In PUGLIA gli eventi legati alla Settimana Santa sono da sempre

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In PUGLIA gli eventi legati alla Settimana Santa sono da sempre
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n PUGLIA gli eventi legati alla Settimana Santa sono da sempre stati un importante riferimento per la collettività in termini di partecipazione e di coinvolgimento emotivo. I comuni
che nel tempo sono riusciti a non contaminare il patrimonio di tradizioni legato agli antichi riti
della Settimana Santa, offrono al visitatore un percorso di fede e di religiosità carico di emozioni, in cui la sacra liturgia e la pietà popolare, gelosamente conservate dalle confraternite locali,
rivivono nelle tradizionali processioni. In esse religiosità e misticismo si fondono e trovano, nelle
suggestive architetture in bianca pietra calcarea degli antichi nuclei urbani, i luoghi privilegiati
per lo svolgimento di riti religiosi che avvolgono il turista e lo accompagnano in un’atmosfera
intensa di spiritualità, di partecipazione emotiva e sensoriale sottolineata dal suono struggente
di marce funebri eseguite dalle locali bande musicali. Il mistero dei volti incappucciati, dei
suoni, dei lamenti e dei canti religiosi, avvolge le bianche cattedrali romaniche, le strette viuzze
lastricate, le torri e le fortificazioni, che si schiudono alla vista del turista, attento ad osservare
e ad ascoltare i suoni, i rumori, i racconti che le pietre, nel loro dialetto, sussurrano. Racconti
antichi, portati da quel vento, sempre lo stesso, di scirocco o di levante che si è reso testimone,
nel tempo, tramandando le storie di popoli e di culture che in queste terre si sono intrecciate.
Storie di Crociati transitati sulla via per Gerusalemme, di Bizantini, di Svevi, di Angioini e di
Aragonesi. Storie di dominatori che incantati da questi luoghi, non hanno potuto che accrescerne la loro bellezza lasciando testimonianze artistiche e architettoniche, contribuendo a rendere
questi luoghi, queste città, uniche per una vacanza che offre nutrimento allo spirito e arricchimento culturale, luoghi nei quali il ricordo della permanenza segnerà indelebilmente la memoria
di chi li attraversa e attraversandoli ne rimarrà incantato.
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The town with the campaniles, Andria fidelis: these are
two of the many possible definitions appropriate for Andria. Located 151 m above sea level, only 6 km far from
the seashore and placed in the heart of the Bari-Andria
Murgia, this city boasts a rich history of kingdoms and dominations – Norman, Swebian, Angevin, Aragonese – that
visitors can discovered walking through the picturesque
town centre across mediaeval lanes and paths. The three
campaniles, belonging respectively to the Church of S.
Francesco (XIII-XIV century), the Church of S. Domenico
(XIV-XVI century) and to the Cathedral are considered the
main symbols of the city. The church of S. Francesco is a
marvellous example of late Baroque art with some Gothic
decorations such as its two portals and the cloister; on
the right side of the presbytery, the chapel dedicated to
SS. Maria dell’Addolorata hosts a valuable wooden statue of the Virgin of Our Sorrows. A peculiar mixture of
styles characterizes the Cathedral of Andria dedicated to
the Assumption of the Virgin Mary: a Neoclassical portal,
a Romanic rose window, a Gothic interior. On the right
side of the transept, in the homonymous chapel Jesus
Christ’s Holy Thorn, donated to the Chapter of the Cathedral by Beatrice D’Angiò in 1308 is kept. This is believed
to bleed in those years when 25th March, the Annunciation day, coincides with the Holy Friday, as it happened
in 2005 after seventy years since the last time. According to the tradition, in the Early Christian crypt, two of
the wives of Frederick II are buried. Andria indeed lets
visitors inhale its strong and everlasting bond with the
Swebian Emperor, as witnessed by an epigraph placed on
the Porta S. Andrea (also known as Frederick’s Arch) to
remind the fidelity of Andria people to Frederick II. The
Swebian power is symbolized by Castel del Monte where
influences from Gothic, Romanic, Arabian, and Norman
art mingle together. In 1996 the castle was awarded the
title of World Heritage
C
ittà dei tre campanili, Andria fidelis: sono solo due delle tante definizioni attribuibili ad ANDRIA. Posta a 151 m s.l.m. in una posizione strategica-a 6 Km dal mare
e nel cuore della Murgia barese-Andria vanta una ricca storia di regni e di dominazioni -normanna, sveva, angioina, aragonese-che si scopre attraversando il suggestivo
centro antico, nel quale si snodano caratteristici vicoli e stradine medievali. Segno di
riconoscimento della città sono i suoi tre campanili, appartenenti rispettivamente alla chiesa di S. Francesco (secc. XIIIXIV), di San Domenico (sec. XIV-XVI) e alla Cattedrale (secc.
