti dall'esecutivo di SIGN. 10.2 REVISIONE SISTEMATICA DELLA LETTERATURA La base di evidenza per queste linee guida è stata sintetizzata in conformità con la metodologia di SIGN. Una revisione sistematica della letteratura è stata effettuata da Dr Justus Krabshuis usando una strategia esplicita di ricerca inventata in collaborazione con i membri del gruppo di sviluppo delle linee guida. Le ricerche si sono limitate alle revisioni sistematiche, meta-analisi, ripartiscono le probabilità sulle evidenze controllate e sugli studi longitudinali. Le ricerche su Internet sono state effettuate sui siti Web della guida di riferimento canadese Infobase di Medicina Generale, del programma BRITANNICO di valutazione di tecnologia di salute, della stanza di compensazione nazionale delle linee guida degli Stati Uniti e dell'agenzia degli Stati Uniti per la ricerca e la qualità nella cura della salute. Le ricerche inoltre sono state effettuate sui motori di ricerca Google ed OMNI e tutti i collegamenti idonei sono stati seguiti. Le ricerche della base di dati sono state effettuate sulla biblioteca di Cochrane, Embase 1993 2000 e Medline 1990 - 2000. Le ricerche successive sono state aggiornate a giugno del 2001. 37 APPENDIC I Appendice 1 Glossario. .... (omissis) .... [NON SIGNIFICATIVO PER IL CONTESTO ITALIANO] Appendice 2 Modello di referto DEXA. .... (omissis) .... [NON SIGNIFICATIVO PER IL CONTESTO ITALIANO] Appendice 3 Stima dei costi annuali per fornire un servizio DEXA. ..... (omissis) .... [NON SIGNIFICATIVO PER IL CONTESTO ITALIANO] Appendice 4 Calcolo del fabbisogno di calcio. E' raccomandata l'assunzione di 1 grammo di Calcio al giorno per aiutare a prevenirne la perdita da parte delle ossa. Le più ricche fonti naturali di calcio sono i formaggi secchi, il latte e lo yogurt. Anche il pane bianco, le sardine ed il latte di soia additivato con calcio sono buone fonti di questo elemento. Burro, crema e formaggi molli sono una modesta fonte di calcio. Cercare di assumere 3 o 4 porzioni al giorno dei seguenti alimenti ricchi di calcio (mg. 200 300 a porzione) • Un bicchiere da ml.200 di latte; • Un bicchiere da ml.200 di latte di soia additivato con calcio; • Una tazza da ml.200 di budino al latte; • 60 grammi di sardine o pasta d'acciughe; • un vasetto di yogurt; • Quattro fette di pane bianco; • 30 grammi di formaggio stagionato; • Una porzione da g.200 di spaghetti con parmigiano; • 170 grammi pomodoro; • 1 tazza di latte e cereali ricchi di calcio; • 30 grammi di pasta Thaini (sesamo) di pizza formaggio e Ulteriori informazioni sono contenute nella seguente tabella .... (omissis) .... [NON SIGNIFICATIVO PER IL CONTESTO ITALIANO] 38 APPENDIC I Appendice 5 Gestione dell'osteoporosi indotta da glucocorticoidi in uomini e donne. Estratto con l'autorizzazione da “Osteoporosi indotta da glucocorticoidi: linee guida per prevenzione e trattamento. © Copyright 2002 Royal Collegge of Physicians - London Prescrizione o esposizione a corticosteroidi per oltre 3 mesi Età < 65 anni Assenza di pregresse fratture per fragilità Presenza di fratture per fragilità o fratture avvenute durante terapia con glucocorticoidi Determinare BMD (DEXA rachide o anca) T-score circa zero Età > 65 anni Accertamenti T-score < -1,5 T-score tra 0 e -1,5 (1) (2) * Misure generiche (3) * Rassicurare * Misure generiche * Misure generiche Non è indicato ripetere BMD a meno che non sia richiesta una dose molto alta di glucocorticoidi Ripetere BMD ogni 1-3 anni se continua la terapia con glucocorticoidi * Consiglia terapia : - Alendronato (L) - Alfacalcidolo - Calcitonina - Clodronato - Etidronato ciclico (L) - HRT - Pamidronato - Risedronato (L) Misure generiche: 1. Ridurre la dose di glucocorticoidi se possibile; 2. Considerare una terapia alternativa, per esempio l'azatioprina se appropriata; 3. Considerare una via alternativa di somministrazione di glucocorticoidi; 4. Raccomandare una buona nutrizione, in particolare con adeguato apporto di calcio e vitamina D; 5. Raccomandare regolari esercizi posturali; 6. Conservare il proprio peso corporeo; 7. Dissuadere dal fumo e dall'abuso di alcool; 8. Valutare il rischio di cadute e fornire indicazioni, se appropriato • (1) In pazienti con pregresse fratture per fragilità: - emocromo - VES - funzionalità epatica ed ossea (Calcio, Fosforo, fosfatasi alcalina, ALT, GGT, albumina) - creatinina serica - TSH Se indicati - Rx torace e rachide - Paraproteine seriche e Bence Jones - Scintigrafia ossea - (negli uomini) SHBG, Testosterone, LH - (nelle donne) FSH, se non è chiaro lo stato ormonale - PTH e 25OHsteroidi - BMD se è richiesto il monitoraggio. (2) Prendere in considerazione il trattamento a seconda dell'età e della probabilità di fratture. (3) Le terapie son elencate in ordine alfabetico. La vitamina D ed il calcio sono in genere considerati come trattamento aggiuntivo. HRT = estrogeni in donne dopo menopausa e testosterone in uomini. (L) evidenzia le molecole con autorizzazione per il trattamento dell'osteoporosi indotta da glucocorticoidi (nell'UK). Fratture per fragilità: Sono definite come fratture che avvengono per un trauma minimo dopo i 40 anni di età a livello del rachide,avambraccio, anca, costole e pelvi. 39