Mamma gay ottiene l`affido dei figli

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Mamma gay ottiene l`affido dei figli
03/01/2011
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Sicilia
Mamma gay ottiene l'affido dei figli
Nicosia, respinto il ricorso dell'ex marito. L'associazione dei legali matrimonialisti: "Ribadito il
principio secondo cui l'omosessualità non è sinonimo di inadeguatezza genitoriale"
CA TA NIA - Vivono in un paesino della provincia di Enna, tremila abitanti, dove le voci girano: lei,
30 anni, impiegata, ha una relazione con una donna, un'amica; lui, 40 anni, meccanico, non regge
lo scandalo e si rivolge al tribunale, chiedendo, nell'ambito della causa di separazione, che i
bambini, di 3 e 6 anni, restino con lui. Nel ricorso spiega che l'omosessualità può far perdere
qualsiasi freno inibitore e qualsiasi remora a compiere gesti ambigui e perversi, addirittura in
presenza dei figli.
La vicenda finisce davanti al giudice Alessandro Dagnino, che non la pensa così: la relazione
omosessuale di una madre - dice nell'ordinanza - laddove non comporti pregiudizio per la prole,
non costituisce ostacolo all'affidamento condiviso dei figli, che possono abitare con lei. Il tribunale
decide anche che la casa coniugale spetta alla madre e ai figli, e che l'uomo - il quale non aveva
alcuna intenzione di sborsare un euro - dovrà versare ogni mese un assegno di mantenimento di
600 euro.
In attesa della sentenza che sarà essere emessa dal tribunale in udienza collegiale, il giudice
non ha infierito contro il ricorrente, spiegando che "è umanamente comprensibile, soltanto in
questa prima fase, il disagio conseguente al fallimento dell'unione matrimoniale, tenuto conto del
contesto sociale di un piccolo centro".
"Il tribunale - dice l'avvocato della donna, Salvatore Timpanaro - ha quasi bacchettato il marito: il
suo potrebbe rivelarsi un atteggiamento discriminatorio tale da compromettere la serena crescita
dei minori. Per il momento il giudice ritiene 'umanamente comprensibilè la reazione del padre, ma
solo in questa prima fase".
La difesa ha invocato l'articolo 3 della Costituzione e citato la giurisprudenza in materia (tre casi
simili accaduti tra il 2006 e il 2008 a Napoli, Catanzaro e Bologna, che riguardavano padri gay) e
ha sostenuto che quello del marito era un pregiudizio: "Una relazione omosessuale - spiega il
legale - non può essere causa di inidoneità per l'affidamento condiviso. Può esserlo la modalità
del comportamento, anche quella che si può instaurare in una relazione eterosessuale".
L'avvocato Timpanaro, sempre a Nicosia, tribunale in via di smobilitazione, nel 2008 ha ottenuto
che un padre separato, accusato di maltrattamenti, potesse intrattenere rapporti con i figli
attraverso una webcam, due volte a settimana e per 20 minuti. Si deve a lui anche la costituzione
di parte civile di una bimba di 4 anni nei confronti della madre, accusata di aver eluso un
provvedimento di affidamento. Inoltre, in un processo intentato da una sua cliente contro l'ex
marito che non pagava gli alimenti, e per questo condannato sette volte, ha fatto valere la
responsabilità sussidiaria dei nonni, ottenendo che fossero loro a versare l'assegno mensile.
Intanto, il presidente del tribunale per i minori di Roma, Melita Cavallo, spiega che "il rapporto con
la madre, specialmente in caso di bambini piccoli, non deve mai essere interrotto. Solo quando i
figli cresceranno e la relazione omosessuale della madre potrà causare loro pregiudizio - penso
che in una situazione come quella di un piccolo centro possano essere derisi a scuola - la
decisione del tribunale, se necessario, potrà essere rivista".
Infine, secondo i dati forniti dal presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti, Gian Ettore
Gassani, l'11% delle separazioni giudiziali è causato dai tradimenti omosessuali del partnergenitore.
29/12/2010
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