Vol. 3 - Settembre 2009 - quadrimestrale
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Vol. 3 - Settembre 2009 - quadrimestrale Benvenuti... Sommario Pubblicazione quadrimestrale Organo ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Go E-mail: [email protected] Web Master: Paolo Montrasio Sito: www.figg.org DIRETTORE RESPONSABILE Marta Luchi DIREZIONE ARTISTICA E IMPAGINAZIONE Marta Luchi RESPONSABILE STONE AGE ORIGINALE Marco Spolaore REDAZIONE E COLLABORATORI Giancarlo Angeloni, Angela Corbari, Nicoletta Corradi, Leonardo Alberto Dal Zovo, Giuseppe de Buoi, Sandro Dunatov, Mirco Fanti, Lorenzo e Marco Fava, Fernando Fernandez, Mirel Ion Florescu, Leonardo Giuliato, Marta Luchi, Isamu Oka, Gionata Soletti, Marco Spolaore Nuovo Stone Age è una rivista distribuita ai soci della FIGG (Federazione Italiana Giuoco Go) Abbonamento: Gli interessati (non soci) a riceverla in abbonamento possono associarsi alla FIGG. Numeri arretrati: I soci FIGG possono scaricare gli arretrati dopo essersi identificati nell’area soci Contributi: lettere, articoli e materiale da pubblicare può essere spedito a [email protected] © Federazione Italiana Giuoco Go - 2009 È vietata qualsiasi riproduzione, adattamento, traduzione senza autorizzazione. Il materiale ivi pubblicato non riflette necessariamente le opinioni della FIGG, dei suoi consiglieri o del suo staff editoriale. Eccoci nuovamente qui con voi e con sempre un numero maggiore di argomenti di cui discutere! Anche in questo numero il nostro Leonardo Dal Zovo ci racconta qualcosa sulla sua avventuara di studio in Corea con una interessante intervista al direttore della scuola Kings Baduk Center. Il Go Club del Tortellino ci introduce al prossimo campionato italiano, il 30°, che si giocherà a Bologna; Mirco Fanti ci parla questa volta del torneo disputato a Cormons. Per la sezione tecnica, il maestro Ion Florescu prosegue con le spiegazioni sullo yose (il finegioco) assegnando nuovi compiti per casa e Giuseppe de Buoi, nella sua rubrica per principianti, ci fa virtualmente entrare nel clima del dojo. Da questo numero arriva una nuova rubrica: nei prossimi numeri cercheremo di conoscere i tanti go club presenti in italia, questa volta VenetoGO si racconta. Quale sarà il prossimo go club? Scrivete alla redazione per raccontarci il vostro! Bologna: XXX Campionato italiano 3 Prossimi tornei in Italia 4 V Torneo di Cormons 5 Il baduk in Corea del Sud Kim Sung Rae e il Kings Baduk Center 7 Lezioni di Yose: Quanti punti? 10 Notizie Flash 11 La rubrica dei principianti 12 Vita di club: L’associazione VenetoGo 15 La Federazione 32 Del vecchio StoneAge proponiamo solamente articoli del numero quattro, ci siamo accorti che anche la redazione del vecchio StoneAge aveva preso entusiasmo in questo loro nuovo progetto e ha riempito di articoli la newsletter. Spiccano “La ballata del Gongolo” di Marchesoni e, per quelli a cui piace la cronaca di eventi passati, il XII campionato italiano e l’assemblea generale del 1991. Altri nuovi collaboratori si sono aggiunti, siamo felici di veder crescere questo progetto tra l’entusiasmo di tanti, è un progetto aperto a tutti, se avete un po’ di tempo da investire nel migliorare questa rivista, o per scrivere qualcosa, fatevi sentire, l’email [email protected] è a vostra disposizione! Buona lettura, ci vediamo al prossimo numero di gennaio! Marco Spolaore Copertina di Marta Luchi Vol. 3 - Settembre 2009 2 Nel week-end del 7 ed 8 novembre, si terrà a Bologna la trentesima edizione del Campionato Italiano. Il pensiero corre spontaneamente a sette anni fa, al primo (e fino ad ora unico) Campionato Italiano tenuto a Bologna: era anche il primo torneo in assoluto che il “Tortellino” organizzava, e realizzarlo insieme a FIGG fu estremamente emozionante. Bologna: XXX Campionato italiano di Giancarlo Angeloni Fu una grande esperienza, ed il contatto pressoché quotidiano con Nicoletta ed altri amici della FIGG, la trasformò per noi in una sorta di “scuola di tornei”, che ci permise di realizzare senza grandi problemi i successivi, forti dell’esperienza trasmessaci da organizzatori ben più navigati di noi. Certo, ci furono problemi di date e orari (tra fiere bolognesi e impegni della sala prescelta), ma tutto sommato andò tutto bene, ed il CI 2002 è tuttora un ricordo piacevole nel quale immergere ed attardare i propri pensieri. Ma chissà perché, il parlare di problemi nella “gestazione” di tornei, fa correre immediatamente il pensiero all’ormai prossimo CI 2009… ? Già perché, com’è naturale che sia, qualche difficoltà nel far nascere il torneo l’abbiamo avuta: ad esempio per la sede che pensavamo di utilizzare (la stessa del torneo di San Valentino) che si è rivelata inadatta, così come le diverse proposte successive che per un motivo o per l’altro (anche economici) erano non utilizzabili. Be’, l’entusiasmo è lo stesso del 2002, ed il lavoro di preparazione non è certo ancora finito: attendiamo quindi con ansia il momento nel quale incontreremo tanti amici goisti a Bologna, per giocare e divertirsi insieme. Tra questo ed altri problemi (anche inaspettatamente di date), Davide si sarà sicuramente un po’ stufato di sentirmi proporre città alternative dove tenere il CI 2009: gli avrò probabilmente sciorinato tutte le città italiane, (San Marino e Vaticano comprese) in ordine alfabetico! :-) Scherzi a parte, è stato risolutivo il coinvolgimento degli amici del “Selene Centro Studi – Eko”, associazione bolognese culturale, polisportiva e di promozione sociale molto attiva, e molto legata alle discipline orientali (Judo, Aikido, Kendo…). E’ grazie a loro che abbiamo ottenuto il patrocinio da parte del Quartiere Savena del Comune di Bologna, ed è sempre grazie a loro che risolveremo alcuni problemi di logistica (la sala polivalente del quartiere è infatti priva dei tavoli necessari, che ci otterremo prelevandoli dalla “Casa del Paleotto”, centro culturale gestito sempre dalla Sel.C.-Eko). Colgo quindi l’occasione di queste righe, per ringraziare pubblicamente Guido del Selene Centro Studi – Eko (maestro di judo, ed appassionato di GO), senza il quale probabilmente non saremmo riusciti a tenere il CI 2009 a Bologna. Ed ora? Be’, l’entusiasmo è lo stesso del 2002, ed il lavoro di preparazione non è certo ancora finito: attendiamo quindi con ansia il momento nel quale incontreremo tanti amici goisti a Bologna, per giocare e divertirsi insieme. Il XXX Campionato Italiano di Go, l’edizione 2009, si terrà a Bologna nel week-end del 7 ed 8 novembre, in via Faenza 4: trovate tutti i dettagli e gli aggiornamenti sul sito www.tortellinogoclub.org/torneo/2009/ci_figg. Vi aspettiamo!, e non scordate di registrarvi! Prossimi tornei in Italia 17-18 Ottobre 2009 Torneo Il Gladiatore 2009 (Roma) Informazioni sul sito AGI 31 Ottobre-1 Novembre 2009 Torneo di Lucca Comics (Lucca Comics) Informazioni sul sito VenetoGo 7-8 Novembre 2009 XXX Campionato Italiano (Bologna) Informazioni sul sito del Go Club Tortellino 28-29 Novembre 2009 XII Congresso Italiano di Go Pandanet Go European Cup Super (Milano) Informazioni sul sito FIGG 27 Dicembre-2 Gennaio 2009 Stage Go & Ski (Pragelato - Torino) Gli organizzatori del Go club del Tortellino Informazioni sul sito AGI Vol. 3 - Settembre 2009 4 Come raccontare il 5° Torneo di Cormons, se non descrivendo le sensazioni e le emozioni provate che sono state tante? Prima di tutto la calda accoglienza dell’azienda vinicola Gradnik di Plessiva che ci ha rallegrato con la sua ospitalità, col buon cibo e il buon vino. La sera poi, hanno portadi Mirco Fanti to, i più resistenti di noi, a scoprire le feste di paese. A seguire la bellezza dei paesaggi, le colline vicine, piene di filari di vite, che lasciano incantati per le dimensioni ridotte e l’ordine che le contraddistingue. V Torneo di Cormons E poi la presenza di In-Seong Hwang 8d Coreano, residente a Berlino, attualmente il 4° giocatore in Europa si è fatta sentire, nei commenti alle partite giocate e nella lezione tenuta, che ha brillato per semplicità e chiarezza. Mi ha colpito l’impostazione del finegioco, dove finalmente mi è sembrato di capirci qualcosa di quelle nozioni che ho cercato di apprendere in un libro che mi sono letto più volte costringendomi, perché non sono mai riuscito a farmi piacere la teoria del finegioco, ma che non ho mai capito fino in fondo. E ancora l’invasione dello shimari che ho messo subito in pratica applicandola in alcune partite che ho giocato dopo lo stage. Insomma, la sensazione prevalente è quella di sentirsi coccolati, sia nelle vivande che nell’ospitalità, sia nel gioco che negli approfondimenti goistici. Mi ha colpito l’impostazione del finegioco, dove finalmente mi è sembrato di capirci qualcosa di quelle nozioni che ho cercato di apprendere in un libro I protagonisti del torneo non sono stati come al solito i dan inarrivabili per i comuni mortali, ma dei normali giocatori kyu che una volta tanto hanno avuto la possibilità di giocare per la vittoria in un torneo internazionale e uno dei più importanti tornei italiani. Il primo posto è stato inseguito principalmente da 3 giocatori: Luka Camernik, sloveno, reduce dalla Corea (il maestro coreano lo ha definito come 1 - 2 dan); Mirco Fanti (lo scrivente) finora digiuno di piazzamenti ai primissimi posti di un torneo e Claudiu Melenco di Brescia (giocatore di origine rumena) al suo primo torneo dal 1998. In-Seong Hwang, 8d coreano Gli stili di gioco erano molto differenti: il primo, Luka ben impostato, chiaramente influenzato dagli insegnamenti dei maestri coreani; il secondo, Mirco che pur con una buona preparazione di base, arriva sempre a fine partita con il fiato corto (e senza tempo), il terzo, Claudiu, roccioso, influenzato da una delle migliori scuole di go in Europa. Claudiu soprattutto, ha dato una impronta decisiva al torneo, con i suoi consigli tra i quali quello di trascrivere le partite che si giocano ai tornei: “se no”, parole sue “ come migliori?”