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NUEVO BALLET ESPAÑOL
ROJAS Y RODRIGUEZ
Stagione 2008/2009
Sovrintendente e Direttore Artistico Prosa Michele Mirabella
Direttore Artistico Musica e Danza Daniele Spini
SANGRE FLAMENCA
2 marzo 2009 - ore 20.45
ROJAS & RODRÍGUEZ Coreografia e Direzione Artistica
4-7
marzo
ore 20.45
Compagnia delle Indie Occidentali - Polis Cultura
VESTIRE GLI IGNUDI
di Luigi Pirandello
con Vanessa Gravina, Luigi Diberti, Bruno Armando
regia di Walter Manfrè
11
marzo
mercoledì
ore 20.45
CAMERATA SALZBURG
Leonidas Kavakos direttore e violino solista
JOHANN SEBASTIAN BACH Concerto in re minore per
violino e orchestra (ricostruito da BWV 1052)
LEÓŠ JANÁČEK Suite per archi
FRANZ SCHUBERT, GUSTAV MAHLER
La morte e la fanciulla
14
marzo
sabato
ore 20.45
Marangoni Spettacolo
L’ULTIMA ASTRONAVE
testo e voce recitante Stefano Benni
al pianoforte Umberto Petrin
CROSS OVER
18-21
22
23
domenica
ore 16.00
Compagnia della Rancia - Disney
HIGH SCHOOL MUSICAL
lo spettacolo
testo di David Simpatico
tratto dal Disney Channel Original Movie
regia e adattamento Saverio Marconi
marzo
lunedì
PREVENDITA PER GLI SPETTACOLI
DI APRILE E MAGGIO
marzo
ore 20.45
Interpreti: Angel Rojas, Carlos Rodriguez, Pilar Arteseros,
Pilar Gonzalez, Cristina De Vega, María Lopez, Raquel Tamarit,
Emilio Ochando, Paco Berbel, Aitor Hernandez, Andres Fernandez
Musicisti: Omar Acosta (flauto), Maria Del Mar Fernandez (cantaora),
Maria Rosa Navarro (cantaora), Daniel Jurado (chitarra),
Gaspar Rodriguez (chitarra), Nicasio Moreno (violoncello),
Thomas Potiron (violino), Enrique Terrón (percussioni)
musica di Gaspar Rodríguez, Antonio Rey, Daniel Jurado
costumi di Modesto Lomba, Carlos Rodríguez , Raquel + Roberto
scene di Anselmo Gervolés
luci di David Pérez
fonica di Beatriz Anievas
sound design Enrique Cabañas
SANGRE FLAMENCA
23
SENTITI DA VICINO: IVAN FEDELE
Foyer del Teatro, dalle ore 16.00
Incontro con Ivan Fedele
PALCOSCENICO
e Prova aperta dell’ Ensemble Algoritmo
CONTEMPORANEO
Sala Grande del Teatro, ore 20.45
Ensemble Algoritmo
ingresso libero
Marco Angius direttore
con ritiro del
Valentina Coladonato soprano
tagliando
musica di IVAN FEDELE
segnaposto
produzione NBE
www.nbeflamenco.com
www.rojasyrodriguez.com
marzo
lunedì
TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE
Udine, via Trento, 4
tel. 0432 248411 - fax 0432 248452
www.teatroudine.it - [email protected]
Direzione centrale istruzione, cultura, sport e pace
Servizio attività culturali
Provincia
di Udine
attrezzeria Adolfo Llorente
sarta Maria Ángeles Carreras
realizzazione costumi Lola Lamoda
calzature Gallardo
coordinamento della produzione Belén Castres
amministrazione NBE Alicia Cordero
distribuzione Rojas y Rodriguez Compañia, Nina Gomez
Solo il primo giorno di prevendita la biglietteria,
sarà aperta anche la mattina.
Mattina: 09.30 - 12.30
Pomeriggio: 16.00 - 19.00
Grafica S. Conti - Stampa La Tipografica srl
che il guru del Butoh, la danza moderna giapponese, Kazuo Ohno, ora
più che centenario, abbia costruito tutta una poetica e una carriera
ispirandosi a lei, dopo averla vista in una performance nel 1929.
