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VIAGGIARE INCONTRO Viola(nte), tra ciak e rock Born and bred in the cinema, with a passion for music, Violante Placido won critical and public approval on the set. She made her television debut as the presenter of “Go-Kart”, a TV programme for children. She first appeared on the big screen in 1993, alongside her father in the dramatic film Quattro bravi ragazzi. Success came in 2003 with Ora o mai più (2003) by Lucio Pellegrini and, especially, with Che ne sarà di noi by Giovanni Veronesi. In September she will play the role of Clara in the thriller, The American, shot in Abruzzo by Anton Corbijn amidst the ruins of the earthquake in L’Aquila. She will star with George Clooney, Bruce Altman and a cast of mainly Italian actors. È FIGLIA D’ARTE, MA NON CI FA CASO. NATA E CRESCIUTA NEL CINEMA, SI È GUADAGNATA SUL SET IL SUCCESSO DI PUBBLICO E CRITICA. DA SETTEMBRE, IN THE AMERICAN, FARÀ INNAMORARE IL PIÙ AFFASCINANTE DEGLI ASSASSINI. di Claudia Frattini B ella è bella. Trentaquattro anni e un viso d’angelo, di quelli che ti stendono al primo sguardo. Con una grinta che non ti aspetti, e che le è servita per riscattarsi dall’eredità di un cognome impegnativo. Oltre che per guadagnarsi un posto di primo piano nel panorama cinematografico italiano. Contesa tra due passioni, il grande schermo e la musica rock, non si tira indietro se la tv ha da offrirle qualcosa di interessante. Figlia di Michele Placido e dell’attrice Simonetta Stefanelli, Violante debutta giovanissima nel mondo dello spettacolo come conduttrice di “Go-Kart”, programma televisivo per ragazzi. E per una che è nata SET2010 31 THE AMERICAN VIAGGIARE INCONTRO il 1° maggio, nel giorno della Festa dei lavoratori, non si può certo dire che da allora in poi si sia risparmiata. L’esordio nel cinema nel 1993, a fianco del padre nella pellicola drammatica Quattro bravi ragazzi. Il successo arriva nel 2003 con Ora o mai più di Lucio Pellegrini, ma soprattutto con Che ne sarà di noi di Giovanni Veronesi, che le frutta la meritata nomination al David di Donatello come miglior attrice protagonista, e la fa entrare di diritto nel gruppo delle nuove leve del cinema italiano. Di qui è tutta in discesa verso produzioni importanti anche per il piccolo schermo, dove l’anno scorso è stata apprezzata, e criticata, nella miniserie dedicata alla regina dell’hard, Moana. Da brava ragazza a bad girl, dalla tv per i piccoli a Playboy, mentre il cinema continua a offrirle grandi opportunità, quattro anni fa debutta nell’universo musicale con l’album rock Don’t be shy e lo pseudonimo di Viola, collaborando poi con il cantautore Bugo nel rifacimento del brano Amore mio infinito. A settembre interpreta il ruolo di Clara nel thriller The American, girato in buona parte in Abruzzo da Anton Corbijn fra le rovine del terremoto de L’Aquila. A fianco di George Clooney, Bruce Altman e un cast in gran parte composto da attori italiani. Un momento magico della sua carriera, come lei stessa ammette, anche perché recitare con star del calibro di mister Clooney non capita tutti i giorni… Mi sono presentata al provino senza molte illusioni, ben sapendo che spesso gli americani cercano lo stereotipo di donna bruna e mediterranea. Ma volevo comunque tentare: lavorare con George Clooney e Anton Corbijn - di cui ho molto apprezzato Control, il film-biografia su Ian Curtis, il cantante dei Joy Division - sarebbe stata un’occasione irripetibile. Quando mi hanno chiamata per la seconda volta, ho iniziato a crederci un po’ di più. E al tempo stesso 32 SET2010 Colossal americano a tinte bianco, rosso e verde. Il thriller di Anton Corbjin è girato quasi interamente in Abruzzo, fra le rovine del terremoto. Jack (George Clooney), killer professionista, dopo l’ultimo lavoro fallito in Svezia, fugge a Roma. In attesa di istruzioni per il nuovo omicidio si rifugia, grazie al suo amico Larry (Bruce Altman), in un tranquillo paese abruzzese. Fingendosi fotografo free-lance pianifica il ritiro dal crimine, conosce padre Benedetto (Paolo Bonacelli) e finisce per innamorarsi di Clara (Violante Placido). Ma l’ultimo incarico, commissionato da Mathilde (Thekla Reuten), si fa sempre più imminente. Tentare una via d’uscita dalle sue tenebre personali sarà quasi impossibile e altrettanto pericoloso. SCHEDA Titolo: The American (Drammatico, USA 2010 - Universal Pictures) Regia: Anton Corbjin | Cast: George Clooney, Bruce Altman, Thekla Reuten, Violante Placido, Paolo Bonacelli, Filippo Timi Soggetto: “A very private gentleman” di Martin Booth | Sceneggiatura: Rowan Joffe Produzione: George Clooney, Anne Carey, Grant Heslov, Jill Green Produttore esecutivo: Enzo Sisti ho recuperato dal cassetto dei ricordi il mio legame speciale con l’Abruzzo. È lì che ho inciso il primo disco, e mi sono sentita come se quella terra straordinaria mi stesse richiamando a sé. Infatti, cosi è stato. A sei mesi dalla tragedia del terremoto