Vol. 3 - Settembre 2009 - quadrimestrale

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Vol. 3 - Settembre 2009 - quadrimestrale
Vol. 3 - Settembre 2009 - quadrimestrale
Benvenuti...
Sommario
Pubblicazione quadrimestrale
Organo ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Go
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Web Master: Paolo Montrasio
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DIRETTORE RESPONSABILE
Marta Luchi
DIREZIONE ARTISTICA E IMPAGINAZIONE
Marta Luchi
RESPONSABILE STONE AGE ORIGINALE
Marco Spolaore
REDAZIONE E COLLABORATORI
Giancarlo Angeloni, Angela Corbari, Nicoletta Corradi, Leonardo Alberto Dal Zovo, Giuseppe de Buoi, Sandro Dunatov,
Mirco Fanti, Lorenzo e Marco Fava, Fernando Fernandez,
Mirel Ion Florescu, Leonardo Giuliato, Marta Luchi, Isamu
Oka, Gionata Soletti, Marco Spolaore
Nuovo Stone Age è una rivista distribuita ai soci della FIGG
(Federazione Italiana Giuoco Go)
Abbonamento: Gli interessati (non soci) a riceverla in abbonamento possono associarsi alla FIGG.
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© Federazione Italiana Giuoco Go - 2009
È vietata qualsiasi riproduzione, adattamento, traduzione
senza autorizzazione.
Il materiale ivi pubblicato non riflette necessariamente le
opinioni della FIGG, dei suoi consiglieri o del suo staff editoriale.
Eccoci nuovamente qui con voi e con sempre un numero maggiore di argomenti di cui discutere!
Anche in questo numero il nostro Leonardo Dal Zovo ci racconta qualcosa sulla
sua avventuara di studio in Corea con una interessante intervista al direttore della
scuola Kings Baduk Center.
Il Go Club del Tortellino ci introduce al prossimo campionato italiano, il 30°, che
si giocherà a Bologna; Mirco Fanti ci parla questa volta del torneo disputato a Cormons.
Per la sezione tecnica, il maestro Ion Florescu prosegue con le spiegazioni sullo
yose (il finegioco) assegnando nuovi compiti per casa e Giuseppe de Buoi, nella sua
rubrica per principianti, ci fa virtualmente entrare nel clima del dojo.
Da questo numero arriva una nuova rubrica: nei prossimi numeri cercheremo di
conoscere i tanti go club presenti in italia, questa volta VenetoGO si racconta.
Quale sarà il prossimo go club? Scrivete alla redazione per raccontarci il vostro!
Bologna:
XXX Campionato italiano
3
Prossimi tornei in Italia
4
V Torneo di Cormons
5
Il baduk in Corea del Sud
Kim Sung Rae e il
Kings Baduk Center
7
Lezioni di Yose: Quanti punti?
10
Notizie Flash
11
La rubrica dei principianti
12
Vita di club:
L’associazione VenetoGo
15
La Federazione
32
Del vecchio StoneAge proponiamo solamente articoli del numero quattro, ci
siamo accorti che anche la redazione del vecchio StoneAge aveva preso entusiasmo in questo loro nuovo progetto e ha riempito di articoli la newsletter. Spiccano
“La ballata del Gongolo” di Marchesoni e, per quelli a cui piace la cronaca di eventi passati, il XII campionato italiano e l’assemblea generale del 1991.
Altri nuovi collaboratori si sono aggiunti, siamo felici di veder crescere questo
progetto tra l’entusiasmo di tanti, è un progetto aperto a tutti, se avete un po’ di tempo da investire nel migliorare questa rivista, o per scrivere qualcosa, fatevi sentire,
l’email [email protected] è a vostra disposizione!
Buona lettura, ci vediamo al prossimo numero di gennaio!
Marco Spolaore
Copertina di Marta Luchi
Vol. 3 - Settembre 2009
2
Nel week-end del 7 ed 8 novembre, si
terrà a Bologna la trentesima edizione del
Campionato Italiano.
Il pensiero corre spontaneamente a sette
anni fa, al primo (e fino ad ora unico) Campionato Italiano tenuto a Bologna: era anche
il primo torneo in assoluto che il “Tortellino” organizzava, e realizzarlo insieme a FIGG fu
estremamente emozionante.
Bologna:
XXX Campionato italiano
di Giancarlo
Angeloni
Fu una grande esperienza, ed il contatto pressoché quotidiano con Nicoletta ed altri amici della FIGG, la trasformò
per noi in una sorta di “scuola di tornei”, che ci permise di
realizzare senza grandi problemi i successivi, forti dell’esperienza trasmessaci da organizzatori ben più navigati di noi.
Certo, ci furono problemi di date e orari (tra fiere bolognesi e impegni della sala prescelta), ma tutto sommato andò
tutto bene, ed il CI 2002 è tuttora un ricordo piacevole nel
quale immergere ed attardare i propri pensieri.
Ma chissà perché, il parlare di problemi nella “gestazione”
di tornei, fa correre immediatamente il pensiero all’ormai prossimo CI 2009… ?
Già perché, com’è naturale che sia, qualche difficoltà
nel far nascere il torneo l’abbiamo avuta: ad esempio per la
sede che pensavamo di utilizzare (la stessa del torneo di San
Valentino) che si è rivelata inadatta, così come le diverse proposte successive che per un motivo o per l’altro (anche economici) erano non utilizzabili.
Be’, l’entusiasmo è lo stesso del 2002,
ed il lavoro di preparazione non è
certo ancora finito: attendiamo
quindi con ansia il momento nel
quale incontreremo tanti amici goisti a Bologna, per giocare e divertirsi
insieme.
Tra questo ed altri problemi (anche inaspettatamente di
date), Davide si sarà sicuramente un po’ stufato di sentirmi
proporre città alternative dove tenere il CI 2009: gli avrò probabilmente sciorinato tutte le città italiane, (San Marino e Vaticano comprese) in ordine alfabetico! :-)
Scherzi a parte, è stato risolutivo il coinvolgimento degli
amici del “Selene Centro
Studi – Eko”, associazione
bolognese culturale, polisportiva e di promozione
sociale molto attiva, e
molto legata alle discipline orientali (Judo, Aikido,
Kendo…).
E’ grazie a loro che
abbiamo ottenuto il patrocinio da parte del
Quartiere Savena del
Comune di Bologna, ed
è sempre grazie a loro
che risolveremo alcuni
problemi di logistica (la
sala polivalente del quartiere è infatti priva dei tavoli necessari, che ci otterremo prelevandoli dalla “Casa del
Paleotto”, centro culturale gestito sempre dalla Sel.C.-Eko).
Colgo quindi l’occasione di queste righe, per ringraziare
pubblicamente Guido del Selene Centro Studi – Eko (maestro
di judo, ed appassionato di GO), senza il quale probabilmente non saremmo riusciti a tenere il CI 2009 a Bologna.
Ed ora?
Be’, l’entusiasmo è lo stesso del 2002, ed il lavoro di preparazione non è certo ancora finito: attendiamo quindi con
ansia il momento nel quale incontreremo tanti amici goisti a
Bologna, per giocare e divertirsi insieme.
Il XXX Campionato Italiano di Go, l’edizione 2009, si terrà
a Bologna nel week-end del 7 ed 8 novembre, in via Faenza
4: trovate tutti i dettagli e gli aggiornamenti sul sito
www.tortellinogoclub.org/torneo/2009/ci_figg.
Vi aspettiamo!, e non scordate di registrarvi!
Prossimi tornei
in Italia
17-18 Ottobre 2009
Torneo Il Gladiatore 2009
(Roma)
Informazioni sul sito AGI
31 Ottobre-1 Novembre 2009
Torneo di Lucca Comics
(Lucca Comics)
Informazioni sul sito VenetoGo
7-8 Novembre 2009
XXX Campionato Italiano
(Bologna)
Informazioni sul sito del Go Club Tortellino
28-29 Novembre 2009
XII Congresso Italiano di Go
Pandanet Go European Cup Super
(Milano)
Informazioni sul sito FIGG
27 Dicembre-2 Gennaio 2009
Stage Go & Ski
(Pragelato - Torino)
Gli organizzatori del Go club del Tortellino
Informazioni sul sito AGI
Vol. 3 - Settembre 2009
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Come raccontare il 5° Torneo di Cormons, se non descrivendo le sensazioni e le
emozioni provate che sono state tante?
Prima di tutto la calda accoglienza dell’azienda vinicola Gradnik di Plessiva che ci
ha rallegrato con la sua ospitalità, col buon
cibo e il buon vino. La sera poi, hanno portadi Mirco Fanti
to, i più resistenti di noi, a scoprire le feste di
paese. A seguire la bellezza dei paesaggi, le
colline vicine, piene di filari di vite, che lasciano incantati per
le dimensioni ridotte e l’ordine che le contraddistingue.
V Torneo di Cormons
E poi la presenza di In-Seong Hwang 8d Coreano, residente a Berlino, attualmente il 4° giocatore in Europa si è fatta
sentire, nei commenti alle partite giocate e nella lezione tenuta, che ha brillato per semplicità e chiarezza. Mi ha colpito
l’impostazione del finegioco, dove finalmente mi è sembrato
di capirci qualcosa di quelle nozioni che ho cercato di apprendere in un libro che mi sono letto più volte costringendomi, perché non sono mai riuscito a farmi piacere la teoria del
finegioco, ma che non ho mai capito fino in fondo. E ancora
l’invasione dello shimari che ho messo subito in pratica applicandola in alcune partite che ho giocato dopo lo stage.
Insomma, la sensazione prevalente è quella di sentirsi
coccolati, sia nelle vivande che nell’ospitalità, sia nel gioco
che negli approfondimenti goistici.
Mi ha colpito l’impostazione del finegioco, dove finalmente mi è sembrato di capirci qualcosa di quelle
nozioni che ho cercato di apprendere in un libro
I protagonisti del torneo non sono stati come al solito i dan
inarrivabili per i comuni mortali, ma dei normali giocatori kyu
che una volta tanto hanno avuto la possibilità di giocare per
la vittoria in un torneo internazionale e uno dei più importanti
tornei italiani.
Il primo posto è stato inseguito principalmente da 3 giocatori: Luka Camernik, sloveno, reduce dalla Corea (il maestro
coreano lo ha definito come 1 - 2 dan); Mirco Fanti (lo scrivente) finora digiuno di piazzamenti ai primissimi posti di un torneo
e Claudiu Melenco di Brescia (giocatore di origine rumena) al
suo primo torneo dal 1998.
In-Seong Hwang, 8d coreano
Gli stili di gioco erano molto differenti: il primo, Luka ben
impostato, chiaramente influenzato dagli insegnamenti dei
maestri coreani; il secondo, Mirco che pur con una buona
preparazione di base, arriva sempre a fine partita con il fiato
corto (e senza tempo), il terzo, Claudiu, roccioso, influenzato
da una delle migliori scuole di go in Europa.
Claudiu soprattutto, ha dato una impronta decisiva al
torneo, con i suoi consigli tra i quali quello di trascrivere le partite che si giocano ai tornei: “se no”, parole sue “ come migliori?”. E la sua buona visione di gioco come quando ti mostrava un taglio decisivo, invece della solita mossa difensiva. Il
suo primo posto è quindi più che meritato, mentre Luka, arrivato terzo, avrebbe probabilmente meritato qualcosa di più.
Fra le prestazioni più interessanti ancora Giorgio Gagari e
Paolo Driussi con 4 vittorie.
Vedremo quindi nei prossimi tornei, cosa sapranno dimostrare i giocatori kyu protagonisti di questo di Cormons, ma
l’idea è che sia Claudiu che Luka, siano potenzialmente giocatori al livello dan. Per l’Italia sarebbe una buona notizia
avere il 10 ° giocatore dan (Claudiu), per la Slovenia, anche se
ha molti più giocatori forti di noi, la buona notizia sarebbe
avere una nuova giovane promessa del go (Luka).
Concentrazione
che le lezioni dal vivo siano molto più efficaci di quelle su internet e che anzi, siano quasi indispensabili per capire qualcosa del go.
Infine per concludere sul torneo, devo dire che io mi sono
divertito moltissimo.
Per quello che riguarda il campione coreano, la speranza
è quella di poterlo vedere in un altro seminario, anche perché
sono sempre più convinto (come del resto è logico che sia),
Luka Camernik vs. Mirko Fanti
La premiazione
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Il baduk in Corea del Sud
Kim Sung Rae e il
Kings Baduk Center
Per continuare a raccontare come
viene vissuto il go in Corea del Sud ho
pensato di proporre in questo numero
della rivista un’intervista con il direttore
della scuola Kings Baduk Center, Kim
Sung Rae (Kim è il cognome, molto diffuso in Corea), per conoscere un po’ meglio la scuola e la sua storia personale.
di Alberto
Quello che segue dunque è il reso- Leonardo Dal
Zovo
conto di una chiacchierata a fine Maggio 2009 con questo giocatore professionista, il cui ruolo all’interno della comunità goistica
internazionale diventerà sempre più importante per la
sua grande passione per l’insegnamento, il suo impegno per dare nuove possibilità ai giocatori stranieri, la
sua conoscenza della lingua inglese e per il grande interesse dei giocatori occidentali verso la strada del
professionismo e più in generale per il miglioramento
in effetti non provenivo da molti anni di studio intenso e
anche per la mia età avanzata, ma penso che mi abbia aiutato molto un certo talento che penso di avere.