XII-XVI). La chiesa di S. Francesco è uno splendido esempio
di tardo barocco con elementi gotici, come i due portali e il
chiostro; sul lato destro del presbiterio, nella cappella dedicata a Maria SS. dell’Addolorata, è conservata una pregevole
statua lignea della Vergine dell’Addolorata. La Cattedrale di
Andria, dedicata all’Assunta, presenta una particolare commistione di stili: portone neoclassico, rosone romanico, interno
in stile gotico. A destra del transetto, nella cappella ad essa
dedicata, è conservata la Sacra Spina della corona di Cristo,
donata da Beatrice D’Angiò al Capitolo Cattedrale nel 1308.
Negli anni in cui si ha la coincidenza del 25 marzo, giorno
dell’Annunciazione, con il Venerdì Santo, come accaduto nel
2005 dopo oltre settant’anni dall’ultima volta, si verifica la
reviviscenza delle macchioline di sangue su di essa impresse.
Nella cripta paleocristiana secondo la tradizione sono sepolte
due delle mogli di Federico II. Del resto, la città di Andria è
indissolubilmente legata all’imperatore svevo, come testimonia un’epigrafe, posta su Porta S. Andrea (Arco di Federico),
che ricorda la fedeltà dimostrata dagli andriesi a Federico II.
Simbolo della potenza sveva è Castel del Monte, nel quale si
fondono elementi dello stile gotico, romanico, arabo e normanno. Dal ‘96 è patrimonio dell’Unesco.
ANDRIA
Info
Pro Loco
Via Vespucci 114
T. + 39 0883592283
[email protected]
www.proloco.andria.ba.it
Assessorato al Turismo
T. +39 0883 290324-290277
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LA SACRA SPINA
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M
olti storici e scrittori locali si sono occupati della SACRA SPINA e tra essi uno dei
più accreditati è Mons. Emanuele Merra, oculato studioso delle più antiche memorie
andriesi. “Per quello che riguarda la provenienza di una delle maggiori spine che religiosamente si conserva nel Duomo di Andria,” scrive Merra “si deve con asseveranza ritenere che,
non da Carlo D’Angiò venne
donata, ma da Carlo II, suo
figliolo.” I D’Angiò, infatti,
usavano donare tali reliquie
alle città principali dove
risiedevano o passavano,
come segno del legame con
la casa regnante di Francia.
Le prime testimonianze accertate, circa la comparsa
del prodigio della Sacra
Spina, si attestano al 1633,
ma si suppone che esso si
sia manifestato in epoche
precedenti. Così lo descrive
Mons. Merra: “ la Sacra Spina di Andria è della lunghezza di circa quattro dita e della grossezza di un filo grosso di spago nel suo basso finimento.
