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NOVEMBRE 2008 SCUOLA DI PENSIERO “Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 8 Anno 2008”- € 1,20 6 RUBRICHE ANATOMIA DI UN GIORNO PERFETTO Il libro di Melania Mazzucco Ieri accadrà Appuntamenti Antitv Note acute Forum 20 23 24 QUANTO COSTA IL SILENZIO Noir a Manhattan LA VITA NON È UN LUNGO FIUME TRANQUILLO Diario di tre sorelle LA LOGICA DELL’UTILE A SCUOLA? La provocazione del mese 35 36 47 «IO, RAGAZZA DELLA PORTA 52 ACCANTO» Venti minuti con Federica Pellegrini POLITICI SU FACEBOOK “Toppe virtuali” per avvicinarsi agli elettori GENERAZIONI MODERNE Reportage dal meeting di Bomarzo TUTTA UN’ALTRA MUSICA Viaggio tra le band emergenti COME IN UN ACTION MOVIE Carlo Freccero alla Scuola Holden HIP HOP, UNA DICHIARAZIONE D’AMORE Istruzioni per una musica “che spacca ” ENTRA “NEL GIRO GIUSTO” Chi è veramente Bugo? 54 56 INCREDIBILE E TRISTE STORIA DI 58 UN BLOGGER Blog, informazione e censura GIOVANI CRITICI NEI PANNI DI UN UOMO FRAGILE Intervista a Pierfrancesco Favino 40 42 46 COSTUME E SOCIETÀ UN’EMAIL A… Roberto Saviano MUSICA 32 45 SHAKESPEARE LOW La lezione-spettacolo di Giancarlo Sepe INCHIESTA Tutti in classe turistica! 26 Tra mete ideali e nuove motivazioni, il viaggio di Zai.net e Touring Club Italiano per capire come cambia il viaggio di istruzione novembre n°8 Direttore responsabile Renato Truce Vice direttore Lidia Gattini Coordinamento di redazione Eleonora Fortunato Segreteria di redazione Sonia Fiore Redazione di Torino Simonetta Mitola corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Redazione di Genova Giovanni Battaglio e-mail: [email protected] Redazione di Roma Simona Neri, Martina Chichi via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel. 06.47881106 - fax 06.47823175 e-mail: [email protected] Hanno collaborato Antonella Andriuolo, Ludovica Antonimi, Michele Barbero, Giovanni Battaglio, Roberto Bertoni, Marco Billeci, Lorenzo Brunetti, Martina Chichi, Chiara Colasanti, Emanuele Colonnese, Valentina Costa, Alessandra D’Acunto, Debora Lambruschini, Michael Lorenzelli, Roberta Lulli, Daniele Mainelli, Marzia Mancuso, Marina Marchese, Matteo Marchetti, Caterina Mascolo, Fabio Perrone, Samuele Sicchio, Francesco Testi, Federica Zaccarelli, Jacopo Zoffoli. Direttore dei sistemi informativi e multimediali Daniele Truce Impaginazione Manuela Pace, Marianna Montalbano Illustrazioni Alessandro Pozzi Fotografie e fotoservizi Circolo di Sophia, Massimiliano T., Fotolia, Agenzia Infophoto, Sara Capparella Sito web: www.zai.net Francesco Tota L’autunno caldo di questo 2008 ormai in fuga vi vede nelle piazze, a difendere il diritto a un’istruzione di qualità, ma non dominata dalla logica dell’interesse e dell’utile, in una sola parola, pubblica, poiché senza questo aggettivo non vedete un futuro veramente uguale per tutti. E così non potevamo non aprire il numero con una selezione degli interventi che più ci hanno colpito (forum a pag. 18), uno dei quali è diventato la provocazione a Valentina Aprea, presidente della VII Commissione Cultura alla Camera (la risposta è a pag. 21). Ma della scuola vi proponiamo anche il volto più amato, cioé il viaggio di istruzione nell’identikit tracciato da Touring Club Italiano in collaborazione con Zai.net. A pag. 26 il servizio scritto da Debora illustra i dati dell’indagine a cura del primo Osservatorio sulla gita scolastica – a cui molti di voi hanno partecipato rispondendo ai questionari diffusi nelle scuole e online sul nostro sito tra maggio e giugno – e vi aiuterà a sfatare qualche luogo comune; chissà, poi, se vi riconoscete in uno dei profili tracciati dal nostro ironico test a pag. 30. In copertina un’immagine di Pierfrancesco Favino: il talentuoso attore italiano sta vivendo il suo momento d’oro impegnato com’è sui set di mezzo mondo. A pag. 40, con l’intervista realizzata da Lorenzo, sentiremo cosa ha da raccontarci sul suo ultimo film nelle sale, “L’uomo che ama”, per la regia di Maria Sole Tognazzi. Con Giancarlo Sepe facciamo un salto nel mondo del teatro, alla scoperta di uno Shakespeare che forse molti di noi conoscono poco, quello dei personaggi bassi, balordi e ignavi, nel progetto che il Teatro Eliseo di Roma ha ideato per le scolaresche: “Shakespeare Low”. Da non perdere, a pag. 32, uno speciale sulla musica emergente curato da Fabio – “ho selezionato solo quelli che hanno davvero qualcosa di nuovo da dire!” - e, a pag. 52, l’intervista con una fuoriclasse del nuoto azzurro, Federica Pellegrini. Buona lettura! Editore Mandragola Editrice società cooperativa di giornalisti via Nota, 7 - 10122 Torino Zai.net ha ricevuto il patrocinio di Stampa Stige S.p.A. - via Pescarito, 110 10099 S. Mauro (To) Concessionaria esclusiva pubblicità: Mandragola ADV corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7707002 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Zai.net Lab Anno VII / n. 8 - novembre 2008 Autorizzazione del Tribunale di Roma n°486 del 05/08/2002 Abbonamento sostenitore: 10 euro Abbonamento annuale studenti: 7 euro (9 numeri) Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice società cooperativa di giornalisti versamento su c/c postale n° 73480790 via Nazionale, 8 - 00184 Roma tel 06.47881106 - fax 06.47823175 La rivista è stampata su carta riciclata E 2000, Cartiere Cariolaro Main sponsor Centro Unesco di Torino I CANTIERI DELL’ETERE Direzione Turismo, Commercio e Sport Zai.net è su In collaborazione con Questa testata fruisce dei contributi statali diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Il progetto "Zai.net: un pieno di solidarietà" è patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico Hanno contribuito a questo numero: Alessandra D’Acunto Sonia Fiore 34 anni, nata a Giaveno, paesino dell’interland torinese, vive a Torino. È la segretaria di redazione, nonché una delle voci dei notiziari di Radio Zai.net, cura i contatti con le scuole superiori che aderiscono al progetto Zai.net e si occupa della distribuzione e degli abbonamenti. Se non ricevete la vostra copia della rivista prendetevela con lei! Adora il fitness e le danze caraibiche, fare shopping, leggere e andare al cinema. Elisa Moretti Nata a Genova 28 anni fa, ha vissuto a Savona fino alla maggiore età, per poi trasferirsi a Torino. Durante l'adolescenza ha deciso che sarebbe diventata una giornalista. Ha un cane di 14 anni appena preso in canile, è vegetariana, ama viaggiare, adora la musica punk-rock-folk italiana e segue i suoi gruppi preferiti nei concerti in tutta Italia. Coordina la redazione di Zai.net Piemonte e dà una mano ai giovani reporter di Radio Zai.net. Michael Lorenzelli 18 anni, frequenta il Liceo sociopsico-pedagogico "Marie Curie" di Collegno (To), ma le sue passioni vanno ben al di là delle materie di studio. Ama, infatti, il calcio ("solo quello giocato" tiene a precisare), scrivere di sé e, come ci dimostra proprio in questo numero, dell'hip hop, genere a cui ha dedicato una vera e propria dichiarazione d'amore (pag. 35). La musica, però, non la ascolta soltanto: provate a cercare 'Miliziapostatomica' su MySpace... 19 anni, vive e studia a Roma. Le piace scrivere, cantare e suonare il pianoforte (musica e moda sono le due M della sua vita, ci ha confidato). Tra le cose che ama di più ci sono la Sicilia, con i suoi luoghi e la sua gente, e passare il tempo con i bambini in veste di educatrice dell'Azione Cattolica. Il suo sogno è diventare una giornalista di moda, appassionata com’è di tendenze e grandi firme: perciò, da questo numero in poi, ci dà appuntamento nella sua rubrica, “Gira la moda” (pag. 16). Fabio Perrone Antonella Andriuolo 22 anni, romana, studia Lettere moderne nella sua città e collabora con Zai.net fin da quando era allieva del liceo “Socrate”. Universitaria di giorno e redattrice di sera, come ama ripetere lei, è molto appassionata di scrittura, di libri (soprattutto i grandi classici russi) e di arte. Da qualche settimana è la voce che anima le trasmissioni di Radio Zai.net da Roma, ma su questo numero a pag. 42 potrete godervi la sua intervista a un grande maestro del teatro, Giancarlo Sepe. 18 anni, vive a Roma e studia alla facoltà di Economia. Collabora con Zai.net e Radio Zai.net da ormai tre anni, ma più che un virtuoso della scrittura si definisce un musicista. Il suo strumento è la batteria, che suona all’interno dei Firedust. Nel tempo libero pratica il nuoto, gioca a calcetto e legge romanzi. A pag. 32 ci farà viaggiare tra le band emergenti più promettenti della scena musicale italiana, cui ha dato anche i voti. GIORNALISTI CON UN GE A ST K C BA Cos’è Zai.net? LO SAPEVATE CHE BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA? LORO L'HANNO FATTO... Quella che state sfogliando è la rivista mensile che fa un po’ da vetrina a tutte le attività e le interattività del network, che prende vita soprattutto nel sito, nella radio, nelle notizie del Televideo Regionale Rai, nel supplemento mensile “Zai.net - Giovani reporter dalla Liguria”, nell’inserto mensile “Sotto i venti” del quotidiano Il Riformista. Dove si trova Zai.net? Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a scuola, in classe. Per ricevere la tua copia direttamente a casa, puoi abbonarti individualmente andando sul sito www.zai.net e seguendo le istruzioni alla voce “Abbonamenti”. Come mai gli articoli sono scritti da studenti e non da giornalisti? Qui è il nodo di tutta la faccenda. Noi che siamo i coordinatori della rivista riteniamo di dare ai ragazzi delle scuole uno strumento in più per raccontarsi, identificarsi e confrontarsi, nonostante le distanze geografiche e le diverse tipologia di scuola. Come si entra a far parte della redazione? Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]): noi vi teniamo al corrente sul percorso degli articoli e vi forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le distanze non contano: dialoghiamo continuamente attraverso Internet e il telefono. Contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere. Chi sceglie gli argomenti su cui scrivere? Beh, gli stimoli ci vengono dall’attualità, ma anche dagli argomenti di studio, dai vostri hobby, dal vostro universo. A noi spetta il compito di coordinarvi sollecitandovi a seguire le regole principali del giornalismo. Come si finanzia Zai.net? Finora ha spesso contato sul contributo economico di enti pubblici e privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità formative. Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta dalla nostra cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice. RICORDA CHE ZAI.NET È ANCHE SUL TELEVIDEO REGIONALE RAI ALLE PAGINE 592-596 Info: [email protected] - tel. 06 47881106 SELENE, 16 ANNI GENOVA Credo che l'informazione rappresenti un settore vitale per la nostra società dal momento che serve a rendere consapevoli i cittadini - compresi noi giovani - di ciò che accade. Zai.net mi offre l'opportunità di confrontarmi con ciò che mi sta attorno, mi aiuta a riflettere su questioni di rilevanza nazionale nei forum. Mi permette, inoltre, di mettermi alla prova, che poi significa imparare sempre qualcosa di nuovo. Spero che possa coinvolgere sempre più ragazzi. MICHELE, 18 ANNI REGGIO EMILIA Mi piace l'idea di un giornale per ragazzi che sia scritto veramente da ragazzi nostri coetanei e non da trentenni frustrati che provano a fare i “gggiovani”. Per questo ho cominciato a collaborare con Zai.net, una specie di luogo dorato dove anche i meno esperti, se capaci, possono svolgere incarichi appaganti. Io sono stato catapultato di recente in un’inchiesta sulle mense scolastiche, chissà che presto non vediate su queste pagine i frutti del mio lavoro. MARIA GRAZIA, 17 ANNI LECCE Inizialmente, quando ho visto le prime copie arrivare nella mia scuola, ho pensato “uffa, un altro stupido giornaletto”! Poi, invece, leggendolo ho imparato ad apprezzarlo, fino al giorno in cui ho preso il cuore in mano e ho cominciato a spedire i miei articoli alla redazione. Nessuna delle persone che mi hanno risposto mi ha mai riso in faccia – come invece temevo – per aver provato a scrivere su alcuni argomenti, magari delicati o insoliti. TI N E M A NT U P AP dal 4 al 23 NOVEMBRE CATANIA La stagione 2008/09 del Teatro Stabile di Catania è aperta da Un bellissimo novembre. La rappresentazione, tratta dal romanzo di Ercole Patti e messa in scena da Mario Missiroli, narra l’adolescenza di un ragazzo catanese ambientata tra i salotti cittadini e la campagna siciliana. www.teatrostabilecatania.it dal 5 all’ 9 A cura di Marina Marchese, 20 anni Milano Il Il 8 RIMINI Il quartiere fieristico si apre al riciclo con Ecomondo, grande esposizione di prodotti ecocompatibili e ottenuti da materiale ricicliato. L’ecodesign però non è unico oggetto della mostra, che ha come protagonista il ciclo completo del rifiuto. Giochi, spettacoli e rassegne sono stati pensati proprio per i più giovani. www.ecomondo.com 6 all’ 8 TORINO Tre giorni dedicati alle sonorità digitali in occasione del Club To Club – Festival internazionale di musiche e arti elettroniche. Tanti gli ospiti previsti per questa ottava edizione: Ellen Allien, Munk, The Mole e molti altri artisti famosi tra gli amanti del genere musicale. www.clubtoclub.it 12 al 16 dal NAPOLI A Napoli e provincia ha luogo Le connessioni inattese. La storia, la scienza, la propaganda, iniziativa multimediale che prevede seminari, appuntamenti cinematografici e teatrali, laboratori e premi per le scuole. Quest’anno per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie sono in cartello incontri con le aziende di innovazione tecnologica, corsi sul linguaggio cinematografico, incontri sulla storia della propaganda. www.leconnessioniinattese.com dal dal dal VALLELUNGA (Rm) Inaugurazione della rassegna relativa alla seconda Biennale d'arte dei giovani, curata dall’Accademia di Belle arti di Bologna. Un tema comune per le tante opere selezionate: l’arte urbana. In mostra ci saranno dunque installazioni e opere di moralismo, graffitismo e wall painting, tutte realizzate da artisti emergenti. www.accademiabelleartibologna.it (info al numero 051-4226441) 5 TUTTA ITALIA Scade il bando per partecipare alla ventesima edizione di Musicultura, il concorso che ha lanciato Simone Cristicchi, gli Avion Travel e numerosi altri talenti italiani. Edoardo Bennato, Carmen Consoli, Giorgia, Dacia Maraini, Vasco Rossi e Daniele Silvestri sono solo alcuni dei nomi che giudicheranno le canzoni inviate da solisti o gruppi musicali per il ventennale dell’iniziativa. www.musicultura.it 21 al Il 25 TUTTA ITALIA Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole indetta da Cittadinanzattiva. L’evento rientra nella campagna Impararesicuri e vi può aderire qualsiasi istituto facendo richiesta del materiale gratuito. www.cittadinanzattiva.it 29 TORINO Torna l’appuntamento annuale con il cinema nel capoluogo piemontese. Il ventiseiesimo Torino Film Festival, diretto per il secondo anno consecutivo da Nanni Moretti, presenterà circa 30 lungometraggi tra pellicole in concorso e fuori, con lo scopo di far emergere nuovi cineasti di talento. Tre le retrospettive del 2008: due dedicate ai registi Polanski e Melville e una terza incentrata sul movimento cinematografico noto come British Renaissance. www.torinofilmfest.org dal 28 al 30 LANCIANO (CH) Presso il Polo Fieristico si svolge la Fiera sulla sostenibilità ambientale, la SustExpo. La manifestazione, incentrata sulle energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile, mette a disposizione delle scuole mezzi di trasporto gratuiti per consentire agli studenti di conoscere da vicino le ultime tecnologie e di partecipare agli incontri con i professionisti dell’ambiente. www.sustexpo.eu 15 GENOVA Per gli studenti delle scuole superiori alle prese con le scelte per il futuro torna il Salone Orientamenti, l’appuntamento organizzato ogni anno dalla Regione Liguria alla Fiera di Genova. Un evento imponente che vede coinvolti università, istituti di istruzione secondaria, imprese, professionisti, docenti, famiglie e, come protagonisti assoluti, gli studenti. 15 Il 29 ROMA Unica data italiana per Tracy Chapman, che presenta l’album in uscita il 10 novembre, Our Bright Future, sul palco dell’Auditorium della Conciliazione. Si tratta del primo tour in oltre dieci anni che vede la cantautrice esibirsi sola, senza l’accompagnamento di altri musicisti. www.auditoriumconciliazione.it A cura di Martina Chichi, 22 anni Roma AN TIT V Nuova stagione tv, nuovi reality show Vita breve al Ballo delle debuttanti condotto da Rita Dalla Chiesa sull’ammiraglia delle reti Mediaset. Come mai lo share è stato così inclemente con quello che Verissimo aveva definito il “più rappresentativo quadro delle ventenni del 2008”? Giudicatelo da voi… Le ragazze Pop e Chic – questi i nomi delle due squadre in competizione per la partecipazione al Gran Ballo di Vienna e una borsa di studio di 100mila euro – si affrontano ogni settimana in prove di galateo (del calibro “mangiare un gelato educatamente”) e per seguire qualche lezione di danza con due grandi ballerini e coreografi (non immaginate ragazze con i piedi sanguinanti, qui talento e sacrifici non sono richiesti). Atteggiamenti opposti e più che prevedibili per i due gruppi: le Chic (anche se alcune di chic hanno poco e niente) sono le perbeniste della situazione, quelle spacciate per donne d’altri tempi che, semplici e pudiche, di fronte a decine di abiti scelgono quello che più farebbe contenta la bisnonna. Le Pop, invece, devono interpretare una triste versione d’Eliza Doolittle: attratte in modo irresistibile dallo scintillio delle paillette rosso fuoco, quando siedono a un tavolo non sanno neppure dove mettere il tovagliolo; le loro esibizioni, in antitesi a quelle classiche delle Chic, sono provocatorie a ogni costo. Ancora stupiti della cancellazione del programma dal palinsesto? Tg dipinti di porpora Non può esservi sfuggito che nel pieno della crisi finanziaria che ha sconvolto le borse e i mercati di tutto il mondo ai Tg delle nostre reti nazionali – ma anche sui giornali – i più illustri commentatori erano loro, i cardinali, quando non direttamente Papa Ratzinger. Ma se vi occorresse una ripassatina, ecco qualche appunto che mi sono presa guardando il Tg1 del 30 settembre, edizione delle ore 20.00. È in onda un servizio dai toni apocalittici e un’intervista al direttore de «Il Sole 24 Ore» Ferruccio De Bortoli conclude il filmato; alzo gli occhi un secondo dopo e vedo sullo schermo un bel primo piano del segretario di Stato del Vaticano, Tarcisio Bertone. Il giornalista riporta l’ultima dichiarazione del cardinale, secondo il quale la crisi è senza dubbio “la prova dell’esito delle politiche quando queste dimenticano i valori del cristianesimo”, per poi concludere con una grande tesi economica: “Il mercato è un mezzo non un fine”. Un contributo davvero significativo, specie in un momento in cui la Chiesa lamenta di non avere abbastanza voce in politica; specie se a trasmettere l’affermazione del porporato è il telegiornale più seguito della televisione pubblica. CH E -T HI NOTE SUL FUTURO DEL GIORNALISMO: LA MORTE DELLA PROFESSIONE S e c’è una qualità che i giornalisti – quelli bravi – hanno rispetto al resto del mondo è la sintesi. Qualche giorno fa mi trovavo al Festival dell’Internazionale a Ferrara. Fra gli altri invitati STUDIO ILLEGALE: C’È UNA CYBER-TALPA NEL MONDO DELLE LAW FIRMS! P er chi scrive – e credo anche per la maggior parte di voi che state leggendo – il mondo del lavoro è ancora una realtà marginale nella vita quotidiana. Per questo motivo i luoghi di lavoro sono avvolti da un’aurea semi-leggendaria: gli uffici, gli studi, i retrobottega sono, visti da fuori, governati da meccanismi semi-magici. Nella quasi totalità dei casi questa magia termina non appena si entra attivamente in tali contesti e si scopre che c’è ben poco di meraviglioso. Tuttavia, alcuni ambienti lavorativi mantengono, anche in età adulta, una fitta nebbia di mistero, spesso anche per chi li vive dall’interno. Il NO TE A cura di Matteo Marchetti, 20 anni Roma A cura di Marco Billeci, 20 anni Pisa c’era David Randall, giornalista inglese dell’Indipendent dalla trentennale e gloriosa carriera. Chiamato a discutere del futuro del giornalismo, Randall ad un certo punto ha chiesto al pubblico: “In quanti hanno un’opinione sulla guerra in Iraq?”