E’ un’ottima opportunità per i giocatori europei ed italiani, perché è
molto difficile studiare da soli o con
pochi altri giocatori: una scuola è
molto importante
La sede del Kings Baduk Center
nel gioco del go, che ricordo in coreano si chiama baduk.
Sono molto importanti anche le rivelazioni che mi ha
fatto sul prossimo futuro del go per gli stranieri in Corea
del Sud. Ma andiamo per ordine...
Leonardo: Ci parli un po’ di come ha imparato a
giocare a baduk e qual’è stata la sua strada verso il
professionismo, visto che si dice che la sua sia una storia un po’ particolare.
Kim Sung Rae: Ho iniziato a giocare a baduk quando frequentavo la scuola elementare, all’età circa di 9
anni. Ho continuato a giocare anche alle scuole medie,
fino a quando a 15 anni mio padre mi ha proibito di
giocare e mi ha mandato al college. Nonostante tutto,
anche lì ho continuato un po’ a giocare, e dopo aver
terminato gli studi ho iniziato a lavorare per una compagnia di assicurazioni.
Non mi piaceva e non ero soddisfatto del mio lavoro
e allora, dopo ben 7 anni di lavoro, quando avevo ormai 34 anni, ho lasciato il lavoro nel Gennaio del 1996.
In Marzo ho partecipato ad un campionato per giocatori non professionisti e sempre a Dicembre dello
stesso anno sono stato promosso professionista ed ora
sono 4 dan professionista.
Tutti sono stati sorpresi della mia promozione perché
Spero che presto molti occidentali diventino giocatori professionisti in Corea, sarebbe una cosa molto positiva. Tra l’altro l’anno prossimo probabilmente avremo
una nuova scuola, e speriamo che il governo ci aiuti
con dei finanziamenti: in questo modo sarà possibile
creare un gruppo ancora più grande di studenti sia stranieri sia coreani per studiare tutti insieme ed imparare di
più in una grande scuola.
Leonardo: Che possibilità ci sono per i giocatori
stranieri, e più in particolare per gli europei ed italiani,
per studiare in questa scuola?
Kim Sung Rae: La società King’s Field mi ha commissionato la realizzazione di alcuni libri di baduk per
bambini, e da questa collaborazione poi è nata l’idea
di aprire questa scuola.
Il go giapponese sta un po’ passando un brutto periodo, e anche il baduk coreano anche se molto meno,
e dunque questa è un’ottima opportunità per gli stranieri per migliorare nel gioco e per visitare e conoscere la
Corea.
Kim Sung Rae: E’ un’ottima opportunità per i giocatori europei ed italiani, perché è molto difficile studiare
da soli o con pochi altri giocatori: una scuola è molto
importante.
Ci sono due possibili percorsi per chi vuole venire a
studiare in questa scuola: studiare per diventare un professionista e studiare per diventare un insegnante.
La cosa più importante, una volta portati a termine
gli studi, è quella di tornare nel proprio paese d’origine
ed insegnare il baduk. Più stranieri verranno, più sarà
possibile creare delle regole specifiche per loro all’interno dell’Hankuk Kiwon (l’associazione nazionale coreana)
per creare nei prossimi anni speciali tornei per stranieri
per diventare professionisti. Lo scopo è quello di formare
sempre più giocatori forti, in questo modo vari europei
Durante la giornata si studia e si gioca
Le stanze dell’alloggio, molto essenziali, ma con tutto quello che serve
Leonardo: E ora c’è questa nuova esperienza del
King’s Baduk Center. Com’è nata l’idea di questa scuola
e com’è strutturata?
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penso potranno diventare professionisti.
Leonardo: Chi può venire a studiare nella scuola,
chi ha maggiori possibilità di successo e che tipo di impegno è previsto, se si può fare un discorso generale,
per diventare professionisti studiando in questa scuola?
Con la bella stagione si studia e si gioca anche all’aperto
Kim Sung Rae: Sicuramente è meglio essere giovani per imparare meglio, solitamente i ragazzi hanno un
migliore capacità di apprendere e anche molte meno
preoccupazioni per la testa, ma soprattutto per il corso
per diventare insegnanti sono ben accette anche persone meno giovani.
Le ragazze inoltre sono ben accette, perché per loro
il percorso verso il professionismo è sicuramente più
semplice, visto che c’è molta meno competizione rispetto ai ragazzi.
Per diventare un professionista probabilmente servono da 2 a 3 anni di studio, e dopo questo è soprattutto
il talento a decidere quanto si potrà migliorare. Ma prima di tutto è importante lo studio.
Leonardo: Qualche consiglio per chi studia da solo
e a casa, magari in attesa di venire in questa scuola?
Kim Sung Rae: La cosa più importante è risolvere
più problemi possibile (ma senza soluzione, mi raccomando!) e studiare le aperture.
Per le persone a casa sarà anche possibile seguire
delle lezioni online presto, per cui prossimamente ci
sarà anche questa possibilità.
Le persone che vogliono venire qui a studiare avranno, non so bene per quanto ancora, la possibilità di
farlo per 3 mesi in maniera gratuita (ovvero senza pagare la retta mensile ma solo una piccola iscrizione) e
successivamente se ritenuti meritevoli avviati al percorso di studi per diventare professionisti con una borsa di
studio (dunque potranno rimanere a studiare gratuitamente), altrimenti potranno rimanere a studiare pagando una retta mensile che si aggira sui 250$ che comprende gli insegnamenti, vitto e alloggio all’interno della
struttura scolastica.
Kim Sung Rae durante le sue lezioni
Tutto il gruppo ad ascoltare il commento di una partita
Ricordo a tutti gli interessati che è possibile contattarmi per avere maggiori informazioni sulla scuola e visitare il mio sito/blog, da poco rinnovato, in cui ho raccontato la vita scolastica nel Kings Baduk Center, oltre
che molte cose riguardanti la Corea e le sue meraviglie
naturali e storiche: http://www.stopciovo.com
Studio di gruppo con Kim Sung Ryong, 9p
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Lezioni di Yose:
Quanti punti?
Nel diagramma 4 possiamo
vedere cosa succede se bianco
gioca per primo su 1.
Nero cattura con 2, quindi
bianco ricattura e arriviamo al diagramma 5.
Nero ha così catturato due
pietre e bianco una, nero in questo caso ha un punto più di bianco.
Diagramma 04
Confrontando il diagramma 5
con il diagramma 3, possiamo
concludere che la differenza tra
loro è di solo un punto! Quindi la
mossa 1 nel diagramma 3 vale
solamente un punto!
Inizieremo la lezione di oggi con le
soluzioni dei problemi che vi ho proposto
nell’ultimo numero.
Come abbiamo imparato, il valore di
una mossa si conta confrontando le due
possibili situazioni: quella in cui bianco
gioca per primo con quella in cui inizia
nero.
Nel diagramma 1 vediamo
cosa succede se nero comincia
per primo.
Bianco bloccherà con 2 e
nero collegherà con 3, lasciando
un ko da giocare.
Le possibilità di vincere un ko
sono 50/50, così possiamo dire
che bianco ha mezzo punto (o più
di zero, se preferite).
di Ion
Florescu
Nel diagramma 2 vediamo
che succede se bianco inizia a
giocare per primo con 1.
Il punto A sarà di bianco così
la differenza tra questo risultato e
quello del diagramma precedente è meno di un punto!
Come potete vedere, ci sono
situazioni dove una mossa è non
necessariamente di valore intero
(1,2,3, ecc.) ma anche una frazioDiagramma 02
ne di punto!
Da notare che il valore di un ko è di mezzo punto perché
servono due mosse per guadagnare un punto, così l’efficienza è di mezzo punto per mossa.
Utilizzeremo la stessa formula
anche per il prossimo problema.
Se nero gioca per primo, nel diagramma 3, ottiene due punti: uno
di territorio e un prigioniero.
Diagramma 01
Diagramma 05
La stessa formula si applica
per l’ultimo problema.
Nel diagramma 6 vediamo
cosa accade quando bianco gioca per primo su 1: nessuno fa
punti di territorio in quest’area.
Diagramma 06
Se Nero gioca per primo invece, arriviamo alla posizione
in diagramma 7.
Diagramma 03
Nero 1 è un tesuji e, dopo bianco 2, nero gioca 3 e bianco non può connettere così le sue due pietre sono perse. Il
diagramma 8 vi mostra invece una variante, bianco può giocare in 2 invece di catturare ma il risultato finale è lo stesso.
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Tutto quello che dobbiamo fare adesso è di confrontare il
diagramma 6 con uno qualsiasi dei due diagrammi 7 e 8.
Diagramma 07
Le vostre domande e i vostri suggerimenti sono sempre
i benvenuti!
Notizie Flash
Diagramma 08
Dato che nel diagramma 6 nessuno ha fatto punti e nei
diagrammi 7 e 8 nero ottiene un profitto di tre punti, questo
significa che il valore di una mossa in questa posizione è di tre
punti!
I successivi 4 diagrammi sono i vostri compiti per casa per
la prossima lezione. Quanto vale una mossa in A?
Si svolgerà ad Amburgo il 3 e 4 ottobre 2009 ed è sponsorizzato dall’azienda coreana Kido Industrial Co., Ltd. la Kido
Cup ad Amburgo.
Secondo lo stile coreano ci saranno 5 tornei separati: Top
group (limitato ai 16 migliori giocatori amatoriali con passaporto di un paese europeo), under 12, under 18, Femminile e
Maschile.
Saranno ospiti della manifestazione due giocatori professionisti provenienti dalla Corea. Maggiori informazioni al sito
del torneo.
Si svolgerà a Pitesti, in Romania dal 9 all’11 ottobre 2009
il prossimo Campionato Europeo a squadre.
Maggiori informazioni sul sito del torneo.
Per la formazione di una prima squadra italiana contattate pure la federazione all’indirizzo figg AT figg.org
Diagramma 09
Diagramma 11
Diagramma 10
Diagramma 12
La quarta edizione del torneo “Prime Minister Cup International Baduk Tournament” (KPMC) si terrà a Jeonju city,
Jeollabuk-do, Corea, dal 23 al 28 ottobre 2009.
La procedura di chiamata ai giocatori con punti si è
conclusa, il rappresentante per l’Italia è Sandro Poldrugo, riserva Alessandro Scolavino.
Si svolgerà il 24-25 ottobre 2009 il 24° “Brussels tournament”.
Si disputerà in 5 turni con accoppiamento MacMahon, e
con un tempo di 1 ora + 15 pietre in 5 minuti (byoyomi canadese). Il primo premio sarà di 1000 euro più vari altri premi.
Maggiori informazioni si possono trovare sul sito del torneo
http://www.gofed.be/en/tournament/brussels
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11
La rubrica dei
principianti
(riservato agli under 10 kyu!)
Provo ora a raccontarvi uno di questi episodi.
Un Signore italiano, che vuole restare anonimo (ho comunque il suo permesso di parlare di lui), studia e pratica
Buddismo Tibetano, viaggia, e per caso si ritrova in una situazione in cui si gioca a Go. Ne rimane molto colpito, e dopo un
anno di “incubazione” decide di imparare il Go. Si procura un
libro per principianti, e comincia a guardarselo. Poi, per le solite coincidenze fortuite, si rivolge a me per aiuto, e io accetto.
Primo incontro
Facciamo la prima partita
Nel 1985, due anni dopo la morte del
mio Maestro, ho aperto un Dojo.
alla Via “del miglioramento”, è il Dojo. Non è un luogo solo
“fisico”; quello che conta veramente è che sia anche un luogo “spirituale”.
Dojo è un termine giapponese che significa: luogo in cui si cerca la Via.
Difficile dire cosa sia la Via, ogni definizione sembra paradossalmente renderne più
difficile la comprensione.
di Giuseppe
de Buoi
Limitiamoci a constatare che qualcuno di noi non è contento di come è, e vorrebbe sentirsi meglio. Se vuole davvero
tentare, non ha che un modo per iniziare: cominciare a riconoscere che deve assumersene la responsabilità e individuare almeno una delle sue parti che funzionano eclatantemente male.
Ma non ci si può fare a pezzi; un essere vivente, fatto a
pezzi, muore… bisogna rimanere interi, eppure metter mano
a singoli pezzi. E’ un processo diverso da quello di smontare un
motore inefficiente e sostituire i pezzi difettosi.
Qualcuno può farcela da solo.