. E la sua buona visione di gioco come quando ti mostrava un taglio decisivo, invece della solita mossa difensiva. Il suo primo posto è quindi più che meritato, mentre Luka, arrivato terzo, avrebbe probabilmente meritato qualcosa di più. Fra le prestazioni più interessanti ancora Giorgio Gagari e Paolo Driussi con 4 vittorie. Vedremo quindi nei prossimi tornei, cosa sapranno dimostrare i giocatori kyu protagonisti di questo di Cormons, ma l’idea è che sia Claudiu che Luka, siano potenzialmente giocatori al livello dan. Per l’Italia sarebbe una buona notizia avere il 10 ° giocatore dan (Claudiu), per la Slovenia, anche se ha molti più giocatori forti di noi, la buona notizia sarebbe avere una nuova giovane promessa del go (Luka). Concentrazione che le lezioni dal vivo siano molto più efficaci di quelle su internet e che anzi, siano quasi indispensabili per capire qualcosa del go. Infine per concludere sul torneo, devo dire che io mi sono divertito moltissimo. Per quello che riguarda il campione coreano, la speranza è quella di poterlo vedere in un altro seminario, anche perché sono sempre più convinto (come del resto è logico che sia), Luka Camernik vs. Mirko Fanti La premiazione Vol. 3 - Settembre 2009 6 Il baduk in Corea del Sud Kim Sung Rae e il Kings Baduk Center Per continuare a raccontare come viene vissuto il go in Corea del Sud ho pensato di proporre in questo numero della rivista un’intervista con il direttore della scuola Kings Baduk Center, Kim Sung Rae (Kim è il cognome, molto diffuso in Corea), per conoscere un po’ meglio la scuola e la sua storia personale. di Alberto Quello che segue dunque è il reso- Leonardo Dal Zovo conto di una chiacchierata a fine Maggio 2009 con questo giocatore professionista, il cui ruolo all’interno della comunità goistica internazionale diventerà sempre più importante per la sua grande passione per l’insegnamento, il suo impegno per dare nuove possibilità ai giocatori stranieri, la sua conoscenza della lingua inglese e per il grande interesse dei giocatori occidentali verso la strada del professionismo e più in generale per il miglioramento in effetti non provenivo da molti anni di studio intenso e anche per la mia età avanzata, ma penso che mi abbia aiutato molto un certo talento che penso di avere. E’ un’ottima opportunità per i giocatori europei ed italiani, perché è molto difficile studiare da soli o con pochi altri giocatori: una scuola è molto importante La sede del Kings Baduk Center nel gioco del go, che ricordo in coreano si chiama baduk. Sono molto importanti anche le rivelazioni che mi ha fatto sul prossimo futuro del go per gli stranieri in Corea del Sud. Ma andiamo per ordine... Leonardo: Ci parli un po’ di come ha imparato a giocare a baduk e qual’è stata la sua strada verso il professionismo, visto che si dice che la sua sia una storia un po’ particolare. Kim Sung Rae: Ho iniziato a giocare a baduk quando frequentavo la scuola elementare, all’età circa di 9 anni. Ho continuato a giocare anche alle scuole medie, fino a quando a 15 anni mio padre mi ha proibito di giocare e mi ha mandato al college. Nonostante tutto, anche lì ho continuato un po’ a giocare, e dopo aver terminato gli studi ho iniziato a lavorare per una compagnia di assicurazioni. Non mi piaceva e non ero soddisfatto del mio lavoro e allora, dopo ben 7 anni di lavoro, quando avevo ormai 34 anni, ho lasciato il lavoro nel Gennaio del 1996. In Marzo ho partecipato ad un campionato per giocatori non professionisti e sempre a Dicembre dello stesso anno sono stato promosso professionista ed ora sono 4 dan professionista. Tutti sono stati sorpresi della mia promozione perché Spero che presto molti occidentali diventino giocatori professionisti in Corea, sarebbe una cosa molto positiva. Tra l’altro l’anno prossimo probabilmente avremo una nuova scuola, e speriamo che il governo ci aiuti con dei finanziamenti: in questo modo sarà possibile creare un gruppo ancora più grande di studenti sia stranieri sia coreani per studiare tutti insieme ed imparare di più in una grande scuola. Leonardo: Che possibilità ci sono per i giocatori stranieri, e più in particolare per gli europei ed italiani, per studiare in questa scuola? Kim Sung Rae: La società King’s Field mi ha commissionato la realizzazione di alcuni libri di baduk per bambini, e da questa collaborazione poi è nata l’idea di aprire questa scuola. Il go giapponese sta un po’ passando un brutto periodo, e anche il baduk coreano anche se molto meno, e dunque questa è un’ottima opportunità per gli stranieri per migliorare nel gioco e per visitare e conoscere la Corea. Kim Sung Rae: E’ un’ottima opportunità per i giocatori europei ed italiani, perché è molto difficile studiare da soli o con pochi altri giocatori: una scuola è molto importante. Ci sono due possibili percorsi per chi vuole venire a studiare in questa scuola: studiare per diventare un professionista e studiare per diventare un insegnante. La cosa più importante, una volta portati a termine gli studi, è quella di tornare nel proprio paese d’origine ed insegnare il baduk. Più stranieri verranno, più sarà possibile creare delle regole specifiche per loro all’interno dell’Hankuk Kiwon (l’associazione nazionale coreana) per creare nei prossimi anni speciali tornei per stranieri per diventare professionisti. Lo scopo è quello di formare sempre più giocatori forti, in questo modo vari europei Durante la giornata si studia e si gioca Le stanze dell’alloggio, molto essenziali, ma con tutto quello che serve Leonardo: E ora c’è questa nuova esperienza del King’s Baduk Center. Com’è nata l’idea di questa scuola e com’è strutturata? Vol. 3 - Settembre 2009 8 penso potranno diventare professionisti. Leonardo: Chi può venire a studiare nella scuola, chi ha maggiori possibilità di successo e che tipo di impegno è previsto, se si può fare un discorso generale, per diventare professionisti studiando in questa scuola? Con la bella stagione si studia e si gioca anche all’aperto Kim Sung Rae: Sicuramente è meglio essere giovani per imparare meglio, solitamente i ragazzi hanno un migliore capacità di apprendere e anche molte meno preoccupazioni per la testa, ma soprattutto per il corso per diventare insegnanti sono ben accette anche persone meno giovani. Le ragazze inoltre sono ben accette, perché per loro il percorso verso il professionismo è sicuramente più semplice, visto che c’è molta meno competizione rispetto ai ragazzi. Per diventare un professionista probabilmente servono da 2 a 3 anni di studio, e dopo questo è soprattutto il talento a decidere quanto si potrà migliorare. Ma prima di tutto è importante lo studio. Leonardo: Qualche consiglio per chi studia da solo e a casa, magari in attesa di venire in questa scuola? Kim Sung Rae: La cosa più importante è risolvere più problemi possibile (ma senza soluzione, mi raccomando!) e studiare le aperture. Per le persone a casa sarà anche possibile seguire delle lezioni online presto, per cui prossimamente ci sarà anche questa possibilità. Le persone che vogliono venire qui a studiare avranno, non so bene per quanto ancora, la possibilità di farlo per 3 mesi in maniera gratuita (ovvero senza pagare la retta mensile ma solo una piccola iscrizione) e successivamente se ritenuti meritevoli avviati al percorso di studi per diventare professionisti con una borsa di studio (dunque potranno rimanere a studiare gratuitamente), altrimenti potranno rimanere a studiare pagando una retta mensile che si aggira sui 250$ che comprende gli insegnamenti, vitto e alloggio all’interno della struttura scolastica. Kim Sung Rae durante le sue lezioni Tutto il gruppo ad ascoltare il commento di una partita Ricordo a tutti gli interessati che è possibile contattarmi per avere maggiori informazioni sulla scuola e visitare il mio sito/blog, da poco rinnovato, in cui ho raccontato la vita scolastica nel Kings Baduk Center, oltre che molte cose riguardanti la Corea e le sue meraviglie naturali e storiche: http://www.stopciovo.com Studio di gruppo con Kim Sung Ryong, 9p Vol. 3 - Settembre 2009 9 Lezioni di Yose: Quanti punti? Nel diagramma 4 possiamo vedere cosa succede se bianco gioca per primo su 1. Nero cattura con 2, quindi bianco ricattura e arriviamo al diagramma 5. Nero ha così catturato due pietre e bianco una, nero in questo caso ha un punto più di bianco. Diagramma 04 Confrontando il diagramma 5 con il diagramma 3, possiamo concludere che la differenza tra loro è di solo un punto! Quindi la mossa 1 nel diagramma 3 vale solamente un punto! Inizieremo la lezione di oggi con le soluzioni dei problemi che vi ho proposto nell’ultimo numero. Come abbiamo imparato, il valore di una mossa si conta confrontando le due possibili situazioni: quella in cui bianco gioca per primo con quella in cui inizia nero. Nel diagramma 1 vediamo cosa succede se nero comincia per primo. Bianco bloccherà con 2 e nero collegherà con 3, lasciando un ko da giocare. Le possibilità di vincere un ko sono 50/50, così possiamo dire che bianco ha mezzo punto (o più di zero, se preferite). di Ion Florescu Nel diagramma 2 vediamo che succede se bianco inizia a giocare per primo con 1. Il punto A sarà di bianco così la differenza tra questo risultato e quello del diagramma precedente è meno di un punto! Come potete vedere, ci sono situazioni dove una mossa è non necessariamente di valore intero (1,2,3, ecc.) ma anche una frazioDiagramma 02 ne di punto! Da notare che il valore di un ko è di mezzo punto perché servono due mosse per guadagnare un punto, così l’efficienza è di mezzo punto per mossa. Utilizzeremo la stessa formula anche per il prossimo problema. Se nero gioca per primo, nel diagramma 3, ottiene due punti: uno di territorio e un prigioniero. Diagramma 01 Diagramma 05 La stessa formula si applica per l’ultimo problema. Nel diagramma 6 vediamo cosa accade quando bianco gioca per primo su 1: nessuno fa punti di territorio in quest’area. Diagramma 06 Se Nero gioca per primo invece, arriviamo alla posizione in diagramma 7. Diagramma 03 Nero 1 è un tesuji e, dopo bianco 2, nero gioca 3 e bianco non può connettere così le sue due pietre sono perse. Il diagramma 8 vi mostra invece una variante, bianco può giocare in 2 invece di catturare ma il risultato finale è lo stesso. Vol. 3 - Settembre 2009 10 Tutto quello che dobbiamo fare adesso è di confrontare il diagramma 6 con uno qualsiasi dei due diagrammi 7 e 8. Diagramma 07 Le vostre domande e i vostri suggerimenti sono sempre i benvenuti! Notizie Flash Diagramma 08 Dato che nel diagramma 6 nessuno ha fatto punti e nei diagrammi 7 e 8 nero ottiene un profitto di tre punti, questo significa che il valore di una mossa in questa posizione è di tre punti! I successivi 4 diagrammi sono i vostri compiti per casa per la prossima lezione. Quanto vale una mossa in A? Si svolgerà ad Amburgo il 3 e 4 ottobre 2009 ed è sponsorizzato dall’azienda coreana Kido Industrial Co., Ltd. la Kido Cup ad Amburgo. Secondo lo stile coreano ci saranno 5 tornei separati: Top group (limitato ai 16 migliori giocatori amatoriali con passaporto di un paese europeo), under 12, under 18, Femminile e Maschile. Saranno ospiti della manifestazione due giocatori professionisti provenienti dalla Corea. Maggiori informazioni al sito del torneo. Si svolgerà a Pitesti, in Romania dal 9 all’11 ottobre 2009 il prossimo Campionato Europeo a squadre. Maggiori informazioni sul sito del torneo. Per la formazione di una prima squadra italiana contattate pure la federazione all’indirizzo figg AT figg.org Diagramma 09 Diagramma 11 Diagramma 10 Diagramma 12 La quarta edizione del torneo “Prime Minister Cup International Baduk Tournament” (KPMC) si terrà a Jeonju city, Jeollabuk-do, Corea, dal 23 al 28 ottobre 2009. La procedura di chiamata ai giocatori con punti si è conclusa, il rappresentante per l’Italia è Sandro Poldrugo, riserva Alessandro Scolavino. Si svolgerà il 24-25 ottobre 2009 il 24° “Brussels tournament”. Si disputerà in 5 turni con accoppiamento MacMahon, e con un tempo di 1 ora + 15 pietre in 5 minuti (byoyomi canadese). Il primo premio sarà di 1000 euro più vari altri premi. Maggiori informazioni si possono trovare sul sito del torneo http://www.gofed.be/en/tournament/brussels Vol. 3 - Settembre 2009 11 La rubrica dei principianti (riservato agli under 10 kyu!) Provo ora a raccontarvi uno di questi episodi. Un Signore italiano, che vuole restare anonimo (ho comunque il suo permesso di parlare di lui), studia e pratica Buddismo Tibetano, viaggia, e per caso si ritrova in una situazione in cui si gioca a Go. Ne rimane molto colpito, e dopo un anno di “incubazione” decide di imparare il Go. Si procura un libro per principianti, e comincia a guardarselo. Poi, per le solite coincidenze fortuite, si rivolge a me per aiuto, e io accetto. Primo incontro Facciamo la prima partita Nel 1985, due anni dopo la morte del mio Maestro, ho aperto un