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Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE Numero 68 03 Luglio 2012 115 Pagine NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS MotoGP d’Olanda Stoner vince il GP Rossi: “L’importante è che la Ducati si fidi al 100% dei piloti “ 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 SPORT SBK Spagna Biaggi e Melandri conquistano le due manche del GP di Aragon MX Svezia Cairoli perde la corona in classifica Desalle imbattibile in Svezia | Prova offroad | Husqvarna 2013 Cross Enduro da Pag. 2 a Pag. 13 All’Interno TEST Comparativa pneumatici Sport Touring sul bagnato NEWS: BMW presenta le nuove F700GS e F800GS | Suzuki presenta le RM-Z 2013 | Nico Cereghini: Gli anni Settanta 6ª puntata | Massimo Clarke Dentro il Museo Yamaha | SPORT: Honda torna alla Dakar 2013 col team HRC Husqvarna 2013 Cross Enduro PREGI Maneggevolezza 125/250/310 DIFETTI Sospensioni legnose a metà Prova offroad Sempre più R..acing! di Aimone Dal Pozzo | Interventi importanti su 250 e 310, e modifiche di dettaglio su tutta la gamma aggiornano l’offerta Husqvarna che prepara la nuova stagione con una gamma ampia e ulteriormente migliorata e competitiva, così come conferma il suffisso R 2 3 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»Prove Non solo, ma per questa particolare occasione, abbiamo avuto modo di percorrere alcune strade del parco naturale limitrofo con la gamma enduro, che ci ha permesso di testare a fondo i modelli TE nel loro habitat naturale. Vediamo nel dettaglio le sensazioni provate sulle moto oggetto del test. L a prova delle Husqvarna 2013 Cross/Enduro Con la ventata di novità e freschezza dovuta all’acquisizione del marchio da parte di BMW nel 2007, Husqvarna in questi ultimi anni sta facendo vedere grandi cose e soprattutto, dimostra con i fatti di essere sulla strada giusta per un futuro da protagonista nella lotta tra le case motociclistiche d’eccellenza nell’offroad. Squadra che vince non si cambia e altrettanto vale per i modelli offroad, che non vengono stravolti radicalmente, ma partendo da una base già solida dello scorso anno, implementano sotto al vestito numerose modifiche poco percettibili, ma che fanno fare, soprattutto ai modelli di punta (250 e 310), un altro grosso balzo 4 in avanti. Dal punto di vista generale le nuove Husky presentano degli interventi comuni come le nuove composizioni cromatiche, che non solo rendono l’estetica più aggressiva, ma aggiungono una qualità ottimizzata degli adesivi che risulta adeguata alle sollecitazioni estreme nella guida offroad. Troviamo inoltre nuove manopole nere, incollate in modo fisso al manubrio, per una migliore presa e durata oltre che una nuova imbottitura del manubrio per proteggere il pilota da colpi al petto in caso di caduta. Sede delle operazioni di test per della gamma 2013 è nuovamente la pista di casa, lo storico Ciglione della Malpensa, modificato da poco in alcuni punti del tracciato cross e contornato da un fettucciato. CR 125 Da sempre una delle migliori moto di piccola cilindrata. La leggerezza e agilità della piccola ottavo di litro sono gli elementi che da sempre la contraddistinguono. Il motore, leggermente lento a partire, una volta in coppia eroga un’ottima curva di potenza, ed in alto oltre che spingere abbondantemente, fa divertire un sacco. Vista e considerata la crescente nostalgia dei due tempi e delle piccole cilindrate, questa moto potrà molto probabilmente vivere una seconda gioventù, essendo pronta per ogni confronto diretto. Per chi volesse maggiore potenza, è disponibile il kit per portare la cilindrata a 144 cc. TC 250 R Sulla base del lavoro di sviluppo degli ingegneri e delle esperienze raccolte nel Campionato mondiale MX2 con i piloti professionisti, la linea di produzione di serie ha beneficiato di importanti e numerose ottimizzazioni tecniche che rendono la piccola 250 R ancora più performante. Le novità a livello termico si riassumono in una lettera, la “R” aggiunta nella denominazione del tipo di moto. Il motore dal peso di soli 22 chilogrammi, il più leggero della propria 5 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»Prove SPORT “ Il motore dal peso di soli 22 chilogrammi, il più leggero della propria classe, è stato nuovamente ottimizzato ed è in grado di raggiungere un’elevata potenza “ classe, è stato nuovamente ottimizzato a livello di guidabilità e resistenza. Grazie a due alberi a camme in testa, nuovo comando valvole a leve oscillanti e nuove valvole, la termica 2013 è in grado di raggiungere un’elevata potenza di picco e un andamento di coppia ottimale. L’aumento della potenza è stato ottenuto grazie anche ad un sistema d’iniezione Keihin con un diametro delle farfalle di 42 millimetri, combinato con un generatore della Kokusan. Non solo, ma l’erogazione è ulteriormente personalizzabile grazie all’inserimento di serie di due mappature del motore che si possono selezionare in fase di marcia direttamente da uno switch al manubrio, che prende posto del vecchio dispositivo di hotstart. Pure 6 lo scarico è stato integralmente rivisto per abbinarsi al meglio alle nuove esigenze del motore. Dal punto di vista telaistico, la nuova TC conferma il classico telaio nero in cromo-molibdeno-25CrMO4, ma viene rinforzato con delle piastre nella zona del cannotto sterzo per garantire la massima resistenza torsionale. Il pacco molla/ammortizzatore è sempre fornito da Kayaba che conferma all’anteriore un diametro di 48 millimetri a cartuccia chiusa, molto sensibile in partenza ma altrettanto nervoso a metà corsa. Ad ogni modo, il setting definito lavora fedelmente in coppia con il mono, personalizzabile sulle ormai canoniche tre viti di registro. Alla guida il nuovo TC risulta più vigoroso e muscoloso, tanto da 7 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS TC 449 Come per lo scorso anno, la quattroemmezzo si conferma essere un ottimo esercizio di stile, con grandi doti e potenzialità indiscutibili. Il motore è forte e progressivo, ma pecca in termini di guidabilità che di fatto ne limita fortemente le prestazioni, in quanto risulta impegnativa da sfruttare e soprattutto poco istintiva per chi sta in sella. 8 Anno Numero 02 68 »»»Prove SPORT sistema d’iniezione Keihin che ottimizza la risposta del gas. Anche per le enduro è riscontrabile la nuova sigla R, indicativa dell’importante intervento sulla termica. Leggendo le curve di coppia e di potenza, oltre che basandosi sulle sensazioni di guida, è facile individuare il progresso compiuto dalle due nuove enduro che, rispetto alle 2012, vantano un incremento notevole. A detta dei tecnici la TE 310 R offre infatti una crescita della potenza di picco di circa il 5 percento e della coppia massima di approssimativamente l’8 percento, mentre la nuova TE 250 R trae profitto da una coppia e una potenza massima incrementate di rispettivamente l’8 percento circa. Anche per queste moto viene integralmente rivisto l’impianto di scarico. La nuova TE 250 R e la nuova TE 310 R verranno consegnate di serie con mappatura del motore conforme all’omologazione stradale. Per l’utilizzo nelle corse sono disponibili altre due tarature del motore che offrono un’erogazione di potenza particolarmente morbida oppure una aggressiva. E’ possibile selezionare la curva desiderata in modo rapido premendo semplicemente un tasto all’estremità sinistra del manubrio. Per ciò che concerne la ciclistica, le TE godono dei medesimi aggiornamenti al telaio e sospensioni della TC, tranne che per la forcella che rimane a cartuccia aperta, per evidenti vantaggi di manutenzione e regolazione. agganciare una marcia in più in alcune situazioni, ma, in confronto alla concorrenza, paga ancora un pochino in termini di spinta massima. 03 Luglio 2012 La plancia di comando è stata completata dalla spia dell’iniezione di carburante e da un contaore delle ore di esercizio del motore. All’estremità destra del manubrio vi è solo il tasto di comando del motorino elettrico di avviamento, mentre i comandi all’estremità sinistra del manubrio sono più piccoli e compatti. Tutti i pulsanti e connettori sono inoltre stati ulteriormente protetti contro l’infiltrazione d’acqua. Troviamo infine nuovi specchietti retrovisori che offrono una vista migliore indietro, nuovi adesivi sul parafango posteriore più resistenti e nuove grafiche sui fianchetti realizzati con la tecnica dell’In-Mould. E’ inoltre WR 250 Il classico propulsore che ha fatto storia nel segmento della quarto di litro viene nuovamente riproposto con aggiornamenti di dettaglio. Seppur ormai risulti un progetto datato, si conferma tutt’ora una scelta azzeccata in quanto l’erogazione progressiva e la semplicità d’uso sono ancora elementi apprezzabili da qualsiasi utente fuoristradista. Nel mondo dove ormai i quattro tempi regnano sovrani la WR 250 Husky rimane un’ottima alternativa non solo per affidabilità e costi di manutenzione, ma altrettanto per facilità di guida ed emozioni trasmesse. Molto corposo sotto coppia, consente di affrontare qualsiasi ostacolo senza essere impiccati, sapendo di poter contare su una buona riserva di potenza. TE 250/310 R Per il model-year 2013 le due famose enduro da competizione sono state sottoposte ad una profonda trasformazione che ha interessato soprattutto il motore. Gli interventi di ottimizzazione hanno previsto l’inserimento di valvole in acciaio che erogano una potenza ed una coppia maggiorate, in abbinamento al nuovo 9 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»Prove dove ne venivano certamente esaltate le doti di agilità e prontezza. L’insieme di una struttura agile e leggera, unitamente a un propulsore potente, ma non esageratamente ingestibile, consente di mettere in atto una guida efficace e allo stesso tempo economica. Anche l’impianto freni Brembo ha ben impressionato, in quanto pur essendo molto potente e robusto, non è mai eccessivamente brusco e nervoso, e ciò rende le staccate piacevoli ed istintive. stato soppresso il blocchetto di avviamento, è stato rinforzato il radiatore che ora è più robusto ed è stato implementato un condensatore che permette l’esercizio del motore anche quando la batteria è difettosa. Dal punto di vista dinamico la 250 è cresciuta notevolmente di schiena e potenza massima, pur rimanendo docile e lineare, caratteristiche che unite, la rendono particolarmente efficace. Pecca un pochino nella prima fase di apertura del gas, dove tende a stazionare, ma restituisce la spinta con gli interessi appena inizia a girare. La 310 invece, che si distingue per la schiena corposa, specialmente nella prima parte di apertura del gas, ora allunga un gran bene senza mai calare o murare come invece faceva lo scorso anno. Personalmente ho trovato questo motore molto buono, soprattutto nello stretto e viscido del giro di enduro, 10 TE 449 Dal punto di vista progettuale la gamma 449/511 rimane invariata e si ripropone, in una nuova veste grafica, ma sempre come modello per il divertimento, dalle soluzioni esclusive in termini di design ed innovazione. Scorrendo i modelli della gamma, che ogni anno aumentano, troviamo anche alcuni prodotti specifici per il mercato nordamericano come la TE 449 e la TE 511 dotate di un nuovo sistema di filtri a carbone attivo, prescritto per l’omologazione, posizionato al lato sinistro del motore, unitamente ad una coppia di pneumatici da competizione. Non solo, ma anche le TXC 250 e 310 ricevono gli importanti aggiornamenti motoristici dalle sorelle cross ed enduro per essere al top nella guida delle gare cross country oltre oceano. Ad integrazione dell’offerta motoristica, Husqvarna propone per il 2013 una gamma di prodotti “Special Parts” al fine di permettere ai suoi clienti di configurare e personalizzare la propria moto fino a farla diventare una vera e propria replica delle moto ufficiali dei piloti. Tra le novità 2013 sono degne di nota le nuove centraline elettroniche di controllo del motore HVA POWER realizzate grazie alla collaborazione tra Husqvarna e GET 11 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»Prove 1 2 3 1 Sulla TC 250 R pure lo scarico è stato integralmente rivisto per abbinarsi al meglio alle nuove esigenze del motore. 2 Si aggiungono i nuovi sistemi di scarico realizzati in titanio e carbonio. 3 Il classico propulsore viene nuovamente riproposto con aggiornamenti di dettaglio. 12 Athena che consente all’utente la massima personalizzazione hardware e software per adattare l’erogazione di potenza della moto al proprio stile di guida e ai terreni più diversi. Si aggiungono i nuovi sistemi di scarico realizzati in titanio e carbonio che garantiscono una notevole riduzione dei pesi ed un incremento delle prestazioni che portano la moto di serie ad essere un vero “pronto gara”. Con la medesima logica la ditta varesina affianca una linea inedita di abbigliamento tecnico personalizzato, appositamente studiato per i piloti. La scelta comprende maglie gara, pantaloni, guanti e un completo enduro adatto a sopportare ogni condizione meteo. A questi si aggiunge la vera novità, ovvero la linea ROCKS-1 che include gli stivali ed il casco off road. Una serie di utili accessori completa la collezione: occhiali racing, un capiente trolley, il pratico camel back per la scorta d’acqua, tappeti sottomoto, cavalletti, gazebo e bandiere per colorare i bordi pista con il logo aziendale. Le nuove Husqvarna, si confermano ancora una volta in crescita costante sotto il profilo prestazionale. Gli utenti troveranno nei nuovi modelli un importante aggiornamento, che darà l’opportunità di guidare una moto dalle caratteristiche conosciute e apprezzate, con un bel pizzico di brio in più. 13 Test prodotto Comparativa pneumatici Sport Touring sul bagnato Sulla pista di Vizzola Ticino, debitamente allagata, abbiamo confrontato gli pneumatici più diffusi montati dalla stragrande maggioranza di moto Naked e Sportive. Scopriamo insieme se le gomme di ultima generazione temono l’acqua di Ippolito Fassati, Francesco Paolillo, Andrea Perfetti, Nico Cereghini 14 15 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT G li pneumatici, un’evoluzione continua Gli pneumatici di oggi, grazie alle carcasse brevettate e alle mescole ricche di silice e di carbonio che variano la loro composizione chimica dalla spalla al centro del battistrada, offrono prestazioni eccellenti sull’asfalto asciutto. In ambito Sport Tourer, sono stati fatti passi da gigante: grande grip, facilità di inserimento in curva e chilometraggi che sfiorano i 10.000 chilometri se non si esagera col polso destro. Questi pneumatici rappresentano per molti versi la quadratura del cerchio per l’uso delle stragrande maggioranza dei motociclisti possessori di moto di medioalta cilindrata. La nostra prova sul bagnato Sappiamo bene che tutte queste coperture vanno alla grande su strada, dando fiducia e sicurezza anche con forti angoli di piega e non disdegnano affatto la guida in pista. Aggiungiamo anche che la categoria dei pneumatici Sport Touring, implica difficoltà di realizzazione e soprattutto di progettazione molto elevate. Queste gomme abbracciano le più disparate tipologie di moto, partendo dalle Naked di media cilindrata, arrivando alle Maxi Tourer da oltre 1200 cc, con variazioni di peso che possono arrivare a 100 kg, e potenze erogate che in molti casi arrivano quasi a raddoppiare. 16 03 Luglio 2012 Quello che però ci interessava scoprire in questa prima comparativa era il loro comportamento, la loro sicurezza in condizioni di asfalto bagnato, situazione in cui prima o poi tutti ci si trova e dove è ancora più importante sapere di potersi fidare delle proprie gomme. La pista Pirelli di Vizzola Ticino ci ha permesso di mettere alla frusta questi pneumatici in condizioni proibitive, con il circuito completamente allagato e con strumenti di misura molto sofisticati. Come si è svolto il test È venuto il momento di fare le presentazioni: ecco le protagoniste del test. Partiamo dalle Metzeler Z8 Roatec Interact 17 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE M/O, anche perché siamo ospiti della pista Pirelli, proprietaria del marchio tedesco, proseguiamo con le francesi Michelin Pilot Road 3, per continuare con le Dunlop RoadSmart II, le Bridgestone Battlax BT-023 e finiamo con le Continental ContiRoad Attack2. Abbiamo scelto queste coperture in virtù della loro diffusione e della loro giovane età anagrafica, in quanto sono state tutte presentate recentemente. La prova si è potuta svolgere grazie alla disponibilità di Salvo Pennisi - Direttore Sperimentazione Pirelli Moto - e del suo Staff. Noi abbiamo 18 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT acquistato direttamente le coperture Metzeler presso un gommista di Milano. Per cercare di dare una visione più omogenea e ampia possibile dei risultati, sono stati impiegati nel test tre collaudatori con diverse caratteristiche di guida: Francesco Paolillo (sport), Andrea Perfetti (touring), Nico Cereghini (sport + touring). Queste coperture sono state montate a rotazione su due Honda CB 1000R ABS e CBR 600F ABS. Ogni turno di pista prevedeva alcuni minuti di allagamento del circuito e il test da parte dei tre collaudatori con asfalto completamente bagnato. Al termine di ogni turno si ricominciava: cambio gomme, allagamento circuito e test. Ogni giro dei tester veniva ufficialmente cronometrato, anche se i tempi non servivano tanto per confrontare un pilota con l’altro, quanto perché ciascun tester avesse un dato oggettivo da aggiungere alle sensazioni ricavate alla guida. Finita questa prima parte, con la CBR 600F ABS, dotata di una particolare strumentazione, venivano presi i rilevamenti degli spazi di frenata in un rettilineo dotato di un asfalto particolare e getti d’acqua costanti. 