Altri hanno bisogno di strumenti già sperimentati, di compagni di ricerca, forse perfino di un Maestro, e di un luogo
dedicato alla pratica. Questo luogo dedicato alla pratica,
Intorno al 2002 ho offerto il Dojo a Shigeno Sensei, per la
pratica del Go. Lei accettò e si formò un gruppetto di lavoro
che durò un paio d’anni. Shigeno Sensei ha avuto una esperienza come uchi deshi (apprendista che vive nella casa del
Maestro), e così potemmo sperimentare cosa significhi giocare a Go in un Dojo.
Quando Shigeno Sensei ritornò in Giappone, mi trovai a
un bivio: o smettere di giocare a Go per mancanza di Dojo, o
tentare di ricreare senza di lei un gruppetto di giocatori nel
Dojo. Non sono riuscito a fare né una cosa né l’altra.
Non sono riuscito a smettere di giocare a Go per mancanza di forza d’animo.
Non sono riuscito a ricreare un ambiente di Dojo di Go
perché non sono riuscito a cogliere l’essenza del Go, e quindi
non potevo trasmetterla. E purtroppo dopo Shigeno Sensei
non si è ripresentato nessuno.
Ma qualcosa è comunque successo: piccoli sprazzi occasionali di un Go praticato come Via, un misogi (purificazione)
forse, così come avevo sentito frequentando Shigeno Sensei.
Nero prende un angolo, anche se il 2-2 è troppo vicino ai
bordi. Dopo Bianco 3-3 non ci
sono opportunità interessanti per
sfruttare la partita, per cui Bianco
sbaglia appositamente giocando
4, in modo che Nero possa giocare 5 hane. Hane permette a Nero
di avere a disposizione una estensione in terza linea sul lato nord,
che gli dà modo di fare una forma
carina e di circoscrivere un po’ di
Diagramma 01
territorio.
Per chi ama usare l’insegnamento per imparare lui stesso,
questo metodo si chiama: induzione di buone mosse. La
“chiave” del metodo consiste semplicemente nell’aspettare
che “l’allievo” trovi la mossa da sé.
In effetti Nero gioca hane (ne rimango incantato…) e
poi fa l’estensione, risultato di
cui giustamente si compiace. 7
non è tecnicamente corretto,
ma quel che conta è che Nero
ha provato il bisogno di completare la forma.
Bianco allora prosegue con
8 lasciando deliberatamente il
suo gruppo debolissimo, per
vedere se Nero pensa ad apDiagramma 02
profittarne
localmente,
e
come.
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Ma Nero fa molto di più, pensa in grande e gioca
nell’angolo sud ovest, passando da un 2-2 a un komoku.
Magnifico!
In questo stadio di apprendimento non ha nessuna
importanza che anche Nero lasci il suo gruppo a nord in
condizioni precarie. Nero poteva rafforzarsi e ingrandirsi
in sente a spese di Bianco, naturalmente.
Ma il komoku 9 è un vero e proprio salto di qualità rispetto al 2-2 iniziale, e tanto più è tecnicamente inconsapevole, tanto meglio è.
Seconda partita
Che la prima partita non
sia stata giocata invano lo dimostra l’apertura di nero in
sansan, più ariosa del 2-2. Ma
nero non ha ancora spiccato il
volo, deve prima assestarsi sul
nuovo livello. Così si sviluppa la
posizione del diagramma, che
Nero riconosce da sé come
Diagramma 03
totalmente
insoddisfacente,
specialmente se paragonata a
quella di Bianco. Nero non sa dire perché gli piace più
Bianco di Nero, ma la sua sensazione è precisa. E’ il
momento buono di dare un paio di indicazioni.
La prima indicazione è che
la forma di Nero ha meno libertà di una semplice riga dritta: 9
a 12. Quindi ha meno forza
della riga dritta per un eventuale combattimento.
Su questa considerazione
che la libertà dà forza, Nero si
sofferma con interessanti commenti personali.
La terza indicazione è che se
nero “sgrana” le sue 5 pietre in
terza linea facendo degli ikken
tobi, il risultato è quasi esponenziale: addirittura due interi lati del goban sono sotto influenza nera.
A questo punto Bianco chiede
a Nero se per caso non si ritiene
una persona timida, e Nero risponde che in effetti è molto più timido
di quanto lasci vedere. E succede
una cosa davvero carina: Nero
mostra di avere gradito la domanda e si rilassa completamente!
Diagramma 05
Terza partita
Le indicazioni date a commento della seconda partita
hanno un effetto stupefacente:
Nero apre con una mossa miai in
quarta linea per i due sansan a
nord! Bianco risponde specularmente, e verbalmente invita Nero
a provare un po’ di ikken tobi.
Nero risponde all’invito giocando il kosumi 3 :-)
Questa proprio Bianco non se
l’aspettava… e cerca di capire
Diagramma 06
cosa è successo.
Bianco gioca l’ikken tobi 4 per
dare l’esempio, Nero lo imita, Bianco continua con l’altro ikken
tobi 6, e Nero ancora una volta non gioca ikken tobi, ma il
nobi 7 a contatto con bianco.
Ora Bianco ha capito cosa è successo a Nero. Nero si sta
sciogliendo dai legami che lo avevano indotto a creare la
forma della seconda partita, ma non può farlo di colpo, lo
può fare solo gradualmente. Questa gradualità gli è così necessaria che può giocare solo un ikken tobi su tre (perfino se
era stato invitato a provare liberamente), probabilmente per
compensare emotivamente il maggior distacco dal bordo
della prima mossa di apertura.
Bianco ora deve stare molto attento a non creare una
tensione che intralci il processo evolutivo di Nero.
Diagramma 04
La seconda indicazione è che la riga dritta coinvolge una maggiore porzione del goban, quindi ha più influenza della forma nera in partita.
Vengono giocate ancora alDiagramma 07
cune mosse puramente interlocutorie (non riportate qui) e Nero all’improvviso chiede: puoi farmi vedere un semeai?
Bianco è in imbarazzo: non sa se è in grado di costruire
dal niente un esempio corretto di semeai, ma sa che comunque gli ci vorrebbe un sacco di tempo, con il rischio di interrompere il flusso della relazione con Nero.
Mentre ci pensa, Bianco ha un flash, una sorta di scarto
logico, e costruisce la ben nota posizione in centro, a partire
dal Tengen e un taglio incrociato.
Ecco, commenta Bianco, questi sono 4 gruppi senza occhi in competizione tra loro, da qui è molto facile che si svilupperanno dei semeai. Nero annuisce.
Bianco fa vedere rapidamente cosa potrebbe succedere,
qualcosa effettivamente viene
catturato in semeai, grosso modo
l’esempio funziona quanto basta.
Ma a questo punto Bianco
non si accontenta, toglie le pietre
dal goban, ricrea la posizione iniziale e dice a bruciapelo: questo
è un mandala, lo riconosci?
Diagramma 08
Nero ha un vero e proprio sussulto, si vede chiaramente
che il suo modo di guardare il goban cambia e scoppia in
una risata: ma certo! Esclama: ho lavorato con i mandala per
10 anni, ma mai in questo modo…
In quel momento sappiamo entrambi di essere all’inizio di
qualcosa di totalmente nuovo rispetto a prima, e su questo ci
fermiamo.
Così Bianco rilascia la tensione di colpo, e gioca l’ikken
tobi 8 allentando il contatto con Nero, e Nero allora riesce a
giocare un altro ikken tobi lui stesso. Ok, ci siamo :-)
Vol. 3 - Settembre 2009
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Secondo incontro
Quarta partita
Il Signore mi dice che ha avuto tempo per guardarsi un po’
il suo libro di Go, ma che soprattutto ha parlato del mandala con il
suo Maestro tibetano. Non mi dice
cosa si sono detti, ma sembra molto, molto contento.
Nero apre con un komoku, e
Bianco lo segue con un komoku
che è anche kakari. Sulla 9x9 è tutto molto rapido, ma i fondamentaDiagramma 09
li di fuseki sussistono comunque.
Imputo la sua estensione 3 in
seconda linea a un rimasuglio della sua dichiarata timidezza:
estendere verso il bordo dà sicurezza. Se avesse preso il sansan
del secondo angolo sarebbe stato meglio, ma il proverbio è
rispettato: prima gli angoli, poi i lati, poi il centro.
Bianco con 4 fa lo stesso, una linea più in alto e più distante.
Poi Nero con 5 prende il lato sinistro e Bianco sgrana gli
occhi. :-) Dov’è finito il giocatore che solo la volta prima si
sentiva insicuro a tentare un ikken tobi? Ecco qui: un ogeima
seguito da un nikken tobi.
Bianco è felice, comincia a pensare che l’idea un po’
folle di mostrare la spirale levogira è stata una buona idea.
Nero sembra essersi tolto gli scarponi da montagna per indossare morbidi mocassini da ballo…
E quando Nero gioca 7, Bianco lo guarda ammirato:
Nero ha dato avvio a una Danza, non ci sono dubbi. Ora tocca a Bianco imparare da Nero! Bianco ha da sempre desiderato imparare a Danzare sul goban, e non esserci mai riuscito
è un suo cruccio segreto :-)
Bianco decide di farsi spingere da 7 verso il centro e Nero gli
scivola elegantemente sul fianco
destro. Bianco rafforza la sua posizione in centro in gote e Nero con
11 amplia l’angolo in alto a destra.
Nero è davvero balzato a un livello
di gioco superiore.
Se 11 va benissimo nel conte-
Diagramma 10
sto di gioco di un novizio, questa mossa non va più bene a un
livello più avanzato, diciamo 15/12 kyu. Ne approfitto per
chiedere a voi lettori: cosa c’è che non va in 11?
Fermatevi un attimo per pensarci su, prima di continuare,
e provate a formulare una spiegazione convincente e articolata, come se foste voi nella posizione dell’insegnante. Metto
comunque la “mia” spiegazione alla fine dell’articolo, e mi
piacerebbe che, leggendola, voi trovaste la vostra spiegazione migliore della mia :-)
Nero, con una sola mossa di ritardo, cambia direzione di
gioco e cerca di vivere in basso a
destra.
Noi sappiamo che una sola
mossa di ritardo può essere letale,
ma in questa partita è molto più
interessante che Nero riesca comunque a vivere. E’ la sua prima
opportunità per sperimentare la
costruzione degli occhi; quindi
Bianco fa tenuki.
Diagramma 11
Ma prima si proseguire la partita, Bianco si ferma e su un altro goban imposta un piccolo
tsumego per dare a Nero materiale utile per la prosecuzione.
Bianco per questo tsumego sceglie la domanda più difficile: nero è già vivo, deve giocare
per vivere (e allora qual è la mossa
che crea gli occhi?), o è già morto? Bianco si rende conto che
bene ha fatto a fermare la partita:
Nero si sente completamente perso.
La prima reazione di Nero è
stata di vedere se riusciva a catturare le pietre bianche che circonDiagramma 12
davano il gruppo nero, quindi siamo partiti da lontano…
Abbiamo usato almeno un’ora per arrivare alla risposta
giusta e Nero alla fine ne è venuto a capo, ma era esausto.
Così, per ripulirci la testa, sono tornato ai mandala.
Nero si è sentito subito più a suo agio: aveva provato una
sorta di oppressione a concentrarsi su un angolo, per di più
così piccolo. Approfittando di questo miglioramento di stato
d’animo, Bianco fa notare che il
Go è uno strumento eccellente
per sensibilizzarsi al vuoto sottinteso dalle pietre, sia quello interno
circoscritto dal disegno delle pietre, sia quello esterno al disegno.
Proprio come in certi mandala
insomma. Nero ne è estasiato :-)
Quindi Bianco può rifare la
stessa domanda a cuor leggero:
Diagramma 13
Nero è già vivo, deve giocare per
vivere, o è già morto? E ora a Nero
bastano 5 minuti per rispondere. Grande soddisfazione di entrambi :-)
Torniamo alla partita lasciata aperta sull’altro goban. Con
qualche tenuki di Bianco, Nero vive
ovunque!
E su questo successo chiudiamo l’incontro in gran contentezza.
P. S. Il mio Maestro di Aiki una
volta diede una indicazione preziosa per riconoscere con sicurezza se
avevamo praticato in coppia in
una condizione di Dojo oppure no.
Diagramma 14
Se uscivamo dalle tecniche
entrambi “meglio di come vi eravamo entrati” allora avevamo approfittato del Dojo, altrimenti
no.
Questa indicazione ricorda la Via della Spada che dà la
Vita: il vero scopo del Budo è proteggere la vita, non annientarla. Difficile davvero pensare al Go in questi termini, ma in un
Dojo sembra un pochino meno impossibile :-)
Commento alla mossa nera 11 del diagramma 10
La mossa nera 11 non è necessaria per la vita all’angolo
in alto a destra, quindi non è urgente. Urgente è invece cercare di far vivere le pietra in basso. 11 spinge Bianco contro
questa pietra nera, danneggiandola. 11 doveva essere usata
per iniziare a costruire un gruppo vivo in basso. 11 quindi è la
direzione di gioco sbagliata, e dà avvio a quella che viene
chiamata una “lite in famiglia”, ovvero è lo stesso Nero che
danneggia la propria pietra in basso, cioè una parte della sua
famiglia.