. Quasi tutti, ovviamente, hanno alzato la mano. “Quanti di voi, invece, hanno notizie fresche ed inedite sulla guerra in Iraq?” ha proseguito Randall, e stavolta in sala nessuno ha risposto positivamente. Ecco qua sintetizzato in un semplice esempio molto del dibattito sul Citizen Journalism, ovvero sulla possibilità che blog, forum, gruppi di discussione, ecc… possano rappresentare il futuro della professione giornalistica. Il guru inglese (autore fra l’altro dello splendido Il giornalista quasi perfetto) ha spiegato poi che sono i giornali ad essere messi in pericolo dalle nuove tecnologie, mentre per i giornalisti si prospetta una nuova età dell’oro. La quantità enorme di risorse offerte dalla rete, infatti, non provocherà la scomparsa dei professionisti dell’informazione, ma richiederà una mediazione giornalistica ancora più forte. In caso contrario sarà quasi impossibile per gli utenti orientarsi in una selva di opinioni personali, falsità presentate come fatti, dati esatti e dati inventati, pure speculazioni messe sullo stesso piano di lavori effettivamente validi. Ora, qua non c’è lo spazio per discutere temi complessi come quello del Citizen Journalism, del Web 2.0 applicato all’informazione, della morte del giornalismo, ecc… Quando però sentirete qualcuno sostenere che fra pochi anni i blog e i siti personali, i forum e le newsletter basteranno da soli a fare informazione, senza più bisogno dei giornalisti, provate a chiedergli: “Tu che notizie fresche ed inedite hai sulla guerra in Iraq?” principe di questi ambienti è sicuramente quello dei grandi studi legali: segretarie in minigonna, praticanti vessati, scheletri nell’armadio, viaggi intercontinentali, ecc. Dall’aprile 2007, però, questo bunker è stato scardinato da una talpa, una gola profonda di cui si sa solo che è un avvocato trentenne, installato in una grande law firm milanese. Duchesne, in forma rigorosamente anonima, ha aperto un blog – Studioillegale.splinder.com – in cui racconta appunto la caotica vita degli studi legali. La gamma di personaggi ed eventi è impressionante: lo scollo delle segretarie, la pausa caffé, lo svago con accompagnatrici, ma anche gli orari massacranti, le gelosie e gli screzi fra colleghi, il sudore dei praticanti, le difficoltà nella vita privata causate dall’eccessivo carico di lavoro. C’è un prece- dente: negli Usa un presunto socio di un grande studio internazionale ha gestito per mesi un blog – Anonymuslawyer – dal contenuto analogo a quello di Studio Illegale. Quando però Jeremy Blachman ha svelato la sua identità, si è scoperto che il blogger non era in realtà un pezzo grosso ma un semplice praticante di Harvard. AC UT E Show must go on, eccome! N el 1991 la musica e il mondo piansero la scomparsa di quello che in molti considerano il più grande cantante rock di sempre, Freddie Mercury. I membri superstiti della band, per anni, ci hanno dato solo silenzio, greatest hits e qualche sporadica apparizione, di solito per beneficenza. Alla fine degli anni Novanta, l’abbandono da parte del bassista John Deacon lasciava pensare alla chiusura definitiva di uno dei più appassionanti capitoli della storia della musica. Non ci si può dimenticare, però, che fu proprio Freddie Mercury a inserire nello stemma della band (disegnato da lui in persona) un’araba fenice, l’uccello che risorge dalle proprie ceneri. E, a partire dal 2005, i Queen sono tornati a deliziare le platee di mezzo mondo, anche privi del loro mai abbastanza rimpianto frontman; alla voce Paul Rodgers, poco noto alle platee italiane ma molto famoso oltreoceano (ha già suonato con Free e Bad Company). In molti hanno storto il naso (eufemismo) di fronte al nome Queen riproposto anche senza colui che più degli altri lo incarnava, ma il chitarrista Brian May – la cui montagna di capelli è inferiore solo al suo talento – li zittì così: «Siamo i Queen, perché Roger Taylor ed io facciamo parte dei Queen! Ciò che ci riguarda più da vicino è suonare dell'ottima musica rock. Pensiamo che con Paul Rodgers potremo fare qualcosa che manca dalla scena musicale da parecchio tempo, ed i critici questo dovrebbero rispettarlo». In realtà, ammetto che anche io di fronte alla scritta “Queen + Paul Rodgers” avevo pensato a una baracconata: sono sempre stato molto critico verso quei gruppi che non si rassegnano a decenni e decessi e danno vita a deprimenti performance da “vecchie glorie” vendute a carissimo prezzo. Questo sentimento non è però durato che fino all’inizio del concerto, quando per farmi ricredere è bastata la magnifica scenografia. Sul palco, una leggenda. Zitti tutti, suonano i Queen! Le canzoni sono quelle di sempre, da Under pressure a Bohemian Rhapsody (su cui è stata montata la voce di Freddie Mercury durante lo storico concerto a Wembley), da Crazy little thing called love a Show must go on. Paul Rodgers è un ottimo cantante, molto bravo anche a danzare sul filo della nostalgia, ricordando con qualche mossa il suo immenso predecessore ma caratterizzando la performance con uno stile del tutto originale; anche i brani tratti dal nuovo album, The cosmos rock, sono molto gradevoli. Il pubblico è entusiasta, e quando vengono suonati i bis (We will rock you e W, mica robetta) l’esaltazione si taglia col coltello. Ricostruire una leggenda è impossibile, e anche Roger Taylor (che assolo pazzesco!) e Brian May ne sono consapevoli. I Queen che hanno suonato a Roma e Milano non sono i Queen che hanno suonato a Wembley nel 1986; sono però un ottimo gruppo, con individualità a dir poco straordinarie (May a volte fa meditare il suicidio: cosa sono io paragonato a lui?). E questo, mentre i Rolling Stones stanno per lanciare il “Sedia a rotelle Tour” e gli U2 sembrano suonare per farci un favore, non è poco. Grazie, Queen. Let the show go on. IER IA CC AD RA ’ A cura di Giovanni Battaglio, 21 anni Savona Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato 1604 Al Whitehall Palace di Londra, prima dell'Otello di William Shakespeare. 1911 Gli italiani in Libia compiono il primo bombardamento aereo della storia. 1962 Esce in Italia il primo numero 11 1675 Gottfried Leibniz dimostra per la prima volta il calcolo integrale trovando l'area della funzione y=x 1918 Conclusione della Prima Guerra Mondiale con la firma dell'armistizio da parte della Germania. di Diabolik. 12 4 1922 In Egitto, l'archeologo britannico Howard Carter e i suoi compagni trovano l'ingresso della tomba di Tutankhamon, nella Valle dei Re. 1960 Iniziano le riprese de Gli spostati, con Marilyn Monroe e Clark Gable (per entrambi sarà l'ultimo film). 2004 Yasser Arafat, 75 anni, viene dichiarato clinicamente morto dai medici dell'ospedale militare di Parigi dove era ricoverato. 7 1917 Russia: esplode la Rivoluzione d'Ottobre (la Russia usava ancora il calendario Giuliano, i riferimenti dell'epoca indicano quindi la data del 25 ottobre). 2003 In un attentato suicida a Nasiriya in Iraq muoiono 23 persone, 19 sono italiane: 12 carabinieri, 5 soldati dell'esercito e 2 civili. 15 1869 L'armatore genovese Rubattino, d'accordo con il governo italiano, acquista la baia di Assab nel corno d'Africa. È il primo possedimento coloniale italiano. 1920 A Ginevra si tiene la prima assemblea generale della Società delle Nazioni. 1956 Esce nelle sale cinematografiche statunitensi il primo film in cui compare Elvis Presley, Love Me Tender. 1971 La Intel rilascia il primo microprocessore del mondo, il 4004. 18 1626 Viene consacrata la Basilica di San Pietro in Vaticano. 19 1969 Calcio: partita fra il Santos (in cui milita) e il Vasco da Gama, Pelé realizza il suo millesimo gol. Solo Arthur Friendenreich (BRA) avrebbe fatto meglio: 1329 reti. 1998 Scandalo Lewinsky: il comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti inizia le audizioni per l'impeachment contro il presidente Bill Clinton. 23 1889 Il primo Juke box entra in funzione nel Palais Royale Saloon di San Francisco. 25 1491 Inizia l'Assedio di Granada, ultima roccaforte moresca in Spagna. 2005 Nelle sale italiane esce il quarto film su Harry Potter: Harry Potter e il calice di fuoco. 29 1975 Il nome "Micro-soft" (da microcomputer software) viene usato da Bill Gates in una lettera a Paul Allen, per la prima volta. 1990 Guerra del Golfo: Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza l'intervento militare in Iraq. NOVEMBRE 1 LO LA A A R GI OD M A cura di Alessandra D’Acunto, 19 anni Roma A cura di Caterina Mascolo, 18 anni Roma Per il nostro insolito set, due amiche, Francesca e Anna, si sono divertite a improvvisarsi rispettivamente modella e stylist. I consigli di Alessandra, invece, sono davvero up to date. Chi di voi vuole essere protagonista della prossima uscita? Mandate le foto a [email protected] A dimostrazione che anche in jeans si può essere eleganti. I “Must Have” di quest’anno: scuri, stretti, a tubo. Versatili, diventano sportivi se indossati con felpa e scarpe da ginnastica e ricercati se abbinati a capi trendy, come la mantellina nera dagli intarsi dorati e le scarpe col tacco dalla chiusura a fiocco, in foto. Per le ragazze a cui piace essere notate: ecco il look che fa per voi! Senza inutili e talvolta volgari scollature, meglio l’effetto “vedo e non vedo” ma con quel pizzico di trasgressione che potrete osare nei dettagli: la borsetta in tessuto dal motivo zebrato o, perché no, una grande cintura lucida o un fermacapelli appariscente. Non credo che ci si debba adattare ad un modo di vestire perché dettato dalla moda del momento: “essere” è meglio che “apparire” e alle meno modaiole suggerisco di scegliere ciò che più piace loro. Non dimenticando la clausola fondamentale: lo STILE. Quando ne siete in possesso, ciò che indossate passa in secondo piano. F anatiche di T-shirt e top, vi aspetta un anno di magra, sarà difficile trovare tra le vetrin luccicanti dei negozi ciò che desiderate. Ormai in cima alle classifiche ci sono maglioni e magliette lunghe, da stringere in vita con mega-cinturoni, mentre la moda “pancia scoperta + slip in vista” perde velocemente la vetta. Una precisazione: out non significa indossare abiti o accessori brutti! Abbinare generi e colori diversi, essere particolarmente in ritardo rispetto ai richiami della moda, quello è out. Notevolmente “ritardatari”, nella foto qui accanto, i pantaloni scampanati che, stile commessa, cadono sui mocassini quasi a ricoprirli interamente. Lasciamoli a chi ne ha bisogno per mestiere. Decisamente meno ingombranti e più attuali i pantacollant, da indossare con le ballerine o con gli stivali. Sono ancora molte le fan della pancia scoperta, si vedono ovunque. Il loro è un modo di mostrarsi e noi, che siamo già passate ai maglioniabito, non possiamo biasimarle perché, con la scusa “il maglione è lungo” non siamo da meno nell’arte del mostrarci. TORNA LO ZEBRATO VIVA IL MAXIPULL . .L.A.T .O.C.O .H C y B By Sis ley “Albachiara”, titolo della celebre canzone di Vasco Rossi, oggi si scrive con la k. O perlomeno così pensa Stefano Salvati, che ha voluto immortalare per noi sul grande schermo i teen-ager come non li avevamo mai visti SC H RIF ERM LE O TT E GENERAZIONE K P roprio così, la ragazza cantata da Vasco, timorosa, pudica e amante dello studio nella nuova pellicola firmata da Stefano Salvati autore di numerosi videoclip e adesso regista – viene scalzata da una giovane trasgressiva tutta dedita al facile sballo, alla ricerca del look di tendenza e dei trucchi per superare l’anno scolastico con il minimo sforzo. Chiara, questo il nome della protagonista, incarna tante lodevoli qualità. Non le piace affatto la scuola e si diverte con le cosiddette “serate gangster”, basate sui sempreverdi sesso, droga e rock’n roll. L’unica passione genuina della ragazza è l’amore per Nico (un novello Step in versione ancor più esasperata), studente universitario che per diletto, necessità o desiderio di facili guadagni si filma mascherato mentre fa sesso con coetanee. Aggiungete poi a questo ameno quadretto una partita di droga, un bidello pusher e qualche altra peripezia al limite della decenza e della legge ed avrete una visione quasi completa dei ’93 minuti del film. L’interpretazione di questa gioventù turbolenta viene affidata alla ventiduenne Laura Gigante e a Davide Rossi, meglio noto come il figlio del rocker di Zocca. Pensate infatti che nei forum della rete qualche maligno ha sottolineato quanto il film appaia cucito sulla figura del giovane attore, con tanto di dote paterna (la colonna sonora del film comprende alcuni successi di Vasco). Ma questa “generazione k”, così dannata, maledetta ed eccessiva esiste davvero? Il regista spiega che l’idea di girare la pellicola è nata dopo aver ascoltato migliaia di ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 19 anni. Ebbene, dai loro racconti scabrosi (sesso orale nei bagni della scuola, dosi di droga assunte come caramelle) ha deciso di trarre l’humus per un lavoro che potesse cogliere la vera essenza dei trend giovanili. Possibile però che le nuove generazioni debbano dividersi tra i giovani stucchevolmente romantici di Moccia e questi esaltati che vivono di palesi comportamenti antisociali? Se un extraterrestre dovesse documentarsi sui nostri ragazzi dalla cinematografia che li riguarda, ne dedurrebbe un ritratto a metà tra l’Urlo di Munch e gli occhi a cuoricino dei cartoni animati. Forse qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di uno spaccato di vita reale, vissuta, consumata (anche se confrontare Albakiara con Ragazzi di Vita sembra alquanto azzardato). Potremmo poi discutere se questa sia un’ipotetica opera di denuncia sociale, che abbia pertanto lo scopo di allontanare i ragazzi da una moda distruttiva. Intento nobile, se applicato. Una nota rivista per teenager, Ragazza Moderna, ha dedicato la cover alla protagonista del film. La giovane attrice sorride ammiccante mentre si fotografa con il cellulare. Il titolo di copertina? Bad Angel. Nella breve intervista la Gigante rivendica, come se fosse un vanto, la sua somiglianza all’Albachiara con la k. Concludete voi se un pubblico di quindicenni la consideri una denuncia sociale oppure un nuovo modello sbagliato con cui identificarsi. M RU FO 19 A cura di Jacopo Zoffoli, 19 anni Roma PRIMA O POI, L’ALUNNO UNICO? Mentre chiudiamo il giornale, l'atmosfera nelle piazze è rovente: le proteste contro la riforma Gelmini uniscono tutta Italia. La parola, come sempre, a voi... Non basta dire ‘no’ Pensereste mai di poter migliorare qualcosa senza investirci su? Ecco, questo è la riforma Gelmini, la pretesa di migliorare la scuola pubblica senza cacciare un solo euro, anzi pretendendo di risparmiarne un po'. Nulla di strano, quindi, che dalle elementari alle università si alzi un unico coro di 'no', siano condivise le piazze piene, i cortei e le occupazioni. Non si può salvare nulla dell'intervento della Gelmini, non si può salvare nulla di qualsivoglia riforma che non risponda primariamente alla cronica deficienza di fondi e all'esigenza di una cura anti-burocrazia del nostro sistema di formazione nazionale. Studenti e docenti questo lo sanno e cercano di spiegarlo, urlando e sbracciandosi, al Ministro e al governo Berlusconi. Lo fanno come possono, con bandiere, striscioni, bambini che fanno girotondo assieme alle maestre, facoltà e licei occupati. Ho seri dubbi, però, che lo facciano al meglio delle loro opportunità. Le piazze e i cortei, le occupazioni e i blocchi della didattica, hanno – e questo è un dato oggettivo - un linguaggio limitato, si esprimono per slogan e frasi fatte. I movimenti di protesta (come alcuni stanno già facendo) dovrebbero trovare il modo di coordinarsi meglio e di scoprire nuove forme di espressione del dissenso, più democratiche e più produttive di quanto non siano un'occupazione e la sospensione della didattica. Studenti e lavoratori dovrebbero tentare di non limitarsi a dire 'vai via' a chi mette le mani sulla scuola, ma provare per una volta a dire da subito – nessuno potrà così indicarli come manifestanti violenti e male informati - 'benvenga chi riforma la nostra scuola, ma lo faccia alle nostre condizioni, il futuro che è in gioco è il nostro'. La scuola (soprattutto le superiori) e le università italiane hanno bisogno di una ristrutturazione di fondo, e le riforme non si fanno con i soli ‘no’, ma avanzando proposte