Guerra, Storia e conoscenza - Università Vita
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Guerra: dalla conoscenza strategica alla filosofia Giangiuseppe Pili Dottorato XXIX Ciclo Università Vita-Salute San Raffaele Una presentazione essenziale Giangiuseppe Pili, chi è costui? Ricerca: Svolgo il dottorato di ricerca in Filosofia (curriculum Mente, Cognizione e Linguaggio) all‟Università Vita-Salute San Raffaele. Svolgo ricerche di epistemologia – teoria della conoscenza analitica individuale e sociale -, logica, strategia e intelligence. Pubblicazioni (saggi e articoli - scelti): ○ Pili G., (2014), L‟eterna battaglia della mente Scacchi e filosofia della guerra, Le due Torri, Bologna. ○ Pili G., (2014), “«La pace perpetua» di Immanuel Kant”, Sintesi Dialettica, Roma. ○ Pili G., (2013), “Analisi tematica de L'arte della guerra di Sun Tzu”, Sintesi Dialettica, Roma. ○ Pili G., (2012), Un mistero in bianco e nero La filosofia degli scacchi, Le due Torri, Bologna. Altro: ho fondato e gestisco Scuola Filosofica 2.1, (www.scuolafilosofica.com), uno dei più ampi portali filosofici italiani. Ho pubblicato lavori con il CESTUDEC tenuto da Giuseppe Gagliano. Premessa indispensabile Oggi si parlerà di guerra… anche se tendenzialmente sono un “pacifista neokantiano”. Parlare di guerra non significa ancora desiderarla. E allora perché ne parli? Come Kubrick anche io credo nella dualità dell’essere umano da un punto di vista descrittivo… La Storia: un’atto di violenza Struttura generale 0. Premessa 4 Guerra e storiografia 1 Considerazioni preliminari 5 Modelli interpretativi 2 Teoria della storiografia 6 Esempio applicativo 3 Limiti della storiografia Struttura Argomentativa 0. Premessa 1 Considerazioni preliminari 2 Teoria della storiografia 3 Limiti della storiografia 4 Guerra e storiografia 5 Modelli interpretativi 6 Esempio applicativo Considerazioni preliminari Chi e perché studia la storia del warfare Storici ○ Marco Bettalli, Edward Gibbon, Martin Gilbert, John Keegan, Robert Kaplan, Erick J. Hobsbawn, Stanley Karnow, Raimondo Luraghi, Angelo del Boca, Jose Pirievec... Politici (capi di stato, politici, ministri…) ○ Henry Kissinger, Charles De Gaulle, Winston Churchill, Vladimir Lenin, Iosif Stalin… Uomini d‟arme (generali, membri della gerarchia del warfare…) ○ Tucidide, Senofonte, Giulio Cesare, Belisario, Napoleone, Mao Tse Dong, Esperti della guerra (combattenti o meno) e Studiosi di Relazioni Internazionali ○ Niccolò Machiavelli, Carl Von Clausewitz, Henry Jomini, Basil Liddell Hart , Martin Van Creveld, Robert Jervis, John L. Harper… Considerazioni preliminari (2) La storia: una parola ambigua La storia è l‟insieme dei fatti storici (Storia). Quando utilizzerò la parola storia intendendo i fatti, utilizzerò la maiuscola “Storia”. B. La storia è l‟insieme delle narrazioni sulla Storia (storiografia). Per questo termine userò la minuscola, “storia”. C. La storia è la storiografia militare. Il termine sarà chiaro contestualmente. A. Considerazioni preliminari (3) Perché i decisori politici, i decisori militari e gli esperti del warfare studiano la storia Perché essi vogliono massimizzare la qualità delle loro decisioni. Perché essi vogliono minimizzare i rischi. Perché essi vogliono delle giustificazioni razionali per le loro scelte. In una parola: hanno bisogno di conoscere la verità per massimizzare l‟utilità delle loro decisioni. Hanno bisogno di una didattica. Obiettivi della presentazione Fornire una concezione della storiografia come scienza empirica a disposizione del warfare II. Considerare la storia nelle sue relazioni con il warfare III. Fornire una linea di interpretazione che mostri come (I) e (II) siano plausibili e ne massimizzi i risultati e la chiarezza. I. 1. 2. 3. Assunzioni metafisiche Obiettivi della storiografia militare Problemi della storiografia Assunzioni metafisiche sulla storia: alla prova dello scetticismo Su cosa non si può essere scettici quando si fa storia Per dare un significato alle narrazioni storiografiche bisogna assumere l‟esistenza dei fatti. Bisogna assumere l‟esistenza del tempo come una successione temporale di eventi. Bisogna assumere l‟esistenza di rapporti causali tra eventi. Obiettivi della storia militare I. II. III. IV. Condizione metateorica: rispettare le assunzioni antiscettiche. Analizzare nel massimo dettaglio possibile gli avvenimenti militari. Ricostruzione di specifici fatti