Dojo. alla Via “del miglioramento”, è il Dojo. Non è un luogo solo “fisico”; quello che conta veramente è che sia anche un luogo “spirituale”. Dojo è un termine giapponese che significa: luogo in cui si cerca la Via. Difficile dire cosa sia la Via, ogni definizione sembra paradossalmente renderne più difficile la comprensione. di Giuseppe de Buoi Limitiamoci a constatare che qualcuno di noi non è contento di come è, e vorrebbe sentirsi meglio. Se vuole davvero tentare, non ha che un modo per iniziare: cominciare a riconoscere che deve assumersene la responsabilità e individuare almeno una delle sue parti che funzionano eclatantemente male. Ma non ci si può fare a pezzi; un essere vivente, fatto a pezzi, muore… bisogna rimanere interi, eppure metter mano a singoli pezzi. E’ un processo diverso da quello di smontare un motore inefficiente e sostituire i pezzi difettosi. Qualcuno può farcela da solo. Altri hanno bisogno di strumenti già sperimentati, di compagni di ricerca, forse perfino di un Maestro, e di un luogo dedicato alla pratica. Questo luogo dedicato alla pratica, Intorno al 2002 ho offerto il Dojo a Shigeno Sensei, per la pratica del Go. Lei accettò e si formò un gruppetto di lavoro che durò un paio d’anni. Shigeno Sensei ha avuto una esperienza come uchi deshi (apprendista che vive nella casa del Maestro), e così potemmo sperimentare cosa significhi giocare a Go in un Dojo. Quando Shigeno Sensei ritornò in Giappone, mi trovai a un bivio: o smettere di giocare a Go per mancanza di Dojo, o tentare di ricreare senza di lei un gruppetto di giocatori nel Dojo. Non sono riuscito a fare né una cosa né l’altra. Non sono riuscito a smettere di giocare a Go per mancanza di forza d’animo. Non sono riuscito a ricreare un ambiente di Dojo di Go perché non sono riuscito a cogliere l’essenza del Go, e quindi non potevo trasmetterla. E purtroppo dopo Shigeno Sensei non si è ripresentato nessuno. Ma qualcosa è comunque successo: piccoli sprazzi occasionali di un Go praticato come Via, un misogi (purificazione) forse, così come avevo sentito frequentando Shigeno Sensei. Nero prende un angolo, anche se il 2-2 è troppo vicino ai bordi. Dopo Bianco 3-3 non ci sono opportunità interessanti per sfruttare la partita, per cui Bianco sbaglia appositamente giocando 4, in modo che Nero possa giocare 5 hane. Hane permette a Nero di avere a disposizione una estensione in terza linea sul lato nord, che gli dà modo di fare una forma carina e di circoscrivere un po’ di Diagramma 01 territorio. Per chi ama usare l’insegnamento per imparare lui stesso, questo metodo si chiama: induzione di buone mosse. La “chiave” del metodo consiste semplicemente nell’aspettare che “l’allievo” trovi la mossa da sé. In effetti Nero gioca hane (ne rimango incantato…) e poi fa l’estensione, risultato di cui giustamente si compiace. 7 non è tecnicamente corretto, ma quel che conta è che Nero ha provato il bisogno di completare la forma. Bianco allora prosegue con 8 lasciando deliberatamente il suo gruppo debolissimo, per vedere se Nero pensa ad apDiagramma 02 profittarne localmente, e come. Vol. 3 - Settembre 2009 12 Ma Nero fa molto di più, pensa in grande e gioca nell’angolo sud ovest, passando da un 2-2 a un komoku. Magnifico! In questo stadio di apprendimento non ha nessuna importanza che anche Nero lasci il suo gruppo a nord in condizioni precarie. Nero poteva rafforzarsi e ingrandirsi in sente a spese di Bianco, naturalmente. Ma il komoku 9 è un vero e proprio salto di qualità rispetto al 2-2 iniziale, e tanto più è tecnicamente inconsapevole, tanto meglio è. Seconda partita Che la prima partita non sia stata giocata invano lo dimostra l’apertura di nero in sansan, più ariosa del 2-2. Ma nero non ha ancora spiccato il volo, deve prima assestarsi sul nuovo livello. Così si sviluppa la posizione del diagramma, che Nero riconosce da sé come Diagramma 03 totalmente insoddisfacente, specialmente se paragonata a quella di Bianco. Nero non sa dire perché gli piace più Bianco di Nero, ma la sua sensazione è precisa. E’ il momento buono di dare un paio di indicazioni. La prima indicazione è che la forma di Nero ha meno libertà di una semplice riga dritta: 9 a 12. Quindi ha meno forza della riga dritta per un eventuale combattimento. Su questa considerazione che la libertà dà forza, Nero si sofferma con interessanti commenti personali. La terza indicazione è che se nero “sgrana” le sue 5 pietre in terza linea facendo degli ikken tobi, il risultato è quasi esponenziale: addirittura due interi lati del goban sono sotto influenza nera. A questo punto Bianco chiede a Nero se per caso non si ritiene una persona timida, e Nero risponde che in effetti è molto più timido di quanto lasci vedere. E succede una cosa davvero carina: Nero mostra di avere gradito la domanda e si rilassa completamente! Diagramma 05 Terza partita Le indicazioni date a commento della seconda partita hanno un effetto stupefacente: Nero apre con una mossa miai in quarta linea per i due sansan a nord! Bianco risponde specularmente, e verbalmente invita Nero a provare un po’ di ikken tobi. Nero risponde all’invito giocando il kosumi 3 :-) Questa proprio Bianco non se l’aspettava… e cerca di capire Diagramma 06 cosa è successo. Bianco gioca l’ikken tobi 4 per dare l’esempio, Nero lo imita, Bianco continua con l’altro ikken tobi 6, e Nero ancora una volta non gioca ikken tobi, ma il nobi 7 a contatto con bianco. Ora Bianco ha capito cosa è successo a Nero. Nero si sta sciogliendo dai legami che lo avevano indotto a creare la forma della seconda partita, ma non può farlo di colpo, lo può fare solo gradualmente. Questa gradualità gli è così necessaria che può giocare solo un ikken tobi su tre (perfino se era stato invitato a provare liberamente), probabilmente per compensare emotivamente il maggior distacco dal bordo della prima mossa di apertura. Bianco ora deve stare molto attento a non creare una tensione che intralci il processo evolutivo di Nero. Diagramma 04 La seconda indicazione è che la riga dritta coinvolge una maggiore porzione del goban, quindi ha più influenza della forma nera in partita. Vengono giocate ancora alDiagramma 07 cune mosse puramente interlocutorie (non riportate qui) e Nero all’improvviso chiede: puoi farmi vedere un semeai? Bianco è in imbarazzo: non sa se è in grado di costruire dal niente un esempio corretto di semeai, ma sa che comunque gli ci vorrebbe un sacco di tempo, con il rischio di interrompere il flusso della relazione con Nero. Mentre ci pensa, Bianco ha un flash, una sorta di scarto logico, e costruisce la ben nota posizione in centro, a partire dal Tengen e un taglio incrociato. Ecco, commenta Bianco, questi sono 4 gruppi senza occhi in competizione tra loro, da qui è molto facile che si svilupperanno dei semeai. Nero annuisce. Bianco fa vedere rapidamente cosa potrebbe succedere, qualcosa effettivamente viene catturato in semeai, grosso modo l’esempio funziona quanto basta. Ma a questo punto Bianco non si accontenta, toglie le pietre dal goban, ricrea la posizione iniziale e dice a bruciapelo: questo è un mandala, lo riconosci? Diagramma 08 Nero ha un vero e proprio sussulto, si vede chiaramente che il suo modo di guardare il goban cambia e scoppia in una risata: ma certo! Esclama: ho lavorato con i mandala per 10 anni, ma mai in questo modo… In quel momento sappiamo entrambi di essere all’inizio di qualcosa di totalmente nuovo rispetto a prima, e su questo ci fermiamo. Così Bianco rilascia la tensione di colpo, e gioca l’ikken tobi 8 allentando il contatto con Nero, e Nero allora riesce a giocare un altro ikken tobi lui stesso. Ok, ci siamo :-) Vol. 3 - Settembre 2009 13 Secondo incontro Quarta partita Il Signore mi dice che ha avuto tempo per guardarsi un po’ il suo libro di Go, ma che soprattutto ha parlato del mandala con il suo Maestro tibetano. Non mi dice cosa si sono detti, ma sembra molto, molto contento. Nero apre con un komoku, e Bianco lo segue con un komoku che è anche kakari. Sulla 9x9 è tutto molto rapido, ma i fondamentaDiagramma 09 li di fuseki sussistono comunque. Imputo la sua estensione 3 in seconda linea a un rimasuglio della sua dichiarata timidezza: estendere verso il bordo dà sicurezza. Se avesse preso il sansan del secondo angolo sarebbe stato meglio, ma il proverbio è rispettato: prima gli angoli, poi i lati, poi il centro. Bianco con 4 fa lo stesso, una linea più in alto e più distante. Poi Nero con 5 prende il lato sinistro e Bianco sgrana gli occhi. :-) Dov’è finito il giocatore che solo la volta prima si sentiva insicuro a tentare un ikken tobi? Ecco qui: un ogeima seguito da un nikken tobi. Bianco è felice, comincia a pensare che l’idea un po’ folle di mostrare la spirale levogira è stata una buona idea. Nero sembra essersi tolto gli scarponi da montagna per indossare morbidi mocassini da ballo… E quando Nero gioca 7, Bianco lo guarda ammirato: Nero ha dato avvio a una Danza, non ci sono dubbi. Ora tocca a Bianco imparare da Nero! Bianco ha da sempre desiderato imparare a Danzare sul goban, e non esserci mai riuscito è un suo cruccio segreto :-) Bianco decide di farsi spingere da 7 verso il centro e Nero gli scivola elegantemente sul fianco destro. Bianco rafforza la sua posizione in centro in gote e Nero con 11 amplia l’angolo in alto a destra. Nero è davvero balzato a un livello di gioco superiore. Se 11 va benissimo nel conte- Diagramma 10 sto di gioco di un novizio, questa mossa non va più bene a un livello più avanzato, diciamo 15/12 kyu. Ne approfitto per chiedere a voi lettori: cosa c’è che non va in 11? Fermatevi un attimo per pensarci su, prima di continuare, e provate a formulare una spiegazione convincente e articolata, come se foste voi nella posizione dell’insegnante. Metto comunque la “mia” spiegazione alla fine dell’articolo, e mi piacerebbe che, leggendola, voi trovaste la vostra spiegazione migliore della mia :-) Nero, con una sola mossa di ritardo, cambia direzione di gioco e cerca di vivere in basso a destra. Noi sappiamo che una sola mossa di ritardo può essere letale, ma in questa partita è molto più interessante che Nero riesca comunque a vivere. E’ la sua prima opportunità per sperimentare la costruzione degli occhi; quindi Bianco fa tenuki. Diagramma 11 Ma prima si proseguire la partita, Bianco si ferma e su un altro goban imposta un piccolo tsumego per dare a Nero materiale utile per la prosecuzione. Bianco per questo tsumego sceglie la domanda più difficile: nero è già vivo, deve giocare per vivere (e allora qual è la mossa che crea gli occhi?), o è già morto? Bianco si rende conto che bene ha fatto a fermare la partita: Nero si sente completamente perso. La prima reazione di Nero è stata di vedere se riusciva a catturare le pietre bianche che circonDiagramma 12 davano il gruppo nero, quindi siamo partiti da lontano… Abbiamo usato almeno un’ora per arrivare alla risposta giusta e Nero alla fine ne è venuto a capo, ma era esausto. Così, per ripulirci la testa, sono tornato ai mandala. Nero si è sentito subito più a suo agio: aveva provato una sorta di oppressione a concentrarsi su un angolo, per di più così piccolo. Approfittando di questo miglioramento di stato d’animo, Bianco fa notare che il Go è uno strumento eccellente per sensibilizzarsi al vuoto sottinteso dalle pietre, sia quello interno circoscritto dal disegno delle pietre, sia quello esterno al disegno. Proprio come in certi mandala insomma. Nero ne è estasiato :-) Quindi Bianco può rifare la stessa domanda a cuor leggero: Diagramma 13 Nero è già vivo, deve giocare per vivere, o è già morto? E ora a Nero bastano 5 minuti per rispondere. Grande soddisfazione di entrambi :-) Torniamo alla partita lasciata aperta sull’altro goban. Con qualche tenuki di Bianco, Nero vive ovunque! E su questo successo chiudiamo l’incontro in gran contentezza. P. S. Il mio Maestro di Aiki una volta diede una indicazione preziosa per riconoscere con sicurezza se avevamo praticato in coppia in una condizione di Dojo oppure no. Diagramma 14 Se uscivamo dalle tecniche entrambi “meglio di come vi eravamo entrati” allora avevamo approfittato del Dojo, altrimenti no. Questa indicazione ricorda la Via della Spada che dà la Vita: il vero scopo del Budo è proteggere la vita, non annientarla. Difficile davvero pensare al Go in questi termini, ma in un Dojo sembra un pochino meno impossibile :-) Commento alla mossa nera 11 del diagramma 10 La mossa nera 11 non è necessaria per la vita all’angolo in alto a destra, quindi non è urgente. Urgente è invece cercare di far vivere le pietra in basso. 