RELAZIONE DIDATTICA SULL`ATTIVITA` ENERGIOCHI 7 A
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RELAZIONE DIDATTICA SULL`ATTIVITA` ENERGIOCHI 7 A
RICERCHE DELLE IDEE SUGGERITE SU INTERNET La tabella dei suggerimenti della prima lezione era: n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Applicazione piezoelettrico Ammortizzatori auto Nei gradini e corridoi della scuola Campi da di atletica Negli spalti e nei camp di calcio Nelle piste ciclabili dei Comuni Tastiera computer Superficie della lavagna Dossi rallentatori nelle città Nelle sedie Nelle scarpe Tamburi musicali Marciapiedi Tapis Roulant palestre Zaino Bicicletta Sistemi eolici (vento) Binari del treno Scale delle metropolitane studente Romano Benini Andrea Marcantonio Andrea Marcantonio Andrea Scianitti Andrea Scianitti Gentile Sebania Ferretti MIchela Susanna Andrenacci Susanna Andrenacci Mattia Sfrattoni Mattia Sfrattoni Alessia Della Monica Rus Georgian Rus Georgian Chiara Caèorusso Ilenia Torrieri Giorgia Farinelli Ialea Tomassetti classe 2C 2C 2C 2C 2C 2C 2C 2B 2B 2C 2C 2B 2C 2C 2B 2B 2B 2B I ragazzi hanno fatto le ricerche divisi in gruppo e non hanno voluto identificarsi. “Ciò che abbiamo ottenuto è stato il risultato di tutto il gruppo in cui ognuno ha dato il proprio contributo” Riporto senza indicazioni così come mi è stato consegnato. L’uso del piezoelettrico nelle piste da ballo è l’idea originale dell’intero progetto suggerito nella Classe 2B all’inizio dell’anno e del quale nessun studente ne ha rivendicato il merito. Slide della presentazione predisposta dal tutor nella prima lezione. 1 LE PEDANE DELLA PISTA DA BALLO DELLA DISCOTECA DI ROTTERDAM L’animazione presente nel video istituzionale. In effetti il “Generator” sfrutta la trasformazione in energia di un cilindro metallico che si sposta in un campo magnetico. L’effetto piezoelettrico è dovuto alle molle che vengono schiacciate e producono energia elettrica durante la deformazione. L’animazione non chiarisce completamente i due principi fisici utilizzati per preservare il segreto industriale. Era la prima applicazione. 2 IL NOSTRO PROGETTO Quando ci è stato comunicato che avremmo avuto ospite l’Assessore all’Istruzione dottor Romanelli abbiamo proposto a nostro docente e all’esperto di voler elaborare la nostra ricerca su un’applicazione che potesse essere sperimentata nel nostro Comune. La ricerca seguente ci ha molto motivato: L’USO DELLA PEDANA ENERGETICA NELLE STRADE Il passaggio delle auto sulle pedane in alcuni specifici percorsi genera energia utilizzabile per servizi ai cittadini. 2 Il primo passaggio dell’auto 1 La pedana -4 Il passaggio finale dell’auto 3 Il passaggio verso la fine 5 Il passaggio all’inizio; la pedana si abbassa 6 Il passaggio al centro delle pedane 7 Il passaggio verso la fine della pedana 8 Il passaggio sulla pedana Notare nelle immagini le barre verticali che si illuminano al passaggio dell’auto. 3 I dossi stradali producono elettricità Ognuno si è occupato di una parte del progetto di cui siamo molto orgogliosi. L’idea è partita da noi e il coinvolgimento del nostro professore e dell’esperto sono stati minimi anche se necessari. Proteggere la salute dei pedoni con i dissuasori di velocità e contemporaneamente catturare l’energia cinetica per trasformarla in elettricità. Nella città di Teramo sono stati installati nelle vie di accesso alla città e in prossimità di passaggi pedonali soprattutto davanti all’ingresso delle scuole dei dossi artificiali che hanno la funzione di dare sicurezza ai pedoni rallentando la velocità delle auto. Le foto seguenti sono una parte di quelle effettuate dagli studenti che hanno scelto volontariamente di girare la città in motorino. Durante le lezioni sono stati prelevate le immagini da Google Earth per individuare le zone ed elaborato una bozza di progetto consegnato all’Assessore Romanelli nella sua visita in