Vol. 3 - Settembre 2009
14
L’Associazione VenetoGo eredita la tradizione del Go Club di Padova e degli altri Club
che nel tempo si sono succeduti per organizzare e favorire la pratica del gioco nelle rispettive citta’ del Veneto.
Ci piace ricordare che almeno dalla
metà degli anni 1980 questo gioco coinvolge di A. Corbari,
L. Dal Zovo,
anche coloro che furono tra i primi agonisti in
S. Dunatov,
Veneto ed in Italia, quali Dario Colombera, Tiziano Gomiero, Martino Pesaresi, Liu Yan Ping L. & M. Fava,
L. Giuliato
eccetera, la memoria dei quali affonda nell’alba del goismo veneto e nazionale.
Vita di club:
L’associazione VenetoGo
In tempi piu’ vicini a noi il Go Club di Padova raccoglieva
giocatori, anche agonisti, attorno agli incontri del martedi sera
presso la ludoteca in Via degli Scrovegni (fino al 2004 circa).
Prima di questa data, complice la diffusione mondiale di Hikaru no Go, noto manga ed anime giapponese che tratta la vita
di alcuni giovani giocatori di Go, inizia ad occuparsi del gioco
una persona che si e’ rivelata cardine della diffusione del gioco: Marco Spolaore, che organizza a partire dal 2003 incontri
settimanali a Noale il sabato pomeriggio. E’ qui che si riuniranno giocatori, ancora oggi attivi, che hanno poi intrapreso in-
sieme la strada della diffusione del gioco nella regione, come
i gia’ ricordati Tiziano Gomiero, Liu Yan Ping, Marco stesso, i
fratelli Giuliato, Sandro Dunatov, i fratelli Fava. Questo e’ il nucleo che ha organizzato i primi tornei veneti della storia recente, primo tra i quali il Torneo Veneto a Mogliano nel 2004. Il
successo di questo primo torneo e’ dovuto alla collaborazione
di tutti i soci maggiormente attivi e nella fattispecie all’impegno diretto di Tiziano nei confronti dell’Ente pubblico competente (Comune di Mogliano Veneto). Un successo ed una formula (lavoro di tutti, ma ben distribuito nel quadro di task
individuali e ruoli ben definiti a priori in sede organizzativa) che
sono stati ripetuti nel corso delle successive iniziative.
La buona riuscita del primo torneo veneto diede il via ad
una serie di ulteriori progetti, sempre caratterizzati da una certa consistenza organizzativa, che hanno permesso di integrare nella struttura associativa altre persone con un certo grado
di successo (segnaliamo Lorenzo e Marco Fava, Luca Calzavara, Nicolo’ Lazzaro, etc.) con fattivi, tangibili ed indispensabili contributi dei medesimi sia sul piano agonistico che sul piano organizzativo (per serate a tema, tornei e partecipazione a
tanti tornei organizzati da altri Club al di fuori del Veneto; inoltre
barbecue e cene sociali).
Sono stati pertanto organizzati il Torneo Veneto del 2005 a
San Biagio di Callalta (TV), svoltosi nel palazzetto dello sport del
detto Comune, come il successivo nel 2006 che ha visto realizzare un’inedita accoppiata con la Coppa Italia 2006, cosa
che riscosse adeguato apprezzamento visto il folto intervento
di partecipanti.
Leonardo vs. Leonardo
saggio, in un notevole crescendo, con interventi di Francesco
Marigo (campione nazionale, allora) da Milano e di Davide Minieri campione in carica.
Grande soddisfazione dell’anno
2009 è stata la prima edizione del
Torno del Delta, una perfettamente
riuscita collaborazione tra VenetoGo
e il club romagnolo Izuggo, una tre
giorni di Go e naturalismo, nella
splendida cornice delle Valli di Comacchio e del Delta del Po
Sandro vs. Marco
Non si sono tralasciati nel frattempo i teatri di operazioni
goisticamente meno folti, ad esempio con organizzazione di
iniziative a vantaggio di giocatori del vicentino e del veronese
(grazie a Stefano Milanese). Grazie ai giocatori di Pieve di Soligo (Antonio Frecentese, Angelo Trevisol) abbiamo partecipato
a partire dal 2007 all’iniziativa “Pieve di sera” in piazza supportati dalla fumetteria Shion Art a Pieve di Soligo i martedi’ sera
nel mese di Luglio. In questo stesso anno abbiamo cominciato a ritrovarci il martedi’ sera a Villorba con i giocatori del Trevigiano, dando vita al Club di Treviso che da allora prosegue
regolarmente con i suoi incontri settimanali presso l’Asilo Monumento. Inoltre contatti intercorsi con la “Associazione Giochi
Antichi” hanno permesso di partecipare al Tocati 2007 (e successive edizioni da allora) a Verona con grande interesse del
pubblico scaligero, nella prestigiosa cornice del centro storico
della citta’ di Verona, per un intero weekend nel mese di settembre.
Nel corso del medesimo anno il torneo Veneto si e’ disputato nella prestigiosa cornice di Higan, “L’altra sponda del fiume”, evento teso alla diffusione e pratica della cultura, delle
arti e delle discipline orientali, ab Abano Terme (PD). Manifestazione perfettamente riuscita che ha visto la visita nel corso
del Torneo, del Console Generale del Giappone da Milano. La
buona riuscita dell’iniziativa ha permesso di avviare contatti
concretizzatisi con la ripresa degli incontri a Padova, il Sabato
pomeriggio presso la fumetteria ComicsLand. Qui sono avvenuti infiniti incontri con giocatori residenti, pendolari o di pas-
Nell’agosto dello stesso anno abbiamo organizzato due
settimane di vacanza a Pechino e dintorni che ci ha permesso di visitare due club locali e vedere alcuni professionisti in
azione. Eravamo accompagnati dal 6 Dan, Bao Yun, giocatore amatoriale che ci ha impressionati, sfidandoci e ovviamente vincendo, a una partita di Go alla cieca, tenendo conto
che noi il goban lo guardavamo, lui invece girato di spalle,
bevendo té e chiaccherando con altri 5 Dan locali ci ha polverizzato con una facilità incredibile.
Stefano
Vol. 3 - Settembre 2009
16
Abbiamo visitato vari negozi, dove ci siamo riforniti di materiali vari, dai goban e pietre, agli orologi da torneo, e ovviamente anche qualche capriccio personale: goke di marmo,
pietre di ambra, e onice, goban alti in pezzo unico di legno e
via dicendo.
corso di tre mesi presso una scuola di Go locale. Ricordiamo
anche un premio speciale per Marina Guarnier in qualità di
“Ambasciatrice del go” per il suo impegno nella diffusione del
gioco. Le attrazioni collaterali al torneo sono state la gita in
barca nelle Valli di Comacchio e una sessione di birdwatching
nei pressi di Boscoforte.
Purtroppo è stato difficile giocare nei club cinesi, in quanto essendo tutti i giocatori presenti di livello Dan non siamo
riusciti a combinare delle vere e proprie partite vista la differenza di livello, a parte un paio di gentilissimi agonisti che si
sono offerti di giocare lo stesso anche se il risultato era comunque scontato. Il meglio è stato vederli sbirciare le nostre partite
per capire il nostro livello, e in un paio di secondi ritirarsi sbigottiti e sorridenti, forse gli siamo sembrati a livello dei loro nipotini? Probabilmente si.
Nel 2007 il Campionato Nazionale e’ stato tenuto in Veneto, nel lussuoso Auditorium Mario del Monaco a Villorba (TV),
con partecipazione di una sessantina di giocatori, record per
un torneo organizzato nel Veneto.
Il piu’ che positivo esperimento di svolgere presso Higan il
torneo Veneto e’ stato ripetuto nel corso del 2008, come e’
stata ripetuta la partecipazione a Tocati’ di Verona. Nello stesso anno Marco Spolaore e Marta Luchi sono entrati a far parte
del Consiglio Federale FIGG mentre Marco Fava veniva eletto
nel Collegio dei probiviri.
Lo stesso anno vede la partecipazione di sei veneti, che
hanno avuto l’onore di rappresentare la squadra italiana, ai
Sandro
Pieve di Soligo
World Mind Sport Games, manifestazione che ha seguito le
Olimpiadi di Pechino: Leonardo Dal Zovo, Leonardo Giuliato,
Chiara Biscaro, Chiara Ronchi assieme a Marco Spolaore e
Marta Luchi hanno avuto la possibilità di confrontarsi con giocatori provenienti dal tutto il mondo (sia professionisti che non)
e vivere il privilegio di questo evento così importante riuscendo
ad ottenere anche un discreto risultato finale.
Negli ultimi due anni ha cominciato a crescere un nuovo
gruppo, sempre più numeroso, di giovani giocatori a Bassano
del Grappa (Vicenza): grazie all’entusiasmo di Marina Guarnier, appassionata di cultura orientale, al supporto didattico
di Leonardo Dal Zovo e all’ospitalità offerta dall’Istituto Pirani e
dalla collaborazione dei suoi educatori, un piccolo gruppo di
giocatori da iniziali incontri sporadici è cresciuto fino a raggiungere un buon numero di appassionati. Agli incontri del
Sabato pomeriggio hanno partecipato via via tutti i giocatori
più attivi della regione dando un contributo importante per il
miglioramento dei giocatori locali.
Queste in estrema sintesi le più rilevanti macchinazioni
recentemente messe a punto nel nord-est da VenetoGo, associazione che si è proposta come consistente veicolo di diffusione del Go e la crescita dei singoli giocatori, e come organizzatore di iniziative allo stato dell’arte per la pratica agonistica
e non. La pulsione alla stabile e conscia evoluzione del gioco
e delle realtà che sul territorio lo promuovono, senza alcuna
contropartita economica a fini di profitto personale dei membri componenti, è stata recentemente premiata dal decreto
costitutivo quale associazione ufficialmente riconosciuta dalla
Regione Veneto.
Nell’immediato futuro, VenetoGo in collaborazione con
OchaCaffè associazione di amicizia Italia-Giappone, e LuccaComics (su questa celeberrima manifestazione di rilievo
internazionale riteniamo non sia necessario fornire informazioni) proporranno il Torneo di Go un torneo di Go nel quadro del
Japan Palace, un contenitore di iniziative fortemente espressive della contemporanea cultura nipponica.
Grande soddisfazione dell’anno 2009 è stata la prima
edizione del Torno del Delta, una perfettamente riuscita collaborazione tra VenetoGo e il club romagnolo Izuggo, una tre
giorni di Go e naturalismo, nella splendida cornice delle Valli di
Comacchio e del Delta del Po. Il torneo si è svolto ad Anita (FE)
con due partite la mattina, e giro naturalistico, o workshop
(gestito da Davide Minieri), il pomeriggio. Il tutto in Webcamconferenza con la Corea, ovvero con l’organizzatore-cardine
(Leonardo Dal Zovo) disperso all’altro capo del mondo per un
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17
Sommario
Curiosità dal quarto numero 18
Croniche
19
Problemi di Go Elementari
19
La ballata del Gongolo
20
Gradara: Assemblea Generale 22
F.I.G.G. 1991
22
Tribuna
23
Cronache
25
Problemi di Go Avanzati
26
Treasure Chest Enigma
27
La via naturale del Go
30
Curiosità dal
quarto numero
Il quarto numero della rivista StoneAge è stato pubblicato il 15 dicembre 1991, a tre mesi esatti dall’uscita del numero precedente.
Tornei di inizio 1992
A calendario per la prima metà dell’anno 1992 ci sono cinque tornei,
di cuiquattro a Milano e uno a Torino.
Per Milano:
25 gennaio, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30
29 febbraio, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30
28 marzo, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30
16-17 maggio, Fujitsu Open “città di Milano” c/o Go Club Milano (valido per la classifica a punti FIGG)
Composizione del C.F.
Nel consiglio federale sono indicate 5 persone:
Presidente: Raffaele Rinaldi
Segretario: Gionata Soletti
Vicepresidente: Gigi Albieri
Tesoriere: Linda Poletti
Didattica: Maurizio Vitari
Italiani di livello Dan?
In Italia nel 1991 ci sono solo quattro italiani di livello dan:
Ramon Soletti, II Dan e i primi Dan Enzo Burlini, Enzo Pedrini e Primo Garofalo.
Vignette
In questo quarto numero vi è il primo esperimento di vignetta, è la
pubblicità del torneo di Ascona e la riproponiamo qui dopo un lavoro di
scannerizzazione
Per Torino:
febbraio (data da destinarsi)
Campionato Italiano 1991
Ramon Soletti vincendo tutte le partite si laurea campione italiano
1991
Circuito Fujitsu
In questo numero c’è l’annuncio che con l’anno prossimo anche l’Italia entra nel “circuito” Fujitsu, una storica conquista!