11 spinge Bianco contro questa pietra nera, danneggiandola. 11 doveva essere usata per iniziare a costruire un gruppo vivo in basso. 11 quindi è la direzione di gioco sbagliata, e dà avvio a quella che viene chiamata una “lite in famiglia”, ovvero è lo stesso Nero che danneggia la propria pietra in basso, cioè una parte della sua famiglia. Vol. 3 - Settembre 2009 14 L’Associazione VenetoGo eredita la tradizione del Go Club di Padova e degli altri Club che nel tempo si sono succeduti per organizzare e favorire la pratica del gioco nelle rispettive citta’ del Veneto. Ci piace ricordare che almeno dalla metà degli anni 1980 questo gioco coinvolge di A. Corbari, L. Dal Zovo, anche coloro che furono tra i primi agonisti in S. Dunatov, Veneto ed in Italia, quali Dario Colombera, Tiziano Gomiero, Martino Pesaresi, Liu Yan Ping L. & M. Fava, L. Giuliato eccetera, la memoria dei quali affonda nell’alba del goismo veneto e nazionale. Vita di club: L’associazione VenetoGo In tempi piu’ vicini a noi il Go Club di Padova raccoglieva giocatori, anche agonisti, attorno agli incontri del martedi sera presso la ludoteca in Via degli Scrovegni (fino al 2004 circa). Prima di questa data, complice la diffusione mondiale di Hikaru no Go, noto manga ed anime giapponese che tratta la vita di alcuni giovani giocatori di Go, inizia ad occuparsi del gioco una persona che si e’ rivelata cardine della diffusione del gioco: Marco Spolaore, che organizza a partire dal 2003 incontri settimanali a Noale il sabato pomeriggio. E’ qui che si riuniranno giocatori, ancora oggi attivi, che hanno poi intrapreso in- sieme la strada della diffusione del gioco nella regione, come i gia’ ricordati Tiziano Gomiero, Liu Yan Ping, Marco stesso, i fratelli Giuliato, Sandro Dunatov, i fratelli Fava. Questo e’ il nucleo che ha organizzato i primi tornei veneti della storia recente, primo tra i quali il Torneo Veneto a Mogliano nel 2004. Il successo di questo primo torneo e’ dovuto alla collaborazione di tutti i soci maggiormente attivi e nella fattispecie all’impegno diretto di Tiziano nei confronti dell’Ente pubblico competente (Comune di Mogliano Veneto). Un successo ed una formula (lavoro di tutti, ma ben distribuito nel quadro di task individuali e ruoli ben definiti a priori in sede organizzativa) che sono stati ripetuti nel corso delle successive iniziative. La buona riuscita del primo torneo veneto diede il via ad una serie di ulteriori progetti, sempre caratterizzati da una certa consistenza organizzativa, che hanno permesso di integrare nella struttura associativa altre persone con un certo grado di successo (segnaliamo Lorenzo e Marco Fava, Luca Calzavara, Nicolo’ Lazzaro, etc.) con fattivi, tangibili ed indispensabili contributi dei medesimi sia sul piano agonistico che sul piano organizzativo (per serate a tema, tornei e partecipazione a tanti tornei organizzati da altri Club al di fuori del Veneto; inoltre barbecue e cene sociali). Sono stati pertanto organizzati il Torneo Veneto del 2005 a San Biagio di Callalta (TV), svoltosi nel palazzetto dello sport del detto Comune, come il successivo nel 2006 che ha visto realizzare un’inedita accoppiata con la Coppa Italia 2006, cosa che riscosse adeguato apprezzamento visto il folto intervento di partecipanti. Leonardo vs. Leonardo saggio, in un notevole crescendo, con interventi di Francesco Marigo (campione nazionale, allora) da Milano e di Davide Minieri campione in carica. Grande soddisfazione dell’anno 2009 è stata la prima edizione del Torno del Delta, una perfettamente riuscita collaborazione tra VenetoGo e il club romagnolo Izuggo, una tre giorni di Go e naturalismo, nella splendida cornice delle Valli di Comacchio e del Delta del Po Sandro vs. Marco Non si sono tralasciati nel frattempo i teatri di operazioni goisticamente meno folti, ad esempio con organizzazione di iniziative a vantaggio di giocatori del vicentino e del veronese (grazie a Stefano Milanese). Grazie ai giocatori di Pieve di Soligo (Antonio Frecentese, Angelo Trevisol) abbiamo partecipato a partire dal 2007 all’iniziativa “Pieve di sera” in piazza supportati dalla fumetteria Shion Art a Pieve di Soligo i martedi’ sera nel mese di Luglio. In questo stesso anno abbiamo cominciato a ritrovarci il martedi’ sera a Villorba con i giocatori del Trevigiano, dando vita al Club di Treviso che da allora prosegue regolarmente con i suoi incontri settimanali presso l’Asilo Monumento. Inoltre contatti intercorsi con la “Associazione Giochi Antichi” hanno permesso di partecipare al Tocati 2007 (e successive edizioni da allora) a Verona con grande interesse del pubblico scaligero, nella prestigiosa cornice del centro storico della citta’ di Verona, per un intero weekend nel mese di settembre. Nel corso del medesimo anno il torneo Veneto si e’ disputato nella prestigiosa cornice di Higan, “L’altra sponda del fiume”, evento teso alla diffusione e pratica della cultura, delle arti e delle discipline orientali, ab Abano Terme (PD). Manifestazione perfettamente riuscita che ha visto la visita nel corso del Torneo, del Console Generale del Giappone da Milano. La buona riuscita dell’iniziativa ha permesso di avviare contatti concretizzatisi con la ripresa degli incontri a Padova, il Sabato pomeriggio presso la fumetteria ComicsLand. Qui sono avvenuti infiniti incontri con giocatori residenti, pendolari o di pas- Nell’agosto dello stesso anno abbiamo organizzato due settimane di vacanza a Pechino e dintorni che ci ha permesso di visitare due club locali e vedere alcuni professionisti in azione. Eravamo accompagnati dal 6 Dan, Bao Yun, giocatore amatoriale che ci ha impressionati, sfidandoci e ovviamente vincendo, a una partita di Go alla cieca, tenendo conto che noi il goban lo guardavamo, lui invece girato di spalle, bevendo té e chiaccherando con altri 5 Dan locali ci ha polverizzato con una facilità incredibile. Stefano Vol. 3 - Settembre 2009 16 Abbiamo visitato vari negozi, dove ci siamo riforniti di materiali vari, dai goban e pietre, agli orologi da torneo, e ovviamente anche qualche capriccio personale: goke di marmo, pietre di ambra, e onice, goban alti in pezzo unico di legno e via dicendo. corso di tre mesi presso una scuola di Go locale. Ricordiamo anche un premio speciale per Marina Guarnier in qualità di “Ambasciatrice del go” per il suo impegno nella diffusione del gioco. Le attrazioni collaterali al torneo sono state la gita in barca nelle Valli di Comacchio e una sessione di birdwatching nei pressi di Boscoforte. Purtroppo è stato difficile giocare nei club cinesi, in quanto essendo tutti i giocatori presenti di livello Dan non siamo riusciti a combinare delle vere e proprie partite vista la differenza di livello, a parte un paio di gentilissimi agonisti che si sono offerti di giocare lo stesso anche se il risultato era comunque scontato. Il meglio è stato vederli sbirciare le nostre partite per capire il nostro livello, e in un paio di secondi ritirarsi sbigottiti e sorridenti, forse gli siamo sembrati a livello dei loro nipotini? Probabilmente si. Nel 2007 il Campionato Nazionale e’ stato tenuto in Veneto, nel lussuoso Auditorium Mario del Monaco a Villorba (TV), con partecipazione di una sessantina di giocatori, record per un torneo organizzato nel Veneto. Il piu’ che positivo esperimento di svolgere presso Higan il torneo Veneto e’ stato ripetuto nel corso del 2008, come e’ stata ripetuta la partecipazione a Tocati’ di Verona. Nello stesso anno Marco Spolaore e Marta Luchi sono entrati a far parte del Consiglio Federale FIGG mentre Marco Fava veniva eletto nel Collegio dei probiviri. Lo stesso anno vede la partecipazione di sei veneti, che hanno avuto l’onore di rappresentare la squadra italiana, ai Sandro Pieve di Soligo World Mind Sport Games, manifestazione che ha seguito le Olimpiadi di Pechino: Leonardo Dal Zovo, Leonardo Giuliato, Chiara Biscaro, Chiara Ronchi assieme a Marco Spolaore e Marta Luchi hanno avuto la possibilità di confrontarsi con giocatori provenienti dal tutto il mondo (sia professionisti che non) e vivere il privilegio di questo evento così importante riuscendo ad ottenere anche un discreto risultato finale. Negli ultimi due anni ha cominciato a crescere un nuovo gruppo, sempre più numeroso, di giovani giocatori a Bassano del Grappa (Vicenza): grazie all’entusiasmo di Marina Guarnier, appassionata di cultura orientale, al supporto didattico di Leonardo Dal Zovo e all’ospitalità offerta dall’Istituto Pirani e dalla collaborazione dei suoi educatori, un piccolo gruppo di giocatori da iniziali incontri sporadici è cresciuto fino a raggiungere un buon numero di appassionati. Agli incontri del Sabato pomeriggio hanno partecipato via via tutti i giocatori più attivi della regione dando un contributo importante per il miglioramento dei giocatori locali. Queste in estrema sintesi le più rilevanti macchinazioni recentemente messe a punto nel nord-est da VenetoGo, associazione che si è proposta come consistente veicolo di diffusione del Go e la crescita dei singoli giocatori, e come organizzatore di iniziative allo stato dell’arte per la pratica agonistica e non. La pulsione alla stabile e conscia evoluzione del gioco e delle realtà che sul territorio lo promuovono, senza alcuna contropartita economica a fini di profitto personale dei membri componenti, è stata recentemente premiata dal decreto costitutivo quale associazione ufficialmente riconosciuta dalla Regione Veneto. Nell’immediato futuro, VenetoGo in collaborazione con OchaCaffè associazione di amicizia Italia-Giappone, e LuccaComics (su questa celeberrima manifestazione di rilievo internazionale riteniamo non sia necessario fornire informazioni) proporranno il Torneo di Go un torneo di Go nel quadro del Japan Palace, un contenitore di iniziative fortemente espressive della contemporanea cultura nipponica. Grande soddisfazione dell’anno 2009 è stata la prima edizione del Torno del Delta, una perfettamente riuscita collaborazione tra VenetoGo e il club romagnolo Izuggo, una tre giorni di Go e naturalismo, nella splendida cornice delle Valli di Comacchio e del Delta del Po. Il torneo si è svolto ad Anita (FE) con due partite la mattina, e giro naturalistico, o workshop (gestito da Davide Minieri), il pomeriggio. Il tutto in Webcamconferenza