Scarica il documento in formato pdf
Transcript
Scarica il documento in formato pdf
IL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO DELLE PAZIENTI AFFETTE DA TUMORE DELL’ENDOMETRIO LINEA GUIDA INTERAZIENDALE Ottobre 2006 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Elenco emissioni / approvazioni Emissione Preparato da: Autorizzato da: Data: Ottobre 2006 Dott. Martino Abrate, Dott. Luciano Armaroli, Dott. Corrado Boni, Dott.ssa Amalia Carpi, Dott. Giorgio Gardini, Dott. Riccardo Valli, Dott.ssa M. Carolina Gelli, Dott.ssa Sonia Prandi, Dott. Annibale Versari, Dott.ssa Diana Salvo, Dott. Franco Nicoli, Dott.ssa Monica Silvotti, Dott. Claudio Bertellini, Dott. Gino Ciarlini, Dott. Lillo Bruno Cerami, Dott. Glennis Menozzi, Dott. Alessandro Ventura, Dott. Lorenzo Spreafico, Dott. Ruggero Baraldi, Dott.ssa Daniela Viviani, Dott. Giovanni Baroni, Dott. Ezio Bergamini, Dott. Mauro Marchetti, Dott. Salvatore De Franco, Dr.ssa Debora Formisano Dott.ssa Manghi Iva (Direttore Sanitario ASMN) Preparato da: Autorizzato da: Revisioni Data Ottobre 2006 Firma Dott.ssa Riccò Daniela (Direttore Sanitario AUSL) Firma Pag. 2 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia INDICE Componenti del gruppo di lavoro pag. 4 Introduzione pag. 5 Metodologia di lavoro pag. 5 Esami diagnostici in fase pre-chirurgica pag. 8 Donne in trattamento con tamoxifene pag. 9 Ginecorragia recidivante pag. 9 Percorso diagnostico in caso di sanguinamenti anomali pag. 10 La valutazione dell’anatomo patologo pag. 13 La stadiazione pre-chirurgica pag. 14 Esami strumentali con giudizio di appropriatezza pag. 16 Markers oncologici pag. 17 Terapia chirurgica del carcinoma dell’endometrio pag. 17 Ruolo dell’endoscopia nel trattamento del carcinoma dell’endometrio pag. 19 Trattamento conservativo in donne giovani desiderose di prole pag. 21 Le recidive ed il follow-up pag. 22 La radioterapia nel trattamento del carcinoma dell’endometrio pag. 23 La chemioterapia nel carcinoma dell’endometrio pag. 25 La terapia ormonale pag. 25 Indicazioni alla chemioterapia pag. 26 Ottobre 2006 Pag. 3 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia COMPONENTI DEL GRUPPO MULTIDISCIPLINARE E MULTIPROFESSIONALE CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA DEFINIZIONE DELLA LINEA GUIDA Dott. Martino Abrate Ostetricia e Ginecologia - ASMN di Reggio Emilia Dott. Luciano Armaroli Radioterapia Oncologica - ASMN Dott. Corrado Boni Oncologia - ASMN Dott.ssa Amalia Carpi Oncologia - ASMN Dott. Giorgio Gardini Anatomia Patologica - ASMN Dott. Riccardo Valli Anatomia Patologica - ASMN Dott.ssa Maria Carolina Gelli Anatomia Patologica - ASMN Dott.ssa Sonia Prandi Centro di Citologia cervicovaginale di screening - ASMN Dott. Annibale Versari Medicina Nucleare - ASMN Dott.ssa Diana Salvo Medicina Nucleare - ASMN Dott. Franco Nicoli Radiologia - ASMN Dott.ssa Monica Silvotti Radiologia - ASMN Dott. Claudio Bertellini Ostetricia e Ginecologia - ASMN Dott. Gino Ciarlini Ostetricia e Ginecologia - ASMN Dott. Lillo Bruno Cerami Ostetricia e Ginecologia - ASMN Dott. Glennis Menozzi Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Scandiano Dott. Alessandro Ventura Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Guastalla Dott. Lorenzo Spreafico Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Montecchio Dott. Ruggero Baraldi Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Guastalla Dott.ssa Daniela Viviani Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Montecchio Dott. Giovanni Baroni Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Castelnovo Monti Dott. Ezio Bergamini Ostetricia e Ginecologia – Ospedale di Scandiano Dott. Mauro Marchetti Radiologia – Ospedale di Scandiano Dott. Salvatore De Franco Chirurgia Toracica - ASMN Dr.ssa Debora Formisano Uff. Statistica ed Epidemiologia Cl. - ASMN Ottobre 2006 Pag. 4 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia INTRODUZIONE Il carcinoma dell’endometrio rappresenta in Italia la più frequente neoplasia del tratto genitale femminile. Data la sua frequenza questa patologia viene trattata in tutti gli Ospedali, ove esistono reparti di Ginecologia, anche da Ginecologi che non si occupano specificatamente di oncologia. L’impressione confermata dalla revisione dei casi trattati nella nostra provincia è quella che non vi sia ancora una sufficiente omogeneità nel percorso diagnostico terapeutico per questa patologia. Obiettivi della linea guida e destinatari Gli obiettivi della Linea Guida sono quelli di: ridurre e possibilmente eliminare i punti critici del percorso attuale delle pazienti affette da neoplasia dell’endometrio a Reggio Emilia, ricercare la pratica clinica migliore basata sulle evidenze disponibili in letteratura, ottimizzare i tempi di intervento schematizzando il processo, coinvolgere tutte le figure professionali interessate. La presente Linea Guida è rivolta a tutti i professionisti che operano nelle strutture di Ginecologia ed Ostetricia, di Anatomia Patologica, di Oncologia, Medicina Nucleare, Radioterapia, Radiologia, Chirurgia, dell’ASMN di Reggio Emilia e dei Presidi Ospedalieri dell’AUSL di Reggio Emilia. METODOLOGIA DI LAVORO 1. Progettazione di un AUDIT retrospettivo e prospettico provinciale. La fase retrospettiva riguarda i casi di tumore dell’endometrio degli anni 2002-2004, a tal fine si definisce l’epidemiologia clinica in termini di: casistica, percorso diagnostico e conduzione clinica, esiti. Con la fase prospettica, la pratica clinica verrà valutata e confrontata dopo l’applicazione della Linea Guida interaziendale e permetterà di valutare l’impatto dei nuovi percorsi attraverso un sistema di indicatori della qualità clinico/assistenziale. 2. Ricerca delle Evidenze scientifiche e delle Linee Guida disponibili attraverso le Banche Dati disponibili (National Guideline Clearinghouse, SIGN, NeLH Guideline Finder, CMA Infobase, Medline, National Library of Medicine) 3. Valutazione critica delle principali evidenze identificate 4. Adattamento alla situazione locale, dopo una consultazione dei professionisti coinvolti, cui è stata distribuita la bozza della LG per commenti ed integrazioni. I vari capitoli sono stati esaminati da sottogruppi che hanno predisposto testi preliminari da sottoporre alla valutazione collegiale del Gruppo di lavoro. Dopo la stesura del testo definitivo, le tappe successive saranno costituite dalla: 1. Scelta delle modalità più efficaci di diffusione ed applicazione nel contesto clinico 2. Valutazione dell’efficacia attraverso la predisposizione di un secondo Audit prospettico, da confrontare con quello eseguito all’inizio del percorso, individuando i miglioramenti e le criticità persistenti 3. Periodicità dell’aggiornamento della LG e degli Audit. Ottobre 2006 Pag. 5 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Ricerca delle Evidenze e Livelli di evidenza e grado delle raccomandazioni La compilazione della linea guida è basata sulle recenti evidenze scientifiche (review, trial clinici randomizzati, statetement di società scientifiche) emerse dalla letteratura utilizzando la banca dati della National Library of Medicine. Tabella 1: Forza delle Raccomandazioni e livello di evidenza che le supportano Categoria / Grado Forza delle raccomandazioni A Definizione Buone evidenze scientifiche che supportano la raccomandazione di utilizzare la procedura. Preferita; deve essere sempre offerta. B Discrete evidenze scientifiche che supportano la raccomandazione di utilizzare la procedura. Alternativa accettabile; deve essere di solito offerta. C Scarse evidenze scientifiche per consigliare o meno la procedura, ma la raccomandazione può essere fatta sulla base di altre considerazioni. Opzionale; se non disponibili opzioni A e B. D Discrete evidenze scientifiche che supportano