Vol. 3 - Settembre 2009
18
Croniche
Problemi di Go
(soluzioni a pag. 26)
di Gigi Albieri
Croniche, perché così sono le vicende che accadono
tutte le volte in egual modo in egual situazione.
Esempi: tu dici “mai visti tanti giocatori in un torneo in
Italia” e lui “se organizzavo io erano di più”, (in italiano: “se
avessi organizzato io sarebbero stati in numero maggiore”);
tu dici: “mi raccomando puntuali alle 9” e lui arriva puntuale alle 9:45. Lui, l’incontentabilimpotenteincompetente
Grande Mestatore.
Croniche, perché non ti liberi neanche a pagarle, delle
cattive abitudini, la maleducazione e/o l’invidia. Un Campionato Italiano non è una Cooperativa a gestione familiare
dove, siccome ci si conosce tutti, tutti hanno il diritto di
farsi gli affari proprio (o impropri).
Elementari
intensiva?”. E se, dopo soli 10 minuti dall’inzio delle partite,
arrivi (in ritardo, giustappunto) e ti accorgi che l’orologio
te ne segna già 20, significa che non funziona, oppure che
è stato erroneamente lasciato acceso da chi l’ha regolato (io
nella fattispecie), quindi ... niente panico, parliamone!
Grazie a tutti (ma proprio tutti) per esserci venuti, e, dimentivo, complimenti a Erika Gilardi che si guadagna il titolo di più giovane giocatore di Go in Italia.
P.S.: Il Grande Mestatore non è nessuno in particolare; se
ho bisogno di fare dei nomi, normalmente, li faccio (frecciatina al ns. Segretario).
A: Nero gioca e uccide - B: Nero gioca e cattura le tre pietre
Croniche, perché qualcuno, cito a caso: Marino, Primo,
Marco, Alberto (il Grande Mestatore che è anche un po’
permaloso, penserà: “ma guarda neanche un milanese”),
non ha capito che torneo e assemblea federale sono due
cose distinte e separate, che il primo contiene la seconda
solo per motivi di disponibilità temporale, ma che non si
devon confondere. Ciò vuol dire che se in assemblea pensi
di non essere stato ascoltato o che altro, non ti devi vendicare comportandoti in malo modo durante il torneo.
E’ vero che nel regolamento di gioco non è specificato
che non si possono rimestare le pietre con la mano (o con
qualsiasi altra parte del corpo), è vero che nel regolamento
non è scritto che dondolarsi è proibito, ma io, con umiltà e
sottile ironia chiedo: “Se tutti ci comportassimo, durante le
partite, in questo modo, ad un osservatore esterno figureremmo forse come un gruppo bisognoso di psicoterapia
Come deve rispondere Nero all’invazione Bianca in 3-3?
Vol. 3 - Settembre 2009
19
La ballata del Gongolo
di Guido Marchesoni
9
Sospingere il nemico
nell’arido deserto
la tattica efficace
del giocatore esperto
10
Il vostro territorio,
deciderete quando,
per stringere più punti
voi fatelo attaccando.
1
Il gioco più efficace
prevede che la mossa,
piuttosto che pugnace,
più obiettivi possa.
5
Un’altra da sapere
di valido sostegno:
contrasta appena puoi
l’avverso a te disegno
2
Il primo fondamento
nel fare costruttivo
che prendono le pietre,
è il senso direttivo
6
Imponi all’avversario
un limite al bagordo
facendo sempre in modo
di stringerlo sul bordo.
3
Dovendo far la presa
in vista di battaglia,
senz’altra soluzione
voi fate la “tenaglia”.
7
Se tosto l’avversario
procede a passettini
imbocca la tua strada
con salti leporini.
4
Conosci la sequenza
di mosse d’apertura
non solo dall’inizio
ma fino alla chiusura
8
Se giudichi sia buono
un punto sul damiere
il tuo avversario stesso
concorda sul parere
11
L’abbozzo al territorio
ti abbia persuaso
che, tuo, va già difeso;
se del nemico, invaso
12
A volte è molto meglio,
benché sembri una fola
di perdere due pietre
piuttosto che una sola.
13
La forza di che gioca
risiede nel giudizio
più ampio e pià sincero;
non calcolo avventizio.
14
Combattere battaglie
pel gusto delle risse
gli provoco’ più danni
di quanti non ne inflisse.
Vol. 3 - Settembre 2009
20
15
Il “ko” nel suo insieme
va prima preparato:
è quindi in sicurezza
che tosto va giocato.
21
Sebbene l’influenza
non toccasi con mano
il farla lavorare
vi porterà lontano.
27
La chiusa al territorio
va fatta con l’attacco:
ché solo un punticino
può procurar lo smacco.
16
Un angolo sicuro
ma piccolo e finito
va a scapito di un gioco
più ampio ed agguerrito.
22
In una formazione
un punto è già vitale;
è chi lo vede primo
vincente virtuale
28
Per rendere completa
l’azion di disunione
appresso al doppio taglio
si faccia un’estensione
17
Durante la partita
è bene ricordare
che son le vostre pietre
che devon lavorare.
23
Sebbene un’invasione
sia - logico - temuta,
se avviene sul “tre-tre”
che sia la benvenuta.
29
Se vedi nel prosieguo
sicuro beneficio
con animo sereno
procura il sacrificio.
18
E’ non tenere conto
del gioco l’andatura
rifare a pappagallo
le mosse d’apertura.
24
La serie pur corretta
di mosse d’apertura
se fatta fuori luogo
ti porterà sciagura.
30
Se in certe situazioni
tu vinci facilmente
conviene proseguire
allo solidamente.
19
Se repetita iuvant
è bene rammentiate
le mosse d’apertura
van sempre completate
25
Un avversario “basso”
vorrebbe scavalcare,
invece sulla “terza”
voi fatelo strisciare
31
La scala con le pietre
è un’arma a doppio taglio
preparala con cura
e mai allo sbaraglio
20
Che giochi sull’attacco
o sulla difensiva
l’imperativo resta:
tener l’iniziativa.
26
Strafare mai conviene:
così con l’avversario
si eviti il contatto
se non è necessario.
32
Benché una volta fatta
rimuover tu non possa
giammai giustificare
una cattiva mossa
Vol. 3 - Settembre 2009
21
Gradara:
II Festival Italiano dei Giochi - 2/3/4 ottobre 1991
di Maurizio Vitari
Assemblea Generale
F.I.G.G. 1991
di Gionata Soletti
Nella cornice medievale della Rocca di Gradara, nell’alto marchigiano, si è svolta la seconda edizione del Festival dei Giochi, una sorta di convention ludica che sembra destinata ad un regolare e promettente futuro.
Se quella dell’anno scorso a Venezia era un’edizione
sperimentale che si proponeva di parlare e di far parlare
dei giochi in generale (e chi c’è stato, complice l’inclemenza del tempo, la ricorda travagliata e pionieristica),
quella di quest’anno è sembrata cosa seria.
Finalmente qualcosa si muove, ed anche in una realtà
italiana purtroppo poco ludente (se non addiittura deludente) il gioco comincia ad avere quegli spazi sociali e
culturali che in altri paesi europei già da tempo occupa.
Si è parlato e si è giocato; ci si è contati, contattati e
confrontati; si è soprattutto avviato un discorso globale
per la creazione, auspicata da tutti, di un’associazione (o
federazione, o gilda, o ...) che riunisca ed accomuni le
forze di coloro che giocano, siano essi organizzati, numerosi e riconosciuti (scacchisti, bridgisti e altri), o neo-nati,
sparuti e semisconosciuti (goisti, abalonisti ecc.).
Il tutto è riuscito perfettamente, complici il tempo stupendo e l’appassionato patrocinio della municipalità di
Gradara, che si è detta disposta ad ospitare il Festival anche negli anni futuri. Accanto a presentazioni, mostre e
convegni, si sono svolte anche gare dei vari giochi, simpaticamente ospitate da vari locali e bar all’interno della
Rocca, per guidare il visitatore in una sorta di percorso
ludistico. Per quanto ci riguarda abbiamo disputato il I
Campionato Italiano di Rengo (Squadre di due persone)
che è stato vinto dalla coppia Ramon Soletti - Nicoletta
Corradi. Note dolenti sono venute dalla scarsità dei partecipanti (8 giocatori in tutto, di cui 2 “reclutati” al momento) e dal relativo pressapochismo con cui abbiamo sfruttato questa ottima occasione per farci conoscere: se non
fosse stato per Gionata e per le corse “all’ultimo minuto”,
non avremmo nemmeno dato del materiale divulgativo,
che invece è andato a ruba, facendo registrare molto interesse tra chi il gioco lo conosceva magari solo di nome.
La F.I.G.G., adesso che sembra avviata a consolidarsi ed
espandersi, ha bisogno di queste manifestazioni: d’ora in
poi i troveremo (almeno si spera) sempre più sotto i riflettori; la via per trovare nuovi soci e far conoscere il Go in
Italia (paradossalmente siamo più conosciuti all’estero)
passa giocoforza per questo tipo di “presenze”.
Speriamo nell’anno prossimo, perché è vero che il Go
richiede pazienza e tempo, ma se vogliamo che in Italia
sopravviva dobbiamo essere impazienti e attivamente
disponibili.
Dopo ben più di quattro ore si è conclusa la riunione
“fiume” della F.I.G.G. A me l’onere di scriverne il resoconto. Premetto che globalmente do un giudizio positivo
sull’andamento della riunione stessa. Ci sono stati momenti di tensione mai sfociati in baraonda, e ci sono stati
momenti di ilarità.
Il nuovo regolamento di procedura ha tolto molti ostacoli, ed il nuovo assetto della riunione “serale” 1992 dovrebbe proseguire questo processo.
Stiamo, e sto, imparando a far funzionare le cose.
Eccovi un “concentrato” delle decisioni prese:
1) Assegnazione del “Campionato Italiano 1992” a Milano.
2) Nuovo tipo di bilancio, scorporato per zone di interesse.
3) Aumento quote F.I.G.G. a Lit. 60.000 annue per i
soci che hanno più di un anno di anzianità; per coloro
che si iscrivono per il primo anno la quota (rimane) è di
Lit. 40.000.
4) Verrà inoltrata alla Federazione Mondiale una richiesta di chiarimenti a proposito dell’istituzione di un
Campionato Femminile corredata di un parere contrario
all’eventuale invio di una partecipante.
5) Potenziamento delle relazioni pubbliche e della partecipazione della F.I.G.G. a manifestazioni ludiche.
6) Procedura elettorale: verrà susseguentemente chiarita a fondo.
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Tribuna
merciale, ma un fatto della vita.
Termino le mie riflessioni con un consiglio non richiesto. C’è un buon libro da leggere che, in un certo senso, è
il manuale di tutti i giochi nobili della vita: il Gorin-no-sho
(Libro dei 5 anelli) di Miyamoto Musashi. Forse non si
presta ad una comprensione immediata, ma non sempre
le cose profonde sono facili.
di Raffaele Rinaldi
Cesare Barioli
Con questo numero un’altra novità: la “TRIBUNA”,
uno spazio vostro nostro loro dove far comparire riflessioni, suggerimenti, divagazioni e variazioni su ciò che più ci
sta a cuore. Va da sé che le lettere esprimono l’opinione di
chi le scrive e non necessariamente quelle della redazione,
che si astiene da ogni intervento (fatte salve inderogabili
ragioni di spazio).
Tanta gioia e un po’ di amarezza
Il Go ha l’importanza che noi gli diamo.
Essa non può essere che assoluta, sotto pena di degradarlo a un gioco noioso tra i mille che il sistema propone
al tempo libero.
Il Go è troppo antico per paragonarlo ad altri giochi e
la sua simbiosi con la storia dell’essere umano è troppo
nobile per essere affrontata senza rispetto.
Una partita è un combattimento simbolico che coinvolge l’essere totale; farne una prova di pura intelligenza è
limitante perché glorifica l’ego.
Il Go rientra nella più grande Filosofia quando si ispira
al “dare”. Nella purezza d’animo una buona pedina od
una partita ben giocata è “dare” all’avversario, al gioco,
all’universo, perché è realizzare quello che noi siamo.
Acquisire sensibilità e comprensione del nostro rapporto
con l’Universo, è la Via in cui “dare” serve a crescere e
crescere a “dare” di più. Si dà coinvolgendo tutto l’essere
nell’azione ed il dare è necessario al crescere perché l’essere umano non è un’isola ed è pura illusione che si possa
crescere da soli (sto parlando di uno stato d’animo non di
un modo di fare).
Questi discorsi annoiano o irritano chi è prigioniero
dell’ego e gli fanno obiettare: “Ma è solo un gioco!”. Tutta
la vita è un gioco: il lavoro, l’amore, la guerra, la droga...
Tutta la vita dipende dall’importanza che noi le diamo.