alternative, semplici e facili da comunicare. Luca Sappino, 20 anni, Roma Mariastella? Troppo avanti E basta co’ ’sto vociare pettegolo ai danni della povera Mariastella Gelmini! Un po’ di rispetto per un ministro che ha speso due terzi del vecchio tesoretto per accaparrarsi l’ultimo modello di occhiali fashion direttamente dal mercatino magico di Harry Potter (a proposito, pare che per rientrare nel bilancio la Carfagna metterà all’asta i suoi 1500 perizoma tigrati, sostituiti da più sobrie ed eleganti culotte di lana merinos). Io non capisco, quando uno stilista ripropone i jeans a zampa d’elefante si parla di vintage, se la Gelmini reintroduce il maestro unico, invece, è subito politica reazionaria! Possibile che noi italiani siamo così miopi? La Gelmini è un modello di progresso ma noi, per un futile pregiudizio ideologico, siamo pronti a metterla al rogo. Mariastella è talmente avanti che sta pensando addirittura di introdurre l’alunno unico, il sogno di tutti i prof, uno studente che si prende a sberle da solo mentre fa i gargarismi con l’olio di ricino – che negli asili sostituirà il latte nell’ora della merenda, per espressa volontà della Meloni, tanto legata alle buone vecchie tradizioni italiche – e poi si riprende col telefonino per inviare il suo video su YouTube. Il suo cervello sarà collegato in rete e gli spettatori potranno seguire la diretta in streaming sul sito del ministero dell’Istruzione, in un mosaico complessivo di dieci webcam – tante, infatti, sono le scuole statali ancora lasciate in vita dal ministro. Come dite? Che fine faranno tutti gli altri studenti? La questione è delicata ed in questi minuti il Consiglio dei ministri sta sciogliendo le ultime riserve: pare che i fan di Mariano Apicella e gli elfi provenienti dal villaggio natio del ministro Brunetta avranno l’onore di essere assunti nel tacchificio personale di Silvio Berlusconi (il realizzatore del tacco più alto avrà diritto ad evadere il fisco per tre anni). I ragazzi del Sud, invece, verranno deportati in fabbriche di abbigliamento sotterranee dislocate nell’ entroterra padano («Così finalmente la battiamo la concorrenza di ’sti Cinesi» ha dichiarato pochi minuti fa il ministro Bossi). Bocciata, invece, la proposta di La Russa: aveva suggerito l’apertura di cento nuove accademie militari, ma un tempestivo telegramma di Condoleezza Rice gli ha sconsigliato di intraprendere il progetto adesso. Bush – si legge – non ha ancora deciso in quali paesi esportare la democrazia quest’anno. Lazarillo de Tormes, 20 anni, Napoli Numeretti e grembiulini Siamo alle solite. Ancora un ministro che vuole lasciare le sue impronte sulla walk of fame della scuola italiana. Stavolta a provarci è la Gelmini, e i propositi sono più o meno sempre gli stessi: restituire serietà, o quantomeno dignità, alla nostra buffa istituzione scolastica, combattere la violenza nelle aule e l’inefficienza di alcuni istituti, alzare il livello medio di preparazione (perché è noto che rispetto al resto d’Europa siamo su per giù nel seminterrato). Bene, a quali risoluzioni porterà mai questa magnifica ed ennesima presa di coscienza? Ai grembiulini. È ovvio: si pensa alla serietà e vengono subito in mente tanti bei ragazzini in uniforme. Non dimentichiamo poi il 7 in condotta che torna a fare media: il terrore dei bulli! Quale ragazzo accoltellerebbe mai un compagno in classe con il rischio di beccarsi quel losco numeretto in pagella? Per non parlare della storia del maestro unico alle elementari, non sia mai che al bambino venga qualche crisi psicologica senza questa “preziosa figura di riferimento”, meglio piuttosto che le crisi vengano alle famiglie di quegli 87mila docenti che tutto a un tratto si ritroveranno con molto più tempo libero del necessario. A proposito di ciò, chi scrive ricorda una piacevole infanzia con tanti maestri e nessuna visita dallo psicologo, ma di certo sarà un’eccezione… Ma meglio non stare qui a pontificare su innovazioni (anche se non è proprio il termine adatto) che devono ancora essere messe in pratica e sortire il loro miracoloso effetto. Lasciamo pure cadere quelle infelici osservazioni sull’incapacità dei professori del Mezzogiorno. Potremmo persino fingere di dimenticare che la fonte di cotante osservazioni abbia a suo tempo approfittato della situazione delle scuole meridionali per passare con più facilità un certo esame, salvo poi ricredersi una volta approdata al ministero. Fatto ciò, passiamo alla testimonianza diretta di quelli che sono i veri problemi della scuola italiana. Premetto che la sottoscritta frequenta il liceo scientifico di Vibo Valentia, Calabria. Qualcuno saprebbe dirmi perché mai gran parte degli studenti del mio istituto sono costretti a seguire le lezioni nei laboratori di informatica o, peggio, negli scantinati di un’altra scuola, sebbene giusto accanto allo stabile del liceo si trovi un edificio costruito proprio per accogliere le classi in esubero? E come è possibile che una simile situazione si stia verificando in altre scuole della città, per la mancanza delle attrezzature fondamentali, come i banchi e le sedie, tanto da minacciare un ritardo nell’apertura dell’anno scolastico? Nonostante tutto, sono sicura che i grembiulini siano la risposta. Marzia Mancuso, 16 anni, Vibo Valentia 20 La provocazione 21 e l i t u ? l l e d a c i g o l La o i h c s i r a e t t e m non lascuoladi tutti? I maligni sarebbero tentati di pensare che in realtà la scuola pubblica non sia una vostra priorità DOPO IL FORUM, ECCO UN CONFRONTO DIRETTO SUGLI ULTIMI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO CON L'ON.LE VALENTINA APREA, PRESIDENTE DELLA VII COMMISSIONE CULTURA ALLA CAMERA Michele Barbero a riforma della scuola è tradizionalmente un tema scottante. È naturale che lo sia, siamo tutti d’accordo sul fatto che un buon sistema scolastico è necessario per poter sperare in un futuro migliore. Ma questo clima arroventato trova anche un’altra spiegazione: raramente i riformatori puntano con franchezza al miglioramento e alla qualità, in quanto la priorità è piuttosto trovare una formula elegante per coprire i più arditi tagli di bilancio. La situazione attuale ne è un esempio. Si discute sull’introduzione del voto numerico anche alle elementari e alle medie o sullo studio dell’educazione civica; certo, si può ragionare se un bambino preferisca un “7” o un “Buono”, ma la questione non passa un po’ in secondo piano, di fronte al licenziamento di migliaia e migliaia di insegnanti solo alle elementari? L’idea stessa del maestro unico può essere nel merito buona o cattiva; coloro che della scuola hanno una conoscenza reale (certamente più del Ministro) dibattono sul tema. Ma l’impressione é che si tratti di una soluzione pensata per giustificare tagli al personale, piuttosto che il frutto di una seria analisi sulle migliori modalità di insegnamento ai giovanissimi. Un licenziamento di queste proporzioni può essere giustificato solo da una realtà auto-evidente, e non è questo il caso. Ma gli interventi discutibili non finiscono qui. In ambito universitario, per esempio, secondo le ultime misure solo un quinto degli innumerevoli docenti che andranno in pensione in questi L 20 anni, Torino L’appello anni sarà rimpiazzato da giovani ricercatori; questo nonostante le dichiarazioni in Parlamento del ministro Gelmini, che deplorava una certa staticità del panorama accademico italiano. I vostri provvedimenti sono il frutto della necessità disperata di risparmiare. La finanziaria non l’avete decisa voi, ma avreste potuto opporvi con più fermezza ai tagli a colpi di machete operati da Tremonti: in nome di una scuola pubblica che non deve essere mutilata, tanto meno per rispettare promesse elettorali come l’eliminazione dell’Ici. In nome di una scuola pubblica su cui si fonda la nostra coesione civile, la nostra sopravvivenza stessa come popolo e che nel 2009 sarà (ancora una volta) un po’ peggio di prima. Per quanto riguarda le superiori, avete ridotto il numero di ore di lezione e di docenti e aumentato il carico di lavoro sulle spalle di ogni insegnante. Siete davvero convinti che queste misure migliorino la qualità della didattica? Difficile. Implicano professori più stanchi e ragazzi lasciati a se stessi con più facilità. I maligni sarebbero tentati di pensare che in realtà la scuola pubblica non sia una vostra priorità. E come interpretare altrimenti l’idea di trasformare le università pubbliche, almeno le più importanti, in fondazioni di diritto privato? Gli oneri finanziari dello Stato risulteranno alleviati, ma concedere più spazio a investimenti privati significherà legare le sorti dei nostri atenei alla fruibilità sul mercato dei loro risultati. Non sostegno della collettività a progetti culturali di valore, ma accordi poco più che commerciali votati a un rapido accrescimento degli utili. Che tristezza. Valentina Aprea La risposta oncordo, quello dell’istruzione è un tema essenziale con cui ogni maggioranza deve confrontarsi. Solo una scuola valida può formare gli uomini e i cittadini di cui la società ha bisogno, consapevoli dei propri diritti-doveri civici e allo stesso tempo pronti per inserirsi nel mondo del lavoro. I nostri giovani devono poter ricevere una preparazione adeguata, che li renda realmente competitivi sullo scenario europeo e internazionale, ed è nostra ferma intenzione operare in tal senso. Il sistema scolastico italiano ha numerosi punti di forza, che lo rendono uno dei migliori in Europa. Ma il fatto è che, in buona parte a causa degli sprechi, esso in questo momento costa troppo. Ammetto che misure come la riduzione dell’orario (anche nella scuola primaria) sono dovute, oltre alla necessità di rendere più europei i nostri piani di studio, anche a ragioni di bilancio. Purtroppo, non possiamo più permetterci una scuola come quella che abbiamo avuto fino ad oggi. Del resto, il problema dell’elevato costo dell’apparato, dovuto tra le altre cose ad un numero eccessivo di insegnanti, era già stato segnalato dal governo Prodi nel 2007. Anche rispetto ai corsi di riparazione estivi, introdotti dal Ministro Fioroni e che si sono rivelati dispendiosi e di scarsa efficacia, riteniamo, piuttosto, che il recupero debba avvenire durante l’anno scolastico, al mattino, e non in una sorta di “doposcuola mascherato”: gli studenti dovranno poter aumentare le ore di lezione nelle materie in cui si riveleranno più deboli. In questo modo si realizzerà una vera corresponsabilità degli studenti rispetto agli esiti finali di apprendimento. In ogni caso, il Ministro Gelmini ha mantenuto in vigore le C disposizioni che consentono alle scuole di rimandare gli alunni a settembre. La necessità di risparmiare c’è, ma abbiamo anche rimesso in primo piano la meritocrazia, a partire dagli insegnanti. Il sistema attuale non prevede un collegamento diretto tra le qualità dei docenti e il miglioramento della loro posizione lavorativa. Intendiamo invece far sì che le carriere siano conseguenti al livello di professionalità. Lo stesso dovrà valere per gli studenti che dovranno poter contare su una reale valorizzazione dei talenti. Per quanto riguarda la partecipazione finanziaria di privati al mondo dell’istruzione, quest’ultimo non può che essere avvantaggiato da un coinvolgimento della società civile e del mondo produttivo. Abbiamo bisogno di superare l’autoreferenzialità nella scuola e nell’Università. Esse sono istituzioni pubbliche, è vero; ma questa loro natura non entra in conflitto con una copartecipazione gestionale di soggetti pubblici e privati che possono dare un contributo importante e permettere ai giovani di formarsi e di inserirsi nel mondo del lavoro. La trasformazione in fondazioni (che peraltro non sarà obbligatoria) renderà disponibili per le Università nuovi investimenti e nuovo slancio verso il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi e maggiormente competitivi. Un'email a... RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’ACCORATO APPELLO CHE UN REDATTORE DI ZAI.NET RIVOLGE A ROBERTO SAVIANO, AUTORE DI “GOMORRA”: LA GUERRA CONTRO LA CAMORRA NON SIA COMBATTUTA DA LUI SOLO, MA DA NOI TUTTI, INSIEME he hai rvista c te n ’i ll e n birra in to sfogo ere una o accora b tu i, cio il rm o orra, las amora ndivis di Gom glio inn erto, tto e co o b le v ro o apes , R ie o a n a s o m r Ca prigio na ca enuto , u v i, abbia Io o è “ rn li i , g io s ” o g “V ti utche libro in ques ellino. T ubblica. o dopo ermi un e e Bors a la Rep sconfort e scegli n o n a to o lc ri ia c a c re F s b di rila rato re in li ica fine i dichia uto il o, anda vita” ha ssa trag a te é hai av s n pubblic h u la rc e re p e re v fa o a affici e i ri ri p rt r e beper fa rno ai tr lo, pro o to le b a l’Italia p in im in conosce s to m e a n ri c lì u re c i o e to n s ra a ia s’e sceièn rmai re del p ertà che ne uno solo ch erché o m p io é h ’o is o c d rc ri e p re ro p p ro te ta mu rio tavia, p con tan ttere il ndamen si, prop è profo di abba a nudo i Casale e ti io re d g e e g n tt e ro ra la c co lib am del o il tuo e potev ndezze elle zon e ha lett u h alle nefa c q i ta d poterti s e a, non lia on entalità rt a m o It c l’ e s la , o o e n sott littic chiunqu sì apoca dare di . te vivere o fi c r re if e d o te p ri r is e a e s n e dov ifficil di re altro ch privata, chiede to sia d non fa na vita e di quan grata ti u h i togli c to m iù a n p o o ic c d mo avere Quan sicolog “ n p : o o n e s n , s io te Ci rendia ste en press liberam il tuo detto tu ire una , o. L’hai omorra, muovere n G ver sub g o e a d z d di copie n s , e o torn il tuo milioni bia”. S e b ata to ia u lt ra b d o v b n la ti stia in be a ra sa, ha ve si sareb re la tu pericolo si, che te e iù n a p e p g a i s s accresce la o ro c sa rra in nume n la scu i lasci la a camo cola tradotto oiata co tutto, m lotta all n , i n d una pic ta a s e lo to ie b a o h b s c rl n a re o -i p a n o s a e z i s a s s ard roman ha la tu se si fo canale, che rigu mente, su trenta cambiato tie, sorpassate o e , n b a te b li probabil a re a v it o stan parte, a iù di un rre subit ecchie, dall’altra siero co uando p n q storie v e gente a o p d n la il o , s e e a ste ire ch amorr , invec d c o l i s o d s u e che que v d re , A a . re arla poche zz a vende el Paese sente p he parte d stante la ontinua ando si c mo, anc o u n is q z o ro , a n b a n li s le a e il a c e n o e a s in m c n , is e o mbia opera nza pers e i fasc à delle , non ca l pari d stimonia a rt A ff e te i. u b a n li b : s e tu io la apir alla miss iù, non annienta evono c rte tras nnoia p ele che e non d d ali di ce u o ru it c n non si a b . o e a a c rr ri o apis ario uentato di Gom e non c sanguin tre in dei freq all’inizio regime egno ch i ce, men v is n d ri lu u c i s n è n u n a i” i a rr d o rm ini o ri e n m v a to a ta la c nere o i c rd a lon esecu no rima i scalfit embrav a o s v h e a meri i e c , c sced u o e a d e rn h ri le l’ultim ni gio ndo c vermi g o te o o m n n i e o n rc s m u e te in di viv An“La gen o a con i venne soconto arrière. malgrad nzio. “M enry Ch gliato re e o a H il tr tt i s fruts e d s il o d , n o l e Co ura manz cocco stretti e: la pa noci di o dal ro id i iamo co tt n s d a mon tr à i o ra lt n n ti a re ogni cQuee co colm in alcu c a M a a d s e m n v n , fo u te lo i S u ico su cui s ggiare s film con iero rid vo galle illon, il un pens p ra a b ra P E m i e . d s a na enn eliri illon, alla Cay i tuoi d me Pap n, asta. ondare sfuggire c ch’io, co r e e s isci e b s p e Papillo b a u e s e re h e a c h c m re goa oni, com le s fa o la lm o a o lc d d e p a n h u i ta me q voce c iarmi ra altro o c c c ’e la , c a li a tr n g s tt o e sc vo n tu menti n re, vole che non hea, co vo grida i la trac ualcosa le m q o o v e d vivo!” , n m a o re ra c anco di urla , spacc o o n a c o li a s g m o i, v sto e tard Avevo a dello rea com etti bas a la forz e stento : Maled c re o a v p n a m o d con tutt o c p he a gridare ca tu, c a ancora morra. a la vin e di Go ontinua la potev rr c in e egueni, u s o rm g n i, te ta o al ques mo tutt sta con e h ia re c c , in o te v hai scritt rt n la obe orta tale che , caro R n è imp ndamen Ebbene rché no fo e p è a ra o ,m fin i farcela hai fatto esti ma tr o p n o solo n pio. a) o esem do (Rom do il tu nteroton o M i, n 18 an Bertoni, Roberto 23 24 Comunicazione 25 AUMENTANO I PERSONAGGI DEL MONDO POLITICO CHE UTILIZZANO I SOCIAL NETWORK PER SEMBRARE PIÙ VICINI AI LORO ELETTORI. MA SIAMO SICURI CHE NON SIANO SOLO ‘TOPPE VIRTUALI’? POLITICA DISTANTE DAI CITTADINI? DA OGGI CI PENSA FACEBOOK D di Martina Chichi, 22 anni Roma ell’effetto che ha avuto l’allargamento esponenziale dei social network sulle pubbliche relazioni si è parlato tanto, al punto che diamo per scontato che ormai ogni sfera ne faccia largo uso; eppure il rapporto tra politica (o meglio politici) e Facebook (la rete virtuale più di moda del momento) insieme mi fa sorridere e mi lascia perplessa. Lo spunto me lo ha dato il giornalista di Repubblica Vittorio Zambardino con una interessante riflessione su Facebook, “una dimensione che esalta il gusto degli altri”. Centro: qui è più importante la persona dell’organizzazione che vi è dietro. Così osservando solo le pr virtuali della politica scopro che, mentre nel mondo parallelo di Second Life partiti e personaggi vivono la loro seconda esistenza riproponendo le stesse dinamiche della realtà, con Facebook i politici sembrano tentare di superare la barriera che li separa dai cittadini grazie alla nuova frontiera della socializzazione virtuale. Posso scegliere se diventare amico di Veltroni o di Capezzone Dopo aver letto l’articolo di Zambardino, mi fiondo sul sito in questione con l’unica intenzione di curiosare un po’ nella lista di 233 amici citata nel pezzo e scorrendola trovo tra i nomi quello di Daniele Capezzone ed Enrico Letta. Niente di strano a prima vista, quasi ogni politico con una certa notorietà ha la sua pagina pubblica su Facebook. Per dimostrare il tuo allineamento puoi decidere di diventare sostenitore, come accade per qualsiasi altra persona iscritta come ‘personaggio pubblico’, attore, musicista o sportivo che sia. Queste però sono pagine diverse, sono personali, e me ne accorgo perché il sistema mi avverte che ho due amici in comune con Letta (nessuno con