la raccomandazione di non utilizzare la procedura. Non raccomandata. E Buone evidenze scientifiche che supportano la raccomandazione di non utilizzare la procedura. Fortemente sconsigliata. Livello delle evidenze che supportano le raccomandazioni I Evidenza provata da uno o più studi clinici ben disegnati, controllati, randomizzati , incluse metanalisi di tali dati II Evidenza provata da studi osservazionali ben disegnati con concomitanti gruppi di controllo (studi caso-controllo o di coorte) o condotti su una differente popolazione III Evidenza provata da opinioni di esperti, serie di casi, case–report e studi con gruppi storici di controllo. Monitoraggio dell’applicazione della linea guida (Audit Clinico) Attraverso l’Audit Clinico si vuole verificare l’efficacia della linea guida, il raggiungimento di uno standard comune nel contesto territoriale per la diagnosi, il trattamento ed i percorsi delle pazienti affette da neoplasia dell’endometrio. Il percorso di audit prevede una valutazione retrospettiva dei comportamenti diagnostici terapeutici in un periodo precedente all’applicazione della Linea Guida. Successivamente verrà effettuata una valutazione prospettica al fine di misurare e valutare i cambiamenti apportati nel trattamento delle pazienti con tumore dell’endometrio, rispetto agli standard prefissati. Sia la fase retrospettiva che prospettica sono effettuate attraverso una revisione delle cartelle cliniche di casi di tumore dell’endometrio presenti nella provincia di Reggio Emilia. Nell’identificazione degli indicatori di processo e di esito si fa riferimento alle fasi pre-chirurgica (esami diagnostici, istologico), fase chirurgica (tipo di intervento, terapia antalgica, complicanze) e fase post-chirurgica (istologico definitivo, stadio, grading, tipo di radioterapia). Come indicatori della buona utilizzazione della Linea Guida potrebbero essere utilizzati: Ottobre 2006 Pag. 6 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova - Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia presenza di una precisa descrizione delle lesioni in caso di isteroscopia e/o ecografia positiva, completa descrizione dell’infiltrazione miometriale, del coinvolgimento della cervice uterina e dello stato linfonodale nelle RMN e/o TAC preoperatorie, completa concordanza fra gli istologici fra gli preoperatori e definitivi, completezza e adeguatezza degli interventi chirurgici per stadio e istotipo, completezza e adeguatezza della radioterapia adiuvante per stadio e istotipo. Ottobre 2006 Pag. 7 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia ESAMI DIAGNOSTICI IN FASE PRE-CHIRURGICA Le cause più frequenti di sanguinamento in post menopausa sono l’atrofia endometriale e vaginale (60-70% dei casi). Il 15-20 % delle cause è rappresentato da polipi endometriali e nel restante 15-20% dei casi il sanguinamento è dovuto ad una iperplasia endometriale o a una neoplasia della cavità uterina. Le donne con perdita ematica atipica in peri o post-menopausa oppure anche prima dei 40 anni, tanto più se in trattamento con Tamoxifene, devono sottoporsi tempestivamente ad accertamento ecografico transvaginale, essendo dimostrato da numerosi studi che si tratta dell’approccio diagnostico più corretto e meno invasivo. Evidenza tipo I. Ecografia transvaginale E’ convenzione misurare lo spessore totale delle due superfici endometriali nel punto di maggiore altezza in una scansione sagittale. Esistono diversi cut-off di spessore endometriale che possono essere usati per raccomandare ulteriori indagini diagnostiche. L’utilizzo del cut-off è possible solo quando la morfologia endometriale è normale, ogni aspetto anomalo, come ad esempio il sospetto di un polipo, richiede ulteriori indagini indipendentemente da valore dello spessore endometriale. Il più utilizzato è uno spessore massimo di 4 mm nonostante una recente metanalisi abbia evidenziato che gli unici studi di buona qualità considerano uno spessore massimo di 5 mm. La scelta di un cut-off di 4 mm comporta un numero di falsi negativi minore a costo di un maggior numero di falsi positivi, cioè di donne sane sottoposte ad ulteriori accertamenti. Altre tecniche ecografiche Altre metodiche ecografiche, come l’ecografia Doppler transvaginale, l’ecografia tridimensionale, l’isterosonografia sono utilizzate per aumentare la sensibilità e la specificità della diagnosi delle patologie endometriali. Attualmente non vi sono evidenze scientifiche che giustifichino la loro utilizzazione come indagini di routine. Esame di cavita’ uterina o dilatazione e courettage (d&c) La diagnosi definitiva del carcinoma dell’endometrio è istologica. Storicamente campioni di endometrio sono stati ottenuti mediante l’esame di cavità uterina, che consiste nel raschiamento della parete uterina in modo sistematico. Il raschiamento avviene “alla cieca” e l’operatore non è in grado di valutare eventuali lesioni residue. La sensibilità e specificità della metodica e difficile da stabilire perchè la reale incidenza delle lesioni negli uteri sottoposti ad esame di cavità è sconosciuta. Numerosi studi hanno valutato pazienti sottoposte a D&C immediatamente prima di una isterectomia. Da questi studi è emerso che lesioni endometriali non vengono riconosciute in più del 10% dei casi, quando l’esame di cavità è il solo esame preoperatorio eseguito. L’esame di cavità non dovrebbe più essere usato come prima indagine nella valutazione delle ginecorragie in menopausa. Raccomandazione tipo B. Biopsia endometriale tramite aspirazione (VABRA) Il VABRA è una biopsia endometriale tramite aspirazione. La biopsia endometriale tramite VABRA può essere eseguita ambulatorialmente senza anestesia e con minimo disagio per la paziente. Solo in una piccola percentuale di pazienti il prelievo non è tecnicamente possibile. Negli studi che hanno confrontato la biopsia dell’endometrio tramite VABRA con l’isteroscopia + esame di cavità, il VABRA si è dimostrato un test valido per identificare Ottobre 2006 Pag. 8 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia l’iperplasia e il cancro dell’endometrio ma scarsamente efficace nell’identificare lesioni benigne come i polipi endometriali. Evidenza tipo II. Isteroscopia L’isteroscopia e una tecnica endoscopica che permette all’operatore di visualizzare direttamente la cavità uterina. L’indagine può essere effettuata in anestesia locale, con minimo disagio per la paziente, in circa il 90% dei casi. Attualmente è considerata come il gold standard per la valutazione delle donne con sanguinamento atipico. La visualizzazione della cavità uterina consente una sicura diagnosi delle patologie benigne, ma, quando utilizzata senza biopsia, non ha una alta sensibilità (e valore predittivo positivo) per l’iperplasia e il ca. dell’endometrio. Quando è associata ad un prelievo bioptico dell’endometrio la sua sensibilità nei confronti del carcinoma dell’endometrio sfiora il 100%. Evidenza tipo II. Controverso è il suo ruolo nella stadiazione del carcinoma endometriale per quel che riguarda l’estensione della neoplasia alla cervice uterina. L’isteroscopia, soprattutto quando associata alla biopsia endometriale, è da considerarsi come l’esame più completo nelle donne con sospetto ecografico di patologie endometriali. Raccomandazione tipo B. DONNE IN TRATTAMENTO CON TAMOXIFENE Le donne operate per tumore al seno in trattamento con TAMOXIFENE hanno un rischio relativo di sviluppare un carcinoma dell’endometrio aumentato di circa tre volte. L’unico esame di screening attualmente utilizzato per queste pazienti è l’ecografia transvaginale. L’ecografia tranvaginale è poco efficace nel differenziare l’ispessimento endometriale indotto dal tamoxifene da quello determinato da patologie endometriali benigne e maligne. La specficità dell’ecografia