istituto. Anche in questa occasione il lavoro l’abbiamo presentato come realizzazione della classe.. Le foto seguenti sono state scelte come quelle che maggiormente indicavano le nostre idee. Foto 1 – Passaggio pedonale e dosso Scuola dell’infanzia – Villa Mosca – Vista da Ovest Foto 2 – Vista da Est Foto 3 - Targa della scuola “Mauro Laeng” 4 Foto 4 – Pianta da Google Earth – Ripresa del 2013 non ancora installato il dosso Come si può notare dalle foto in prossimità dei passaggi pedonali e delle scuole ci sono sempre lampioni che potrebbero usufruire dell’energia prodotta dal passaggio delle auto. Abbiamo scelto di utilizzare l’energia elettrica per i cartelli stradali elettronici utilizzanti i led per realizzare testi che avvisino bonariamente l’autista prima di essere arrivato al dissuasore. Non crediamo che le strisce bianche orizzontale che lo precedono siano notati. Il dosso installato sfrutta il fenomeno piezoelettrico per trasformare il passaggio dell’auto in energia elettrica che è immagazzinata in un accumulatore. Un sistema di fotocellule rileva la velocità dell’auto 5 metri prima del cartello e solo se questa supera i 10 kmh si accende il logo e la scritta “RALLENTARE SCUOLA”. Se la velocità è inferiore i led sono spenti per risparmiare energia e per evitare la possibilità di incentivare gare improprie tra automobilisti. Abbiamo scelto la velocità bassa di 10 kmh perché vogliamo che l’auto quasi si fermi. Siamo partiti dal concetto che prevenire è meglio che sanzionare e che i dissuasori devono avere una funzione educatica; essi offrono un contributo attivo alla prevenzione degli incidenti stradali soprattutto in prossimità delle scuole dove l’esuberanza dei ragazzi e bambini possono creare situazioni imprevedibili. Per tale motivo il cartello segnalatore diventa anche informativo con una centralina di impostazione che permette di visualizzare tramite un display a LED la velocità del veicolo che sopraggiunge e in conseguenza di tale rilevazione, un messaggio abbinato di compiacimento o disapprovazione o le possibili sanzioni amministrative in cui l’automobilista può incorrere come ad esempio gli eventuali punti tolti dalla patente. In considerazione dell’levato numero di dissuasori installati nelle città abbiamo anche inserito nel progetto la possibilità di centralizzare tutti i segnalatori installati vicino ai dossi per un monitoraggio tramite telecamera e modifiche ai testi dei messaggi, individuazone tramite tramite gis-gpr e comunicazioni di emrgenza da parte dei cittadini tramite sistemi wi-fi telematici e collegamento a “internet delle cose” della smart city. 5 La foto 5 seguente è una elaborazione della Foto 2 con l’inserimento della segnaletica progettata. Foto 6 – Installazione delle fotocellule e dei cartelli segnalatori prima del passaggio pedonale 6 L’ENERGIA DELLE PEDANE ENERGETICHE PER LE SMART CITY Riportiamo solo le immagini trovate su internet Implementazione energetica nella città intelligente Le possibilità ed i servizi che faranno uso dell’energia delle pedane piezoelettriche 7 PEDANE PIEZOELETTRICHE ENERGETICHE Sperimentate in Inghilterra pedane speciali per catturare l'energia cinetica dei pedoni Figura 1: le pedane energetiche Nel pavimento della Simon LangtonGrammar School, vicino a Canterbury, sono state inserite pedane speciali che traducono i passi degli studenti in elettricità che serve a illuminare il corridoio. Fotografia per gentile concessione MatildaDelves, Pavegen Le pedane sono progettate in modo da immagazzinare l'energia cinetica creata dai circa 40 milioni di pedoni che secondo le stime percorreranno quelle passerelle in un anno. I loro passi genereranno diverse centinaia di kilowattora, abbastanza da illuminare tutto l'esterno del mall. Le pedane sono prodotte da Pavegen System, una ditta fondata a Londra nel 2009 da Laurence Kemball-Cook. Ventisei anni, faccia