TIBET E NEPAL 10 oct nuova pdf
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TIBET E NEPAL 10 oct nuova pdf
SUL TETTO DEL MONDO DA LHASA A KATH MANDU … VIA TERRA!!! DAL 10 AL 26 OTTOBRE 2010 SCHEDA TECNICA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO 17 GIORNO AOSTA – MILANO - CHENGDU CHENGDU CHENGDU - LHASA LHASA LHASA GANDEN - LHASA LHASA - GYANTZE GYANTZE - XIGAZE XIGAZE - SAKYA XEGAR - KATHMANDU KATHMANDU KATHMANDU - POKHARA POKHARA - CHITWAN CHITWAN CHITWAN - KATHMANDU KATHMANDU – DELHI DELHI – MILANO - AOSTA CHENGDU PROGRAMMA DI VIAGGIO 1 ° GIORNO DOMENICA 10 OTTOBRE: AOSTA - CHENGDU Incontro con i Signori partecipanti nei luoghi convenuti e partenza con Bus GT riservato per l’aeroporto internazionale di Milano Malpensa. Dopo le operazioni doganali partenza con volo di linea KLM per Chengdu via Amsterdam. Pasti, intrattenimenti e pernottamento a bordo. 2° GIORNO LUNEDI’ 11 OTTOBRE: CHENGDU Arrivo in mattinata a Chengdu. Calorosa accoglienza con la nostra guida locale e trasferimento in albergo. Nel pomeriggio, visita al centro di ricerche e di salvaguardia del panda gigante. Cena occidentale e pernottamento in Hotel. La moderna metropoli di Chengdu è la capitale della provincia di Sichuan, nella parte meridionale della Cina. Una città di forti contrasti, Chengdu sembra rinnovare continuamente la sua moderna facciata, innalzando grattacieli in quartieri storici e buttandosi appieno nel ventunesimo secolo. Ciò nonostante nelle strade di Chengdu c’è molta storia e permane la cultura del vecchio mondo, così che una vacanza a Chengdu è una festa di trazioni e modernità. Divisa dal fiume Funan, Chengdu ha il suo centro in Tian Fu Square, dove si trova un monumento a Mao Zedong, il fondatore del partito comunista. Infatti a Chengdu c’è una specie di nostalgia per i giorni passati del partito comunista, visti i numerosi tributi, reliquiari e musei dove viene esposta tantissima e consumata propaganda comunista. Gli abitanti del luogo oggi usano queste immagini iconiche per sostenere le loro ambizioni per un mercato libero. Una delle principali attrazioni di Chengdu è l’adorabile panda gigante, che vive e viene curato presso il Giant Panda Breeding Centre. I visitatori potranno camminare in giardini lussureggianti e guardare i panda oziare e masticare germogli di bamboo. I panda si trovano anche presso lo Zoo di Chengdu. Di sera, gli abitanti del luogo ed i turisti si riversano nell’area dei ristoranti e si incontrato nei luoghi di ritrovo, gustando la deliziosa cucina di Sichuan. I piatti favoriti sono il pollo marinato e Kung pao, e l’oca affumicata, anche se l’aspetto più caratteristico della cucina di Chengdu è il piccantissimo peperoncino locale. 3° GIORNO MARTEDI’ 12 OTTOBRE: CHENGDU - LHASA Prima colazione in Hotel. Di prima mattina, partenza in aereo per Lhasa. Pranzo a bordo. Trasferimento in città (che dista 80 km. dall'aeroporto); sistemazione in albergo (3.600 metri slm). Pomeriggio a disposizione per abituarsi all'altitudine. Cena occidentale e pernottamento in Hotel. Il Tibet non ha una definizione univoca. Per il Governo tibetano in esilio, il Tibet è la larga zona sotto l'influenza culturale tibetana per parecchi secoli, comprese le province tradizionali di Amdo, Kham (Khams) e Ü-Tsang (dBus-gTsang), ma esclusa la zona sotto l'influenza culturale del Tibet storico all'esterno della Repubblica Popolare Cinese comprendente Arunachal Pradesh, Sikkim, Bhutan e Ladakh, area reclamata soltanto da qualche gruppo tibetano. L'area ha un'estensione di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un quarto dell'intera Cina, ed ospita 6 milioni di tibetani.Per la Repubblica Popolare Cinese, il Tibet è la Regione Autonoma del Tibet, chiamata anche Tibet Autonomous Region o TAR, reclamando anche il territorio dell' Arunachal Pradesh come appartenente alla