transvaginale è enormemente ridotta nelle donne in trattamento con tamoxifene, utilizzando un cut-off di 5 mm. si hanno circa il 60% di ecografie falsamente positive. Sono stati proposti cut-off più elevati ma ciò determina di conseguenza una sensibilità minore verso la diagnosi di patologie endometriali. Evidenza tipo II. Per tale motivo l’ecografia transvaginale è poco utile nella valutazione delle donne in terapia con tamoxifene. Nelle donne asintomatiche sottoposte a isteroscopia + biopsia endometriale è stata riscontrata una patologia maligna in meno dell’1% dei casi. Le attuali evidenze non giustificano, per tale motivo, alcuna indagine di screening (isteroscopia, ecografia transvaginale, isterosonografia) nelle donne asintomatiche. Evidenza tipo II. Solo le donne sintomatiche devono essere sottoposte ad indagini diagnostiche. Le donne con ginecorragia in trattamento con tamoxifene devono essere sottoposte subito ad isteroscopia con biopsia endometriale. Raccomandazione tipo B. GINECORRAGIA RECIDIVANTE Non esiste un accordo unanime su quando e a quali accertamenti sottoporre le donne che presentano una recidiva e/o persistenza di sanguinamento. E’ necessaria una valutazione clinica soggettiva, tenendo in considerazione che ogni esame a cui è stata sottoposta la paziente è gravato da una quota di esiti falsamente negativi. Ulteriori indagini in caso di recidiva di ginecorragia andrebbero comunque considerate dopo sei mesi. Ottobre 2006 Pag. 9 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Percorso diagnostico in caso di sanguinamenti anomali PERDITA EMATICA ATIPICA ECOGRAFIA TRANSVAGINALE < 5 mm. > 5 mm. ISTEROSONOGRAFIA (?) Asintomatica per 6 mesi ECO TV a 6 mesi Sintomatica entro 6 mesi VABRA oppure ISTEROSCOPIA + VABRA oppure ISTEROSCOPIA + ESAME DI CAVITA’ Positiva Negativa Stadiazione Sintomatica Asintomatica Isteroscopia + raschiamento Follow-up Trattamento Bibliografia 1. Creasman WT - Endometrial Cancer: incidence, prognostic factors, diagnosis and treatment – Semin. Oncol. 1997, 24:140 2. Chambers IT, Chambers SK – Endometrial sampling – When, Where, Why, With wath? Clin Obstet Gynecol 1992, 35:28 3. Grimes DA – Diagnostic dilatation and curettage: a reappraisal – Am J Obstet Gynecol 1982;142:1-6 4. Guido RS et al – Pipelle endometrial sampling: sensitivity in the detection endometrial cancer – J Reprod Med 1995,40:553 5. Stovall TG et al – A prospective randomised comparison of the Pipelle endometrial sampling device with the Novak curette – Am J Obstet Gynec 1991,165:1287 6. Smith-Bindman R, Kerlikowske K, Feldstein VA, et al – Endovaginal ultrasound to exclude endometrial cancer and other endometrial abnormalities – JAMA 1998;200:1510-1517 7. Database of abstracts of reviews of effectiveness – Endovaginal ultrasound to exclude endometrial cancer and other endometrial abnormalities – University of York vol 1 Aprile 2001 8. Brand A – Diagnosis of endometrial cancer with abnormal vaginal bleeding – SOGC CLINICAL PRATICE GUIDELINES Policy Statement 2000, 86. 9. Gull – Transvaginal ultrasonography of the endometrium in women with postmenopausal bleeding: is it always necessary to perform an endometrial biopsy? – Am J Obstet Gynecol 2000; 182:509-515 10. Goldstein SR, Zeltser I, Horan CK, Snyder JR, Schwartz LB – Ultrasonography based triage for peri-menopausal patients with abnormal uterine bleeding – Am J Obstet Gynecol 1997; 177:102-108 Ottobre 2006 Pag. 10 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia 11. Karlsson B, Granberg S, Wikland M et al – Transvaginal ultrasonography of the endometrium in women with postmenopausal bleeding. A Nordic multicenter study – Am J Obstet Gynecol 1995; 172:1488-1494 12. Samsioe G – Hormone replacement therapy: aspects of bleeding problems and compliance – Int J Fertil Menopausal Stud 1996;41:11-15 13. Ben-Yehuda OM et al – Does hysteroscopy improbe upon the sensitivity of dilatation and curettage in the diagnosis of endometrial Hyperplasia or carcinoma? Gynecol Oncol 1998,68(1):4 14. Lo KIW – The role of outpatient diagnostic hysteroscopy in identifying anatomic pathology and histopathology in the endometrial cavity – J Am Assoc Gynecol Laparosc 2000,7(3):381 15. Symonds I Best pract Res Clin Obstet Gynecol 2001,15(3):381 16. Dijkhuizen FA – The accuracy of transvaginal ultrasonography in the diagnosis of endometrial abnormality – Obstet Gynecol 1996,87(3):345 17. Emanuel MH – Gynecology: a prospective comparison of transvaginal ultrasonography and diagnostic hysteroscophy in the evaluation of patients with abnormal uterine bleeding: clinical implications – Am J Obstet Gynecol 1995,172(2):547 18. Van den Bosh T et al – Combining vaginal ultrasonography and office endometrial sampling in the diagnosis of endometrial disease in postmenopausal women – Obstet Gynecol 1995,85.349 19. TahirMM – A randomised controlled trial comparing transvaginal ultrasound, outpatient hysteroscopy and endometrial biopsy with inpatient hysteroscopy and curettage – Br J Obstet Gynec 1999,106(12):1259 20. Krampl E – Transvaginal ultrasonography-sonohisterography and operative Hysteroscopy for the evaluation of abnormal uterine bleeding – Acta Obstet Gynec Scand 2001,80(7):616 21. Janson FW – Complication of hysteroscopy: a prospective, multicenter study – Obstet Gynec 2000,96(2):266 22. Obermair A et al – Does hysteroscopy facilitate tumor cell dissemination? Incidence of peritoneal cytology from patients with early stage endometrial carcinoma following dilatation and curettage versus hysteroscopy and curettage – Cancer, 2000,88(1):139 23. Gu M et al – Association between initial diagnostic procedure and abnormal peritoneal washings in patients with endometrial carcinoma – Cancer 2000,90(3):143 24. Nagele F et al – Endometrial cell dissemination at diagnostic hysteroscopy: a prospective randomised cross-over comparison of normal saline and carbon dioxide uterine distension – Human Reprod 1999,14(11):2739 25. Egarter C et al – Abdominal dissemination of malignant cells with hysteroscopy – Gynec Oncol 1996,63 :143 26. Zerbe MJ – Retrograde seeding of malignant cells during hysteroscopy in presumed early cancer – Gynec Onc 2000,79(1):55 27. O’Connell LP, Fries MH, Zeringue E, Brehm W – Triage of abnormal postmenopausal bleeding: a comparison of endometrial biopsy and transvaginal sonohysterography versus fractional curettage with hysteroscopy – Am J Obstet Gynecol 1998;178:956-961 28. Epstein E et al – Transvaginal sonography, saline contrast sonohysterography and hysteroscopy for the investigation of women with postmenopausal bleeding and endometrium sup 5 mm. – Ultrasound in Obst Gynecol 2001,18(2):157 29. De Vries LD et al – Comparison of transvaginal sonography, saline infusion sonography, and hysteroscopy in premenopausal women with abnormal uterine bleeding – J Clinic Ultrasound 2000,28(5):217 30. Descargues G et al – Which initial test should be performed to evaluate menometrorrhagias? A comparison of hysterography, transvaginal sonohysterography and hysteroscopy – J de Gynecologie, Obst et Biol de la Riproduction 2001,30(1):59 31. Williams, C et al – A prospective study of transvaginal hydrosonography in the evaluation of abnormal uterine bleeding – Am J Obstet Gynec 1998,179(2):292 32. Garuti G et al – Accuracy of hysteroscopy in predicting hystopatology of endometrium in 1500 women – J Am Assoc Gynecol Laparosc 2001,8(2):207 Ottobre 2006 Pag. 11 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia 33. Assikis VJ – A realistic clinical perspective of tamoxifen and endometrial carcinogenesis – Eur J of cancer 1996,32A:1464 34. Chien PFW, Voit D, Clark TJ, Khan KS, Gupta JKl. Ultrasonographic endometrial thickness for diagnosing endometrial pathology in women with postmenopausal bleeding: A metaanalysis. Acta Obstet Gynecol Scand. 