con la Corea, ovvero con l’organizzatore-cardine (Leonardo Dal Zovo) disperso all’altro capo del mondo per un Vol. 3 - Settembre 2009 17 Sommario Curiosità dal quarto numero 18 Croniche 19 Problemi di Go Elementari 19 La ballata del Gongolo 20 Gradara: Assemblea Generale 22 F.I.G.G. 1991 22 Tribuna 23 Cronache 25 Problemi di Go Avanzati 26 Treasure Chest Enigma 27 La via naturale del Go 30 Curiosità dal quarto numero Il quarto numero della rivista StoneAge è stato pubblicato il 15 dicembre 1991, a tre mesi esatti dall’uscita del numero precedente. Tornei di inizio 1992 A calendario per la prima metà dell’anno 1992 ci sono cinque tornei, di cuiquattro a Milano e uno a Torino. Per Milano: 25 gennaio, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30 29 febbraio, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30 28 marzo, semilampo no byo yomi inizio ore 10:30 16-17 maggio, Fujitsu Open “città di Milano” c/o Go Club Milano (valido per la classifica a punti FIGG) Composizione del C.F. Nel consiglio federale sono indicate 5 persone: Presidente: Raffaele Rinaldi Segretario: Gionata Soletti Vicepresidente: Gigi Albieri Tesoriere: Linda Poletti Didattica: Maurizio Vitari Italiani di livello Dan? In Italia nel 1991 ci sono solo quattro italiani di livello dan: Ramon Soletti, II Dan e i primi Dan Enzo Burlini, Enzo Pedrini e Primo Garofalo. Vignette In questo quarto numero vi è il primo esperimento di vignetta, è la pubblicità del torneo di Ascona e la riproponiamo qui dopo un lavoro di scannerizzazione Per Torino: febbraio (data da destinarsi) Campionato Italiano 1991 Ramon Soletti vincendo tutte le partite si laurea campione italiano 1991 Circuito Fujitsu In questo numero c’è l’annuncio che con l’anno prossimo anche l’Italia entra nel “circuito” Fujitsu, una storica conquista! Vol. 3 - Settembre 2009 18 Croniche Problemi di Go (soluzioni a pag. 26) di Gigi Albieri Croniche, perché così sono le vicende che accadono tutte le volte in egual modo in egual situazione. Esempi: tu dici “mai visti tanti giocatori in un torneo in Italia” e lui “se organizzavo io erano di più”, (in italiano: “se avessi organizzato io sarebbero stati in numero maggiore”); tu dici: “mi raccomando puntuali alle 9” e lui arriva puntuale alle 9:45. Lui, l’incontentabilimpotenteincompetente Grande Mestatore. Croniche, perché non ti liberi neanche a pagarle, delle cattive abitudini, la maleducazione e/o l’invidia. Un Campionato Italiano non è una Cooperativa a gestione familiare dove, siccome ci si conosce tutti, tutti hanno il diritto di farsi gli affari proprio (o impropri). Elementari intensiva?”. E se, dopo soli 10 minuti dall’inzio delle partite, arrivi (in ritardo, giustappunto) e ti accorgi che l’orologio te ne segna già 20, significa che non funziona, oppure che è stato erroneamente lasciato acceso da chi l’ha regolato (io nella fattispecie), quindi ... niente panico, parliamone! Grazie a tutti (ma proprio tutti) per esserci venuti, e, dimentivo, complimenti a Erika Gilardi che si guadagna il titolo di più giovane giocatore di Go in Italia. P.S.: Il Grande Mestatore non è nessuno in particolare; se ho bisogno di fare dei nomi, normalmente, li faccio (frecciatina al ns. Segretario). A: Nero gioca e uccide - B: Nero gioca e cattura le tre pietre Croniche, perché qualcuno, cito a caso: Marino, Primo, Marco, Alberto (il Grande Mestatore che è anche un po’ permaloso, penserà: “ma guarda neanche un milanese”), non ha capito che torneo e assemblea federale sono due cose distinte e separate, che il primo contiene la seconda solo per motivi di disponibilità temporale, ma che non si devon confondere. Ciò vuol dire che se in assemblea pensi di non essere stato ascoltato o che altro, non ti devi vendicare comportandoti in malo modo durante il torneo. E’ vero che nel regolamento di gioco non è specificato che non si possono rimestare le pietre con la mano (o con qualsiasi altra parte del corpo), è vero che nel regolamento non è scritto che dondolarsi è proibito, ma io, con umiltà e sottile ironia chiedo: “Se tutti ci comportassimo, durante le partite, in questo modo, ad un osservatore esterno figureremmo forse come un gruppo bisognoso di psicoterapia Come deve rispondere Nero all’invazione Bianca in 3-3? Vol. 3 - Settembre 2009 19 La ballata del Gongolo di Guido Marchesoni 9 Sospingere il nemico nell’arido deserto la tattica efficace del giocatore esperto 10 Il vostro territorio, deciderete quando, per stringere più punti voi fatelo attaccando. 1 Il gioco più efficace prevede che la mossa, piuttosto che pugnace, più obiettivi possa. 5 Un’altra da sapere di valido sostegno: contrasta appena puoi l’avverso a te disegno 2 Il primo fondamento nel fare costruttivo che prendono le pietre, è il senso direttivo 6 Imponi all’avversario un limite al bagordo facendo sempre in modo di stringerlo sul bordo. 3 Dovendo far la presa in vista di battaglia, senz’altra soluzione voi fate la “tenaglia”. 7 Se tosto l’avversario procede a passettini imbocca la tua strada con salti leporini. 4 Conosci la sequenza di mosse d’apertura non solo dall’inizio ma fino alla chiusura 8 Se giudichi sia buono un punto sul damiere il tuo avversario stesso concorda sul parere 11 L’abbozzo al territorio ti abbia persuaso che, tuo, va già difeso; se del nemico, invaso 12 A volte è molto meglio, benché sembri una fola di perdere due pietre piuttosto che una sola. 13 La forza di che gioca risiede nel giudizio più ampio e pià sincero; non calcolo avventizio. 14 Combattere battaglie pel gusto delle risse gli provoco’ più danni di quanti non ne inflisse. Vol. 3 - Settembre 2009 20 15 Il “ko” nel suo insieme va prima preparato: è quindi in sicurezza che tosto va giocato. 21 Sebbene l’influenza non toccasi con mano il farla lavorare vi porterà lontano. 27 La chiusa al territorio va fatta con l’attacco: ché solo un punticino può procurar lo smacco. 16 Un angolo sicuro ma piccolo e finito va a scapito di un gioco più ampio ed agguerrito. 22 In una formazione un punto è già vitale; è chi lo vede primo vincente virtuale 28 Per rendere completa l’azion di disunione appresso al doppio taglio si faccia un’estensione 17 Durante la partita è bene ricordare che son le vostre pietre che devon lavorare. 23 Sebbene un’invasione sia - logico - temuta, se avviene sul “tre-tre” che sia la benvenuta. 29 Se vedi nel prosieguo sicuro beneficio con animo sereno procura il sacrificio. 18 E’ non tenere conto del gioco l’andatura rifare a pappagallo le mosse d’apertura. 24 La serie pur corretta di mosse d’apertura se fatta fuori luogo ti porterà sciagura. 30 Se in certe situazioni tu vinci facilmente conviene proseguire allo solidamente. 19 Se repetita iuvant è bene rammentiate le mosse d’apertura van sempre completate 25 Un avversario “basso” vorrebbe scavalcare, invece sulla “terza” voi fatelo strisciare 31 La scala con le pietre è un’arma a doppio taglio preparala con cura e mai allo sbaraglio 20 Che giochi sull’attacco o sulla difensiva l’imperativo resta: tener l’iniziativa. 26 Strafare mai conviene: così con l’avversario si eviti il contatto se non è necessario. 32 Benché una volta fatta rimuover tu non possa giammai giustificare una cattiva mossa Vol. 3 - Settembre 2009 21 Gradara: II Festival Italiano dei Giochi - 2/3/4 ottobre 1991 di Maurizio Vitari Assemblea Generale F.I.G.G. 1991 di Gionata Soletti Nella cornice medievale della Rocca di Gradara, nell’alto marchigiano, si è svolta la seconda edizione del Festival dei Giochi, una sorta di convention ludica che sembra destinata ad un regolare e promettente futuro. Se quella dell’anno scorso a Venezia era un’edizione sperimentale che si proponeva di parlare e di far parlare dei giochi in generale (e chi c’è stato, complice l’inclemenza del tempo, la ricorda travagliata e pionieristica), quella di quest’anno è sembrata cosa seria. Finalmente qualcosa si muove, ed anche in una realtà italiana purtroppo poco ludente (se non addiittura deludente) il gioco comincia ad avere quegli spazi sociali e culturali che in altri paesi europei già da tempo occupa. Si è parlato e si è giocato; ci si è contati, contattati e confrontati; si è soprattutto avviato un discorso globale per la creazione, auspicata da tutti, di un’associazione (o federazione, o gilda, o ...) che riunisca ed accomuni le forze di coloro che giocano, siano essi organizzati, numerosi e riconosciuti (scacchisti, bridgisti e altri), o neo-nati, sparuti e semisconosciuti (goisti, abalonisti ecc.). Il tutto è riuscito perfettamente, complici il tempo stupendo e l’appassionato patrocinio della municipalità di Gradara, che si è detta disposta ad ospitare il Festival anche negli anni futuri. Accanto a presentazioni, mostre e convegni, si sono svolte anche gare dei vari giochi, simpaticamente ospitate da vari locali e bar all’interno della Rocca, per guidare il visitatore in una sorta di percorso ludistico. Per quanto ci riguarda abbiamo disputato il I Campionato Italiano di Rengo (Squadre di due persone) che è stato vinto dalla coppia Ramon Soletti - Nicoletta Corradi. Note dolenti sono venute dalla scarsità dei partecipanti (8 giocatori in tutto, di cui 2 “reclutati” al momento) e dal relativo pressapochismo con cui abbiamo sfruttato questa ottima occasione per farci conoscere: se non fosse stato per Gionata e per le corse “all’ultimo minuto”, non avremmo nemmeno dato del materiale divulgativo, che invece è andato a ruba, facendo registrare molto interesse tra chi il gioco lo conosceva magari solo di nome. La F.I.G.G., adesso che sembra avviata a consolidarsi ed espandersi, ha bisogno di queste manifestazioni: d’ora in poi i troveremo (almeno si spera) sempre più sotto i riflettori; la via per trovare nuovi soci e far conoscere il Go in Italia (paradossalmente siamo più conosciuti all’estero) passa giocoforza per questo tipo di “presenze”. Speriamo nell’anno prossimo, perché è vero che il Go richiede pazienza e tempo, ma se vogliamo che in Italia sopravviva dobbiamo essere impazienti e attivamente disponibili. Dopo ben più di quattro ore si è conclusa la riunione “fiume” della F.I.G.G. A me l’onere di scriverne il resoconto. Premetto che globalmente do un giudizio positivo sull’andamento della riunione stessa. Ci sono stati momenti di tensione mai sfociati in baraonda, e ci sono stati momenti di ilarità. Il nuovo regolamento di procedura ha tolto molti ostacoli, ed il nuovo assetto della riunione “serale” 1992 dovrebbe proseguire questo processo. Stiamo, e sto, imparando a far funzionare le cose. Eccovi un “concentrato” delle decisioni prese: 1) Assegnazione del “Campionato Italiano 1992” a Milano. 2) Nuovo tipo di bilancio, scorporato per zone di interesse. 3) Aumento quote F.I.G.G. a Lit. 60.000 annue per i soci che hanno più di un anno di anzianità; per coloro che si iscrivono per il primo anno la quota (rimane) è di Lit. 40.000. 4) Verrà inoltrata alla Federazione Mondiale una richiesta di chiarimenti a proposito dell’istituzione di un Campionato Femminile corredata di un parere contrario all’eventuale invio di una partecipante. 5) Potenziamento delle relazioni pubbliche e della partecipazione della F.I.G.G. a manifestazioni ludiche. 