Il suo colorito è cenerognolo, ad eccezione della punta semifranta che va a finire ad ago ed è
di colore suboscuro. In essa si veggono quattro macchie di color violaceo nella parte di dietro
alla incurvatura, ed un’altra parte davanti, oltre a molti punti a stento visibili. Quando coincide la
feria sesta di Parasceve con la festività dell’Annunciazione di Maria, ai 25 di marzo, allora queste
macchie si ravvivano e rosseggiano di fresco sangue; nel che ordinatamente consiste il miracolo”. Della manifestazione del prodigio si ritrovano parecchie testimonianze sparse nel tempo e
sono particolarmente documentate quelle avvenute nel 1910, 1921 e 1932. La più recente
risale al 25 Marzo del 2005 che così commenta il vescovo di Andria Raffaele Calabro: “E’ ancora
viva in me l’emozione provata [...] Uso a ragion veduta il termine segno straordinario attingendo
dal Vangelo di Giovanni che esprime con maggior precisione degli altri due termini più in voga
“miracolo”, “prodigio” il percorso di fede che sollecita a compiere un fatto o un evento che
non trova spiegazioni a lume della pura e sola ragione. Prendere nota di un fatto umanamente
inspiegabile, sia con l’osservazione ad occhio nudo sia con i mezzi che la scienza e la tecnica
pongono a nostra disposizione oggi, compete sia al credente sia al non credente. La SACRA
SPINA è conservata nella Cattedrale di Andria ove è possibile visitarla.
Many local historians and writers have studied the
Holy Thorn mystery and among them one of the most
accredited is Mons. Emanuele Merra, a wise and judicious scholar of the old records of Andria. “As far
as the origin of one of the greatest thorns kept religiously in the Duomo of Andria – Merra writes – we
must maintain with respect that it was donated not by
Carlo D’Angiò, but by his son Carlo II”. The D’Angiò
family, indeed, used to donate such relics to those
cities where they lived or visited as a symbol of the
relationship with the ruling family of France. The first
confirmed records about the appearance of the prodigy
of the Holy Thorn date back to 1633, but many believe
that it had happened long before.
Here is the account by Mons. Merra: “the Holy Thorn
of Andria is four fingers long and is as large like as
a string yarn. Its colour is greyish except for the tip
that is darker. Inside the thorn you can see four purplish stains just behind its bending and another placed
in the front, as well as many others located in some
points difficult to see. When the sixth feast of Parasceve coincides with the Annunciation Day, March 25th
, these stains seem to brighten up and redden as live
blood: this is the miracle”.
Many accounts of the prodigy have been recorded
throughout centuries and in particular those happened
in 1910, 1921, and 1932 are accurately registered.
The latest dates back to 25th March 2005. What follows is the comment by the Bishop of Andria, Raffaele
Calabro: “ I still feel a strong emotion […]. I use consciously the word extraordinary “sign” drawing it from
the Gospel of John because such a word expresses more
precisely than the other two words in vogue “miracle”
and “prodigy” the path of faith that supports an occurrence or an event inexplicable by the mere reason. It is
the duty of believers and non-believers to take note of
events inexplicable both in terms of human knowledge
and modern scientific means. The Holy Thorn is kept
in the Cathedral in Andria open to the public.
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Le Confraternite
ANDRIA
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ARCICONFRATERNITA SERVI
DI MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA
L’Arciconfraternita di Maria SS.ma Addolorata, fondata per Reale
Decreto il 15 maggio 1832 ed elevata al rango di Arciconfraternita
il 14 maggio 1855, ospita nel sontuoso Cappellone appositamente
costruito nel 1887 dal confratello Conte Onofrio Spagnoletti-Zeuli e
dedicato all’Augusta Titolare la statua della Vergine dei Dolori, dono
della nobile famiglia Jannuzzi, realizzata nel 1840 in legno policromo intagliato da valenti scultori napoletani e collocata nella nicchia
sopra l’altare di proprietà della Arciconfraternita. La Madonna è rappresentata nel suo composto dolore, sottolineato dalle lacrime sul
volto, dal fazzoletto nella mano destra e dallo stocco che trafigge il
suo cuore. Il Giovedì Santo il Cappellone si arricchisce della presenza del Repositorio a cura dell’Arciconfraternita guidata dall’assistente ecclesiastico.
ARCICONFRATERNITA
Of Our Lady of Sorrows
The Arciconfraternita of Our Lady of Sorrows, founded by Royal Decree on
15th May 1832 and raised in rank as Arciconfraternita on 14th may 1855
hosts in the baroque chapel of St. Riccardo, also known as “Cappellone”,
built for such purpose in 1887 by the brother Earl Onofrio SpagnolettiZeuli, the Statue of Our Virgin of Sorrows, completed in 1840 and donated
by the noble family Jannuzzi. The statue, made of polychrome wood carved by skilful Neapolitan sculptors, is collocated on the Arciconfraternita
altar.