03 Luglio 2012 I risultati (a cura di Francesco Paolillo) Tutti e cinque i pneumatici se la sono cavata egregiamente, ma ciò non toglie che nel corso della prova siano emerse caratteristiche peculiari, o meglio pregi e difetti, in ogni singolo modello di gomma. Bridgestone BT-023 Iniziamo a bagnarci le estremità in sella alla naked Honda gommata con le Bridgestone BT-023, pneumatico di recente presentazione, che per essere giudicato nella maniera migliore, abbiamo riprovato a fine test (per rendere il paragone con gli altri pneumatici più realistico dopo che si è entrati in sintonia con il tracciato allagato). Nel complesso le gomme giapponesi hanno dimostrato un comportamento molto lineare, con l’anteriore che seppur non particolarmente rapido in inserimento curva e nei cambi di direzione, convince parecchio per il grip in frenata e soprattutto in fase di impostazione della curva. Durante la percorrenza la moto tende a muoversi, mettendo in evidenza dei leggeri serpeggiamenti, che però hanno il pregio di avvertire il pilota dell’approssimarsi del 19 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE limite oltre il quale è meglio non spingersi. Le perdite di aderenza del posteriore, sotto la spinta della coppia erogata dal quattro cilindri Honda, avvengono in modo abbastanza lineare e sono nel complesso gestibili. Continental ContiRoadAttack2 Le Continental ContiRoadAttack2 dimostrano sin da subito una maggior agilità rispetto alle Bridgestone e un grip in frenata a moto dritta paragonabile, ma in inserimento e percorrenza di curva l’aderenza appare di livello inferiore (l’anteriore tende a sottosterzare in maniera piuttosto evidente ma sempre controllabile), soprattutto al posteriore. Quest’ultimo inoltre perde facilmente aderenza in fase di accelerazione, ma le reazioni non sono mai scomposte e “riprendere in mano la situazione” non è particolarmente difficile. Dunlop RoadSmartII Iniziamo a prenderci gusto, anche se i piedi sono a mollo e il tasso di umidità all’interno della tuta inizia a salire rapidamente, per cui dopo che i meccanici hanno rigommato la CB con le Dunlop 20 MOTOCROSS SPORT RoadSmartII e dopo esserci scambiati le opinioni sul comportamento dei primi pneumatici testati (strano ma vero eravamo più o meno allineati tutti quanti con le impressioni di guida), eccoci di nuovo sul tracciato. Delle Dunlop, che ho avuto modo di provare anche in precedenza in un test analogo organizzato appositamente sul tracciato di Mireval (pista di collaudo Goodyear/Dunlop) apprezzo subito la linearità del comportamento, con un accoppiamento ottimale dei profili del pneumatico anteriore e posteriore, molto evidente, che dona alla CB un inserimento in curva rapido anche nella condizione in cui ci si trovi ancora con il freno anteriore “pizzicato”. Ottimo il grip, e la capacità di chiudere la traiettoria in percorrenza, sia per quanto riguarda l’avantreno, ma soprattutto al retrotreno che inoltre, in fase di accelerazione, permette di indugiare meno con le aperture del gas rispetto ai due contendenti precedentemente testati. Michelin Pilot Road 3 Con le Michelin Pilot Road 3, la CB 1000R cambia carattere un’altra volta. I pneumatici francesi, almeno esteticamente sembrano 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News degli “invernali”, ricchi di intagli e scolpiti abbondantemente, caratteristica che rende più mobile la superficie del battistrada e di conseguenza anche la CB “si muove” di più. Ondeggia sì, ma la velocità di percorrenza in curva e di conseguenza il grip, sono molto buoni, mentre riprendendo in mano il gas, il posteriore si dimostra decisamente all’altezza della situazione e garantisce accelerazioni notevoli. La grande agilità delle Pilot Road 3, oltre che nei cambi di direzione, emerge anche in fase di inserimento, dove però diminuisce l’aderenza, forse per il fatto che sotto la spinta dei freni e a moto leggermente piegata, alcune delle lamelle e degli intagli tendono a chiudersi e quindi a drenare meno l’acqua (più volte mi è capitato di far intervenire l’ABS). Metzeler Roadtec Z8 M/O Adesso è venuto il momento di provare le Metzeler Roadtec Z8, dalle quali ci aspettiamo un bel risultato, se non altro perché giocano in casa, ed effettivamente così è. Sarà che ci abbiamo preso la mano, e anche gusto, ma il feeling con le Metzeler Z8 è immediato, non particolarmente rapide in inserimento e nei cambi di direzione, le gomme italo/tedesche hanno però un grip superiore rispetto ai pneumatici fino ad ora testati, sia in percorrenza di curva, condizione in cui riescono a tenere la linea senza mostrare alcun ondeggiamento, e dove è possibile chiudere e aprire la traiettoria a piacimento, sia in uscita di curva, condizione durante la quale non emergono fenomeni di sotto o sovrasterzo, mentre emerge la notevole trazione offerta dal pneumatico posteriore. Ottimo il grip in 21 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE frenata e soprattutto in inserimento di curva con il freno ancora tirato. Il Test di frenata (a cura di Francesco Paolillo) Scendiamo dalla CB 1000R e saliamo in sella alla CBR600F, per l’occasione dotata di un sistema di acquisizione dati che ci permetterà di misurare oltre alla distanza in metri percorsa, anche i G di decelerazione e i tempi di esecuzione di tale manovra. Il fatto che la nostra moto sia dotata di ABS, ci mette al riparo da eventuali errori, mentre il fatto che la pista sia costantemente bagnata… non ci mette al riparo dall’acqua! Ok, mettiamola così… oggi fa caldo e una doccia ci può stare. Durante questo test, effettuato da 80 km/h a 0 km/h, i risultati emersi sono tutti di ottimo livello, con decelerazioni che vanno da 1,07 a 1,11 G, e spazi di 22 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT frenata che passano dai 30,59 mt del risultato peggiore, ai 27,26 del migliore. In ogni caso i numeri che vengono registrati ci permettono di dire che il livello di tutte le contendenti è decisamente ottimo, e che quindi tutti e cinque i prodotti che abbiamo avuto modo di provare, offrono un livello di sicurezza in frenata molto elevato. Il giudizio di Andrea Perfetti Al di là dei tempi in pista, che abbiamo pur preso ma che sono poco indicativi del reale comportamento degli pneumatici, sono emerse chiaramente le caratteristiche “filosofiche” di ogni produttore. Da una parte ci sono Metzeler, Dunlop e Bridgestone che privilegiano il massimo grip su asfalto bagnato grazie alla composizione della mescola; dall’altra troviamo Michelin e Continental che spiccano per le caratteristiche della carcassa, più morbida e quindi facilitata nel comunicare al pilota l’avvicinarsi del limite di tenuta in curva. Prestazioni assolute migliori sulle prime tre, tanta confidenza con le altre due. E proprio la confidenza sul bagnato non ha prezzo, al punto che eleggere una gomma come migliore rispetto a un’altra in un contesto di questo tipo rischia di divenire una valutazione troppo soggettiva, legata ai gusti del singolo motociclista. Mentre è inoppugnabile il livello eccellente di sicurezza raggiunto dalle cinque case protagoniste del test a Vizzola. La capacità drenante e il grip permettono di affrontare senza problemi la strada (persino la pista) in tranquillità, assistiti da un comportamento dinamico che conquista la lode se decidiamo di equipaggiare la nostra moto col prezioso ABS (presente su entrambi i modelli di moto impiegati). Il commento di Nico Cereghini La scoperta è che tutte le gomme di oggi tengono bene sul bagnato. Parlo della “mia” scoperta. Averle tutte, o quasi tutte, a disposizione sullo stesso percorso e con la stessa moto non capita tutti i giorni e chiarisce le idee. Oggi c’è la gomma che lavora un po’ meglio dell’altra per via del disegno o della mescola, c’è quella morbida di carcassa che si muove un po’ dentro la curva, ma si capisce che queste differenze sono il frutto di scelte precise e non del caso. Un costruttore vuole accontentare l’esperto e punta sulla prestazione assoluta, l’altro privilegia l’utente normale e dà più importanza alla sicurezza. Quello che veramente serve è un pneumatico che sul bagnato ti avverta quando stai per arrivare al limite. E questa qualità fondamentale l’hanno tutte le gomme testate. No, una volta non era certamente così. Anche soltanto dieci o quindici anni fa sono incappato in gomme che con l’acqua non mi davano la minima sicurezza. Niente feeling anche sul percorso più noto. E ai primi degli anni Ottanta c’era da mettersi le mani nei capelli. Mi capitò di provare una delle prime gomme radiali per moto, e di farlo sulle strade spagnole per una settimana di seguito: un treno di quelle gomme, preserie, era stato montato su una sola moto, e pioveva continuamente, e nessuno voleva più salire sulla moto-saponetta. Me la tenni per l’intera settimana di viaggio, e appena tornato a casa, chiamato il costruttore per lamentarmi, mi sentii rispondere “ah ma quando piove i nostri collaudatori non li mandiamo mica in giro!” Conclusioni E’ necessario fare un plauso ai tecnici e ai collaudatori che 23 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News hanno sviluppato i pneumatici protagonisti del test per il livello globalmente raggiunto, che ha portato molto in alto l’asticella della sicurezza. In virtù delle ottime prestazioni che hanno fornito gli pneumatici in esame, c’è quello che ha mostrato capacità superiori in questo o quel frangente, ma nel complesso, tutti quanti si sono dimostrati all’altezza del compito per cui sono stati progettati, almeno nelle condizioni di asfalto bagnato. A voi la scelta, verrebbe da dire. Sono infatti più le caratteristiche del pilota a influenzare l’acquisto di chi deve orientarsi su una gomma con spiccate qualità sul bagnato. Maggiori prestazioni o maggiore confidenza e facilità di guida. Le nostre indicazioni in tal senso sono piuttosto precise e ciascuno potrà scegliere la migliore gomma per le proprie caratteristiche di guida e tipologia di moto. Se invece, oltre alle prestazioni sul bagnato, sono anche altre le doti che si vuole ottenere da una gomma Sport Touring, dateci anche i vostri riscontri. Potremmo infatti continuare il test, sempre con i medesimi pneumatici (per sicurezza messi da parte e autografati da Francesco Paolillo) anche in condizioni di asfalto asciutto, per un’analisi più completa, in tutte le condizioni d’uso. 24 25 SPECIALE MOTOGP IL GRAN PREMIO d’olanda 26 27 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Giovanni Zamagni | Uno Stoner da applausi batte un rinunciatario Pedrosa, con un grande Dovizioso terzo. Abbattuto da Bautista alla prima curva Jorge Lorenzo, 13esimo Rossi U n Casey Stoner da applausi batte un rinunciatario Dani Pedrosa, con un grande Andrea Dovizioso terzo. Abbattuto da Alvaro Bautista alla prima curva Jorge Lorenzo, 13esimo Valentino Rossi, costretto a una sosta ai box da una gomma difettosa. Il campionato è riaperto: Lorenzo e Stoner sono adesso appaiati in classifica. 28 COLPO DI SCENA Alla prima curva, ecco il colpo di scena: Alvaro Bautista sbaglia di 50 metri la frenata, perde l’anteriore, cade e coinvolge l’incolpevole Jorge Lorenzo, terzo all’esterno. “Ho sbagliato il punto di staccata, ero dietro a Dovizioso e sono arrivato lungo. Chiedo scusa a Lorenzo: mi dispiace tantissimo” ha detto Bautista avvilito, che però non è nuovo a questi errori: aveva fatto più o meno la stessa cosa l’anno scorso nell’ultima gara a Valencia, quando aveva steso Hayden e Rossi. Così, in un attimo, Lorenzo ha visto svanire la possibilità di conquistare il quarto successo consecutivo, sicuramente alla sua portata dopo quanto aveva fatto nelle prove. E la corsa, in poche centinaia di metri, ha perso due possibili Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT Stoner vince il GP d’Olanda 03 Luglio 2012 protagonisti e al secondo giro si è aggiunta la caduta di Stefan Bradl, che partiva dalla quarta posizione. Insomma, un disastro assoluto per uno schieramento già povero di partenti. SFIDA HONDA Ad animare il GP ci hanno pensato i due piloti HRC, con Pedrosa in testa a dettare il ritmo e un malconcio Stoner – Casey era caduto nel terzo turno di libere, riportando botte da tutte le parti, in particolare a un’anca -, sempre attaccato in scia. Per 16 giri, i due hanno continuato separati al massimo di un paio di decimi, fino a quando Stoner ha affondato il colpo, con un sorpasso al quale, come al solito, Pedrosa non ha replicato. Fine dei giochi: per l’australiano terzo successo stagionale, arrivato in un momento cruciale della stagione. SFIDA YAMAHA Quella tra Stoner e Pedrosa non è stata l’unica sfida in pista, anzi: il GP d’Olanda è stato animato ancora una volta da un’altra sfida in Casa Yamaha, questa volta tra Spies e Dovizioso. Dopo un errore a metà gara, Andrea è stato costretto a rincorrere il rivale in sella 29 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT “ Valentino Rossi ha chiuso solo 13esimo, dopo che al 16esimo passaggio è stato costretto a rientrare ai box a sostituire la gomma posteriore, che perdeva pezzi è stato costretto a rientrare ai box a sostituire la gomma posteriore, che perdeva pezzi grandi come una mela. Fino a quel momento, Valentino era in lotta con i compagni di Marca e ha così concluso nel peggiore dei modi un fine settimana caratterizzata da un durissimo attacco alla Ducati. “Non ascoltano i piloti, non si fidano, non ci sono idee e manca una strategia”, aveva detto Rossi al termine delle qualifiche. Primo delle CRT Randy De Puniet, ottavo, davanti a un bravissimo Michele Pirro. GOMMA DIFETTOSA Alle loro spalle, è arrivato Cal Crutchlow, costretto a una rimonta dopo un errore iniziale, seguito da Nicky Hayden e Hector Barbera, mentre Valentino Rossi ha chiuso solo 13esimo, dopo che al 16esimo passaggio I PRIMI COMMENTI Stoner: “Ho scoperto solo adesso che Lorenzo è caduto alla prima curva non per colpa sua: mi dispiace molto, non è questo il modo corretto per recuperare punti. Per quanto mi riguarda, dopo la caduta di ieri, una delle più brutte della mia carriera, avevo dolori dappertutto e quando mi sono alzato questa mattina il mio obiettivo era solamente salire sul podio. Invece, montando le morbide invece che le dure, la moto si è comportata meglio, il mio corpo ha 30 “ a una M1 ufficiale, fino a ricucire lo strappo nei giri finali, con un grandissimo sorpasso alla prima curva dell’ultimo passaggio: un sorpasso che conferma le qualità di Dovi, che dovrebbe solo imparare a essere più efficace in qualifica. reagito, anche se ho dovuto utilizzare maggiormente le braccia. Ho seguito Pedrosa e quando l’ho visto un po’ in difficoltà l’ho attaccato: ho scelto il momento giusto”. Pedrosa: “Mi sono affaticato troppo, ho sbagliato strategia: ero convinto di poter imporre il mio ritmo e prendere un po’ di vantaggio, invece Stoner è rimasto sempre lì, attaccato e chi è dietro può risparmiare le forze. Ancora una volta sono sul podio, ma ancora una volta non ho vinto: devo rimanere calmo e cambiare strategia”. Dovizioso: “Alla fine, Spies è stato un po’ sfortunato, perché deve aver avuto qualche problema, ma è stata una sfida bellissima. Ho fatto un errore in scalata all’ultima chicane e Spies ha preso un po’ di vantaggio: recuperare è stata durissima, anche perché non potevo spingere sul davanti, che solitamente è il nostro punto di forte. E’ un grande podio”. 31 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS dovevo fare anche prima. Stando dietro a Ben ho visto che tra le nostre moto non c’è quasi differenza, dobbiamo solo migliorare nella messa a punto dell’elettronica. Purtroppo, non avevo il passo per stare con i due piloti HRC: non mi aspettavo che andassero così forte con le gomme morbide posteriori (montate solo dai piloti Honda, NDA). Alla fine ho fatto terzo, primo tra i piloti Yamaha, anche se, naturalmente, bisogna tenere conto della caduta di Lorenzo. Non potere guidare all’inizio della gara come facevo in prova, mi ha un po’ destabilizzato e non sono riuscito a sfruttare la M1 al 100% come sono invece riuscito a fare successivamente: devo imparare ad adattarmi più velocemente alle diverse situazioni”. di Giovanni Zamagni | Rossi penalizzato da un pneumatico difettoso. Dovizioso E’ partito bene, ha fatto un errore e si è fatto passare da Ben Spies, ha tenuto duro, ha ricucito lo strappo e nell’ultimo giro ha infilato il rivale E ’ partito bene, ha fatto un errore e si è fatto passare da Ben Spies, ha tenuto duro, ha ricucito lo strappo e nell’ultimo giro ha infilato il rivale, conquistando così un prezioso terzo posto, primo pilota Yamaha al traguardo: una buona gara per Andrea Dovizioso. “Sono felice della posizione, 32 perché fare un podio qui era quasi un sogno, anche se in prova ero andato forte. Ma non voglio essere troppo felice, perché gli obiettivi sono ancora più alti e la Yamaha ci dà un supporto importante: abbiamo una buona moto. Non ho fatto il passo che pensavo di riuscire a fare e per questo sono un po’ deluso: in prova, potevo spingere forte sul davanti e potevo frenare forte, ma in gara ero più in difficoltà. Ho fatto un errore all’ultima chicane, ho scalato in prima anziché in seconda e quando succede questo il gas rimane aperto. A quel punto, Spies ha cercato di allungare e per riprenderlo ho guidato veramente bene e forte, mi sono piaciuto: ma lo Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT Rossi: “L’importante è che la Ducati si fidi al 100% dei piloti “ 03 Luglio 2012 ROSSI: Tutti, tranne i primi tre, hanno avuto problemi con la gomma posteriore, ma nessuno come Valentino Rossi, addirittura costretto a rientrare ai box nel corso del 16esimo giro per sostituire la copertura, completamente a pezzi. Fino a due giri prima, Valentino era in lotta con Hayden per la sesta posizione, prima di essere costretto a rallentare. “Peccato, ero partito bene, stavo facendo una bella gara e si poteva conquistare un buon risultato. Fin dall’inizio ho avuto problemi con la gomma posteriore, con un sacco di chattering che non avevamo mai avuto. Ho cercato di continuare, ma temevo che la gomma si rompesse e mancavano troppi giri alla fine e così ho dovuto fermarmi. Ero con Hayden, tenevo bene il suo ritmo, c’era la possibilità di arrivargli davanti. Dopo aver effettuato il warm up con la morbida, per la gara ho deciso di montare la dura, perché c’erano 10 °C in più: anche Barbera e Spies hanno avuto dei problemi, ma a 3-4 giri dalla fine, io molto prima e dobbiamo capire perché. La chiave della vittoria Honda, più che la gomma morbida, è stata la staccata di Bautista alla prima curva, altrimenti Lorenzo avrebbe potuto stare con loro. Per quanto riguarda le mie parole di ieri, gli uomini Ducati presenti qui mi hanno assicurato che c’è l’impegno per risolvere i problemi, vediamo cosa ci sarà nelle prossime gare per essere competitivi. Il nostro non è un problema umano, ma tecnico: l’importante è che la Ducati si fidi al 100% di quello che dicono i piloti: se c’è fiducia, si può ancora fare bene. La colpa non è di Preziosi (il direttore tecnico di Ducati Corse, NDA): lui è l’anima della Ducati, bisogna dargli fiducia”. BAUTISTA PENALIZZATO L’errore commesso da Alvaro Bautista alla prima curva è stato sanzionato dalla Direzione gara: nel GP di Germania, il pilota spagnolo del team Gresini sarà costretto a partire dall’ultima posizione. Ecco le reazioni a quanto accaduto. Bautista: “Ero dietro a Dovizioso e ho sbagliato il punto di frenata: chiedo scusa a Lorenzo, mi dispiace tantissimo di averlo coinvolto in questo incidente”. Lorenzo: “Accetto le scuse di Bautista, ma andava sanzionato più duramente, squalificato almeno per una gara”. Hayden: “Tutti gli altri piloti stavano frenando e lui era ancora in carenatura a gas spalancato: non poteva finire diversamente. Meritava una sanzione più dura”. Rossi: “Ha staccato troppo tardi e mi sono detto: vediamo quanti ne prende! E’ andata bene che ne ha tirato giù uno solo… Un errore alla prima curva ci può stare, ma lui ha sbagliato di almeno 30 metri la frenata”. Pedrosa: “Non ho visto le immagini, bisogna valutare se ha solo perso il controllo o se è stato troppo aggressivo”. Dovizioso: “Ha fatto un grandissimo errore, ma Bautista non è un pilota scorretto: può capitare. La penalizzazione mi sembra eccessiva, sarebbe stato più giusto un richiamo. E’ vero, però, che bisogna fare qualcosa, perché in partenza molti piloti sono troppo aggressivi”. 