stessa. Alcuni cinesi reclamano anche Sikkim, Bhutan e Ladakh come appartenenti alla TAR. La TAR copre solo l'Ü-Tsang e il Kham occidentale, mentre l'Amdo e il Kham orientale appartengono alle province cinesi di Qinghai, Gansu, Yunnan e Sichuan. Lhasa (in tibetano "trono di Dio") situata a 3650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, è la capitale del Tibet, territorio fin dal 1750 direttamente o indirettamente controllato dalla Cina (e ora dalla Repubblica Popolare Cinese). Attualmente Lhasa è quindi la capitale della Regione Autonoma del Tibet. Era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama. Era già un importante centro amministrativo quando il sovrano Songten Gampo (618-649) proseguì nell'opera di unificazione del Tibet. Nello stesso periodo furono costruiti la fortezza del Palazzo del Potala e il tempio del Jokhang per ospitare le effigie del Buddha portate in dote dalle mogli, una cinese e l'altra nepalese. Da Lhasa i re di Yarlung governarono per 250 anni. Nel 1642 divenne capitale del Tibet quando il 5° Dalai Lama costruì la sua residenza sulle rovine del vecchio Potala. Nel 1950 Lhasa e tutto il Tibet vennero invasi dalla Cina ed assoggettati alla sua amministrazione. Durante il capodanno cinese del 1959, quando si scoprì che i cinesi avrebbero tentato di rapire il Dalai Lama, scoppiò una rivolta popolare. Il Dalai Lama dovette rifugiarsi di nascosto in India ed, in seguito a tre giorni di repressione, morirono circa 10.000-15.000 tibetani. Prima dell'occupazione cinese la città contava 20.000 - 30.000 abitanti. Oggi non si sa con esattezza quanti tibetani vivano nell'antica capitale: l'amministrazione cinese afferma che l'etnia tibetana rappresenti circa l'80% della popolazione cittadina, ma il buon senso di chiunque visiti la città porterebbe a concludere che i Tibetani rappresentino solo il 50-60% della popolazione urbana. Secondo il Governo Tibetano in esilio tale percentuale è destinata a scendere ulteriormente a seguito dell'inau gurazione nel 2007 della rete ferroviaria che ha collegato l'altopiano tibetano ai territori cinesi. È ciò che il Dalai Lama ha definito "genocidio culturale". In seguito all'occupazione cinese gran parte del patrimonio artistico di Lhasa è stato distrutto, ma il piccolo quartiere del Barkhor e l'area del Potala rimangono siti di inestimabile valore artistico e culturale. 4° GIORNO MERCOLEDI’ 13 OTTOBRE: LHASA Prima colazione in Hotel. In mattinata, prime visite: il Monastero Drepung, il più grande del Tibet, che arrivò ad ospitare fino a 10.000 monaci. Pranzo in hotel. Nel pomeriggio, visita al Tempio Jokhang, il cuore del buddhismo tibetano, ed al mercato Balkhor Cioide. Cena occidentale e pernottamento in Hotel. Drepung è il più grande monastero del Tibet, situato appena fuori la capitale, Lhasa. Viene soprannominato Mucchio di riso per l'essere costituito da un insieme caotico di costruzioni di colore bianco. Insieme a quelle dei monasteri di Ganden e Sera, la scuola di Drepung offriva il livello più alto di istruzione nei settori della filosofia e della teologia del Buddismo tibetano (Lamaismo) di scuola Gelug. Venne fondato nel 1416 da Jamyang Chojey, discepolo di Je Tsongkhapa, fondatore della scuola Gelug. Custodisce molti tesori, o meglio, ciò che ne resta dopo la distruzione conseguente all'occupazione cinese. E’ un luogo contraddistinto da pace, armonia e felicità. Il silenzio, i lama lavorando, passeggiando, portando a termine il lavoro del giorno. Le capre, le pecore libere, i cani, i passeri, i corvi, un giardino zoologico nel monastero. Un mix magnifico, di pura armonia. Il Tempio di Jokhang senza dubbio è il tempio buddista il più importante di Lhasa, ed è situato nella Piazza di Barkhor. Centinaia di tibetani provenienti da tutta la regione vengono in questo luogo per pregare e per me è stato davvero un piacere poter vedere bambini, adolescenti, adulti e anziani che si inginocchiavano insieme... Jokhang è considerato Patrimonio dell'Umanità insieme al Palazzo di Potala, è costituito da quattro livelli ed il tetto è ricoperto da bellissime piastrelle dorate. All'entrata vi sono inoltre due cervi d'oro e all'interno del tempio, potrete ammirare la grande ricchezza dei dettagli, ma anche respirare un'atmosfera di malinconia e di tranquillità... 