La cultura dell`immigrazione in Europa e USA: l

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La cultura dell`immigrazione in Europa e USA: l
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La Cina raccontata dai cinesi ai cinesi
La cultura dell’immigrazione in Europa e USA: l’incompatibilità
con l’eguaglianza delle opportunità.
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L’esplodere della rivolta nella banlieu parigina scopre sensibilità antiche: la memoria dei surprusi subiti,
dell’arroganza patita, della violenza razzista riemerge di colpo, come se niente fosse accaduto e lo scenario fosse ancora dominato dalle emozioni fresche del post-colonialismo. In che misura questo livore anti
occidentale è spontaneo o è orchestrato dal partito? Domanda che ha un senso solo per chi, lontano dalla
Cina, accarrezza l’idea di una Cina moderna e liberale, ostaggio di un potere arcaico e dittatoriale. Il linguaggio, il tono
dell’articolo, la sostanziale correttezza storica del ricordo sono inquietanti e da non sottovalutare. Il mondo non volta
pagina con frequenza diaria. La memoria dei popoli scavalca le generazioni, a maggior motivo se il potere ne tiene
vivo il ricordo.
Diversi sono i modi diffusi per spiegare i recenti disordini francesi; fra essi, la povertà e la discriminazione
sembrano essere le cause più evidenti e immediate. Per usare un vecchio detto, “dovunque vi sia oppressione,
lì vi sarà rivolta”: in altre parole, quegli immigrati dei sobborghi di Parigi che hanno subito l’oppressione della
povertà e della discriminazione hanno mostrato la propria ribellione attraverso l’incendio degli automezzi.
Non c’è bisogno di dubitare: la povertà e la discriminazione subite dagli immigrati dei sobborghi parigini
hanno avuto una grandissima influenza nell’esplosione della rivolta. Tuttavia, un altro elemento innegabile
è che la Francia è uno dei paesi con il migliore sistema di welfare al mondo, i francesi che vivono nei quartieri
poveri godono nondimeno di educazione e cure sanitarie gratuite, potendo inoltre mantenere integralmente il
sussidio di disoccupazione. Al confronto, lo standard di vita della maggior parte delle persone al mondo differisce grandemente da quei “poveri” francesi. Se la povertà può essere considerata il principale fattore scatenante,
allora forse gli automezzi di alcuni paesi poveri brucerebbero tutti. Prendendo a confronto gli immigrati, gli
immigrati cinesi si sono diffusi in tutto il mondo, e i paesi dove risiedevano non hanno preso l’iniziativa di fornir
loro uno status interamente ugualitario. A differenza degli immigrati che oggi hanno creato i tumulti in Francia,
gli immigrati cinesi d’America subirono un trattamento ancora più ingiusto. Più di 200 anni fa, gli immigrati
cinesi entrarono negli USA come lavoratori nelle miniere e nelle ferrovie: dando la vita e sudando sangue per
l’edificazione nazionale iniziale degli USA, essi hanno fornito un contributo indelebile. Tuttavia, per lungo tempo i Cinesi sono state una delle minoranze più discriminate negli USA.
Nel 1882, poichè c’era il timore che gli immigrati cinesi rubassero il lavoro ai bianchi, e per la discriminazione
razziale contro i Cinesi, gli USA promulgarono una legge che vietava ai Cinesi di emigrare negli USA. Inizialmente, questa legge fu fissata per 10 anni, ma nel 1902 essa fu definita legge perpetua, essendo volta ad impedire interamente e per sempre ai Cinesi di emigrare negli USA. Questa legge non solo frenava l’immigrazione
dei lavoratori cinesi, ma comprendeva anche le mogli sposate in Cina dei Cinesi di nazionalità americana, il che
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vale a dire che molti americani di razza cinese, tornati in Cina per sposarsi non potevano riportare negli USA le
proprie mogli.
Il 17 dicembre 1943, il Congresso USA alla fine abolì questa legge discriminatoria che proibiva l’immigrazione cinese. Il mutato atteggiamento del Congresso USA su tale aspetto era soprattutto dovuto al fatto che all’epoca la Cina era divenuto un alleato degli USA nella Seconda Guerra mondiale. Tra l’altro, la legge che aboliva le
discriminazioni sui Cinesi non trasformò affatto immediatamente lo status degli immigrati cinesi. Negli anni
60 e 70 del secolo scorso, i Cinesi come minoranza etnica confluirono nel Movimento per i diritti civili guidato
dai neri, e progressivamente e in modo pacifico lottarono per maggiori diritti ugualitari. Oggi, poiché i Cinesi
danno importanza all’educazione e vogliono sobbarcarsi il lavoro duro, per quanto non si siano integrati nella
cultura occidentale, tuttavia sono capaci di condurre una vita felice negli USA, e anche di convivere in armonia
con le altre razze.