33 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Le pagelle del GP d’Olanda di Giovanni Zamagni | Stoner 10, immenso. Sei per Pedrosa che si è accontentato del secondo posto. 7,5 al Dovi, gli manca ancora qualcosa per andare fortissimo. Rossi 5 che è esploso e ha perso la pazienza con Ducati 10 CASEY STONER StuCommovente. pefacente. Immenso. Fino a cinque minuti dalla fine delle qualifiche, sembrava in grande crisi, innervosito dal persistente chattering e debilitato nel fisico “da una delle peggiori cadute” della sua carriera, per dirla con le parole di Casey. Una scivolata molto dolorosa, dovuta alla pioggia caduta 34 improvvisamente all’inizio del terzo turno di libere. Ma nonostante fosse acciaccato, venerdì pomeriggio è salito in sella e dopo l’ennesimo scroscio di pioggia ha conquistato una pole position sbalorditiva. Non sembrava avere il passo di Pedrosa e Lorenzo, invece non solo ha tenuto il ritmo del compagno di squadra, ma ha anche trionfato per distacco. Da applausi. 6 DANI PEDROSA In prova era andato fortissimo, con una grinta, determinazione e consistenza che facevano pensare a una grandissima gara. Pronti via è andato al comando, ha provato ad andarsene, ma non c’è riuscito e appena è stato attaccato da Stoner si è accontentato del secondo posto. Costante, ma scialbo: così il mondiale non si vince. 7,5 ANDREA DOVIZIOSO In prova è sempre costante, ma in qualifica fatica tantissimo. In gara va forte, ma gli manca qualcosa per andare fortissimo. Comunque sta facendo un bel campionato e, ancora una volta, si è lasciato alle spalle una Yamaha ufficiale. 6 BEN SPIES Ci si aspettava di più sulla pista che l’anno scorso l’aveva visto trionfare. Invece, c’è sempre qualcosa che va storto: in prova non ha entusiasmato, in gara è stato rallentato nel finale da problemi di gomme. Però erano le stesse di Dovizioso. 6,5 CAL CRUTCHLOW E’ stato in qualche modo penalizzato dalla “pazzia” di Bautista e alla fine del primo giro era solamente 12esimo. Nel secondo passaggio ha passato tre piloti, poi ha 35 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE rimontato come un forsennato fino al quinto posto: le sue prestazioni non sono mai banali. 7 NICKY HAYDEN Miglior pilota Ducati in prova e in gara: non risparmia mai l’impegno, cercando di sfruttare al massimo il pacchetto a sua disposizione. Non è un fenomeno, ma un gran professionista. 6 HECTOR BARBERA In prova, per una volta, non è riuscito a fare nemmeno un giro buono, ma in gara ha guidato con maggiore convinzione e determinazione. Ricordiamoci che la sua Ducati non 36 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 6 7 RANDY DE PUNIET Non ha commesso errori: abbastanza inusuale per lui. stava giocando con Hayden, prima di essere costretto a rientrare ai box. Come era successo in Qatar, ha perso la pazienza ed è esploso: le sue sono state parole dure, probabilmente giuste, ma fuori luogo. 5 MICHELE PIRRO E’ arrivato nono a due secondi da De Puniet con una moto in crescita, ma sicuramente inferiore a quella del rivale. STEFAN BRADL E’ stato tradito dalla foga ed è finito a terra al secondo giro, rovinando la miglior qualifica stagionale. 6,5 6 8 MATTIA PASINI Una gara più che dignitosa. DANILO PETRUCCI Il voto è soprattutto per la pazienza: guida bene una moto lenta come un Ciao. 5 VALENTINO ROSSI Un voto in più per aver finito la gara, quando avrebbe potuto ritirarsi senza che nessuno potesse eccepire alcunché. In prova è sempre più lento del compagno di squadra, mentre in gara se la Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT è evoluta come quella del team ufficiale. 03 Luglio 2012 JORGE LORENZO Non ha nessuna colpa. In prova aveva dimostrato di avere il passo per vincere. 3 ALVARO BAUTISTA In partenza un errore è sempre in agguato, ma non si può sbagliare così tanto una frenata. 9 HONDA Per eliminare il chattering è stato portato un nuovo telaio, usato in gara solo da Pedrosa: non c’è stato un grande miglioramento, ma è la dimostrazione che in Giappone lavorano duro. Con Lorenzo in pista non sarebbe finita così, ma la doppietta è comunque significativa. 9 YAMAHA Si conferma moto molto equilibrata e adatta a tutti i circuiti. 4 DUCATI Honda e Yamaha sono lontanissime. Si scontra contro i colossi mondiali del motociclismo, con una tecnologia inedita per lei: quasi scontato che sia in difficoltà. 37 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Giovanni Zamagni | La Moto3 con 16 piloti in 2 secondi. Il sorpasso di Crutchlow su Hayden, quello di Dovizioso su Spies e quello di Stoner su Pedrosa C inque episodi che rendono indimenticabile il GP d’Olanda: eccoli in ordine crescente. CINQUE: GARA MOTO3 La Moto3 si sta rivelando come una formula azzeccata e anche in Olanda ha dato spettacolo. Indimenticabili i primi quattro giri, con 16 (sedici, avete letto bene) piloti racchiusi in 1”9 (sì, meno di due secondi!): mai 38 visto prima. Anche l’ultimo giro è stato da vedere e rivedere 1000 volte al video registratore. QUATTRO: 22ESIMO E 23ESIMO GIRO MOTO2 Andrea Iannone, dopo aver tentato la fuga, è stato riagguantato da Marc Marquez, che sembrava averne decisamente di più e potersene andare. Sarebbe stato così con qualsiasi altro pilota, non con Andrea Iannone, che guidando come un indemoniato ha risposto immediatamente a ogni attacco del rivale, due volte di fila in due giri praticamente nello stesso punto. Marquez, poi, ha vinto ugualmente, ma Iannone ha fatto davvero qualcosa di eccezionale: dovrebbe rivederselo anche Pedrosa, sempre troppo arrendevole quando viene superato. Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT GP d’Olanda. Dammi un cinque! 03 Luglio 2012 TRE: CRUTCHLOW SU HAYDEN Costretto all’ennesima rimonta, Cal Crutchlow ha raggiunto il gruppetto dei piloti Ducati al 14esimo giro e in quello successivo ha effettuato un gran sorpasso su Hayden per conquistare la quinta posizione, inventandosi uno spazio che non c’era, mettendo anche le ruote sul cordolo. Sicuramente è un pilota aggressivo e spettacolare. DUE: DOVIZIOSO SU SPIES E’ vero, Ben Spies era in difficoltà con le gomme, ma il sorpasso di Andrea Dovizioso alla prima curva dell’ultimo giro è da manuale: è uscito fortissimo dalla curva che immette sul rettilineo, ha tirato una staccata da paura, ma è riuscito a mantenere perfettamente la corda, impedendo qualsiasi replica del rivale. UNO: STONER SU PEDROSA Acciaccato, con un’anca dolorante, Casey Stoner ha scelto di far fare il ritmo al compagno di squadra, ma al 17esimo giro ha deciso di affondare il colpo, con un sorpasso magistrale. Ma ancora più eccezionale è stato quanto fatto in qualifica: andate a rivedere gli ultimi cinque minuti e vedrete qualcosa di sbalorditivo. Bravo Casey. 39 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Giovanni Zamagni | Che Rossi sta ancora cercando la posizione di guida? Che Lorenzo nella caduta ha bruciato un motore nuovo? Che è stato presentato il nuovo regolamento? Perché Dovizioso non va bene in qualifica? L ORENZO: MOTORE ROTTO Nella caduta alla prima curva provocata da Alvaro Bautista, Jorge Lorenzo non solo ha perso la gara e i 25 punti di vantaggio che aveva faticosamente accumulato nei 6 GP precedenti, ma ha anche “bruciato” un motore con appena 200 km di vita. Un bel guaio, considerando che durante la 40 stagione possono essere utilizzati solo sei propulsore. Dopo l’incidente, Lorenzo si è subito recato in Direzione Gara per protestare contro Bautista, ma anche per chiedere la possibilità di utilizzare un settimo motore, senza incappare nella penalità che obbliga il motore che l’ha montato a partire dalla corsia box 10 secondi dopo lo spegnersi del semaforo. Incredibilmente, pare che la Direzione Gara avesse accettato, ma la Honda, giustamente, ha fatto presente che il regolamento, per una volta, parla chiaro e non sono previste eccezioni, quindi non è stata concessa nessuna deroga. Tra l’altro, la HRC ha un dispositivo che spegne il motore in caso di caduta: se l’avesse avuto anche la M1, non si sarebbe rotto. Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT GP d’Olanda. Lo sapevate che...? 03 Luglio 2012 UFFICIALIZZATE LE NUOVE REGOLE Come previsto, venerdì ad Assen si è riunita la GP Commission, che ha stabilito le nuove regole per il 2013. Eccole in sintesi: - Abolita la regola del “Rookie”, che prevedeva che un debuttante in MotoGP non potesse correre il primo anno in una squadra ufficiale; - Ogni Casa non potrà avere più di quattro moto in MotoGP; - Non si potranno modificare le misure di alesaggio e corsa nel periodo 2012-2014; - In MotoGP si potranno usare al massimo 24 rapporti per il cambio e 4 per la primaria; E’ stata invece respinta – fortunatamente - la proposta di una sola moto per pilota e di passare ai freni in acciaio. Qualche considerazione. La regola dei Rookie era sbagliata in origine e, quindi è giusto abolirla. Purtroppo, però, la decisione è stata presa non perché ci si è resi conto di aver introdotto a suo tempo una norma sbagliata, ma per consentire a Marc Marquez di entrare nel team HRC, come voluto dallo sponsor Repsol. Ecco, questo è vergognoso, ma è anche giusto sottolineare che Marquez arriva in MotoGP dalla porta principale perché bravo e non perché raccomandato. Discutibile la regola di limitare a quattro moto per Casa, introdotto per evitare che – per esempio – con sei Honda in pista si possa lottare solo per posizioni di rincalzo. Ma così facendo si impedisce a un eventuale team di entrare in MotoGP e rinfoltire lo schieramento, sbagliata quella di congelare i motori: chi è indietro, non può più recuperare. GP ARGENTINA NEL 2013 Già annunciato da tempo, ad Assen è arrivata la conferma ufficiale: nel 2013 – e per almeno tre anni – il motomondiale tornerà in aprile in Argentina a Termas de Rio Hondo (provincia di Santiago del Estero). La pista, lunga 4805 metri, si annuncia molto veloce – tempo previsto di 1’31”7, con una 41 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE media vicina ai 190 km/h – è stata rinnovata e rifatta anche nelle infrastrutture, con un investimento di 6 milioni di dollari (poco meno di 5 milioni di euro). GP GERMANIA FINO AL 2016 In grave difficoltà economica, il Sachsenring ha rischiato quest’anno di dover rinunciare al GP di Germania, ma l’intervento del governo locale ha risolto la situazione ed è stato ufficializzato che il circuito del Sachsenring ospiterà il motomondiale almeno fino al 2016. Per quanto riguarda il calendario della prossima 42 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT stagione, Carmelo Ezpeleta, numero uno di Dorna, ha detto che verrà reso noto ad agosto, probabilmente a Indianapolis. motomondiale. Magari la farò quando avrò smesso con le moto, non adesso”. DOVIZIOSO: TROPPE DIFFICOLTA’ IN QUALIFICA Sta cominciando a diventare un problema: Andrea Dovizioso ha sempre un ottimo passo in prova, ma in qualifica difficilmente riesce ad andare oltre la terza fila. Come mai? “E’ una questione mentale – non cerca giustificazioni il pilota della Yamaha -: inconsciamente, quando devo fare il tempo, mi irrigidisco e non guido nel modo giusto. Purtroppo è un grosso limite, specie con le MotoGP attuali, perché partire dietro ti costringe a forzare molto nei primi giri”. GP OLANDA DI DOMENICA? Il continuo calo di pubblico – comunque sempre numeroso qui: nei tre giorni - ha indotto gli organizzatori a pensare anche a un cambio di data, spostando la gara alla domenica, nonostante dal 1949, ovvero da sempre, si corra di sabato. Per il momento si tratta solamente di un’ipotesi, che lascia indifferente la Dorna e i piloti. Quando è stato chiesto cosa pensasse di un eventuale cambio di giorno, Casey Stoner ha risposto sorridente: “Per me va bene se lo lasciano al sabato: diciamo che non me importa nulla…”. ROSSI: LA 24H A FINE CARRIERA Valentino Rossi, si sa, è un grandissimo appassionato di auto e dopo aver provato a Misano l’Audi R8 LMS, una GT da 560 cavalli, ha parlato della possibilità di effettuare la 24 Ore di Le Mans. “E’ sicuramente una bella gara, ma molto difficile da preparare e, oltretutto, si disputa a giugno, in un periodo pieno per il 5 STELLE LUSSO Come è noto, da quest’anno i piloti della Moto3 e i nuovi arrivati in Moto2 non possono parcheggiare il motorhome all’interno del paddock, per una delle tante regole assurde introdotte in questi anni dall’Irta (l’Associazione dei team) e dalla Dorna. Così molti piloti dormono nell’albergo viaggiante dei fratelli Nieto, una sorta di motorhome gigante con all’interno 6-8 camere per i piloti. Che pagano a caro prezzo, come una stanza in un hotel 5 stelle lusso: 2000 euro a GP, per un buco di circa 12 metri quadrati. CODONE RIALZATO Incredibilmente, Valentino Rossi è ancora alla ricerca della posizione di guida ideale per la GP12. Nel primo turno di prove libere, i suoi meccanici hanno posto tra il telaio reggisella e il codone due strati di gomma piuma, coperti poi con lo stesso codone, per alzare leggermente la posizione di guida e 43 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT MotoGP Assen Classifica caricare maggiormente l’avantreno. SPIES: TIMIDO O MALEDUCATO? Ben Spies è un pilota davvero particolare, molto chiuso, probabilmente il più timido del paddock. E’ per questo, dicono, che nel quotidiano incontro con i giornalisti all’interno dell’hospitality Yamaha si presenta immancabilmente con gli occhiali da sole sugli occhi. Più che timidezza, sinceramente, sembra maleducazione. LORENZO: ADDIO MANAGER Jorge Lorenzo ha confermato di aver rotto il rapporto con il manager Marcos Hirsch, immediatamente dopo aver rinnovato il contratto con la Yamaha fino al 2014. Una coincidenza sospetta e, secondo qualcuno, Lorenzo avrebbe scaricato il manager per non aver saputo 44 Classifica Generale Pos. Pilota Punti Pos. Pilota Punti 1 Casey STONER 25 1 Jorge LORENZO 140 2 Dani PEDROSA 20 2 Casey STONER 140 3 Andrea DOVIZIOSO 16 3 Dani PEDROSA 121 4 Ben SPIES 13 4 Cal CRUTCHLOW 77 5 Cal CRUTCHLOW 11 5 Andrea DOVIZIOSO 76 6 Nicky HAYDEN 10 6 Valentino ROSSI 61 trattare come sperato con la Honda “Non è assolutamente così – ci ha tenuto a smentire Jorge -: semplicemente, già da tempo avevamo deciso che il nostro rapporto si era concluso ed eravamo d’accordo nel separarci dopo la firma del contratto. Così è stato, non c’è assolutamente altro. Marcos è stato una delle persone più importanti della mia vita, mi ha aiutato a crescere sia fisicamente sia mentalmente”. 7 Hector BARBERA 9 7 Nicky HAYDEN 59 8 Randy DE PUNIET 8 8 Alvaro BAUTISTA 58 9 Michele PIRRO 7 9 Stefan BRADL 51 10 Mattia PASINI 6 10 Ben SPIES 48 11 Danilo PETRUCCI 5 11 Hector BARBERA 46 12 Ivan SILVA 4 12 Aleix ESPARGARO 20 ROSSI BENEDICE CRUTCHLOW La Ducati, si sa, è interessata a Cal Crutchlow sia come compagno di squadra sia come eventuale sostituto di Valentino Rossi, che, in qualche modo, “benedice” la scelta della squadra italiana: “Ha lo stile giusto per la Desmosedici”. 13 Valentino ROSSI 3 13 Randy DE PUNIET 19 QUANTE CADUTE Ad Assen si sono viste tante cadute in MotoGP in prova e, soprattutto, in gara. Quando un giornalista ha chiesto, dopo il GP, a Casey Stoner quale fosse la causa, l’australiano non ha perso l’occasione per ironizzare: “Colpa del nuovo pneumatico Bridgestone anteriore”. In sala stampa tutti hanno riso, tranne, naturalmente, gli uomini della Casa giapponese. E Dani Pedrosa ha aggiunto: “C’è poco da ridere, è esattamente così. Era già successo anche a Silverstone”. IO L’AVEVO DETTO Alvaro Bautista, dopo l’ottavo posto in qualifica: “Ho un buon passo, sarà fondamentale partire bene”! 