La competitività dei Paesi Membri dell`UE e le sfide di un`Europa a

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La competitività dei Paesi Membri dell`UE e le sfide di un`Europa a
Lettera
Settembre 2015 - n° 68
Club The European House - Ambrosetti
La presente Lettera rientra nelle attività di Ambrosetti Club.
T uttavia i suoi contenuti possono non coincidere con le opinioni di tutti i numerosi membri del Club stesso.
68
La competitività dei Paesi Membri dell’ue
e le sfide di un’Europa a diverse velocità
LE
GRANDI
DIFFERENZE
DELL’UNIONE EUROPEA
ALL’INTERNO
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L’Unione Europea così come la osserviamo oggi
è il frutto dell’accelerazione del processo di
integrazione - soprattutto economica - tra gli Stati
Membri avvenuta negli ultimi vent’anni. A partire
dagli anni Novanta, infatti, sono state abolite le
barriere doganali tra i diversi Paesi ed è stata
consentita la libera circolazione delle persone. In
19 Paesi europei oggi circola l’Euro, la moneta che
ha sostituito le valute nazionali e che rappresenta il
simbolo del cammino di unificazione dell’Europa.
Allo stesso tempo, però, è mancato un cammino
di integrazione politica tra gli Stati dell’Unione
Europea e anche a livello economico e sociale
persistono grandi differenze tra le diverse aree
dell’Europa. Questa mancata unificazione politica
e queste diversità sono emerse in maniera netta con
la crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008.
Ancora di più i limiti dell’integrazione europea sono
divenuti evidenti con l’esplosione dei problemi di
debito pubblico in alcuni Stati - Spagna, Irlanda,
Portogallo, Italia e, soprattutto, Grecia - a partire
dal 2010.
Di fronte a queste difficoltà i Governi dei diversi
Stati hanno faticato a concordare politiche
comuni e la Banca Centrale Europea ha dovuto fare
spesso i conti con i limiti imposti alla sua azione
dagli accordi comunitari. Per queste ragioni l’Unione
Europea si è dimostrata spesso lenta ed indecisa
nelle azioni da intraprendere per fronteggiare la
crisi. Allo stesso tempo sono diventate sempre più
evidenti le disparità tra i diversi Stati Membri
dell’Unione e, in alcuni casi, sono emersi interessi
contrastanti.
Nonostante la crisi, la Germania ed alcuni Paesi
che ruotano attorno al suo asse economico
- come l’Austria, i Paesi nordici e alcune delle
realtà più dinamiche dell’Europa dell’Est - hanno
conosciuto una discreta crescita economica (per un
approfondimento si veda la Lettera Club 54 “Paesi
europei campioni di crescita in tempo di crisi: quali
insegnamenti?”).
Molto più difficile invece è la situazione di quella che
viene considerata la periferia d’Europa: Spagna,
Irlanda, Portogallo, Italia e Grecia. Si tratta di Paesi
che hanno sofferto più di altri della crisi economica e
finanziaria di questi ultimi anni, alcuni per la fragilità
dei propri sistemi bancari, altri per le conseguenze
dell’esplosione del debito pubblico e soprattutto per i
pesanti ritardi nei fattori di competitività.
Le drammatiche vicende economiche e sociali che
riguardano il salvataggio dell’economia greca, a
cui stiamo assistendo in queste ultime settimane,
sottolineano ancora una volta le spaccature e le
divisioni tra i Paesi della zona Euro e rendono
evidenti i rischi per il futuro dell’unificazione
europea.
IL LIVELLO DI COMPETITIVITÀ DEI PAESI
DELL’UE-28: 4 AREE BEN DISTINTE
Mentre il dibattito sulla situazione greca vede
contrapposte diverse strategie, quel che è certo è che
la capacità dell’Unione Europea di competere
su scala globale con le altre grandi potenze
economiche (Stati Uniti, Giappone) e con le
economie emergenti (Cina, Russia, Brasile, India,
ecc.) appare fortemente penalizzata dai profondi
ritardi di competitività di molti dei suoi Paesi
Membri.
Questo tema è da sempre al centro delle attività
di Observatory on Europe, il think tank sulla
competitività e l’integrazione dell’Unione Europea
fondato da The European House - Ambrosetti
e sostenuto da importanti aziende partner
internazionali come ING Bank, Ferrovie dello Stato
Italiane ed Enel. Nato con l’obiettivo di contribuire
concretamente al successo dell’Unione Europea,
fornendo ai suoi leader politici ed economici, così
come ai cittadini e alle imprese, studi di alta qualità,
analisi e proposte innovative per costruire un’Europa
più forte dal punto di vista economico, sociale
e politico, Observatory on Europe presenta ogni
anno a Bruxelles un rapporto sulla competitività,
l’integrazione ed il progresso verso gli obiettivi
comunitari da parte dei Paesi Membri.