2002. 35. O'Connell LP, Fries MH, Zeringue E, Brehm W. Triage of abnormal postmenopausal bleeding: a comparison of endometrial biopsy and transvaginal sonohysterography versus fractional curettage with hysteroscopy. Am J Obstet Gynecol 1998; 178: 956-61. 36. Sladkevicius P, Valentin L, Marsal K. Endometrial thickness and Doppler velocimetry of the uterine arteries as discriminators of endometrial status in women with postmenopausal bleeding: a comparative study. Am J Obstet Gynecol 1994; 171: 722-8. 37. Gruboeck K, Jurkovic D, Lawton F, Savvas M, Tailor A, Campbell S. The diagnostic value of endometrial thickness and volume measurements by three-dimensional ultrasound in patients with postmenopausal bleeding. Ultrasound Obstet Gynecol 1996; 8: 272-6. 38. Conoscenti G, Meir YJ, Fischer-Tamaro L, Maieron A, Natale R, D'Ottavio G, et al. Endometrial assessment by transvaginal sonography and histological findings after D & C in women with postmenopausal bleeding. Ultrasound Obstet Gynecol 1995; 6: 108-15. 39. Weber G, Merz E, Bahlmann F, Rosch B. Evaluation of different transvaginal sonographic diagnostic parameters in women with postmenopausal bleeding. Ultrasound Obstet Gynecol 1998; 12: 265-70. 40. Grimes DA. Diagnostic dilation and curettage: a reappraisal. Am J Obstet Gynecol 1982; 142: 1-6. 41. Stock RJ, Kanbour A. Prehysterectomy curettage. Obstet Gynecol 1975; 45: 537-41. 42. Gordon SJ, Westgate J. The incidence and management of failed Pipelle sampling in a general outpatient clinic. Aust N Z J Obstet Gynaecol 1999; 39: 115-8. 43. Etherington IJ, Harrison KR, Read MD. A comparison of outpatient endometrial sampling with hysteroscopy, curettage and cystoscopy in the evaluation of postmenopausal bleeding. J Obstet Gynaecol 1995; 15: 259-62. 44. Giusa-Chiferi MG, Goncalves WJ, Baracat EC, de Albuquerque Neto LC, Bortoletto CC, de Lima GR. Transvaginal ultrasound, uterine biopsy and hysteroscopy for post menopausal bleeding. Int J Gynaecol Obstet 1996; 55: 39-44. 45. Van den Bosch T, Vandendael A, Van Schoubroeck D, Wranz PA, Lombard CJ. Combining vaginal ultrasonography and office endometrial sampling in the diagnosis of endometrial disease in the diagnosis of endometrial disease in postmenopausal women. Obstet Gynecol 1995; 85: 349-52. 46. Timmerman D, Deprest J, Bourne T, Van den Berghe I, Collins WP, Vergote I. A randomized trial on the use of ultrasonography or office hysterography for endometrial assessment in postmenopausal patients with breast cancer who were treated with tamoxifen. Am J Obstet Gynecol 1998; 179: 62-70. 47. Cecchini S, Ciatto S, Bonardi R, Mazzotta A, Pacini P, Muraca MG, et al. Risk of endometrial cancer in breast cancer patients under long-term adjuvant treatment with tamoxifen. Tumori 1998; 84: 21-3. 48. Tepper R, Beyth Y, Altaras MM, Zalel Y, Shapira J, Cordoba M, et al. Value of sonohysterography in asymptomatic postmenopausal tamoxifen-treated patients. Gynecol Oncol 997; 64: 386-91. 49. Love CD, Muir BB, Scrimgeour JB, Leonard RC, Dillon P, Dixon JM. Investigation of endometrial abnormalities in asymptomatic women treated with tamoxifen and an evaluation of the role of endometrial screening. J Clin Oncol 1999; 17: 2050-4. 50. Berliere M, Charles A, Galant C, Donnez J. Uterine side effects of tamoxifen: a need for systematic pretreatment screening. Obstet Gynecol 1998; 91: 40-4. 51. Gerber B, Krause A, Muller H, Reimer T, Kulz T, Makovitzky J, et al. Effects of adjuvant tamoxifen on the endometrium in postmenopausal women with breast cancer: a prospective long-term study using transvaginal ultrasound. J Clin Oncol 2000; 18: 3464-70. Ottobre 2006 Pag. 12 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia 52. Barakat RR, Gilewski TA, Almadrones L, Saigo PE, Venkatraman E, Hudis C, et al. Effect of adjuvant tamoxifen on the endometrium in women with breast cancer: a prospective study using office endometrial biopsy. J Clin Oncol 2000; 18: 3459-63. 53. Guner H, Tiras MB, Karabacak O, Sarikaya H, Erdem M, Yildirim M. Endometrial assessment by vaginal ultrasonography might reduce endometrial sampling in patients with postmenopausal bleeding: a prospective study. Aust NZ J Obstet Gynaecol 1996; 36: 175-8. 54. Tsuda H, Kawabata M, Umesaki N, Kawabata K, Ogita S. Endometrial assessment by transabdominal ultrasonography in postmenopausal women. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol 1993; 52: 201-4. 55. Sladkevicius P, Valentin L, Marsal K. Endometrial thickness and Doppler velocimetry of the uterine arteries as discriminators of endometrial status in women with postmenopausal bleeding: a comparative study. Am J Obstet Gynecol 1994; 171: 722-8. 56. Haller H, Matecjcic N, Rukavina B, Krasevic M, Rupcic S, Mozetic D. Transvaginal sonography and hysteroscopy in women with postmenopausal bleeding. Int J Gynaecol Obstet 1996; 54: 155-9. LA VALUTAZIONE DELL’ANATOMO PATOLOGO Grading del carcinoma endometriale su materiale bioptico Viene adottato un sistema di gradazione a tre livelli: 9 ben differenziato; 9 mediamente differenziato; 9 poco differenziato. Nello stabilire il grado di differenziazione ci si attiene ai criteri FIGO. Diagnosi intraoperatoria L’utero viene esaminato “a fresco”. Viene aperta la cavità endometriale ed il corpo uterino viene sezionato trasversalmente per valutare macroscopicamente il livello di una eventuale infiltrazione del miometrio, con controllo microscopico in estemporanea. Viene inoltre valutata macroscopicamente ed anche microscopicamente (nel caso di sospetto macroscopico), la presenza di estensione neoplastica all’endocervice. Diagnosi del carcinoma endometriale sul pezzo operatorio definitivo Viene definito l’istotipo del carcinoma endometriale facendo riferimento alle entità neoplastiche riconosciute nella classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2003): 9 adenocarcinoma endometrioide (e sue varianti: variante con differenziazione squamosa; variante a cellule ciliate; variante villoghiandolare; variante secretoria) 9 adenocarcinoma mucinoso 9 adenocarcinoma sieroso 9 adenocarcinoma a cellule chiare 9 adenocarcinoma misto 9 carcinoma a piccole cellule 9 carcinoma transizionale 9 carcinoma squamoso 9 carcinoma indifferenziato La neoplasia viene graduata secondo il sistema di grading FIGO e viene fornito anche un grading basato sullo schema binario (alto/basso grado) descritto da Lax et al. (Am J. Surg. Pathol. 2000; 24(9): 1201-1208.). Ottobre 2006 Pag. 13 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Vengono quindi forniti ulteriori dati relativi all’estensione della neoplasia (ad es. invasione linfovascolare). Viene effettuata valutazione dello stato dei recettori del Progesterone sulla neoplasia, in caso di esplicita richiesta, per casi selezionati (pazienti in ricaduta; pazienti giovani con volontà di mantenere la fertilità). Bibliografia 1. World Health Organization Classification of Tumours Pathology and Genetics of tumours of 2. 3. 4. 5. 6. the breast and female genital organs. Lyon, 2003. IARC Press. Rosai J. Rosai and Ackerman’s surgical pathology Ninth edition, 2004, Mosby. Lax SF, Kurman RJ, Pizer ES, Wu L, Ronnett BM. A binary architectural grading system for uterine endometrial endometrioid carcinoma has a superior reproducibility compared with FIGO grading and identifies subsets of advanced-stage tumors with favourable and unfavourable prognosis. Am. J. Surg. Pathol. 2000; 24: 1201-1208. Mitchard J, Hirschowitz L. Concordance of FIGO grade of endometrial adenocarcinomas in biopsy and hysterectomy specimens. Histopathology 2003; 42: 372-378. Silverberg SG, Kurman RJ. Atlas of tumor pathology. Tumors of the uterine corpus and gestational trophoblastic disease. Fascicle 3, Third series. 