militari particolarmente salienti. Avere teorie esplicative su cui fondare la valutazione delle attività militari. I problemi della storiografia Studio delle fonti [PS1] 1. Principio di indeterminazione sui fatti del passato Se esiste anche un solo fatto f a tempo t1 tale che f è inconoscibile a tempo t2 dove t1<t2, allora non ogni Fatto Storico può dirsi conoscibile. Esistono fatti di questo tipo, sicché la storia è intrinsecamente indeterminata. Ricostruzione causale [PS2] 2. Ricostruzione del nesso di causalità tra un evento a e un evento b tale che a sia causa di b, detto effetto. Attribuzione del giusto peso delle cause rispetto a degli effetti. ○ Se un Fatto Storico x è supposto effetto di n cause, allora ogni causa ha un peso uguale oppure no. Se non ogni causa ha un peso uguale, allora la storiografia deve restituire nella narrazione storica il giusto peso alle varie cause. Una visualizzazione Quali vietnamiti furono la causa materiale della sconfitta francese a Dien Bien Phu nel 1954? Chi fu il primo a iniziare la Prima Guerra Mondiale? 1. 2. 3. 4. Condizioni e principi La rilevanza in storia Linguaggio storico Limiti della storia come scienza La storia come scienza del warfare Sconfiggere i problemi [PS1] e [PS2] Strategia metastoriografica 1. 2. 3. 4. 5. 6. [C1] Richieste di coerenza e verità (condizione sintattica e semantica) [C2 ] Principio di accumulo delle verità rilevanti [C3] Principio di rivedibilità [C4] Principi di falsificazione e verifica [C5] Principio di compatibilità delle proposizioni vere rilevanti non previste [C6] Principio metodologico condiviso sullo studio delle varie tipologie di fonti Rilevanza ed esplicatività Non ci interessano tutti i Fatti Storici, ma solo i Fatti Storici rilevanti circa un certo Evento Storico generale di sfondo. Per spiegare la Seconda Guerra Mondiale non ci interessano i chili di forfora dei gerarchi nazisti… ma altri fatti. Def. Rilevanza di una proposizione: una proposizione storica è rilevante solo se (a) è vera, (b) aumenta la nostra evidenza sulle nostre credenze dei fatti storici considerati in sfondo e (c) ha un‟alta valenza esplicativa. Esempio: “Gli americani disponevano della bomba atomica”. E‟ una proposizione rilevante circa la vittoria alleata sul fronte del Pacifico. In una parola, la rilevanza è la funzione di valutazione della potenza esplicativa di una certa proposizione. Sicché una teoria storica è tanto più esplicativa quanto più le singole proposizioni hanno un‟alto potere esplicativo. Teoria storica e potere esplicativo Una teoria storica è altamente esplicativa se rispetta le condizioni [C1-C6] e le sue proposizioni sono storicamente rilevanti. La strategia storiografica è quella di aumentare il potere esplicativo delle teorie mediante la selezione delle proposizioni e la costruzione di un impianto teorico adeguato. La strategia storiografica in un grafo Condizioni [C1-C6] Fonti Proposizioni esplicative Proposizioni su Fatti Ricostruzione Relazioni Causali Teoria Storica Il linguaggio dello storico Desiderata Espressione su fatti di ogni genere 1. ○ ○ ○ Fatti naturali (ex: meteorologia, orografia del terreno, geografia fisica…), Fatti sociali (ex: inflazione, stati, nazioni, demografia…), Fatti matematici (ex: dati e statistiche). Espressioni su credenze 2. ○ ○ De dicto (Napoleone pensava che…) De re (Quando Cesare fu informato di questi avvenimenti, temendo la leggerezza dei Galli (sono infatti volubili nelle loro decisioni, e desiderosi sempre di novità) pensò che non bisognava fidarsi di loro. Cesare Caio Giulio, La guerra gallica, Rizzoli, Milano, 1997, p. 133-135. Espressioni su relazioni tra fatti 3. ○ ○ ○ ○ Causalità, Temporalità, Spazialità, Interessi… Espressioni su eventi possibili e ipotetici 4. ○ ○ Controfattuali, Mondi possibili alternativi… Linguaggio storico (2) Nessuno dei desiderata è negoziabile. Lo storico deve usare un linguaggio naturale. Quindi sono esclusi i linguaggi logici formali. La storiografia in un grafo Fatti Varie tipologie Condizioni [C1-C5] Credenze (De dicto/De Re) Linguaggio Naturale Relazioni Possibilia Fonti Proposizioni esplicative Proposizioni su Fatti Teoria Storica Ricostruzione Relazioni Causali Limiti della storia come scienza 1. La storia non è predittiva: il problema di Hume applicato alla storia. 