Guardando all`Europa: il futuro d li i tit ti f i li l degli istituti
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Guardando all`Europa: il futuro d li i tit ti f i li l degli istituti
USR Veneto Corso di formazione rivolto ai docenti degli istituti professionali Vicenza 10 febbraio 2009 Guardando all’Europa: il futuro d li iistituti degli tit ti professionali f i li nell sistema scolastico-formativo nazionale e regionale Arduino Salatin Direttore Iprase del Trentino Sommario Il quadro della riforma dei curricoli scolastici del secondo ciclo in Europa Il caso d dell’istruzione ll’i t i ttecnica i e professionale f i l Il posizionamento dell’Italia Alcune questioni aperte 2 1. Il quadro della riforma dei curricoli scolastici del secondo ciclo in Europa 3 L’ L’evoluzione l i d deii curricoli i li scolastici l ti i I curricoli sono in continua trasformazione, ma negli ultimi due decenni essi si sono evoluti anche a causa dell’emergere dell emergere di nuovi spazi e dimensioni dell’apprendimento: l’orizzontalità (dalla scuola al luogo di lavoro, alla comunità locale ai mass media e agli g altri ambienti di apprendimento) b) La longitudinalità: dalla prima infanzia alla vita adulta d lt alla ll tterza età, tà c) La verticalità: dagli ambienti di apprendimento reali a quelli digitali e virtuali virtuali. a) 4 Tipologie di relazioni tra contenuti disciplinari e competenze nei curricoli Secondo Gauthier (2006) esistono almeno 3 tipologie di principi di organizzazione curricolare: 1. 2. 3. Quella tradizionale che mette al centro i contenuti descritti sotto forma di saperi saperi. Quella che mette al centro lo studente, in una prospettiva neo-rousseauiana di tipo costruttivista che vede d come essenziale i l il processo metodologico t d l i di acquisizione più che i contenuti di sapere. Quella che vede al centro g gli obiettivi di apprendimento pp definiti in termini di competenze e generalmente fissati da istanze esterne al mondo scolastico (in base soprattutto p alle esigenze g del mondo del lavoro). ) 5 Secondo le ultime ricerche dell’Unesco, i curricoli scolastici sono interessati sono interessati da una forte istanza di essenzializzazione degli g obiettivi e contenuti,, che porta a privilegiare: - il LEARNING TO KNOW KNOW, per padroneggiare gli strumenti di conoscenza e di comprensione, - il LEARNING TO DO, DO per apprendere d i “saperi “ i pratici” ti i” necessarii alla ll vita quotidiana e professionale, - il LEARNING TO LIVE TOGETHER, per imparare ad esercitare le regole di convivenza e agire le relazioni umane, - il LEARNING TO BE, per vivere la propria umanità, sviluppare in modo equilibrato mente e corpo, il senso estetico, la responsabilità personale e i valori spirituali. 6 Di i i d Direzioni dell cambiamento bi t d deii curricoli i li (Unesco, Seminar-Workshop on the Management of Curriculum Change, WORKSHOP REPORT,, 2007)) Strumentali Dare competenze specifiche per il mercato del lavoro Fornire le basi per comprendere e sviluppare le abilità cognitive Assicurare abilità di saper fare specifico Fornire delle mappe della complessità del mondo Umanistiche Sviluppare globalmente la persona nei suoi aspetti affettivi, morali ed estetici Aiutare ad “imparare ad essere” e ad essere attenti ai essere valori sociali Sviluppare uno spirito critico Facilitare l’imparare l imparare ad imparare Sviluppare il potenziale umano e i talenti 7 Il paradigma delle competenze Molti progetti di riforma dei curricoli scolastici partono dalla convinzione che, per garantire una formazione di qualità, è necessario porre l’accento sulla capacità degli alunni di utilizzare ciò che apprendono in classe in compiti e situazioni complesse, a scuola e nella vita: questo livello minimo deve essere pensato in termini di competenze. La competenza diventa così un principio d’ organizzazione del curricolo mediante la quale fare entrare la vita reale in classe. L sfida La fid pedagogica d i d delle ll competenze t consiste i t nell cercare di costituire entro le mura della scuola, ossia in un contesto “artefatto”, condizioni di apprendimento “ “autentico”. i ” 8 Gli orientamenti dell’UE dell UE In ambito europeo p oggi gg i nuovi curricoli fanno riferimenti fondamentali all’approccio per competenze. Tra i documenti principali si possono citare: - Gli obiettivi di Lisbona per il 2010 in riferimento al ruolo dei sistemi formativi (2000), - il quadro delle competenze chiave per la cittadinanza e l’apprendimento permanente (dicembre 2006), - il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) e la R Raccomandazione d i d dell P Parlamento l t europeo e d dell Consiglio sulla sua costituzione (29.1.2008) - La Raccomandazione del 2008 sulla scuola per il 21° 21° secolo. 