Di certo il Go è stato fatto grande da coloro che vi si
sono impegnati senza riserve, riuscendo a dimostrare, nel
gioco della vita, la strategia appresa sul go-ban.
Ne “Il ritorno dell Gru”, il generale Kishikawa dice a
Hel che le masse ignoranti l’avrebbero ditrutto. Ciò che
esseri generosi hanno fatto può essere cancellato dai molti ed oggi il Go italiano attraversa una crisi di crescita.
A questo punto entriamo in ballo noi. Il modo di giocare rivela la purezza di intenti; l’atmosfera dei club riflette
lo stile della nostra vita; il parlare alle assemblee organizzative mostra la maturità raggiunta nel contribuire a creare ed assumere responsabilità. I giocatori più avanzati devono dimostrare di aver realizzato il Go nella personalità,
sotto forma di stile e di rispetto; o preferiamo una atmosfera di frustrati che non sanno realizzarsi altrimenti che
vincendo, che si scelgono l’avversario preferendo perdere
anonimamente all’estero piuttosto che in casa, che fingono di ignorare i bisogni dei principianti?
Ho una lunga storia nel Go, che non vi annoio a raccontare. Ho interrotto il gioco quando ho visto montare
in Europa masse incontrollabili di giocatori egoici, scorretti nell’animo e nei fatti e ho ritrovato il piacere del
Go-ban quando ho conosciuto Gionata, Ramon, Raffaele
ed alcuni altri. Con essi è un piacere combattere l’ignoranza che ci assedia da ogni dove e l’esito di questa battaglia non mi interessa, perché non è un’operazione com-
Ritiro delle dimissioni e spunti di riflessione
(Questa lettera è stata recapitata, con raccomandata a
mano, al Consiglio Federale e, per conoscenza, a tutti i
soci, in data 26 novembre 1991)
Avendo analizzato con maggior serenità gli avvenimenti accaduti durante l’Assemblea Federale del 2 novembre
scorso, ritengo di aver agito con eccessiva impulsività.
Porgo pertanto le mie scuse al Consiglio Federale ed ai
Soci e chiedo di poter ritirare le mie dimissioni sia come
Socio che come Sindaco della Federazione.
Ritengo per altro di dover suggerire al Consiglio Federale ed alla Assemblea Federale di prendere in considerazione come spunto di riflessione i seguenti punti:
- a mio avviso lo scopo principale della FIGG deve essere quello di diffondere quanto possibile il gioco del Go
in Italia, elevandone, per quanto possibile, il livello tecnico. Credo pertanto che qualunque occasione per tale fine
vada presa in seria considerazione ( mi riferisco in particolare al Campionato Mondiale femminile);
- mi resta difficile comprendere, perché il Campionato
Mondiale Open sia un momento di crescita culturale e
“goistica”, mentre il Campionato Mondiale Femminile
solo un momento agonistico. Entrambi i i concetti sono
stati espressi da rappresentanti del Consiglio Federale in
momenti distinti durante lo svolgimento dell’Assemblea
Federale a cui faccio riferimento. Ritengo più saggia una
equivalenza di giudizi e di comportamento (quando se ne
verificasse l’occasione e l’opportunità).
- s’è vero che il Go è filosofia ed arte, è anche vero che
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è gioco e competizione, soprattutto nel XX secolo. Ritengo pertanto che la dirigenza federale dovrebbe, non solo
consentire, ma anche sostenere con la medesima intensità tutti gli aspetti sopra citati (è vero che ciò avviene, ma
alcune affermazioni del Consiglio Federale sembrano voler indicare un futuro cambiamento di direzione);
- credo che la “giovane” FIGG sia, per indubbio merito
del Consiglio Federale, giunta molto vicina ad un possibile grosso salto di qualità. Ritengo che per facilitare tale
salto, si dovrebbero al fine dimenticare vecchie “ruggini”
(spesso personali) che più volte “disturbano” un più sereno svolgimento dell’Assemblea Federale, che resta l’unico momento “universale” di incontro dei Soci. A maggior
ragione si dovrebbero evitare “processi alle intenzioni” o
processi veri e propri (a volte durante lo svolgimento della Assemblea Federale mi è sembrato di essere ai tempi
della Inquisizione, almeno per come l’ho studiata).
- ritengo, infine, che l’”informazione” debba essere
sempre completa ed imparziale, mentre mi sembra di
notare che, a volte, il Consiglio Federale “incespichi” su
tali aspetti.
Con la speranza che questa lettera venga allegata,
come lettera aperta, al prossimo numero della news-letter,
resto a Vostra completa disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Carlo Tibaldi
Il presidente risponde
Il 1992 comincia piuttosto bene: la FIGG non ha perso
un socio (che era ed è anche Sindaco). Non rimane che
congratularsi con Tibaldi per essere tornato, responsabilmente, sulla decisione di dimissionarsi dalla Federazione.
Nella lettera al C.F. (pubblicata qui sopra), Tibaldi propone inoltre momenti di riflessione di non lieve interesse
che meritano di essere discussi.
1) Lo scopo sociale della FIGG è indubbiamente quello
indicato da Tibaldi: sta scritto a tutte lettere nello Statuto.
2) A proposito dell’annosa questione del Campionato
Mondiale Femminile: se ben leggo quel che ha scritto Tibaldi, vi è certamente stato un equivoco interpretativo da
addebitarsi alla discussione un poco caotica. E mi spiego.
Poiché non v’è partita che, rigorosamente giocata, non
sia momento di crescita, non v’è neppure torneo o campionato che non sia tale. Di conseguenza il problema non
sta nel fatto che il Campionato Mondiale Maschile è momento di crescita e quello Femminile non lo è, quindi non
bisogna parteciparvi.
Il problema è altro. Occorre in primo luogo ricordare
che il Campionato Mondiale non è maschile, sibbene è
aperto a tutte quelle persone (uomini e donne, si suppone) che i membri della IGF vi inviano come propri rappresentanti. Ne consegue che il Campionato Mondiale Femminile non esiste in quanto tale. Esso esiste, allora, per
altre ragioni le quali mettono capo al generale moltiplicarsi e proliferare (la crescita è una cosa, l’escrescenza un’altra) di tornei, assecondando così quelle forme di agonismo tanto deteriore quanto esteriore perché punta secco
sulla performance, cioè sullo spettacolo e sulla sottostante
ideologia tanto amata da sponsor e media: in una parola
su tutto ciò che è non solo estraneo, ma addirittura antitetico, alla pratica del Go.
Naturalmente queste sono le ragioni di carattere generale e la proposta fatta dal C.F. di non partecipare al cosiddetto Campionato Mondiale Femminile non intendeva
mettere astrattamente in causa la validità di un torneo in
quanto tale, ma piuttosto criticare radicalmente e nei fatti
una scelta che sembra, in prima istanza, esaltare il Go, per
condurlo però su una strada che gli è estranea. Si ricorderà che i medesimi propositi sono peraltro stati alla base
della decisione della FIGG di non istituire premi in denaro in alcun torneo italianio (il che significa che ben pochi
saranno, semmai verranno, i giocatori forti che parteciperanno a tornei italiani).
3) Per quanto mi riguarda, considero il Go secondo la
tradizione: sia un’arte. D’altro canto non metto in dubbio
che possa essere interpretato semplicemente come un
gioco e competizione. In questi casi l’unica discriminante
possibile è che ciascuno si assuma il peso delle proprie illusioni.
In questa direzione si è sempre mosso il CF che sempre
si è ben guardato dal porre ostacoli o divieti nei confronti
di chiunque la pensi in maniera diversa; intendo dire che
interpretazioni di questa natura non sono articolo di Statuto né di Regolamento e quindi ciascuno è libero di interpretare autonomamente ciò che psicologicamente riversa nella pratica del Go. In tal senso vorrei
tranquillizzare Tibaldi ed altri soci interessati alla discussione: il CF non pensa di dover cambiare direzione su
questa questione.
4) E’ vero: il Go in Italia è in prossimità di un salto di
qualità (Tibaldi lo definisce “grosso”; lo spero, anche se
nutro dei dubbi). Conseguire tale salto significa anche liquidare le vecchie “ruggini”. Nel momento in cui si passa
da piccolo gruppo (una pretora di inutili trattati di sociologia è dedicata alla vita interna dei piccoli gruppi con relativo elenco delle ruggini classiche) ad una forma minimamente organizzata, eliminare le “ruggini” significa ed
implica che i soci regolino i rapporti, con gli altri soci e
con gli organismi eletti, sulla base del “contratto sociale”
(Statuto e Regolamenti) che hanno liberamente sottoscritto: che ciascun socio, insomma, esiga il rispetto dei
propri diritti e non venga meno ai doveri che gli competono. Anche qui occorre ricordare che il CF è un CF e non
(disgraziatamente o fortunatamente) un Comitato Centrale e dunque non dispone né di un braccio secolare né
della possibilità di acquistare fascine a sifficienza per organizzare degli autodafé. Intendo dire che la Federazione
esiste in quanto esistono i Go Club, la cui vita interna è
pienamente autonoma e che, su questioni non normative
(Statuto e Regolamenti), possono avere posizioni radicalmente opposte a quelle del CF o di altri Go Club.
5) Concordo con Tibaldi e penso che il problema possa
essere ben risolto con il passaggio dalla tradizione orale a
quella scritta: il varo di “Stone Age” ha cominciato ad ovviare a tali mancanze. Penso che il potenziamento della
fanzine e la sua trasformazione in una pubblicazione più
organica (in vista di divenire una rivista a pieno titolo)
possa eliminare radicalmente il problema.
Raffaele Rinaldi
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Cronache
al costo della rivista che state leggendo, che deve essere spedita a tutti ed è utile a tutti, soprattutto adesso che sta assumendo veste e contenuti “seri”).
di Maurizio Vitari
L’annuale convention dei goisti italiani per la disputa del campionato assoluto e del campionato handicap, quest’anno ha registrato un numero record di
presenze: ben 42 giocatori, di cui 10 (invece dei 12
previsti) si sono contesi il titolo di Campione Italiano, mentre i restanti hanno dato vita ad un torneo
handicap tra i più appassionanti che si ricordino.
Il numero elevato di persone è consolante e ci fa
ben sperare per il futuro, anche se la sala grande del
Centro Garibaldi è stata appena sufficiente a contenere tutti.
L’organizzazione ha comunque dimostrato impegno e solidità e le inevitabili (piccole) pecche emerse
non hanno comunque inciso su un’esecuzione pressoché perfetta.
I soldi ci serviranno anche per il torneo Fujitsu,
che nel mese di maggio avremo l’onore e l’onere di
organizzare, e per le iniziative didattico-promozionali che sole ci possono consentire di incrementare il
numero dei Soci (corsi a vari livelli, partecipazione
ad eventi ludistici e di richiamo ecc.).
ottime prospettive future. Sotto tono le prestazioni di
Primo Garofalo e Marco Vaiani, due ex Campioni
Italiani, mentre per gli altri rimane la soddisfazione
di aver partecipato.
Nel torneo a handicap, disputato sulla distanza di
7 partite, ha prevalso Ivano Taldo (12 Kyu) un concreta promessa per il futuro, visto il costante miglioramento del suo gioco. A seguire Franco Squeri e
Stefano Cella.
Peccato per l’assenza di giocatori “lontani” (Palermo, Bologna, Agordo) che almeno una volta all’anno
ci farebbe piacere vedere e salutare.
Cosa si è detto
Anche per questo è stato deciso l’aumento delle
quote sociali a 60.000 lire l’anno (50% per i neo
iscritti) che si spera tutti paghino puntualmente senza essere “tampinati”. Con l’istituzione dell’archivio
storiografico si viene a completare la struttura organizzativa della Federazione: con esso e con il numero
speciale di Stone Age compilato dal pazientissimo
Gionata (che ha veramente scavato in un passato nebuloso e quasi “rimosso”) tutti possiamo constatare
quanto sia stato casuale e di stampo pionieristico il
processo di avvenimenti che ha portato alla nascita
della F.I.G.G.
Speriamo che il futuro sia un po’ più tranquillo e
“voluto”.
E così si viene alla seconda esigenza: le persone.
Chi c’era - cosa ha fatto
Nel campionato assoluto spiccava l’assenza di uno
dei favoriti, Enzo Pedrini, e alla fine è brillata la stella
Ramon Soletti, che nella finale (su tre partite) giocata con Enzo Burlini, ha prevalso 2:0 in due partite
molto tirate.
Se per Enzo è ormai abitudine primeggiare (e quest’anno le sue partite avevano lo smalto dei tempi
migliori), non è così per Ramon: si pensi che nel settembre ‘90 era solo 2 Kyu fresco di promozione mentre a distanza di 15 mesi lo ritroviamo II Dan a pieno
titolo, dotato di un gioco brillante e vigoroso, con
Il pomeriggio del sabato è stato interamente dedicato all’Assemblea Generale dei soci F.I.G.G, presieduta dal Consiglio Federale.