6) Procedura elettorale: verrà susseguentemente chiarita a fondo. Vol. 3 - Settembre 2009 22 Tribuna merciale, ma un fatto della vita. Termino le mie riflessioni con un consiglio non richiesto. C’è un buon libro da leggere che, in un certo senso, è il manuale di tutti i giochi nobili della vita: il Gorin-no-sho (Libro dei 5 anelli) di Miyamoto Musashi. Forse non si presta ad una comprensione immediata, ma non sempre le cose profonde sono facili. di Raffaele Rinaldi Cesare Barioli Con questo numero un’altra novità: la “TRIBUNA”, uno spazio vostro nostro loro dove far comparire riflessioni, suggerimenti, divagazioni e variazioni su ciò che più ci sta a cuore. Va da sé che le lettere esprimono l’opinione di chi le scrive e non necessariamente quelle della redazione, che si astiene da ogni intervento (fatte salve inderogabili ragioni di spazio). Tanta gioia e un po’ di amarezza Il Go ha l’importanza che noi gli diamo. Essa non può essere che assoluta, sotto pena di degradarlo a un gioco noioso tra i mille che il sistema propone al tempo libero. Il Go è troppo antico per paragonarlo ad altri giochi e la sua simbiosi con la storia dell’essere umano è troppo nobile per essere affrontata senza rispetto. Una partita è un combattimento simbolico che coinvolge l’essere totale; farne una prova di pura intelligenza è limitante perché glorifica l’ego. Il Go rientra nella più grande Filosofia quando si ispira al “dare”. Nella purezza d’animo una buona pedina od una partita ben giocata è “dare” all’avversario, al gioco, all’universo, perché è realizzare quello che noi siamo. Acquisire sensibilità e comprensione del nostro rapporto con l’Universo, è la Via in cui “dare” serve a crescere e crescere a “dare” di più. Si dà coinvolgendo tutto l’essere nell’azione ed il dare è necessario al crescere perché l’essere umano non è un’isola ed è pura illusione che si possa crescere da soli (sto parlando di uno stato d’animo non di un modo di fare). Questi discorsi annoiano o irritano chi è prigioniero dell’ego e gli fanno obiettare: “Ma è solo un gioco!”. Tutta la vita è un gioco: il lavoro, l’amore, la guerra, la droga... Tutta la vita dipende dall’importanza che noi le diamo. Di certo il Go è stato fatto grande da coloro che vi si sono impegnati senza riserve, riuscendo a dimostrare, nel gioco della vita, la strategia appresa sul go-ban. Ne “Il ritorno dell Gru”, il generale Kishikawa dice a Hel che le masse ignoranti l’avrebbero ditrutto. Ciò che esseri generosi hanno fatto può essere cancellato dai molti ed oggi il Go italiano attraversa una crisi di crescita. A questo punto entriamo in ballo noi. Il modo di giocare rivela la purezza di intenti; l’atmosfera dei club riflette lo stile della nostra vita; il parlare alle assemblee organizzative mostra la maturità raggiunta nel contribuire a creare ed assumere responsabilità. I giocatori più avanzati devono dimostrare di aver realizzato il Go nella personalità, sotto forma di stile e di rispetto; o preferiamo una atmosfera di frustrati che non sanno realizzarsi altrimenti che vincendo, che si scelgono l’avversario preferendo perdere anonimamente all’estero piuttosto che in casa, che fingono di ignorare i bisogni dei principianti? Ho una lunga storia nel Go, che non vi annoio a raccontare. Ho interrotto il gioco quando ho visto montare in Europa masse incontrollabili di giocatori egoici, scorretti nell’animo e nei fatti e ho ritrovato il piacere del Go-ban quando ho conosciuto Gionata, Ramon, Raffaele ed alcuni altri. Con essi è un piacere combattere l’ignoranza che ci assedia da ogni dove e l’esito di questa battaglia non mi interessa, perché non è un’operazione com- Ritiro delle dimissioni e spunti di riflessione (Questa lettera è stata recapitata, con raccomandata a mano, al Consiglio Federale e, per conoscenza, a tutti i soci, in data 26 novembre 1991) Avendo analizzato con maggior serenità gli avvenimenti accaduti durante l’Assemblea Federale del 2 novembre scorso, ritengo di aver agito con eccessiva impulsività. Porgo pertanto le mie scuse al Consiglio Federale ed ai Soci e chiedo di poter ritirare le mie dimissioni sia come Socio che come Sindaco della Federazione. Ritengo per altro di dover suggerire al Consiglio Federale ed alla Assemblea Federale di prendere in considerazione come spunto di riflessione i seguenti punti: - a mio avviso lo scopo principale della FIGG deve essere quello di diffondere quanto possibile il gioco del Go in Italia, elevandone, per quanto possibile, il livello tecnico. Credo pertanto che qualunque occasione per tale fine vada presa in seria considerazione ( mi riferisco in particolare al Campionato Mondiale femminile); - mi resta difficile comprendere, perché il Campionato Mondiale Open sia un momento di crescita culturale e “goistica”, mentre il Campionato Mondiale Femminile solo un momento agonistico. Entrambi i i concetti sono stati espressi da rappresentanti del Consiglio Federale in momenti distinti durante lo svolgimento dell’Assemblea Federale a cui faccio riferimento. Ritengo più saggia una equivalenza di giudizi e di comportamento (quando se ne verificasse l’occasione e l’opportunità). - s’è vero che il Go è filosofia ed arte, è anche vero che Vol. 3 - Settembre 2009 23 è gioco e competizione, soprattutto nel XX secolo. Ritengo pertanto che la dirigenza federale dovrebbe, non solo consentire, ma anche sostenere con la medesima intensità tutti gli aspetti sopra citati (è vero che ciò avviene, ma alcune affermazioni del Consiglio Federale sembrano voler indicare un futuro cambiamento di direzione); - credo che la “giovane” FIGG sia, per indubbio merito del Consiglio Federale, giunta molto vicina ad un possibile grosso salto di qualità. Ritengo che per facilitare tale salto, si dovrebbero al fine dimenticare vecchie “ruggini” (spesso personali) che più volte “disturbano” un più sereno svolgimento dell’Assemblea Federale, che resta l’unico momento “universale” di incontro dei Soci. A maggior ragione si dovrebbero evitare “processi alle intenzioni” o processi veri e propri (a volte durante lo svolgimento della Assemblea Federale mi è sembrato di essere ai tempi della Inquisizione, almeno per come l’ho studiata). - ritengo, infine, che l’”informazione” debba essere sempre completa ed imparziale, mentre mi sembra di notare che, a volte, il Consiglio Federale “incespichi” su tali aspetti. Con la speranza che questa lettera venga allegata, come lettera aperta, al prossimo numero della news-letter, resto a Vostra completa disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti. Carlo Tibaldi Il presidente risponde Il 1992 comincia piuttosto bene: la FIGG non ha perso un socio (che era ed è anche Sindaco). Non rimane che congratularsi con Tibaldi per essere tornato, responsabilmente, sulla decisione di dimissionarsi dalla Federazione. Nella lettera al C.F. (pubblicata qui sopra), Tibaldi propone inoltre momenti di riflessione di non lieve interesse che meritano di essere discussi. 1) Lo scopo sociale della FIGG è indubbiamente quello indicato da Tibaldi: sta scritto a tutte lettere nello Statuto. 2) A proposito dell’annosa questione del Campionato Mondiale Femminile: se ben leggo quel che ha scritto Tibaldi, vi è certamente stato un equivoco interpretativo da addebitarsi alla discussione un poco caotica. E mi spiego. Poiché non v’è partita che, rigorosamente giocata, non sia momento di crescita, non v’è neppure torneo o campionato che non sia tale. Di conseguenza il problema non sta nel fatto che il Campionato Mondiale Maschile è momento di crescita e quello Femminile non lo è, quindi non bisogna parteciparvi. Il problema è altro. Occorre in primo luogo ricordare che il Campionato Mondiale non è maschile, sibbene è aperto a tutte quelle persone (uomini e donne, si suppone) che i membri della IGF vi inviano come propri rappresentanti. Ne consegue che il Campionato Mondiale Femminile non esiste in quanto tale. Esso esiste, allora, per altre ragioni le quali mettono capo al generale moltiplicarsi e proliferare (la crescita è una cosa, l’escrescenza un’altra) di tornei, assecondando così quelle forme di agonismo tanto deteriore quanto esteriore perché punta secco sulla performance, cioè sullo spettacolo e sulla sottostante ideologia tanto amata da sponsor e media: in una parola su tutto ciò che è non solo estraneo, ma addirittura antitetico, alla pratica del Go. Naturalmente queste sono le ragioni di carattere generale e la proposta fatta dal C.F. di non partecipare al cosiddetto Campionato Mondiale Femminile non intendeva mettere astrattamente in causa la validità di un torneo in quanto tale, ma piuttosto criticare radicalmente e nei fatti una scelta che sembra, in prima istanza, esaltare il Go, per condurlo però su una strada che gli è estranea. Si ricorderà che i medesimi propositi sono peraltro stati alla base della decisione della FIGG di non istituire premi in denaro in alcun torneo italianio (il che significa che ben pochi saranno, semmai verranno, i giocatori forti che parteciperanno a tornei italiani). 3) Per quanto mi riguarda, considero il Go secondo la tradizione: sia un’arte. D’altro canto non metto in dubbio che possa essere interpretato semplicemente come un gioco e competizione. In questi casi l’unica discriminante possibile è che ciascuno si assuma il peso delle proprie illusioni. In questa direzione si è sempre mosso il CF che sempre si è ben guardato dal porre ostacoli o divieti nei confronti di chiunque la pensi in maniera diversa; intendo dire che interpretazioni di questa natura non sono articolo di Statuto né di Regolamento e quindi ciascuno è libero di interpretare autonomamente ciò che psicologicamente riversa nella pratica del Go. In tal senso vorrei tranquillizzare Tibaldi ed altri soci interessati alla discussione: il CF non pensa di dover cambiare direzione su questa questione. 4) E’ vero: il Go in Italia è in prossimità di un salto di qualità (Tibaldi lo definisce “grosso”; lo spero, anche se nutro dei dubbi). Conseguire tale salto significa anche liquidare le vecchie “ruggini”. Nel momento in cui si passa da piccolo gruppo (una pretora di inutili trattati di sociologia è dedicata alla vita interna dei piccoli gruppi con relativo elenco delle ruggini classiche) ad una forma minimamente organizzata, eliminare le “ruggini” significa ed implica che i soci regolino i rapporti, con gli altri soci e con gli organismi eletti, sulla base del “contratto sociale” (Statuto e Regolamenti) che hanno liberamente sottoscritto: che ciascun socio, insomma, esiga il rispetto dei propri diritti e non venga meno ai doveri che gli competono. Anche qui occorre ricordare che il CF è un CF e non (disgraziatamente o fortunatamente) un Comitato Centrale e dunque non dispone né di un braccio secolare né della possibilità di acquistare fascine a sifficienza per organizzare degli autodafé. Intendo dire che la Federazione esiste in quanto esistono i Go Club, la cui vita interna è pienamente autonoma e che, su questioni non normative (Statuto e Regolamenti), possono avere posizioni radicalmente opposte a quelle del CF o di altri Go Club. 5) Concordo con Tibaldi e penso che il problema possa essere ben risolto con il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta: il varo di “Stone Age” ha cominciato ad ovviare a tali mancanze. Penso che il potenziamento della fanzine e la sua trasformazione in una pubblicazione più organica (in vista di divenire una rivista a pieno titolo) possa eliminare radicalmente il problema. Raffaele Rinaldi Vol. 3 - Settembre 2009 24 Cronache al costo della rivista che state leggendo, che deve essere spedita a tutti ed è utile a tutti, soprattutto adesso che sta assumendo