Prova Invalsi d`italiano classe terza N°5 - "Galileo Galilei"

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Prova Invalsi d`italiano classe terza N°5 - "Galileo Galilei"
VOLUME 3
PER LA PROVA
INVALSI
Unità 14
L’adolescenza
Cognome
Nome
E purtoppo
Vivi ci prova
Intraprendere iniziative o fare delle scelte per dimostrare
agli amici di essere all’altezza può diventare un condizionamento. Vivi si sente costretta a provare uno sport estremo
come il bungee, quando forse vorrebbe ripensarci.
Classe
Data
CHI L’HA SCRITTO?
Kristina Dunker (1973).
A 17 anni pubblica il suo primo
libro per ragazzi. Si iscrive alla
facoltà di Storia e Archeologia
presso l’università di Bochum
ma studia anche in Italia. In
Germania ha ricevuto numerosi
premi letterari.
DA DOVE È TRATTO?
Da Eroi metropolitani.
DI CHE COSA PARLA?
Di un’impresa eccezionale
nella quale Vivi, la
protagonista, si cimenta,
spinta dalle circostanze e dal
desiderio di dimostrare
qualcosa ai suoi amici.
COME NE PARLA?
L’autrice lascia spazio alle
emozioni forti e contrastanti
della protagonista.
1. zimbello: che è oggetto
di scherno.
2. rasta: chi segue la
moda di un culto
spiritualista delle Antille.
3. fun and action:
divertimento e azione.
Gli altri sono a terra e mi fissano sghignazzando. Mi trovo
già a mezzo metro d’altezza. Solo mezzo metro, ma non posso scappare, se rinunciassi sarebbe la fine.
– Non essere così drammatica, Vivi! – mi dico. – Diventeresti lo zimbello1 della compagnia! Se proprio non vuoi,
trova il modo per uscire da questa situazione. Si sa: l’orgoglio ha un
suo prezzo. – Mi sfrego le mani sudate sui jeans. – Adesso calmati, ce
l’hanno fatta anche gli altri. Come salto non è certo peggiore del primo tuffo di tre metri dal trampolino della scuola elementare! Una scemenza se non si è tanto stupidi da farsi prendere dalla paura!
Il tipo rasta2 mi dice qualcosa per farmi coraggio. Indossa una maglietta con scritto fun and action3. Sono due parole magiche che di
solito riescono a darmi la spinta. In questo momento però preferirei
essere con i miei a un concerto di musica classica di tre ore, a marcire
di noia sprofondata in una poltrona di teatro, piuttosto che provare fun
and action in compagnia del tipo rasta.
Aiuto! E adesso cosa sta facendo? Mi lega come un salame agganciandomi davanti e dietro un enorme moschettone con il quale tra
poco verrò assicurata alla corda elastica arrotolata là, nella cabina: un
lungo serpente bianco che dovrà reggere la mia vita. Meglio non pensarci. Getto un rapido sguardo ai miei amici. Oliver se ne accorge,
alza i pollici e mi manda uno dei suoi soliti sorrisetti. Rispondo con
una smorfia. – Dai, Vivi! Sorridi con aria strafottente come fa lui! Ma
no! – Io vado matta per quel suo modo di sorridere, non vorrei, ma mi
fa impazzire! Il fatto è che adesso non voglio più, perché prima Oliver
era il mio ragazzo. Fino a ieri. Che ci sia anche lui, rende tutto più
difficile. Se non fosse qui, forse all’ultimo momento potrei saltare giù
da questo ascensore e sparire! Ma non posso assolutamente fare una
figuraccia in presenza di Oliver, dopo che tutti gli altri hanno già fatto
il salto.
Oddio, la cabina adesso si muove, si sta alzando!
Mi aggrappo alla sbarra di protezione e vedo i miei amici diventare
sempre più piccoli. Staranno sicuramente scambiandosi battute idiote
come prima: – Vivi ha paura! […]
– Agitata? – mi domanda il tipo rasta cercando di scherzare.
– Spero che tu abbia fatto testamento!
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– Non ho niente da lasciare, – rispondo secca, e quando lui scoppia a ridere, viene da ridere un po’ anche a me, di me stessa, e di chi
altrimenti? In una situazione del genere non resta che prendersi un
po’ in giro.