pulita, Cooke ha avuto l'idea mentre studiava tecnologia e design industriale alla Loughborough University. Le pedane (45x60 cm) sono progettate per essere installate in luoghi ad alta concentrazione di pedoni: stazioni ferroviarie, metropolitane, aeroporti, scuole, centri commerciali, strade dello shopping. L'elettricità generata da milioni di passi può essere usata per alimentare applicazioni a basso consumo di energia, tra cui illuminazione pubblica, segnaletica, pubblicità digitale, zone Wi-Fi. Figura 2 : le caratteristiche della pedana energetica piezoelettrica 8 L'energia dalla gente Kemball-Cook ha avuto l'idea durante uno stage in una compagnia elettrica. Aveva il compito di approfondire i temi dell'energia solare ed eolica, ma si è presto convinto che queste tecnologie non erano adatte per l'installazione nelle grandi città. Allora pensò di poter sfruttare l'energia prodotta dalla gente. Nel 2009 ha presentato il primo prototipo e fondato la società con capitale fornito dalla famiglia e da una serie di investitori. Le pedane Pavegen trasformano l'energia cinetica in elettricità. Il 5 per cento va ad alimentare i LED che illuminano il logo al centro della piastrella stessa; tutto il resto viene destinato all'applicazione o immagazzinato in una batteria per essere usato in seguito. La ditta sta anche lavorando a un nuovo sistema che consentirà di collegare la piastrella alla rete elettrica. Le pedane sono impermeabili, e possono quindi funzionare anche con pioggia, neve e ghiaccio. Secondo i test di resistenza dovrebbero durare per cinque anni, ma Kemball-Cook pensa che possano sopravvivere anche per 20. Sono progettate secondo criteri ecologici: tutta la gomma viene da pneumatici da autocarro riciclati, ed è riciclabile anche l'80 per cento circa dei polimeri utilizzati negli altri componenti. In media, un passo genera sette watt di elettricità, anche se la quantità varia a seconda del peso della persona. Per generare energia, la gomma della pedana si abbassa di cinque millimetri, una differenza "praticamente impercettibile per chi la calpesta", sostiene KemballCook. Vecchia idea, nuova tecnologia Raccogliere energia dai passi non è un'idea inedita. Altre imprese realizzano prodotti simili usando materiali piezoelettrici. Scoperta alla fine dell'Ottocento da Pierre e Jacques Curie, la piezoelettricità si sprigiona quando alcuni cristalli (come il quarzo, il topazio e anche lo zucchero di canna) sono compressi o comunque posti sotto stress. Il principio è alla base della tecnologia del sonar, degli orologi al quarzo e di alcuni sensori, come quelli che attivano gli airbag nelle auto. Kemball-Cook non vuole rivelare se le sue pedane utilizzino la piezoelettricità né spiegare in dettaglio come funzionino: le considera informazioni coperte da segreto industriale. Si limita a dire che si tratta di una tecnologia ibrida, "e non esiste nulla di simile". Aggiunge che le sue pedane producono elettricità in maniera 200 volte più efficiente dei prodotti concorrenti. Si tratta di un'affermazione non verificabile, ma è vero che la società ha vinto numerosi premi internazionali. L'ostacolo principale sono gli alti costi, comuni a molte tecnologie verdi. Kemball-Cook sostiene che il prezzo delle pedane è sceso del 70 per cento nell'ultimo anno, ma non vuole divulgarlo pubblicamente perché, sostiene, cambia molto in fretta. Ed è convinto che con l'aumento delle ordinazioni e l'attivarsi delle economie di scala potrà scendere a circa 40 euro per pedana. Aggiunge inoltre che, dopo le prime applicazioni a basso consumo, il sistema potrà essere adottato anche per soddisfare un fabbisogno di energia molto maggiori, ad esempio quello di un intero festival musicale, altoparlanti compresi. Il sogno del fondatore di Pavegen è vedere migliaia delle sue pedane inserite nella pavimentazione delle maggiori aree urbane del mondo, così da trasformare le città in centrali elettriche. 