Capezzone come mi aspettavo); esplorando non mi sorprendo nel vedere che non sono gli unici politici ad avere pagine di tipo “privato”. Certo, probabilmente molti di questi profili in apparenza credibili sono stati creati dal vicino di casa nullafacente in cerca di svago (tanto non sono richiesti documenti), ma alcuni sono autentici. Il gusto degli altri è ancora più irresistibile quando si tratta di persone note e ammirate. Se volessi, potrei chiedere a Veltroni di diventare sua amica, non semplice fan. La differenza non è affatto poca: non importa se l’amicizia è virtuale, l’illusione è quella di rientrare in una cerchia ristretta, quasi familiare. Non sei più solo il sostenitore di una trovata promozionale, ora puoi dire quello che vuoi al tuo politico di riferimento e anche se immagini che qualcun altro leggerà il tuo messaggio al Non importa se l’amicizia è virtuale, l’illusione è rientrare in una cerchia quasi familiare suo posto non conta, nel momento in cui scrivevi tu comunicavi direttamente con lui, non con il partito, hai potuto dirgli la tua in modo ufficioso, fargli una battuta, dimostrargli la tua stima e non è mai stato così semplice. Accettandoti inoltre ti ha dato libero accesso a informazioni del tipo “libri preferiti” o “istruzione”, insomma, è una dichiarazione di fiducia da entrambi le parti. D’altronde, in un contesto in cui la gente si incontra su internet e finisce per sposarsi, perché in questo caso non dovrebbe esistere la percezione di un legame? Tutto questo, la differenza espressa dalla possibilità di porsi come personaggio pubblico o “privato”, mi sembra però riflettere un’intenzione del politico più che la risposta del popolo facebookiano. Gli “amici” del politico restano sostenitori che, per quanto sfegatati, nella maggior parte dei casi non considerano questa condizione tanto lontana dall’aderire al gruppo o fan club o quant’altro; da questa parte il confine che distingue le varie opportunità è abbastanza sottile, un’accezione. La volontà del politico invece cambia molto, sembra quasi che tenti di colmare così quella distanza tanto accusata dai cittadini, ponendosi come accessibile, pronto all’ascolto come un vero rappresentante dell’individuo più che del partito. Così è possibile leggere su alcune di queste pagine commenti personali del creatore del profilo (o chi per lui) fuori dalle formalità, quasi volesse condividere con naturalezza quel che gli passa per la testa. Una ricerca condotta dal Laboratorio di analisi politiche e sociali dell’Università di Siena presentato poche settimane fa rivela infatti che l’aumento della separazione dal ceto politico è più avvertita dagli esponenti di questa categoria (65%) che dai cittadini (61%). Sempre all’interno dell’indagine Gli italiani, la politica e il buon governo emerge che i cittadini sostengono che la loro disaffezione dipende dalla perdita di contatto che i parlamentari hanno con gli elettori e dal fatto che per i partiti prevalga l’importanza dei voti sulle opinioni della gente; il 69% degli intervistati oppone all’astrattezza dei politici il pragmatismo dei cittadini. La soluzione a sinistra è di coinvolgere di più i cittadini; a destra consiste in parte nel semplificare il linguaggio politico. Facebook potrebbe essere considerato da alcuni una risposta molto parziale valida per entrambi i filoni risolutivi: è immediata, a costo zero (in fondo non ci perdono neppure in credibilità) e in grado di raggiungere una enorme quantità di persone di ogni età, provenienza ed estrazione sociale. Eppure qualcosa non mi convince, questo innocuo modo di porsi continua ad apparirmi come un tentativo goffo che male interpreta le aspettative dell’elettorato, specie quello giovanile. È sempre imbarazzante parlare di realtà in relazione al mondo virtuale, forse perché, per quanto comunicazione e rapporti via dsl si siano già riusciti a radicare nelle nostre abitudini, continuano a non essere sentiti da tanti come del tutto reali e io, diffidente come sono verso le funzioni dei social network, rientro in questa cerchia. Si può sperare di colmare anche solo un decimillesimo del concreto divario avvertito tra cittadini e politici con un’azione virtuale? O forse porta solo a un’astrazione ancora maggiore? 26 Inchiesta TUTTI IN CLASSE TURISTICA! 27 Gite scolastiche tra cultura e divertimento COME È CAMBIATO IL VIAGGIO DI ISTRUZIONE NEL CORSO DEGLI ANNI? QUALI SONO LE METE IDEALI? CHE COSA CONTA DI PIÙ PER GLI STUDENTI, IL DIVERTIMENTO O LA POSSIBILITÀ DI VEDERE POSTI MAI VISTI PRIMA? CI SONO LUOGHI COMUNI DA SFATARE? ECCO LA FOTOGRAFIA SCATTATA DAL TOURING CLUB ITALIANO IN COLLABORAZIONE CON ZAI.NET A di Debora Lambruschini, 23 anni Istituto commerciale “G. Caboto” - Chiavari (G) d Atene, tra le rovine del Partenone, sulle rive del Tevere alla scoperta di Roma. E ancora a Firenze ad ammirare i capolavori degli Uffizi, a Londra con i suoi musei e le sue strade colorate, nella Praga gotica e vibrante di storia, a Barcellona con la sua instancabile movida. Città, paesi, luoghi lontani o vicini che in alcuni mesi dell’anno sono presi d’assalto da gruppi curiosi e allegri di ragazzi in gita con la scuola. Negli zaini colorati un bagaglio di aspettative e di voglia di libertà, perché la gita è uno dei momenti di socializzazione più importanti del periodo scolastico: le prime esperienze fuori casa, le giornate con gli amici alla scoperta di posti nuovi, i professori più indulgenti. E se oggi siamo tutti un po’ globetrotter e il viaggio d’istruzione non è più quella sorta di rito iniziatico verso l’indipendenza lontano dalla famiglia, rimane comunque un’esperienza alla quale è difficile rinunciare. È un momento importante non solo come mezzo di socializzazione, ma anche come possibilità di conoscenza di luoghi e culture diverse dalle nostre, alla ricerca di un folklore locale che sui testi scolastici è difficile cogliere. Allargando la prospettiva è evidente come il turismo scolastico si sia evoluto in sintonia con i cambiamenti delle nostre abitudini, e la sua importanza sia educativa che economica è stata tempestivamente intuita dal Touring Club Italiano, che per il secondo anno ha organizzato il festival “Classe turistica. Festival del turismo scolastico”. Grazie alle indagini svolte dall’apposito Osservatorio del Touring e da quest’anno con l’aiuto di Zai.net che ha promosso un sondaggio online tra gli studenti, è stato possibile disporre di dati significativi per comprendere meglio tutti gli aspetti del viaggio d’istruzione, le aspettative dei giovani, i problemi organizzativi e molte altre caratteristiche. Divertimento e cultura, un binomio possibile Anche se spesso oggi la gita non è più la prima e sola esperienza di viaggio, rimane comunque un momento molto significativo, carico di aspettative e attesa. Lo stereotipo della scolaresca in viaggio, tra cori sull’autobus, chiacchiere notturne in segreto dai professori e nuove amicizie che nascono è forse piuttosto realistico. Visita- re luoghi di rilevanza storica e artistica, tornando dal viaggio con un po’ di cultura e consapevolezza in più, è in gran parte quello che si aspettano per i ragazzi insegnanti e genitori. Ma è anche la voglia di stare insieme, di ridere, vedere “il mondo” e conoscere nuove persone che spinge i giovani a partecipare, evadendo per un periodo (seppur breve) dai banchi di scuola. Il desiderio di socializzazione è quindi uno principali motivi di partecipazione alle gite, ma non è l’unico: circa il 33 per cento dei ragazzi, una percentuale quindi piuttosto considerevole, vede in questa esperienza anche un mezzo alternativo e importante per l’apprendimento. Non è possibile perciò racchiudere tutti i ragazzi nel luogo comune che li vuole necessariamente indifferenti alla cultura e alla possibilità di accrescere il proprio bagaglio culturale. Conciliare entrambi gli aspetti, quello educativo e di divertimento, è forse una delle fasi più delicate e di difficile organizzazione, anche se come risulta dal sondaggio effettuato dal Touring Club Italiano e sottoposto ai ragazzi delle scuole da Zai.net, la maggior parte di ragazzi e insegnanti tornano dalla gita piuttosto soddisfatti. Certo, le aspettative che si ripongono in questa esperienza non sempre vengono appagate, ma la colpa è per lo più da ricercarsi in fattori esterni, quali le spese elevate, la qualità del cibo e degli alloggi e le limitazioni alle libere uscite. Pur di partecipare, e nonostante le difficoltà economiche in cui molte famiglie vivono di questi tempi, i ragazzi si danno da fare contribuendo alle spese per il viaggio: secondo il sondaggio risulta infatti che circa il 40 per cento dei partecipanti svolge lavoretti occasionali per coprire le spese e non dover quindi rinunciare a questa esperienza, segno anche questo della grande importanza che la gita scolastica ha ancora oggi per i giovani. Sono i primi passi consapevoli al di fuori dei luoghi quotidiani, le basi per costruirsi in futuro un’identità indipendente e cosmopolita, e diventare così viaggiatori curiosi ed esperti. Le mete preferite Organizzare al meglio una gita, nel rispetto degli scopi educativi e della sicurezza e cercando nello stesso tempo di conciliare spese e divertimenti, è un impegno notevole per il corpo docente, che spesso in sempre più istituti si avvale di una commissione interna dedita alla Inchiesta 28 preparazione dei viaggi di istruzione.Tra le tante problematiche organizzative, c’è innanzitutto la scelta della destinazione, che purtroppo è ancora prevalentemente proposta dagli insegnanti senza interpellare gli studenti. Il motivo è forse l’idea che i ragazzi possano privilegiare luoghi di divertimento di poca valenza formativa, ma lo sviluppo di internet e la curiosità tipiche dell’età giovanile verso cose e luoghi meno tradizionali potrebbero invece dare il via a gite più originali e personali, alla scoperta di città, usi e costumi importanti ma spesso non considerati. Come analizzato anche dall’Osservatorio sul Turismo Scolastico, infatti, le mete privilegiate sono sempre le “classiche”: in Italia Roma, Venezia e Firenze, e per quel che riguarda le città straniere Barcellona, Praga, Berlino e Parigi. Luoghi di ineguagliabile importanza culturale e artistica, ma comunque facilmente accessibili anche per una qualunque vacanza tra amici o in famiglia. L’esperienza della gita dovrebbe forse differenziarsi anche in questo senso dalla semplice vacanza, affiancando alle visite “tradizionali” anche percorsi nuovi e stimolanti, a stretto contatto con le abitudini e le particolarità del posto. In questo senso la scelta di essere ospitati in famiglia o in strutture come college è la più indicata per entrare davvero nello spirito del luogo, ma questa formula è ancora troppo limitata ai viaggi all’estero e soprattutto nei Paesi anglosassoni, come confermano i dati dell’Osservatorio. Eppure questa soluzione risolverebbe in parte anche i problemi legati alle spese, che sono in questo caso decisamente più contenute rispetto ad altre proposte come hotel o agriturismi. Indipendentemente dalla scelta dell’alloggio o del mezzo di trasporto, rimane il fatto che a sorpresa anche la maggior parte dei docenti che hanno partecipato alla gita scolastica sono rimasti soddisfatti e ripeterebbero l’esperienza. Un dato questo piuttosto inatteso, se si pensa all’idea che in generale si ha delle scolaresche in viaggio: rumorose, indisciplinate, sempre pronte a creare scompiglio e “terrore” tra gli altri ospiti. In parte questo può essere vero, alloggiare tra 50 ragazzi entusiasti di essere lontani da casa in un posto nuovo, o cercare disperatamente di conquistare una brioche dal tavolo della colazione prima dell’assalto di orde di adolescenti affamati non è un’impresa da poco, tuttavia ciò sembra fortunatamente non scoraggiare i professori che si prestano a partecipare alle gite. Un ricordo anche da adulti Viaggi che sembrano interminabili su pullman affollati, code al check-in prima di stipare 30 ragazzi su voli low cost, continue conte e appelli nel dubbio costante di aver dimenticato qualcuno. E dall’altra parte sogni non realizzati di esperienze mitiche e idealizzate, cibo così diverso da quello abituale da far sognare la cara macchinetta che distribuisce merendine del nostro istituto. La gita scolastica è anche questo ed è pure lo stress di genitori che preparano valigie e fanno i salti mortali di questi tempi per permettere al figlio di parteciparvi. Ma rimane il fatto che è soprattutto qualcosa di magico, il momento per sancire amicizie, spezzare cuori, concludere idealmente un anno scolastico o la fine di un percorso non sempre facile o piacevole. E’ un modo per essere “gruppo”, nell’età in cui questa parola ha un senso, è avere 18 anni e sentirsi cittadino del mondo, è il ricordo della scuola che ci porteremo dentro anche da adulti. E che rivivremo forse, un giorno, da un’altra prospettiva. Lazio, Toscana, Veneto e Sicilia le regioni preferite; Spagna, Francia, Repubblica Ceca e Germania i Paesi stranieri più gettonati La gita ideale: divertimento al primo posto “Divertirsi in modo sano senza televisione, droghe o altro”; “Vorrei più attività sportive e occasioni di divertimento con gli amici”, “Fare ogni giorno qualcosa di nuovo e non avere mai il tempo di annoiarmi”: il 20% delle quasi 1.000 frasi indicate dai ragazzi che hanno risposto al questionario sulla gita scolastica riguarda la possibilità di divertirsi, mentre sono risultati meno frequenti i suggerimenti (13,6% “Organizzata insieme da studenti e insegnanti per soddisfare tutti”; “La possibilità di conoscere un mondo diverso”), le indicazioni relative alla destinazione (13,6% “In un circolo velico”, “Un campo di scavo archeologico in Giordania”; “Nell'Europa del nord alla scoperta di paesaggi completamente diversi dai nostri”), alle esigenze formative (9,6% “Vedere dal vivo le opere d'arte che studio”; “Più pratica, magari in un campo di scavo archeologico” ) e alla voglia di novità (9,7% “Vorrei visitare posti nuovi e conoscere gente del posto che mi fa capire veramente come si vive lì”; “Divertente e diversa dai normali itinerari e mete”). Per saperne di più: www.classeturistica.it 29 30 32 Test BAND EMERGENTI: CON LO ZAINO IN SPALLA... scelte per voi A volte si parte con reale voglia di imparare, altre volte, nonostante le buone intenzioni – divertimento e cultura, un binomio possibile - si finisce solamente col fare una gran baldoria, all’oscuro dei propri ignari genitori. E tu, che viaggiatore sei? Scoprilo con noi! di Emanuele Colonnese, 24 anni - Roma 1. Quale pensi che sarà la tua prossima meta turistica? A Arcinazzo – a casa degli zii di mia madre... si scanna il maiale, si spala il letame e tutto il resto! B Ci sto ancora pensando, comunque qualcosa di culturale – una qualche città europea noiosa e piena di musei, festival jazz e altre robe del genere che servono tanto a darsi un tono sofisticato! C Potrà sembrare un po' banale, ma pensavo a Lloret Del Mar, si spende poco e lo sballo è assicurato. Ora scusate, torno a suonare i bonghi. 2. Ti piace la cucina etnica? A Vuoi dire i rigatoni con la pajata e la coda alla vaccinara? B Se posso, di tanto in tanto, mi concedo una seratina al ristorante giapponese... vero che il sushi non sa di niente e che sembra un filetto di capitan findus scongelato e messo sul piatto, ma se è così costoso e ricercato deve essere buono per forza, no? C Sì, non mi dispiace magiare da Mc Donald’s di tanto in tanto – cartone pressato e rognone di topo hanno un buon sapore se conditi con le salse giuste! 3. Che cosa pensi delle vacanze studio? A Diciamo pure che ho smesso di studiare in seconda elementare - la cosa decisamente non fa per me... B Perché, esistono anche vacanze dove non si studia o almeno non si fa finta di studiare? C Ma una bella vacanzetta al mare dove passi tutto il tempo a quattro di spade sull'asciugamano proprio no, eh? 4. Tutti in gita a: A Coi tempi che corrono, un bel pellegrinaggio al Divino Amore (Roma) non sarebbe da scartare... B Un soggiorno a Vitsebsk Voblast, in Bielorussia. Non ho idea di cosa ci sia da vedere, ma il nome è sufficientemente pretenzioso. C Ad Amsterdam... è una gita con la classe, devo aggiungere altri ovvi motivi? 5. Una gita che ti è rimasta nella memoria e nel cuore? A Alla centrale del latte, mi ci hanno portato all'asilo e in realtà non ricordo quasi nulla, ma subito dopo ho abbandonato gli studi e non ho fatto altre gite... B Al Museo d'Arte Contemporanea lo scorso anno, fu proprio una mia proposta... me la ricordo per le botte che mi hanno dato i compagni di classe. C Alla sagra dello Sgonfiotto a Noceto Inferiore. 