5° GIORNO GIOVEDI’ 14 OTTOBRE: LHASA Prima colazione in Hotel. In mattinata, visita al Potala, sede storica del Governo del Dalai Lama. Pranzo in hotel. Nel pomeriggio, visita alla città monastica di Sera ed al Norbulingka, ultima residenza del Dalai Lama. Cena occidentale e pernottamento in Hotel. Il Palazzo prende il nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. Il Potala fu la residenza principale del Dalai Lama fino a che il 14° Dalai Lama fuggì a Dharamsala, India, in seguito all'invasione ed alla fallita rivolta del 1959. Attualmente il Palazzo del Potala è stato convertito in museo dal governo cinese. L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nordsud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti. I tredici piani dell'edificio (contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle. Secondo la tradizione le tre principali cime di Lhasa rappresentano i "Tre Protettori del Tibet". Chokpori, immediatamente a sud del Potala, è la "montagna dell'anima" (bla-ri) di Vajrapani, Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o Avalokitesvara. 6° GIORNO VENERDI’ 15 OTTOBR: LHASA – GANDEN - LHASA Prima colazione in Hotel. Intera giornata dedicata all'escursione al Monastero di Ganden (4.500 m slm), a 40 km da Lhasa, che domina scenograficamente la valle di Kyi Chu e che è sempre brulicante di pellegrini, che seguono incessantemente il suggestivo percorso (kora) attorno al Monastero. Pranzo in ristorante. Cena libera. Pernottamento in Hotel. Il monastero di Ganden o Ganden Namgyeling è uno dei tre grandi centri religiosi e culturali del buddismo di scuola Gelug, assieme a quelli di Drepung e Sera. È situato 36 chilometri ENE dal palazzo del Potala a Lhasa, ad una quota di 4,750m. Il nome completo significa Continente di assoluta felicità vittoriosa, traduzione tibetana del "paradiso Tuṣita" ove risiede il futuro Buddha Maitreya. Si tratta del primo monastero dell'ordine Gelug, fondato dallo stesso Je Tsongkhapa nel 1409, e tradizionalmente considerato sede del potere amministrativo e politico dell'ordine. Il corpo di Tsongkhapa era custodito in una tomba rivestita d'oro e argento all'interno del monastero fin dal 1419. All'inizio del XX secolo ospitava circa 6000 monaci, numero che si era ridotto a circa 2000 al momento dell'invasione cinese, nel 1959. Nel 1958, il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, sostenne presso questo monastero gli esami finali del suo corso di studi teologici. Gravemente danneggiato e saccheggiato già nel 1959, nel 1966 venne ulteriormente bombardato dall'artiglieria delle Guardie Rosse. La tomba di Tsongkhapa e il suo corpo mummificato andarono in gran parte distrutti, ma alcuni resti ossei vennero tratti in salvo dal monaco Bomi Rinpoche, che era stato costretto a dare fuoco al corpo. Il monastero Ganden è stato rifondato presso Karnataka, India dai profughi tibetani in esilio. 