9 Maratona di Parigi, si corre per vincere e produrre energia Pedane piezoelettriche hanno ricoperto il celebre viale degli Champs-Élysées affinché gli stessi corridori generassero parte dell’elettricità necessaria ad alimentare gli schermi elettronici lungo il percorso Quando gli oltre 37.000 podisti hanno affrontato lo scorso sabato la Maratona di Parigi lungo gli Champs-Élysées, non hanno prodotto solo sudore e adrenalina. Speciali pedane piezoelettriche, stese su un tratto del celebre viale, hanno fatto in modo che l’impegno e gli sforzi profusi dai corridori divenissero qualcosa di tangibile: energia elettrica. L’originale iniziativa è opera di Schneider Electric, uno degli sponsor dell’evento, che ha commissionato alla società britannica Pavegen Systems Ltd le pedane in questione. Il sistema Pavegen ha così ricoperto 25 metri dei 42,2 km di percorso totale permettendo di catturare l’energia cinetica di tutti i maratoneti in gara. Ogni piastrella, realizzata a partire da pneumatici di tir riciclati, alluminio di recupero e cristalli piezoelettrici, è spessa solo 5 mm ma quando è calpestata genera un massimo di 8 watt di energia; l’elettricità così prodotta viene inviata in modalità wireless a delle batterie o come in questo caso trasmessa a display e insegne elettroniche lungo il percorso. Secondo un post sulla pagina Facebook di Pavegen, Schneider Electric si sarebbe impegnato a donare alla ONG Habitat et Humanisme fino 60mila euro qualora maratoneti e spettatori fossero riusciti a produrre almeno 7000 Wh. In realtà questa non è la prima volta che le pedane “partecipano” ad un grande evento sportivo. L’ultima famosa apparizione è stata infatti in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012 anche se allora il sistema si è limitato a rimanere a bordo campo con l’istallazione di 12 pannelli su una passerella provvisoria realizzata presso la stazione di West Ham. 10 Pedane smart: passeggiare per produrre energia Secondo alcuni studi è stato calcolato che 10 ore di passi di una folla modesta sono più che sufficienti ad accendere per una giornata intera l’illuminazione di una sosta dell’autobus. Sono stati diversi gli esempi applicativi delle “pedane smart”; ne sono state installate alcune presso la West Ham Tube Station di Londra particolarmente trafficata di per sé e maggiormente frequentata durante le trascorse Olimpiadi, periodo in cui si sono stimati quasi 2 milioni di visitatori, produttori indirettamente di energia. Pedane del genere sono state montate su alcuni marciapiedi di Tolosa e lanciate dalla Sustainable Dance Club, società che le ha proposte per la discoteca Club Watt di Rotterdam. Anche in Italia è stata presa in considerazione la pedana energetica, in particolare una nota azienda triestina vi sta lavorando con un’equipe di ricercatori con lo scopo di produrle e metterle in commercio ad un prezzo competitivo, finalizzandone l’uso specialmente nelle discoteche e nei teatri, ovvero quei luoghi in cui calpestare e camminare sono operazioni frequenti, in modo da ridurre il consumo energetico di locali di questo tipo di locali che ne fanno spesso un abuso più che un uso. Le vie possibili di produzione segnalate dall’azienda di Trieste per tali pedane sono 2: in primis si è pensato di ricorrere a magneti che scorrono nelle pedane, mentre la seconda alternativa prevede l’impiego di elementi piezoelettrici che danno modo di raccogliere l’energia ottenuta in accumulatori predisposti a tal fine. Accorgimenti di questo tipo ben si inquadrano nella green economy che, per la nota attenzione alla sostenibilità e al ricorso a tecnologie alternative per far fronte all’esauribilità delle risorse disponibili, non può che premere sulla diffusione di meccanismi che producono energia a costo zero da una semplice passeggiata. 