1
Tra le evidenze presentate, l’EU-28 Competitiveness
Index è il risultato di un’analisi multifattoriale condotta
valutando 55 diversi parametri che definiscono il
livello di competitività relativa dei 28 Paesi Membri
1
dell’Unione Europea , con riferimento a 10 fattori di
competitività: apertura verso l’esterno, innovazione ed
istruzione, stabilità macroeconomica, condizioni per fare
impresa, mercato del lavoro, benessere sociale, sistema
finanziario, efficienza della Pubblica Amministrazione,
tutela dell’ambiente, reti ed infrastrutture.
L’indicatore, presentato all’ultimo Forum di
Observatory on Europe a Bruxelles lo scorso 2 luglio,
restituisce ancora una volta l’immagine di un’Europa
a diverse velocità, in cui i Paesi mostrano livelli
di competitività molto differenziati.
EU-28 Competitiveness Index 2015
7,1
6,7
6,6
6,4
6,4
6,3
6,1
5,9
5,8
5,6
5,6
5,3
5,1
4,9
4,9
4,8
4,7
4,7
4,7
4,5
4,4
4,2
4,2
4,1
3,8
3,8
3,6
Punteggi ottenuti su una scala da 1 (competitività molto bassa)
e 10 (competitività molto alta)
Nord Europa
Europa
continentale
3,1
Europa orientale
Lussemburgo
Svezia
Danimarca
Finlandia
Irlanda
Paesi Bassi
Regno Unito
Austria
Germania
Belgio
Estonia
Francia
Rep. Ceca
Slovenia
Malta
Lettonia
Lituania
Polonia
Ungheria
Cipro
Slovacchia
Portogallo
Spagna
Bulgaria
Romania
Italia
Croazia
Grecia
Sud Europa
(Fonte: The European House - Ambrosetti Observatory on Europe, 2015)
Osservando la figura è possibile identificare, pur
con alcune lievi eccezioni, 4 aree geografiche
caratterizzate da performance omogenee:
– i Paesi del Nord Europa, tra cui svettano
Svezia, Danimarca e Finlandia (escludendo
Lussemburgo, le cui dimensioni molto contenute e
la forte caratterizzazione finanziaria dell’economia
ne fanno un caso difficilmente confrontabile con gli
altri Paesi Membri). Questi Paesi risultano vincenti
soprattutto sul piano del welfare, dell’istruzione e
dell’innovazione, dell’ambiente per fare impresa,
dell’apertura verso l’esterno. Sono gli unici Paesi
europei a tenere il passo nel confronto internazionale
– i Paesi dell’Europa continentale, tra cui troviamo
anche Germania e Francia, che si mantengono
su livelli inferiori rispetto ai Paesi scandinavi e
anglosassoni, ma comunque più elevati della media
europea, grazie in particolare alla competitività dei
sistemi industriali e alla capacità di fare sistema dei
propri tessuti produttivi
– i Paesi dell’Europa orientale, tra i quali alcuni
hanno saputo trarre vantaggio meglio di altri
dall’adesione all’Unione e dalle relazioni economiche
con la manifattura tedesca
– i Paesi del Sud Europa, tra cui Spagna e Italia, che
scontano pesanti ritardi in tutti i fattori di competitività
analizzati e, non a caso, si trovano da tempo al centro
delle maggiori tensioni economiche e finanziarie.
1
2
ciascun Paese è stato assegnato un punteggio compreso
A
tra 1 e 10 in base al posizionamento relativo in ciascun
indicatore e il risultato di sintesi è stato ottenuto ponderando
le valutazioni ottenute nei 10 fattori di competitività.
LA PRIORITÀ DEL
MERCATO INTERNO
COMPLETAMENTO
DEL
Se presi singolarmente, alcuni Paesi europei hanno
certamente le caratteristiche per competere in modo
vincente a livello globale, ma non le dimensioni
sufficienti. L’Unione Europea, invece, rappresenta un
mercato di oltre 500 milioni di persone, la più grande
economia del pianeta con circa 14mila miliardi di
Euro di PIL e una delle maggiori potenze commerciali.
Il completamento del mercato interno rappresenta
quindi il primo motore per la crescita e la
competitività dell’Europa nel prossimo futuro.