7° GIORNO SABATO 16 OTTOBRE: LHASA - GYANTZE Prima colazione in Hotel. In mattinata, partenza in mezzo privato per Gyantze, nel distretto di Tsang. La strada attraversa i passi Kamba La (4.794 metri slm) e Karo La (5.010 metri slm) e percorre tutto il fianco dello spettacolare lago Yamdrok (4.400 metri slm). Pranzo in ristorante durante il percorso. Arrivo nel tardo pomeriggio, cena e pernottamento in Hotel a Gyantze (3.977 metri slm). E’ attraversata dalla Friendship Highway, che la congiunge a Kathmandu in Nepal e a Lhasa. Gyantse è famosa per il Kumbum posto entro le mura dell'antico monastero di Pelkor Chode. Eretto nel 1440 il Kumbum è uno stupa contenente 108 cappelle su quattro piani, tutte finemente illustrate da migliaia di dipinti e centinaia di statue. Nel 1904 un esercito inglese di 4.000 uomini e 10.000 truppe indiane, sotto il comando del colonnello Younghousband, penetrò in Tibet e conquistò Gyantse senza che vi fosse opposizione armata. Quando le truppe tibetane si organizzarono e si impadronirono del Dzong, il forte che domina la città, le truppe inglesi mossero all'assalto e sterminarono i 900 difensori. Di lì quindi mossero per conquistare Lhasa dove riconobbero formalmente la sovranità dell'impero cinese sul Tibet. Attualmente la città è aperta al turismo internazionale. 8° GIORNO DOMENICA 17 OTTOBRE: GYANTZE - XIGAZE Prima colazione in Hotel. In mattinata, visita del Monastero e del celebre Kumbum, lo stupa più imponente e prezioso del Tibet, quindi proseguimentoper Xigaze (due ore circa). Sistemazione e pranzo in albergo (3.800 metri slm). Nel pomeriggio, visita al favoloso Monastero Tashilumpo, sede del Panchen Lama, la seconda autorità religiosa del Tibet. Cena cinese e pernottamento in albergo. Kumbum (tibetano: "Un centinaio di migliaia di immagini sacre") è composto di nove livelli, è alto di 35 metri e sormontato da una cupola d'oro, e contiene 77 cappelle che fiancheggiano le sue mura. Molte delle statue sono state danneggiate durante la Rivoluzione Culturale, ma da allora sono stati sostituiti con le immagini di argilla, ma manca loro il merito artistico degli originali. Le pitture murali del 14 ° secolo che mostrano influenze newari e cinesi, sono meglio conservate. Il Kumbum è un mandala tridimensionale, destinato a rappresentare il cosmo buddista. Il Kumbum, come altri mandalai, che vengono rappresentati da un cerchio in un quadrato, permette al devoto di prendere parte alla percezione buddista dell'universo e può rappresentare il proprio potenziale, come si muovessero attraverso di essa. I Mandala sono destinate ad aiuti di un individuo sul sentiero verso l'illuminazione. Il Kumbum detiene un gran numero di immagini di divinità in tutta la sua struttura. 9° GIORNO LUNEDI’ 18 OTTOBRE: XIGATZE - SAKYA - XEGAR Prima colazione in Hotel. Intera giornata dedicata all'escursione alla città di Sakya, cui si giunge dopo 100 chilometri, varcando il passo Tso La (4.500 metri slm). Sakya è una pittoresca cittadina di montagna, le cui case dipinte di grigio fanno da cornice allo splendido monastero, appartenentealla scuola religiosa dei Sakya-Pa. Pranzo in ristorante. Cena e pernottamento in Hotel. La Sayka-Pa è una delle quattro scuole del Buddhismo Tibetano. Tale tradizione scritta e orale si è perpetuata ai giorni nostri da Maestri a discepoli senza interruzione. Fino ai nostri giorni , questo lignaggio ugualmente conosciuto sotto il nome di lignaggio Khon, non ha mai cessato di perpetuare e preservare gli insegnamenti della tradizione Sakya. Sua Santità Sakya Trizin è il 41° rappresentante di questo lignaggio di trasmissione. Egli nacque il nel 1945 nel palazzo Sakya di Tsedong. Numerosi segni propiziatori sopraggiunsero il giorno della sua nascita. Ricevette profondi insegnamenti e iniziazioni nei monasteri del Mahayana e del Vajrayana. Per il beneficio di coloro i quali desiderano studiare la dottrina del Bhudda, Sua Santità ha girato la ruota del Dharma attraverso il mondo intero. Ha donato la sua infinita saggezza a tutti i suoi discepoli fino ai nostri giorni. Egli costituisce una sorgente infallibile di saggezza e compassione per tutti gli studiosi del Dharma. 