9 Framework per rinnovare i curricoli (fonte: IBE – Unesco, 2007) To incorporate the principle of education d ti throughout life to reflect interdisciplinarity / interconnectedness Subject matter content Rationale goals objectives Learning outcomes to include the pillars ill off llearning i To highlight holistic i t di i li interdisciplinary approaches 10 L sviluppo Lo il di un curricolo i l competency t based b d Esso comprende: E d - La definizione dei requisiti professionali in termini di knowledge, g , skills e attitude ((competencies) p ) - La definizione degli obiettivi di apprendimento e dei risultati attesi in modo integrato e non frammentario come nella formazione accademica accademica, - La trascrizione degli obiettivi di apprendimento in programmi indicanti i contenuti e gli approcci metodologici t d l i id da seguire, i - i criteri di valutazione (con il relativo piano di qualità) - un dispositivo di valutazione competency competency-based based, orientato cioè alla “valutazione autentica” (attraverso osservazioni, registrazioni, classificazioni di evidenze relative ad attività e produzioni in situazione reale) reale). 11 Significato di Learning Outcomes (risultati di apprendimento) Il termine risultati di apprendimento è una parte essenziale degli sforzi in atto per riformare i sistemi di educazione e formazione formazione. Con esso si intende: l’insieme delle conoscenze, abilità e/o competenze che un individuo ha acquisito e/o è in grado di dimostrare dopo il completamento di un processo di apprendimento. I risultati d’apprendimento sono delle attestazioni di cosa colui che apprende deve sapere, capire e/o saper f fare alla ll fifine di un periodo i d di apprendimento. di t 12 Tendenze di riforma del ciclo secondario nell’UE - Sul piano istituzionale, rafforzare dei collegamenti della formazione con il mondo del lavoro (in funzione dell’occupabilità) - Sul piano sociale, sociale rendere i percorsi più attrattivi attrattivi, puntando su una qualità più elevata e su maggiori collegamenti con la formazione superiore -Sul piano curriculare, puntare sulle competenze chiave (come base per il lifelong learning) -Sul piano metodologico, rendere i percorsi più flessibili (modularizzazione personalizzazione, (modularizzazione, personalizzazione …)) 13 La struttura dei curricoli secondari: -Alcuni propongono poche discipline obbligatorie (come per l’Alevel inglese) con una larga scelta lasciata agli studenti o in funzione di un lloro percorso professionale f i l o per garantire ti i saperii specialistici i li ti i funzionali dell’accesso alla formazione universitaria (terziaria), -Altri preferiscono fornire un po’ di tutto agli studenti nella forma di discipline obbligatorie che garantiscano una cultura generale ((anche se con il rischio di imporla p dall’alto)) -Altri infine propongono una scelta tra indirizzi predefiniti, ma con flessibilità di orari e di contenuti opzionali opzionali, funzionali da un lato ai gusti e ai talenti degli studenti, dall’altro al superamento di un esame finale di maturità (baccalaureato) 14 C Competenze t scolastiche l ti h e professionali f i li L’ILO L ILO per impostare alcuni programmi educativi nel ciclo secondario (di tipo tecnico e professionale), ha proposto il concetto di "Professional Competence" come ll’attitudine attitudine ad assumere un compito o un ruolo in una posizione lavorativa, dimostrando l’effettivo possesso delle qualificazioni richieste. In tale prospettiva il concetto di competenza e quello di qualificazione sono strettamente intrecciati, in quanto riferite a contesti organizzativi e lavorativi. L competenze Le t sono intese i t inoltre i lt come costituite