2. Non esistono esperimenti in storia perché la Storia è una successione temporale ad un verso ed è irreversibile. L‟entropia aumenta costantemente nella Storia e non si può tornare mai in dietro (per esempio, Socrate era mortale… e si è visto! La storia è fatta di Socrati…). La storia è imprevedibile NO! La storia non consente argomenti induttivi ad alto gradi di evidenza! NO! Su questo non ci sono esperimenti! 1. 2. 3. Finalità Modalità Prospettive interpretative Il ruolo della storia nel warfare 1. 2. 3. 4. 5. La storia è la didattica per l‟uomo d‟arme e il decisore politico. La storia offre particolari strumenti che aumentano la capacità critica degli uomini d‟arme e dei decisori politici. Fornisce precedenti. Rende possibili analisi critiche e analitiche. Consente di progettare scenari futuri e ipotetici altamente plausibili. Polibio Se a coloro che hanno esposto prima di noi fatti storici fosse avvenuto di tralasciare l'elogio della storia stessa, sarebbe forse necessario esortare tutti a scegliere e apprezzare tali opere, poiché non c'è per gli uomini un mezzo di correzione più disponibile della conoscenza dei fatti passati. Ma poiché non solo alcuni né in modo limitato, ma tutti, per così dire, hanno fatto di questo l'inizio e la conclusione, ribadendo che la più autentica educazione e il più autentico addestramento all'azione politica è l'apprendimento tratto dalla storia, e che il più efficace, anzi il solo maestro di come si possano sopportare con forza d'animo i mutamenti della fortuna è il ricordo dei rovesci altrui, è chiaro che nessuno potrebbe pensare di dover ripetere quanto è stato detto bene e da molti e noi meno di tutti. Polibio, Storie, Libro I, i-iii. Clausewitz Quando si esamina più da vicino l'uso dell'esempio storico, emergono quattro punti di vista. In primo luogo lo si può usare come semplice illustrazione del proprio pensiero. In ogni spiegazione astratta infatti è molto facile essere capiti male o per niente. Quando un autore teme questo, si serve di un esempio storico per dare al suo pensiero la chiarezza che gli manca e per assicurarsi che autore e lettore si intendano. In secondo luogo, può servire come applicazione del pensiero perché con un esempio si ha l'opportunità di mostrare quelle piccole circostanze che non possono essere colte tutte nell'esposizione generale di un'idea; in questo sta la differenza tra teoria ed esperienza. In terzo luogo ci si può riferire a un fatto storico per sostenere quello che si è detto. (...) In quarto luogo infine dalla presentazione circostanziata di un accadimento storico e dalla raccolta di molti episodi si può trarre una lezione che trova la sua vera prova in questa testimonianza. Clausewitz (1837), p. 113. Interpretare la storia una giustificazione razionale 4. La storia è una narrazione. L‟interpretazione è un‟operazione di associazione di un significato a dei simboli in modo che le proposizioni acquisiscano un significato. Si possono fornire più livelli di interpretazione perché l‟interpretazione è un‟operazione reiterabile nei linguaggi naturali. La storia è un insieme di proposizioni (per 1). 5. La storia può essere interpretata in più livelli (per 2, 3 e 4). 1. 2. 3. Linee interpretative della storia per il warfare: una proposta Dico che, sì come nel primo capitolo è narrato, questa posizione conviene essere litterale e allegorica. E a ciò dare a intendere, si vuol sapere che le scritture si possono dare a intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi. L‟uno si chiama litterale, e questo è quello che non si stende più oltre che la lettera de le parole fittizie, sì come sono le favole de li poeti. L‟altro si chiama allegorico e questo è quello che si nasconde sotto „l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna (…) Lo terzo senso si chiama morale, e questo è quello che li lettori deono intentamente andare appostando per le scritture, ad utilitade di loro e di loro discenti: sì come appostare si può ne lo Evangelio, quando Cristo salio lo monte per trasfigurarsi, che de li dodici Apostoli menò seco li tre; in che moralmente si può intendere che a le secretissime cose noi dovemo avere poca compagnia. Lo quarto senso si chiama anagogico, cioè sovrasenso; e questo è quando spiritualmente si spone una scrittura, la quale ancora sia vera eziandio nel senso liettearle, per le cose significate significa de le superne cose de l‟etternal gloria, sì come vedere si può in quello canto del Profeta che dice che, ne l‟uscita del popolo d‟Israel d‟Egitto, Giudea è fatta sante e libera. Dante, Convivio, Garzanti, Milano, 2005, pp. 65-57. Quattro livelli interpretativi 1. Livello letterale: i fatti e le loro relazioni. 