L`albergo si fa eco
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L`albergo si fa eco
AMBIENTE / Stili di vita L’ALBERGO SI FA ECO Dormire e mangiare in un ambiente sano, sperimentando ogni giorno mille piccole attenzioni all’ecologia da riproporre magari a casa propria di Gabriele Salari hi di noi non sogna una casa ecologica, realizzata con materiali naturali, seguendo i principi della bioarchitettura. Se non possiamo permettercela oppure vogliamo toccare prima con mano in cosa consiste, l’ideale è una vacanza in un ecohotel. Per fregiarsi di quest’etichetta, che dà diritto a uno speciale fiore sulla porta d’ingresso, l’hotel deve ottenere la certificazione europea ecolabel. In Europa del nord queste strutture sono abbastanza diffuse, ma anche nel nostro Paese iniziano ad essere una realtà. Sono molti i bed & breakfast, gli agriturismo, i rifugi alpini ma anche gli hotel che hanno fatto questa scelta, iniziando a proporre cibi sani provenienti dalla propria regione, utilizzando energie rinnovabili e riducendo i rifiuti. Abbiamo deciso di visitare uno di questi alberghi, in una regione, il Trentino Alto Adige, che è all’avanguardia in questo settore. Al Pineta Hotel di Tavòn, in Val di Non, ecologia e tradizione vanno d’accordo da almeno tre generazioni. All’origine di tutto c’è la nonna Elsa che ha dedicato tutta la sua vita ai figli, ai nipoti e all’hotel. Ancora oggi continua a preparare C 14 - Il Forestale n. 43 lo strudel di mele per i clienti, ma nella struttura lavorano ben 14 membri della famiglia Sicher. Dietro la scelta di chiedere l’ecolabel europeo c’è tutta la passione di Livio, che è anche l’organizzatore delle escursioni proposte dal Pineta. Appena arrivati in albergo partecipiamo ad una visita serale alla caldaia organizzata per i clienti. Quello è il vero cuore ecologico della struttura. Il gasolio è stato infatti abbandonato ed è stato scelto il cippato, ovvero gli scarti di lavorazione del legno, una materia prima ecologica ed ampiamente disponibile nelle vallate alpine. Subito una signora di Bologna chiede se sia anche una scelta economica, da fare anche a casa propria. Al momento, però, è una scelta sostenibile solo per grandi strutture: la caldaia infatti costa 6-7 volte di più di quelle tradizionali, anche se poi il costo della materia prima è da uno a quattro volte inferiore. “Aus Holz wird Energie” è scritto sulla caldaia rossa, e infatti il legname ridotto in frammenti omogenei riesce a riscaldare i cinque edifici del Pineta Hotel, compresa l’acqua della piscina e parte della sauna. I tubi passano sotto tutti gli edifici e i pavimenti: è il cosiddetto “teleriscaldamento”, impiegato oggi da numerosi Comuni. “E’ un sistema affidabile, d’altronde non pos- Dove andare siamo permetterci di dire al cliente che l’acqua Per trovare l’ospitalità eco-label che cercate, la lista completa è sul sito www.eco-label.com. calda per quel giorno non c’è. Per questo i panOltre al Trentino, non manca quest’opportuninelli solari che avevamo prima continuiamo a tà anche in alcuni agriturismo in Toscana e in impiegarli, ma solo a integrazione del lavoro Umbria o in Sicilia. A Milazzo uno stabile della caldaia” spiega Livio Sicher. dell’Ottocento è stato ristrutturato con l’uso di Per i Forestali le caldaie a cippato non sono una calce, sughero, vernici naturali e ceramiche novità: circa la metà delle strutture del parco fatte a mano da artigiani locali. nazionale del Circeo, ad esempio, sono riscalIn Piemonte si trovano anche B&B ecolabel date fin dagli anni Ottanta con i gusci dei pinoli, (www.ilboscodelleterrecotte.it). “Nella nostra materiale di scarto ampiamente disponibile in regione la maggior parte delle strutture ricettive certificate con l’ecolabel europeo sono zona, all’insegna della sostenibilità. all’interno dei parchi regionali” – afferma Oltre alla caldaia dell’ecohotel, ecologico è Marco Glisoni, responsabile ecolabel per Arpa anche l’impianto di areazione e riscaldamento Piemonte – il Piemonte vanta anche il primo del centro benessere: l’aria calda in uscita non rifugio alpino certificato ecolabel in Europa viene “buttata” ma rientra in circolo attraverso completamente autonomo dal punto di vista uno scambiatore di calore. C’è anche una curioenergetico”. Il rifugio in questione è Arlaud sa piscinetta sotterranea per raccogliere l’acqua (www.rifugioarlaud.it), all’interno del parco del che esce dalla piscina quando ci tuffiamo: Gran Bosco di Salbertrand. Il Pineta Hotel di anch’essa viene recuperata, depurata e rimessa Tavòn (www.pinetahotels.it), invece, segnalato anche da Slow Food, non è lontano dal parco in circolo. nazionale dello Stelvio e dal parco Un sogno Livio ce l’ha ancora e pensa di realizdell’Adamello Brenta. zarlo nei prossimi anni, passare dagli attuali 70 metri quadri di pannelli solari a un impianto più grande che fornisca energia elettrica all’intero complesso. Intanto, girando per gli chalet in legno le mille minime misure per ridurre l’impatto ambientale si notano. La luce nei corridoi sfrutta il rilevatore di presenza oltre ad essere con lampadine a risparmio e non rimane mai accesa se non c’è nessuno. In bagno c’è il dispenser di sapone e a colazione la marmellata si prende da vasi in vetro: le confezioni monodose in plastica sono solo un ricordo del passato antiecologico. Anche in camera da letto si nota tanto legno come base delle strutture e i materassi sono in fibra naturale, lana, visto il clima rigido. Le lenzuola non vengono cambiate tutti i giorni ma due volte a settimana o eventualmente tre su richiesta del cliente. Un’altra attenzione è quella dedicata agli spostamenti. Per ridurre l’uso dell’auto, esiste un servizio navetta per il paese più vicino, che è Coredo, raggiungibile comunque anche attraverso un sentiero in pineta a piedi, oppure usufruendo delle mountain bike messe gratuitamente a disposizione. Un’altra chicca del Pineta Hotel, come di altri ecoalberghi, è quella di mettere a disposizione dei clienti degli appositi carrelli che riducano ulteriormente gli spostamenti con mezzi a motore.