10° GIORNO MARTEDI’ 19 OTTOBRE: XEGAR - KATHMANDU Prima colazione in Hotel. Attraversamento del confine tra Tibet e Nepal e incontro con la guida nepalese parlante italiano. Pranzo e proseguimento per Kathmandu. Cena e pernottamento in hotel. Nepal. Il 28 dicembre 2007 il parlamento nepalese ha approvato un emendamento costituzionale che ha sancito la transizione dalla monarchia alla repubblica, conclusasi il 28 maggio 2008 mediante la votazione quasi unanime dell'assemblea costituente. Il presidente è Ram Baran Yadav. Il primo ministro è Madhav Kumar Nepal. La lingua ufficiale è il nepalese. Il territorio, compreso tra la pianura del Gange e la catena montuosa dell'Himalaya, è prevalentemente montuoso e presenta un dislivello notevole (da 80 a 8.848 m). Geograficamente è parte del subcontinente indiano. La capitale Kathmandu è situata a circa 1.350 m d'altitudine, con una popolazione di 850.000 abitanti e circa 1.500.000 nell'intera area metropolitana. comprendente diverse città e villaggi fra cui Lalitpur e Bhaktapur. L'area si estende nella cosiddetta Valle di Kathmandu, corrispondente all'alto bacino del fiume Bagmati. La città di Pokhara invece, situata nella regione centrale ai piedi del massiccio dell'Annapurna, con i suoi 200.000 abitanti (circa 300.000 nell'area metropolitana) è il secondo agglomerato urbano nepalese e precede poche altre città che superano i 100.000 abitanti (Dharan, Hetauda, Butawal, Biratnagar e Birganj). Circa la metá della popolazione del paese vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno. 11° GIORNO MERCOLEDI’ 20 OTTOBRE: KATHMANDU Prima colazione in Hotel. In mattinata: Visita della citta’ con la piazza Durbar con i suoi templi. L’Hanuman Dhoka Durbar, il vecchio Palazzo Reale; il tempio della cosiddetta “Dea bambina”, la Kumari Bahal; La Kasthamandap, uno degli edifici piu’ antichi della vallata, edificato nel XII secolo e poi trasformato in tempio; il Seto Machhendranath, struttura collocata al centro del cortile di un complesso monastico, che ospita al suo interno la divinita’ Avalokiteshwara, guardiano della valle di Kathmandu. Passeggiata nel mercato locale. Pranzo. Nel pomeriggio: Visita di Patan. Situata sull’altopiano che sovrasta il fiume Bagmati a Sud di Kathmandu, è chiamata anche Lalitpur, cioè la città bella. Fondata probabilmante nel III secolo a.C. dall’imperatore Ashoka, si visiteranno particolarmente il Palazzo reale, l’esempio più straordinario di architettura newar in un contesto urbano e il tempio di Krishna, costruzione in pietra in stile shikhara. Cena e pernottamento in Hotel. Arrivare a Kathmandù significa essere catapultati in un’altro mondo, trovare una città e una valle che per certi aspetti sembra essere rimasta inalterata all’epoca del medioevo, dove fognature, acqua, ed elettricità non sono di certo alla portata di tutti. In questo Regno che sorge ai piedi dell’Himalaya stretto tra India e Tibet Cinese, la cultura della gente è ancora intessuta profondamente con la loro religiosità dove la religione è ancora un percorso di vita. Ti accolgono con un Nemastè, il loro saluto a mani congiunte, “salute al divino che c’è in tè”. Il Nepal è un paese che ti permette di staccare totalmente dai canoni occidentali, un paese dove ogni suo angolo diventa un regalo, dove ognuno trova qualcosa da fare, dove ognuno ha qualcosa da vendere magari sulla porta di casa sua, un paese dove il tempo sembra essersi fermato o sembra non essere mai partito… 12° GIORNO GIOVEDI’ 21 OTTOBRE: KATHMANDU - POKHARA Prima colazione in Hotel. Visita di Pashupatinath, tempio induista dedicato a Shiva che si trova a cinque chilometri a Est di Kathmandu. Situato sulle rive del fiume Bagmati, l’ingresso e’ vietato ai non indu’. Le rive del fiume Bagmati sono fiancheggiate da dharamsalas e ghats per la cremazione. Pranzo. Visita di Bodnath, lo stupa piu’ grande del Nepal situato nella zona orientale della vallata. A Bodnath vive la piu’ grande comunita’ di rifugiati tibetani del Nepal. Nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e