11 Passerella piezoelettrica, l'energia prodotta dal camminare Prof. Luca Gammaitoni - Dipartimento di Fisica, Universita' di Perugia, Via A. Pascoli, 1, I-06100 Perugia [email protected] - tel. +39 075 5852733 - fax +39 075 5848458 Piezoelectric footprint https://youtu.be/YFITXmzB9EI Questo è un filmato dimostrativo prodotto dal Nipslab, il laboratorio del Dipartimento di Fisica dell'Università di Perugia. Si tratta dell'energia prodotta dal passaggio dei pedoni su un pavimento fatto di pedane speciali: ogni passo Alcune immagini tratte dal filmato. Figura 1 – Installazione Figura 2 – Verifica funzionamento Figura 3 – Primi passaggi Figura 4 – Gioco e divertimento 12 IL PIEZOELETTRICO NELLE SCARPE https://youtu.be/FGQ_7fMXBf8 Figura 2 : il circuito per usare l’energia Figura 1: il sistema piezoelettrico Figura 3: gli accumulatori di energia Figura 4: prova del circuito Figura 5: inserimento nella scarpa Figura 6: completamento circuito Figura 7: verifica dell’accumulatore Figura 7: accensione 3 led Il sistema piezoelettrico inserito nella scarpa funziona 13 Earth Hour in Somerset House, London Le pedane energetiche in un campo di calcio nell’evento dell’Ora della Terra. https://youtu.be/tMoimU_PaJA http://www.liquida.it/pavegen/ Figura 1: le pedane Figura 3: installazione Figura 2: posa delle pedane Figura 4: il campo preparato per la partita 14 Piezoelettrico ed eolico, sfruttare le vibrazioni prodotte dal vento La piezoelettricità potrebbe garantire interessanti applicazioni anche per l'energia eolica, è quanto emerge da una ricerca realizzata dagli scienziati della Cornell University. La piezoelettricità è la capacità di alcuni materiali di produrre elettricità sfruttando il movimento. Diverse sono le applicazioni possibili: il mese scorso vi abbiamo raccontato di un ibrido fotovoltaico (vedi Riferimenti), ma esistono interessanti prototipi che funzionano nelle autostrade (vedi Riferimenti), nelle stazioni del treno e nelle discoteche. Quella di cui vi parliamo oggi è un'applicazione ideata dal gruppo di ricerca Vibro-Wind, guidato da Frank Moon, presso la Cornell University, e potrebbe rappresentare il nuovo modo di immagazzinare energia eolica, più economico e più efficiente. i pannelli Vibro-Wind (vedi foto), perfetti, a differenza delle classiche turbine, per essere integrati architettonicamente e in grado di convertire in elettricità anche una lieve brezza di vento senza produrre rumore. Il prototipo di pannello di Vibro-Wind, testato nei mesi scorsi in cima al Rhodes Hall di Atlanta, in Georgia, è composto da una grata sulla quale sono montati una serie dioscillatori di gomma. Attualmente la conversione da energia meccanica a elettrica avviene tramite un trasduttore piezoelettrico, un congegno di ceramica o di polimeri che emette elettroni quando è sollecitato, ma è allo studio anche l'utilizzo di una bobina elettromagnetica. Come risorsa energetica rinnovabile, il vento ha tantissime potenzialità, ma anche gravi inconvenienti come il costo dell’installazione delle turbine eoliche, le problematiche di impatto visivo e l’inquinamento acustico che genera (spesso paragonato ad un motore di un jet, soprattutto per coloro che vivono nelle vicinanze). Tuttavia, gli studenti della Cornell University’s del gruppo di ricerca Vibro-Wind sta lavorando su un prototipo che fa economia di spazio, consentendo di valorizzare l’energia eolica in modo più efficiente, trasformando le vibrazioni del vento in energia elettrica. Lavorando con una borsa di studio di soli 100 mila dollari nell’ambito del progetto “per un Futuro Sostenibile”, un gruppo di studenti di architettura e ingegneria ha progettato un pannello che vibra con il vento, con oscillatori di schiuma che convertono ed immagazzinano l’energia meccanica del vento in energia elettrica delle vibrazioni. Questo è possibile con l’aiuto di un trasduttore piezoelettrico, un dispositivo di polimero di ceramica