tit it sia i d da componenti che possono essere formabili (knowledge e skills), sia da altri più difficili da formare attraverso l’i l’istruzione i ((attitudini i di i e credenze). d ) 15 Questa impostazione enfatizza l’approccio basato sui profili di competenza (Curriculum development and competency p yp profiles). ) Esso comporta che: La pratica professionale (e la performance) siano la principale p p linea guida g per lo sviluppo p pp del curricolo, Le discipline accademiche siano comunque un input importante per la sua costruzione Chi deve elaborare il curricolo debba essere focalizzato sul campo professionale e sull’impatto reale del curricolo nei contesti lavorativi. 16 Secondo S d uno studio t di d dell’ILO ll’ILO (2005) (2005), lla tendenza t d prevalente oggi dei sistemi di istruzione secondaria, anche a livello mondiale mondiale, è verso una “collaborazione collaborazione complementare” tra il settore pubblico e gli stakeholders degli organismi privati (profit e non profit). In questa prospettiva, si richiede ai governi un’azione su varii piani, i i con una maggiore i enfasi f i su: • preparazione scientifica e tecnologica per l’innovazione l innovazione, • standard di competenza, • una più stretta connessione tra formazione professionale e formazione accademica, tra imprese e scuola • l’orientamento professionale (Career education) 17 2. Il caso dell’istruzione dell istruzione tecnica e professionale: alcuni esempi 18 Tre modelli di sistema di istruzione e formazione professionale iniziale (fonte: OCDE,1989) Misto (es. UK, I, F, SP) Basato sulla scuola (paesi scandinavi) Basato sull’apprendistato Si Sistema duale d l (paesi di lingua Tedesca e DK)) 19 FRANCIA Tipologia sistema di istruzione tecnica e professionale professionale)) istituzioni della formazione p (Riformato dal 2003) modelli di regolazione Mercato del lavoro interno Leggi statali (centralizzazione) Modalità e livelli prevalenti di partnership t hi formazione-imprese Diretta a livello locale Mediata dalle parti sociali a livello settoriale nazionale Modelli formativi per l’alternanza Apprendistato Stage e tirocinio Misto (con licei professionali separati dalle Forme di Modularizzazione e personalizzazione dei flessibilizzazione e percorsi innovazione Investimenti nelle TIC dell’offerta formativa 20 SPAGNA Tipologia sistema di istruzione tecnica e professionale MISTO con 2 sottosistemi (istruzione e insegnamento professionale integrati) e formazione “occupazionale”) – cfr. nel quadro della riforma 1998 1998-2002 2002 per un unico sistema nazionale delle competenze modelli di regolazione Mercato professionale e interno C Concertazione t i St Stato, t C Comunità ità autonome t e parti ti sociali (lista dei diplomi professionali, dei moduli, sistemi di valutazione,...) Modalità e livelli di partnership Scuole e centri integrati di formazione e imprese (attraverso dei contratti di formazione, scambio di personale, …) Modelli formativi per l’alternanza Principio: Capitalizzazione delle competenze acquisite anche in sottosistemi diversi tramite sistema di corrispondenze Generalizzazione di una quota di formazione professionale di b base per tutti t tti (125 + 75 ore)) – contratti t tti di formazione f i + stage t Forme di flessibilizzazione e innovazione dell’offerta Rinforzo insegnamenti professionalizzanti Scuole-laboratorio e “case dei mestieri” Rinforzo opportunità di formazione a distanza e TIC 21 DANIMARCA Tipologia sistema di istruzione tecnica e professionale DUALE, basato su istituti professionali e tecnici (riformato a partire dal 2000) modelli di regolazione Mercato del lavoro esterno ed interno C Cooperazione i volontaria l t i parti ti sociali i li Modalità e livelli di partnership formazioneimprese Mediata attraverso accordi tra lo Stato, i Comitati nazionali e locali di parti sociali Con gli enti locali per i giovani in difficoltà Diretta con i giovani tramite accordi individuali Modelli formativi per l’alternanza Corsi sandwich con periodi di formazione teorica e di formazione pratica in azienda (apprendistato) Forme di flessibilizzazione e innovazione dell’offerta f formativa Contenuti formativi in continuo adattamento alla evoluzione delle esigenze