6. Divertimento e cultura, un binomio possibile? A Avoja! Se c'avrebbi più tempo le farebbi un paio di gite culturali! B Ma a me va benissimo pure la cultura senza divertimento – non s'era capito che sono un saccente borghesuccio finto-alternativo? C E basta! Ma uno la cultura non la può mettere da parte almeno in vacanza o in gita? LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 57 MUSICA 36 INTERVISTA: Bugo e il nuovo tour 32 Speciale emergenti 33 STANCHI DELLE SOLITE CANZONI? STUFI DI CIÒ CHE PASSA IN RADIO O SU MTV? GUIDATI DALLA RETE E DALLE ESIBIZIONI DAL VIVO, ABBIAMO SELEZIONATO PER VOI IL MEGLIO DELLA MUSICA EMERGENTE: ECCO OTTO BAND CHE HANNO DAVVERO QUALCOSA DI NUOVO DA DIRE G di Fabio Perrone, 19 anni Roma razie a internet, oggi è possibile ascoltare un sacco di musica interessante senza sganciare un centesimo e senza scaricare alcunché. È così che, poco a poco, abbiamo scovato diversi gruppi interessanti che sono riusciti a farsi strada solo grazie agli apprezzamenti ricevuti sui loro space e agli applausi raccolti nei concerti. Vi proponiamo ora una serie di band che hanno davvero qualcosa di nuovo da dire: interessanti innovazioni nel sound, nei riff e, perché no, anche nei testi. Musica per le vostre orecchie! LES FAUVES re, ia, tastie Voce, batter sso chitarra, ba da a on the road Band emilian amoha raccolto cl diversi anni, rgia ne grazie all’e rosi consensi vo. vi l da concerti trasmessa nei in ce an rm rfo pe Dopo diverse sios pr io ra bb fe l tutta Italia, da nd nenti della ba mo i 5 compo urto a im o alla pr daranno avvi tta he ic et ro lo la née europea, sul e rt fo o nd te sta scommet invo a tratti mal sound aggressi e. gu tin is dd contra conico che li e m co re ne ge loro Definiscono il a m \alternativo, tropicale\punk ad ltà co ha diffi ascoltandoli si nprecisione. Ha n co rli inquadra alla sp po up gr e da no fatto anch inenell’ultimo He y Da n ee Gr ai stival! ken Jammin Fe om/lesfauves .c ce pa ys www.m MUSASHIBAND Voce-chitarra, basso, tastiere-sinth-sax, sinthbatteria-drummachine Siamo qui di fronte ad una sperimentazione musicale davvero interessante. Questa band di Guidonia (Roma) si è fatta strada poco a poco dal dicembre 2003, anno di nascita. È composta da quattro virtuosi polistrumentisti dalla creatività straordinaria. Sono quasi totalmente sconosciuti al grande pubblico, e li abbiamo incrociati grazie alla possibilità che è stata data loro di aprire il concerto dei Baustelle a Roma alcune settimane fa. Si definiscono una band di rock elettronico, ed è facilmente ravvisabile in loro un’influenza dei Muse, Sigur Ross e di altri gruppi sulla cresta dell’onda molto originali. www.myspace.com/musashiband Voce-a CAPAT rm O basso, onica, batt STABAND e r ia e sax, co Questa seque r i- p ba nce gnata m nd napoletana ercussioni , tastie r, chitarra, olti con è alla ri sensi a re b Più che alta da nche tr della n alcuni a , violino amite s ovità nni pu nto di fo p e si è g della p ropria m azi in radio lo rza nel uadara, dal cali e n mescola usica, C funk al azionali re a p g a e to ro n e s . ck alla propria taband ri differe w Big ban ha il su nti con d, comp orld music. Sti o s molto d a pienza amo pa osta da ifferenti e bravu rlando 8 eleme ; da qu fatti gu di una i n la ti , m di prov ardare is vera e c e la enienze oltre la esplosiv l’alterna fama lo a del lo artistich nza di cale e p ro soun e canzon www.m rodurre d, che li i in dia yspace il loro p ha letto e .com/ca rimo cd in italia patosta , con no. band MISS FRAULEIN Voce, batteria, chitarra, basso Band cosentina nata nel 2001, si è fatta conoscere col primo demo già nel 2003; nel 2004 sono stati recensiti da riviste come Rumore e, con l’inserimento del nuovo bassista, traggono l’ispirazione necessaria a produrre il loro primo album Tob Was My Monkey, il cui produttore è lo stesso degli Afterhours. I testi sono caratterizzati da una profonda ironia – come si può intendere dal nome stesso della band, “Signorina Signorina”. Si definiscono una Stoner-Rock and Roll band, caratterizzata da un sound molto cupo e deciso, tuttavia travolgente: chi li ha visti dal vivo non li dimentica facilmente. La voce è molto vicina a uno stile più indie-rock, ma non mancano anche tratti metal nelle loro canzoni. È possibile reperire il cd via rete (davvero bello!). ZUBAND Batteria, basso, sax Qualcosa di mai nemmeno lontanamente pensato prima d’ora. Rare volte si sente un trio riempire le canzoni bene come loro. Fanno una musica volutamente al confine con il rumore, davvero poco orecchiabile e di difficile comprensione ai più (si definiscono altro\altro\altro sul loro space); tuttavia dal vivo piacciono molto e si stanno ritagliando uno spazio importante nella scena underground italiana. Davvero una bizzarra idea la loro, tuttavia condita da un altissimo livello tecnico di tutti e tre i componenti; in particolare il batterista Jacopo Battaglia è davvero impressionante. Nati nel 1997, suonano in giro per il mondo da alcuni anni, ma in Italia stanno finendo sulla bocca di tutti proprio negli ultimi mesi, complice la collaborazione per un EP con Il Teatro Degli Orrori. www.myspace.com/zuband 34 Speciale emergenti Musica MARCOSBANDA Voce-chitarra-tromba, batteriapercussioni , chitarra-armonica, basso, piano-tastiere ZOGAROS Voce, batteria, chitarra, basso, tastiere, cori Per gli amanti di una musica di più facile ascolto ci sono gli Zogaros, gruppo umbro “naturalizzato cosmopolita”, come amano definirsi. Una voce molto melodica sale in cattedra su un sottofondo musicale gradevole e rilassante, tra il soul, il pop e il funky. Esistono da alcuni anni e hanno stentato un po’ a decollare, ma ora si avviano a essere più conosciuti nel panorama nazionale e non: la scelta di cantare sia in inglese che in spagnolo non è casuale, oltre che originale. Hanno partecipato con una buona risposta di pubblico alle finali nazionali 2008 di “Primo Maggio Tutto l’Anno”, la rassegna che elegge i gruppi che saliranno sul palco del Primo Maggio. www.myspace.com/zogaros QUALCHE TEMPO FA SCRIVEVAMO SU QUESTE PAGINE CHE L’HIP HOP È UN GENERE CHE DI VITALE ORMAI HA BEN POCO. BEH, QUALCUNO HA SENTITO IL BISOGNO DI ANDARE OLTRE AL NOSTRO ATTO D’ACCUSA ORRORI RO DELI ra, basso IL TEAT r a it nel tteria, ch biamo già intervistati Voce, ba b defi li a mo net non possia Noi di Zai. le, perciò ri p via sono a a tt i d tu , numero assoluta à it v o italian a un panorama nirli come enti” nel rg e ultimi m li g “e e Italia, n rd sempre più o N l e d quattro il delirio e no. Tutti e scatenare to u gli p sa anno Circolo de concerti h ancato al sb rete p n p e a R lm . era ane fa hanno lett lche settim o cu p e n a o m zi o ta erimen sp Artisti a R te n e a ri ss ra n’intere ni lette sentano u rire citazio se in re i ti rt li a no so cche di p turale: so ni sono ri to zo a n in ca sc a le ate dal tr e nei testi, e id te n La e m Capovilla. citate, abil Pierpaolo lto re-cantante groove mo ica ha un vtm a ri d e n tà o sezi e sonori rhanno dell e m ”, o m iv co tt a “c a musica ll a d e n ta vero lon . vanno fieri ciale e ne om .c ri o rr o li trodeg orrori www.iltea g e eatrod li ace.com/ilt sp y .m w w w HIP HOP, UNA DICHIARAZIONE D’AMORE P H Musica rilassante è prerogativa di Marcosbanda, gruppo dal nome ironico quasi quanto le loro canzoni. Nel panorama odierno si orientano su un genere decisamente alternativo, dalle ritmiche sudamericaneggianti, di orientamento pop, bossa e jazz. Una voce decisamente romana racconta con spirito molto sarcastico anche questioni non facili da affrontare, dall’attualità più scottante alla guerra. È da poco uscito il primo album, che prende il nome dalla prima traccia Il Nome Dei Pomodori, destinato a fare parlare di sé. Anche loro hanno partecipato brillantemente alle finali nazionali dell’ultima edizione di “Primo Maggio Tutto l’Anno” e hanno suonato nell’estate passata con Fabri Fibra, Zucchero, Elisa, Paolo Belli. www.myspace.com/marcosbandaonline 35 erché vivere il primo amore con una semplice donna! Nessuna provocazione dall'altra rispettabile sponda, qui l'amante è la musica, o meglio l'hip hop, quel suono grezzo e affascinante, nuovo ma con un'enorme storia alle spalle e da sempre pronto a scatenare le critiche dei media e delle persone "per bene". Un amore difficile forse, ma proprio per questo adrenalinico e pieno di risvolti al di fuori della quotidianità. Ma parliamo da ghetto: "l'hip hop spacca"! Realtà (bruttina), voglia di rivalsa, musica, poesia, ballo, graffiti, miscelate questi ingredienti come stregoni e avrete la formula magica. Eppure non tutti la pensano così e per scoprirlo non c'è neppure bisogno di andare tanto lontano. Ominidi griffati da testa a piedi, pieni di gioielli con impresso il loro nome e macchine grosse quanto una villetta bifamigliare, tendono a confondere, fingendosi malavitosi, incitando alla violenza e al consumo di droga. La musicalità delle canzoni spesso riprende quella del pezzo di un altro rapper che ha fatto successo un mese prima e la voglia di affermarsi in un mondo difficile è tramutata in bisogno di ostentare beni materiali e donnine facili. di Michael Lorenzelli, 18 anni Torino Mtv, All Music e i programmi musicali di Sky hanno da tempo una scelta tra migliaia di rapper docili, più pop che hip hop, da mettere a rotazione e ormai non c'è adolescente che non conosca almeno tutte le canzoni di Fabri Fibra a memoria. È businness... e la contaminazione da soldo non poteva che dare alla testa di chi soldi non ne aveva. Prendersela è inutile, o si cavalca l'onda di attenzioni che ha travolto la scena o ci si mette a fare la musica col cuore, quella che viene senza un perché e non solo per rispetto del contratto; servono passione e costanza, e magari le cose torneranno ad essere come chi ama l'hip hop vuole. Ognuno poi è libero di scegliere cosa ascoltare, e internet è una fiocina di buona musica per chi la libertà la vuole a 360 gradi e ha smesso di affidarsi alle monotone radio; certo, tra le frequenze qualche stazione di nicchia continua a sopravvivere e affidarle l'orecchio ogni tanto non costa nulla. Hip hop o no, la musica è musica, e dato che scegliere la migliore non costa poi tanta fatica, tenersi informati su cosa c'è di veramente bello non pensate sia una cosa saggia?! 36 Intervista 37 IL “MENESTRELLO” DELLA MUSICA POP ITALIANA HA RISPOSTO ALLE NOSTRE DOMANDE ALLA VIGILIA DEL TOUR CHE LO PORTERÀ IN GIRO PER TUTTA LA PENISOLA Q re tilizza u e c a Mi pi e pensa la ch iù quello : è molto po a gente nte rispett e divert e provo io h c quello di Chiara Colasanti, 18 anni Liceo classico “Tacito” - Terni uando si sente in giro una persona che, parlando del più e del meno, afferma seriamente che “c’è crisi”, il mio pensiero va subito al singolo che ha monopolizzato Mtv qualche tempo fa. L’autore, Bugo per l’appunto, è uno dei più eclettici artisti che si possano trovare in Italia in questo momento e, dagli inizi nel 1999, di strada ne ha fatta. Piano piano ha conquistato favori di critica e pubblico e ora, grazie all’ultimo album Contatti, sta raccogliendo il dovuto consenso. Dopo il singolo C’è Crisi, anche il secondo estratto dall’album, Love Boat, ha contribuito a far conoscere ancora di più il cantautore che durante l’estate ha riscosso parecchio successo. Ora, con il nuovo singolo Nel giro giusto (dal sound elettronico accattivante che del resto pervade tutto l’album) si prepara ad affrontare una tournée invernale arricchita di nuove luci e di un’originale scenografia. Ma chi è veramente Bugo? Cristian Bugatti, nato nel 1973 nel novarese, non è solo un artista brillante e mai banale, ma soprattutto è un uomo che sa perfettamente quello che vuole e come ottenerlo. Basta leggere come ha risposto alle nostre domande. Con Contatti hai sottolineato il tuo legame con la musica elettronica, quali sono gli aspetti di questa musica che ti hanno spinto a questa scelta e cosa puoi trovare di migliore, di diverso da una musicalità meno elettrica? «Sono cresciuto con la musica cantautorale, con chitarra acustica e voce: ho fatto un sacco di concerti chitarra e voce, ma poi ad un certo punto mi sono reso conto che il folk, il rock mi stavano annoiando. Dopo tre dischi, ero stufo di comporre con la chitarra, così ho trovato nei programmi per far musica elettronica e in molta musica italiana e francese, una freschezza che non sentivo più nella musica folk e rock. Nell’ultimo disco ho recuperato delle cose che avevo già accennato in passato, ma ho voluto fare tutto elettronico: ci sono solo tastiere, tutte le batterie sono elettroniche. Ho scelto, quindi, di utilizzare una musica generalmente fredda per parlare di cose molto vive come le delusioni, le crisi, la ricerca disperata di un contatto». Cosa ci puoi raccontare del contest “Bugo at your place” (e dell’esperienza con Mtv in generale)? «Conosco Mtv da diversi anni: sono stati i primi a chiamarmi. Nel 2002 mi hanno invitato a fare Supersonic; dopo quella comparsa in tv, ho firmato con l’Universal. Mtv ha sempre sostenuto il mio progetto, mi ha sempre portato fortuna. Quest’anno mi hanno chiamato a fare Mtv@your place, che è un’esperienza particolare, una cosa diversa dal suonare su un palco. Compongo le mie canzoni non pensando a chi sarà il mio ascoltatore: non scrivo con l’idea che un brano potrà piacere di più a chi ha 15 anni o 40 anni. Il fatto che mi abbiano chiamato per fare un certo tipo di trasmissione per ragazzi assai giovani, vuol dire che nel mio disco qualcosa che a loro piace c’è. Generalmente non è il pubblico che mi segue, ma c’è sempre qualche eccezione». La maledetta nave e il maledetto mare di cui parli in Love boat… le delusioni che portano con sé appartengono a Bugo o a Cristian? «Ho scritto quella canzone ispirandomi a una coppia di miei amici che non facevano altro che litigare; lei era convinta che l’amore fosse delusione, lo penso anch’io: anche se si sta assieme tanto tempo, comunque ci sono dei ricordi brutti che una coppia si porta dietro. Tuttavia, quella non è una canzone negativa, parla semplicemente delle difficoltà di una relazione amorosa». L’ispirazione in che momenti ti coglie? Come nascono le canzoni che poi noi sentiamo negli album? «Nascono dall’esterno; all’inizio della mia carriera partivo più da sensazioni mie, ma questo anni fa, nei miei primi due dischi. Poi ho cominciato a scrivere, con il primo cd uscito con Universal nel 2002, quello che sentivo dire in giro dalle persone. Ad esempio, C’è Crisi è nata così! Non mi interessa parlare di quello che provo io: mi piace di più “utilizzare gli altri”, i pensieri degli altri». Come definiresti il tuo percorso dagli esordi nel 1999 fino ad ora? Cosa vedi nel futuro? «Non mi guardo mai troppo indietro, né in avanti: cerco di vivere sempre il presente, non so neanche cosa farò tra cinque anni. Ho sempre fatto i dischi che volevo e questo mi ha anche comportato delle difficoltà, sono sempre stato catalogato come un personaggio “stravagante”. Non ho mai accettato compromessi e, quindi, uno come me fa più fatica ad arrivare. Mi ha fatto molto piacere raggiungere il successo con un disco che è Contatti, non il primo album. Mi spiego: molti artisti hanno un successo folgorante con il primo disco e poi scompaiono… no? Per quanto riguarda me, questo è il mio disco più bello, ed è il mio sesto disco!». Sei stato definito uno degli artisti pop meno catalogabili degli ultimi anni, vuoi provare tu a darti una definizione? Ti senti il “Beck delle risaie”, come ti hanno soprannominato, oppure no? «Le definizioni servono ai giornalisti per scrivere e far capire al lettore come inquadrare un artista; quelli italiani hanno sempre bisogno di essere paragonati agli stranieri. All’inizio mi andava anche bene essere assimilato a Beck, ma adesso mi viene quasi da sorridere e penso: “proprio non sanno inventarsi niente!”. Tu mi chiedevi come mi definisco io: è una bella domanda! Potrei essere il “menestrello” del pop italiano!». Che altro aggiungere? Bugo è un artista da non farsi sfuggire, ma ecco dove approfondire la sua conoscenza: www.bugo-net.it www.myspace.com/bugomusic NEL GIRO GIUSTO TOUR 01/11/08 RECANATI (MC) - EXTRA 07/11/08 S.ILARIO DI GATTATICO (RE) FUORI ORARIO 14/11/08 FIRENZE - VIPER 15/11/08 RONCADE (TV) - NEW AGE 29/11/08 TORINO - HIROSHIMA MON AMOUR 40 CINEMA: Pierfrancesco Favino è "L'uomo che ama" GIOVANI CRITICI 42 PALCOSCENICO: Shakespeare Low 40 Intervista 41 Nei panni di un uomo fragile FINORA ERA STATO CONSIDERATO TRA I PIÙ TALENTUOSI INTERPRETI DEL NOSTRO CINEMA. OGGI PIERFRANCESCO FAVINO, 39 ANNI ED UNA FILMOGRAFIA INVIDIABILE, È UNA STAR. NELL’ATTESA DI VEDERLO IN “ANGELI E DEMONI”, L’ABBIAMO AMMIRATO NE “L’UOMO CHE AMA” D di Lorenzo Brunetti, 17 anni Liceo classico “Visconti” - Roma opo il ruolo di Marco, il trentenne felicemente sposato ne L'ultimo bacio, ha recitato in tutti i più importanti film italiani degli ultimi anni senza disdegnare la fiction televisiva, ma è nel 2007 che approda ad Hollywood con una piccola parte al fianco di Ben Stiller in Una notte al museo, nel ruolo di un inedito Cristoforo Colombo. Quest'anno lo abbiamo visto in Miracolo a Sant'Anna diretto da Spike Lee e ne Le cronache di Narnia 2: Il principe Caspian, mentre nel 2009 sarà nelle sale con Angeli e Demoni, il prequel de Il codice Da Vinci. Nonostante il successo internazionale sembra però non dimenticasi dell'Italia. L'uomo che ama, il film di Maria Sole Tognazzi che ha aperto il Festival Internazionale del Film di Roma, lo vede protagonista così come la nuova Fiction di Rai Uno Pane e Libertà, dove interpreta lo storico segretario della Cgil Giuseppe Di Vittorio. Nell'intervista che ha recentemente rilasciato a Vanity Fair dichiara di conoscere bene la differenza tra il suo primo piano e quello di Kim Rossi Stuart, definendo la sua una “faccia di genere”. «Intendevo dire che ci sono volti ai quali basta essere inquadrati per raccontare qualcosa, mentre altri hanno bisogno di più interpretazione... non intendevo essere dispregiativo nei miei confronti». Per L'uomo che ama, dove interpreta la sofferenza d'amore del farmacista Roberto, Maria Sole Tognazzi racconta di averla scelta proprio per la sua fisicità.... «L'uomo che interpreto vive un percorso emotivo piuttosto delicato che normalmente verrebbe attribuito ad un volto meno marcato del mio. Maria Sole Tognazzi ha invece puntato sul contrasto tra ruolo e fisicità». Le è stato difficile immedesimarsi nella parte? «Assolutamente no. La fisicità di una persona non sempre corrisponde agli stereotipi. Altrimenti sarebbero state corrette le teorie di Cesare Lombroso sulla fisiognomica, secondo le quali tutti quella con la fronte bassa erano criminali... Certamente però mi ha fatto piacere interpretare un ruolo delicato che normalmente non mi sarebbe attribuito». L'uomo che ama racconta lo struggimento amoroso di un uomo e ciò è stato visto come rivoluzionario. Non crede che in realtà nella storia della cultura, da Catullo a Dante a Leopardi (solo per citarne alcuni...), gli “uomini che amano” non siano mancati? «Non si tratta, infatti, di un tema inedito, ma desueto ultimamente per il cinema. Soprattutto nel nostro paese sembra esserci una tendenza culturale a considerare il maschio come impermeabile a certe dinamiche emotive: o fa il principe azzurro o altrimenti è raro che venga rappresentato nel percorso che può seguire ad un abbandono o al riconoscere in se stessi di non amare più una persona». Monica Bellucci è sua partner nel film della Tognazzi. Come è andata questa collaborazione? «La collaborazione è andata benissimo. Per quanto riguarda le tanto attese “scene intense” devo dire che non sono quelle che normalmente ci si immagina quando viene fuori il nome di Monica Bellucci». L'uomo che ama è stato presentato all'apertura del Festival di Roma. Dopo l'esperienza di quest'anno quali sono le sue impressioni sulla kermesse romana? «Come ho sempre detto, sono molto contento che Roma abbia un suo festival e non credo affatto che pesti i piedi a Venezia. L'ideale