1992, AFIP. Markman M. Hormonal therapy of endometrial cancer. Eur. J. Cancer 2005; 41: 673-675. LA STADIAZIONE PRE-CHIRURGICA Stadio IA Stadio IB Stadio IC Stadio IIA Stadio IIB Stadio IIIA G123 G123 G123 G123 G123 G123 Stadio IIIB Stadio IIIC Stadio IVA Stadio IVB G123 G123 G123 Tumore limitato all’endometrio Invasione di meno di metà del miometrio Invasione di più di metà del miometrio Interessamento delle sole ghiandole endocervicali Invasione dello stroma cervicale Il tumore invade la sierosa e/o gli annessi, e/o citologia peritoneale positiva Metastasi vaginali Metastasi ai linfonodi pelvici e/o para-aortici Invasione tumorale della vescica e/o della mucosa intestinale Metastasi a distanza comprese le metastasi intra-addominali e/o le metastasi nei linfonodi inguinali La stadiazione FIGO del 1988 del carcinoma dell’endometrio è unicamente chirurgica e prevede: 9 Esplorazione, ispezione e palpazione dell’addome in toto. 9 Lavaggio peritoneale per citologia. 9 Isterectomia totale con annessiectomia bilaterale. 9 Linfoadenectomia selettiva pelvica e lomboaortica. Tuttavia è invalsa la regola di utilizzare anche una stadiazione prechirurgica allo scopo di individuare popolazioni a diverso rischio per ridurre l’utilizzo della linfoadenectomia. Ottobre 2006 Pag. 14 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Vi è accordo sui fattori prognostici: 9 Età della paziente (>60 anni) 9 Infiltrazione miometriale 9 Grading istologico 9 Positività linfonodale L’ecografia transvaginale sembra assai affidabile per la diagnosi di invasività del miometrio e dello stroma cervicale con una sensibilità nel grading 2 e 3 del 90% con una specificità del 91%. Evidenza tipo II. Allo stato attuale la TC mantiene un ruolo nella stadiazione del Ca dell’endometrio solo per quanto riguarda la ricerca di metastasi polmonari ed epatiche, impianti peritoneali ed ingrandimenti linfonodali (oltre 1 cm nell’asse corto). La Risonanza Magnetica è la modalità di scelta per la stadiazione prechirurgica del Ca dell’endometrio (Evidenza tipo II) per la sua intrinseca risoluzione di contrasto e la multiplanarietà, in quanto permette di valutare contemporaneamente la profondità dell’infiltrazione miometriale, l’eventuale estensione alla cervice uterina e la presenza di linfonodi ingranditi a livello pelvico e lombo-aortico. Il protocollo d’indagine maggiormente utilizzato include acquisizioni assiali pesate in T1 anche con soppressione del grasso; assiali, sagittali e coronali pesate in T2; ed acquisizioni dinamiche quadrifasiche pesate in T1 dopo per fusione e.v. di m.d.c. paramagnetico. L’utilizzo del m.d.c. permette di migliorare la valutazione dell’infiltrazione miometriale e cervicale con un elevato grado di accuratezza. L’accuratezza diminuisce quando la zona giunzionale dell’utero è difficilmente valutabile, come nelle donne in post menopausa; in presenza di una voluminosa massa endometriale che comprime il miometrio ed in presenza di plurimi o voluminosi fibromi; in donne con adenomiosi; quando il tumore si trova nel corno dell’utero dove il miometrio è fisiologicamente sottile. Tuttavia la RM con m.d.c. permette di valutare contemporaneamente tutte le strutture di interesse per il trattamento e la prognosi delle pazienti con Ca dell’endometrio meglio di tutte le altre metodiche non invasive (ecografia endovaginale e TC). I valori di accuratezza della RM nella stadiazione del Ca dell’endometrio, riportati da numerosi studi, variano da 83% a 92%. Gli elementi da ricercare e repertare nell’esame sono le dimensioni della neoplasia, l’interessamento eventuale della cervice, il grado di infiltrazione del miometrio (< o > del 50%) l’eventuale estensione al di fuori del corpo uterino (parametri vescica retto peritoneo), eventuali adenopatie pelviche e lombo-aortiche. Ottobre 2006 Pag. 15 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia ESAMI STRUMENTALI CON I RELATIVI GIUDIZI DI APPROPRIATEZZA tratto da: Associazione dei Radiologi Americani. Appropriateness Criteria Scale 123456789 1=Least appropriate 9=Most appropriate Valutazione infiltrazione miometriale Valutazione linfonodale Coinvolgiment o cervicale Stadiazione globale RMN con mezzo di contrasto 9 8 8 8 RMN senza mezzo di contrasto 6 TAC 6 ECOGRAFIA TRANSVAGINALE 6 ESAME 6 8 ECOGRAFIA 2 LINFANGIOGRAFIA 2 4 4 2 4 Bibliografia 1. R.Manfredi,B.Gui,G.Maresca,F.Fanfani e L.Bonomo “Endometrial cancer: magnetic resonance imaging” 2005 2. Hricak,H,Rubinstein,LV,Gherman,CM,Karstaedt,N,(1991) “MR imaging evaluation of endometrial carcinoma:results of an NCI cooperative study” Radiology 179:829-832 3. Manfredi,R, Mirk,P,Maresca,G et al. (2004) ”Local-regional staging of endometrial carcinoma:role of MR imaging in surgical planning” Radiology 231:372-378 4. Pete,I,Goden,M,Toth,E et al (2003) “Prediction of cervical infiltration in Stage II endometrial cancer by different preoperative evaluation techniques” (D&C,US,CT,MRI). 5. Hasumi,K,Mutsuzawa,M,Chen,HG et al. (1982) “Computed tomography in the evaluation andtreatment of endometrial carcinoma” Cancer 50:904-908 6. Hirano,Y,Kubo,K,Hirai,Y et al. (1992) “ Preliminary experience with gadolinium-enhanced dynamic MR imaging for uterine neoplasm” Radiographics 12:243-256 7. Saez,F,Urresola,A,Larena,J et al. (2000) “Endometrial carcinoma: assessment of myometrial invasion with plain and gadolinium-enhanced MR imaging”. 8. Hricak H, Mendelson E, Bohm-Velez M, Bree RL, Finberg H, Fishman EK, Laing F, Sartoris D, Thurmond A, Goldstein S. Endometrial cancer of the uterus. American College of Radiology. ACR Appropriateness Criteria. Radiology. 2000 Jun;215 Suppl:947-53. E’ da sottolineare che tuttavia, attualmente c’è chi sostiene che la diagnostica per immagini, almeno non ecografica, è da considerarsi opzionale e non standard (Look K – Stage I-II endometrial endocarcinoma evolution of therapeutic paradigms: the role of surgery and adjuvant radiation. Int J Gynecol Cancer 2002, 12,237-249). Ottobre 2006 Pag. 16 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia MARKERS ONCOLOGICI Il Ca125 è stato trovato elevato nel 62-90% dei casi con malattia extrauterina e normale nel 90% dei casi con malattia confinata all’utero. Bibliografia 1. Nilof JM et. Al. Elevation of serum Ca125 in carcinomas of fallopian tube endometrium and endocervix. Am J Obstet Gynecol 1984;148:1057-8. 2. Sood AK et Al. Value of preoperative Ca125 level in the management of uterine cancer and prediction of clinical outcome. Obstet Gynecol 1997;90:441-7. 3. Patsner B, Mann WJ et al. Predictive value of preoperative serum Ca125 in clinically localized and advanced endometrial carcinoma. Am J Obstet Gynecol 1988;158:399. Da quanto detto ci sembra di poter affermare che la stadiazione prechirurgica necessita di diagnostica per immagini (RMN) sicuramente nei seguenti casi: 1) Tipo istologico sfavorevole (cellule chiare, sierosopapillifero, mucinoso, misto ed indifferenziato). 