del mercato e delle imprese e larga diffusione delle TIC Corsi ad hoc biennali per i ragazzi con difficoltà a carattere pratico con 20-40 settimane di formazione teorica 22 ALCUNE CARATTERISTICHE PECULIARI DELLA RIFORMA DANESE La chiave di volta è: -la semplificazione p delle vie di accesso alla formazione tecnica e professionale: 6 programmi base per grandi filoni settoriali (rispetto agli 83 precedenti) -Flessibilità Fl ibili à d dell’offerta ll’ ff fformativa i iin termini i i di d durata (da (d 6 mesii ad d un anno e mezzo) e in funzione delle necessità individuali, -varietà varietà di opzioni su misura con una organizzazione modulare spinta a partire da pochi nuclei formativi obbligatori (ogni ragazzo deve imparare a costruire il proprio programma con l’aiuto di un mentore) -Forte raccordo con il sistema di formazione continua, con il sistema dei servizi per l’impiego (AMU), con la formazione superiore, tramite ll’introduzione introduzione di una “formazione formazione a punti” punti (unit credit reciprocamente riconoscibili) e sistemi di portfolio e Log-book. I contenuti formativi sono definiti da 55 Comitati nazionali p paritetici di settore che validano un totale di 2000 moduli didattici. 23 Finlandia I curricoli di questo paese sono caratterizzati da grande flessibilità e da un ruolo importante delle autonomie locali, delle parti sociali e delle famiglie nella loro definizione Esistono 3 livelli di definizione: nazionale (core curriculum) municipale e del singolo istituto curriculum), scolastico La scuola secondaria generale e la istruzione professionale fanno parte di un medesimo sistema unitario 24 25 Nella scuola secondaria superiore di tipo generale l’impianto prevede: a) Un piano di studio annuale articolato su 5-6 periodi con insegnamenti (corsi di mediamente 38 lezioni da 45 minuti) i ti) di titipo: •obbligatorio comune, •specialistico (con opzionalità che tutte le scuole devono ) offrire), •applicato. b) Piani di studi individualizzati, supportati da un counselling. 26 Il curricolo è strutturato per competenze (espresse in termini di learning outcomes o di good performance) e comprende d anche h un iinsieme i di competenze t ttrasversalili di cittadinanza. Esiste un Syllabus che comprende 75 insegnamenti standard da seguire in 3 o 4 anni. La frequenza può avvenire anche a gruppi non permanenti (si supera il concetto di classe). E’ previsto un esame finale di maturità per l’accesso alla formazione di livello terziario. 27 Questo impianto è ancora più pronunciato nell’istruzione professionale che è basata su: -53 53 tipi t p di d qualificazioni, qua ca o , -un sistema di crediti capitalizzabili -aperto all’alternanza scuola lavoro (apprendistato). 28 Il modello dell’istruzione tecnico-professionale in Finlandia Broad-based vocational competence common j subjects core skills common emphases h Specific skills Workplaceb based d learning l i Freechoice studies 29 Il sistema dei crediti (120 in 3 anni) Vocational studies 90 credits field-specific field specific study-programme specific includes i l d 20 credits dit ((minimum) i i ) off on-the-job th j b training Core subjects Free choice studies Free-choice 20 credits 10 credits 30 Esempio p di curricolo per p i meccanici d’auto Vocational studies (90 credits) compulsory modules 1 Basic skills in vehicle technology (all study programmes) 20 2 Maintenance technology (SP specific) 20 3 Diagnostics (SP specific) 20 + 30 credits out of the following: 4 Engine repairs 5 5 Maintenance of electrical equipment and engine controls 10 6 Vehicle bodyshop work 5 7 Testing and repair of electrical equipment of vehicles 5 8 Maintenance M i t and d repair i off smallll machinery hi 5 9 Direct service work at a repair shop 5 10 Maintenance and repair of lorry brake systems 10 11 Repairs to lorry chassis and steering systems 10 12 Maintenance and repair of hydraulic and pneumatic equipment 10 13 Metal structures and welding 5 51 Other elective studies 0—20 31 The core subjects (common to all fields) * = compulsory minimum Mother tongue Other national language (Finnish or Swedish) Foreign language Mathematics Ph i and Physics d chemistry h i t Social, business and labour-market subjects