Gli argomenti erano molti e, dopo le relazioni sull’anno appena trascorso, che ha visto il consolidamento della Federazione ed un buon incremento
degli iscritti, si è parlato del futuro. Le necessità più
grosse della F.I.G.G., attualmente, sono di duplice
natura: risorse finanziarie e risorse umane. Ci servono più soldi, soprattutto per darci una struttura stabile e in grado di supportare un’espansione, anche su
larga scala, del Go in Italia. Le spese per far funzionare il tutto si stanno dilatando e per dare un efficace
servizio ai goisti italiani urgono più entrate (si pensi
Ci sono parecchie cose da fare e serve l’impegno di
tutti, non si tratta di mettersi a disposizione per lunghe e massacranti ore, ma tutti possono dedicare 15
minuti al giorno.
Mettiamo a disposizione e soprattutto manteniamo
gli impegni presi. In vista del Torneo Fujitsu e, in
prospettiva, del Campionato Europeo del 1996 bisogna agire subito.
Altre decisioni prese dall’Assemblea, in breve:
mantenimento dell’attuale formula del Campionato
Italiano; non-organizzazione di un campionato femminile (sofferta, questa...) formazione di gruppi di
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Intanto Enzo Burlini è stato nominato Socio ad
Honorem (è il terzo) e Raffaele Rinaldi compie 10
anni da Presidente.
Soluzioni ai problemi
di Go di pag 19
Cosa si farà
Elementari
lavoro per il Fujitsu e la promozione/pubblicità.
Problemi di Go
(soluzioni a pag. 31)
Avanzati
Riprendiamo una serie di problemi di simmetria tratti
dal British Go Journal a cura di T. M. Hall
Del Fujitsu del 16-17 maggio 1992 si è già detto
ampiamente e già ci si sta muovendo.
L’attuale struttura dei corsi (su 3 livelli: per principianti, per chi vuole crescere e per “esperti”) sarà
permanente, e per quanto riguarda i principianti
questo è indice di futura crescita.
La F.I.G.G. ha chiesto l’organizzazione del Torneo
Europeo a Squadre per il 1994 e del Congresso Europeo del 1996. Sono due avvenimenti prestigiosi, da
costruire con molta attenzione ed impegno: si accettano idee, suggerimenti e disponibilità.
Per il Congresso del 1992 a Canterbury (GB), è
necessario che gli interessati lo dicano fin da ora, per
poter prenotare e muoversi con un certo anticipo.
A: Bianco gioca e distrugge il territorio Nero d’angolo
B: Può Nero salvare almeno uno dei suoi due gruppi di
due pietre ai bordi?
A: 1 è un punto vitale. Bianco
non può giocare in “a” e non
può quindi catturare la pietra
nera in 3
B: 1 è un punto vitale. La forma
Bianca è incondizionatamente
morta (forma elementare del 4
a cubo)
Possibilmente entro il 15 marzo contattatemi.
Questa è la sequenza corretta - joseki -. La pietra nera di sinistra è
un’estensione ideale del muro nero.
C: Può Nero uccidere... tutto?
D: Può Nero vivere nell’angolo?
E: simile al precedente, ma essendoci più pietre nere, il
risultato dovrebbe essere migliore
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Treasure Chest Enigma
Parte 2
di Nakayama
Traduzione di Ramon Soletti e Maurizio Vitari
Questo vuol dire che non bisogna aspettare troppo ad
abbandonare quando si è in una posizione senza speranza. Se questo succede a te, mio caro lettore, spero che
perdonerai la mia impertinenza, ma spero anche che terrai in mente ciò che un povero V dan della Nihon Ki-in,
Nakayama, ti sta dicendo. Questo potrà soltanto migliorare il tuo gioco e l’atmosfera delle tue partite. Come gli
antichi propriamente dicevano: “Vincere è divertente, ma
perdere non toglie nulla al piacere di giocare”.
Un abbandono da vero professionista
L’arte di abbandonare
Quando insegno Go, certe volte mi si chiede a quanti
punti equivalga un abbandono. Naturalmente non c’è
nessuna regola su questo. Ho sentito di una partita (negli
anni 400 tra Tagahashi Shigeyuki, allora V dan e Fujita
Toyojiro, IV dan, nella quale Takahashi, che aveva bianco,
abbandonò dopo che aveva calcolato che non aveva modo
di evitare la sconfitta per un punto. Se la partita fosse stata
giocata fino in fondo sarebbe stata registrata come una
sconfitta per un punto, ma il risultato diventò un abbandono.
Più recentemente c’è stata una partita del Meijin del
1975 dove Otake abbandonò una partita che abrebbe
perso per un punto.
All’altro estremo abbiamo una partita delle qualificazioni del Meijin dello stesso anno dove vi fu una sconfitta
per 34 punti. Con il poco tempo rimasto il perdente deve
aver continuato a lottare anche se era consapevole che la
posizione non gli era favorevole. In questo caso il risultato
è una sconfitta per 34 punti e non un abbandono.
Finti abbandoni
Certe volte, quando gioco una partita dimostrativa con
qualcuno per la prima volta, mi succede che il mio avver-
sario giochi un hane con connessione da 2 punti in gote,
anche se stà perdendo di 100. Dopo la partita si giustifica
dicendo: “Credevo che sarebbe stato scortese abbandonare visto che voi siete stato così gentile da giocare con
me”.
Guardate la posizione del diagramma in basso. Questa
è una partita del Torneo per le Nuove Stelle sponsorizzato
da Igo Club nel 1963. Il nero era Rin Kaiho, allora VII
dan, ed il bianco Ishigure Ikuro, allora III dan. Vedendo
nero 45, Ishigure abbandonò.
Ciò vuol dire che con i suoi amici si comporta in modo
diverso, ma se lo si osserva in questi frangenti lo si vede
combattere un ko da mezzo punto quando è indietro di
100 punti. Riempie i punti neutri (dame), sistema le pietre catturate, ed esclama: “Beh, che sorpresa! sono un po’
indietro” poi fà finta di abbandonare. (Io non considero
questo un vero abbandono).
La cosa più spiacevole per un insegnante di Go è giocare con questo tipo di studenti.
Un altro nome per il Go è “Shudan” cioè “parlare con
le mani”. Uno può non dire una parola, ma ogni pietra
giocata comunica i sentimenti del giocatore.
Traducendo lo Shudan del giocatore che quando perde di 100 punti non abbandona suonerebbe così: “Sei
talmente cretino che posso facilmente recuperarti cento
punti”. E’ difficile immaginare maggior scortesia in un
giocatore di Go.
Come dice il proverbio, un guerriero deve essere pronto a perdere oltre che a vincere. Quando si perde si dovrebbe accettare la sconfitta con coraggio.
[Bianco: Ishigure - Nero: Rin - Komi: 4,5 - Giocata il 11.02.1963
alla Nihon Ki-in (Takanawa)]
Cosa ne pensa il lettore?
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Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla di
svantaggioso nella posizione del bianco, sicuramente il
bianco potrebbe giocare ancora un po’. Qualche lettore
potrebbe criticare Ishigure per mancanza di spirito combattivo, ma Ishigure aveva usato tutto il suo tempo nella
lotta contro se stesso, aveva provato tutto ciò che poteva
prima di abbandonare. Avrebbe poi detto che il bianco
aveva aspettato troppo prima di abbandonare, dopo la
partita disse: “Ho impiegato molto tempo pensando se
abbandonare dopo nero 37”.
Lottare ancora era inutile: il suo avversario era il grande Rin Kaiho. Non c’era nessuna possibilità per una rimonta, era come un condannato sul patibolo che con
grazia si era rassegnato alla sua fine ed aveva smesso di
dibattersi.
Comunque il fatto che l’avversario fosse Rin Kaiho
deve aver influito sulla sua decisione. Supponiamo per un
momento che dall’altra parte del go-ban ci fossi stato io,
Nakayama Noriyuki, pensate che Ishigure avrebbe ancora
abbandonato? Non riesco a vederlo. “Cosa!? Se tu fossi
stato il mio avversario mi sarei trovato in una posizione
così cattiva?” “Mi scusi”.
Yamabe Toshiro IX dan e Ishigure Ikuro VIII dan sono
due giocatori famosi per la loro forza nell’accettare la
sconfitta. Yamabe, per esempio, una volta divenne così
nervoso per aver fatto una brutta mossa che aveva giocato
che ebbe “un colpo di pazzia” (per usare una delle sue
espressioni favorite) e abbandonò anche se stava ancora
vincendo la partita.
Una lotta per riguadagnarsi i capelli
Io sono un giocatore mediocre che, come amatore, ha
giocato nel torneo di qualificazione nove volte prima di
passare. La prima cosa che ho scoperto quando ho incontrato dei professionisti non è stata la differenza di talento
o di tecnica tra me e loro, ne ero già al corrente e così non
ne fui molto sorpreso.
No, ciò che più mi ha impressionato è stata una cosa: la
decisione, la grazia con cui i professionisti abbandonano.
Qualche volta mi sembrava di essere avanti durante la
parita, ma anche se ero in vantaggio, dentro rimaveno in
pensiero; poi, il mio avversario, che fino ad allora aveva
fissato il go-ban, sorrideva e molto composto diceva: “Ho
perso”.
uomo, il Go è un’impresa alla quale dedica la sua vita; se
una donna vuole fare la stessa cosa, deve diventare nel
corpo e nello spirito come un uomo. In cambio, ti lascerò
crescere i capelli il giorno in cui diventerai shodan. Ti
darò anche dei kimono stupendi e ti lascerò fare quello
che vuoi”.
Se giocata fino in fondo la differenza poteva essere di 5
o 6 punti, o in certi casi, di 3 o 4 punti. Ciò che più mi ha
colpito era il perfetto tempismo dell’abbandono.
Kita Fumiko affermò che il giorno in cui diventò shodan e le fu permesso di farsi crescere i capelli fu il più felice della sua vita. Forse per lei quei cinque anni, dagli
undici ai quindici, furono una lunga lotta per riguadagnarsi i capelli.
Comunque questa tecnica dell’abbandono è molto
difficile.
Go-ban di terra
Kita Fumiko (1875-1950) VIII dan onorario, è considerata la madre delle professioniste moderne. Suzuki Hideko V dan, Ito Tomoe V dan, Sugiuchi Kazuko VIII dan,
Suzuki Tsuna II dan, Oyama Toshiko IV dan - quasi tutte
le donne che diventarono professioniste dopo la guerra
erano sue allieve. La madre di Kita Fumiko era Hayashi
Sano, il cui nome è sinonimo di Go femminile nel XIX
secolo. Nella speranza di aggiungere lustro al nome degli
Hayashi, Hayashi Sano impose a sua figlia una educazione
davvero spartana.
Quando Kita Fumiko compì undici anni, disse a sua
madre che voleva imparare il Go. Dopo essersi assicurata
che sua figlia dicesse sul serio Sano la portò immediatamente dal barbiere e le fece tagliare i capelli cortissimi.
Questo accadde nel primo periodo Meiji (1868-1912).
Le figlie di buona famiglia si acconciavano i capelli in
maniera tradizionale e si vestivano in maniera ricercata.
In termini moderni, il taglio corto dei capelli di Kita Fumiko era probabilmente peggio della rasatura completa
del cranio, come fanno qualche volta oggi i membri di
club sportivi.
Sano probabilmente si sarebbe difesa dicendo: “Se una
donna vuole diventare una vera giocatrice di Go e competere con i maschi, deve smettere di essere donna. Per un
Ai giocatori del gruppo di Hoensha piacque molto questo strano discepolo.
“Giochiamo una partita, piccolo monaco” le dicevano.
La ragazza si impegnò nello studio e ripagò le aspettative della madre. La base dell’allenamento per diventare
professionista è quella di rigiocare le proprie partite e
correggere i propri errori. Però, anche se aspirante professionista, Kita era pur sempre una principiante e si dimenticava le mosse. Arrivando a casa doveva rigiocare la
partita per sua madre, ma non si ricordava l’ordine delle
pietre giocate. Stupita sua madre le chiedeva “Dove hai
giocato dopo?” si sedeva ed aspettava per ore la risposta.
Non era cosa da poco se Kita non si ricordava. Anche
quando arrivava l’ora di cena sua madre non cedeva, così
madre e figlia digiunavano.
Era questo rigiocare la partita che spaventava Kita maggiormente. La piazza davanti al Palazzo Imperiale era sulla strada di casa quando faceva ritorno dal Hoensha a
Kanda. I passanti notavano un bellissimo giovane (in verità una ragazza) che raccoglieva pietre scure e chiare nella
piazza.
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Invece di giocarci, sul liscio marmo della piazza, una
volta raccolte abbastanza pietre disegnava una griglia di
19x19 linee per terra, quindi rigiocava la partita che l’aveva impegnata quel giorno. Così evitava un rimprovero
quando mostrava la partita alla madre. Il desiderio di soddisfare sua madre fu probabilmente ciò che fece nascere,
negli anni a venire, la grande giocatrice Kita Fumiko.
era V dan, formò un gruppo di studio, del quale era la
forza motrice.
rashima, lo ammirava sempre per il suo talento.
