26 Cronaca - Gruppo Athesis
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26 Cronaca - Gruppo Athesis
L'ARENA Domenica 1 Febbraio 2015 ç 26 Cronaca Cronaca 27 L'ARENA Domenica 1 Febbraio 2015 Verona,ilconflitto,lestorie Lacittà eil centenario/31 1914 1918 LA GRANDE GUERRA Pittoreescultore d’avanguardia UmbertoBoccioninacque a ReggioCalabria il 19ottobre del 1882e morì aChievoil17 agosto 1916.Fu pittore e scultore, tra i principaliteorici edesponenti del movimento futurista.Nel 1910 Dopol'incontro con idivisionisti e conMarinetti scrive con Carrà, Russolo,Balla e Severini,il Manifestodeipittori futuristi. ILPERSONAGGIO. Ilgrandeartistaè tra gliinterventistiaccantoa Filippo TommasoMarinettiead altriesponenti del nuovomovimentoartistico-culturaledel ’900 Boccioni,ilfuturista:l’arte in primalinea Arruolatosicomevolontarionel battaglionedeiciclisti-automobilisti partecipa allapresa di Dosso Casinasull’Altissimo Emanuele Luciani Mentre in Francia infuria la battaglia della Marna, Umberto Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti organizzano a Milano le prime manifestazioni interventiste. Sono fermamente convinti della necessità di una partecipazione dell'Italia alla guerra e negli scontri con i neutralisti non si risparmiano, tanto che finiscono anche in prigione. Quandoquella loro aspirazione diviene realtà, si dimostrano coerenti e si arruolano nel «Battaglione lombardo dei volontari ciclisti automobilisti», una unità che, almeno in teoria, appare adatta ai futuristi. Cultori del movimento e della velocità, idolatrano infatti l'automobile, che secondo loro è più bella della Vittoria di Samotracia, ma non disdegnano la bicicletta. Nel luglio del 1915, i volontari si trasferiscono (in bicicletta) da Gallarate a Peschiera, dove continuano il loro addestramento e dove vengono «trasformati» in alpini, destinati a combattere sul Baldo. E sul Baldo Boccioni riceve il battesimo del fuoco in una battaglia che si conclude con la presa di Dosso Casina sull'Altissimo. Impara così a conoscere anche gli aspetti più prosaici (la vista di un commilitone ucciso, la noia, la disciplina) di quella guerra che tanto aveva desiderato. Dopo un momentaneo congedo, è ancora in grigioverde, questa volta nell'artiglieria da campagna, ma sempre nel Veronese, a Chievo. Siamo nell' Ilsoldato Boccionimuore nell’agosto del1916dopo unacadutada cavalloallaSorte Tra Baldoe Creino Lebattaglie sulfronte dell’altolago UmbertoBoccionimorìperunacaduta dacavalloa Chievo AutoritrattodiUmberto Boccioni davanti algesso di «Espansionespiralica di muscoliin movimento» Lalapidealla Sorte(Chievo)dove Boccionimorì FOTO MARCHIORI estate del 1916, ed il 18 agosto «L'Arena» pubblica un breve articolo di cronaca intitolato «Mortale caduta da cavallo». Vi si riferisce che «il soldato di artiglieria Boccioni Umberto», disarcionato dal cavallo imbizzarrito, era rimasto inanimato al suolo, e, trasportato all'Ospedale militare, era deceduto nonostante le «energiche e affettuose cure» dei medici. Il giornale precisa che Boccioni era «un buon pittore, noto specialmente in campo futurista», ma non concede molto spazio ad un personaggio che non gode ancora della fama che gli toccherà più tardi. Latombadi Boccionial Monumentale conledediche degliamici Quella «mortale caduta da cavallo», che si rivela fatale per uno dei più grandi artisti italiani del Novecento, è originata da una serie di circostanze. Boccioni, infatti, si trova in quel luogo e in quel momento in seguito ad un mancato appuntamento con un amico veronese, Giorgio Ferrante, che doveva raggiungerlo in bicicletta. Ferrante è trattenuto da un impegno imprevisto, ma Boccioni pensa ad un ritardo, o a un equivoco sull'ora dell'appuntamento e gli va incontro a cavallo. Lo scarto dell' animale (il «potente scarto» scriverà poi «L'Arena») è originato dal passaggio di un auto- carro.Il tutto si verifica in una località vicina a Chievo, il cui nome (Sorte) appare tragicamente intonato all'evento. Nel luogo dell'incidente, viene posta, qualche mese dopo, una lapide, tuttora esistente. Quando la notizia della scomparsa dell'artista si diffonde, molti uomini di cultura la commentano, formulando dei giudizi talora degni di essere ricordati. Come l'annotazione che Giuseppe Prezzolini affida alle pagine suo diario: «La morte è stata crudele con Boccioni che è finito caduto da cavallo: morte da fatto di cronaca. Gli ha tolto la possibilità dell'eroismo». • Boccionie i futuristi chesi eranoarruolatinel Battaglione deivolontariciclisti e automobilistifiniscono a combatteresull’Altissimo e sul Baldo.Qui, lungola valle cheda Moriscende alLago diGarda, correva la linea delfronte. L’Altissimo e ilBaldovenivano bombardatidalle linee austriachecheeranoattestate difronte,cioè inValdiGresta e sulMonte Creino.Proprio le trinceediMonteCreino,con il lorospettacolarepanoramasul Baldo,l’Altissimo e illago, sono staterecuperate(compresala