La coppia formata da Rosario, cioè Florencia Pérez Padilla (Siviglia,
1918 – Madrid, 2000), allieva della Macarrona e di Ángel Pericet Carmona Jiménez, della famiglia erede storica della raffinata escuela bolera, vale a dire la danza classica spagnola e da Antonio Ruiz Soler
(Siviglia, 1921 – Madrid, 1996), bailarín y bailaor, viaggiò ovunque con
successo, lavorando tra l’altro in Argentina nello spettacolo La maravilla de las maravillas con la carismatica Carmen Amaya (che si esibiva
anche in abiti maschili). Una forza della natura, come si vede nel film
Los Tarantos di Francisco Rovira Beleta, una sorta di saga gitana simil
Romeo e Giulietta, dove compare un giovane ballerino indimenticabile, per fuoco, bellezza, eleganza, intelligenza, Antonio Gades, allievo
di María de Ávila. Toccherà a lui rinnovare il flamenco immettendovi una qualità teatrale mai vista prima. Antonio Gades (1936-2004),
campione assoluto del flamenco maschile più sensualmente austero,
con all’attivo capolavori come Bodas de sangre, dal testo di Lorca,
Carmen, El amor brujo, pièce dove brilla il talento di Cristina Hoyos
– e lo dimostrano i bei film che ne ha ricavato in collaborazione con il
regista Carlos Saura – , Fuente Ovejuna. Proprio Saura, in film come
Sevillanas (1991) e Flamenco (1995 ) ha mostrato i maestri, come
Mario Maya, e le nuovissime generazioni di ballerini flamenchi. Una
lista che va da Maria Pagés a Manuela Carrasco, Eva la Yerbabuena,
Israel Galván, Andrés Marín, Carmen Cortés, El Farruco, El Farruquito.
E tra le nuove figure maschili che osano oggi esibire una virilità carica
di glamour e di erotismo, oltre ai ben noti Joaquín Cortés, divo pop, e
all’erotico Antonio Marquez, ci sono proprio i direttori del NBE, Rojas
y Rodríguez, star in scena e fuori scena.
Testi di Elisa Guzzo Vaccarino
Tournée italiana organizzata da
ATER- Associazione Teatrale Emilia Romagna.
Nuevo Ballet Español
Si chiama Nuevo
Ballet Español, volendo la compagnia indicare già nel nome una voglia
di svolta nel vitalissimo panorama della tradizione iberica, che perennemente rinasce dalle sue radici come l’Araba Fenice. Nata nel 1995
come team a due teste e due corpi, quelli di Carlos Rodríguez e Angel
Rojas, belli, mediatici, carismatici, vincitori di numerosi premi in Spagna e a Madrid, rapidamente si è conformata come gruppo eccellente
sia di ballerini sia di musicisti, collocandosi sul crinale tra flamenco e
danza contemporanea, con quel tocco di glamour che ormai si rende
necessario per fare del baile gitano una hit giovane, attuale, in linea
con il gusto di oggi. Residenti al Teatro di Madrid, fin da Flamenco
directo del 1998, con cui si sono fatti notare sul piano internazionale,
i due coreo-direttori hanno conquistato le grandi platee del pianeta
con una gamma completa di seduzioni, in grado di colpire qualunque
spettatore, di qualunque età, cultura, nazionalità.
A Udine presentano l’ultima edizione del loro Sangre flamenca, un
successo di lungo corso che li rappresenta fedelmente al meglio. Ci
tengono a dire che il loro lavoro, se può aver fatto storcere il naso
ai tradizionalisti, i quali sono sempre e ovunque “colpevoli” di ottusi
fondamentalismi, è stato compreso invece dai puristi del flamenco
che ne riconoscono i valori evolutivi a partire dal patrimonio immortale
- mai messo in discussione - di questo universo totale, fatto di ballocanto-ritmo.
Background classico, gusto contemporaneo Virtuosi capaci di
sincronizzarsi con rara perfezione e di inanellare raffiche di pirouette mozzafiato di incredibile velocità, Rodríguez e Rojas: possiedono un
background più ampio del puro flamenco. Rodriguez, forte del training
ricevuto in balletto classico, da cui ha mutuato appunto i giri elegantissimi, dichiara che con Rojas hanno inteso ricavare anche da altre forme di
danza teatrale la concezione dei loro show, strutturata con rigore, spesso
non narrativa, con spazi di improvvisazione riservati soprattutto ai loro
soli, laddove il flamenco classico procede in misura prevalente dall’anima
- così come dev’essere - per spontanea ispirazione.
È contemporaneo, poi, il gusto del duo Rodríguez-Rojas per le luci
a fasci e campiture e per i costumi asciugati, senza i pois giganti e i
volants a cascata, che hanno imposto nel mondo l’immagine più olegrafica del baile español.