Sto viaggiando dentro una cabina che sale dritta verso il cielo, fino
a raggiungere sessanta metri da terra, per ammirare dall’alto le bancarelle delle patatine fritte e gli autoscontri, e per poi buttarmi giù in
caduta libera. Sono ancora lontana dall’arrivo. Vorrei gridare che
quell’altezza, qualche metro sopra il tetto della banca, mi basta. Quando di notte sogno di volare, lo faccio sempre solo fino a un’altezza di
quattro metri. Vorrei gridare che anche l’altezza dei lampioni mi basta, che sono salita solo per guardare giù, solo per capire fin dove può
arrivare lo sguardo dall’alto e che da quassù si può vedere fin molto
lontano, a parte i miei amici là sotto, che non distinguo più. Ho la sensazione che i battiti del mio cuore siano raddoppiati e comincio a vedere tutto doppio, il tipo rasta, la corda arrotolata come un serpente,
quella a cui è appesa la mia vita, l’ascensore, anche lo scossone all’arrivo mi sembra doppio, così come tutti i miei pensieri. Quando salgo
sulla piattaforma stringo con doppia forza le mani alla sbarra per proteggermi doppiamente dalla caduta, dal vuoto.
Nessuno mi dice niente. Metan mi aveva detto che ti augurano buon
divertimento prima che ti butti e Mone aveva aggiunto che, se aspetti
troppo e non ti decidi, ti spingono giù.
Forse in questo momento dovrei passare in rassegna tutta la mia
vita, come fanno gli eroi di Hollywood che rivedono al rallentatore le
loro azioni più ardite, il grande amore, la casa dei genitori, tutto quello che nel film ha avuto importanza.
Aspetto, ma non vedo assolutamente nulla e allora temo di non aver
vissuto niente d’importante.
L’unica cosa che mi viene in mente è l’orologio rosso che due giorni
fa ho regalato a Oliver perché era un mese che stavamo insieme. Volevo farmelo ridare, visto che ha voluto rompere proprio il giorno dopo,
facendomi venire il sospetto che avesse giusto aspettato di avere in
tasca il regalo e poi, tanti saluti. Che Oliver se lo tenga pure quello
stupido orologio! Ma con questo non intendo certo dire che sia il mio
grande amore. No grazie, se non fosse per lui adesso non sarei qui
sopra.
Devo saltare, il tipo rasta dietro di me si sta innervosendo.
– Non spingermi per favore! – lo prego voltandomi.
Alza le spalle e sghignazza.
– Dai! Volare è bello!
Volare.
Allargo le braccia.
In sogno arrivo solo a quattro metri d’altezza e poi mi butto.
Volare.
E se la corda fosse troppo lunga o troppo corta, se non mi reggesse?
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Parleranno di inconveniente tecnico e Olli si terrà comunque l’orologio rosso.
Supero il bordo con la punta dei piedi.
Ma io non voglio!
– Dai, Vivi!
Meno male che i miei non lo sanno.
Chiudo gli occhi.
È altissimo. Sono sicura, non ne uscirò viva mai e poi mai.
– Giù! – Mi sento dire da dietro e io, per paura che mi spinga, per
paura che mi dia un colpo alle spalle, per paura di perdere il controllo,
preferisco buttarmi da sola e faccio un passo in avanti, ma è
follia
assurda
vado
sto cadendo
a capo
fitto
ancora
occhi
sulla piazza
le persone
guardano
la bancarella
con le
patatine
l’orologio
Olli
lascia
perdere
cosa, quando
si strappa
ferma
l’asfalto
è
vicino
basta
lasciare
andare
lenta
mente
sei
appena nata
urli
[…]
sotto qualcuno mi afferra i piedi, le gambe, i fianchi, potrebbe essere mia madre, non conosco questa donna, è la signora del bungee che
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sta a terra, mi abbraccia come se fossi sua figlia, la sua bambina caduta dal cielo. Mi libera dal lungo cordone ombelicale, con cautela, come
se la smorfia che mi si è congelata in faccia fosse il mio primo vagito
e quando me ne vado barcollando, mi stupisco che nessuno mi chieda
come mai so già camminare. Tutto attorno a me sta ancora girando,
quando qualcuno mi mette in mano la t-shirt, me ne stavo completamente dimenticando. Cosa? Sono saltata giù da quell’altezza? Mi cedono le gambe, mi gira la testa.
– E allora? Ti è piaciuto? Di’ qualcosa Vivi! Uno sballo, eh?