Physical and health education Arts and culture Environmental studies Information and communications technology Ethics Other cultures Psychology Entrepreneurship 20 Free-choice studies 10 TOTAL 4* 1* 2* 3* 2* 1* 2* 1* 120 32 IIn sintesi i t i i messaggii chiave hi che h derivano d i dalle esperienze degli altri paesi europei sono: •aprirsi aprirsi al confronto tra scuola e realtà locali (la scuola da sola non ce la fa a garantire il conseguimento di tutte le competenze oggi necessarie), •Impegnarsi per l’innovazione l innovazione didattica e organizzativa, con forte orientamento alla flessibilità, alla p personalizzazione e all’alternanza •Sviluppare una logica di rete tra scuole e partenariati con gli stakeholders territoriali 33 3 Il posizionamento 3. i i t dell Italia dell’Italia 34 Specificità del caso italiano - 4 canali paralleli di assolvimento dell’obbligo di istruzione (licei, IT, IP e FP) -Durata q quinquennale q dei p percorsi tecnici e professionali -Monte Monte ore tra i più elevati d’Europa d Europa -Mancanza di un organico collegamento formativo con il mondo del lavoro 35 36 Il nuovo q quadro normativo di riferimento -L.53/2003 e decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 (livelli essenziali delle prestazioni e profilo culturale del secondo ciclo) -legge 2 aprile 2007, n. 40, articolo 13, commi 1, 1-bis, 1ter e 1-quater che prevedono il riordino e il potenziamento t i t degli d li istituti i tit ti tecnici; t i i -il decreto ministeriale sul Regolamento in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione 22 agosto 2007 -il decreto legge gg 25 g giugno g 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, art. 64, commi 3, 4, 4bis, sul riordino degli istituti tecnici e professionali, f i li 37 Conseguenze principali delle nuove normative sul secondo ciclo: - Avvio dei nuovi curriculi a p partire dall’anno scolastico 2009-2010 per tutti i primi anni, - Riduzione del monte ore settimanale di studio: (30 ore per i Licei, 32 ore per gli IT e gli IP) - Impossibilità p da p parte degli g IP ((a p partire dall’anno scolastico 2009-2010) di rilasciare autonomamente le qualifiche professionali senza accordo con le Regioni 38 Il riordino degli istituti tecnici e professionali Definizione del profilo specifico per l’istruzione tecnica e professionale p Riduzione del numero degli indirizzi di studio e delle discipline p ((articolo 13 della legge gg n. 40/07), ) Definizione di un’area di istruzione generale, articolata in insegnamenti comuni a tutti i percorsi e aree di indirizzo riferite ad ampi settori tecnicoprofessionali F t contenimento Forte t i t delle d ll co-presenze e delle d ll codocenze (D.L. 112/08). 39 Gli indirizzi di studio degli istituti professionali sono 6: Settore industria e artigianato • Produzioni industriali e artigianali Settore servizi • • • • • Servizi all all’agricoltura agricoltura e allo sviluppo rurale Servizi socio-sanitari Servizi di manutenzione e assistenza tecnica Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Servizi commerciali 40 •Impianto I i t curricolare i l caratterizzata tt i t da d 2+2+1, 2+2+1 cioè i è con due bienni e un quinto anno (Dlgs n. 226/05) •Monte orario massimo di 32 ore settimanali di lezioni per 33 settimane ad anno scolastico (articolo 13 della legge 40/07). •Descrizione D i i dei d i curricoli i li in i base b aii risultati i lt ti di apprendimento previsti dal Quadro Europeo delle qualifiche (EQF) (articolo 13 della legge n n. 40/07) 40/07). •Potenziamento dei laboratori, stage e tirocini nonché dell’orientamento agli studi universitari e al sistema dell’istruzione e formazione tecnica superiore (articolo 13 della legge n n. 40/07) 40/07). 