45 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Penalizzazione a Bautista: ma è quella giusta? Dorna ha penalizzato la scellerata manovra in partenza di Alvaro Bautista, ben più grave di altre avvenute in passato per la macroscopicità dell’errore. Ma siamo sicuri che la sanzione sia quella giusta? Q uella di Bautista non è certo la prima carambola alla prima curva della storia del mondiale, anche se, per onor di giustizia, va detto che un “lungo” tanto clamoroso non si è visto spesso nella storia. Ci sono state staccate sbagliate con 46 conseguenze devastanti, vedansi quelle di Barcellona 2006 (quando Gibernau allargò su Capirossi, causando un terribile incidente che coinvolse anche Melandri) o lo spettacolare lungo di Loris a Motegi 2004, con cui tirò per terra Hopkins, Roberts, Biaggi, Edwards e Hayden. Ma anche il lungo con cui il nostro De Angelis stese Hayden ed Edwards a Misano, o la stessa “botta” tirata da Bautista lo scorso anno a Valencia, che privò la gara di entrambe le Ducati ufficiali alla prima curva. Ma pensate anche a cosa si è visto nel 2010 a Monza in Superbike… Insomma, il botto alla prima curva si è già visto capitare, perché con le potenze in gioco nella massima categoria basta sbagliare la frenata di un paio di metri per finire inevitabilmente lunghi ed incrociare la traiettoria con quella di qualcun altro. C’è da dire che il lungo di Bautista, però, è stato di quelli ben poco giustificabili: quasi tutti i piloti hanno parlato di una frenata sbagliata di qualche decina di metri, e di… scommesse su quanti colleghi avrebbe coinvolto. In assenza di una giustificazione tecnica, ovvero con la conferma dell’errore umano da parte di Alvaro, la race direction ha pensato di penalizzare il pilota del team Gresini retrocedendolo d’ufficio all’ultima posizione dello schieramento nel GP di Germania che si correrà il prossimo fine settimana. Il procedimento di penalizzazione è sacrosanto, ma come ha fatto notare lo stesso Jorge Lorenzo (a suo tempo squalificato per un Gran Premio per un errore del genere) sarebbe forse stato il caso di comminare una penalizzazione più pesante. Anche perché, perdonateci se pensiamo male, ma siamo sicuri che un pilota che sbaglia una frenata nel tentativo di passare più piloti vada fatto partire per ultimo, dove un errore nella staccata alla prima curva avrebbe conseguenze ancora più devastanti? E che, trovandosi con una MotoGP in mezzo alle più lente CRT, con ogni probabilità si troverà a passare diversi piloti sul rettilineo (in salita) del tracciato tedesco, che termina… con un bel rampino, e dunque una staccata violentissima? L’ironia della situazione è sicuramente involontaria, ma difficile da non cogliere. Penalizzare Bautista? Va bene, il nuovo corso della MotoGP prevede una decisione molto maggiore contro i comportamenti pericolosi. Ma pensare un po’ di più alle penalizzazioni che si comminano forse sarebbe meglio, a costo di impiegare qualche ora in più nello sceglierle ed ufficializzarle. 47 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Giovanni Zamagni | Tutto è pronto per un clamoroso ritorno: Valentino affiancherebbe Lorenzo nel team ufficiale, portando in dote uno sponsor importante I l sogno di vincere la sfida con la Ducati sta definitivamente svanendo, affossato da difficoltà tecniche apparentemente insormontabili. «La mia prima opzione è rimanere qui e rendere competitiva la Desmosedici» continua a ripetere Valentino Rossi, ma la realtà sembra molto differente: nel 2013 il nove volte iridato sarà probabilmente in sella a una 48 Yamaha M1 ufficiale, a fianco di Jorge Lorenzo. Illazioni giornalistiche? Per il momento sì, non c’è nulla di ufficiale, ma tutti gli indizi portano al clamoroso ritorno di Rossi alla Casa con la quale ha vinto più GP nella massima cilindrata. Ne sono convinti anche a Borgo Panigale, che stanno cercando un’alternativa per il 2013: non è un segreto che piace Cal Crutchlow (anche da affiancare a Rossi, non solo come sostituto) e si sta valutando se continuare con Nicky Hayden. Valentino, invece, pensa solo alla Yamaha: all’inizio, l’idea era quella di creare un nuovo team VR46 con una M1 sicuramente ufficiale nella sostanza, magari non nella “forma”. Adesso, però, la situazione si è ulteriormente evoluta e i soldi portati in dote da Rossi aprirebbero addirittura le porte della squadra ufficiale, Anno Numero 02 68 » Prove »»»MotoGP SPORT Rossi-Yamaha: si può fare! 03 Luglio 2012 anche se ci sarebbero ancora alcuni ostacoli da superare. Il primo, il più grande, è la resistenza di Lin Jarvis, numero uno di Yamaha corse che non ama – non ha mai amato – Valentino e sta facendo di tutto per continuare con Ben Spies, anche per le pressioni dell’importante filiale americana. Jarvis, però, è praticamente l’unico all’interno di Yamaha “contro” Rossi e la possibilità di avere uno sponsor vero, che garantisce una certa tranquillità economica al team giapponese, ha ammorbidito decisamente la posizione del manager. Del resto, anche Carmelo Ezpeleta, numero uno del motomondiale, in settimana aveva annunciato in una intervista: «Nel 2013 Rossi avrà sicuramente una moto competitiva» per poi aggiungere, forse consapevole di averla detta troppo grossa, «che potrebbe anche essere una Ducati». Un’affermazione che Valentino aveva liquidato con una battuta: «Si vede che Ezpeleta ne sa più di me»: non poteva dire altro. Con Valentino Rossi in Yamaha, con la HRC praticamente fatta con Dani Pedrosa e Marc Marquez, rimarrebbe da sistemare il team Ducati, orientato, come detto, a ingaggiare Crutchlow, con il secondo pilota ancora da decidere, mentre per Andrea Dovizioso rimarrebbe forse solo il posto nel team Tech3, perché le prestazioni di Alvaro Bautista porterebbero a una riconferma del pilota spagnolo. 49 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP INTERVISTA Rossi: “Ducati non è solo una scelta tecnica, ma un vero e proprio credo” Concluso il WDW 2012 i protagonisti traggono le conclusioni: “Sono stato proprio bene” ha commentato Valentino Rossi. Un commento anche alla Panigale: “Piccola, veloce e assolutamente affascinante” V alentino Rossi «E’ stato il mio primo WDW, un’esperienza bella, emozionante: tantissime Ducati, tantissimi tifosi: è chiaramente un evento speciale, quattro giorni in cui un Ducatista non può che divertirsi, perché avere una Ducati non è solo una scelta tecnica ma un vero e proprio “credo”. E poi, come 50 avrei potuto non divertirmi anch’io visto che è stata una giornata di pura “pista” ? Ho cominciato provando la Panigale, pochi giri, ma con Nicky abbiamo fatto qualche impennata e qualche bel traverso: è piccolina e va forte, molto forte, e poi è bellissima, una moto assolutamente affascinate. Poi sono passato alle quattro ruote, ho guidato l’Audi (R8 LMS) e anche lì, non mi sarei più fermato. Ma il divertimento non era finito perché la “Drag Race” finale è stata la conclusione perfetta: una sfida supereccitante fino all’ultimo secondo: peccato che Troy mi abbia battuto nella finalissima, mi sarebbe piaciuto esordire con una vittoria ma lui è partito meglio! In ogni caso una grande atmosfera, sono stato proprio bene» 51 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE “ Tutti gli appassionati di moto sono speciali, ma quelli della Ducati sono unici “ 52 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»MotoGP Nicky Hayden «Il WDW è un grande evento, c’ero già stato due anni fa ma questa volta è stato ancora più ricco e mi ha fatto divertire. Ho guidato la Panigale per la prima volta e la moto è proprio come dicono: bella e divertente. Ho fatto solo due giri ma avrei voluto farne di più. Ho capito perché ne parlano tutti e perché sia così popolare. Mi è piaciuto anche sentire il supporto dei tantissimi tifosi che erano ovunque: in genere tutti gli appassionati di moto sono speciali ma quelli della Ducati sono unici. Anche fuori dal circuito, nelle cittadine qui intorno c’erano Ducatisti ovunque. Si sente dire spesso che questa è come una famiglia e, prima di arrivare qui, pensavo “sì, questa l’ho già sentita” E invece è proprio vero! Ci sono tantissime brave persone che amano le nostre moto, la nostra squadra e ci sostengono sempre. Passo molto tempo in Italia e mi piacerebbe essere di nuovo qui tra due anni!». 53 SPECIALE SUPERBIKE IL GRAN PREMIO di spagna 54 55 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Il Corsaro lotta sino all’ultimo giro con Melandri ma poi lo passa ed allunga. Terzo posto per Checa anche grazie alla caduta di Sykes e Badovini. Sesto Fabrizio dopo una rabbiosa rimonta B iaggi e Melandri non hanno smentito i pronostici che li vedevano come i più seri candidati alla vittoria e se la sono giocata sino all’ultimo giro quando però Biaggi ha mostrato di avere qualche decimo in più nel taschino e dopo aver superato Melandri ha allungato per andare a conquistare la sua quarta vittoria stagionale. Melandri ha faticato qualche giro a 56 farsi largo per poi dare vita al duello con Max per il primo posto. Il Corsaro vince ed allunga di altri 5 punti sull’alfiere della BMW che ora lo segue a 60 punti. Checa è terzo ma non sarebbe salito sul podio se Badovini non avesse rovinato la sua ottima prestazone cadendo nel corso dell’ultimo giro e trascinando con se l’incolpevole Sykes che era partito come un missile, ma aveva condotto la gara per un solo giro, superato dal duo Aprilia Biaggi-Laverty. Davies conferma quanto di buono aveva fatto vedere in Superpole e conclude con un eccellente quarto posto la sua miglior gara da quando corre in Superbike e precede Laverty che sembrava inizialmente si potesse inserire nella lotta Biaggi Melandri, ma è invece scivolato sino al quinto posto. Da rimarcare la gara di Michel Fabrizio (ascolta la sua intervista) che, pur senza cadere, è Anno Numero 02 68 » Prove »»»Superbike SPORT Biaggi vince Gara 1 ad Aragon 03 Luglio 2012 rimasto coinvolto nella caduta di Smrz alla prima curva. Rientrato in pista al diciottesimo posto è riuscito a concludere al sesto una gara che avrebbe meritato addirittura un risultato migliore, visto che il pilota della BMW Italia ha girato con i tempi dei primi. Haslam chiude settimo davanti a Giugliano che non è mai riuscito ad inserirsi nel gruppo che inseguiva i fuggitivi Melandri e Biaggi. Camier era partito bene ma poi ha perso terreno sino a concludere nono davanti a Berger che in rimonta ha superato Canepa nel corso del penultimo giro. Il pilota del team Red Devils Roma è partito molto bene ed ha fatto una delle sue migliori gare da quando corre in Superbike, terminando undicesimo e portando a casa un po’ di punti, utili per il morale suo e della sua squadra. Solo dodicesimo Guintoli che conferma un weekend sottotono. Zanetti era decimo nei primi giri ma è poi retrocesso sino al tredicesimo posto che gli consente se non altro di andare a punti. Vanno a punti anche i due ex MotoGP Aoyama e Hopkins, che precedono Rea e Norino Brignola. Anche Rea è stato coinvolto nella caduta di Smrz e la sua la sua moto è rimasta danneggiata, ma Jonathan ha voluto continuare e concludere comunque la gara. Non sono riusciti ad arrivare in fondo, oltre ai già citati Smrz, Sykes e Badovini, anche Salom e Baz, ritirati per noie meccaniche e Mercado, caduto senza conseguenze nel corso del dodicesimo giro. 57 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»Superbike SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Melandri vince Gara 2 in Spagna di Carlo Baldi | Melandri supera Laverty al penultimo giro e vince una gara appassionante. Terzo gradino del podio per un ottimo Davies che supera Biaggi. Settimo Checa L a seconda manche del Motorland Aragon non è stata una gara a due tra Biaggi e Melandri come era invece successo non solo nella prima manche, ma anche nelle due gare corse qui lo scorso anno. Questo pomeriggio nella lotta tra i due ex piloti della MotoGP si sono inseriti Laverty e Davies, che hanno lottato sin 58 sotto la bandiera a scacchi a colpi di sorpassi e staccate da brivido. Laverty è sempre rimasto nel gruppo di testa mentre Davies, che era transitato al primo giro in nona posizione, ha effettuato un bellissimo recupero raggiungendo il trio Biaggi, Laverty Melandri, quando mancavano solo tre giri al termine. Gli ultimi tre giri hanno tenuto tutti con il fiato sospeso. Melandri combatteva con Laverty e Davies, mentre Biaggi sornione manteneva la quarta posizione pronto a colpire al momento giusto. Nel corso dell’ultimo giro Melandri riusciva a superare Laverty e Biaggi sferrava il suo attacco a Davies. L’inglese del team ParkinGo però riusciva a resistere e a conquistare il suo primo podio in Superbike. Haslam che ha fatto inizialmente parte del gruppo di testa ha poi perso terreno sino a terminare al quinto posto davanti a Checa. Carlos non si è mai inserito nella lotta per il podio ed il settimo posto è probabilmente il miglior risultato che oggi si potesse ottenere con una Ducati. Giugliano ha concluso decimo mentre il duo del team Effembert formato da Berger e Guintoli non sono andati più in la del dodicesimo e tredicesimo posto rispettivamente. Sykes, un po’ dolorante dopo la caduta di gara uno, non ha fatto la solita partenza a razzo e si deve accontentare dell’ottavo posto. Badovini conclude al nono posto una gara onesta ma ben diversa dalla prima nella quale era arrivato a lottare per il podio, mentre il suo compagno di squadra, Michel Fabrizio, in questa manche rimonta solo sino all’undicesimo posto. Va a punti Zanetti che precede il fantasma di Aoyama e Salom, sempre alle prese con qualche problema di assetto. Canepa non si è sentito bene tra gara uno e gara due e conclude comunque la gara anche se solo al diciassettesimo posto, davanti a Mercado, Brignola e Baz, rientrato in gara dopo una lunga sosta ai box nel tentativo di risolvere un problema alla sua Ninja. Ritirati per problemi tecnici Camier e Hopkins. 59 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Al Motorland Aragon il padrone di casa è Carlos Ceca, ma i dominatori in pista sono stati Melandri e Biaggi. Due gare importanti per un campionato che inizia a definire i propri contorni A l Motorland Aragon il padrone di casa è Carlos Ceca, ma i dominatori in pista sono stati Melandri e Biaggi, che come già lo scorso anno si sono divisi le vittorie. Sono state due gare importanti per un campionato che inizia a definire i propri contorni, rivelando quali piloti possono realmente puntare al titolo mondiale. Biaggi in gara due non è 60 salito sul podio, ma basta dare un’occhiata alla classifica per capire quale sia il vero vincitore dell’ottavo round del campionato. Solo Melandri è riuscito a recuperare punti sul Corsaro, sette, mentre tutti gli altri hanno visto aumentare il loro distacco in classifica. Rea ne ha persi 27, Checa 13, Sykes 30 e Haslam 19. Si va quindi sempre più delineando una lotta a due tra Biaggi e Melandri. Il pilota della BMW ha dichiarato che il campionato finisce a Magny Cours e che i calcoli si potranno fare solo dopo l’ultima gara del campionato. E’ vero, com’è vero che con 300 punti ancora da assegnare tutto può accadere, ma di certo Max sino ad ora è stato un vero rullo compressore ed è l’unico a non avere nemmeno uno zero nella sua classifica ed in un campionato difficile e combattuto Anno Numero 02 68 » Prove »»»Superbike SPORT Le pagelle del GP di Spagna 03 Luglio 2012 come questo non è certo impresa da poco. Aragon verrà ricordato per il meteo più pazzo dell’anno con i 45 gradi di giovedì pomeriggio ed i 22 di domenica mattina, e per gli exploit di Chaz Davies, ottavo in Superpole 3, quarto in gara uno e terzo in gara due con la sua Aprilia privata. E proprio la casa veneta l’ha fatta da padrone in terra d’Aragona : tre moto nelle prime posizioni in gara uno e sempre tre nelle prime quattro in gara due. E ora che Laverty ha preso finalmente confidenza con la RSV4 Factory la casa di Noale ha un’altra temibile freccia al suo arco da affiancare a Biaggi. Aprilia sugli altari e Ducati nella polvere. Ormai la classe di Checa e la sfrontatezza di Giugliano non bastano più. Panigale 1199 dove sei? Ecco i nostri voti ai protagonisti delle gare spagnole Max Biaggi – Sykes gli scippa la prima Superpole stagionale e Davies il nono podio, ma in gara uno non ce n’è per nessuno. Sta sfiancando gli avversari con colpi ai fianchi che iniziano a lasciare il segno. Schiacciasassi. 9 9,5 Marco Melandri – Fatica in Superpole a causa di una gomma difettosa, ma in gara rosicchia sette punti al cannibale Biaggi e conquista la sua terza vittoria di questo campionato. “I conti si fanno a Magny Cours” dichiara nel dopo gara. Il guanto di sfida a Max è stato lanciato. Solo lui può mantenere vivo questo campionato. 7,5 Carlos Checa – Pur essendo la pista di casa il tracciato del Motorland Aragon non è uno dei preferiti da Carlos che anche nella vittoriosa cavalcata del 2011 qui collezionò solo un terzo posto proprio come è successo quest’anno. Un podio inaspettato, ma un poco di fortuna ogni tanto ci vuole, 61 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE specialmente in un’annata che non si può certo dire sia fortunata per lo spagnolo. La sua moto lo obbliga a dare sempre il 110%, ma lui non si lamenta e va avanti a testa bassa. 8 Chaz Davies – Accede alla fase tre della Superpole, sfiora il podio nella prima manche e lo conquista con determinazione nella seconda. La fantastica rimonta di Misano in gara uno non era un caso. Ora dovrà confermarsi a questi livelli, ma al campione del mondo Supersport 2011 la grinta non manca e la squadra nemmeno. Poche chiacchiere e tanta sostanza. 