2. Livello metaforico: analisi delle condizioni generali dell‟evento storico. 3. Livello morale: giudizi pratici e didattici. 4. Livello spirituale o del sovrasenso: comprensione della Storia sotto la luce dei principi della strategia. Un esempio: la battaglia di Midway Sei mesi dopo l‟attacco a Pearl Harbor, gli Stati Uniti sconfissero il Giappone in una delle più decisive battaglie navali della seconda guerra mondiale. Grazie in parte al maggiore avanzamento nella rottura dei codici, gli Stati Uniti furono in grado di prevenire e reagire contro l‟imboscata del Giappone con le sue poche rimanenti portaerei, infliggendo danni permanenti alla marina giapponese. Un importante punto di cambiamento nella campagna del pacifico, la vittoria consentì agli Stati Uniti e ai suoi alleati di muoversi verso una posizione offensiva. Battle of Midway http://www.history.com/topics/world-warii/battle-of-midway Livello dei fatti Il Giappone e gli Stati Uniti erano in guerra. (1941-1942…). Il Giappone aveva attaccato la marina americana a Pearl Harbor (7 dicembre 1941) Gli Stati Uniti avevano degli alleati. (dal 1941) Gli Stati Uniti sconfiggono il giappone nelle isole Midway. (6 giugno 1942) Gli Stati Uniti avevano alte competenze della decriptazione dei codici. (t > 1942) Il Giappone aveva più portaerei degli Stati Uniti . (1941-1942) Gli Stati Uniti hanno inflitto danni ingenti alla marina del Giappone . (1942-1944) La vittoria contro la Marina del Giappone nelle isole Midway ha consentito la formulazione di un‟intenzione nei decisori americani tali da indurli a concepire un proseguo offensivo nella guerra nel Pacifico (t > 6 giugno 1942) Il livello metaforico Due potenze A e B in guerra tra loro tale che la prima aveva già precedentemente colpito la seconda, continuavano il conflitto. La seconda potenza B aveva un vantaggio strategico sulla prima grazie alla maggiore efficienza del suo intelligence, nonostante si trovasse in una condizione di evidente inferiorità sul piano degli armamenti. La vittoria di B contro A fu dovuta alla pianificazione attenta delle manovre di B contro A, in modo da scongiurare l‟imboscata. Quando si verifica una simile vittoria è possibile continuare in modo aggressivo nel proseguo della campagna militare. Livello morale La potenza B ha sconfitto al A, nonostante l‟inferiorità numerica grazie allo sviluppo dell‟intelligence. Lo sviluppo preliminare dell‟intelligence consente l‟elaborazione di una strategia attenta, in grado di monitorare il nemico, anticiparne le mosse e colpirlo nel punto di minima resistenza. Colpire il nemico nel suo centro di gravità in battaglia significa portarlo contro le sue più profonde debolezze. L‟abilità propriamente militare diventa, dunque, la trasformazione di un vantaggio conoscitivo in un vantaggio militare e quindi in un finale potenziale politico su cui costruire il proseguo della campagna militare. Il livello del sovrassenso E così, nelle operazioni militari: Se conosci il nemico e conosci te stesso, Nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo, Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, Le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta. Se non conosci né il nemico né te stesso, Ogni battaglia significherà per te la sconfitta. Sun Tzu, L‟arte della guerra, Mondadori, Milano, p. 15. L’interpretazione storiografia in un grafo Fatti Naturali Credenze Condizioni [C1-C5] Livello letterale Linguaggio Relazioni Livello Metaforico Possibilia Fonti Proposizioni su Fatti Proposizioni esplicative Teoria Storica Ricostruzione Relazioni Causali Livello Morale Livello Sovrasenso Che piaccia o no… La nostra storia è stata un atto di violenza contro la razza umana Non basta fare finta che la guerra non ci riguardi perché smetta di esistere Oggi la Storia appartiene a noi Grazie a tutti! Bibliografia (1) Angeletti F., (2013), L'applicazione dei principi dell'arte della guerra alla formazione militare, Rassegna dell'arma n.1, http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Rassegna+Arma/2013/1/Studi/01.htm Bettalli M., (2009), Ascesa e decadenza dell'oplita, ὅρμος - Ricerche di Storia Antica n.s. 1-2008/2009. Bayly C., (2004), Nascita del mondo moderno, Mondadori, Milano. 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