– I miei amici continuano a parlare e mi trascinano allo stand delle
bibite, dove Olli mi mette in mano un bicchiere di Coca-Cola. Avvicina il suo bicchiere al mio per fare un brindisi e solo in quel momento
riprendo lentamente a capire dove sono. La musica degli altoparlanti,
l’odore delle salsicce e dello zucchero filato, le urla del venditore di
biglietti della lotteria e gli strilli dalle giostre lì vicino. Al bungee
l’ascensore sta salendo per un altro salto, non riesco a distogliere lo
sguardo e aspetto con il fiato sospeso finché vedo il corpo che si getta
nel vuoto con una capriola, che viene trattenuto e di nuovo spinto in
alto per poi ricadere.
– È quello che ho fatto anch’io! – penso con orgoglio. Mi vengono
i brividi, tremo e di colpo scoppio a ridere con una risata fragorosa
come fossi una fontana zampillante e mi viene voglia di abbracciare i
miei amici, di ballare, di urlare. Sono viva, questo è successo: sono
viva! Ho avuto il coraggio di saltare dentro la vita, che sballo, che
sballo! Salto, canto e grido.
– Adesso capisci cosa intendevo dire: questo è il salto. Fuochi d’artificio che sibilano e ti scoppiano in testa, un milione di esplosioni. È
vita! Vita vera! – esclama Olli.
– Già! – rispondo. – Hai ragione. È proprio così.
da K. Dunker, Eroi metropolitani, Edizioni Elle, Trieste 2001
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1. Perché, alle righe 72-73, riferendosi a Oliver, Vivi afferma se non fosse per lui adesso non sarei qui sopra?
A. Perché Oliver l’ha convinta a salire.
B. Perché Oliver è l’incaricato della sicurezza dell’impianto per il bungee.
C. Perché Vivi non vuole fare brutta figura davanti a Oliver.
D. Perché Oliver la sta incoraggiando.
2. Alle righe 51-56 vengono ripetute più volte le parole raddoppiati, doppio, doppiamente: con quale
scopo?
A. Per evidenziare il fatto che Vivi è confusa.
B. Per intensificare le sensazioni e i sentimenti di Vivi.
C. Per dimostrare che Vivi ha sentimenti contrastanti.
D. Si tratta di una semplice ripetizione senza particolare significato.
3. Tenendo conto di tutto il brano, quale tra le frasi proposte ti sembra più adatta a sintetizzarlo?
A. Vivi è abituata a cimentarsi con il bungee ma questa volta è preoccupata perché non vuole sfigurare con i suoi amici.
B. Vivi è costretta dai suoi amici a buttarsi nel vuoto contro la sua volontà.
C. Vivi si cimenta in una prova di coraggio a cui si sono già sottoposti i suoi amici perché vuole
dimostrare che non ha paura.
D. Vivi, per paura di farsi male, rinuncia a sottoporsi a una prova di coraggio propostale da Oliver.
4. L’esclamazione sono viva! (righe 150-151) significa che Vivi:
A. è contenta di essere sopravvissuta al pericolo.
B. si sente piena di vitalità e di adrenalina.
C. vuole rassicurare gli amici.
D. è contenta che non siano capitati incidenti.
5. L’espressione L’orgoglio ha un suo prezzo (righe 6-7), significa che:
A. le persone orgogliose prima o poi la pagano.
B. l’orgoglio è una qualità rara, che costa molto.
C. le persone orgogliose sono molto esigenti con gli altri.
D. l’orgoglio richiede la capacità di mettersi alla prova e di sacrificarsi.
6. Alla riga 129, nell’espressione Mi libera dal lungo cordone ombelicale è utilizzata:
A. una similitudine, per far capire al lettore la forma dell’elastico del bungee.
B. una metafora, che richiama l’idea di una nuova nascita.
C. una metafora, per indicare un senso di prigionia.
D. un’immagine realistica ed efficace.
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7. La frase Forse in questo momento dovrei passare in rassegna tutta la mia vita (righe 60-61) significa
che Vivi:
A. deve contare quanti anni ha vissuto.
B. deve fotografare i momenti più importanti della sua vita.
C. deve ripensare a come ha trascorso la sua vita fino a quel momento.
D. deve rassegnarsi a rinunciare alla sua vita.
8. Dove è ambientata la vicenda?
A. In riva al mare.
B. In un luna park.
C. In campagna.
D. In un ascensore.
9. La frase Meno male che i miei non lo sanno (riga 88) si riferisce al fatto che Vivi:
A. è al luna park.
B. sta per buttarsi nel vuoto.
C. ha rotto con Oliver.
D. ha regalato a Oliver un orologio.
10. Perché, ad un tratto, l’impaginazione grafica del racconto subisce un cambiamento?
A. Perché nel testo in prosa è inserita una poesia.
B. Perché in quella parte sono riportate parole senza senso.
C. Per rendere l’idea della caduta di Vivi attraverso la disposizione delle parole.
D. Perché durante la caduta i pensieri di Vivi sono frammentari e brevi.
11. Tenendo conto di tutto il racconto, come definiresti Vivi?
A. Una ragazza timorosa e timida.
B. Una ragazza coraggiosa e spavalda con gli amici.
C. Una ragazza troppo preoccupata del giudizio del gruppo.
D. Una ragazza che vuole sfidare i propri genitori raccontando loro delle bugie.
12. Alla riga 19, l’espressione verrò assicurata può essere sostituita con:
A. verrò legata saldamente.
B. verrò incoraggiata.
C. mi verrà proposta un’assicurazione sulla vita.
D. verrò spedita.
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13. Nella frase Devo saltare, il tipo rasta dietro di me si sta innervosendo, la virgola può essere sostituita
dalla congiunzione:
A. ma.
B. poiché.
C. mentre.
D. infatti.
14. La frase E se la corda fosse troppo lunga o troppo corta, se non mi reggesse? (riga 82) esprime:
A. una possibilità.
B. una conseguenza.
C. una condizione.
D. una causa.
15. Alla riga 1, il verbo sghignazzando può essere sostituito con:
A. poiché sghignazzano.
B. quando sghignazzano.
C. al punto da sghignazzare.
D. mentre sghignazzano.
Quesiti di Grammatica
1B. Nella frase Di’ qualcosa Vivi!, Di’ è:
A. un verbo – modo indicativo, tempo presente, 2a persona singolare.
B. un verbo – modo imperativo, tempo presente, 2a persona singolare.
C. un verbo – modo congiuntivo, tempo presente, 2a persona plurale.
D. un sostantivo, sinonimo di giorno.
2B. Indica quale tra le seguenti forme è corretta dal punto di vista ortografico:
A. cel’hanno fatta.
B. ce l’anno fatta.
C. ce l’hanno fatta.
D. cel’anno fatta.
3B. Quale, tra i seguenti sostantivi, non è un composto?
A. Autoscontri.
B. Orologio.
C. Altoparlanti.
D. Sottopassaggio.
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4B. Nella frase come salto non è peggiore del primo tuffo, peggiore è:
A. aggettivo al grado comparativo di maggioranza.
B. aggettivo al grado positivo.
C. aggettivo al grado superlativo relativo.
D. aggettivo al grado superlativo assoluto.
5B. Nella stessa frase, del primo tuffo è:
A. complemento di specificazione.
B. complemento di denominazione.
C. complemento di paragone.
D. complemento partitivo.
6B. Nella frase sto viaggiando dentro una cabina che sale dritta verso il cielo, dritta è:
A. complemento avverbiale di modo.
B. attributo di cabina.
C. complemento predicativo del soggetto.
D. complemento di moto a luogo.
7B. Nella frase Sono ancora lontana dall’arrivo, il verbo essere è:
A. ausiliare in una forma attiva.
B. ausiliare in una forma passiva.
C. predicato verbale.
D. copula.
8B. Il periodo L’unica cosa che mi viene in mente è l’orologio che due giorni fa ho regalato a Oliver perché era un mese che stavamo insieme è composto da:
A. una proposizione principale e 4 subordinate.
B. una proposizione principale e 3 subordinate.
C. una proposizione principale, una coordinata e 3 subordinate.
D. una proposizione principale, una coordinata e 4 subordinate.
9B. Nella frase Aspetto con il fiato sospeso, con il fiato sospeso è:
A. complemento di mezzo.
B. complemento di modo.
C. complemento di compagnia.
D. complemento di unione.
10B. Nel periodo Mi dice qualcosa per farmi coraggio, la subordinata ha valore:
A. finale.
B. causale.
C. modale.
D. consecutivo.
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