The Madonna is represented as sorrowfully grieving for her child with tears
on her cheek, holding a handkerchief in her right hand and with a dagger
piercing her heart. On Holy Thursday the “Cappellone” hosts also the
ceremony of the covered pyx in accordance with liturgical norms: the Arciconfraternita led by the ecclesiastical assistant organizes this rite.
Le Processioni
ANDRIA
A
ll’ombra del campanile della chiesa Cattedrale della Città
di Andria e avvolta dalle note della lauda Corona di Martirio
(1932) del valente compositore andriese Mons. A. De Fidio,
si apre la Quaresima cittadina il venerdì successivo alle Sacre
Ceneri con la Festa liturgica della S.Spina, prodigiosa reliquia
donata da Beatrice D’Angiò moglie di Bertrando del Balzo conte di Andria al Capitlo Cattedrale nel 1308. Il Venerdì della
Passione, che precede la Domenica delle Palme, dall’artistica
chiesa di S. Francesco d’Assisi (centro storico), sede dell’Arciconfraternita di Maria SS.ma Addolorata, parte la processione
confraternale della DESOLATA, verso la chiesa di S.Sebastiano
detta del Purgatorio, nella quale vengono esposte le statue lignee dei Misteri, della prima metà del Settecento. Si giunge
al Venerdì Santo. Le statue portate in processione attraverso
un percorso di vie cittadine fra due ali di popolo in silenzioso
raccoglimento sono precedute da venti antiche croci di legno
(la più antica è datata 1850) portate in spalla dai crociferi. Seguono i simulacri che fanno memoria della Passione e Morte di
Nostro Signore Gesù Cristo. Completa la processione il gruppo
ligneo delle Pie Donne e la statua della Madonna Addolorata
vestita con abito e manto stellato in raso nero ricamato con fili
in oro. Sul capo una corona in argento. Presiede la processione, il Presule della Diocesi di Andria che reca il reliquiario in
argento contenente la SACRA SPINA.
PROCESSIONE CONFRATERNALE
Venerdì di Passione ore 19,00
Chiesa di S. Francesco d’Assisi
Confraternity Procession Friday (before Palm Sunday)
7.00 pm Church of S. Francesco d’Assisi
PROCESSIONE DEI MISTERI DOLOROSI
Venerdì Santo ore 19,00
Chiesa del Purgatorio
Procession of the Sorrowful Mysteries
Good Friday 7-00 pm Church of Purgatory
In the shadow of the campanile of the Cathedral Church in Andria and
enshrouded by the notes of the laud Corona di Martirio (/1932) composed by the skilful composer Mons. A. De Fidio from Andria, opens
the Lent on the Friday following the Ash Wednesday with the liturgical
rite of the Holy Thorn, a prodigious relic donated to the Chapter of
the Cathedral in 1308 by Beatrice D’Angiò, wife of the Earl of Andria,
Bertrando del Balzo. On the Friday before the Palm Sumday, from
the artistic church of S. Francesco d’Assisi (town centre), seat of the
Arciconfrtaernita of Maria SS.ma Addolorata leaves the procession of
the statue of Our Lady of Sorrow towards the Church of S. Sebastiano, known as Purgatorio, where the wooden Statues of the Mysteries,
which date back to the early XVII century are exhibited. Good Friday.
Twenty old wooden crosses (the oldest dates back to 1850), carried
by the so-called ‘crociferi’, open the procession of the statues that
crosses the streets of town centre and seems to cut the people in two
wings. The statues evoke Jesus Christ’s Passion and Death. Then there
is the wooden group of the Pious Women and finally the statue of our
Lady of Sorrows wearing a black satin dress and a mantle embroidered with golden yarns and decorated with stars. The Bishop of Andria
presides over the procession, carrying the silver Reliquary where the
Holy Thorn is kept.
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