Azzurro, bianco, nero, rosso, in tagli essenziali, regalano dunque un
nuovo abbigliamento al NBE, rinviando al look del passato in modo
essenziale ed efficace. Questo equilibrio estetico tra ieri, oggi e domani
è, del resto, frutto di un percorso professionale impeccabile.
Prima di dar vita a un loro gruppo, infatti, Angel Rojas e Carlos Rodríguez, madrileni, hanno accumulato ottime credenziali come danzatori nel Ballet Español de Madrid diretto da José Granero, nel Teatro
Español di Luisillo, nel Ballet Teatro Español di Rafael Aguilar, nei Ballets Españoles di José Antonio Ruiz, e come vincitori, nel 1994, del
Premio Nazionale per il Miglior Ballerino Emergente. Si parla, quindi, di
figure cresciute alla migliore scuola accanto a personalità primarie del
flamenco di prua.
Orgogliosamente sostengono, quanto ai loro spettacoli, che in una
traiettoria sempre conseguente hanno portato in scena “classico e
contemporaneo, farrucas, fandangos, alegrías, musica dal vivo, jeans
e batas de cola (lo strascico delle gonne femminili) senza mai diluire lo
spirito e la lettera del flamenco”. E come descrivono il proprio “sapere
flamenco”? Come “geometria viva, ottenuta disegnando una ortografia
flamenca, stellare e sensuale, virtuosistica, eccitante, coerente in tutte
le componenti artistiche, dall’ideazione all’impaginazione scenica alla
qualità selezionata dei componenti del gruppo”.
Tradizione e multimedialità
Dal 1995 la coppia Rojas y Rodríguez ha presentato nel mondo un fortunato portfolio di
spettacoli a cadenza regolare e su più fronti, affermando positivamente
una propria visione della danza iberica nel contesto più attuale. Tra i
titoli del NBE che si sono susseguiti anno dopo anno vanno ricordati Canela y Fuego (1996), Sangre Flamenca (1997), Flamenco Directo
(1998), Gallo de Pelea (1999), cioè da combattimento, NBE x 5 e Furia
(2000), definito un “frutto fresco sull’antico albero del flamenco”, Romeo y Julieta (2003), Tierra (2004), Concierto flamenco (2005), El alma
(2006), Premio de la Cultura de la Comunidad de Madrid 2006 per la
Danza, Dualia (2007) - su musica originale di José Nieto, per incarico
del Ballet Nacional de España al Teatro de la Zarzuela - ballando anche
come guest in Sangre (2008), riattualizzazione di Sangre Flamenca e
Baile de Máscaras (2008).
Ma, come vogliono i tempi multimediali e pluridisciplinari in cui viviamo, nel 2001 i due artisti hanno anche realizzato per la rete televisiva
statunitense PBS il programma Fury, alle prese con pop star come Gloria Estefan e Sting e nel 2004 il musical Don Juan, con musica moderna francese e tradizionale, dello stesso produttore di Notre Dame de
Paris. Al musical, una grande produzione franco-canadese che vince il
Canadian Prize come miglior spettacolo dell’anno e nel quale Rojas e
Rodríguez sono apparsi come autori delle coreografie e come ballerini
ospiti, è seguita la partecipazione, con una propria coreografia a Enamorados anónimos per la regia di Blanca Li, nota “pluriartista” amica di
Pedro Almodovar, e di Javier Limón.
Intanto Ángel Rojas, nel 2007, ha creato un suo lavoro personale, Bailando entre palabras, danzando tra le parole, e ora è impegnato su El
viaje de Yivo cioè viaggio nel terzo mondo, quello degli sfavoriti. Carlos
Rodríguez, da parte sua, è stato finalista del Premio Max 2007 come
miglior interprete maschile e ora si divide tra il Nuevo Ballet Español e
il Ballet Nacional de España, dove è artista invitato con lo spettacolo
Corazón de Piedra Verde.
Talvolta, dunque, i due capocomici coreografano insieme, talvolta appunto separatamente, e amano offrirsi all’obiettivo delle foto e delle telecamere con una certa aria da fratelli-modelli che certo non è estranea
al riconoscimento e alla riconoscibilità del loro “prodotto”.