dell’Aquila, passavo ogni mattina davanti ai campi tendati e dividevo l’albergo con le persone rimaste senza casa. Mi ero stabilita a Santo Stefano di Sessanio, un paesino dove il tempo sembra essersi fermato. Anche lì la torre antica non aveva retto alla tragedia, così come alcune case. Mi venivano i brividi, ma tutto questo mi ha legato ancora di più a quel territorio a tratti arido ma anche puro e intatto, ai monti e ai suoi luoghi mistici. In che cosa le assomiglia Clara? Il suo lato romantico e la capacità di rimettersi in gioco, è que- Ho un legame speciale con l’Abruzzo. Lì ho inciso il mio primo disco e quando sono stata chiamata per interpretare Clara in The American, mi sono sentita come se quella terra straordinaria mi stesse richiamando a sé. sto che ci accomuna. Ma siamo anche molto diverse. Clara proviene da un piccolo paese della provincia abruzzese. Lavora in un’agenzia di modelle che offrono prestazioni particolari, ma non si sa bene come ci sia finita. Nonostante tutto, conserva uno spirito romantico che le fa desiderare di essere portata via per cominciare una vita nuova. In qualche modo il lavoro non è riuscito ad annientarla del tutto, ma è solo con Jack che la speranza riaffiora. Simbolicamente, Clara rappresenta il sacro e il profano. VIAGGIARE INCONTRO una figlia d’arte come lei a conservare una forte personalità e a non farsi influenzare nelle scelte professionali? Sono cresciuta in modo indipendente. Entrambi i miei genitori hanno una forte personalità, ma noi figli non siamo mai stati tenuti sotto una campana di vetro. Mi hanno lasciato cercare la mia strada senza impormi nessuna scelta. In apertura Violante Placido nel film The American In alto Violante Placido in una scena con George Clooney 34 Oggi è la volta di Clooney, ma già per Gli indesiderabili, gangster movie di Pasquale Scimeca del 2003, ha recitato accanto a Vincent Gallo, che ha fama di seduttore. E l’elenco dei belli (e bravi) prosegue con Silvio Muccino, Stefano Accorsi e chi più ne ha più ne metta. Non c’è il rischio di lasciarsi distrarre? Può accadere, certo. Ma il fascino che subiscono gli attori non è lo stesso del pubblico. Ed è bello così: il cinema, in fondo, deve riuscire ad emozionare, a far sognare con la magia delle più grandi e romantiche storie d’amore. Può capitare, però, di lavorare con attori magari anche belli, ma con cui l’intesa può essere difficile. Ad esempio, Clooney mi ha colpito per la sua generosità artistica e per la capacità di mettere gli altri a proprio agio. Certo, non potrei dire lo stesso di Vincent Gallo, che è una persona molto tormentata. Dietro ai nostri personaggi che si innamorano, si odiano e si uccidono ci siamo noi, le persone. E alla fine torniamo sempre nella realtà, agli SET2010 affetti e agli amori veri. Qualche tempo fa ha confessato il suo “sogno americano”, che le piacerebbe, cioè, essere diretta da Clint Eastwood, un mito del cinema mondiale e uno dei migliori registi di Hollywood. Forse il panorama italiano non offre abbastanza? La domanda riguardava un “sogno’’, e proprio per questo ho citato Eastwood, che tra l’altro adoro perchè il suo cinema così ‘’americano’’ in fondo non lo è. Soprattutto in Gran Torino mi è piaciuto il suo approccio quasi neorealista e il suo personaggio affatto politically correct. Almeno non è ipocrita, tanto che finisci per volergli bene anche con i limiti del suo passato e della realtà da cui proviene. Ma è proprio così che il tema sul razzismo diventa più forte, quando non esistono solo buoni o cattivi. Ciò non toglie che ci sono ancora molti registi italiani con cui vorrei lavorare. Violante nel cinema ci è nata, con una mamma attrice e un padre famoso prima come attore e poi come regista. Come fa A proposito di scelte: cosa pensa delle produzioni americane, delle grandi major hollywoodiane che troppo spesso orientano il mercato e le preferenze del pubblico? Il cinema indipendente o comunque d’autore sicuramente è più sincero e rischia di più, quindi per me è più stimolante e interessante. Immergermi in un film hollywodiano, invece, è un po’ come andare al luna park. Va bene ogni tanto, come diversivo. Come riesce ad essere così versatile? Violante è in grado di interpretare Moana Pozzi e subito dopo vestire i panni della Fata Turchina di Pinocchio. Per non parlare di come sa destreggiarsi tra cinema, tv e musica… Fare l’attrice per me è una sfida e una ricerca continua. Mi prendo i miei rischi, ma se così non fosse non avrei stimoli. La sua musa ispiratrice? Da piccola non facevo altro che guardare i film di Marilyn Monroe, cantando le sue canzoni e rifacendo i balletti con un mio amico d’infanzia con il quale sono rimasta molto legata. Non ha mai pensato di smettere di fare l’attrice per assecondare la sua grande passione per il rock? Per ora no, trovo sempre l’ equilibrio lasciandomi la possibilità di rimettermi in discussione. Tra ciak e rock, Violante o Viola? Ciak Violante, rock Viola.