2) Positività del Ca125 3) Invasività profonda endometriale o cervicale all’ecografia transvaginale 4) Valutazione clinica sospetta di malattia extrauterina La stadiazione prechirurgica standard prevede perciò: 1) Esame istologico completo comprendente il tipo istologico, il grading, la presenza di recettori progestinici (in casi selezionati) 2) Visita ginecologica 3) Ecografia transvaginale 4) Dosaggio del Ca125 5) Rx torace 6) Esami preoperatori di routine 7) RMN TERAPIA CHIRURGICA DEL CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO Premessa. Attualmente si confrontano due strategie terapeutiche diverse: 1) Stadiazione chirurgica estensiva con utilizzo restrittivo della Radioterapia postoperatoria. Questa strategia si basa sul fatto che: - Il principale fattore di rischio è la positività linfonodale (7% di recidive con linfonodi negativi versus 43% con linfonodi positivi). Evidenza tipo II. - Alcuni studi (Trimble 1998, Mohan 1998) dimostrerebbero effetti terapeutici della linfoadenectomia selettiva. E’ dubbio tuttavia se questo sia legato solo alla tipologia della chirurgia o ad una migliore gestione integrata successiva avendo ben identificato la paziente ad altissimo rischio. Evidenza tipo II. - La bassa morbilità della linfoadenectomia pelvica (Homesley 1992). Evidenza tipo II. - L’elevato numero di complicanze della radioterapia post-operatoria (7-12% di complicanze enteriche). Evidenza tipo II. 2) Chirurgia limitata alla isterectomia extrafasciale con annessiectomia bilaterale ed uso più estensivo della radioterapia post-operatoria. Essendo la presenza di metastasi linfonodali inferiore al 3% al I° stadio con istotipo favorevole può essere sufficiente nella maggior parte dei casi l’isterectomia extra fasciale con annessiectomia bilaterale. Ottobre 2006 Pag. 17 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Bibliografia 1. Trimble EL, Kosary C et al. Lymph node sampling and survival in endometrial cancer. Gynecol Oncol 1998;71:340 2. Mohan DS, Samuels LA et al. Long-term outcomes of the therapeutic pelvic lymphoadenectomy for stage I endometrial adenocarcinoma. Gynecol Oncol 1998;70:165. 3. Berclaz G, Hanggi W et al. Lymphoadenectomy in high risk endometrial carcinoma stage I and II: no more morbidity and no need for external pelvic radiation. Int J Gynecol Cancer 1999;9:322. 4. Homesley HD, Kadar N et al. Selective pelvic and periaortic lymphoadenectomy does not increase morbidity in surgical staging of endometrial carcinoma. Am J Obstet Gynecol 1992;167:1225. Trattamento chirurgico Stadio I e IIA G1-G2 K endometrio I Stadio e IIAG1-G2 No fattori di rischio IAG1-2, IBG1 Si fattori di rischio IAG3, IBG2-3, IC Lavaggio cavità peritoneale Ispezione biopsie (se necessario) anche linfonodali LIAB extrafasciale Congelatore per infiltrazione miometrale Lavaggio peritoneale Ispezione biopsie (se necessario) LIAB extrafasciale Linfoadenectomia pelvica selettiva Infiltrazione inf. 50% eventuali biopsie negative Fine intervento Infiltrazione sup. 50% Eventuali biopsie positive No congelatore Linfoadenectomia lomboaortica selettiva opzionale solo se linfonodi pelvici positivi al congelatore Linfoadenectomia pelvica selettiva Sampling linfonodale lomboaortico opzionale se positività pelvica al congelatore Lo schema terapeutico proposto è in gran parte sovrapponibile a quello della Linea Guida del National Comprensive Cancer Network (versione 2004), che non prevede tuttavia l’esame istologico estemporaneo in nessun caso. Si pone il problema se proporre l’esame istologico estemporaneo per valutare l’infiltrazione miometriale o, al contrario, la linfoadenectomia selettiva pelvica routinaria. Quale è la affidabilità diagnostica della valutazione intraoperatoria? I dati della letteratura indicano una sensibilità intorno all’80%. Più recentemente Mariani riporta un’esperienza della Mayo Clinic con esame estemporaneo che valuta profondità di infiltrazione, invasione linfatica vascolare, interessamento della cervice e degli annessi e riferisce che con neoplasia di grading 1-2 e infiltrazione miometriale inferiore al 50% non si hanno metastasi, ma che con invasione degli spazi linfovascolare si verificano il 25% di linfonodi positivi. Inoltre sostiene che il tempo Ottobre 2006 Pag. 18 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia necessario all’anatomo patologo per l’esecuzione dell’indagine permette di eseguire la linfoadenectomia pelvica, per cui la valutazione dei costi-benefici tende, secondo quest’Autore, a privilegiare la stadiazione estensiva. Di analogo parere sembrano altri Autori che non riportano un aumento significativo della morbilità postchirurgica nella stadiazione intensiva. Raccomandazione tipo B. Bibliografia 1. Malviya Vk et al Reliability off Frozen Section examination in Stage I° endometrial adenocarcinoma Gynecol Oncol 1989; 34: 299. 2. Mariani A, Webb MJ et al. Low risk corpus cancer: is lymphoadenectomy or radiotherapy necessary? Am J Obstet Gynecol 2000;182:1506. 3. Homesley HD, Kadar N et al. Selective pelvic and periaortic lymphoadenectomy does not increase morbilità in surgical staging of endometrial carcinoma. Am J Obstet Gynecol 1992;167:1225. RUOLO DELL’ENDOSCOPIA NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO La chirurgia laparoscopica (totalmente laparoscopica o associata alla chirurgia vaginale) si propone come alternativa all’approccio laparotomico. Da una ricerca medline sono individuabili circa 1.000 casi di carcinoma endometriale trattati per via laparoscopica per un totale di circa 100 studi di cui solo 3 prospettici randomizzati per un totale di 308 casi. Non sono presenti attualmente metanalisi. E’ in corso un trial prospettico randomizzato di fase III condotto dal GOG su 2.500 pazienti. L’analisi attuale risente perciò della limitatezza degli studi e della loro eterogeneità. In generale dai dati emerge che l’approccio laparoscopico richiede un tempo medio superiore, è correlato ad un minore dolore post-operatorio, ha una più breve degenza ospedaliera, un costo economico complessivo superiore, un più alto livello di soddisfazione della paziente. Evidenza tipo II. Rispetto alla linfoadenectomia non sembrano esservi differenze significative rispetto al numero di linfonodi asportati. Attualmente tuttavia l’esperienza del chirurgo influisce significativamente su tutti i parametri considerati. Evidenza tipo II. Le pazienti non candidate alla chirurgia laparoscopica variano tra il 4 e il 25%. Le cause più frequentemente riportate sono l’obesità, il volume uterino > di 12 settimane, le gravi patologie cardio-polmonari e la presenza di protesi alle anche. Il tasso di conversione laparotomica varia tra lo 0 e il 17%. Sono stati riportati casi di metastasi “port-site”, di recidive sulla cupola vaginale, di maggior numero di citologie peritoneali positive post-intervento. Trattandosi in gran parte di segnalazioni isolate non è attualmente calcolabile la reale incidenza di queste possibili complicanze. Esiste un unico lavoro prospettico randomizzato del 2005 che valuta i tassi di sopravvivenza rispetto all’intervento laparotomico che dimostra una sostanziale sovrapponibilità con un lieve trend favorevole alla laparotomia. Sono indicate alcune attenzioni tecniche per ridurre i possibili rischi quali il non utilizzo di manipolatore uterino, la diatermocoagulazione delle tube all’inizio della procedura, la sutura delle sedi di introduzione dei trocar. Bibliografia 1. Geminiani ML, Curtin JP et al. Laparoscopic assisted vaginal hysterectomy for endometrial cancer: clinical outcomes and hospital charges. Gynecol Oncol 1999,73:5 2. Holub Z, Jabor et al. Laparoscopic surgery for endometrial cancer: long-term results of a multicentric study. Eur J Gynaec Oncol 2002, 23:305. Ottobre 2006 Pag. 19 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova 3. 4. 5. 6. 7. Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia Homesley HD, Boike G et al. Feasibility of laparoscopic management of presumed stage I endometrial carcinoma and assesment of accuracy of myoinvasion estimates by frozen section : a gynaecologic oncology group study. Int J Gynecol Cancer 2004,14:341. Magrina JF, Outcomes of laparoscopic treatment for endometrial cancer. Curr Op Obstet Gynecol 2005,17:343. Obermair A, Manolitsas TP et al. Total laparoscopic hysterectomy vs. total abdominal hysterectomy for obese woman with endometrial cancer. Int J Gynecol Cancer 2005,15:319. Sonoda Y, Zerbe M et al. High incidence of positive peritoneal cytology in low-risk endometrial cancer treated by laparoscopically assisted vaginal hysterectomy. Gynecol Oncol 2002,80:378. Tozzi R, Malur S et al. Laparoscopy vs. laparotomy in endometrial cancer: first analysis for survival of a randomized prospective study. J Minim Invasive Gynecol 2005,12:130. Trattamento chirurgico Stadio II Lavaggio cavità peritoneale Ispezione, biopsie LIAB radicale Piver II Linfoadenectomia pelvica sistematica Esame estemporaneo linfonodi pelvici sospetti Linfoadenectomia lomboaortica selettiva opzionale o se linfonodi pelvici positivi Trattamento chirurgico degli istotipi sfavorevoli (sieroso papillifero, cellule chiare, etc.) e degli stadi avanzati Lavaggio cavità peritoneale Ispezione, Biopsie peritoneali LIAB Piver I-II Linfoadenectomia pelvica e lombo-aortica sistematica Omentectomia Asportazione di ogni lesione valutabile Ottobre 2006 Pag. 20 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia TRATTAMENTO CONSERVATIVO IN DONNE GIOVANI DESIDEROSE DI PROLE Anche se la maggior parte dei tumori dell’endometrio si verifica in peri e post-menopausa (95%), circa il 5% compare in donne in età fertile. In tal caso tende ad essere di tipo endometrioide, ben differenziato e in fase precoce. Tipiche sono le pazienti con situazioni di infertilità per anovularietà cronica o sindrome dell’ovaio policistico, in sovrappeso. Per evitare il trattamento standard che comporterebbe la definitiva perdita della capacità riproduttiva sono stati proposti trattamenti conservativi, per lo più di tipo ormonale (terapia con analoghi del GnRh), progestinici, antiestrogeni, inibitori delle aromatasi. In letteratura sono riportate piccolissime serie di trattamento conservativo. In una recente review della letteratura, Ramirez (1) ha trovato dal 1966 al 2003 79 articoli per un totale di sole 81 pazienti. La terapia più usata era quella con progestinici, in particolare Megestrolo acetato 160 mg. al giorno. Le percentuali di risposta al progestinico variano dal 57 al 75%, con un tempo medio di risposta di 3 mesi. La durata media del trattamento ormonale è risultata di 6 mesi, con un tasso di recidiva di circa il 24% e un tempo medio di ripresa di malattia di circa 19 mesi. Nel 47% dei casi la recidiva è stata ritrattata con una seconda terapia conservativa con un tasso di risposta completa del 72%. Nella casistica valutata l’80% delle pazienti desiderose di prole ha ottenuto la gravidanza, spesso con terapie di riproduzione assistita. La paziente che può essere indicata ad un trattamento conservativo è perciò: 9 donna giovane desiderosa di prole 9 con adenocarcinoma ben differenziato di tipo endometrioide 9 in assenza di invasione miometriale 9 con positività per i recettori al progesterone La valutazione della infiltrazione miometriale, oltre alla diagnostica per immagini, potrebbe avvalersi di un trattamento resettoscopico per via isteroscopica come proposto recentemente da Mazzon (2). Nel counseling della paziente è opportuno non dimenticare che alte dosi di progestinico aumentano il rischio tromboembolico e che il rischio di metastasi ovariche in pazienti affette da carcinoma dell’endometrio ad uno stadio di malattia apparentemente IA è di circa il 5% (3) Bibliografia 1. Ramirez PT, Frumovitz M et al. Hormonal therapy for the management of grade I endometrial adenocarcinoma: a literature review. Gynecol Oncol . 2004; 95:133-138. 2. Mazzon I, Corrado G et al. Reproductive preservation for treatment of stage IA endometrial cancer in a young woman : hysteroscopic resection. Int J Gynecol Cancer 2005 in press. 3. Creasman WT, Morrow CP et al. Surgical pathologic spread patterns of endometrial cancer. A Gynecologic Oncology Group Study. Cancer 1987;60:2035/2041. Ottobre 2006 Pag. 21 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia LE RECIDIVE ED IL FOLLOW-UP Le recidive dipendono dai fattori di rischio già ricordati: 9 Età > 60 anni 9 Tipo istologico 9 Grading 3 9 Infiltrazione miometriale >50% 9 Stadio 9 Linfonodi positivi In generale le recidive valutate in tutti gli stadi rappresentano dal 10 al 15% delle pazienti. Un gruppo italiano multicentrico (CTF) ha rilevato su 1.606 pazienti 209 recidive (13%) di cui Tipo di recidiva Vaginale 16,7% Pelvica 32% A distanza 51,2% Sopravvivenza a 5 anni 68% 29% 8% Sopravvivenza a 10 anni 68% 18% 8% La sopravvivenza è complessivamente del 46% se la recidiva si verifica oltre i 2 anni dalla chirurgia, ma solo del 17% se è prima dei 2 anni. La maggior parte delle recidive è sintomatica (perdite ematiche, dolore pelvico, perdita di peso) (dal 46 all’81% delle casistiche). La prognosi non sembra correlarsi con la precocità della diagnosi. Tra quelle asintomatiche il 52% è riscontrato alla visita e il 48% da altri test diagnostici. Proposte di follow-up Basso rischio Stadio IAG1-2, IB G1-2 Esame pelvico semestrale e pap test annuale per due anni Poi controllo annuale Ottobre 2006 Medio rischio Alto rischio III C Stadio IAG3, IB G3 e IC Esame pelvico ogni 6 mesi II Pap test annuale III A e B Esame pelvico ogni 6 mesi per Imaging annuale per 3 anni Ca125 ogni 6 mesi 5 anni Poi ogni anno dopo 5 anni Pap test annuale Imaging e Ca 125 su indicazione Pag. 22 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia LA RADIOTERAPIA NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO Esistono in letteratura tre trials randomizzati sul ruolo della radioterapia nel I Stadio Confronto tra trials randomizzati di radioterapia adiuvante nel I Stadio di Carcinoma dell’Endometrio: Numero di pazienti Norvegese 540 St. I 1968/1974 Trial Tipo di chirurgia LIAB Randomizzazione Recidiva Sopravvivenza locoregionale Brachiterapia vs. Recidive brachi e RT 7% vs. 2% pelvica a 5 anni – p<0,01 LIAB Follow-up vs. RT 14% vs. PORTEC 714 IB pelvica 4% a 5 1990/1997 G2-3 IC anni – G1-2 p<0,01 12% vs. GOG-99 392 IB IC LIAB + linfo Follow-up vs. 3% a 2 1987-1995 IIocculto adenectomia radioterapia anni – pelvica p<0,01 89% vs. 91% p=NS Complicanze severe // 3% 85% vs. 81% a gastrointestinali 5 anni p=0,31 8% 86% vs. 92% a gastrointestinali 4 anni a 2 anni p=0,56 CONCLUSIONI I tre trials randomizzati dimostrerebbero: 1. La radioterapia esterna presenta un miglior controllo delle recidive locali. 2. La radioterapia esterna non migliora in modo statisticamente significativo la sopravvivenza. Vi sarebbe però un lieve trend positivo soprattutto nelle pazienti con almeno due fattori di rischio su tre (età >60 anni – grading 3 – profondità di invasione >50%) in cui le recidive loco-regionali a 10 anni risultano il 4,6% nelle trattate vs. 23,1% nelle non-trattate. 3. Aumento significativo delle complicanze gastro-intestinali soprattutto nel gruppo trattato con chirurgia radicale + radioterapia esterna. Dati recenti suggeriscono che la brachiterapia vaginale potrebbe essere usata alternativamente alla radioterapia esterna ottenendo un controllo locale paragonabile con minori effetti collaterali e conseguentemente un disease free survival ottimale con una migliore qualità di vita. Evidenza tipo II. Su questo razionale è in corso un trial PORTEC 2 tra radioterapia pelvica post-operatoria e brachiterapia vaginale. Rimarrebbe tuttavia una differenza a favore dell’efficacia della radioterapia pelvica nelle donne con rischio davvero elevato di recidiva. Bibliografia 1. Alders J, Abeler V et al. Postoperative external irradiation and prognostic parameters in stage I endometrial carcinoma: clinical and histopathologic study of 540 patients, Obstet Gynecol (1980)56; 419-427. 2. Creutzberg CL, van Putten WL et al. Surgery and postoperative radiotherapy vs surgery alone for patients with stage 1 endometrial carcinoma: multicentre randomized trial. PORTEC Ottobre 2006 Pag. 23 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova 3. 4. Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia study group. Post operative radiation therapy in endometrial carcinoma. Lancet (2000)355;1404-1411. Keys HM, Roberts JA et al. A phase III trial of surger with or without adjunctive external pelvic radiation therapy in intermediate risk endometrial adenocarcinoma: a gynecologic oncology group study. Gynecol Oncol (2004) 92;744-751. Look K Stage I-II endometrial adenocarcinoma evolution of therapeutic paradigms: the role of surgery and adjuvant radiation. Int J Gynecol Cancer 2002,12:237. Proposta di radioterapia post-chirurgica (in stadiazione chirurgica completa) IAG1-2, IBG1-2 Nessuna terapia IBG3, IC Brachiterapia II IBG3, IC Terapia esterna II CON DI FATTORI DI RISCHIO (invasione spazi brachiterapia linfovascolari ecc…) pelvica + IIB, IIIA e IIIB Terapia esterna brachiterapia pelvica + III C Terapia esterna pelvica brachiterapia + chemioterapia + Nel caso di stadio IAG3, in relazione ai fattori di rischio, potrà essere valutata l’opportunità di una radioterapia come proposto dalla stessa linea guida del NCCN (National Comprehensive Cancer Network www.nccn.org). Riferimento bibliografico NCCN Clinical Practice Guideline in Oncology: Uterine Cancers, V.2.2006 Ottobre 2006 Pag. 24 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia LA CHEMIOTERAPIA NEL CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO Sia perché il carcinoma dell’endometrio è una malattia con un’ottima prognosi, sia perché le forme inizialmente in fase avanzata sono inferiori al 5%, sono pochi i dati in letteratura inerenti all’attività della chemioterapia. TAXANI ANTRACICLINE COMPOSTI DEL PLATINO sono gli agenti con maggior attività in grado di ottenere singolarmente una regressione della malattia nel 20 - 35% delle pazienti. Gli studi più datati sono stati condotti utilizzando la doxorubicina. Successivamente si è visto che l’associazione della doxorubicina - cisplatino otteneva una percentuale di risposte maggiori ( 40- 46% ) con miglior sopravvivenza libera da progressione ( 5,2-7,2 mesi) rispetto alla doxorubicina da sola, ma senza miglioramento della sopravvivenza globale. Un trial del GOG ha confrontato cispatino –doxorubicina con taxolo –doxorubicina ottenendo risutati sovrapponibili. Recentemente risultati molto interessanti sono stati riportati con la combinazione di tavolo epirubicina cisplatino con fattori di crescita leucocitari: il regime a tre farmaci era superiore a platino–doxorubicina con percentuali di risposta 57% vs 34%, PFS 8,3 mesi vs.5,3 mesi e sopravvivenza globale 15,3 mesi vs 12,3 mesi. Tale regime si associa ad una maggiore neurotossicità ( Fleming JCO 2004). Studi di fase II hanno riportato con platino-taxolo percentuali di risposta del 60-70% comparabili a quelle riportate con lo schema TAP. Gli schemi nella pratica clinica che possiamo scegliere sono: ADRIAMICINA 60 MG/M2 + CISPLATINO 50MG/M2 OGNI TRE SETTIMANE SCHEMA TAP: DOXORUBICINA 45 mg7m2 + CISPLATINO 50 mg/m2 Giorno 1 TAXOLO 160mg/m2 in tre ore Giorno 2 Filgrastim 1 fiala dal 3 al 12 giorno Ogni tre settimane CARBOPLATINO AUC 6 TAXOLO 175 Mg/m2 Il GOG attualmente ha in corso un trial che confronta lo schema TAP con CARBOPLATINO TAXOLO. Poiché nella nostra comune esperienza il CARBOPLATINO TAXOLO è uno schema maneggevole e ben tollerato nella maggioranza delle pazienti, si può convenire di scegliere quest’ultimo trattamento. LA TERAPIA ORMONALE La più comune terapia ormonale nel carcinoma dell’endometrio è rappresentata da progestinici che producono una buona risposta nel 15-30 % delle pazienti, con significativo miglioramento della sopravvivenza. La risposta alla terapia ormonale è correlata con la presenza e livello dei recettori ormonali e grado di differenziazione del tumore. Nelle pazienti con recettori positivi si ottengono risposte alla terapia ormonale nel 75 % dei casi. Ottobre 2006 Pag. 25 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia I farmaci usati sono: MEGESTROLO MEDROSSIPROGESTERONE ACETATO 200 mg-1000 mg /die INDICAZIONI ALLA CHEMIOTERAPIA Terapia precauzionale La terapia ormonale precauzionale non si è dimostrata utile. Negli stadi I e II non vi è indicazione per chemioterapia precauzionale. Stadio IIIA: è uno stadio complesso per la scelta terapeutica postchirurgica. Si fa chemioterapia se : - vi è interessamento della sierosa del corpo - citologia peritoneale positiva - vi è interessamento delle ovaie/tube In tutti gli altri stadi III, quando vi è interessamento della vagina, metastasi ai linfonodi pelvici e lomboaortici, è indicata chemioterapia precauzionale. Lo schema di chemioterapia precauzionale preferibile, in assenza di linee guida e dati da trial randomizzati, può essere rappresentato da: CISPLATINO ADRIAMICINA per sei cicli La programmazione di una terapia precauzionale dopo chirurgia per carcinoma dell’endometrio deve essere discussa e concordata tra ginecologo, radioterapista ed oncologo. Terapia precauzionale degli istotipi speciali: Adenocarcinoma sieroso papillifero ed adenocarcinoma a cellule chiare Il trattamento post-chirurgico richiede la chemioterapia precauzionale anche nel I stadio secondo lo schema CARBOPLATINO TAXOLO per sei cicli. Terapia della malattia avanzata, recidivata e metastatica. Eseguire il dosaggio dei recettori ormonali. Se i recettori sono positivi e la malattia è a basso grado di malignità, la terapia di prima linea è rappresentata dalla terapia ormonale. Se i recettori sono negativi, la malattia è aggressiva o in progressione dopo terapia ormonale, si sceglie la chemioterapia. Bibliografia 1. Fleming GF, Brunetto VL, Cella D, et al.: Phase III trial of doxorubicin plus cisplatin with or without paclitaxel plus filgrastim in advanced endometrial carcinoma: a Gynecologic Oncology Group Study. J Clin Oncol 22 (11): 2159-66, 2004. [PUBMED Abstract] 2. Fleming GF, Filiaci VL, Bentley RC, et al.: Phase III randomized trial of doxorubicin + cisplatin doxorubicin + 24-h paclitaxel + filgrastim in endometrial carcinoma: a Gynecologic Oncology Group study. Ann Oncol 15 (8): 1173-8, 2004. [PUBMED Abstract] 3. Axelrod JH, Gynecologic Oncology Group: Phase II Study of Whole-Abdominal Radiotherapy in Patients with Papillary Serous Carcinoma and Clear Cell Carcinoma of the Endometrium or with Maximally Debulked Advanced Endometrial Carcinoma, GOG-94, Clinical trial, Closed. [PDQ Clinical Trial] Ottobre 2006 Pag. 26 di 27 Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Unità Sanitaria Locale Reggio Emilia 4. The efficacy of adjuvant platinum-based chemotherapy in Stage I uterine papillary serous carcinoma (UPSC) C.S. Dietrich IIIa, Gynecologic Oncology 99 (2005) 557 – 563 5. Lentz SS: Advanced and recurrent endometrial carcinoma: hormonal therapy. Semin Oncol 21 (1): 100-6, 1994. [PUBMED Abstract] 6. Thigpen JT, Brady MF, Homesley HD, et al.: Phase III trial of doxorubicin with or without cisplatin in advanced endometrial carcinoma: a Gynecologic Oncology Group study. J Clin Oncol 22 (19): 3902-8, 2004. [PUBMED Abstract] 7. Randall ME, Filiaci VL, Muss H, et al.: Randomized phase III trial of whole-abdominal irradiation versus doxorubicin and cisplatin chemotherapy in advanced endometrial carcinoma: a Gynecologic Oncology Group Study. J Clin Oncol 24 (1): 36-44, 2006. [PUBMED Abstract] 8. Hancock KC, Freedman RS, Edwards CL, et al.: Use of cisplatin, doxorubicin, and cyclophosphamide to treat advanced and recurrent adenocarcinoma of the endometrium. Cancer Treat Rep 70 (6): 789-91, 1986. [PUBMED Abstract] 9. Seski JC, Edwards CL, Herson J, et al.: Cisplatin chemotherapy for disseminated endometrial cancer. Obstet Gynecol 59 (2): 225-8, 1982. [PUBMED Abstract] 10. Ball HG, Blessing JA, Lentz SS, et al.: A phase II trial of paclitaxel in patients with advanced or recurrent adenocarcinoma of the endometrium: a Gynecologic Oncology Group study. Gynecol Oncol 62 (2): 278-81, 1996. [PUBMED Abstract] Ottobre 2006 Pag. 27 di 27