Sangre flamenca
In questo senso,
Sangre flamenca, è esemplare quanto alle direttrici stilistiche che stanno alla base delle evoluzioni scenico-drammaturgiche sul filo del tempo, innervando il tessuto della serata di un tocco di vitalità tratta dalla
strada per insaporirne l’astrazione raffinata che racchiude eventualmente sottili tracce narrative. Sangre Flamenca, che risulta emblematico
delle caratteristiche del NBE, nella versione 2008 si presenta come una
ricca collezione di passi a due, di soli, maschili e femminili, e di danze
preziose, come buleria, tango, come genere del flamenco, zapateado,
per mostrare appieno la versatilità degli undici ottimi ballerini in scena,
cinque donne e sei uomini, che spaziano dal flamenco alla danza classica spagnola – la squisita escuela bolera – alla danza contemporanea.
In questa trama variegata Rojas e Rodríguez hanno introdotto due nuovi
brani, Canteva e Triana, che danno allo spettacolo un taglio fresco e
dinamico grazie all’utilizzo dei tipici ritmi di martinete, cioè il battito del
martello del fabbro sull’incudine, e di jaleo, ovvero baldoria.
In Spagna si è detto che il NBE rappresenta decisamente il flamenco
di ora, e con lo spirito più intrepidamente rinnovatore, più alternativo,
prendendosi tutti i rischi di uno sguardo giovane, assuefatto al gusto
planetario della videomusic, della world music, dell’universo fashion, il
che nell’ottica del gruppo non significa affatto archiviare il patrimonio
antico ricevuto, nella convinzione per contro che ciò che non evolve
muore, flamenco compreso.
La generazione del flamenco
Bisognerà qui ricordare che il flamenco, musica, canto – in caló, un dialetto della
famiglia del sanscrito – e danza dei Gitani d’Andalusia, le cui origini
si perdono e si fondono nei rivoli dei tanti sostrati che l’hanno nutrito
(ispano-romano, arabo, musulmano, gitano, morisco, ebraico-sefardita, africano, caraibico-cubano, aragonese), ha suscitato nel tempo
numerose ipotesi sulla natura stessa della parola che lo designa. Via
via si è detto che forse deriva da flemenc che significa gitano, secondo il viaggiatore inglese ottocentesco George Henry Borrow, o dal
termine arabo-ispanico fellahmengu, ovvero contadino arabo espulso
e mimetizzato sul territorio mescolandosi con i gypsy dopo la fine del
regno dei Moriscos; o da Fiandre, secondo la presunzione che i gitani
sarebbero arrivati in Spagna nel XV secolo per quella via, o invece per
i servizi da loro resi nell’armata di Fiandra tre secoli dopo; o, infine, da
flameante, vale a dire difficile per gli esecutori. Come sempre accade
per le culture orali più potenti, non ci sono certezze. E anche in questo
sta il loro incanto enigmatico.
Arte di improvvisazione e di filiazione, il flamenco vede più generazioni
susseguirsi nella trasmissione e nell’evoluzione delle sue complesse
componenti. Nella prima fase, tra il 1800 e il 1860, la figura di prua è
El Planeta, considerato l’inventore della seguiriya, dopodiché fino agli
anni Dieci del Novecento fiorisce l’epoca d’oro dei cafés de cante sivigliani e la moda del “gitanismo” si diffonde nelle arti, mentre dal 1915
in poi si sviluppa la teatralizzazione, protagoniste Pastora Imperio, per
cui Manuel De Falla compone El amor brujo (L’amore stregone, 1915),
e Antonia Mercé, “La Argentina”, cosiddetta essendo nata oltremare,
che nel 1929 crea la prima compagnia di balletto spagnolo. Dopo la
prima guerra mondiale si afferma la figura maschile di Vicente Escudero, che preconizza per il bailaor maschio la calma, la virilità, l’asciuttezza, osando le braccia alzate oltre il capo.
Intanto si vennero distinguendo due aree di danze, il baile chico, più leggero e frizzante, con tanguillo, alegrías, bulerías, rumba e garrotín, e il
baile grande o jondo, con cañas, seguiriya, soleares, taranta, martinete.
La diffusione, tra erotismo e glamour Sulla scorta di un fascino irresistibile, il flamenco conobbe già a fine Ottocento una vasta diffusione: la Macarrona si esibiva a Berlino nel 1895, La Argentina ai primi del
Novecento trionfava in Gran Bretagna, in Russia e in Francia, e a Parigi
proprio con Vicente Escudero faceva faville al teatro Trianon-Lyrique
nel 1925. E - per aprire una parentesi - non è senza importanza il fatto