Caro Papa nuovo, ho una perlina per te…

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Caro Papa nuovo, ho una perlina per te…
Caro Papa nuovo, ho una perlina per te…
di Giordana Fresslassie
Caro Papa benedetto XVI, ho una perlina per te. Una
perlina, come quelle che don Gnocchi regalava ai propri
mutilatini ogni volta che sopportavano una medicazione
dolorosa o un’operazione chirurgica senza piangere. Una
perlina, come prometteva don Carlo sarebbero diventate
le loro lacrime di dolore se fossero state offerte a Gesù.
Una perlina, come quelle che quei ragazzi regalarono a
papa Pio XII, formando con i loro piccoli “gioielli” due
stampelline incrociate, circondate da una corona: perché
solo in Gesù il dolore ha un senso e il pianto di tanti bimbi
che ancora oggi soffrono nel mondo può ricevere la corona
del merito e del premio.
Caro Papa, anch’io ho una perlina per te. Mi chiamo
Giordana, ho 17 anni e vivo su una sedia a rotelle. Sono di origine eritrea e da undici anni sono ospite della Fondazione
Don Gnocchi, nel Centro “S. Maria Nascente” di Milano.
Ho ancora nel cuore l’incontro con Giovanni Paolo II, nel 2002, in occasione dei cento anni della nascita di don
Gnocchi. Quel giorno ebbi l’incarico di leggere una lettera al Papa. Sul treno mi ero preparata bene, per non fare
errori. Eppure, appena cominciai a leggere, sbagliai accento e lo chiamai “papà”.
Mi ricordo i suoi occhi, il suo sorriso, la sua carezza: mi sono sentita avvolta dal suo affetto e dalla sua tenerezza. È
stato bellissimo, mi sono sentita amata e nello stesso tempo ho capito che anche lui chiedeva a me di fare altrettanto.
E allora ho pensato alla storia delle perline, che tante volte le suore e gli operatori della Fondazione ci ripetono. Le ho
raccolte tutte nel mio cuore - le mie lacrime, i miei pianti, la mia sofferenza – e ho pregato perché arrivassero a lui,
così provato dal dolore.
Ho fatto ancora così, quando ho saputo che stava molto male. E ho pianto, alla notizia della sua morte. Ma sapendolo
in Cielo, mi sono detta: «Sono felice per te, mio papà, perché so che da lassù ci guardi e ci proteggi lo stesso».
Caro Papa, ora ho un altro bel gruzzoletto di perline. È il bello di questa nostra vita di disabili: ogni giorno, io e miei
amici, quante ne possiamo guadagnare… Vorremmo avere tante mani e tanti cuori, per diffondere questo nostro
tesoro in un mondo che ne ha davvero bisogno.
Le nostre perline di questi giorni sono per coloro che dovranno scegliere il nostro nuovo “papà”, perché lo Spirito
santo li illumini e li guidi.
E sono soprattutto per te, caro Papa. Perché il tuo compito non sarà facile. Perché il mondo di oggi ha bisogno di
testimoni autentici, che sappiano indicare a tutti la via dell’amore, la sola che ci porta a Cristo e ci rende felici. Come
aveva scritto don Gnocchi: «Dio è tutto qui: nel fare del bene a quelli che soffrono e hanno bisogno di aiuto». Le
parole e gli esempi di Giovanni Paolo II e dei Papi che lo hanno preceduto ci confortano e ci aiutano: anche noi
cerchiamo ogni giorno di fare la nostra parte.
Mi aveva molto colpito la devozione di don Carlo e di papa Wojtyla per la Madonna: anch’io, qualche anno fa, sono
stata a Lourdes e proprio là ho ricevuto la mia prima comunione. In cuor mio, spero di tornarci presto: sento il bisogno
di chiedere a Maria nuova forza e altro coraggio per le mie piccole, grandi conquiste quotidiane. È una promessa:
saranno tutte perline per te, caro Papa nuovo.