volo per Pokhara. Sistemazione in hotel cena e pernottamento. Lo stupa di Swayambhu e' il s piu' vecchio che esiste nel nostro mondo. "Swayambhu" significa "che si e' manifestato da solo". Dentro allo stupa c'e' in realta' un altro stupa piu' piccolo che e' sorto da solo. Questo accadde nell'ultimo kalpa del periodo precedente al primo Buddha del nostro kalpa. L'altro stupa, come oggi sappiamo, gli fu costruito intorno piu' tardi, nel periodo dopo Buddha Kashyapa e prima di Buddha Sakyamuni. Dentro ci sono le reliquie di Buddha Kashyapa. stupa porta in se' tanta di quella benedizione che gia' solo auspicando di andarci e poi facendo sette passi in quella direzione, anche se si dovesse morire in quell'istante, non si rinascerebbe nei reami inferiori. Si dice che ogni sesto mese tibetano, quando la luna e' piena, c'e' la possibilita' di vedere lo stupa che si rispecchia nel cielo a Swayambu. Allora le persone fanno molti auspici. Kathmandù- Pashupatinath, non è solo il tempio hindù più importante del Nepal ma anche il luogo di culto consacrato a Shiva più importante di tutto il sub continente indiano, meta di folle di pellegrini che vi giungono da ogni dove per bagnarsi e purificarsi nel sacro fiume Bagmati. Assistendo al rito della cremazione, avvolti da un mesto odore di incenso e carne bruciata, si riesce subito a captare le differenze tra la nostra religione e la loro. Il cadavere avvolto in un sudario viene posto disteso su di una pira di legna secca che sovrasta il fiume Bagmati. Alla morte del genitore, al primo genito viene rasata la testa sui gradini dei ghat ed è a lui che spetta il privilegio di accendere il fuoco. Durante la cerimonia della cremazione, i cadaveri bruciano sotto gli occhi di tutti. Della paglia viene prima inumidita nelle acque del fiume in modo tale che una volta posta a bruciare sopra il corpo rilasci più fumo. Il fumo che si leva verso l’alto è infatti una sorta di guida, una via da seguire verso il Nirvana. Il rogo arde in un silenzio surreale, rotto da qualche litania e dallo scoppiettio della legna. Arde e arde ancora finchè l’uomo non diventa polvere e le sue ceneri ridate al sacro fiume, che dopo un lungo percorso raggiungerà la madre di tutti i fiumi, la Ganga (Gange). Pokhara è un bel itinerario, segue il corso dei fiumi che scorrono in profonde vallate e i panorami sono straordinari. E’ proprio a Pokhara si incontrano gli sherpa. Gli Sherpa sono pastori nomadi provenienti dal Tibet portando con se la religione buddhista. Sono in grado di lavorare e sopportare la fatica a quote molto elevate dove l’ossigeno scarseggia e sono diventati oggi grazie alle prime spedizioni himalayane al servizio degli alpinisti come guide e portatori. Inutile dire che certe barriere sono state abbattute solo grazie al loro contributo. Sopportando pesi producendo sforzi che piegherebbero le ginocchia a chiunque di noi e colpisce nel vedere uomini così esili camminare con carichi esorbitanti e con ai piedi delle semplici ciabatte infradito… 13° GIORNO VENERDI’ 22 OTTOBRE: POKHARA - CHITWAN* Prima colazione in Hotel. In mattinata,visita della località un tempo famoso ritrovo dei figli dei fiori e giro in barca sul grazioso lago Phewa. Pranzo. Nel pomeriggio, trasferimento verso la lussureggiante pianura del Terai ai confini con l’India, dove si trova il Parco Nazionale di Chitwan. Sistemazione e cena nel lodge. * Possibilità di scendere in Canoa al parco del Chitwan. Escursione facoltativa. Per i costi vedere Tabella Tecnica in fondo al programma di viaggio. Il Parco nazionale reale di Chitwan, che copre area di 932 km², è il più antico del Nepal. Fu creato nel 1973, e divenne patrimonio dell'umanità nel 1984. Si trova nel Nepal centro-meridionale, ed esattamente nel distretto di Chitwan, a 200 km dalla capitale Kathmandu.Il parco è ricco