che rilascia elettroni quando subisce uno stress. E’ stata questa applicazione che ha colpito di più i ragazzi che hanno voluto inserirlo nel titolo. (I docenti) 15 Ecco un nastro che sfrutta Sole, vento e pioggia In tutto il mondo gli ingegneri stanno lavorando per abbattere entrambi i limiti delle energie alternative. Certamente, l’affrancamento dal dio meteo è di là da venire, ma qualcuno sembra aver trovato un modo di sfruttare, con un solo dispositivo, sole, vento e pioggia Il suo nome è Elias Siores, ricercatore e docente dell’Institute for Materials Research and Innovation, presso l’Università di Bolton (Gb), e la sua invenzione è un ibrido in grado di catturare l’energia dai tre elementi. Si tratta di una sorta di nastro flessibile costruito con un materiale piezoelettrico (in grado, cioè, di trasformare l’energia meccanica delle sollecitazioni in energia elettrica). In particolare, è stato scelto un materiale ceramico rivestito con fluoruro di polivinilidene (PVDE): quello che ha dato i migliori risultati nel tunnel del vento e nei test di simulazione della pioggia. Ogni volta che il nastro è scosso dal vento o colpito da una goccia di acqua, genera elettricità. Il nastro è stato poi ricoperto con un film fotovoltaico flessibile. L’opera è stata completata con due elettrodi alle estremità del dispositivo. Il rendimento? 10 centimetri quadrati possono generare 1-2 watt in condizioni di pieno sole, come riportato nello studio di Siores pubblicato su Smart Materials and Structures. Il sistema funziona, ma per ora fornisce energia sufficiente solo per piccoli dispositivi, come i cellulari. Ciò non toglie, però, che in futuro si possa applicare l’idea su una scala più grande; come riporta un articolo del New Scientist, lo stesso Siores immagina una grande centrale con una struttura a cono e ricoperta dei suoi speciali nastri. Riuscire a mitigare l’effetto negativo dell’intermittenza degli agenti atmosferici è da sempre considerato uno dei principali obiettivi degli sviluppatori di sistemi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. È per questo motivo che l’interesse della comunità scientifica internazionale è sempre più rivolto allo sviluppo disoluzioni ibride, in grado di sfruttare due o più risorse rinnovabili come vento, sole e pioggia. All’Institute for Materials Research and Innovation (IMRI) dell’Università britannica di Bolton è stato inventato un sistema ibrido in grado di catturare l’energia da tutti e tre gli elementi atmosferici. Si tratta in pratica di un nastro fotovoltaico ibrido, della lunghezza di 20 centimetri, capace di generare energia elettrica sfruttando l’effetto piezoelettrico. Il nastro è composto da diversi elementi sovrapposti: il rivestimento polimerico del dispositivo, in fluoruro di polivinilidene (PVDE), quando è stimolato dal vento o dalle gocce di pioggia trasmette il movimento aimateriali ceramici piezoelettrici sottostanti che portano alla generazione di elettricità. Lo stesso nastro è poi ricoperto con un pellicola fotovoltaica ultra sottile e flessibile (le innovative celle solari organiche P3HT – PCBM) ed è completato dalla presenza di due elettrodi alle estremità. Purtroppo, nonostante la capacità di catturare energia da diversi agenti esterni, il nastro fotopiezoelettrico realizzato dall’IMRI al momento presenta una bassa densità energetica. Ogni nastro ibrido, infatti, è in grado di generare costantemente solo pochi milliwatt, motivo per cui è realistico ipotizzarne l’impiego unicamente per alimentare dispositivi a bassissima potenza. Inoltre, per ottimizzare lo sfruttamento dell’energia proveniente dagli agenti meteorologici, secondo i ricercatori sarebbe necessario realizzare dispositivi di forma conica, con una moltitudine di nastri vibranti in grado di captare l’energia del vento, del sole e della pioggia. In attesa di realizzare questi prototipi di “pini” foto-piezoelettrici, i ricercatori stanno lavorando per ridurre i costi generali del dispositivo e contemporaneamente per migliorarne l’efficienza, incorporando nanotubi di carbonio all’interno della sua struttura. Parallelamente, il team di ricerca sta lavorando anche a un altro progetto, che prevede la realizzazione di fibre ibride utilizzabili nel settore tessile, realizzate con una tecnologia molto simile a quella utilizzata per i nastri foto-piezoelettrici. In caso di successo si potrebbero a breve realizzare indumenti rivestiti da materiale piezoelettrico, grazie ai quali sarebbe possibile produrre energia elettrica con i movimenti del corpo, e ricaricare dispositivi mobili come cellulari, tablet o altro. 16 Energia dal traffico, parte la sperimentazione in Israele Nei giorni scorsi l’esperimento ha preso finalmente corpo. Grazie a Innovatech, in Israele, s’inizierà a produrre energia elettrica sfruttando il passaggio delle auto su un tratto di autostrada. I guidatori, sembra, neanche ci faranno caso. Quattro settimane fa, infatti, l'azienda israeliana ha sistemato su un breve tratto di autostrada (circa una decina di metri) dei generatori piezoelettrici in grado di trasformare la pressione esercitata su di essi in energia elettrica durante il passaggio delle auto. Si tratta di congegni interrati per 5 centimetri e in grado di produrre 200 KWh di energia elettrica al passaggio di 600 veicoli in un'ora lungo un chilometro di autostrada. Il tutto sufficiente alle necessità energetiche di circa 250 abitazioni. Rispetto alla notizia che riportammo su Nextville nel mese di marzo (vedi Riferimenti) abbiamo qualche dettaglio più preciso sui costi e sul ritorno economico. Lungo un chilometro di autostrada, infatti, bisognerà impiegare circa 3.000 generatori che costano 30 dollari l'uno, la cui spesa potrà essere ammortizzata nell'arco di 4-7 anni senza alcun sussidio statale. Per ora l'energia viene stoccata all'interno di batterie ed è destinata ad alimentare luci e segnali stradali. Tuttavia, l'obiettivo è quello di usare l'energia elettrica generata per gli edifici situati nelle vicinanze dell'autostrada, in modo da diminuire i costi relativi al trasporto e alla distribuzione. Israele: energia dai binari Famosa per la produzione di piastre piezo elettriche da impiantare sotto il manto stradale, la Innovatech, in collaborazione con la compagnia israeliana dei traspoerti ferroviari sta sperimentando una soluzione per l'installazione delle piastre piezo elettriche sotto i binari. A giudicare dai primi responsi, l'idea può portare vantaggi non indifferenti in termini di produzione di energia; al progetto oltre che la Innovatech e la National Railay Company partecipa anche la Technion University. I risultati parlano chiaro, nelle zone attraversate da 10, 20 treni all'ora, le piastre riescono a produrre fino a 120 kWh. Energia sufficiente per alimentare gli stessi treni, la segnaletica e immettere la restante parte nella rete elettrica nazionale. Le piastre sono state installate a livello delle rotaie e grazie alle loro caratteristiche, sono in grado di raccogliere le sollecitazioni meccaniche trasformandole in energia elettrica. La sluzione proposta dalla Innovatech rientra di diritto tra le possibili soluzioni da adottare per sfruttare al meglio le attualivie di comunicazione, cercando di ottenere energia da fonti alternative. Sottolineamo ancora una volta l'importanza di investire nella ricerca, solo in questo modo si potrebbero avere soluzioni altamente tecnologiche come questa o come ad esempiola possibilità di sostituire l'asfalto con degli speciali pannelli fotovoltaici. Non ci stancheremo mai di ribadire quanto sia importante la ricerca, solo così potremo contribuire al raggiungimento degli obiettivi prefissati per diminuire l'inquinamento. 