Visita Guidata - “copernico”

LICEO SCIENTIFICO
“N. COPERNICO” PAVIA
TERRA
LA
L’UOMO
VAN
E
GOGH
DIPARTIMENTO DI DISEGNO E STORIA DELL’ARTE
“ARTE VISTA DA VICINO”
VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA - 27 NOVEMBRE 2014 -
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“N. COPERNICO” PAVIA
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L’UOMO
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DIPARTIMENTO DI DISEGNO E STORIA DELL’ARTE
“ La rassegna , a cura di Kathleen Adler e all’interno di una
mise-en-scène d’eccezione firmata dal famoso architetto
giapponese Kengo Kuma, presenta una lettura del tutto inedita dell’opera di Van Gogh, che indaga il profondo rapporto
tra l’artista olandese la natura e la terra e vuole mettere in
relazione le opere esposte con i temi dell’EXPO MILANO
2015 - Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, dimostrando
quanto l’interesse dell’artista per i cicli della terra e quelli
dell’uomo abbiano profondamente influenzato tutta la sua
arte.”
Kathleen Adler racconta la mostra Van Gogh L'uomo e la terra
“ARTE VISTA DA VICINO”
VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA - 27 NOVEMBRE 2014 -
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“Il corpus centrale della mostra, divisa in sei sezioni, è costituito da
opere provenienti dal Kröller - Müller Museum di Otterlo - tra cui
l’Autoritratto del 1887, Ritratto di Joseph Roulin e Paesaggio con covoni e luna che sorge del 1889 - a cui se ne aggiungono altre provenienti dal Museo Soumaya Fundaciòn Carlos Slim di Città del Messico, dal Centraal Museun di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili.
Il percorso accompagna il visitatore attraverso oltre 47 lavori alla scoperta di opere note e altre mai viste prima, per comprendere ed esplorare il complesso rapporto tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, rivivendo gli stati d’animo che Vincent Van Gogh ha trasferito nelle sue
creazioni artistiche.”
Visita virtuale
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“La mostra è dunque un’occasione unica per approfondire attraverso
gli occhi dell’artista il complesso rapporto, al centro di tutta l’opera
vangoghiana, tra l’essere umano e la natura che lo circonda.”
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Le lettere di Vincent Van Gogh
sono la più intensa e commovente testimonianza di un artista nella storia della letteratura mondiale. Oltre a essere
uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, Van Gogh era infatti uno scrittore dal talento straordinario. Le centinaia di
lettere scritte al fratello Theo, agli amici artisti - come Paul
Gauguin, Georges Seurat, Paul Signac o Emile Bernard compongono un sorprendente racconto della sua vita, e
insieme rappresentano uno strumento indispensabile per
penetrare il suo universo artistico. La lettura di queste pagine mette profondamente in discussione l'immagine del
genio capriccioso e irrequieto che siamo abituati a collegare alla figura dell'artista. Van Gogh non era un depresso
e un ubriacone, capace poi istintivamente di trasferire sulla tela il mondo che lo circondava. Le sue lettere non sono
un insieme di esternazioni irrazionali, prive di coerenza,
ma la testimonianza di un genio, di un sottile pensatore,
con una precisa visione del mondo, alla costante ricerca
del senso dell'esistenza. Le lettere rappresentano per l'artista un vero e proprio laboratorio, di cui egli si serve per
sviluppare idee sull'arte, sulla vita, sulla pittura e sulle sue
tecniche, sulla letteratura - di cui era un appassionato frequentatore - e sulla condizione umana in genere.
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Alcune lettere di Vincent Van Gogh
L'Aia, 9 settembre 1882. Sento in me una tal forza creativa che sono sicuro verrà
il giorno in cui sarò in grado di produrre regolarmente ogni giorno cose buone.
Passo di rado una giornata senza far niente, ma ciò che faccio non è ancora quello che vorrei. Mi capita tuttavia di provare l'impressione che ben presto sarò in
grado di creare opere remunerative, e non mi stupirei se questo accadesse da un
giorno all'altro. In ogni caso, sento che la pittura ridesterà ancora, indirettamente,
qualcosa in me
Arles, settembre 1888. Alla sorella Wilhelmina. Theo mi scrive che ti ha dato delle giapponeserie. È sicuramente il mezzo più pratico per riuscire a comprendere
la direzione che ha preso oggi la pittura colorata e chiara. In quanto a me, qui non
ho bisogno di giapponeserie, perché mi dico sempre che qui sono in Giappone e
che di conseguenza non ho che da aprire gli occhi e dipingere diritto davanti a me
ciò che mi colpisce.
Saint-Rémy, 25 giugno 1889. Ho un campo di grano molto giallo e molto chiaro,
forse ^ la tela più chiara che io abbia mai fatto. I cipressi mi preoccupano sempre,
vorrei fame una cosa come le tele dei girasoli, perché mi stupisce che non li abbiano ancora fatti come li vedo io. Un cipresso è bello, in quanto a linee e a proporzioni, come un obelisco egizio, e il verde è di una qualità così raffinata. È la
macchia nera in un paesaggio assolato, ma è una fra le note nere più interessanti,
fra le più difficili a centrarsi che io possa immaginare. Ora bisogna vederli qui
contro il blu, nel blu, per meglio dire. Per fare la natura, qui come dappertutto, bisogna restarvi a lungo. Perciò un Monthénard non mi da la nota vera e intima,,
poiché la luce è misteriosa, e Monticeli} e Delacroix lo sentivano. Pissarro ne parlava benissimo, una volta, e io sono ancora molto lontano dal poter fare come egli
diceva che si dovrebbe.
Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890. Per il mio lavoro, io rischio la vita, e la mia ragione vi è quasi naufragata ….
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Dal chiaro - scuro al colore
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Alunni di quinta D e G in visita
alla mostra di Van Gogh a Palazzo Reale
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