Come ha recentemente indicato anche la nuova
Commissione Europea guidata dal Presidente JeanClaude Juncker, il mercato interno deve ancora
superare molti ostacoli per raggiungere una
completa integrazione, che riguardano ad esempio
l’attuazione poco uniforme o incompleta di alcune
direttive, la permanenza di intralci alle attività
transfrontaliere, la scarsa interconnessione delle reti,
le complessità giuridiche rilevanti in alcuni settori
dovute all’esistenza di 28 normative nazionali diverse,
le limitazioni all’accesso al mercato per le PMI, ecc. .
Inoltre, come è noto, negli ultimi anni fattori quali la
globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico,
l’emergere di nuovi attori economici mondiali e, da
ultimo, la crisi economica hanno deteriorato la
competitività degli Stati Membri ed hanno avuto
un severo impatto sui lavoratori e sulle imprese.
L’allargamento del mercato interno a nuovi
ambiti rappresenta pertanto grandi opportunità:
nell’economia digitalizzata e nel commercio via
internet; nel settore energetico, dove più competitività
può portare prezzi più favorevoli e più sicurezza
nell’approvvigionamento; nel potenziamento delle
PMI, grazie alla riduzione della burocrazia ed a un
più agevole accesso al capitale di rischio; ecc. .
Per questo, la Commissione Europea ha lanciato
recentemente 3 importanti iniziative.
La prima riguarda il settore energetico ed è
nota come Energy Union. Presentata lo scorso
febbraio, questa iniziativa si sviluppa in 5 punti
fondamentali (che coinvolgono settori come il clima,
i trasporti, l’industria, la ricerca, l’economia digitale
e l’agricoltura) e si pone gli obiettivi di raggiungere
forniture energetiche più sicure e stabili, rendere più
facile e libera la circolazione dell’energia all’interno
dell’UE, incrementare l’efficienza energetica, ridurre
ulteriormente le emissioni di gas serra, sviluppare la
ricerca e l’innovazione nel campo dell’energia.
La seconda iniziativa, anch’essa lanciata a febbraio
2015, è nota come Capital Markets Union ed
individua una serie di aree di intervento prioritarie
per realizzare un effettivo mercato unico dei capitali
nel contesto europeo, con l’obiettivo di migliorare
l’accesso delle PMI ai finanziamenti ed ai progetti
di investimento, incrementare e diversificare le
fonti di finanziamento e promuovere una maggiore
efficienza dei mercati che favorisca il contatto diretto
tra investitori ed imprese.
FILO LOGICO
LE GRANDI DIFFERENZE ALL’INTERNO DELL’UNIONE EUROPEA
I ntegrazione economica e libertà
di circolazione
I ntegrazione politica e ricadute
sociali ed economiche
vs.
D
ifficoltà nel concordare politiche comuni tra Stati Membri,
lentezza ed indecisione delle Istituzioni europee
E mergere di interessi contrastanti, tensioni politiche e sociali
Accrescimento delle disparità tra centro e periferia
IL LIVELLO DI COMPETITIVITÀ DEI PAESI DELL’UE-28: 4 AREE BEN DISTINTE
Valutazione della competitività dei 28 Paesi Membri
su 10 fattori di competitività:
a pertura verso l’esterno
i nnovazione ed istruzione
s tabilità macroeconomica
c ondizioni per fare impresa
m
ercato del lavoro
b enessere sociale
s istema finanziario
e fficienza della Pubblica Amministrazione
t utela dell’ambiente
r eti ed infrastrutture
Panorama europeo molto differenziato e 4 aree con livelli di
competitività decrescente
N
ord Europa
E uropa occidentale
E uropa orientale
S ud Europa
2 grandi sfide
La priorità del completamento del mercato interno
G
rande potenziale del mercato interno come motore per la
crescita e la competitività dell’Unione Europea
- S
uperare gli ostacoli per una completa integrazione
- A
llargare il mercato a nuovi ambiti ricchi di opportunità:
unione dell’energia, mercato unico dei capitali, mercato
unico digitale
La necessità delle riforme e delle condizioni per renderle
possibili
S timolare l’impegno dei Paesi Membri nella realizzazione dei
programmi di riforma
F avorire la crescita, la coesione ed il consenso e creare le
condizioni per affrontare le necessarie riforme
3
Infine, la terza iniziativa – Digital Single Market –
si pone l’obiettivo di creare un mercato digitale unico,
senza frontiere, tra i diversi Paesi. È stata presentata
lo scorso maggio e si divide in tre pilastri: migliorare
l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i
consumatori e le imprese; creare un contesto favorevole
e parità di condizioni affinché le reti digitali ed i
servizi innovativi possano svilupparsi; massimizzare il
potenziale di crescita dell’economia digitale.