sarebbe se si riuscisse a creare anche una nuova realtà di mercato. Non ho, invece, ben capito le polemiche sul fatto che il cinema italiano dovesse essere rappresentato di più o che l'apertura con un film italiano fosse in qualche modo un'apertura minore». Se la festa di Roma non ha pestato i piedi a Venezia certamente l'ha fatto il Festival di Toronto (almeno nei numeri), dove è stato presentato l'ultimo e discusso film di Spike Lee. Oltreoceano però, dopo i fischi alla prima, la pellicola ha avuto poca fortuna e qualche pesante stroncatura. Come giudica quest’insuccesso? «È difficile capire le dinamiche per le quali un film viene giudicato buono, specialmente quando non si tratta del proprio paese. Io comunque vedo una certa continuità i ettess ola m i m s Se re una non a f i d i, e tica nell'ot mi limitere ta del cosa unto di vis unto di dal p , ma dal p o ico pubbl espressiv a vist nell’opera di Spike Lee, è sempre stato un regista controverso. Non bisogna confondere un film che si occupa di un argomento storico con un manuale di storia: non è stato il tentativo di ricostruire i fatti, ma di raccontare una o tante storie all'interno di un preciso periodo. I personaggi sono sempre frutto della fantasia, anche quando sono tratti dalla realtà». Il prossimo kolossal nel quale la vedremo è Angeli e Demoni, tratto dall'omonimo libro di Dan Brown. La trama, come per Il Codice Da Vinci, è un intricato thriller tra storia e fantasia. Il tema è tra i più controversi: il rapporto tra scienza e fede. L'accusa è di sfruttare temi importanti e figure storiche come Galileo per un'operazione commerciale... «Se uno studioso galileiano si fa intimidire da un libro di Dan Brown ho paura che abbia poca fiducia in Galileo. Non credo che il film tratti delle teorie di Galileo e neanche che il centro della trama sia il rapporto tra scienza e fede. Si tratta di un thriller totalmente di fantasia: è evidentemente assurdo che un cilindro contenente dell'antimateria faccia saltare il Vaticano». Dopo le sue esperienze oltreoceano, lei ha definito la realtà di Hollywood come molto professionale, mentre da noi spesso si conta troppo sull'arte di arrangiarsi... «Che si abbiano cento lire o trecento milioni di dollari, la differenza consiste nell'amore per quello che si fa. È vero però che in America c'è una struttura lavorativa basata totalmente sul merito, e questo influisce sulla qualità del lavoro». Sul suo sito si legge "Commedia, fiction, dramma... voglio fare tutto tranne il porno" e a giudicare dalla sua filmografia sembra essere proprio così... «Se mi mettessi nell'ottica di fare una sola cosa mi limiterei, e non dal punto di vista del pubblico, ma dal punto di vista espressivo. Il mio è un mestiere basato sulla fantasia e quindi sulla possibilità di immaginarsi in maniera sempre diversa». 42 Shakespeare Low: lezioni d’autore Palcoscenico 43 rilevanti nell’ambito della storia. Una lezione che guarderà alla filologia del testo attraverso un gioco ironico e didattico. All’epoca in cui ero uno studente, infatti, ed andavo a teatro con la scuola, ricordo con sconforto gli spettacoli che ci portavano a vedere; si trattava di piéce punitive, che non si avvicinavano affatto al gusto dei giovani. Io vorrei, al contrario, che questo spettacolo costituisse un’educazione teatrale per quanti, in futuro, vorrebbero fare teatro. Normalmente, penso al teatro come a un virus urticante: una volta respirato, ti rende già preposto al mestiere. Che ci sia poi un grande teatro come l’Eliseo che finanzia operazioni di questo genere è un aspetto molto significativo, che lascia ben sperare per il futuro». Lei ha iniziato ad occuparsi di teatro fin da giovanissimo: quale consiglio darebbe allora ad un giovane che vuole avvicinarsi a questo mondo, visto che spera di avere fra il suo pubblico un futuro artista? «Io ed altri miei colleghi ci siamo avvicinati sin da giovanissimi al teatro come spettatori, con la segreta speranza che, un giorno, avremmo potuto prenderne parte. Di conseguenza, leggo nei giovani sempre dei potenziali teatranti. Inoltre, il teatro è, per alcuni, una terapia che riesce a rendere meno Normalmente penso al teatro come a un virus urticante: una volta respirato, ti rende già preposto al mestiere timidi. Come prima cosa, quindi, consiglio di andare a teatro, proprio per ca(r)pire il segreto e per capire se si trova in ciò una sorta di soddisfazione interiore ed emotiva. Poi, se uno sceglie di far l’attore, è necessario che si rivolga a scuole di recitazione serie, diffidando dalle facili promesse». Pirandello, Cechov e Beckett sono solo alcuni dei nomi degli autori di cui lei ha curato la regia: quale allestimento le è rimasto maggiormente nel cuore e perché. «Con Cechov ho allestito uno Zio Vania speciale, ripensato dall’unico personaggio sopravvissuto. Beckett, invece, è stato sempre il leit motiv della mia vita. Di Pirandello, poi, ho un ricordo straordinario: con Così è (se vi pare) vinsi il premio Ubu per la regia legato, tra l’altro, ad un testo intoccabile che ha dato frutti importantissimi». Un’altra avventura che l’ha coinvolta in questi anni è stata la direzione artistica della compagnia La Comunità, ce ne vuole parlare? «La Comunità nasce nel ’72, in un sottoscala: uno spazio molto legato alla mia attività, alla mia storia, all’immaginazione e alla pulsione interiore. Una dimensione parallela che ho cercato di tutelare dalle mode e da una facile programmazione, privilegiando gli spettacoli di ricerca». Un altro suo grande amore è il cinema. Come si traduce questa passione sul palco? «Io penso come se fosse un film, uso la luce come se fosse un primo piano e lavoro molto sulla sagomazione dell’immagine, in un contesto dove quasi sempre non si vedono i confini, i perimetri. Per cui, sembra proprio che quello che viene illuminato diventi, a un certo punto, l’elemento narrativo e, viceversa, ciò che rimane nell’oscurità non sia mai esistito. Poi, sicuramente, c’è l’uso della musica, uno degli elementi che maggiormente mi avvicina al cinema: io lavoro con la musica, effettuando una ricerca armonica agguerrita e presentandola, infine, non come sfondo ma come un’ulteriore drammaturgia che si aggiunge a quella scritta. Il teatro è anche questo». Giancarlo Sepe di Antonella Andriuolo, 22 anni S Roma ervi, messaggeri, ruffiani ed elfi si avvicenderanno in un viaggio fantastico tra amore e morte, passione e dolore, gioco e viltà, accompagnati dalla musica e dall’esperienza creativa di Giancarlo Sepe. Una lezione di teatro e di vita che si articola in capitoli e coraggiosamente rovescia il precetto dantesco: questa volta, tra bassi, balordi e ignavi non si guarda e passa, ma ci si sofferma per comprendere, come ci racconta Giancarlo Sepe. Come e con quali finalità nasce il progetto Shakespeare Low? «Dopo tanta attività personale e di sperimentazione legata ai giovani, avevo intenzione e voglia di far CHI ERANO E CHE RUOLO AVEVANO I PERSONAGGI “BASSI” NEI DRAMMI DI SHAKESPEARE? QUALE CONTRIBUTO APPORTAVANO ALLO SVOLGIMENTO DELLA VICENDA? A QUESTI E AD ALTRI QUESITI RISPONDE “SHAKESPEARE LOW”, LEZIONE-SPETTACOLO DEDICATA DAL TEATRO ELISEO DI ROMA AI RAGAZZI comprendere loro quanto fosse importante il teatro attraverso una espressività più fresca e diretta. Shakespeare Low è, pertanto, una chiave per affrontare un classico in un modo differente dal solito, connettendolo al gioco. È una sorta di tour in un mondo misterioso». Perché la scelta di coinvolgere i ragazzi in un excursus di personaggi bassi, balordi e ignavi? «I personaggi bassi sono i personaggi che ignorano gli effetti delle loro azioni, in genere tralasciate durante la messa in scena. Shakespeare Low rappresenta, quindi, un pretesto per giocare sulla drammaturgia shakespeariana: le figure sono basse in quanto non hanno importanza, balorde perché sono anche cattive, ignave perché ignorano quanto possano essere Eliseo Ragazzi - Teatro Eliseo - 29 ottobre dicembre a 19 Dal Shakespeare Low Bassi Balordi e Ignavi Lezione spettacolo su brani di William Shakespeare Testo e regia di Giancarlo Sepe www.teatroeliseo.it Anatomia di Contaminazioni “UN GIORNO PERFETTO” D spazio offerto da Mandragola Advertising S.r.l. di Samuele Sicchio, 19 anni Torino ieci persone ordinarie, uomini e donne, bambini, giovani e adulti; Melania Mazzucco ha firmato lo struggente romanzo corale che racconta la giornata "perfetta" di ognuno di loro. L'unità di tempo e di azione è garantita dal fatto che tutto accade nel corso di un solo giorno, nella Roma di oggi; non nei luoghi lontani attraversati da Annemarie Schwarzenbach in Lei così amata o nella New York di un secolo fa, quella che fa da sfondo a Vita. Non un romanzo storico quindi, di quelli cui ci eravamo abituati. Un flashback di 24 ore, che sono poi i capitoli in cui il libro è diviso, e un folto gruppo di personaggi, pedinati quasi minuto per minuto, ci coinvolge lungo una giornata che parte dalla notte fra il 3 e il 4 maggio 2001. Un giorno come un altro. Un giorno qualsiasi. Un giorno perfetto, per l'appunto. Il 4 maggio è un venerdì, il penultimo prima delle elezioni del 13 e 14, quelle che daranno la maggioranza al secondo governo Berlusconi. E il primo personaggio che si incontra è proprio un politico, l'avvocato Elio Fioravanti, parlamentare uscente della Casa delle Libertà, ricandidato in un collegio elettorale difficile, quello del quartiere Casilino. Riuscirà a spuntarla? Nel cuore della notte del 4 si sveglia di soprassalto: un incubo gli ha preannunciato la sua sconfitta elettorale. La frustrazione e la preoccupazione di questo personaggio scisso tra amore per la famiglia e attaccamento alla "poltrona", due cose che Elio identifica, sono la cornice entro cui si muovono altri tre personaggi: suo figlio Aris, detto Zero, studente no global di legge, capelli rasta, Maia, vent'anni più giovane del marito, e la piccola Camilla, loro figlia, che il 4 maggio festeggia anche il suo compleanno. Dall'altra parte c'è la famiglia di Antonio Buonocore, poliziotto scelto e capo della scorta di Fioravanti; il suo matrimonio è finito, e ora sua moglie Emma si è trasferita fuori Roma con i due figli, Valentina e Kevin. La prima, uscita da scuola, va a farsi il piercing all'ombelico con un'amica; Kevin viene invitato alla festa di compleanno di Camilla, di cui è compagno di classe, 45 ECCO LA DESCRIZIONE DI UN GIORNO DI VITA IN CUI LE ESISTENZE DI DIECI PERSONE COMUNI SI INTRECCIANO INESORABILMENTE E, PURTROPPO, TRAGICAMENTE e Antonio decide invece di farla finita, dopo un ultimo tentativo di convincere Emma a tornare. Quel che accade dopo è una descrizione pazzesca e sorprendente: i personaggi del libro si trovano coinvolti in un susseguirsi di avvenimenti intrecciati fra loro, fino al tragico epilogo della sera. Un giorno perfetto è avvincente, si legge d'un fiato: dal tutto emerge il male di vivere, il sentimento di noia o malessere, di delusione o dolore che, per un motivo o per un altro, accomuna tutti i personaggi del libro. È un romanzo all'insegna del nichilismo più disperato. È triste, veritiero, di quelli senza fiocchi e merletti: non lascia spazio all'ottimismo o, peggio, alla speranza. È la stessa Emma, figura palesemente cara all'autrice, che, ad un certo punto della narrazione, parlando a se stessa dice: "È terribile pensare che la nostra vita è un romanzo senza intreccio e senza eroi, completamente sconnessa, priva di coerenza, fatta solo di pause e di vuoti, di digressioni insensate". Sul grande schermo per la regia di Ferzan Ozpetek Melania G. Mazzucco, Un giorno perfetto, Piemme, Roma 2003, pagg. 414, Premio Strega 2003 46 VITA NON È UN LUNGO Recensione Recensione QUANTO COSTA IL SILENZIO UNA RAGAZZA CINESE, AN-LING, SPERDUTA A NEW YORK. E UNA FAMIGLIA AMERICANA, APPARENTEMENTE NORMALE, CHE NASCONDE UN TERRIBILE SEGRETO… U LA FIUME PARAFRASANDO IL CELEBRE FILM FRANCESE, QUESTE PAGINE RACCONTANO L’INFANZIA DI TRE BAMBINE A CAVALLO DEL DIVORZIO DEI LORO GENITORI. UN LIBRO SCRITTO CON UNO STILE SEMPLICE, QUASI NAÏF, MA CHE OFFRE SPUNTI DI RIFLESSIONE PER I LETTORI DI OGNI ETÀ di Ludovica Antonini, 15 anni Liceo classico “Foscolo” – Albano (Roma) n passato doloroso, dai limiti razionalmente invalicabili, e un’intricata vicenda giudiziaria accomunano le due protagoniste del romanzo: Emma, cinquantenne insegnante di inglese per immigrati a Manhattan, e An-ling, studentessa. Il libro è un viaggio nella memoria attraverso flashback, spezzoni di vita raccontati da Emma, dal marito Tom e dal figlio Josh. Ma è solo attraverso le email di An-ling ad Emma che si apprende la vera storia della ragazza: è lei il perno strutturale del romanzo, intorno al quale ruota ''l'atmosfera gialla'' del racconto, che tiene in suspance il lettore fino alla fine. Con il suo inglese incerto, An-ling capita per caso nella classe di Emma e scivola nella sua vita e in quella della sua famiglia con un atteggiamento condiscendente e seduttivo. Tuttavia il suo arrivo sconvolge i valori su cui si regge l'equilibrio del piccolo nucleo familiare: Tom soffre per l'ambiguo atCamilla Trinchieri taccamento della moglie alla studentessa; Emma, invece, IL PREZZO DEL SILENZIO vuole proteggere ed aiutare An-ling, che vede fragile e indi320 pagine, 16 euro fesa e per questo si trasferisce con lei in un loft a Manhattraduzione di Erika Bianchi tan. Occorre fare un passo indietro: l'insegnante è ossessionata dal senso di colpa per la perdita della figlia Amy, morta all'età di due anni, investita dalla sua macchina. e Emma non può dimenticare Amy, ''quel raggio di SoA margin ri le che li aveva tirati fuori da un buco sottoterra''. In Trinchie Camilla An-ling Emma vede sua figlia, l'amore che prova per raga, nata a P lei è tutto materno: è quel sentimento che ''tutto ab, anhattan braccia e mai finisce'' e che pure non la terrà a riparo vive a M i n e origi dall’incresciosa accusa di omicidio... ma le su er L'autrice rende bene il dramma esistenziale delle due liane. P sono ita protagoniste: un passato lasciato nel silenzio che prez, i n tte an diciasse zo ha se pesa come una cappa di piombo? Eppure quetornare sto dramma è sussurrato, non gridato e mai patetico. La prima di struttura 'gialla' del romanzo lo eviscera e lo comprende vamente definiti i, come in un percorso psicoanalitico in cui An-ling è l'eleati Unit negli St mento provocatorio. C'è un giusto equilibrio tra la forma l ato ne ha lavor del libro e il suo contenuto: il linguaggio è semplice e io a chiare ed evidenti le problematiche individuali dei persodoppiagg naggi, tranne che per An-ling, la cui personalità è ambigua . Cinecitt y e complessa. rs Weekl Publishe Ma il dialogo leale che tutti i personaggi del libro hanno ol itI con la propria coscienza li qualifica e ne giustifica il modo ha defin el sil-en di agire. Anche se il mistero aleggia fino all'ultima pagina prezzo d , del libro, che si legge tutto d’un fiato, il desiderio di amare ionante" zio "emoz i ed essere amati, di ricucire gli ''strappi delle loro vite'' che eview gl Kirkus R sono ''fardelli di infelicità'', la ricerca di un nido sicuro e senato reno, scandiscono quella sottile poesia esistenziale che è alla ha asseg a, i stellett base della narrazione. È un libro da leggere. Brava Camilla! l’ambita di lettori om Amazon.c n-a pareri u TRANQUILLO 47 S di Federica Zaccarelli, 19 anni Roma e paure legate alla difficoltà di crescere. ophie, Carole e Nelly sono tre sorelle francesi, tre La storia ci mostra in quanto poco tempo questo felice unibambine che amano giocare, correre per i grandi verso ovattato, protetto da un’aura di sogni, si possa inprati di Saint-Martin-en-Haut, fare lunghe passegfrangere, in quanto poco tempo un’idilliaca e felice infanzia giate e inventarsi ogni giorno qualche nuovo tesoro da possa essere rovinata, spezzata, distrutta. Ma soprattutto, scovare o sconosciute fortezze da esplorare. con quanta involontaria indifferenza da parte dei grandi La loro vita, però, sta cambiando. Qualcosa ha intaccato il questo possa accadere. loro felice equilibrio, e alla voglia di giocare si sta sostiL’errore più grave è sottovalutare, in periodi tuendo un nuovo e ignoto sentimento: la consapevolezO difficili anche per gli adulti, le paure e le anza di non poter vivere per sempre in L IL U ME TRANQ IU F O gosce dei propri figli, amplificate dall’ineuna bellissima fiaba. Il papà G N U ON È UN L i sperienza del dolore. Sono loro i veri pronon vive più con le sue tre LA VITA N d avoie tagonisti di ogni separazione. La rottura bambine perché una “strega” ie, Nelly S o v a S le , Caro s ie o ri v a a P S del legame tra i genitori li farà smarrire; cattiva lo ha portato via. La co ie ri S op h ni di Fede soffriranno per il crollo dell’unica vera strega sta avvelenando le loro illustrazio SetteCittà Edizioni certezza che si ha da bambini: mamma vite e quella della mamma, si 2 ,50 euro e papà, un binomio intaccabile e indista impadronendo silenziosaPrezzo: 1 struttibile. Il dolore è inevitabile, ma mente dell’amore del papà, che ngofiume lu n può essere ridimensionato con l’imprima era tutto per loro. u e n o an www.lavit m o pegno di entrambi i genitori. Un libro È questa la storia che Sophie, Ca.c lo il u tranq scritto a sei mani che, grazie alla rol e Nelly narrano in prima persochiarezza dello stile e ad una narrana rielaborando in chiave letteraria zione incantevole e delicata, regai ricordi della propria infanzia e oflerà un importante insegnamento frendo così a chi legge la possibilità per crescere e migliorarsi nel diffidi rivivere, con l’ausilio delle splencile ruolo di genitore. dide immagini di Federico Paris, la Un libro che lascia agli adulti un fanciullezza e il piacere di dare e ricemessaggio di speranza: i bambivere amore. Con semplicità solo appani, nella loro disarmante indulrente il libro racconta una fiaba - con genza, riescono ad accettare tanto di bambole e fantasmi immaginaogni cambiamento purché illuri, rappresentati con attenta precisione minati dall’amore assoluto dei e mette in risalto il fantastico ma enigloro genitori. matico mondo dei bambini, fatto di sogni 48 Recensioni 49 CINEMA NARRATIVA MAMMA MIA CINEMA BURN AFTER READING dei fratelli Cohen, Usa, 2008 Film curioso, si potrebbe classificare come una commedia, ma il retrogusto é amaro e anche piuttosto cruento. La vicenda vede un intrecciarsi di