17 Create 24: vince PiBike, la bici che trasforma la pressione in energia http://www.greenews.info/comunicati-stampa/create-24-vince-pibike-la-bici-che-trasforma-lapressione-in-energia-20140520/ Si è conclusa la V edizione di CREATE 24, il digital contest che ha visto coinvolti oltre settanta giovani studenti che si sono messi in gioco e nell’arco di 24 ore hanno ideato dei progetti in linea con la tematica loro assegnata, che quest’anno era legata all’ambiente. Alle ore 12 del 15 maggio è stato dato il tema, si sono formati i team, quindi ha avuto inizio la lunga “maratona creativa”. Nell’anno europeo della Green Economy, nell’anno che precede l’Expo 2015, si è scelto di assegnare un tema che avesse forte attinenza con le tematiche legate alla sostenibilità ambientale: il riciclo. “La gerarchia delle azioni da privilegiare è chiaramente indicata nelle direttive europee: prima si deve tentare di prevenire il rifiuto, oppure di riutilizzarlo in una nuova forma, in caso contrario di riciclarlo attraverso un processo industriale o trasformarlo in fonte di energia e solo come ultima possibilità, smaltirlo in discarica. Un sistema produttivo che segua questi criteri non può che migliorare la qualità della vita dei cittadini, riducendo l’impatto ambientale e i costi di gestione, in una prospettiva win-win, dove vincono tutti” ha spiegato ai ragazzi, nella fase di presentazione, Andrea Gandiglio, direttore editoriale della rivista Greenews.info. Ai partecipanti è stato dunque chiesto di rappresentare un progetto di ecodesign o un nuovo modello di gestione dei rifiuti che intervenga in una o più fasi della filiera di recupero di un prodotto. L’obiettivo è quello di migliorare la cultura del riciclo e favorire, con l’aiuto della creatività applicata alla tecnologia digitale, la concretizzazione di azioni positive in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Vincitore del contest, il PiBike Project (team leader Enrico Allais, 18 anni, Istituto Primo Levi di Torino – Giulia Filippini, 25 anni, ITS di Torino – Ionela Gherman, 20 anni, ITS di Torino), nato dalla necessità di utilizzare un’energia che viene spesso usata ma sprecata: la pressione. Con la PiBike la pressione che il ciclista esercita sulle ruote della bici si trasforma in energia elettrica pronta per ricaricare i vostri dispositivi: smartphone, tablet, mp3, etc. Il processo è reso possibile grazie ai cristalli piezoelettrici che se vengono compressi ed in seguito decompressi producono energia elettrica. Introducendo questi cristalli tra il pneumatico e la camera ad aria della bici, pedalando, si riesce ad ottenere una pressione sufficiente alla loro attivazione, e collegando tutti i piezoelettrici in parallelo tra di loro si ottiene un amperaggio tale da caricare un piccolo accumulatore energetico. La PiBike comporta molti vantaggi: si elimina il problema di sostituire le batterie nei faretti della bici. Altro vantaggio è quello di poter caricare il proprio smartphone a costo zero. In più, esiste una possibile implementazione futura: un gps, per sapere in qualunque momento dove si trova la propria bici. PiBike permette di vivere al meglio all’aria aperta senza rinunciare all’efficienza della tecnologia. Sono inoltre stati premiati da una giuria composta da esperti del mondo accademico, istituzionale e aziendale: TEAM ROCKET (Best use of Graphic, Illustration & Content), EcoChallenge (Best use of Photography, Motion Graphic & 3D Animation), Giovanni Muciaccia (Best use of Video, Animation & Sound Design), Carmelo Traina (Best Project Leader). A interagire con le squadre, durante lo svolgimento del tema, una decina di professionisti del settore, definiti Mentor che sono stati selezionati appositamente per offrire assistenza e supporto alle squadre durante lo svolgimento del contest. Ringraziamo il prof. Mario Mancini, l’esperto Almerindo Capuani, Maurizio e Mizio Nepi della ditta Nepi Green Power IL Gruppo Classe 2B e 2C 18