di flora e fauna, tra cui una delle ultime popolazioni di rinoceronte indiano a corno unico e di tigre del Bengala. L'area viene chiamata anche "Foresta Quattro Miglia". Venne in passato usata per la caccia grossa, e fino al 1951 rimase riserva di caccia. Nel parco si praticano canoa, cavalcata di elefanti e visite guidate. Ad est si trova la riserva di Parsa (49.900 ha) oltre cui c'è la Riserva di caccia Bara (25.900 ha). A sud il Chitwan confina con la riserva indiana di Valmiki. La vegetazione è composta da foreste decidue, soprattutto di sal. I pini dominano Siwalik. Nelle pianure bagnate dai grandi fiumi, di nome Rapti, Reu e Narayani, vi sono fondi coperti da erba degli elefanti che si alterna con una foresta pluviale. Il parco di Chitwan ospita almeno 43 specie di mammalia, 450 di uccelli e 45 di anfibi e rettili. Elefanti e rinoceronti indiani sono le specie più grando che si trovano nel parco, ma si trovano altri erbivori, gaur, sambar, muntjac indiani, cervi chital, cervi porcini, sirau di Sumatra, antilopi quadricorne e cinghiali selvatici. Questi animali vengono cacciati da tre grandi predatori, leopardi, cani selvatici e tigri, e da mangiatori di carogne quali iene striate. Gli orsi labiati sono tra le principali attrazioni del parco. I piccoli carnivori sono sciacalli dorati, martore dalla gola gialla, tassi del miele, lontre dal pelo liscio, piccole e grandi civette indiane, civette comuni, piccole anguste indiane, manguste indiane grigie, manguste mangiatrici di granchi, gatti del Bengala, gatti marmorati e gatti pescatori. Tra gli altri mammiferi ricordiamo macachi rhesus, lemuri grigi, scoiattoli settentrionali delle palme, scoiattoli volanti giganti, porcospini indiani, lepri ispide, lepri indiane e delfini del Gange. Tra i rettili più grandi troviamo coccodrilli e pitoni indiani. L'unico branco di rinoceronti fu oggetto della trasmissione The Jeff Corwin Experience nella seconda stagione, nell'episodio 11. Questo parco nazionale si trova a soli 10 chilometri da Bharatpur e dal suo aeroporto. 14° GIORNO SABATO 23 OTTOBRE: CHITWAN Prima colazione nel Lodge. Safari a dorso d’elefante nel Parco Nazionale che ospita i rarissimi rinoceronte unicorno asiatico, orsi bruni, leopardi ed antilopi. Pranzo. Tempo a disposizione per relax e passeggiate nel parco. Cena e pernottamento nel Lodge. 15° GIORNO DOMENICA 24 OTTOBRE: CHITWAN - KATHMANDU Colazione nel Lodge. Mattinata a disposizione. Pranzo. Pomeriggio volo per Kathmandu. All’arrivo cena e pernottamento in Hotel. 16° GIORNO LUNEDI’ 25 OTTOBRE: KATHMANDU* – DELHI Prima colazione in Hotel. In mattinata, escursione a Bhaktapur (Bhadgaon). Bhaktapur era l’antica capitale della valle di Kathmandu e per lungo tempo rappresento’ uno dei centri piu’ ricchi sulla pista carovaniera per il Tibet. Visita della piazza Durbar, con la Porta Dorata che conduce al Palazzo Reale; il Palazzo delle 55 finestre, del ‘700, che fa parte del complesso del Palazzo Reale; il tempio Nyatapola in stile cinese, il tempio Batsala e il tempio Bhairav circondano la piazza. Pranzo. Nel tardo pomeriggio volo per Delhi. * Possibilità di Sorvolare l'Everest in aereo come escursione facoltativa. Per i costi vedere Tabella Tecnica in fondo al programma di viaggio. 17° GIORNO MARTEDI’ 26 OTTOBRE: DELHI - MILANO - AOSTA Nelle prime ore del mattino volo di linea KLM in coincidenza per Milano Malpensa via Amsterdam. Pasti, intrattenimento e pernottamento a bordo. Nella mattinata arrivo a Milano Malpensa. Dopo il ritiro dei propri bagagli, trasferimento con bus GT per il rientro in Valle d’Aosta. TAB E L L A TEC N I C A SUL TETTO DEL MO N D O TIBE T & NEP A L Quota individuale di partecipazione IN CA M E R A DOPPI A euro 3699,00 supplemento camera singola euro 580,00 La Quota Comprende: - Tutti i voli Internazionali di linea in classe turistica e