Ma allora, perché i Cinesi americani non hanno attuato condotte di ribellione contro la lunga discriminazione
ed oppressione ? Oltre al fatto che i Cinesi hanno subito l’influsso culturale consistente nel “sopportare le umiliazioni per svolgere compiti importanti” o nel “potersi curvare ed allungare”, bisogna tornare ai miglioramenti
della società USA per creare opportunità uguali per tutti. E allo stesso tempo, ciò è dovuto al fatto che i Cinesi
americani volevano in modalità pacifiche lottare e dare valore a queste opportunità relativamente ugualitarie.
Inoltre, sebbene i Cinesi americani avessero conservato la propria cultura tradizionale, allo stesso tempo avevano assorbito e avevano dentro di sé la cultura occidentale. Quindi, per quanto i Cinesi americani non potessero
integrarsi completamente nella cultura USA, tuttavia non potevano essere come gli immigrati fautori di tumulti
in Francia, che sono incompatibili con la cultura francese.
Presso questi Cinesi americani per nulla favoriti, o che non consideravano la loro patria d’origine, tuttavia
c’era un fenomeno particolarmente degno di attenzione: il fatto che la gran parte dei Cinesi d’oltremare avesse
un profondo sentimento di conservazione dell’essenza culturale cinese, mentre molti Cinesi della Cina allora
pensavano che molti concetti della cultura tradizionale cinese, con i Quattro Libri e i Cinque CLassici, dovessero
essere riposti sugli scaffali più alti delle biblioteche, che nessuno visita. In realtà, in questi ultimi anni le dispute
concernenti gli studi sull’antica civiltà cinese nel nostro paese essenzialmente non sono più sulla questione se
si debba o meno leggere i Classici, ma sono sul ruolo della cultura tradizionale cinese nella società e nella vita
economica cinesi.
Per quanto riguarda la mia conoscenza più che decennale della cultura USA, ho scoperto che le ricerche e gli
studi di molti studiosi americani sulla cultura cinese superano di gran lunga quelle di molti nostri Cinesi. Ad
esempio, la guerra dell’Iraq ha stupito il mondo sulla forza dell’esercito USA: alcuni articoli in Cina erano ammirati per l’abilità militare dell’esercito USA nell’attacco all’Iraq. Ma quando il Comandante in capo della guerra
in Iraq Tommy Franks ha scritto una monografia sull’argomento, ha posto sulla copertina una frase estratta dal
“Sunzi bingfa” [L’arte della guerra di Sunzi, NdT], come riepilogo generale dell’intero libro.
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Naturalmente, molti Cinesi americani porteranno i loro figli in istituti di lingua cinese, dedicandosi a conservare la cultura tradizionale cinese, ma ciò non è affatto un voler usare in profondità la cultura cinese per
chiudersi. Anche nella patria cinese dev’essere così: bisogna conservare l’essenza della cultura cinese, ma non
ci si può chiudere. Inoltre, la preservazione della cultura non consiste nella lettura dei Quattro Libri e dei Cin-
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que Classici, ma sta in quei gloriosi principi tradizionali. Ciò che è stupendo, è che nelle culture occidentale ed
orientale molti principi tradizionali sono ravvicinati: ad esempio, i “Dieci Comandamenti” sono per lo più simili
alla tradizione della cultura cinese.
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Gli USA per gli immigrati di ogni cultura hanno creato opportunità di base ugualitarie, permettendo loro
inoltre di impiegare tali opportunità per creare ricchezza sociale e individuale, e per avere successo. Gli USA
hanno potuto fare questo passo perché gli americani posseggono alcuni principi condivisi in comune, come
eguali opportunità, stesse libertà, il fatto che tutti abbiano il “sogno americano”, ecc.Il cosiddetto “sogno americano” non è che una opportunità da scegliere. In realtà, in un certo senso, e considerando gli immigrati, gli USA
hanno fornito una via dura, ma che forse è una via che può condurre al “sogno americano”.
Per usare una metafora, quando un immigrato giunge al confine, la Dogana USA gli dice: il governo USA non
fornisce educazione e cure sanitarie gratuite, né esiste un sussidio di disoccupazione considerevole; tuttavia gli
immigrati hanno l’opportunità di ricevere un’educazione, un impiego, creare un’impresa e arricchirsi. Invece,
alla Dogana francese il governo dice all’immigrato: il governo fornirà educazione e cure sanitarie gratuite, e un
forte sussidio di disoccupazione; ma ciò che non viene espresso chiaramente è che il 30% degli immigrati potrà
perdere il lavoro, e che la grande maggioranza di essi per tutta la vita non avrà opportunità di ascesa.
In Francia, poiché non ci sono opportunità per gli immigrati, che gli permettano di creare ricchezza per la
società e per se stessi, sebbene vi sia un forte welfare governativo, tuttavia gli immigrati non ne sono riconoscenti. Invece, i Cinesi che sono in America e hanno fatto fortuna sono numerosi, poiché essi hanno avuto le
opportunità, e si sono adeguati al trend di una cultura aperta.