veste e contenuti “seri”). di Maurizio Vitari L’annuale convention dei goisti italiani per la disputa del campionato assoluto e del campionato handicap, quest’anno ha registrato un numero record di presenze: ben 42 giocatori, di cui 10 (invece dei 12 previsti) si sono contesi il titolo di Campione Italiano, mentre i restanti hanno dato vita ad un torneo handicap tra i più appassionanti che si ricordino. Il numero elevato di persone è consolante e ci fa ben sperare per il futuro, anche se la sala grande del Centro Garibaldi è stata appena sufficiente a contenere tutti. L’organizzazione ha comunque dimostrato impegno e solidità e le inevitabili (piccole) pecche emerse non hanno comunque inciso su un’esecuzione pressoché perfetta. I soldi ci serviranno anche per il torneo Fujitsu, che nel mese di maggio avremo l’onore e l’onere di organizzare, e per le iniziative didattico-promozionali che sole ci possono consentire di incrementare il numero dei Soci (corsi a vari livelli, partecipazione ad eventi ludistici e di richiamo ecc.). ottime prospettive future. Sotto tono le prestazioni di Primo Garofalo e Marco Vaiani, due ex Campioni Italiani, mentre per gli altri rimane la soddisfazione di aver partecipato. Nel torneo a handicap, disputato sulla distanza di 7 partite, ha prevalso Ivano Taldo (12 Kyu) un concreta promessa per il futuro, visto il costante miglioramento del suo gioco. A seguire Franco Squeri e Stefano Cella. Peccato per l’assenza di giocatori “lontani” (Palermo, Bologna, Agordo) che almeno una volta all’anno ci farebbe piacere vedere e salutare. Cosa si è detto Anche per questo è stato deciso l’aumento delle quote sociali a 60.000 lire l’anno (50% per i neo iscritti) che si spera tutti paghino puntualmente senza essere “tampinati”. Con l’istituzione dell’archivio storiografico si viene a completare la struttura organizzativa della Federazione: con esso e con il numero speciale di Stone Age compilato dal pazientissimo Gionata (che ha veramente scavato in un passato nebuloso e quasi “rimosso”) tutti possiamo constatare quanto sia stato casuale e di stampo pionieristico il processo di avvenimenti che ha portato alla nascita della F.I.G.G. Speriamo che il futuro sia un po’ più tranquillo e “voluto”. E così si viene alla seconda esigenza: le persone. Chi c’era - cosa ha fatto Nel campionato assoluto spiccava l’assenza di uno dei favoriti, Enzo Pedrini, e alla fine è brillata la stella Ramon Soletti, che nella finale (su tre partite) giocata con Enzo Burlini, ha prevalso 2:0 in due partite molto tirate. Se per Enzo è ormai abitudine primeggiare (e quest’anno le sue partite avevano lo smalto dei tempi migliori), non è così per Ramon: si pensi che nel settembre ‘90 era solo 2 Kyu fresco di promozione mentre a distanza di 15 mesi lo ritroviamo II Dan a pieno titolo, dotato di un gioco brillante e vigoroso, con Il pomeriggio del sabato è stato interamente dedicato all’Assemblea Generale dei soci F.I.G.G, presieduta dal Consiglio Federale. Gli argomenti erano molti e, dopo le relazioni sull’anno appena trascorso, che ha visto il consolidamento della Federazione ed un buon incremento degli iscritti, si è parlato del futuro. Le necessità più grosse della F.I.G.G., attualmente, sono di duplice natura: risorse finanziarie e risorse umane. Ci servono più soldi, soprattutto per darci una struttura stabile e in grado di supportare un’espansione, anche su larga scala, del Go in Italia. Le spese per far funzionare il tutto si stanno dilatando e per dare un efficace servizio ai goisti italiani urgono più entrate (si pensi Ci sono parecchie cose da fare e serve l’impegno di tutti, non si tratta di mettersi a disposizione per lunghe e massacranti ore, ma tutti possono dedicare 15 minuti al giorno. Mettiamo a disposizione e soprattutto manteniamo gli impegni presi. In vista del Torneo Fujitsu e, in prospettiva, del Campionato Europeo del 1996 bisogna agire subito. Altre decisioni prese dall’Assemblea, in breve: mantenimento dell’attuale formula del Campionato Italiano; non-organizzazione di un campionato femminile (sofferta, questa...) formazione di gruppi di Vol. 3 - Settembre 2009 25 Intanto Enzo Burlini è stato nominato Socio ad Honorem (è il terzo) e Raffaele Rinaldi compie 10 anni da Presidente. Soluzioni ai problemi di Go di pag 19 Cosa si farà Elementari lavoro per il Fujitsu e la promozione/pubblicità. Problemi di Go (soluzioni a pag. 31) Avanzati Riprendiamo una serie di problemi di simmetria tratti dal British Go Journal a cura di T. M. Hall Del Fujitsu del 16-17 maggio 1992 si è già detto ampiamente e già ci si sta muovendo. L’attuale struttura dei corsi (su 3 livelli: per principianti, per chi vuole crescere e per “esperti”) sarà permanente, e per quanto riguarda i principianti questo è indice di futura crescita. La F.I.G.G. ha chiesto l’organizzazione del Torneo Europeo a Squadre per il 1994 e del Congresso Europeo del 1996. Sono due avvenimenti prestigiosi, da costruire con molta attenzione ed impegno: si accettano idee, suggerimenti e disponibilità. Per il Congresso del 1992 a Canterbury (GB), è necessario che gli interessati lo dicano fin da ora, per poter prenotare e muoversi con un certo anticipo. A: Bianco gioca e distrugge il territorio Nero d’angolo B: Può Nero salvare almeno uno dei suoi due gruppi di due pietre ai bordi? A: 1 è un punto vitale. Bianco non può giocare in “a” e non può quindi catturare la pietra nera in 3 B: 1 è un punto vitale. La forma Bianca è incondizionatamente morta (forma elementare del 4 a cubo) Possibilmente entro il 15 marzo contattatemi. Questa è la sequenza corretta - joseki -. La pietra nera di sinistra è un’estensione ideale del muro nero. C: Può Nero uccidere... tutto? D: Può Nero vivere nell’angolo? E: simile al precedente, ma essendoci più pietre nere, il risultato dovrebbe essere migliore Vol. 3 - Settembre 2009 26 Treasure Chest Enigma Parte 2 di Nakayama Traduzione di Ramon Soletti e Maurizio Vitari Questo vuol dire che non bisogna aspettare troppo ad abbandonare quando si è in una posizione senza speranza. Se questo succede a te, mio caro lettore, spero che perdonerai la mia impertinenza, ma spero anche che terrai in mente ciò che un povero V dan della Nihon Ki-in, Nakayama, ti sta dicendo. Questo potrà soltanto migliorare il tuo gioco e l’atmosfera delle tue partite. Come gli antichi propriamente dicevano: “Vincere è divertente, ma perdere non toglie nulla al piacere di giocare”. Un abbandono da vero professionista L’arte di abbandonare Quando insegno Go, certe volte mi si chiede a quanti punti equivalga un abbandono. Naturalmente non c’è nessuna regola su questo. Ho sentito di una partita (negli anni 400 tra Tagahashi Shigeyuki, allora V dan e Fujita Toyojiro, IV dan, nella quale Takahashi, che aveva bianco, abbandonò dopo che aveva calcolato che non aveva modo di evitare la sconfitta per un punto. Se la partita fosse stata giocata fino in fondo sarebbe stata registrata come una sconfitta per un punto, ma il risultato diventò un abbandono. Più recentemente c’è stata una partita del Meijin del 1975 dove Otake abbandonò una partita che abrebbe perso per un punto. All’altro estremo abbiamo una partita delle qualificazioni del Meijin dello stesso anno dove vi fu una sconfitta per 34 punti. Con il poco tempo rimasto il perdente deve aver continuato a lottare anche se era consapevole che la posizione non gli era favorevole. In questo caso il risultato è una sconfitta per 34 punti e non un abbandono. Finti abbandoni Certe volte, quando gioco una partita dimostrativa con qualcuno per la prima volta, mi succede che il mio avver- sario giochi un hane con connessione da 2 punti in gote, anche se stà perdendo di 100. Dopo la partita si giustifica dicendo: “Credevo che sarebbe stato scortese abbandonare visto che voi siete stato così gentile da giocare con me”. Guardate la posizione del diagramma in basso. Questa è una partita del Torneo per le Nuove Stelle sponsorizzato da Igo Club nel 1963. Il nero era Rin Kaiho, allora VII dan, ed il bianco Ishigure Ikuro, allora III dan. Vedendo nero 45, Ishigure abbandonò. Ciò vuol dire che con i suoi amici si comporta in modo diverso, ma se lo si osserva in questi frangenti lo si vede combattere un ko da mezzo punto quando è indietro di 100 punti. Riempie i punti neutri (dame), sistema le pietre catturate, ed esclama: “Beh, che sorpresa! sono un po’ indietro” poi fà finta di abbandonare. (Io non considero questo un vero abbandono). La cosa più spiacevole per un insegnante di Go è giocare con questo tipo di studenti. Un altro nome per il Go è “Shudan” cioè “parlare con le mani”. Uno può non dire una parola, ma ogni pietra giocata comunica i sentimenti del giocatore. Traducendo lo Shudan del giocatore che quando perde di 100 punti non abbandona suonerebbe così: “Sei talmente cretino che posso facilmente recuperarti cento punti”. E’ difficile immaginare maggior scortesia in un giocatore di Go. Come dice il proverbio, un guerriero deve essere pronto a perdere oltre che a vincere. Quando si perde si dovrebbe accettare la sconfitta con coraggio. [Bianco: Ishigure - Nero: Rin - Komi: 4,5 - Giocata il 11.02.1963 alla Nihon Ki-in (Takanawa)] Cosa ne pensa il lettore? Vol. 3 - Settembre 2009 27 Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla di svantaggioso nella posizione del bianco, sicuramente il bianco potrebbe giocare ancora un po’. Qualche lettore potrebbe criticare Ishigure per mancanza di spirito combattivo, ma Ishigure aveva usato tutto il suo tempo nella lotta contro se stesso, aveva provato tutto ciò che poteva prima di abbandonare. Avrebbe poi detto che il bianco aveva aspettato troppo prima di abbandonare, dopo la partita disse: “Ho impiegato molto tempo pensando se abbandonare dopo nero 37”. Lottare ancora era inutile: il suo avversario era il grande Rin Kaiho. Non c’era nessuna possibilità per una rimonta, era come un condannato sul patibolo che con grazia si era rassegnato alla sua fine ed aveva smesso di dibattersi. Comunque il fatto che l’avversario fosse Rin Kaiho deve aver influito sulla sua decisione. Supponiamo per un momento che dall’altra parte del go-ban ci fossi stato io, Nakayama Noriyuki, pensate che Ishigure avrebbe ancora abbandonato? Non riesco a vederlo. “Cosa!? Se tu fossi stato il mio avversario mi sarei trovato in una posizione così cattiva?” “Mi scusi”. Yamabe Toshiro IX dan e Ishigure Ikuro VIII dan sono due giocatori famosi per la loro forza nell’accettare la sconfitta. Yamabe, per esempio, una volta divenne così nervoso per aver fatto una brutta mossa che aveva giocato che ebbe “un colpo di pazzia” (per usare una delle sue espressioni favorite) e abbandonò anche se stava ancora vincendo la partita. Una lotta per riguadagnarsi i capelli Io sono un giocatore mediocre che, come amatore, ha giocato nel torneo di qualificazione nove volte prima di passare. La prima cosa che ho scoperto quando ho incontrato dei professionisti non è stata la differenza di talento o di tecnica tra me e loro, ne ero già al corrente e così non ne fui molto sorpreso. No, ciò che più mi ha impressionato è stata una cosa: la decisione, la grazia con cui i professionisti abbandonano. Qualche volta mi sembrava di essere avanti durante la parita, ma anche se ero in vantaggio, dentro rimaveno in pensiero; poi, il mio avversario, che fino ad allora aveva fissato il go-ban, sorrideva e molto composto diceva: “Ho perso”. uomo, il Go