ricatti, incomprensioni e appuntamenti al buio: ad essi prendono parte Osbourne Cox (Malkovich), frustrato agente della Cia appena licenziato, due gestori di una palestra (Pitt e McDormand) che trovano accidentalmente alcuni suoi file riservati e cercano di ricattarlo, un’ex-guardia del corpo (Clooney) che va a letto con la moglie della spia ormai disoccupata. Mano a mano che le varie storie si intrecciano sempre più indissolubilmente, emerge anche la totale impossibilità per i singoli di avere una visione chiara e non distorta delle circostanze in cui si ritrovano coinvolti. E le conseguenze sono sanguinose. L’assenza totale di qualunque ragionamento è alla base di tutte le azioni dei personaggi, così come la futilità delle loro motivazioni: è il caso del palestrato e inebetito Pitt, o della sua collega, che ricatta Cox solo per avere i soldi necessari ad un triplice intervento di chirurgia estetica. Gli attori non danno forse sempre il meglio di sé, complice una sceneggiatura non perfetta che si concede talvolta qualche caduta di stile. Un motivo per vederlo: Il quadro generale è comunque buono, con un film divertente, ma anche aspro e disincantato. Un motivo per non vederlo: Ce n’è abbastanza per smorzare i sorrisi che i fratelli Cohen ci avevano strappato. Michele Barbero, 20 anni, Torino ECLIPSE NARRATIVA POCHI INUTILI NASCONDIGLI di Phyllida Lloyd, Usa, 2008 di Stephenie Meyer, Editore Fazi, 501 pagine, prezzo: 18,50 euro di Giorgio Faletti, Editore Baldini Castoldi Dalai, 376 pagine, prezzo: 17,90 euro Il film parte a singhiozzi, ma appena entra in scena Meryl Streep tutta la storia prende tono. Inoltre, le sfavillanti canzoni degli Abba diventano sempre più coinvolgenti e le strampalate coreografie e gli improvvisati cori degli isolani greci sono difficili da dimenticare. Una commedia che nel complesso riesce a scaldarti il cuore e regala diverse gag strepitose. Nella bellissima cornice dell’isola greca di Kalokairi, Sophie (Amanda Seyfried) sta per sposarsi con l’amato Sky, nonostante le obiezioni di Donna (Meryl Streep), sua madre. La giovane sposa non ha mai conosciuto suo padre: dopo aver trovato e letto il diario segreto della madre, scopre di avere tre possibili padri. All’insaputa di Donna, li invita tutti e tre (Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgard) al suo matrimonio. Un motivo per vederlo: Un film veramente divertente, gradevole e senza dubbio unico; visto e considerato che il passaggio da Broadway alle sale dei cinema è stato abbastanza breve, dobbiamo tutto alla fama del gruppo svedese! Un motivo per non vederlo: Se non amate i musical. Marco Bevilacqua, 19 anni, Roma Dopo i primi due capolavori (Twilight e New Moon), ecco l’ultimo libro che ha fatto impazzire migliaia di giovani lettori: Eclipse. La scrittrice americana riesce a mescolare tutti gli ingredienti di una storia avvincente: combina infatti, il sentimento dell’amore, ingenuo ma fortemente passionale, ai momenti nuovi e difficili degli adolescenti. Eventi di natura sovrannaturale scandiscono l’andamento del racconto; ecco che così l’autrice ci permette di fantasticare in un mondo dove la vita mortale appare quasi un’utopia di fronte a quella di ricchi e affascinanti vampiri, che lottano ogni giorno contro la loro natura assassina per non far del male agli esseri umani. Un motivo per leggerlo: Grazie all’ambientazione, il libro riesce perfettamente a far immedesimare il lettore, così da portarlo vicino a quello che è il mondo ultraterreno di Bella ed Edward. Un motivo per non leggerlo: Pur essendo un thriller, il libro è molto dolce e romantico, quindi sconsigliato a chi predilige i finali tristi e soprattutto le letture molto impegnative. Lucia Motta, 16 anni, Catania Brivido, mistero, inquietudine, dolcezza, umorismo, diversità. Sono questi gli ingredienti che danno vita a Pochi inutili nascondigli, sette racconti di straordinaria profondità, nati dalla penna dell'oramai affermato scrittore italiano Giorgio Faletti. Autore di Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi e Fuori da un evidente destino, aveva già saputo sorprenderci per le sue trame dal ritmo incalzante. Con questo libro riconferma il suo successo, ma non solo: riscopre il genere del racconto, quasi una rarità di questi tempi, e ci guida in viaggi alla ricerca dell'inevitabile buio della coscienza. Lo stile di Faletti è quello di sempre, diretto, conciso, ironico, ma anche capace di spaziare tra vari generi, oltre il thriller dei primi romanzi. Un motivo per leggerlo: Le trame dei singoli racconti sono ben articolate, ricche di spunti riflessivi e di personaggi affascinanti, dipinti con estrema maestria dall'autore. Un motivo per non leggerlo: Se non amate particolarmente i racconti e preferite storie lunghe e intricate, meglio cimentarsi in altre letture. TEATRO Valentina Pudano, 16 anni, Catania IL PIACERE DELL’ONESTÀ di Luigi Pirandello, regia di Fabio Grossi, con Leo Gullotta Un ottimo cast e una scenografia semplice ma ben realizzata ne Il Piacere dell’onestà messo in scena al Teatro Eliseo di Roma. Nell’opera viene utilizzato l’espediente del matrimonio di convenienza per “fotografare” una tipica famiglia nobile del Novecento, con le sue virtù ma soprattutto i suoi vizi. Resa alla perfezione l’idea pirandelliana riguardo alle relazioni sociali: in pubblico ognuno di noi indossa una maschera che nasconde il suo vero modo di essere. Spicca fra tutte l’interpretazione di Gullotta, per la grande sensibilità e dolcezza della gestualità: è in grado di trovarsi al centro dell’attenzione senza irromperla e di commuovere senza cadere nel patetico. Un motivo per vederlo: Per la qualità interpretativa degli attori. Un motivo per non vederlo: A tratti è un po’ difficile da seguire. Cristina Colopardi, 18 anni, Roma Giù al Nord, una divertentissima commedia che ironizza sui pregiudizi culturali che le genti del Sud hanno su quelle del Nord della Francia. Philippe Abrams, il direttore dell’ufficio postale di Salon-de-Provence, è sposato con Julie, donna soggetta alla depressione che gli rende la vita impossibile. Per farle piacere, Philippe tenta di farsi trasferire in Costa Azzurra, ma finisce a Bergues, una cittadina del Nord del paese. Per gli Abrams, sudisti accaniti pieni di pregiudizi, il Nord è l’inferno: una regione perennemente ghiacciata, abitata da persone rudi che parlano un dialetto incomprensibile, lo Ch’tis. Alla fine Philippe parte da solo per la nuova e desolata destinazione, ma con sua immensa sorpresa, scoprirà un luogo affascinante... Regia di: Dany Boon con Kad Merad, Dany Boon, Zoé Felix nelle sale dal 30 ottobre Z a i. n e t è p e r i l d i r i tt o d i c r i t ic a … v o t a, c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t 52 UN TUFFO NELLA VITA DI: Federica Pellegrini COSTUME & SOCIETA’ 58 COMUNICAZIONE: Blog e censura 52 Campioni «Io, ragazza della porta accanto» 53 LA GRANDE STELLA DEL NUOTO AZZURRO ABBANDONA PER ZAI.NET LE POSE DA COVER-GIRL E CONFIDA: «NON LASCEREI MAI LO SPORT PER LO SPETTACOLO, POSSO DARE ANCORA TANTO» nti Ve minuti con I di Daniele Mainelli, 17 anni Liceo scientifico “Avogadro” - Roma maligni obietteranno che il nostro titolo sembra una presa per i fondelli – o meglio, che ci siamo fatti prendere per i fondelli - ma forse a un’atleta che ad appena vent’anni è salita sul podio così tante volte da fare invidia a colleghe molto più anziane si può anche far finta di credere. Per chi ancora non lo sapesse, Federica Pellegrini è l'unica nuotatrice italiana, ed una delle poche europee, ad aver superato il record del mondo in più di una specialità. Il talento e gli allenamenti – che immaginiamo estenuanti non le impediscono, tuttavia, di condurre una vita spensierata e di dedicare il tempo libero innanzitutto al fidanzato Luca Marin (sulla loro relazione si sono già sprecati fiumi di inchiostro, perciò sorvoliamo), alla Juventus, al suo sito e a Neve, il gatto con cui condivide la casa. Molto attiva nel sociale, è testimonial Admo (Associazione donatori midollo osseo) e ambasciatrice nei progetti che coinvolgono tematiche legate ai disturbi alimentari. Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più su di lei, a partire dalla grande emozione di Pechino. Che “peso” ha l’oro ottenuto alle Olimpiadi? Ovviamente anche qualche indiscrezione sulla pesantezza letterale della medaglia è gradita. «È senza dubbio la medaglia più importante della mia carriera ed è anche tra le più pesanti…». La Pellegrini vista alle ultime Olimpiadi: è la massima espressione del tuo potenziale o credi di poter fare ancora meglio? «Se avessi vinto anche i 400 sarebbe stato assolutamente perfetto ma è andata benissimo lo stesso». A breve si terranno i mondiali di nuoto a Roma, intendi gareggiare con un nuovo stile o riproporre il medesimo che ci ha lasciati esterrefatti nell’ultima esibizione? «I mondiali di Roma sono per tutti noi azzurri importantissimi, ci teniamo a fare bene davanti ai nostri tifosi, farò dunque i 200 e i 400». Qual è stata la reazione dei tuoi genitori nel momento in cui è stato chiaro quello che sarebbe stato il tuo futuro? Si sono dimostrati contrari o favorevoli? «Assolutamente favorevoli, sono i miei primi tifosi e sono coloro che non mi lasciano mai sola: quando ho un problema ci sono sempre». Gironzolando qua e là per il tuo forum, abbiamo notato un forte attaccamento da parte dei tuoi fan e un numero cospicuo di tue risposte, anche molto gentili. Che genere di rapporto punti ad instaurare con i tuoi ammiratori? «Cerco di essere sempre disponibile e gentile, è anche grazie alla stima dei miei tifosi che sono riuscita a fare tutto questo, sapere che c’è gente che crede in te aiuta molto la fiducia in se stessi». Chi è Federica fuori dalla vasca e lontano dai riflettori? Ti identifichi più nella ragazza della porta accanto o nella bionda impossibile? «Ragazza dalla porta accanto, senza esitazione». Ha un significato particolare il tatuaggio a motivo tribale che recita “Nient’altro che noi” identico a quello di tuo fratello? «In realtà ne ho altri due, comunque, ogni mio tatuaggio ha un significato particolare, “Nient’altro che noi” è per rimarcare lo splendido rapporto che ho con mio fratello». Sulla scia di alcuni tuoi colleghi, se ti proponessero di lasciare il mondo dello sport per dedicarti a quello dello spettacolo – grande o piccolo che sia lo schermo, fai tu – accetteresti? Saresti disposta a dedicarti allo spettacolo avendo ormai raggiunto la maggior parte dei traguardi che un’atleta del tuo livello può aspirare? «Non lascerei mai il nuoto per lo spettacolo, posso dare ancora moltissimo. Quando finirò la mia carriera sportiva si vedrà». Domanda seria: essere un atleta olimpionico nonché una celebrità ha di certo il suo fascino ma, ti chiediamo, qual è il rovescio della medaglia? È una carriera che consiglieresti ai nostri amici lettori? Convivi bene con l’impossibilità di condurre un’adolescenza come i tuoi coetanei soprattutto dal punto di vista dei rapporti sociali? «Uno sport ad alto livello non toglie nulla, anzi arricchisce notevolmente. Hai dei rapporti sociali diversi, ma hai comunque modo di relazionarti con la gente di tutto il mondo. Sono esperienze che ti aiutano nella vita». In ultima analisi, cosa dobbiamo aspettarci da te per il futuro? Progetti interessanti da anticipare ai nostri lettori? «Il prossimo obiettivo sarà Roma ’09». 54 Giovani e diritti A ESSERE I N A V GIO A 55 R A P M I ’ S NON ! I H C C DA VE UA ERNE CONTIN : D O M I N IO Z ATIVO GENERA ORSO INNOV IL SUO PERC E SI È A 12 OTTOBR IC N E M O D G E SABATO 11 RIMO MEETIN P IL O Z R A M IÙ DI 60 SVOLTO A BO OINVOLTO P C A H E H C , ALIA E NAZIONAL DA TUTTA IT I T N IE N E V O GIOVANI PR A di Roberta Lulli, 24 anni Serrone (Fr) quanto pare, in Generazioni Moderne le diversità non contano: i ragazzi aderenti all’associazione, pur vivendo in isolate e disparate realtà giovanili, lavorano insieme per un obiettivo comune: “non solo essere rappresentati, ma rappresentare”. Rappresentanza, legalità, partecipazione, cittadinanza, parole che a volte sembrano assai lontane e complesse, mentre gli interrogativi più urgenti sono: perché i giovani devono solo rappresentare la precarietà, l’intolleranza alla politica e fungere da ‘pedine’ nel grande scacchiere della politica? Sono tante le domande che i ragazzi di GM si pongono, e senz’altro tante sono le risposte uscite dal primo meeting nazionale svoltosi a Bomarzo l’11 e 12 ottobre. Dopo l’apertura ufficiale e i saluti da parte di Massimiliano Monnanni, Presidente della Fondazione Mario Moderni, Teresa Natalia, Assessore del Comune di Bomarzo, Luca Pancrazi, Presidente del Consiglio dei Giovani di Bomarzo, si è aperta la sessione plenaria - mediata dalla portavoce Roberta Cocchioni - che ha dato il via a due percorsi importanti. Il primo ha lo scopo di dare il via alla campagna sulla cittadinanza e partecipazione giovanile e prevede scambi culturali, progetti nelle scuole, assemblee pubbliche, proposte di intervento agli amministratori, petizioni pubbliche, ricerche, sondaggi, concorsi, incontri e così via. Il secondo è dare il via ad un'azione mirata di “advocacy”, ossia di tutela degli interessi e dei diritti di rappresentatività giovanile presso le istituzioni, in modo da espandere e difendere gli spazi di azione e decisione di tutti i Consigli dei Giovani e delle associazioni operanti in Italia. Dare il via ad un'azione mirata di "advocacy", ossia di tutela degli interessi e dei diritti di rappresentatività giovanile presso le istituzioni Capparella Foto di Sara Altrettanto soddisfacenti sono stati i seminari tematici, tenuti dagli esperti quali Massimiliano Monnanni, Sebastiano Scirè e Cristian Casella. Questi ultimi hanno risposto ai ragazzi di GM, spinti dalla volontà di saper cogliere e sfruttare le svariate e labirintiche opportunità esistenti nella Comunità Europea e in Italia, quali per esempio il programma Gioventù in Azione, o la partecipazione a bandi e progetti del ministero delle Politiche Giovanili. La giornata di sabato si è conclusa con una particolare visita nel Bosco Sacro, per molti semplicemente il Parco dei Mostri di Bomarzo, eccezionalmente aperto in orario notturno: grandi statue scolpite, figure mitologiche, divinità pagane e altre creature fantastiche hanno suscitato immenso stupore nei giovani visitatori. Nella mattinata successiva una importante presentazione, quella di Europocket Tv Italia, la prima web Tv realizzata direttamente dai giovani e per i giovani, un “canale multimediale giovanile” nato nel 2006 con il sostegno del Parlamento europeo e attualmente esistente in diverse lingue: francese, inglese, spagnolo. Il progetto, definito da un protocollo d’intesa, nasce dalla volontà della Regione Lazio e della provincia di Pesaro - Urbino di realizzarne una versione “italianissima”, creando così uno scenario giovanile sempre più innovativo, comunicativo e sempre più aperto verso l’Europa. Europocket Tv offrirà ai ragazzi e a Generazioni Moderne un nuovo modo per seguire l’attualità europea ed esprimere il loro punto di vista su temi di vario genere. Nella sala Comunale Europoket Tv ha affiancato un’altra presentazione, quella del portale di GM, www.generazionimoderne.it, un sito ricco di informazioni sulle attività e gli obiettivi dell’associazione, sugli eventi in Italia; basta effettuare una ricerca su base territoriale e si possono avere aggiornamenti costanti su testi legislativi, studi e statistiche di settore, notizie di stampa e reportage. La mattinata è proseguita con un’inaspettata presenza istituzionale, quella del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo il quale, dopo aver conferito due borse di studio della Fondazione Mario Moderni, è intervenuto affrontando con i giovani della platea gli attuali problemi finanziari italiani e mondiali, problemi che coinvolgono e coinvolgeranno i giovani fino a farli diventare figli di una società non di disoccupati, ma di inoccupati. Il messaggio è quello di non essere immobili di fronte a questa società, la quale non smette e non smetterà mai di mutare se non fino quando tutti i ragazzi, rappresentanti dei Consigli Comunali dei Giovani, di associazioni, non prenderanno realmente coscienza della propria posizione per decidere in autonomia del proprio futuro. Dopo l’intervento del Presidente, l’associazione ha preso formalmente vita, confermando la portavoce Roberta Cocchioni ed eleggendo il resto dell’organo federale. Termina così il Meeting di Bomarzo, ma non termina il percorso iniziato dai ragazzi di Generazioni Moderne impegnati poi attivamente anche a Montecatini Terme (Pt) dal 23 al 25 ottobre, per il V Incontro Nazionale sulla Cittadinanza, organizzato dalla Provincia di Pistoia e dall’associazione Gruppo Abele. Al Campus di Montecatini la fantasia, la creatività e l’arte sono stati gli strumenti per costruire “il nuovo”, modi per esprimere l’energia e tradurla in progetti. Insomma, pochissimi avventurosi e nessun coraggioso? Zero sogni e nessun ideale? Idee confuse e superficiali? Chiedetelo ai ragazzi di GM... sicuramente risponderanno: “A essere giovani non s’impara da vecchi”! A ANCH ECIP ET T R U! A P Generazioni Moderne – Forum Europeo delle Aggregazioni Giovanili Sede Nazionale: Via G. Lanza, 178 00184 Roma Tel 06 48029097 Fax 06 4881605 [email protected] www.generazionimoderne.it Reportage dalla Scuola Holden 56 n u n i e m Co E I V O M ACTION VIVIAMO UN PRESENTE ‘LIQUIDO’ E ABBIAMO UNA SMANIA DISPERATA PER CIÒ CHE È NUOVO, SCONOSCIUTO: LA LEZIONE APERTA DI UN GRANDE ESPERTO DI COMUNICAZIONE INAUGURA I CORSI 2008-2009 DELLA SCUOLA HOLDEN DI TORINO S di Michele Barbero, 20 anni Torino C rabilmente lo straniamento di un genere tudenti, ma anche adulti, anziani, umano che non conosce più se stesso, ed madri con bambini piccoli: questa la è incapace di andare oltre la pura logica platea eterogenea che, nella sala a della sopravvivenza. L’insicurezza del notinte arancioni di Corso Dante 118, a Toristro tempo, peraltro, non si manifesta sono, lo scorso 10 ottobre ha accolto Carlo lo nel continuo rivolgersi all’indietro; si è Freccero, presidente di Rai Sat e autore teaffermata anche una smania disperata per ar lo levisivo. Non è stata una lezione vera e propria ciò che è nuovo, sconosciuto. Ma è una riFre cce ro su un tema specifico, quanto piuttosto