62 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Tom Sykes – L’inglese rischia di diventare monotono. Vince in Superpole (e sono sei su otto) in gara parte a cannone ma poi al massimo può lottare per il gradino più basso del podio che in gara uno gli viene negato da Badovini che cade e lo travolge. I suoi meccanici ricostruiscono la sua moto a tempo di record, ma in gara due è solo ottavo. Perde trenta punti nei confronti di Biaggi, ma ha molte attenuanti. (soprattutto per la sua sesta Superpole) 6 6,5 5,5 Leon Haslam – Partiva dalla prima fila ma non si è mai inserito nella lotta per il gradino più alto del podio. Un sesto ed un settimo posto non sono sufficienti per Leon che perde 19 punti nei confronti di Biaggi ed esce dalla lotta per il titolo. Numero 68 7 Eugene Laverty – Bentornato Eugene. Il pilota che lo scorso anno al suo esordio in Superbike aveva stupito tutti si era perso per strada. Il campionato iniziato in salita con la caduta di Phillip Island sembra ora tornato a sorridere al nord irlandese che in Spagna conquista il suo secondo podio stagionale, ma soprattutto dimostra di poter stare con i primi. Un arma in più per l’Aprilia o una ulteriore minaccia per Max? Michel Fabrizio – Le imprese lo esaltano, ma la continuità non è il suo forte. Parte dalla quarta fila, rischia di essere coinvolto nella caduta di Smrz alla prima curva, rientra nelle ultime posizioni e finisce sesto. Poi in gara due torna a navigare a metà classifica. Bagliori di classe in attesa della fiammata che potrebbe arrivare nel prossima round di Brno, una delle sue piste preferite. Anno 02 » Prove »»»Superbike SPORT 7,5 03 Luglio 2012 Ayrton Badovini – Vede il podio a portata di mano e gioca il jolly pur di ottenerlo. Purtroppo gli va male, cade e fa cadere Sykes. Però come sempre Ayrton non si tira indietro e ci prova sino in fondo. 6,5 Jonathan Rea – Non conosceva la pista e fa tanta fatica nei primi turni di prove. In Superpole dimostra di aver trovato il bandolo della matassa e conquista la seconda fila. Purtroppo si trova coinvolto nell’incidente di Smrz alla prima curva e cade. Rientra in pista solo per onor di firma. Nella seconda conclude al sesto posto. Un weekend non certo alla sua altezza nel quale perde il secondo posto in classifica , ma non solo per colpa 63 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»Superbike SBK Aragon Classifica Gara 2 Classifica Gara 1 Pos. Pilota Tempi Pos. Pilota Punti 1 Biaggi Max 25 1 Melandri Marco 25 2 Melandri Marco 20 2 Laverty Eugene 20 3 Checa Carlos 16 3 Davies Chaz 16 Biaggi Max 13 4 Davies Chaz 13 4 5 Laverty Eugene 11 5 Rea Jonathan 11 Haslam Leon 10 6 Fabrizio Michel 10 6 7 Haslam Leon 9 7 Checa Carlos 9 8 Giugliano Davide 8 8 Sykes Tom 8 Badovini Ayrton 7 9 Camier Leon 7 9 10 Berger Maxime 6 10 Giugliano Davide 6 11 Canepa Niccolò 5 11 Fabrizio Michel 5 12 Guintoli Sylvain 4 12 Berger Maxime 4 3 13 Guintoli Sylvain 3 13 Zanetti Lorenzo Classifica Generale Pos. Pilota Punti 1 Max Biaggi 248.5 2 Marco Melandri 200.5 3 Jonathan Rea 183 4 Carlos Checa 175.5 5 Tom Sykes 172.5 6 Leon Haslam 142 7 Eugene Laverty 126 8 Sylvain Guintoli 110 9 Davide Giugliano 94 10 Chaz Davies 78 64 65 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»Superbike SPORT INTERVISTA Carlos Checa: “100 giri sulla Panigale A Ducati chiedo chiarezza” di Nico Cereghini | Il campione delle derivate dalla serie è salito sulla Panigale SBK a Misano, Nico Cereghini ha raccolto le prime impressioni sulla sportiva di Borgo Panigale C arlos Checa mi accoglie nel box del team Althea, sabato pomeriggio al WDW, con la solita cordialità. Tra noi c’è da anni un bel feeling, anche se ci incontriamo di rado. Fa molto caldo, ma il catalano pare non sentirlo affatto ed è già dentro la tuta, in gran forma, pronto a riprendere i suoi test con la 1098 R; ha chiuso soltanto ieri quelli con la nuova 1199 Panigale. Tre giorni con la nuova Ducati, dal mercoledì al venerdì. La mia curiosità è quella di tutti: come si è trovato? «C’è molto da lavorare» premette. Poi aggiunge che «era normale aspettarselo, è un progetto completamente nuovo e poi lavorare non mi spaventa». E’ stato il primo contatto in 66 assoluto, tra il pilota e la moto, se si esclude una sessione fotografica di primavera che però non ha dato alcuna indicazione. Cominciamo dalle cose che della 1199 gli piacciono? «La posizione di guida è più corta e razionale dell’altra. Mi ci sono trovato subito molto bene. Poi l’agilità, l’altro pregio che salta fuori subito: la Panigale è piccola, sembra una 250 da GP, è molto reattiva, le entrate in curva possono diventare rapidissime. Credo che, una volta sistemata, si possa guidare con minore impegno fisico». Il feeling non c’è ancora. «Non mi aspettavo di trovare subito la stessa confidenza che ho con la 1198, la moto che guido e in sviluppo da tre anni. Però non ti nascondo che sono un po’ preoccupato: con le gomme che abbiamo utilizzato, cioè le 16.5” prima e le 17” poi, non sono riuscito a sentire l’avantreno come vorrei. Anche quando ho provato la mia forcella Ohlins la situazione non è migliorata tanto. Alla fine, dopo aver girato molto, quasi cento giri in totale, i tempi sono stati discreti, paragonabili a quelli della 1198, però ancora non sfrutto la moto al 100 per 100. C’è molto da fare, e sono curioso di verificare le sensazioni di lunedì 5 luglio ad Aragon, quando Pirelli ci farà provare dopo la gara le nuove 17 pollici. Spero si adattino alla Panigale più di queste». 67 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE “ La Panigale è piccola, sembra una 250 da GP, è molto reattiva, le entrate in curva possono diventare rapidissime “ 68 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 » Prove »»»Superbike E il motore? «L’ho trovato un po’ vuoto sotto, mi aspettavo una maggior spinta fino ai medi regimi. Però poi, lavorando soltanto sullo scarico, abbiamo migliorato parecchio; e così sono sicuro che da quel lato, con lo sviluppo che resta da fare, alla fine non ci saranno problemi». Nel complesso, Carlos si dice ottimista. «Sono al culmine della mia carriera, mi sento in forma e progetto di correre ancora un paio di stagioni. Con la Ducati sto bene e non ho certo intenzione di cambiare. C’è da lavorare, molto, perché questo è un progetto nuovo anche nella filosofia di base. Ed io sono pronto. Quello che chiedo ai vertici Ducati è la chiarezza: bisogna fare presto un programma preciso, non possiamo ridurci a provare pochissimo come abbiamo fatto alla vigilia di questa stagione. Claudio Domenicali lo sa». Nell’altro angolo Davide Giugliano ci guarda attentissimo. E’ il giovane pilota che con la sua guida fisica potrebbe adattarsi –nella visione di molti ducatisti- anche alla Desmosedici. Davide la Panigale non l’ha ancora assaggiata, la squadra mi conferma che per ora si lavora soltanto con Carlos perché il tempo da dedicare alla 1199 è poco, e poi non si deve fare confusione, ci vuole metodo. Checa esce dal box con me, e inizia a firmare autografi con la solita disponibilità. 69 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Al WDW Troy Bayliss ha annunciato l’addio all’attività di collaudo. Ritiratosi dalle competizioni nel 2008 da campione del mondo, l’australiano era rimasto in Ducati per svolgere il ruolo di collaudatore “ Non voglio restare in giro come un cattivo odore” – così, con il suo stile tipicamente australiano, da pane al pane e vino al vino, Bayliss ha annunciato al World Ducati Week il suo secondo ritiro: dopo quello dalle competizioni, avvenuto dopo aver conquistato il suo terzo titolo mondiale SBK, abbiamo assistito anche a quello dall’attività di 70 collaudatore, ruolo che rivestiva per la casa di Borgo Panigale dal 2009. Bayliss è arrivato al mondiale nell’ormai lontano 2000, quando la casa di Borgo Panigale era alla disperata ricerca di un sostituto per un Carl Fogarty rimasto vittima dell’infortunio che gli chiuse la carriera. Di lui avevamo sentito parlare (poco) solo qualche anno prima, quando corse una gran gara come wild card nel GP d’Australia 250 1997, ma da allora il pilota di Taree non era più tornato sul palcoscenico mondiale, finendo a guadagnarsi la pagnotta in BSB. Avrebbe dovuto correre il campionato AMA, quell’anno, ma arrivò la telefonata da Borgo Panigale, e dopo uno sfortunato esordio a Sugo (venne steso due volte in partenza) arrivò la gara di Monza, quella della staccata con cui passò quattro piloti in prima Anno Numero 02 68 » Prove »»»Superbike SPORT Troy Bayliss “Non sarò più collaudatore Ducati” 03 Luglio 2012 variante, e il resto, come si suol dire, è storia. Troy conquista il titolo mondiale l’anno successivo, nel 2001, per poi abdicare a Colin Edwards nell’ormai leggendaria gara di Imola. Nel 2003 Ducati ha grandi programmi per lui: salire sulla Desmosedici assieme a Loris Capirossi. E Troy non se la cava male: conquista tre podi e finisce sesto; l’anno dopo la Desmosedici è molto poco competitiva e i risultati non arrivano, tanto che Ducati gli offre di tornare in SBK. Lui rifiuta, salendo sulla Honda RC211V del team Pons, ma va ancora peggio. Ultimissimo dei piloti Honda, non sale nemmeno una volta sul podio, e si rompe persino un polso a fine estate. Roba da smettere di correre, non fosse che a Borgo Panigale gli vogliono ancora bene, e hanno bisogno di un pilota che regali un altro titolo alla 999. Detto e fatto. Visto l’infortunio che tiene Sete Gibernau lontano dalle piste, a Bologna pensano bene di regalargli anche una gita premio: il GP di Valencia in sella alla Desmosedici GP06. Bayliss, che la quattro cilindri Ducati non la vede da due anni, e le Bridgestone non le ha proprio mai viste, si presenta e va a vincere, tanto per togliersi anche quella “piccola” soddisfazione che mancava in MotoGP. L’anno successivo Bayliss corre con la manetta in una mano e il cuore nell’altra, ma non basta: la 999 è sempre più in affanno rispetto alle quattro cilindri, e nel tentativo di contrastare Toseland finisce per rischiare un dito della mano destra in un’orrenda caduta a Donington. Troy se lo vorrebbe fare amputare per correre gara-2, ma il team lo riconduce a più miti consigli. Alla fine si deve accontentare di sette vittorie, e per il titolo se ne parla l’anno successivo, quando regala il Mondiale all’esordio la Ducati 1098R. Giusto prima di ritirarsi, da campione del mondo. Da allora, Bayliss ha continuato ad andare in moto, svolgendo appunto il ruolo di collaudatore tanto per la SBK quanto, più saltuariamente, per la MotoGP. Importante anche il suo contributo sui modelli di serie: praticamente tutte le sportive sono passate anche per le sue mani. Era abbastanza normale trovarselo alle presentazioni stampa, impegnato ad umiliare qualche tester e a far segnare tempi sul giro degni del mondiale Superstock in sella alle moto di serie. Troy è stato anche protagonista della proposta “top” del DRE, il corso di guida Ducati, dove ha lavorato come istruttore per i clienti più veloci e… facoltosi. Perché andarsene, visto che si divertiva ancora tanto ad andare in moto? Difficile da dire. Troy non ha mai nascosto troppo i motivi del suo ritiro: pressioni da parte della famiglia, desiderosa di vivere un po’ in pace dopo anni di sacrifici e, anche una volta arrivati successo e stabilità economica, di vita da zingari. In forma smagliante a 43 anni – è anche un ciclista di ottimo livello – Bayliss avrebbe probabilmente voluto tornare alle gare, e c’è andato molto vicino ad inizio anno. I contorni della vicenda non sono mai stati chiarissimi, ma è ormai certo che avrebbe dovuto correre qualche gara da wild card quest’anno con la 1198 (a partire dalla “sua” Phillip Island) prima che qualcosa andasse storto, con qualche conseguente dissapore. Non sarà certo questa la causa del suo ritiro, ma certo è che l’attività di collaudo, per lui, dev’essere sempre stata poco più che un palliativo. Non viene neanche da dire che ci mancherà, quindi, perché come pilota ci mancava già. E ha promesso che alle gare, e agli eventi più importanti lo rivedremo. Che dire? Arrivederci, Troy. 71 SPECIALE MOTOCROSS IL GRAN PREMIO di svezia 72 73 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»» Motocross »»»Prove SPORT due anni dal team Honda World Motocross. Caduto a metà della prima manche quando era 13° e ritiratosi per i danni riportati dalla moto, Davide Guarneri si è rifatto nella successiva dove è terminato 10°. Desalle imbattibile in Svezia, Cairoli perde la corona in classifica di Massimo Zanzani | Il GP di Svezia ha infierito pesantemente sull’ufficiale KTM che si è visto sfuggire il comando della MX1 in favore di Desalle impostosi in entrambe le manche; nella MX2 prova di forza di Searle U na gara così impietosa Antonio Cairoli non l’aveva mai fatta. Trovarsi da leader con 42 punti di vantaggio a inseguitore con tre lunghezze di ritardo semplicemente perché la sfortuna ci ha messo lo zampino è stata la cosa più sconfortante che possa avere mai provato. E pensare che in Belgio era stato un leone, capace di strisciare in 74 curva con mano e paramano come non faceva nessun altro pilota, e che sabato era di nuovo stato protagonista delle qualifiche che ha vinto in piena sicurezza. Invece nella prima manche è stato costretto ad abbandonare la gara già dopo un giro per colpa di uno stupido sasso che si è infilato tra pignone e catena bloccandogli ha ruota posteriore. E questo è niente. Perché poi nella manche successiva dopo appena due giri nel tentativo di migliorare il suo quinto posto è arrivato lungo in una curva sprofondando letteralmente in un cumulo di fango talmente alto e compatto che nonostante i ripetuti tentativi non è più riuscito a venirne fuori. Un pesantissimo doppio zero, che ha coinciso con la prima doppietta stagionale di Clement Desalle che ha approfittato della situazione per strappare la leadership all’ufficiale KTM, che dopo una metà stagione da condottiero ora è costretto a recitare il ruolo dell’inseguitore. Doppia frattura per Philippaerts Se quella di Cairoli è stata una giornata da dimenticare, quella di David Philippaerts è stata ancora peggiore visto che l’ufficiale Yamaha Monster Energy nello stacco da una rampa di un lungo panettone ha subito un contraccolpo che lo ha fatto rovesciare in avanti con la conseguenza di fratturarsi di nuovo i due polsi infortunati la scorsa stagione, uno dei quali in maniera scomposta. Un brutto colpo per il toscano, che stava mantenendo con forza la quarta piazza a conferma della sua determinazione ad affrontare di petto il giro di boa del campionato. In entrambe le manche il belga della Suzuki si è imposto dopo aver superato a circa metà gara Christophe Pourcel, che nella prima manche ha accusato problemi prima agli occhiali e poi agli stivali. Terza piazza per il sempreverde Kevin Strijbos, che si è lasciato alle spalle un Sebastien Pourcel in continua ripresa e Shaun Simpson con ha corso con la Yamaha ufficiale di Steven Frossard con la quale farà anche la restante parte di stagione. Caduto nella prima manche e ritiratosi definitivamente per una profonda ferita ad un braccio che ha richiesto alcuni punti di sutura, il russo Evgeny Bobryshev ha almeno avuto la soddisfazione di vedersi confermato per i prossimi MX2 Decisamente movimentata anche la MX2, che ha visto vincitore Tommy Searle al quale è sfuggita una vittoria piena quasi certa a causa di un doppiato che nella prima manche lo ha ostacolato facendogli perdere il comando. Ne ha infatti approfittato Jeffrey Herlings che è passato in testa imponendosi poi sul rivale inglese, ma che in Gara 2 non è riuscito a fare meglio di 7° a causa di una partenza oltre la ventesima posizione al contrario di Searle che si è riscattato facendo gara a se dopo essere passato al comando al secondo giro. L’olandese della KTM ha preceduto il giovane transalpino Dylan Ferrandis che ha centrato il suo primo podio in carriera e Jake Nicholls. Sfortunata anche la gara di Alex Lupino, che dopo il primo giro della prova d’apertura mentre era quarto è stato costretto ad andare ai box a piedi a causa dello stesso problema accusato inizialmente da Cairoli, mentre nella seconda è caduto alla seconda curva e ha mandato in porto una consistente rimonta conclusa in decima posizione. Guarda tutte le classifiche MX1 e MX2 75 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»» Motocross »»»Prove SPORT “ Perdere cinquanta punti è brutto, ho lavorato tanto questa prima parte di campionato e per questo stupido errore della seconda manche Cairoli: “Inutile piangere, torneremo più forti di prima” di Massimo Zanzani | Ci si aspeterebbe un Cairoli infuriato, ma invece il campione KTM sa che sono cose che fanno parte del motocross. Per i punti in classifica è presto per fare calcoli G P di svezia stregato. «E’ da tanto che non facevo un GP con due zeri, non so se mi è mai capitato. Nella prima manche mi si è bloccato un sasso tra il pignone e il carter. Sono atterrato dal salto e si è completamente frenata la moto. Ho provato a toglierlo, ma niente: non c’è stato nulla da fare. L’hanno tolta poi 76 con il martello. Nella seconda ero partito benino, terzo-quarto, poi mentre cercavo di fare un sorpasso ho fatto un piccolo errore all’atterraggio del salto, sono andato un po’ largo sulla curva e ho visto all’ultimo secondo che lì avevano riportato tutto il fango dal lato opposto e mi sono piantato. Non ce l’ho fatta a tirare fuori la moto. Quando capitano queste giornate è inutile recriminare o piangere, si va avanti, ci sono ancora tantissime gare. Torneremo sicuramente più forti e agguerriti di prima». E’ un po’ come ripartire da capo. «Sì, per me perdere cinquanta punti è brutto, ho lavorato tanto “ ho buttato via 25 punti questa prima parte di campionato e per questo stupido errore della seconda manche ho buttato via 25 punti. La prima non ci possiamo fare niente. Guardiamo avanti, la prossima gara sicuramente è importante. Vorrei correre domani per riprendere la leadership del campionato, ma aspetteremo due settimane». Ci sono solo otto punti tra te e la testa del campionato. «Non mi preoccupano assolutamente. Anche prima di questa gara non guardavo alla classifica, non è il momento di fare calcoli. Perché, come si è visto, può succedere di tutto…». Pensa i tuoi tifosi quando ti hanno visto con il fango fino al ginocchio che non riuscivi a venire fuori, come fossero sabbie mobili. «Purtroppo è andata così, si saranno disperati come ho fatto io in quel momento. Non riuscire a tirare fuori la moto dal fango è stato davvero brutto ci ho provato in tutti i modi ma era veramente impossibile. Chi pratica il Motocross sa che non è semplice come a parole. La prossima volta faremo meglio». 