postazionecannoniera), sono visitabilie sono oggettodi una recenteguida,corredate di fotosiaattualichestoriche e testimonianzetrattedai diari diufficiali austriaci,curata da PaoloPavan,veronese ma originariodella ValdiGresta. Il volume si intitola«Letrincee sulMonte Creino,caposaldo austro-ungaricodella Val di Gresta,Trento 1914-1918». Sono72pagine ricchedi informazionistoriche con 55 fotografiee a coloridiautori vari e 8storiche inbianco/nero, scattatedagli ufficiali austro-ungaricipresentisul monteCreino,scelte dall’archivioOswaldMederledi Bressanonecheha permesso diutilizzarle aiutando l’autorea controllarei datistorici assiemea AlessioLess e GiorgioBenoni. Inoltreè riprodottaanche una cartamilitare dell’esercito italianodel1916, l’itinerario delletrincee;l’osservatorio di artiglieria;il diariodel tenente FelixHecht von Eleda.21 ottobre1916 –5febbraio 1917. TESTIMONIANZA. Boccioni dalfronte soprail lagoscrive letteread amicie familiari ein un quadernoannotalefasidell’avanzata sulmonte «Sentieroboscoinsidia», diarioin stileeroico La festa della partenza e l’angoscia dei momenti che precedono la battaglia Così l’artista si confessa Elena Cardinali Nel 2008 al Museo di Riva del Garda venne allestita un’interessante mostra, «Futuristi a Dosso Cassina, a cura di Luigi Sansone che curò anche il relativo catalogo. Questo testo, edito da Mazzotta, rappresenta un documento prezioso per capire il rapporto tra i Futuristi e la Grande Guerra, dal punto di vista della ricerca storica che da quello iconografico. L’artista Umberto Boccioni, morto al Chievo e sepolto al cimitero monumentale, rappresenta uno dei temi della rassegna, spesso a fianco dell’autore del manifesto dei Futuristi, Dasinistra, ifuturisti aParigi nel 1912:Russolo,Carrà, Marinetti, Boccionie Severini Filippo Tommaso Marinetti. Il testo riporta l’iter della formazione del Corpo di volontari ciclisti che parteciperà al primo conflitto mondiale. Nel 1905 , dalla fusione del Comita- to Nazionale Volontari Ciclisti e Automobilisti di Milano con il Comitato di Roma, ebbe origine il Comitato Centrale dei Volontari Ciclisti Automobilisti (Vca) che nel 1908 venne ri- conosciuto come Corpo militare sottoposto alla vigilanza del Ministero della Guerra. Il gruppo più numeroso dei futuristi fa parte della Terza Compagnia, ottavo plotone, dove militano Filippo Tommasi Marinetti (il quale, respinto alla visita medica per un’ernia, si farà operare), Umberto Boccioni, il pittore marchigiano Anselmo Bucci, l’architetto lombardo Antonio Sant’Elia, i pittori milanesi Carlo Erba e Ugo Piatti, il pittore ferrarese Achille Funi, l’artista sassarese Mario Sironi e il pubblicista Mario Buggelli.Il testo di Sansone annota che nel disengo di Adriana Bisi Fabbri eseguito il 21 luglio del 1915 dal balcone di una casa di Milano, ritrae Umberto Boccioni mentre con un gruppo di volontari ciclisti saluta la folla festante e si avvia verso Peschiera, dove sarà impegnato nella sorveglianza del Garda. E un giovanissimo testimone, Marco Bisi ricorda la partenza di Boccioni «vestito con l’uniforme grigio-verde dei volontari, con gli stivali al posto delle ghette di fanteria».Il testo riporta anche brani del diario di guerra, in stile futurista, di Boccioni come il brusco risveglio a Peschiera quando il suo battaglione è appena partito e lui lo raggiunge in modo rocambolesco con una moto, sotto la pioggia. Ricorda anche la perlustrazione effettuata il 14 ottobre: «Allegria, uscita, reticolati gioia festa VIII Plotone in testa, sentiero bosco insidia attenzione quattro di punta! Marinetti Boccioni Sant’Elia Bucci. Cautela udito vista= tensione massima, arrivo Malga Casina Capanna in pietra austriaca presa Marinetti entra baionetta buio deserta attesa 15 minuti partenza. Sono io in testa felicità. Siamo a 4 chilometri dalle nostre trincee a 900 sul lago circa metà dell’Altissimo 2070. A 150 metri da me vedo incertamente poi sicuro Austriaco alzarsi scappare. Tutti vedono siamo a terra osserviamo. Altro Austriaco poi altro. Ordine tenente correre baionetta prendere piccola trincea. Sono in testa procediamo ridendo dicendo: siam fottuti. Circondiamo io a destra Marinetti centro poi Sant’Elia poi Bucci». Tra il 15 e il 18 ottobre dal diario di Boccioni risulta che l’ottavo plotone si sposta tra Peschiera e Malcesine. L’occupazione di Dosso Remitt e Dosso Casina è vicina. Nelle ore precedenti al combattimento Boccioni scrive all’amico Vico Baer, esprimendogli preoccupazione per la madre, che resterebbe sola se lui morisse in combattimento. In una lettera-testamento al cognato Guido Callegari, datata Malcesine 22 ottobre 1915, alla vigilia della battaglia ribadisce il suo affetto alla famiglia. Poi compilerà un vivace diario della battaglia e, infine, della vittoria. Il 27 ottobre i volontari fanno ritorno a Malcesine, in vista del congedo. «Cosa farò? A Milano, senza zona di guerra, potrò vivere?». •