una pacerca priva di sostanza, che bada alla forma più noramica sul periodo che ci troviamo a vivere. che ai contenuti: si è disposti ad accogliere a bracUn periodo che Freccero considera cia aperte perfino il peggioramento, drammatico, a tal punto che “parlare purché costituisca novità, qualcosa Giovedì alla Scuola di futuro è alquanto ridicolo”. di non ancora visto. Si tratta di un Holden, da non perdere! La crisi finanziaria sarebbe solo uno atteggiamento che rende il signifiMI MANCA CHIUNQUE - Serata degli aspetti più vistosi di una mocante fine a se stesso: è il caso dei dedicata a David Foster Wallace. dernità liquida (il riferimento esplicinuovi action movies, in cui la trama to è a Bauman), priva di certezze. serve solo a giustificare l’azione. Un Giovedì 6 novembre - ore 19.00 L’euforia degli anni del boom, l’enerpo’ come avviene, dice Freccero, nel - Scuola Holden, Corso Dante 118 gia e la fiducia rivoluzionaria proprie cinema porno e nei videogame. Ingresso libero fino a esaurimento posti. della contestazione sono come svaQuesti ultimi stanno influenzando le nite. I figli, per la prima volta nel stesse fiction televisive, che tendoLMVDM - Reading con il ’900, sono convinti che li attenda no sempre più alla trasformazione disegnatore/fumettista Gipi una vita peggiore di quella dei propri del racconto in partita: le innumerepadri. L’intensità dell’esperienza, cervoli stagioni si susseguono come liGiovedì 13 novembre - ore 19.00 cata affannosamente nel ’68, ha lavelli di gioco successivi, testando la - Scuola Holden, Corso Dante 118 sciato il posto a un nichilismo di fonresistenza dello spettatore, mentre i Ovvero "La mia vita disegnata do, causato dalla mancanza di punti personaggi assumono ruoli sempre male", l'ultimo libro di Gipi in riferimento. In questa situazione, i più marginali e di volta in volta sauscita il prossimo 7 novembre. media ripiegano sull’infotainment, e crificabili. Forse è proprio in uno Ingresso libero fino a esaurimento posti. il mondo politico non vede altra via spazio virtuale la nostra nuova did’uscita che riproporre i valori della mensione. Ma il dado non è ancora tradizione, della patria, della famitratto. Infatti questa prospettiva, THE MAGIC MIX - Un viaggio nei glia. Alla liquidità del presente si riconclude Freccero, ci fa ribollire il segreti della canzone, con Mao sponde con la materialità (ingannesangue nelle vene; ci sentiamo infaGiovedì 4, 11 e 18 dicembre – vole?) del nostro passato. Ma questiditi dall’azione fine a se stessa, ore 19.00 - 21.00 - Scuola sto non basta a guarirci dai nostri che preclude qualunque interpretamali. Freccero cita Ballard: il grande zione del mondo. Che sia l’inizio di Holden, Corso Dante 118 autore di fantascienza sintetizza miuna reazione? Per informazioni: www.scuolaholden.it SPECIALE LETTORI DI ZAI.NET - In palio 3 borse di studio per i nuovi corsi della Scuola Holden. Per concorrere inviate recensioni, racconti, sceneggiature, pagine di diario a: [email protected] Risultati Test Punteggio: Con lo zaino in spalla... (pag. 30) per ogni risposta A: Da 1 a 6 punti: 57 1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti Il Tradizionalista Da 7 a 12 punti: Il Borghesuccio Alternativo Da 13 a 18 punti: Diciamo pure che al miglior sushi del mondo preferirete sempre due buone vecchie penne all'arrabbiata e un bel piatto di coda alla vaccinara. Calcolando anche il peso non certo eccessivo che avete sempre riservato alla sfera più strettamente culturale, la vacanza ideale rimane l'annuale mesata estiva al paesello dei nonni. Dopo tutto non sta scritto da nessuna parte che per evadere dalla quotidianità sia sempre necessario andare in trasferta? Lo so, me la prendo sempre un po' con voi, ma non ci posso fare niente se non nutro nessuna simpatia per chi ha sempre e comunque la necessità di darsi un tono da intellettuale. Poi chissà, può darsi pure che voi siate veramente pieni d'interessi e aperti alle novità – in questo caso complimenti, avete tutta la mia stima - ma badate, credo poco o niente alle eccezioni! Magari di musei della vostra città non ne avete manco mai visitato uno... Eccone un altro buono! Ragazzi, non è che andare in gita o in vacanza sia solamente un’occasione per darsi alla baldoria estrema – a ’sto punto tanto vale rimanersene a casa se tutti i ricordi dell'evento rimangono vaghi e annebbiati dai postumi dei bagordi! Il bello del viaggio è anche e soprattutto nel valore di confrontarsi con qualcosa diverso dal solito, perciò siete in punizione e la prossima vacanza la farete voi in Bielorussia! Lo Sfascione 58 Informazione Incredibile e triste storia di un blogger MOLTI DI NOI HANNO UN BLOG. PENSATE CHE COSA SUCCEDEREBBE SE UN GIORNO VENISSIMO ACCUSATI DI STAMPA CLANDESTINA. PURTROPPO Ø GI¸ SUCCESSO: VI RACCONTIAMO LA STORIA DI CARLO RUTA di Marco Billeci, 20 anni Pisa gni nuova tecnologia, quando nasce, é subito sfruttata in chiave di contro-potere. È successo con l’invenzone della stampa, di cui Lutero si servì per contrastare il potere ‘mediatico’ che la Chiesa deteneva grazie ai monaci amanuensi. Succede oggi con il web. La storia però insegna anche che, a questa prima fase, ne segue un’altra in cui il potere attaccato si ricompone ed organizza una reazione per contenere o sfruttare la forza dell’innovazione. Non sappiamo se la condanna di Carlo Ruta, ovvero la storia che stiamo per raccontarvi, sia sintomo dell’avvento di una nuova fase O 59 nell’era del web. Di sicuro é il caso di tenere gli occhi aperti. «Condannando me si mette in discussione il diritto di esistere dei blog, d’ora in poi chiunque gestisce un diario on-line può rischiare di essere considerato un criminale», riassume così la vicenda che lo ha visto protagonista Carlo Ruta, giornalista e storico che nel 2001 apre il sito di documentazione storico-sociale Accadeinsicilia. Nei primi ventiquattro mesi il lavoro procede quasi tranquillo; sulle pagine web riversa le inchieste da lui realizzate ricevendo soltanto qualche minaccia e qualche querela che, spiega, «sono la prassi per chi si occupa di certi argomenti». Tre anni dopo, però, è inaspettatamente bloccato: il sito è posto sotto sequestro e oscurato per ordinanza del tribunale di Ragusa e scompaiono così i servizi sugli affari loschi della finanza italiana, oltre a quello sull’omicidio del giornalista Giovanni Spampanato. «Evidentemente i contenuti non sono piaciuti ai poteri forti messi sotto accusa» continua Ruta. L’episodio è già di per sé gravissimo, ma il peggio deve ancora venire. Lo scorso maggio Carlo Ruta è condannato dal tribunale di Modica per “stampa clandestina” dietro denuncia del magistrato Agostino Frera. Il reato si rifà alla Condannando me si mette in discussione il diritto di esistere dei blog legge sulla stampa del 1948 secondo la quale può essere considerato clandestino il giornale che non risponde ad una serie di requisiti, fra cui spicca la registrazione presso il tribunale; dal 2001 infatti anche i prodotti editoriali on-line sono sottoposti ai vincoli della legge sulla stampa. Come far rientrare in questa categoria i blog personali resta però da capire: non hanno periodicità regolare, non accedono ai finanziamenti statali, non hanno un direttore o una testata; difficile quindi comprendere come possano essere equiparati a giornali e riviste sul web. Non a caso questa legge è stata applicata per la prima volta in Italia e sentenze simili non hanno riscontri nel resto d’Europa. «In definitiva, io per lo Stato italiano sono un criminale solo perché ho tenuto un blog, cosa che in questo paese fanno tre milioni di persone» dice Ruta. La sentenza ha suscitato un’ondata di reazioni: sessanta storici hanno firmato una lettera di solidarietà a Ruta, l’onorevole Giulietti ha presentato un’interrogazione parlamentare sul caso ed un’altra è stata annunciata da Antonio Di Pietro. La protesta si è estesa fino in Grecia, dove numerose note di dissenso sono state inviate all’ambasciata italiana ad Atene e in questi giorni diversi blogger italiani sono entrati in sciopero sospendendo l’aggiornamento dei loro diari on-line. Il caso ha fatto riaccendere il dibattito sull’inadeguatezza degli attuali strumenti legislativi per affrontare le emergenti forme di comunicazione offerte dal web; questa pericolosa asincronia legislativa ha già iniziato a creare uno spazio per fraintendimenti e, ancor peggio, per pressioni e censure. Mario Tedeschini Lalli, docente di giornalismo digitale e collaboratore di Repubblica.it, arriva a sostenere, sul suo blog, che la necessità non è legiferare ulteriormente, bensì delegiferare perché “in un universo mediale così ‘liquido’ è inutile, oltre che dannoso e ingiusto, tentare di ridefinire i confini, i territori, le competenze, le giurisdizioni”. Ho intervistato Carlo Ruta nella sua casa di Pozzallo, proprio nei giorni in cui uscivano le motivazioni della sentenza. Si può vedere in questa operazione un tentativo di aggiornare i metodi di pressione e censura ai nuovi media? «Certo non è un fatto casuale. Una legge del 2001 mette in rilievo le differenze che esistono fra web e informazione cartacea e afferma che un sito può essere considerato stampa periodica solo se funziona come un giornale. Ma i blog individuali sono tutta un’altra cosa, perciò se si cerca di bloccarli ci devono essere dietro altri motivi. Sicuramente c’è un clima di censura: la libertà di informazione che si esprime attraverso internet fa paura, tanto è vero che nei regimi autoritari il web è molto limitato». Quali saranno i prossimi passaggi della vicenda giudiziaria? «Ho appena ritirato le motivazioni della sentenza di primo grado che confermano l’idea di un atto mirato. Si spera che i prossimi gradi di giudizio possano ribaltare la conclusione, ma non è facile». Il web ha permesso di attivare attorno al suo caso una rete di solidarietà. «Internet fa paura proprio per questo, è facilmente accessibile ad ampie fasce di cittadini, permette di trasmettere informazioni, anche molto importanti, attraverso fonti alternative. All’informazione verticale calata dall’alto se ne è affiancata una orizzontale. Inoltre, attraverso il web si formano degli anticorpi, delle reti di comunicazione che permettono di fronteggiare queste ondate repressive. Basta un nutrito indirizzario e-mail per comunicare con un largo numero di persone senza passare dall’informazione ufficiale. Di questo movimento di opinione che si crea sul web i media tradizionali sono costretti a tenere conto. Su Yahoo si possono trovare circa 300mila documenti riguardanti il mio caso. I grandi giornali inizialmente lo hanno ignorato, quando però su internet si è creata una così grande mobilitazione, sono stati costretti ad occuparsene. La comunicazione orizzontale ha vinto, i giornali cartacei si sono dovuti piegare». Informazione LE LE Legg GGI e su lla s tamp a de 1948 prod ll’8 f . De otti e ebbr finis ditor aio ce i iali I colleghi della carta stampata, che spesso hanno un complesso di superiorità nei confronti del e le web, ti hanno espresso solidarietà? sono reg sotto Legg «No. I primi articoli, come dicevo, sono usciti post ole a cu e n. i i. 6 2 de nuov solo venti giorni dopo la diffusione del comul 200 e no t enta r nicato stampa e sono stati più un’imposizio1. tivo, me sull’ edito La legge in Ita ne dalla rete che una vera e propria espresria. sulle lia dell’ È il sione di solidarietà. Internet può dare fastidio infor , di rego lare primo maz al giornalismo classico perché adesso i giornaione il onlin mondo listi non sono più gli unici a poter somministrare e. notizie. Tuttavia oggi quelli più intelligenti cominciano ad usare il web in modo proficuo: in realtà hanno solo da guadagnare dal rapporto con internet, una fonte d’informazione insuperabile». Nel 2005 Carlo Ruta ha aperto un nuovo blog, Leinchieste.com, dove si trova una copiosa documentazione sulla storia della Sicilia, della mafia, sugli affari illegali della finanza, dell’edilizia, siciliani e non. Proseguendo nella nostra conversazione Ruta parla del suo lavoro e del doppio ruolo di storico e giornalista: «Alle due dimensioni, quelle dei fatti, bisogna affiancare la terza dimensione, quella storica - spiega - Nel caso della mafia, capire come essa nasce e si sviluppa permette di raccontare non solo gli avvenimenti, ma anche la loro genesi creando conoscenza e coscienza civile e sociale. La fusione dell’elemento storico e di quello giornalistico risponde all’esigenza di creare nel lettore del mio sito proprio questa consapevolezza». Un lavoro, dunque, nello stesso tempo di indagine storica e d’inchiesta sull’attualità, da condurre con un metodo ben preciso: «Cercare di essere il più possibile distaccato dalle cose. Quando uno inizia a fare un’inchiesta si trova sempre in una palude; attraverso il distacco da ciò che sto vagliando, provo a rimanerne fuori. Io mi occupo di un caso solo se non ho rapporti con i protagonisti, mettendo a tacere la parte impulsiva di me stesso per agire in maniera il più possibile razionale». Un metodo d’inchiesta particolarmente adatto alla Sicilia dove «è facilissimo rimanere invischiati nella palude». Il blogger siciliano sottolinea una strana anomalia: «I mafiosi hanno in qualche modo capito questa mia metodologia e hanno assunto, quindi, uno strano atteggiamento interlocutorio. I poteri forti, invece, reagiscono scompostamente perché, abituati agli attacchi personali, non riescono a trovare il modo per opporsi». Forse per comprendere tanto clamore attorno ad AccadeinSicilia bisogna partire da qui. 61 Oroscopo a cura di Cassandra Ariete 21/03 -20/04 Amore Mese vivace e pieno di novità dal punto di vista affettivo: sappiate sfruttare le frecce che Cupido mette a disposizione nel vostro arco! Amicizia & famiglia Imparate l’arte del relax, non occupate ogni momento libero della giornata per uscire con gli amici o la musica; più impegno a scuola. Consiglio Leggete “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. Cancro 22/06 - 22/07 Amore Mettete da parte egocentrismo e orgoglio e cercate di creare empatia col partner, che nell’ultimo periodo si sente un po’ trascurato. Amicizia & famiglia Lo stesso discorso vale anche con gli amici, che si sentono un po’ messi da parte, e per la famiglia, che nel vostro comportamento legge distanza e ostilità. Consiglio Iscrivetevi a un corso di yoga. Bilancia 24/09 - 22/10 Amore Non c’è dubbio, il 2008 è stato per voi un anno di crescita emotiva. Cercate di conservare i progressi fatti, in questo modo nessuno potrà mai più farvi soffrire. Amicizia & famiglia Da nuovi incontri potranno nascere amicizie importanti, sappiate riconoscerle. Non irritate familiari e vicini di casa ascoltando la musica a tutto volume. Consiglio Andate a vedere “L’uomo che ama” con Pierfrancesco Favino. Capricorno 22/12 - 20/01 Amore L’entusiasmo per una nuova storia d’amore potrebbe offuscarsi facilmente a causa della gelosia del partner, occhio a non alimentarla, quindi. Amicizia & famiglia Anche se con il vostro temperamento estroverso sarà piuttosto difficile, evitate di confidarvi con una persona conosciuta da poco. Consiglio “Rossovermiglio” di Benedetta Cibrario, Premio Campiello 2008. Toro 21/04 - 21/05 Amore È da tempo che non si configurava una situazione astrale così propizia! Ne approfittino sia i single sia le coppie, che trascorreranno intensi momenti di passione! Amicizia & famiglia Finalmente a scuola vedrete premiati i vostri sforzi, ma non cullatevi nella speranza di poter vivere di rendita! Consiglio Leggete “Gomorra” di Roberto Saviano. Leone 23/07 - 23/08 Amore Potrebbe rifarsi viva una vecchia fiamma, valutate se è il caso di mettere a repentaglio la storia d’amore che state vivendo attualmente. Novità in arrivo per i single. Amicizia & famiglia Il 2008 è stato un anno difficile per quanto riguarda la vita scolastica, ma sta per volgere al termine, quindi coraggio! Consiglio Leggete “Il prezzo del silenzio” di Camilla Trinchieri. Scorpione Scorpione segno del mese Amore Che mese eccezionale! Lo charme donato da Venere vi renderà irresistibili: è il momento buono per ambire a prede succulente. Amicizia & famiglia La dedizione con cui avete studiato nelle ultime settimane vi ha fatto conquistare la simpatia dei docenti più esigenti, attenzione a non deluderli. Consiglio Un vecchio album di Fabrizio De André, “La buona novella”. 23 ottobre - 22 novembre Acquario 21/01 - 19/02 Amore Dovreste evitare di essere troppo esigenti col partner, in amore bisogna essere disinteressati e non applicare la legge del ‘do ut des’. Amicizia & famiglia Forse è giunto il momento di tendere la mano a una persona che in passato vi ha delusi, ma che certo non merita il vostro rancore per sempre. Consiglio Leggete “Le storie di mia zia” di Ugo Cornia. Gemelli 63 21/05 - 21/06 Amore Turbolenze in arrivo a causa di Marte particolarmente ostile. Ma non rassegnatevi e, anzi, mettetecela tutta per apparire sempre al meglio delle vostre potenzialità. Amicizia & famiglia Qualcuno potrebbe approfittarsi della vostra generosità, perciò, occhio! Non fatevi cogliere impreparati a scuola. Consiglio Un bel dramma pirandelliano a teatro o in dvd. Vergine 24/08 - 23/09 Amore La fine di una storia importante potrebbe crearvi stress, reagite cercando nuovi interessi e soprattutto frequentando nuove persone. Amicizia & famiglia Dovete cercare di ampliare e diversificare le vostre conoscenze, non è possibile che usciate da 10 anni sempre con lo stresso gruppo di amici! Consiglio Un bel classico come “Il rosso e il nero” di Stendhal. Sagittario 23/11 - 21/12 Amore Non è proprio un periodo ‘rose e fiori’, ma con un pizzico di buona volontà la situazione potrebbe migliorare velocemente. Amicizia & famiglia L’insoddisfazione amorosa è in parte compensata da un buon periodo scolastico e da un’ottima intesa con gli amici più cari e con i familiari. Consiglio Perché non proporre una gita fuori porta a caccia delle golosità autunnali? Pesci 20/02 - 20/03 Amore Periodo decisivo per chi è in continuo ‘tira e molla’ col partner, è giunto il momento di essere sinceri, prima di tutto con se stessi. Amicizia & famiglia La famiglia vi è accanto come non mai, anche se vi attende un periodo di sofferenza, c’è insomma chi saprà starvi accanto con discrezione. Consiglio Il nuovo libro di Grossman, “A un cerbiatto somiglia il mio amore”.