77 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT BMW: a Garmisch le nuove F700GS e F800GS Le due entrofuoristrada della casa di Monaco non abbandonano la formula vincente che le ha portate al successo, migliorano invece la sostanza. Con un occhio di riguardo per la sicurezza. Arrivano ASC ed ESA, in vendita da settembre B MW: a Garmisch le nuove F700GS e F800GS Hendrik Von Kuenheim, Presidente di BMW Motorrad, ce l’aveva anticipato fin da marzo in occasione della presentazione dei nuovi maxiscooter “serie C” a Madrid; in quell’occasione ci disse che al BMW Motorrad Days di Garmisch (la 78 prossima settimana, dal 6 all’8 luglio) avremmo visto due nuove enduro. Promessa mantenuta: ecco le nuove bicilindriche offroad parallele della gamma F, la 800 e la 700 che va a sostituire la precedente 650 migliorando in maniera sostanziale la sua dotazione tecnica. Nate nel 2007, le due GS “medie” hanno trasportato i concetti della 1200 in una fascia più accessibile, per prezzo ma anche per impegno nella guida. Una GS meno intimidatoria per massa e cavalleria in gioco, senza dimenticare però prestazioni, raffinatezza tecnica e dotazione all’altezza della casa di Monaco. Queste nuove versioni partono dal tanto di buono che c’era in quelle F-GS, smussando qualche spigolo e migliorandone la sostanza. Esaltando ancora di più le doti dinamiche, turistiche e fuoristradistiche della 800, e regalando un po’ di brio in più alla 650 – che diventa 700 – sempre rivolta a clienti meno orientati al fuoristrada o all’uso sportivo. E su entrambe, in ossequio al principio BMW “Safety 360°”, arrivano anche i più recenti sistemi di assistenza elettronica alla guida. Motore: la 800 conferma, la 700 cresce La base motoristica per entrambe (la sigla serve solo a differenziare le due versioni, come avviene nel mondo BMW auto) resta il bicilindrico parallelo con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro da 798cc, contraddistinto dalla soluzione che lo rende quantomeno unico sul panorama mondiale. Fasato a 270° per avere più personalità in termini di erogazione e voce di scarico, fa ricorso ad una terza biella “folle” al centro dell’albero motore per riequilibrare il propulsore ed azzerare completamente le vibrazioni. Sulla 800 le caratteristiche di coppia e potenza massima (rispettivamente 83Nm e 85cv) non cambiano, mentre la 700 si guadagna sul campo la differenza di nomenclatura rispetto alla 650 grazie ad una potenza massima che passa da 71 a 75cv, e all’aumento del valore di coppia da 75 a 77Nm. Il prezzo da pagare è l’uso di benzina a 95 ottani anche sulla 700, ma entrambe possono utilizzare benzina normale attraverso una modifica della mappatura. La 700 è caratterizzata anche da un rapporto finale accorciato, con un dente in più di corona, che contribuisce ad aumentarne la vivacità. 79 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT più efficiente nelle sue funzioni di parafango; nuovi anche i cristalli fumé per faro posteriore e lampeggiatori. E per i meno alti, o per il pubblico femminile, la 800 ora offre come optional la sella ribassata a 820mm (il valore standard è di 880) migliorando sostanzialmente l’accessibilità. A proposito di accessibilità, vale anche la pena di segnalare come entrambi i modelli siano disponibili in versione per neopatentati. Ciclistica: ABS per tutti Anche nel comparto ciclistico non ci sono variazioni sostanziali: il telaio resta in acciaio, con il propulsore che recita una funzione portante, un telaietto posteriore anch’esso in tubi d’acciaio e il forcellone bibraccio in alluminio. E’ nell’impianto frenante che si vedono le differenze: la 700 prende nuovamente le distanze dalla precedente 650 e si adegua alla 800 raddoppiando il numero di dischi da 300mm all’anteriore, pur con pinze a 2 pistoncini invece che a quattro come sulla F800R – più potenti, ma 80 meno modulabili nell’uso fuoristradistico, che le F-GS non rinnegano affatto, anzi. Il disco posteriore, per entrambe, è da 265mm, ma la vera novità sta nell’ABS di serie. Tanto sulla 700 che sulla 800 diventa infatti di serie la versione più recente del sistema antibloccaggio a due canali BMW Motorrad, rispettando il principio “Safety 360°” che guida, e guiderà, tutte le nuove proposte della casa dell’elica. L’impianto è più compatto e leggero delle versioni precedenti, ma soprattutto dotato di valvole a variazione continua che garantiscono una risposta migliore in termini di rapidità e progressività. L’ABS è ovviamente disattivabile tramite un pulsante per l’uso in fuoristrada. L’applicazione del “Safety 360°” prosegue con l’adozione delle due soluzioni finora riservate al top di gamma BMW: il controllo di trazione ASC e la taratura elettronica delle sospensioni ESA, entrambe disponibili come optional ex fabrica. L’Automatic Stability Control (ASC), disponibile su entrambi i modelli e disattivabile per l’uso fuoristradistico, elimina i pattinamenti sfruttando le ruote foniche dell’ABS: confrontando le velocità di rotazione di anteriore e posteriore, il sistema percepisce da differenze troppo marcate eventuali slittamenti ed interviene su iniezione ed anticipo dell’accensione per ridurre la coppia erogata dal motore. L’Electronic Suspension Adjustment (ESA) è ormai un cavallo di battaglia BMW, che lo introdusse nell’ormai lontano 2004 sulla K1200S. Sulle F-GS viene implementato in una versione leggermente semplificata, che agisce solo sul monoammortizzatore e specificamente sull’idraulica. Il pilota può scegliere come al solito fra le tre modalità Comfort, Normal e Sport, mentre per adeguare il precarico al maggior carico (passeggero o bagagli) o all’uso in fuoristrada deve intervenire su un registro meccanico, peraltro ottimizzato nel posizionamento e nel funzionamento per migliorarne l’accessibilità. Tante piccole migliorie Gli aggiornamenti proseguono con l’adozione dei nuovi blocchetti elettrici, più piccoli, compatti e moderni nel design, oltre che più completi e razionali nella disposizione dei comandi, per la gioia di chi non amava la precedente disposizione dei comandi per le frecce separata fra i due blocchetti, ormai progressivamente in abbandono su tutta la gamma BMW. Ottimizzata anche la strumentazione: i due quadranti analogici riservati a tachimetro e contagiri sono più leggibili, mentre l’unità LCD ora offre di serie anche le informazioni relative a temperatura liquido di raffreddamento e livello carburante, precedentemente disponibili solo con l’optional del Computer di bordo. Esteticamente le due F-GS non si distaccano molto dai modelli precedenti, pur risultando più dinamiche e vicine alle sorelle maggiori attraverso le revisioni al frontale (più pulito nelle linee) e ai fianchetti. Rivisto anche il becco per risultare Optional infiniti Come buona tradizione della casa di Monaco, la lista delle personalizzazioni disponibili è a dir poco sconfinata. Manopole riscaldate, diverse soluzioni per il parabrezza, navigatore BMW, pneumatici tassellati (solo per la 800), controllo pressione pneumatici RDC (solo 700), antifurto, computer di bordo, fari e lampeggiatori a LED, paramani, paramotore, bagagli di ogni genere e taglia, silenziatore Akrapovic, sistema autolubrificante per la catena, caricabatterie e chi più ne ha più ne metta. Le colorazioni variano sui due modelli: la 700GS sarà disponibile in Ostra Grey Metallic, Red Apple Metallic e Glacier Silver Metallic; la 800 in Kalamata metallic matt, Cordoba blue ed Alpine White 3. Le due F-GS entreranno nella fase di produzione ad agosto con la successiva commercializzazione a settembre. Il prezzo? Lo sapremo più avanti. 81 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Suzuki rinnova le sue RM-Z 250 e 450 nel motore e nella ciclistica, rendendole più brillanti e competitive, ma anche facili da guidare, sfruttare e... manutenere. S tavolta è il turno di Suzuki: la casa di Hamamatsu svela i dettagli delle sue RM-Z in versione 2013, presentando due moto (250 e 450) profondamente rinnovate, con diverse variazioni molto sostanziose tanto sul motore che sulla ciclistica che vanno dunque ben oltre i ritocchi estetici. Vediamole nel dettaglio. 82 Motore più brillante Partiamo dal motore: sia la MX2 che la MX1 vantano una migliore accelerazione, una risposta all’acceleratore più diretta e rapida, ed un arco d’erogazione della coppia più esteso ai medi regimi grazie a novità in zona termica ed aggiornamenti ad accensione e trasmissione. Il pistone è tutto nuovo, riprogettato sulla base dell’esperienza in gara utilizzando il metodo d’analisi ad elementi finiti (FEM): il risultato è un peso ridotto (del 13% sulla 450, dell’8 sulla 250) a pari rigidità, cosa che consente – anzi richiede, per una corretta equilibratura delle masse in moto alterno – l’impiego di una biella e relativo perno più leggeri. Suzuki non si sbilancia a riguardo, ma sempre per le considerazioni di cui sopra ci spin- Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT Suzuki ecco le RM-Z 2013! 03 Luglio 2012 giamo ad ipotizzare un albero motore più leggero grazie a minori masse in zona mannaie. Il perno della 450 riceve un trattamento superficiale DLC (Diamond-Like Coating), lo stesso impiegato sugli steli forcelle delle ipersportive per aumentarne durezza e scorrevolezza. Risultato: attriti ridotti, maggiore durata del componente. La 250 riceve un cambio a 5 marce tutto nuovo, mentre sulla 450 Suzuki si è limitata a qualche miglioria non meglio specificata. In entrambi i casi, però, è stato modificato il profilo della camma del selettore per migliorare precisione e scorrevolezza. Tanto su 250 che su 450, inoltre, lo scarico è stato allungato (50mm sulla 450, 40 sulla 250) per migliorare la risposta ai bassi e medi regimi; il nuovo silenziatore, infine, dovrebbe garantire il rispetto delle normative FIM senza penalizzazioni a livello prestazionale. Fasatura rivista, elettronica più potente Il diagramma di distribuzione di entrambi i modelli varia sensibilmente. Le camme di aspirazione sono state modificate nel profilo modificando durata ed alzata delle valvole, mentre allo scarico Suzuki si è limitata a cambiare la fasatura; il tutto per ottenere 83 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT programmazione iniezione, per semplificare le operazioni di manutenzione. Ciclistica aggiornata Il comparto ciclistico è oggetto di diverse modifiche, anche se non profonde e pervasive come quelle operate sul propulsore. Telaio e telaietto reggisella sono stati rivisti nella struttura e nella foggia esterna, anche se Suzuki non si sbilancia in maggiori dettagli, salvo indicare in un miglior compromesso fra agilità nello stretto e stabilità sul veloce il risultato raggiunto. Diversi il discorso per le sospensioni, dove all’anteriore i due modelli 2013 adottano la nuova forcella Showa SFF (Separate Function Fork) da 48mm, che separano le funzioni elastiche ed idrauliche inserendo la molla nello stelo destro e la cartuccia nel sinistro. Al retrotreno cambiano i leveraggi (presumibilmente nella progressività) per adeguare l’assetto alla risposta più brillante del propulsore e ai cambiamenti all’avantreno. un’erogazione più lineare e garantire al pilota un maggior controllo. Novità anche in zona radiatore, dove una nuova alettatura e diversi percorsi per i raccordi del liquido di raffreddamento stabilizzano la temperatura d’esercizio e di conseguenza le prestazioni tanto della 250 che della 450. Il diverso percorso seguito dai raccordi dovrebbe anche 84 migliorare, sulla 250, l’accessibilità del motore nelle operazioni di manutenzione. La centralina che controlla il sistema di iniezione battery-less ora può contare su un microprocessore più potente e veloce che contribuisce a migliorare la precisione di risposta all’acceleratore. La centralina, inoltre, è ora completamente impermeabile, migliorando l’affidabilità generale. Nuovo il volano magnete per facilitare l’avviamento; rinnovata anche l’accensione sempre in ottica di miglioramento dello spunto e della risposta. Da notare che la centralina incorpora le funzioni di autodiagnosi, visualizzabili attraverso il modulo di gestione iniezione (optional), che sui modelli 2013 offre anche la funzione di contaore. Diversi anche i connettori, fra cui quello per il collegamento del modulo di 85 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Tutti i model year 2013 della casa tedesca, prodotti da agosto 2012, saranno dotati in origine del sistema ABS. Un passo fondamentale sulla strada della sicurezza A ssieme alle novità costituite dai modelli presentati (e ancora da presentare, stando alle parole di Von Kuenheim ci aspettiamo altre tre moto, di cui una dovrebbe essere quella S1000 naked “spiata” qui…) da BMW, la casa di Monaco ha un’altra novità in serbo per il 2013, sotto forma del programma “Safety 360°” – Sicurezza a 360°, 86 ovvero un programma che nasce da una visione olistica del termine nel contesto delle due ruote motociclistiche. Un programma che si articola, dunque, su tre punti: la tecnologia applicata per migliorare la sicurezza attiva dei mezzi, l’abbigliamento tecnico per migliorare la sicurezza passiva del pilota, e l’addestramento di quest’ultimo. E’ il primo punto quello su cui BMW apre con maggior decisione l’acceleratore in questo momento: confermando un trend che la vede da sempre all’avanguardia nel campo della sicurezza sulle due ruote, la casa di Monaco ha annunciato come la prima iniziativa legata al programma Safety 360° sia l’equipaggiamento di serie dell’ABS su tutte le moto del model year 2013, a partire da quelle F800 ed F700GS che verranno presentate a Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT BMW Safety 360°: tutti i modelli 2013 con ABS di serie 03 Luglio 2012 Garmisch e che vi presentiamo in anteprima. Un provvedimento d’importanza epocale, che anticipa di tre anni la data prevista per l’entrata in vigore dell’obbligatorietà normativa imposta dalle autorità europee e conferma l’impegno di BMW nel tema della sicurezza: non è un caso se è stata proprio lei, nell’ormai lontanissimo 1988, ad introdurre il primo sistema antibloccaggio motociclistico sulla sua K100. Da sempre all’avanguardia Vale la pena di ricordare tutte le soluzioni tecnologiche introdotte da BMW Motorrad nel corso della sua storia. Nel 1937 la casa dell’Elica è stata la prima ad introdurre su un modello di serie la forcella telescopica; paradossalmente, è stata anche la prima ad introdurre in grande stile ed in maniera pervasiva e trasversale sulla propria gamma soluzioni alternative per la sospensione anteriore, con il Telelever (introdotto per la prima volta sulla R1100RS nel 1993) e il Duolever (K1200S, 2004). Lo stesso Paralever, sistema utilizzato per contrastare le reazioni di compressione ed estensione della sospensione posteriore dovute alla trasmissione cardanica, è una soluzione introdotta nel 1987 (R100GS) da BMW, che può vantare anche primati per le sospensioni a controllo elettronico (ESA, anch’esso introdotto sulla K-S del 2004), il controllo di stabilità ASC (2006), il controllo di trazione dinamico DTC con strategie variabili sulla base dell’inclinazione della moto (2009, S1000RR), l’illuminazione adattiva (K1600, 2011) e le luci diurne a LED sui maxiscooter della serie C di quest’anno. In attesa, naturalmente, del debutto del sistema DDC (Dynamic Damping Control), ovvero le sospensioni con idraulica attiva che BMW ci ha promesso lo scorso anno. Per cui, se tutto va bene, non dovremo attendere ancora tantissimo… 87 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT “ Voglio capire cosa prova e cosa pensa il popolo dei ducatisti. Perché mi sa che il pentolone degli umori bolle a manetta di Nico Cereghini | Sull’Audi che arriva, sulla SBK con Italia 1 che subentra a La7, soprattutto sulla Desmosedici che fatica e su quello che i tifosi della rossa pensano di Valentino Rossi. Ahi ahi! C iao a tutti! Sono stato anch’io al WDW a Misano, e posso dire “doppia missione compiuta!”: ho rilanciato il mio libro e ho sondato i ducatisti. Sul primo punto tutto facile, i motociclisti sono stati caldi e molti di loro, mentre posavamo per la foto di rito con il pollice alzato, mi hanno detto che il libro non lo compravano per un buon motivo: l’avevano già preso, letto, e molto gradito. E per uno “scrittore” questa è la più bella soddisfazione. Sul secondo tema, premetto che questo World Ducati Week è davvero una cosa enorme, con 88 un numero inimmaginabile di Ducati e di ducatisti, e una superorganizzazione fatta di centinaia di addetti. E’ un evento grandioso, e l’atmosfera che si respira è veramente speciale: passione, allegria, amore incondizionato per il marchio, persino ottimismo. La crisi sembrava non esistere, al Marco Simoncelli Circuit, e non soltanto per le file di Panigale e Multistrada nuove di pacca negli immensi parcheggi da milioni di euro, ma anche nei sorrisi, nei discorsi e nei progetti di tanta gente. Un po’ anacronistica, quest’ultima cosa, però, almeno per qualche giorno, corroborante dello spirito. Ma veniamo al famoso sondaggio che avevo programmato. E’ stato divertente ascoltare i ducatisti sui punti più caldi: l’arrivo di Audi, la MotoGP che non decolla, Valentino in difficoltà, la SBK e Checa, la novità Mediaset. Audi è gradita proprio da tutti. Se qualcuno teme la perdita di italianità nel prodotto, lo dice ma non ne fa un dramma. Molto, molto meglio Audi piuttosto che la crisi. E il gradimento è generale anche sul passaggio annunciato da La7 a Mediaset per le dirette della SBK: tutti convinti che sarà un bel progresso, decisivo per Ducati specialmente –aggiungono in tanti- se tornerà a “ “Al WDW ho ascoltato i ducatisti” correre ufficialmente. Lo dice anche Carlos Checa, sceso dalla Panigale, pronto a lavorarci sopra, da subito, per svilupparla ma con qualche garanzia. Sulla MotoGP la maggioranza ha un’opinione chiara: la Desmosedici è problematica, va bene, ma il guaio vero sapete qual è? che Rossi non si impegna abbastanza. Sì, dopo la gara di le Mans sul bagnato tutti ammettono che il pilota è ancora buono, per la maggioranza resta forse anche il migliore; però c’è Hayden che si impegna sempre, Barbera che dà l’anima nelle prove, e invece Valentino che fa? Dalle sue dichiarazioni e dagli atteggiamenti i ducatisti concludono: “non ne ha più voglia”. E allora chiedono Crutchlow, qualcuno dice anche Giugliano, ma Rossi no, meglio che se ne vada alla Honda. E concludono: la Ducati è la Ducati, non si può confonderla con una moto giapponese, è il pilota che deve adeguarsi. L’amore dei ducatisti per Valentino, insomma, non è mai sbocciato. Fossero arrivate le vittorie, le cose sarebbero andate diversamente, benché tuttora pesi –badate bene- quel sorpasso a Laguna Seca del 2008, mai digerito dagli amanti della rossa. E quando io a Misano li ho provocati dicendo “ma perché in SBK vi piacciono le spallate e lì no?”, allora invocavano il regolamento: Rossi andava squalificato perché ha tagliato la pista. Pochi, pochissimi sono stati i ducatisti che a Misano hanno ammesso: resto sempre dalla parte di Valentino, è il numero uno, quel sorpasso era regolare e il guaio è semplicemente che noi con Stoner lo abbiamo subìto; adesso –aggiungono- se non riesce lui a vincere con la Ducati forse non ci riuscirà più nessuno. Ma parlavano sottovoce, per non farsi sentire. 