41 - un un’area area di istruzione generale comune a tutti i percorsi e aree di indirizzo specifiche, che possono essere ulteriormente specificate p in opzioni, p , con riferimento alle esigenze del mondo del lavoro e del territorio; -una articolazione basata su: un primo biennio, caratterizzato, per ciascun anno, da 660 ore di attività e insegnamenti g g generali,, comuni ai citati due settori, e 396 ore di attività e insegnamenti obbligatori per ciascun indirizzo, nel quale gli studenti completano l t l’ l’assolvimento l i t d dell’obbligo ll’ bbli di iistruzione t i e cominciano ad acquisire i saperi e le competenze di indirizzo in funzione orientativa orientativa, soprattutto attraverso la pratica di laboratorio, anche ai fini della reversibilità 42 delle loro scelte; -un secondo biennio, caratterizzato per ciascun anno, da 495 ore di attività e insegnamenti generali, comunii aii citati it ti d due settori, tt i e 561 ore di attività tti ità e insegnamenti obbligatori per ciascun indirizzo. (Si prevede di descrivere i risultati di apprendimento anche a conclusione del primo anno di questo secondo biennio, p per facilitare i p passaggi gg tra i sistemi formativi) - un quinto i t anno, caratterizzato tt i t da d 495 ore di attività tti ità e insegnamenti generali, comuni ai citati settori, e 561 ore di attività e insegnamenti obbligatori per ciascun indirizzo. 43 BIENNIO INIZIALE SERVIZI TURISTICO‐ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE CLASSE DI CONCORSO PRIMO BIENNIO AREA GENERALE Classe prima Classe seconda 50/A Italiano 132 132 50/A Storia 66 66 46/A Lingua inglese 99 99 19/A Diritto economia 66 66 47/A Matematica Informatica 99 99 60/A Scienze‐Biologia 66 66 29/A Ed. Fisica 66 66 Religione 33 33 TOTALE AREA GENERALE 627 627 AREA SPECIFICA 46/A Lingua francese 66 66 57/A Scienza degli Alimenti 66 66 50/C Lab. Servizi Cucina 99* 99* 51/C / Lab. Servizi Sala‐Bar b l 99** 99** 52/C Lab. Servizi Ricevimento 99 99 TOTALE AREA SPECIFICA TOTALE AREA SPECIFICA 429 429 TOTALE COMPLESSIVO 1056 1056 44 CLASSE DI CONCORSO PRIMO BIENNIO AREA GENERALE SECONDO BIENNIO p Classe prima Classe seconda d Classe t terza Classe quarta q MONOENNIO CONCLUSIVO Classe quinta E Esame di Stato di St t 50/A Italiano 132 132 132 132 132 50/A Storia 66 66 66 66 66 46/A Lingua inglese Lingua inglese 99 99 99 99 99 19/A Diritto economia 66 66 47/A Matematica Informatica 99 99 99 99 99 60/A Scienze‐Biologia Scienze Biologia 66 66 29/A Ed. Fisica 66 66 66 66 66 Religione 33 33 33 33 33 TOTALE AREA GENERALE 627 627 495 495 495 66 99 99 AREA SPECIFICA 46/A Lingua francese 66 66 57/A Scienze degli Alimenti 66 66 39/A Geografia Turistica 66 99 99 61/A Storia dell'arte 66 66 66 17/A ETAT‐ Amm. Alb 66 99 99 50/C Lab. Servizi Cucina 99* 99* 51/C Lab. Servizi Sala‐Bar 99* 99* 1056 1056 1056 1056 1056 TOTALE COMPLESSIVO 45 Aspetti organizzativi della proposta di Regolamento • Utilizzazione degli spazi di autonomia di seguito indicati con riferimento all’orario all orario annuale delle lezioni: entro il 25% nel primo biennio, il 35% nel secondo biennio, il 40% nell’ultimo anno; • Costituzione di Dipartimenti; • Costituzione di un comitato tecnico-scientifico, con funzioni consultive e di proposta, soprattutto per l’organizzazione delle aree di indirizzo e per l’utilizzazione degli spazi di autonomia e di flessibilità in relazione alle esigenze del mondo economico e produttivo. • Costituzione di un ufficio tecnico con il compito p di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a fini didattici • Ricorso maggiore ad esperti esterni a contratto 46 Gli istituti professionali collaborano con le strutture formative accreditate dalle Regioni nei Poli tecnico professionali che saranno costituiti secondo le linee professionali, guida di cui all’articolo 13 della legge n. 40/07, anche allo a o scopo d di favorire a o e i passagg passaggi ttra a i ssistemi ste d di istruzione e formazione. Gli istituti professionali sono enti di riferimento degli istituti tecnici superiori, costituiti a norma del DPCM 25 gennaio 2008 2008, con l’obiettivo l obiettivo prioritario di formare tecnici con un più elevato livello di p , con particolare p riferimento ai settori specializzazione, tecnologici considerati prioritari per lo sviluppo economico del Paese. 47 4 Al 4. Alcune questioni ti i aperte 48 - La differenziazione degli indirizzi rispetto all’offerta quinquennale degli IT e a quella della FP regionale i l (qualifiche ( lifi h triennali) i li) - La caratterizzazione L tt i i d deii settori tt i (i (industriale d ti l e terziario) - Il biennio iniziale e l’equivalenza formativa - La gestione della flessibilità e delle opzionalità - Le misure di accompagnamento 49