intrattenimento e intrattenimento di bordo; - Tutte le tasse aeroportuali sia dei voli Internazionali che di quelle interne; Chengdu – Lhasa; - Il volo Interno da Chengdu a Lhasa; - Trasferimento con bus privato da Aosta all'aeroporto di Milano e viceversa; - Bus riservato per tutta la durata del Tour; − Guide private locali parlante Italiano; − Garanzia contro annullamento; − Tutte le tasse di entrata / uscita Tibet e Nepal; − Tutti i visti Tibet, Nepal e India; - Sistemazione negli Hotel come da programma 3/4/5 stelle; - Trattamento di pensione completa come da programma; - Tutte le visite ed escursioni menzionate nel programma; - Accompagnatore Valair per tutta la durata del Viaggio; - Assicurazione RC; - Assicurazione Medico / Bagaglio; La Quota Non Comprende: - Le bevande ai pasti; - Eventuale adeguamento del costo carburante; - Mance e spese di carattere personale; − Tutto quanto non menzionato alla voce “La quota comprende” ESCURSIONI FACOLTATIVE DA COMUNICARE ALL'ATTO DELLA PRENOTAZIONE: − Discesa in Canoa al Parco del Chitwan al 13° giorno Euro 40,00 circa per persona − Sorvolo in aereo dell'Everest al 16° giorno Euro 189,00 circa per persona Informazioni Pratiche: TIBET & NEPAL FORMALITA’ Per i turisti italiani è necessario il passaporto individuale in regola per l’espatrio, con validità di almeno 6 mesi dalla data di ingresso nel Paese e almeno 2 pagine libere. Il Visto d’ingresso è obbligatorio e non è possibile ottenerlo in Italia. Lo si ottiene direttamente all’ingresso nel Paese. Diversamente per Il Tibet dove la richiesta si fa dall'Italia. CLIMA Il Nepal presenta un clima tropicale caldo nelle regioni meridionali (piana del Terai); sub-tropicale moderato nelle regioni collinari centrali (Kathmandu, Pokhara); alpino nelle zone a settentrione più elevate; sub-artico, da tundra, nelle zone di alta montagna. Le temperature variano da quelle molto calde delle pianure a quelle estremamente rigide delle montagne. Il periodo migliore è per molti versi l'inizio della stagione secca, cioè ottobre e novembre: il clima è mite, l'aria è tersa, la visibilità perfetta e la natura rigogliosa, grazie all'effetto dei monsoni. Tibet: In inverno l'escursione diurna si fa particolarmente sensibile, in quanto la temperatura - di notte - scende fino a 15-20 gradi sotto lo zero, per poi salire fino a12-15 gradi sopra lo zero nel corso della giornata. Gli alberghi sono riscaldati in modo sufficiente. Gli itinerari invernali sono particolarmente interessanti per gli incontri con la popolazione che nei mesi freddi lascia gli alti pascoli per spostarsi avalle dedicandosi ai pellegrinaggi: i monasteri sono dunque, in questa stagione, un affollato crogiolo di razze provenienti da tutto il Tibet. Inoltre in inverno non piove mai e quasi non c'è una nuvola in cielo, consentendo viste uniche sulla catena himalayana. La neve, il cui limite si attesta intorno ai 6000 metri, impedisce solo l'attraversamento via terra della catena himalayana, ma tutta l'area compresa tra Lhasa, Tsetang e Shigatse rimane percorribile. ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO Decisamente informale e comodo. Occorrono capi caldi da ottobre a marzo. Da giugno a settembre capi leggeri, una giacca impermeabile è indispensabile per la stagione delle piogge (metà giugno - metà ottobre). Scarpe pratiche e confortevoli (tipo da ginnastica), scarponcini robusti (per chi fa trekking). Sono utili inoltre occhiali da sole, copricapo, burro cacao, creme protettive. FUSO ORARIO 4 ore e 45’ in più rispetto all’ora italiana. Quando in Italia vige l’ora legale sono 3 ore e 45 in più. VOLTAGGIO Il voltaggio varia dai 220 ai 240 V. L'elettricità è diffusa pressoché ovunque ma i blackout sono frequenti. Poiché le prese della corrente non sono come le nostre è consigliabile portare un adattatore universale ed una torcia a batteri.