Proprio questi temi sono stati oggetto di
approfondimento nell’ultimo rapporto di
2
Observatory on Europe , al quale si rimanda per
analisi più dettagliate e per la lettura delle specifiche
raccomandazioni di policy offerte ai decisori politici
europei.
LA NECESSITÀ DELLE RIFORME E
CONDIZIONI PER RENDERLE POSSIBILI
DELLE
Gli ultimi anni hanno dimostrato che gli sforzi tesi
alla solidità dei conti pubblici ed i sacrifici imposti
ai cittadini con i programmi di austerità rischiano di
risultare inefficaci se non sono accompagnati dalla
ripresa della crescita e dei consumi.
Senza crescita infatti incombono recessione, maggiore
disoccupazione e peggioramento della crisi debitoria.
Al contrario, un’economia sana costituisce anche la
base della coesione e del consenso nella società per
affrontare le necessarie riforme.
Observatory on Europe ha messo in relazione
il livello di competitività dei Paesi Membri con
l’attuale stato di attuazione delle riforme in ciascuno
di essi. Per misurare quest’ultimo aspetto sono
stati rielaborati i dati contenuti in uno studio
3
pubblicato dall’OCSE , che dal 2011 ad oggi calcola
il livello di ricettività (responsiveness index) dei
Paesi rispetto ad una serie di policy che l’istituto di
Parigi raccomanda di attuare in considerazione dei
risultati attesi (stimati sulla base delle esperienze
ottenute in altri Paesi) e delle caratteristiche di
ciascuna nazione.
Da questo confronto emerge purtroppo che molti
dei Paesi del Sud Europa che troviamo in fondo
alla classifica di competitività (con l’eccezione
del Portogallo ed in parte anche della Spagna),
non stanno realizzando le necessarie riforme
con sufficiente rapidità. Ciò significa che se
non daranno con urgenza nuovo impulso a questi
interventi, non riusciranno a ridurre i divari di
competitività attuali nemmeno nel prossimo futuro.
Il miglioramento dei fattori di competitività
analizzati nell’EU-28 Competitiveness Index
passa necessariamente attraverso l’impegno dei
singoli Stati Membri nella realizzazione di un
programma di riforme finalizzato a colmare i
ritardi accumulati rispetto alle economie più virtuose.
La velocità del “treno” Europa in molti degli aspetti
cruciali per la crescita e lo sviluppo economico
sopra citati è data non dai Paesi più virtuosi, né
dalla media aritmetica dei valori europei, ma bensì
dai “vagoni” più lenti. Per questo dovrebbe essere
interesse di tutti gli Stati Membri e delle Istituzioni
comunitarie trovare meccanismi di governance
capaci di porre in essere le condizioni perché
vengano realizzati i processi di riforma e gli
interventi necessari a riportare i Paesi più in difficoltà
sulla strada della competitività e della crescita, pur
tutelando la sovranità dei singoli Stati ed i valori
dell’uguaglianza e della solidarietà dei popoli,
senza i quali si rischia la rottura dell’unità del
progetto europeo.
2
3
Economic Policy Reforms 2015. Going for Growth.
Il rapporto 2015 di Observatory on Europe è scaricabile dal
sito www.observatoryoneurope.eu o dalla pagina del sito di
The European House - Ambrosetti http://www.ambrosetti.
eu/it/notizie/2015/observatory-on-europe-2015
La prossima Lettera Club tratterà il tema
“+ imprenditorialità –> + posti di lavoro –> + crescita = futuro”
La Lettera Club The European House - Ambrosetti si avvale di diagnosi, di ipotesi e di terapie che si originano nell’ambito delle attività
del Club e, più in generale, nelle attività professionali del Gruppo
The European House - Ambrosetti. Siamo consapevoli di disporre
di un osservatorio di informazioni e di una rete di relazioni, anche
internazionali, particolarmente privilegiati ma allo stesso tempo
sappiamo di non essere “depositari del verbo”. Al fine di essere utili
al nostro Paese e all’Europa, obiettivo verso il quale ci sentiamo
molto impegnati, auspichiamo vivamente che ai contenuti di ogni
Lettera faccia seguito una grande quantità di suggerimenti critici,
sia sostanziali che formali, da parte dei destinatari.
Si prega di indirizzare i suggerimenti a [email protected].
Ringraziamo in anticipo per la preziosissima collaborazione.
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ANNO IX
NUMERO 68
Lettera Club
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