Durante una riunione del gruppo c’era una partita tra
Iwamoto Kaoru IV dan (ora IX dan in pensione) e Murashima Yoshinori I dan (poi VIII dan), Murashima giocava a due pietre, vuoi perché Iwamoto aveva giocato molto
bene, aveva abbandonato molto presto.
Il giusto tempo dell’abbandono
Perché non hai abbandonato!?
Kigoshi fu stupito della brutta prova di Murashima. Lo
chiamò in un angolo e gli disse di rigiocare la partita. Anche Murashima era un discepolo di Shusai, ma per la sua
giovinezza Kogishi doveva sembrargli più un insegnante
che un discepolo anziano.
C’è una storia su Kita quando aveva 13 o 14 anni ed era
circa a due pietre di distanza da un professionista.
Un giorno giocò una partita con uno dei migliori amatori che era soprannominato il diavolo Shibata. Kita piazzò due pietre ed era in difficoltà, ma lottò duramente e
riuscì a ribaltare il risultato vincendo.
Quando arrivò a casa, sua madre la stava aspettando
impaziente davanti al goban come al solito. Lei rigiocò
subito la partita, ma sua madre perse le staffe.
All’inizio del medio gioco Murashima disse: “Qui è
dove ho abbandonato.”
Kigoshi fissò il goban per un po’, poi disse: “non c’è
ancora niente di male nella tua posizione.”
Giocando una pietra nera continuò: “Se tu avessi giocato qui la partita sarebbe rimasta aperta e l’esito incerto”.
“Dovevi abbandonare una partita così brutta, ma hai
continuato a giocare ed hai vinto. Sei stata molto maleducata con il tuo avversario Shibata-san; perché non hai abbandonato invece di giocare questa mossa?”.
“Pensavo che questa mossa non fosse buona per la risposta di bianco qua” disse Murashima, giocando una
pietra bianca.
La piccola Fumi spalancò gli occhi sorpresa; nel suo
cuore mormorava: “Tu dici che è una brutta partita, e
forse così è, ma non me ne ero accora. Ho combattuto
con tutto il coraggio che avevo, nella mia goffa maniera,
mi sono superata ed ho vinto. Mi aspettavo di essere lodata, invece mi rimproveri. E’ semplicemente troppo ingiusto”.
Nei successivi anni Murashima divenne famoso come
“la fontana della saggezza della Nihon Ki-in”. Da ragazzo
invece era impulsivo, ma forse un po’ testardo (perdonami, Murashima sensei). Nella foga del momento, i due
iniziarono a giocare un’altra partita da dove Murashima
aveva abbandonato, con Murashima che faceva il bianco e
Kogishi il nero.
Perché hai abbandonato!?
Anche se Murashima era bravo, non poteva dare a Kogishi due pietre.
Ecco un’altra storia. Kogoshi Soji (1898-1924) era un
giocatore brillante che doveva diventare l’erede del 21°
Honinbo, Shusai, ma morì giovane (sarebbe diventato il
22° Honinbo, con il nome di Shuritsu). Quando Kogishi
Il Go è un gioco facile. Se abbandoni troppo presto,
vieni rimproverato come Murashima, ma se lo fai troppo
tardi ti metti nei guai come Fumiko. Come è difficile determinare il giusto tempo, non una mossa troppo presto,
non una troppo tardi!
Se guardate attentamente, vedrete che la generazione
più vecchia di giocatori, che ha ricevuto l’insegnamento
all’inizio di questo secolo, cura molto il tempo dell’abbandono.
Spero che il lettore abbia imparato qualcosa dagli
esempi che ho dato.
“Vincere è piacevole, ma perdere non toglie niente al
piacere di giocare”. Chi scrive non può affermare di essere bravo ad abbandonare.
Ma come membro, anche se modesto, della confraternita dei giocatori di Go professionisti, prova il più grande
rispetto per i giocatore come Yamabe e Ishigure, che sanno come abbandonare con stile.
Presto dovette abbandonare per la seconda volta - per
lui deve essere stata una grande mortificazione.
Anche se Kogishi si scottò con la testardaggine di MuVol. 3 - Settembre 2009
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La via naturale del Go
di Takemiya Masaki
Traduzione di Mauro Brambilla (titolo originale: This is Go the Natural Way)
Per gentile concessione del British Go Journal
Parte seconda
Nel fuseki di una parita di Go si tengono d’occhio, naturalmente, i punti più grandi. Ovviamente i grandi punti
sono importanti, ma ancora più importante è la relazione
tra pietre forti e pietre deboli.
Il diagramma 1 mostra il fuseki della prima partita per
il titolo “Pro Best Ten” del 1974. Io giocavo contro Rin
Kaiho, che all’epoca era Meijin.
Dopo che Nero mette in movimento le sue pietre deboli con 1 e 3, Bianco prende il grosso punto in 4, è qui che
Nero gioca l’estensione, invero un po’ tiepida, a 5.
Come risultato, Bianco coglie la stupenda opportunità
di fermare Nero nel suo percorso con il boshi a 6, entrando nel suo allungo.
Nero a sua volta lancia una palla curva (N.d.T.: metafora tratta dal baseball) saltando in 7. Se Nero giocasse 7 in
a, Bianco risponderebbe con b, creandosi ottime possibilità di incursioni sul lato alto.
[Dia 2]
Quando Bianco gioca 1 nel diagramma 3, Nero dovebbe probabilmente dargli del filo da torcere giocando 2 e
poi il salto in 4. Estendere contro la posizione nera con
bianco 5 è grande, ma la risposta di Nero 6 è sufficiente.
Se Nero giocasse 7 in c, Bianco avrebbe una buona risposta con 7. Il fatto che Nero sia costretto a giocare una
pietra così innaturale come la 7, mette in evidenza la sua
difficile situazione.
[Dia 1]
Giocare subito Bianco 1, come nel diagramma 2, è sbagliato, non importa quanto grande sia questa mossa sul
lato destro. In quel caso, Nero occupa il punto vitale 2
paralizzante. Fino a 5 Bianco si dà da fare per vivere, ma
dopo la pietra 6, il controllo di Nero sul lato alto è sufficiente ad assicurargli la vittoria. E’ essenziale che Bianco
salti in 2 nel diagramma 1, ma quando Bianco gioca 4,
Nero è obbligato a rispondere 5, una mossa mite probabilmente influenzata dalla propensione di Rin per il territorio.
[Dia 3]
Vol. 3 - Settembre 2009
30
Se la partita si fosse sviluppata così Bianco non avrebbe
avuto nessun attacco efficace al gruppo centrale, e per
Nero sarebbe stato assai facile proseguire la partita da
quella posizione.
nette il gruppo nero in due parti, che dovranno lottare
separatamente per vivere.
Soluzioni ai problemi di Go di pag 26
Avanzati
[Dia 5]
[Dia 4]
Nero 1 nel diagramma 4 (7 nel diagramma 1) è una
mossa accuratamente studiata.
Se Bianco, senza pensarci, spinge attraverso le pietre
nere con 2, Nero guizza via con 3, e Bianco ha fallito il suo
schema. Se Bianco gioca 4, Nero salta a 5, leggero rispetto
alla sua pietra segnata; Nero ha parato l’attacco con successo facendo sabaki. Prima di Nero 3 avrebbe dovuto
giocare, molto probabilmente, la sequenza forzante Nero
a, Bianco b, Nero c.
A: la mossa 1 di Bianco è natu- B: 1 è corretto, la pietra minaccia
rale; se Nero gioca da un lato, di catturare in shicho le due pietre
Bianco gioca dall’altro
segnate. Se Bianco dà atari ad un
gruppo, l’altro si salva. Se Bianco
spine in “d” o in “c”, Nero connete
in “a” o in “b”
La pietra segnata precedentemente giocata nel punto
vitale, ha lavorato bene, dando a Bianco un vantaggio su
Nero nel fuseki.
Il diagramma 5 mostra il proseguimento della partita
(mosse da 24 a 31).
Bianco attacca ad 1, mirando a dividere il gruppo nero.
Se Nero risponde in a allora spingere con b con una mossa diagonale è davvero efficace per Bianco.
Nero si butta su 2, ma Bianco, affatto preoccupato, va
avanti e taglia con il keima in 3. Quest’unica pietra scon-
C: Nero gioca 1 e uccide tutto. Incredibile ma vero!
D: Nero gioca 1, continua per simmetria (a seconda della spinta
bianca) e vive.
E: Nero vive e cede una sola pietra. Se Bianco connette, Nero ha
anche il sente!
Vol. 3 - Settembre 2009
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La Federazione
Iscrizione
Per iscriversi è necessario compilare il modulo che trovate online
all’indirizzo: http://www.figg.org/federazione/iscrizione.html
La Federazione Italiana Giuoco Go è una associazione culturale,
apolitica e senza fini di lucro il cui fine è la promozione e lo sviluppo del
gioco in Italia. È affiliata alla Federazione Europea ed alla Federazione
Internazionale.
In alternativa al numero di fax indicato, in caso di difficoltà nell’invio è
possibile utilizzare anche lo 02.700427596 oppure scrivere a
[email protected]
Fondata nel 1989, organizza tornei, campionati e corsi, anche online; dispone di un sito web dove è possibile reperire materiale didattico
per principianti ed esperti, notizie aggiornate sul mondo del Go ed altro
ancora.
L’attuale Consiglio Federale è stato eletto il 1 Dicembre 2007. L’incarico dura 3 anni.
Responsabili aree
Stone Age
Presidente Commis- Diego Durazzi
sione Didattica
[email protected]
Responsabile Viag- Roberto
gi
Foschi
[email protected]
Direttore sito web
[email protected]
Isamu Oka
[email protected]
Vice
Presidente
Fernando
Fernandez
[email protected]
Vice
Presidente
Marco
Spolaore
[email protected]
Vice
Presidente
Davide Minieri
[email protected]
Segretario
Gionata Soletti
[email protected]
Responsabile
comunicazione
e Tesoriere
Nicoletta
Corradi
comunicazione @figg.org
Vice
Segretario
Maurizio De Leo
[email protected]
Responsabile
didattica
Diego Durazzi
[email protected]
Proboviri in carica:
Marco Fava
Responsabile
rapporti con i
Club
Davide Bertok
[email protected]
I servizi
[email protected]
Consigliere
[email protected]
Cristiano
Garbarini
Tutta la corrispondenza va inviata a:
Federazione Italiana Giuoco Go
via Giannone 6
20154 Milano
fax: 02/3315648
[email protected]
[email protected]
Presidente
Consigliere per Marta Luchi
internet
Marta Luchi
Presidente Commis- Fernando
sione Gradi/Tornei
Fernandez
Paolo
Montrasio
Consiglio dei Proboviri
Le ultime elezioni per il Consiglio dei Proboviri sono state effettuate il 1 Dicembre 2007, in occasione di una prossima assemblea saranno riaperte
le candidature per i due posti di proboviro attualmente disponibili.
* Una newsletter periodica in formato elettronico
* Un rating computerizzato del grado. Possibilità di partecipare a tornei
nazionali e internazionali
* Contatti per il reperimento di materiale e documenti
* Un libro di lezioni per principianti (30-15 kyu) scaricabile in formato PDF,
vedere l’area di download file
* Materiale didattico scaricabile dal sito in PDF
* Aiuto logistico-organizzativo per la creazione di Go-club
* Prestito di materiale e consulenze per l’organizzazione di tornei
* Un sito web
Tesseramento
I rinnovi possono essere effettuati versando la quota, idealmente nel primo trimestre dell’anno:
- a un consigliere
- al proprio rappresentante di Club
- mediante versamento con bollettino postale o bonifico sul seguente
conto:
Conto BancoPosta n. 26063255
intestato a Maurizio Vitari, via XXV Aprile 30,
20016 Pero (MI)
CIN: Z ABI: 07601 CAB: 01600
numero C/C: 26063255
IBAN: IT17Z 07601 01600 000026063255
Per segnalare l’avvenuto pagamento o chiedere eventuali informazioni
sulla scadenza della propria quota è possibile mandare una mail a
[email protected]
Invitiamo a segnalare sempre l’avvenuto rinnovo qualora venga effettuato un versamento sul conto, in quanto i nominativi di chi ha effettuato il
pagamento vengono comunicati dalla posta solo dopo molto tempo.
Si ricordano le tipologie di quota:
Socio ordinario: 10,00 euro [Destinata principalmente a chi si iscrive tramite internet e non ha un Club di riferimento.]
Socio agonista: 15,00 euro [Chi partecipa abitualmente a tornei è invitato a preferire questa tipologia di tessera.]
Socio sostenitore: 50,00 euro
Socio benemerito: 130,00 euro
Socio a vita: 516,00 euro
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