89 WDW 2012 Le foto più belle della festa Ducati Molti sono stati gli episodi che hanno caratterizzato questa quattro giorni di festa sul “Pianeta dei Campioni”. Ecco gli scatti di questo emozionante evento tutto all’insegna del rosso Ducati 90 91 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb 92 93 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Un periodo mitico del motociclismo, tanto che le moto di allora sono ancora le più richieste. Nella sesta puntata: la Benelli Sei e la Honda CBX 1000 sei cilindri, la Vespa PX 125, la Parigi-Dakar e la BMW R100 R Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT Nico Cereghini ci racconta gli anni Settanta, 6ª puntata 03 Luglio 2012 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb L a moto più folle degli anni Settanta? Per me la Benelli 750 Sei quando apparve alla fine del ‘72. De Tomaso aveva Guzzi e Benelli, amava strafare, ordinò ai suoi tecnici di copiare le Honda Four, (nel ’74 ecco la Benelli 500/4 e la Guzz i GTS 350) e dal pur bravo ingegner Prampolini pretese l’impossibile: sei cilindri in linea, mai visti su una stradale, per stupire il mondo. Aspettammo due anni per vedere davvero la Sei definitiva, monoalbero da 71 cavalli, e purtroppo fu un mezzo disastro, non vi dico dei guai, riempirei la puntata intera. Dal ’79 fu portata a 900 e finì lì. Tutt’altra cosa la Honda CBX 1000 a sei cilindri in linea. La prima del ’78: la nuda; poi, dall’80, carenata. Bialbero, ventiquattro valvole, la copia della 250 di Mike Hailwood, stesso progettista! Che moto! Sibilava che era una bellezza, aveva la potenza record di 105 cavalli a 9.000 giri; era larga, tanto, anche allora, eppure agile e pronta sul misto stretto, discretamente frenata con i tre dischi. Deboluccia di forcella, però, e non tanto stabile: di aria ne prendevi parecchia, l’avantreno si alleggeriva e la moto sul veloce ballava, ma che gusto! Una moto che è durata pochi anni, troppo costosa da produrre, ma che ancora oggi fila come un orologio. Nell’80 sarebbe arrivata un’altra bella sei cilindri, la grossa Kawasaki Z 1300. Sul fronte delle moto comuni, la prima Vespa PX 125 pesava… 700 chili. Qualcuno se la ricorda: al alone di Milano del ’77 c’era un gigantesco esemplare del nuovo scooter Piaggio. Che fece epoca: carrozzeria rinnovata, nuovi parafanghi, la forcella che affondava un po’ meno, 8 cavalli a 5.600 giri, quattro marce, 93 orari di velocità massima, promessi quasi 30 km con un litro di miscela al 2%. C’era anche la 200 E, al top di gamma con l’accensione elettronica, e pochi mesi dopo apparve anche la 150. Le tre PX sarebbero rimaste in produzione fino all’88 quando arrivò, fiore all’occhiello di una dirigenza bislacca per non dire peggio, la disastrosa “Cosa” che a momenti affossava la Piaggio. E posso vantarmi di aver detto che era una boiata fin dalla presentazione ufficiale, davanti al Presidente. Un protagonista degli anni Settanta veniva invece dalla Francia: Thierry Sabine. Si perse in Libia nel rally 94 Abidjan-Nice, nel 1977, venne salvato in extremis, allora immaginò un rally raid che fosse sfida e sogno per tanti come lui: da Parigi, Algeri, Agadez fino a Dakar. E il 26 dicembre 1978 si parte per la prima Parigi-Dakar dal Trocaderò, 160 concorrenti, 10.000 km tra Algeria, Niger, Mali, Alto Volta e Senegal. Cyril Neveu (sconosciuto ventunenne) vince su Gilles Comte, entrambi con la Yamaha XT; e la prima auto, una Ranger Rover, è soltanto quarta nella classifica generale, che era comune. Un anno dopo ecco le grandi scuderie e i camion, e ancora Neveu, che fa il bis. Dalla terza edizione l’affollamento, quasi 300 mezzi, anche i Buggy, i sidecar, persino una Rolls Royce. Vince Hubert Auriol con la BMW 800, davanti a Serge Bacou con la Yamaha. Nella edizione del 1986 Thierry Sabine morirà precipitando in Niger con il suo elicottero e altre quattro persone. Il Rally però gli sopravviverà, anzi crescerà ancora fino ai giorni nostri. Il successo della Dakar, che da lì a qualche anno avrebbe contagiato anche l’Italia, era legato al fascino dell’avventura. In quel periodo era molto in voga parlare di grandi viaggi in ogni continente, c’erano programmi specifici anche in tivù. Fu per quello che la BMW uscì con la sua prima RT? Probabile, la R 100 RT, boxer 1000 abbondantemente carenata, 70 cavalli, 185 orari, 240 chili a secco, forcella da 36, tre dischi da 260, serbatoio da 24 litri. Brutta, vista oggi, decisamente sgraziata. Ma allora piacque, 95 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb “ La prima Vespa PX 125 pesava… 96 “ 700 chili e soprattutto gratificò i turisti: andavi via a 170 senza nemmeno bagnarti se pioveva. Nel giugno del 1979, con lei viaggiai fino ad Assen, in giornata, per vedere il primo GP dell’era moderna. Vidi trionfare Graziano Rossi in 250, e Lazzarini nella 50, e soprattutto Virginio Ferrari battere Sheene dopo un duello favoloso che la Rai trasmise nella sua prima diretta dall’estero. Fino a quel momento, soltanto il GP delle Nazioni passava live. L’ultimo giro della 500 fu da brividi, Ferrari aveva un cuore di leone, quell’anno fu secondo in classifica, tutto massacrato in voli ad alta velocità. Il re della 500 invece veniva direttamente da Marte: era Kenny Roberts, classe 1951, detto appunto il marziano anche se era di Modesto, California. Nel ’74 aveva esordito in 250, solo Assen, e pochi lo ricordavano. Con la Yamaha 500 GoodYear giallo-nera tornò bellicoso nel ’78 e vinse subito, spodestando Barry Sheene, e fu quarto nella 250. Poi si sarebbe concentrato sulla mezzolitro dominando anche le due stagioni successive. Kenny, che fenomeno! Dislessico da ragazzo, faticava anche a leggere, ma un genio. Il primo a usare uno slide fatto in casa, uno che studiava le cose, ancora oggi un fenomeno dell’intraversata, una vera forza della natura. 97 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT bicilindrica; pure in questo caso l’ispirazione è arrivata, per quanto riguarda il motore, da quanto di meglio c’era in circolazione: la Adler MB 250. Il successo della nuova moto (la YD1, presentata nel 1957) è stato immediato e ben presto le bicilindriche Yamaha hanno cominciato a far parlare di sé anche all’estero, a cominciare dagli USA. I modelli stradali sono stati rapidamente seguiti di versioni da corsa e, successivamente, da moto progettate espressamente impiego agonistico. Quelle ufficiali, grandi protagoniste della scena mondiale a partire dagli anni Sessanta (il primo titolo iridato è arrivato nel 1964), sono state affiancate da modelli destinati ai piloti privati, settore nel quale la Casa dei tre diapason ha sempre primeggiato. Alcuni campionati mondiali sono addirittura stati conquistati in sella a moto in libero vendita, nei periodi nei quali la Yamaha non era impegnata ufficialmente. La bicilindrica 350 ha fatto scalpore quando si è imposta nella 200 miglia di Daytona davanti alle 750 a quattro tempi all’inizio degli anni Settanta. E successivamente il trofeo FIM Formula 750 è diventato un vero e proprio monomarca, dominato a loro piacimento dalle formidabili TZ quadricilindriche. Le moto più significative Descrivere in dettaglio tutte le moto esposte nel museo di Poggi è impossibile; ci vorrebbe un libro. In più riprese però, possiamo parlare di alcune tra le più significative. Nella sala adiacente a quella dedicata alla Yamaha, tra altri modelli Dentro il Museo Yamaha di Massimo Clarke | Un appassionato bolognese ha creato una collezione di moto da competizione della casa dei tre diapason. L’esposizione è stata inaugurata proprio di recente e ne abbiamo già parlato, ma un approfondimento non guasta davvero… S essanta Yamaha da competizione I collezionisti non mancano certo, in Italia, ma che uno di loro riesca a creare, spinto da una formidabile passione, uno splendido museo dedicato a una delle più grandi case giapponesi, ha dell’incredibile. Eppure è proprio quanto accaduto a Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna, dove 98 Pierluigi Poggi ha allestito quello che può davvero essere definito un luogo dello spirito, nel quale sono raccolte ben sessanta Yamaha da competizione. La cosa è talmente straordinaria che perfino la casa madre (che un museo del genere non ce l’ha) ha voluto contribuire, fornendo alcune recentissime motoGP, e anche un meraviglioso motore sciolto, perché venissero esposte assieme alle loro gloriose antenate. La Yamaha, famosa per i suoi eccellenti strumenti musicali (campo nel quale è tuttora leader) è entrata nel settore motociclistico nel 1954, realizzando una copia della migliore 125 a due tempi all’epoca disponibile a livello mondiale, la DKW RT. In seguito, dati gli ottimi risultati commerciali e la forte crescita, ha deciso di salire di cilindrata e di costruire anche una 99 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»»»Prove News SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb di grande interesse (parleremo anche di loro, in futuro), è esposta una Adler M 250, che si è poi evoluta nella MB 250. Giusto tributo alla moto dal cui motore è direttamente derivato quello della prima bicilindrica Yamaha. La Adler era una antica fabbrica di Francoforte che aveva prodotto moto tra il 1900 e il 1907 per concentrarsi poi sulle automobili. Alle due ruote era tornata dopo la seconda guerra mondiale, realizzando dapprima una 98 e poi una 125 di ottima fattura. Le bicilindriche (inizialmente di 200 cm3) sono arrivate nel 1951. Il progettista di queste eccellenti moto è stato Kurt Grassmann. La M 250 del 1953 erogava 12 CV a 5600 giri/min. La potenza è salita a 16 CV nella successiva MB 250 e a 18 nella “Sprinter”, prodotta nel 1956 e 1957, anno al termine del quale la casa ha posto fine alla sua attività 100 motociclistica, per concentrarsi sulle macchine per ufficio. Lo stabilimento di Francoforte è così diventato proprietà della Grundig. Il motore bicilindrico Adler 250 aveva misure caratteristiche quadre (alesaggio e corsa = 54x54 mm) ed era caratterizzato dall’avere la frizione montata alla estremità dell’albero a gomiti (queste caratteristiche sono state mantenute a lungo nei motori Yamaha). Nella ciclistica spiccavano le ruote da 16 pollici e la sospensione anteriore a biscottini oscillanti. La YDS 1 è una sportiva, derivata dalla YD1, che è entrata in produzione nel 1959. La variante da corsa, esposta al museo Poggi, era la YDS 1R, per la quale si parlava di 25 cavalli a 9000 giri/min. Queste moto hanno gareggiato principalmente negli USA, oltre che in patria. La TD1 è stata prodotta in più versioni, con potenze che andavano dagli iniziali 32 cavalli a quasi 40, tra il 1962 e il 1968. Quando è arrivata in Europa, è diventata rapidamente la migliore arma a disposizione dei piloti privati. La TD2B è stata prodotta nel 1971. Dotata di uno dei freni a tamburo più belli e più efficaci che siano mai stati realizzati, è che è stato impiegato anche sui modelli successivi, disponeva di circa 47 cavalli a 11000 giri/min. Nel 1972 è comparsa la TD3, con la quale le bicilindriche Yamaha di 250 cm3 tornavano alle classiche misure di 54 x 54 mm, dopo avere avuto per svariati anni un alesaggio di 56 mm e una corsa di 50mm. Munita di un nuovo cambio a sei marce, questa moto disponeva di 49 cavalli. Il passaggio al raffreddamento ad acqua è avvenuto nel 1973, con la comparsa dei modelli della serie TZ, prodotti tanto in versione 250 quanto in versione 350 (le Yamaha da corsa di questa seconda cilindrata erano apparse alla fine degli anni Sessanta). Nello stesso 1973 la TZ 350 ha tra l’altro trionfato a Daytona davanti a moto di cilindrata più che doppia, pilotata dall’indimenticabile Jarno Saarinen e ripetendo per la casa giapponese il successo dell’anno precedente di Don Emde (su una TD3). Aveva un alesaggio di 64 mm e una corsa di 54 mm e disponeva di 60 CV a 9500 giri/min. Per diversi anni le Yamaha 500 a quattro cilindri sono state vendute in numeri considerevoli ai piloti privati. Al museo ce ne sono di varie versioni, tra le quali quella del 1982 che mostriamo nella foto (TZ 500 J). Passando a tempi assai più vicini a noi, ci sono ben quattro motoGP; spiccano un esemplare del 2004, la prima annata di Valentino Rossi presso la casa dei tre diapason, e uno del 2005, con verniciatura tipo Kenny Roberts. E, per concludere questa prima panoramica, un motore M1 ultima versione di 800cm3, debitamente “piombato”. Che si tratti di un autentico capolavoro di meccanica è evidente anche al solo esame estetico. È ultracompatto, con ben visibile (posteriormente al blocco cilindri) l’alloggiamento della cascata degli ingranaggi di comando della distribuzione, che prende il moto dall’albero ausiliario, e con lo straordinario basamento interamente ottenuto dal pieno mediante chissà quante ore di lavorazione alle macchine utensili a controllo numerico… 101 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Andrea Perfetti | Una café racer elegante, realizzata con gusto sulla base della classica Bonneville. Mattia Foroni e il reparto CML Classic Special con la cura nei dettagli e poche modifiche sostanziali cambiano faccia alla bicilindrica di Hinckley T riumph Bonneville CML Classic Special Bisogna avere l’occhio allenato per riconoscere una Triumph Bonneville nella special che vedete nelle foto e nel video. La classica bicilindrica di Hinckley è stata trasformata in 102 una café racer cattivissima e di grande impatto scenico, rispettando rigorosamente tutti i canoni del settore e alternando con gusto l’argento dell’alluminio spazzolato delle sovrastrutture al nero – in ugual misura lucido oppure opaco – di motore e ciclistica. La bellissima special che abbiamo ammirato ai recenti Tridays di Neukirchen, in Austria, è opera della creatività e del gusto tutto italiano di Mattia Foroni, preparatore del reparto di personalizzazioni CML Classic Special di Lodi. Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT Triumph Bonneville CML Classic Special by Centro Moto Lodi 03 Luglio 2012 Come cambio faccia alla Bonnie Mattia non ha apportato modifiche eccessive al motore e al telaio per non alterare l’azzeccato feeling di guida della Bonnie, famosa e apprezzata per la sua guida rotonda e facile (avreste dovuto vedere l’andatura con cui saliva il Passo Stalle un’allegra brigata di tedeschi in sella alle Bonneville!). Una bella dose di grinta aggiuntiva arriva in ogni caso dalla sostituzione dello scarico; la scelta è caduta su un impianto due-in-uno Zard Cross, verniciato in nero e arricchito col trattamento ceramico per tenere la tinta anche alle alte temperature. E un tocco di colore davvero azzeccato arriva dalla testa del motore, verniciata in un brillante arancio, che viene ripreso dalla banda longitudinale del serbatoio. Gli pneumatici sono stati sostituiti con i più sportivi Michelin Power One nelle misure 120/70 e 150/60 su cerchi (sabbiati e verniciati) da 17”. La spazzolatura del serbatoio e del parafango Mas è stata effettuata a mano, e il risultato è perfettamente armonizzato con la verniciatura personalizzata. Built with passion La lista delle modifiche prosegue con l’adozione di semimanubri LLS su cui vengono montate leve Joker (della stessa marca anche il riposizionatore laterale del blocchetto avviamento, nonché la staffa che ospita il raddrizzatore e il clacson). Gli specchietti bar-end sono forniti da Rizoma, mentre il faro Bates – ovviamente nero – e la strumentazione digitale MotoScope Mini danno un ulteriore tocco di grinta alla parte anteriore della moto. Completano il quadro i soffietti per la forcella Triumph, il retrotreno caratterizzato dal faro a LED Valtermoto e alleggerito dal posizionamento laterale della targa, nonché un tocco di civetteria: la catena di trasmissione arancio, che riprende la colorazione dei coperchi valvole. E’ la cura per i particolari che fa la differenza. 103 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS La Ad Maiora, moto da corsa nata da un motore Ducati due valvole ma soprattutto tanta passione, ha corso all’Italian Bike Festival di Oschersleben. Guadagnandosi un podio e… un nuovo padrone! N on so se avete presente quelle rarissime situazioni – chiamatele come volete, allineamenti astrali, coincidenze fortunate, circoli virtuosi – in cui tutto va esattamente come uno si aspetta. In cui ogni scelta è 104 quella giusta, e ogni azione porta alle reazioni che uno si aspetta, senza imprevisti. I ragazzi di Tamburini Factory hanno vissuto proprio un’esperienza del genere all’Italian Bike Festival di Oschersleben; partiti da Ravenna il giovedì mattina con la loro special da corsa Ad Maiora (nata solo qualche mese fa e presentata al Bike Expo di Verona) sono andati a infilarsi in quello che poteva essere il classico, metaforico, “bagno di sangue”. Più di cento concorrenti con l’identico motore, tante special collaudate e velocissime, e un Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT Ad Maiora: la special romagnola debutta in gara! 03 Luglio 2012 atteggiamento di superiorità un po’ snob da parte dei locali non rappresentano certo il benvenuto più incoraggiante. Molti curiosi passavano, apprezzando l’estetica della special Tamburini Factory, ma commentavano poi increduli sul fatto che riuscisse davvero a correre, sorridendo superiori e convinti di qualche stereotipo sugli italiani tutti immagine e poca sostanza. La ricerca di un pilota – perché ci eravamo dimenticati di dirvelo, ai ragazzi di Ravenna mancava anche questo dettaglio di secondaria importanza – ha inizio il venerdì, con un rappresentante tedesco, già iscritto alla gara con un 749R, che fa qualche giro di prova. Ne apprezza la leggerezza e le doti di guida, ma il test si conclude con un “no, grazie, preferisco la mia”. Caso vuole che Gian Piero Tamburini incontri un amico di vecchia data, importante dealer tedesco, il quale al sentire la storia della Ad Maiora si illumina: “Ho il pilota che fa per voi!” Un pilota vittima di un brutto incidente due stagioni fa, ora impegnato nell’attività di collaudatore e istruttore. Un’occasione troppo ghiotta per farsela scappare: il pilota sale in sella, la moto gli piace e pare possa guidarla. Nel secondo turno di prove i tecnici cambiano l’assetto e il gradimento si trasforma in amore. La moto è bella, leggera e vale la pena di farci la gara. Domenica mattina “va su” un treno di slick e parte la gara, una lotta tiratissima nel micidiale catino tedesco. Una lotta al termine della quale l’Ad Maiora chiude sul podio, seconda nella categoria due valvole. Con un motore Hypermotard comprato da un concessionario per allestire il primo prototipo, la Ad Maiora ha girato in 1’38”, gran passo per una BOT (le Superbike mondiali giravano 10” più veloci, ma il motore a Oschersleben conta e non poco). Ora, per vedere la moto, sotto la tenda Tamburini Factory c’è una vera e propria processione, e i sorrisini sono spariti. Tanto che la Ad Maiora numero 1 non è tornata a casa. Avete capito bene: è finita nel garage di un ricco tedesco che ha fatto al team la classica offerta impossibile da rifiutare. L’avventura è solo iniziata. A Ravenna stanno già lavorando per fare la numero due. E l’obiettivo, per l’anno prossimo, è migliorare il risultato di quest’anno. Vedete voi... 105 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS L 106 permettono infatti di attutire le contusioni ed evitare le lesioni da sfregamento sull’asfalto. Le conseguenze di una caduta In caso di scivolata anche a bassa velocità senza nessun In caso di scivolata anche a bassa velocità senza nessun indumento protettivo le conseguenze possono essere invece molto importanti indumento protettivo le conseguenze possono essere invece molto importanti poiché oltre al trauma contusivo è inevitabile incorre in abrasioni ed escoriazioni cutanee, spesso con coinvolgimento dei tessuti molli sottostanti. Maggiore sarà la velocità al momento della Numero 68 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Il dott. Lorenzo Boldrini, motociclista e Medico dello Sport presso il Centro di Riabilitazione per lo Sport Isokinetic, ci parla dell’importanza di prevenire le escoriazioni con il giusto abbigliamento ’estate è arrivata e il caldo ha iniziato a farsi sentire. E’ normale che si tenda a vestirsi più leggeri o con indumenti corti, ma non bisogna cadere nell’errore di mettere a rischio la propria salute perché non ci si protegge abbastanza quando si va in moto. Mi riferisco ai numerosi motociclisti e passeggeri che si vedono quotidianamente sfrecciare in tenuta a dir poco da spiaggia! Canottiera, pantaloni corti, vestitini, infradito. Se ne vedono di ogni, ma la cosa che stupisce di più è che si vedono numerosi motociclisti viaggiare vestiti in modo simile anche su strade a scorrimento veloce o in autostrada, magari su lunghi percorsi. Sorge spontaneo fare quindi una riflessione, chiedendosi cosa si rischia e quali conseguenze ci possono essere in caso di caduta, anche per una banale scivolata. Vediamo spesso le immagini di sportivi motociclisti che durante le gare scivolano o cadono a terra, rialzandosi subito e risalendo in moto praticamente illesi anche per cadute ad alta velocità. Le protezioni e le tute da moto Anno 02 »»»»Prove News SPORT In moto in salute: In estate attenti alle abrasioni! 03 Luglio 2012 caduta, più lunga sarà la distanza necessaria per fermarsi e maggiore la gravità potenziale delle ferite. Queste lesioni più frequenti nelle zone scoperte che per prime impattano con il terreno e con cui cerchiamo di proteggerci durante la caduta (mano-avambraccio-gomito e gambe-caviglia-piede) possono diventare severe ed invalidanti, richiedendo anche lunghi tempi di guarigione. Un’abrasione cutanea e sottocutanea oltre ad essere molto dolorosa limiterà a lungo la funzione del distretto coinvolto. In caso di caduta su terriccio o asfalto è facile inoltre che si ritrovino nei tessuti detriti, sassolini o altro materiale proveniente dal suolo, che possono aumentare il rischio di infezione locale. Come curare le abrasioni E’ necessario quindi che le ferite siano ben pulite (lavate inizialmente con abbondante acqua o soluzione fisiologica) e disinfettate adeguatamente prima di coprirle con eventuali garze o cerotti (da evitare il cotone). La medicazione deve essere rifatta di frequente e per bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb le ferite più superficiali la guarigione avviene più velocemente se non coperte da strati di medicazione che impediscono la respirazione dei tessuti. Per aiutare la guarigione in alcuni casi possono essere utilizzate sostanze che accelerano la riparazione dei tessuti. In caso di ferite più profonde, sporche o che rimangono arrossate potrà essere indicata una copertura antibiotica. Non dimentichiamo poi la profilassi antitetanica in caso di individui non più coperti da vaccinazione. In caso di lesioni significative è bene quindi consultare il medico o recarsi direttamente al Pronto Soccorso. In ogni caso è opportuno cercare di evitare di doversi ritrovare nella condizione di curare lesioni che potevano essere evitate semplicemente ricordandosi di indossare anche per gli spostamenti più brevi un paio di guanti leggeri, una giacca estiva che permetta all’aria di passare e rinfrescarci mentre andiamo, ma allo stesso tempo ci protegga il corpo e gli arti superiori, e dei pantaloni lunghi un minimo resistenti per proteggere gli arti inferiori. Per i viaggi più lunghi è sicuramente una buona norma utilizzare anche delle protezioni o indumenti specifici per il motociclismo (tute, giacche, stivali) che permettano di essere meno esposti a rischi traumatici. 107 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Andrea Perfetti | Il viaggio organizzato da AltRider nell’Olympic Peninsula National Park (Washington) in sella alle maxi enduro è un’esperienza incredibile in una delle aree più selvagge degli States H oh Rainforest AltRider organizza a fine agosto un weekend in sella alle maxi enduro nella Hoh Rainforest, una distesa di boschi e di cascate che si dispiega all’interno dell’Olympic Peninsula, il parco nazionale che si trova nello stato di Washington e che offre l’incredibile scenario di una delle ultime foreste pluviali del Nord 108 America . E’ proprio qui che AltRider ha in serbo, dal 24 al 26 agosto, l’annuale Hoh Rainforest Ride, un giro in moto assistiti dal GPS e adatto ai motociclisti di ogni capacità ed esperienza. L’importante è che abbiano il desiderio di esplorare un luogo selvaggio e poco battuto degli Stati Uniti d’America, un tempo abitato dalla tribù degli Skokomish. Jeremy LeBreton e il suo staff prepareranno ogni sera il campo base all’aperto, dove cenare e raccontarsi l’esperienza della giornata, oltre all’immancabile briefing del giorno seguente. Non mancheranno i consigli di guida, dati dalle guide esperte ai motociclisti alle prime armi che verranno poi suddivisi in gruppi a seconda della capacità di affrontare i percorsi offroad. Perché ve ne parliamo su Moto.it? E’ presto detto: siamo Anno Numero 02 68 »»»»Prove News SPORT Hoh Rainforest. Alla scoperta delle foreste pluviali d’America 03 Luglio 2012 rimasti affascinati dalle iniziative di Jeremy, che invita anche i motociclisti italiani ai suoi tour in giro per il Nord America. E la possibilità di percorrere in moto la Hoh Rainforest, una delle ultime foreste pluviali di questa parte del continente, rappresenta un’opportunità più unica che rara. I viaggiatori che volessero saperne di più possono scrivere a sales@ altrider.com per avere tutte le informazioni utili su come raggiungere Seattle e partecipare al viaggio nella Hoh Rainforest. Jeremy LeBreton sarà inoltre presente al raduno di Garmisch del 7 e 8 luglio per conoscere i bikers italiani e confrontarsi sui viaggi e sulle esperienze future in calendario. 109 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»» Sport SPORT Il CIV che verrà: costi ridotti e più piloti di Carlo Baldi | In un incontro avvenuto venerdì sera al Mugello, la FMI ha comunicato ai team le come sarà il CIV dei prossimi tre anni. Tante novità per ridurre i costi ed allargare il numero dei partecipanti Q uesto fine settimana nella sala stampa del circuito del Mugello, in occasione del doppio appuntamento del CIV sul circuito toscano, Alfredo Mastropasqua, coordinatore del settore velocità della FMI, ha illustrato ai team che partecipano al campionato italiano le novità che la Federazione intende apportare ai regolamenti del CIV che normeranno i campionati dei prossimi tre anni dal 2013 al 2015. Niente è stato ancora stabilito in via definitiva, in quanto la FMI intende conoscere il parere delle squadre e dei piloti prima di modificare i campionati italiani. Mastropasqua debutta affermando che i costi delle licenze non aumenteranno e dichiarandosi pienamente soddisfatto dell’andamento dei molti campionati per i giovanissimi promossi dalla federazione ed autentiche fucine di giovani piloti che fanno ben sperare per il futuro del motociclismo italiano. Il calendario Saranno solo cinque i round del CIV nei prossimi tre anni, ma tutti doppi, proprio come in questo appuntamento del Mugello. Prove libere ed un turno di qualifiche il venerdì, una seconda sessione di qualifiche il sabato mattina e gare il sabato pomeriggio. La domenica mattina sarà riservata ai warm up mentre nel pomeriggio ancora gare. Aboliti i test del giovedì, nell’ambito della riduzione dei costi. Due giornate di test sono previste prima dell’inizio del campionato ed altre due a metà campionato. La Stock 1000 diventa Superbike Confermate tutte le categorie ad eccezione della Superbike che ricordiamo, quest’anno vede al via undici piloti ad animare un campionato che ormai non ha più senso. Se si parla di ridurre i costi e di eliminare i rami secchi, la federazione non può fare a meno di cancellare la Superbike. La classe maggiore diventa quindi la Stock 1000, mentre per non disperdere team e mezzi che dell’attuale Superbike, si sta valutando la possibilità di penalizzare le Superbike per farle gareggiare assieme alle Stock 1000 (aumento di peso o limitazione della parte elettronica). Confermate invece tutte le altre categorie, compresa la Moto2 che quest’anno vede al via solo 5 moto, ma per la quale sono previsti interessanti progressi in termini di partecipanti, anche in considerazione della disponibilità di numerose moto2 provenienti dal mondiale e che potrebbero animare i CIV dei prossimi anni. Confermata anche la 125 a due tempi, categoria ormai sparita a livello mondiale ma ancora ben 110 presente nei campionati nazionali e ritenuta molto formativa per i giovanissimi. Per quanto riguarda poi Moto2 e Moto3 si sta valutando la possibilità di un fornitore unico per i motori, come avviene nella Moto2 mondiale. In questo modo il livello delle moto sarebbe più livellato ed i team avrebbero dei costi fissi ben definiti già ad inizio stagione. Motori e pneumatici contingentati. Mono gomma per Moto2 e Stock 600 Ridurre i costi e cercare di livellare le prestazioni delle moto a tutto vantaggio dello 111 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE spettacolo e dando la possibilità di emergere a giovani piloti indipendentemente dalle loro disponibilità economiche. E’ questo l’ambizioso progetto della FMI. Per ottenerlo si è deciso di contingentare i motori nel numero (probabile) di 3 per squadra. Devono essere ancora decise le procedure per le revisioni e le punzonature, ma di certo tutte le classi avranno i motori contingentati. I fornitori di pneumatici saranno liberi per tutte le classi ad eccezione della Stock 600 e della Moto2, anche in funzione del fatto che i mondiali di queste due 112 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Visibilità delle gare e spettatori Inutile nascondersi dietro ad un dito. Persino i campionati mondiali stanno accusando un calo degli spettatori, dovuto alla crisi economica che attanaglia da tempo tutta l’Europa. Il CIV non fa eccezione, ma cerca di aumentare la sua visibilità televisiva attraverso contatti con televisioni e media. Al momento non ci sono novità, ma la FMI sta lavorando su questo aspetto di vitale importanza per squadre e piloti che hanno bisogno di visibilità per trovare sponsor. Al termine dell’intervento di Mastropasqua i team manager hanno potuto dire la loro. Non sono mancate le critiche, molte delle quali tenevano però conto esclusivamente degli interessi personali dei Anno Numero 02 68 »»» Sport SPORT categorie già prevedono un fornitore unico di pneumatici. Sempre per quanto riguarda le gomme, così come avverrà il prossimo anno anche nel mondiale Superbike, si utilizzeranno cerchi e gomme da 17 e quindi più vicini alla produzione, e anche gli pneumatici saranno contingentati nel weekend di gara. Saranno probabilmente 4 anteriori e 6 posteriori le gomme a disposizione di ogni pilota. 03 Luglio 2012 team rappresentati e non certo del movimento motociclistico italiano. E’ chiaro come ogni modifica o cambiamento possa anche creare disagi o svantaggi a qualcuno, ma se si pensa sempre e solo al proprio interesse personale le cose non potranno mai cambiare. Molte critiche hanno riguardato ad esempio l’abolizione della Superbike, dimenticando che si stava parlando di sole undici moto e del fatto che la Federazione non ha fatto altro che prendere atto della scomparsa di una categoria che ormai non ha più ragione di essere. Senza considerare poi che di queste undici moto molte sono Ducati 1198, un mezzo destinato a breve alla pensione definitiva. A noi sembra che la Federazione stia lavorando nella giusta direzione. Nessuno possiede la bacchetta magica e per una reale riduzione dei costi non si può intervenire solo su poche voci di spesa, ma su molteplici settori e soprattutto sulla parte più onerosa, che è senza dubbio quella tecnica. Abolire le prove del giovedì e contingentare motori e gomme ci sembra l’unica soluzione possibile per permettere a tutte le squadre di competere ad un buon livello, senza favorire chi ha una maggiore disponibilità economica. Il compito di una Federazione nazionale è quello di avvicinare i giovani alla pratica dello sport che rappresenta. Per aumentare il numero dei praticanti occorre abbassare i prezzi e creare, come la FMI sta facendo negli ultimi anni, un percorso che porti i giovani dalle mini moto ai campionati mondiali. Il fatto poi di mettere in discussione le proprie scelte con le squadre ci sembra responsabile e democratico. Speriamo solo che i team manager e gli addetti ai lavori rispondano in modo altrettanto responsabile. 113 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 03 Luglio Anno Numero 2012 02 68 »»» Sport SPORT Editore: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 Responsabile editoriale Ippolito Fassati Capo Redattore Andrea Perfetti Redazione Maurizio Tanca Cristina Bacchetti Marco Berti Francesco Paolillo Aimone dal Pozzo Grafica Thomas Bressani Honda torna alla Dakar 2013 col team HRC! Dopo ventitré anni d’assenza, la casa dell’ala dorata torna alla più classica delle maratone offroad. Il mezzo sarà un prototipo su base CRF450X. Obiettivo vittoria, subito! H onda torna a schierare una squadra ufficiale alla Parigi Dakar dopo decenni d’assenza: era dai tempi delle NXR bicilindriche che la casa di Tokyo non partecipava in prima persona alle grandi maratone rallistiche, 114 dopo averne vinte ben cinque (una anche con il nostro Edi Orioli, nel 1988) nei nove anni di partecipazione. Bisognerà attendere solo fino a gennaio per rivedere questo spettacolo, mancante dal 1989: HRC parteciperà alla Dakar 2013 (che si snoderà fra Peru, Cile e Argentina) con un team interno, denominato appunto Honda Team HRC, composto dal portoghese Helder Rodrigues, (terzo alla Dakar 2012), lo specialista cross/enduro brasiliano Felipe Zanol, il britannico Sam Sunderland e l’argentino Javier Pizzolito. I piloti saranno alla guida di un prototipo sviluppato e prodotto presso il centro Honda R&D, realizzato sulla base della enduro CRF450X. Particolarmente interessante, in prospettiva, il fatto che dal processo di sviluppo del mezzo ufficiale il “braccio armato” Honda abbia definito un kit racing per la CRF450X standard che verrà fornito a un limitato numero di team. “La Dakar richiede di coprire diverse centinaia di chilometri ogni giorno per due settimane” ha commentato Tetsuo Suzuki, direttore generale del ‘Motorcycle Honda R&D Center’ (da sempre coinvolto almeno quanto HRC nell’attività agonistica della casa dell’ala dorata). “E’ necessario un tipo di moto completamente diverso da quelli che si usano normalmente nel Cross e nell’enduro. Honda ha messo un grande impegno nel progettare e sviluppare una moto potente e vincente. Puntiamo alla vittoria fin dal primo anno.” Collaboratori Nico Cereghini Giovanni Zamagni Carlo Baldi Massimo Zanzani Lorenzo Boldrini Enrico De Vita Ottorino Piccinato Antonio Privitera Antonio Gola Alfonso Rago COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto. it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. Moto.it Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 115