è un’impresa alla quale dedica la sua vita; se una donna vuole fare la stessa cosa, deve diventare nel corpo e nello spirito come un uomo. In cambio, ti lascerò crescere i capelli il giorno in cui diventerai shodan. Ti darò anche dei kimono stupendi e ti lascerò fare quello che vuoi”. Se giocata fino in fondo la differenza poteva essere di 5 o 6 punti, o in certi casi, di 3 o 4 punti. Ciò che più mi ha colpito era il perfetto tempismo dell’abbandono. Kita Fumiko affermò che il giorno in cui diventò shodan e le fu permesso di farsi crescere i capelli fu il più felice della sua vita. Forse per lei quei cinque anni, dagli undici ai quindici, furono una lunga lotta per riguadagnarsi i capelli. Comunque questa tecnica dell’abbandono è molto difficile. Go-ban di terra Kita Fumiko (1875-1950) VIII dan onorario, è considerata la madre delle professioniste moderne. Suzuki Hideko V dan, Ito Tomoe V dan, Sugiuchi Kazuko VIII dan, Suzuki Tsuna II dan, Oyama Toshiko IV dan - quasi tutte le donne che diventarono professioniste dopo la guerra erano sue allieve. La madre di Kita Fumiko era Hayashi Sano, il cui nome è sinonimo di Go femminile nel XIX secolo. Nella speranza di aggiungere lustro al nome degli Hayashi, Hayashi Sano impose a sua figlia una educazione davvero spartana. Quando Kita Fumiko compì undici anni, disse a sua madre che voleva imparare il Go. Dopo essersi assicurata che sua figlia dicesse sul serio Sano la portò immediatamente dal barbiere e le fece tagliare i capelli cortissimi. Questo accadde nel primo periodo Meiji (1868-1912). Le figlie di buona famiglia si acconciavano i capelli in maniera tradizionale e si vestivano in maniera ricercata. In termini moderni, il taglio corto dei capelli di Kita Fumiko era probabilmente peggio della rasatura completa del cranio, come fanno qualche volta oggi i membri di club sportivi. Sano probabilmente si sarebbe difesa dicendo: “Se una donna vuole diventare una vera giocatrice di Go e competere con i maschi, deve smettere di essere donna. Per un Ai giocatori del gruppo di Hoensha piacque molto questo strano discepolo. “Giochiamo una partita, piccolo monaco” le dicevano. La ragazza si impegnò nello studio e ripagò le aspettative della madre. La base dell’allenamento per diventare professionista è quella di rigiocare le proprie partite e correggere i propri errori. Però, anche se aspirante professionista, Kita era pur sempre una principiante e si dimenticava le mosse. Arrivando a casa doveva rigiocare la partita per sua madre, ma non si ricordava l’ordine delle pietre giocate. Stupita sua madre le chiedeva “Dove hai giocato dopo?” si sedeva ed aspettava per ore la risposta. Non era cosa da poco se Kita non si ricordava. Anche quando arrivava l’ora di cena sua madre non cedeva, così madre e figlia digiunavano. Era questo rigiocare la partita che spaventava Kita maggiormente. La piazza davanti al Palazzo Imperiale era sulla strada di casa quando faceva ritorno dal Hoensha a Kanda. I passanti notavano un bellissimo giovane (in verità una ragazza) che raccoglieva pietre scure e chiare nella piazza. Vol. 3 - Settembre 2009 28 Invece di giocarci, sul liscio marmo della piazza, una volta raccolte abbastanza pietre disegnava una griglia di 19x19 linee per terra, quindi rigiocava la partita che l’aveva impegnata quel giorno. Così evitava un rimprovero quando mostrava la partita alla madre. Il desiderio di soddisfare sua madre fu probabilmente ciò che fece nascere, negli anni a venire, la grande giocatrice Kita Fumiko. era V dan, formò un gruppo di studio, del quale era la forza motrice. rashima, lo ammirava sempre per il suo talento. Durante una riunione del gruppo c’era una partita tra Iwamoto Kaoru IV dan (ora IX dan in pensione) e Murashima Yoshinori I dan (poi VIII dan), Murashima giocava a due pietre, vuoi perché Iwamoto aveva giocato molto bene, aveva abbandonato molto presto. Il giusto tempo dell’abbandono Perché non hai abbandonato!? Kigoshi fu stupito della brutta prova di Murashima. Lo chiamò in un angolo e gli disse di rigiocare la partita. Anche Murashima era un discepolo di Shusai, ma per la sua giovinezza Kogishi doveva sembrargli più un insegnante che un discepolo anziano. C’è una storia su Kita quando aveva 13 o 14 anni ed era circa a due pietre di distanza da un professionista. Un giorno giocò una partita con uno dei migliori amatori che era soprannominato il diavolo Shibata. Kita piazzò due pietre ed era in difficoltà, ma lottò duramente e riuscì a ribaltare il risultato vincendo. Quando arrivò a casa, sua madre la stava aspettando impaziente davanti al goban come al solito. Lei rigiocò subito la partita, ma sua madre perse le staffe. All’inizio del medio gioco Murashima disse: “Qui è dove ho abbandonato.” Kigoshi fissò il goban per un po’, poi disse: “non c’è ancora niente di male nella tua posizione.” Giocando una pietra nera continuò: “Se tu avessi giocato qui la partita sarebbe rimasta aperta e l’esito incerto”. “Dovevi abbandonare una partita così brutta, ma hai continuato a giocare ed hai vinto. Sei stata molto maleducata con il tuo avversario Shibata-san; perché non hai abbandonato invece di giocare questa mossa?”. “Pensavo che questa mossa non fosse buona per la risposta di bianco qua” disse Murashima, giocando una pietra bianca. La piccola Fumi spalancò gli occhi sorpresa; nel suo cuore mormorava: “Tu dici che è una brutta partita, e forse così è, ma non me ne ero accora. Ho combattuto con tutto il coraggio che avevo, nella mia goffa maniera, mi sono superata ed ho vinto. Mi aspettavo di essere lodata, invece mi rimproveri. E’ semplicemente troppo ingiusto”. Nei successivi anni Murashima divenne famoso come “la fontana della saggezza della Nihon Ki-in”. Da ragazzo invece era impulsivo, ma forse un po’ testardo (perdonami, Murashima sensei). Nella foga del momento, i due iniziarono a giocare un’altra partita da dove Murashima aveva abbandonato, con Murashima che faceva il bianco e Kogishi il nero. Perché hai abbandonato!? Anche se Murashima era bravo, non poteva dare a Kogishi due pietre. Ecco un’altra storia. Kogoshi Soji (1898-1924) era un giocatore brillante che doveva diventare l’erede del 21° Honinbo, Shusai, ma morì giovane (sarebbe diventato il 22° Honinbo, con il nome di Shuritsu). Quando Kogishi Il Go è un gioco facile. Se abbandoni troppo presto, vieni rimproverato come Murashima, ma se lo fai troppo tardi ti metti nei guai come Fumiko. Come è difficile determinare il giusto tempo, non una mossa troppo presto, non una troppo tardi! Se guardate attentamente, vedrete che la generazione più vecchia di giocatori, che ha ricevuto l’insegnamento all’inizio di questo secolo, cura molto il tempo dell’abbandono. Spero che il lettore abbia imparato qualcosa dagli esempi che ho dato. “Vincere è piacevole, ma perdere non toglie niente al piacere di giocare”. Chi scrive non può affermare di essere bravo ad abbandonare. Ma come membro, anche se modesto, della confraternita dei giocatori di Go professionisti, prova il più grande rispetto per i giocatore come Yamabe e Ishigure, che sanno come abbandonare con stile. Presto dovette abbandonare per la seconda volta - per lui deve essere stata una grande mortificazione. Anche se Kogishi si scottò con la testardaggine di MuVol. 3 - Settembre 2009 29 La via naturale del Go di Takemiya Masaki Traduzione di Mauro Brambilla (titolo originale: This is Go the Natural Way) Per gentile concessione del British Go Journal Parte seconda Nel fuseki di una parita di Go si tengono d’occhio, naturalmente, i punti più grandi. Ovviamente i grandi punti sono importanti, ma ancora più importante è la relazione tra pietre forti e pietre deboli. Il diagramma 1 mostra il fuseki della prima partita per il titolo “Pro Best Ten” del 1974. Io giocavo contro Rin Kaiho, che all’epoca era Meijin. Dopo che Nero mette in movimento le sue pietre deboli con 1 e 3, Bianco prende il grosso punto in 4, è qui che Nero gioca l’estensione, invero un po’ tiepida, a 5. Come risultato, Bianco coglie la stupenda opportunità di fermare Nero nel suo percorso con il boshi a 6, entrando nel suo allungo. Nero a sua volta lancia una palla curva (N.d.T.: metafora tratta dal baseball) saltando in 7. Se Nero giocasse 7 in a, Bianco risponderebbe con b, creandosi ottime possibilità di incursioni sul lato alto. [Dia 2] Quando Bianco gioca 1 nel diagramma 3, Nero dovebbe probabilmente dargli del filo da torcere giocando 2 e poi il salto in 4. Estendere contro la posizione nera con bianco 5 è grande, ma la risposta di Nero 6 è sufficiente. Se Nero giocasse 7 in c, Bianco avrebbe una buona risposta con 7. Il fatto che Nero sia costretto a giocare una pietra così innaturale come la 7, mette in evidenza la sua difficile situazione. [Dia 1] Giocare subito Bianco 1, come nel diagramma 2, è sbagliato, non importa quanto grande sia questa mossa sul lato destro. In quel caso, Nero occupa il punto vitale 2 paralizzante. Fino a 5 Bianco si dà da fare per vivere, ma dopo la pietra 6, il controllo di Nero sul lato alto è sufficiente ad assicurargli la vittoria. E’ essenziale che Bianco salti in 2 nel diagramma 1, ma quando Bianco gioca 4, Nero è obbligato a rispondere 5, una mossa mite probabilmente influenzata dalla propensione di Rin per il territorio. [Dia 3] Vol. 3 - Settembre 2009 30 Se la partita si fosse sviluppata così Bianco non avrebbe avuto nessun attacco efficace al gruppo centrale, e per Nero sarebbe stato assai facile proseguire la partita da quella posizione. nette il gruppo nero in due parti, che dovranno lottare separatamente per vivere. Soluzioni ai problemi di Go di pag 26 Avanzati [Dia 5] [Dia 4] Nero 1 nel diagramma 4 (7 nel diagramma 1) è una mossa accuratamente studiata. Se Bianco, senza pensarci, spinge attraverso le pietre nere con 2, Nero guizza via con 3, e Bianco ha fallito il suo schema. Se Bianco gioca 4, Nero salta a 5, leggero rispetto alla sua pietra segnata; Nero ha parato l’attacco con successo facendo sabaki. Prima di Nero 3 avrebbe dovuto giocare, molto probabilmente, la sequenza forzante Nero a, Bianco b, Nero c. A: la mossa 1 di Bianco è natu- B: 1 è corretto, la pietra minaccia rale; se Nero gioca da un lato, di catturare in shicho le due pietre Bianco gioca dall’altro segnate. Se Bianco dà atari ad un gruppo, l’altro si salva. Se Bianco spine in “d” o in “c”, Nero connete in “a” o in “b” La pietra segnata precedentemente giocata nel punto vitale, ha lavorato bene, dando a Bianco un vantaggio su Nero nel fuseki. Il diagramma 5 mostra il proseguimento della partita (mosse da 24 a 31). Bianco attacca ad 1, mirando a dividere il gruppo nero. Se Nero risponde in a allora spingere con b con una mossa diagonale è davvero efficace per Bianco. Nero si butta su 2, ma Bianco, affatto preoccupato, va avanti e taglia con il keima in 3. Quest’unica pietra scon- C: Nero gioca 1 e uccide tutto. Incredibile ma vero! D: Nero gioca 1, continua per simmetria (a seconda della spinta bianca) e vive. E: Nero vive e cede una sola pietra. Se Bianco connette, Nero ha anche il sente! Vol. 3 - Settembre 2009 31 La Federazione Iscrizione Per iscriversi è necessario compilare il modulo che trovate online all’indirizzo: http://www.figg.org/federazione/iscrizione.html La Federazione Italiana Giuoco Go è una associazione culturale, apolitica e senza fini di lucro il cui fine è la promozione e lo sviluppo del gioco in Italia. È affiliata alla Federazione Europea ed alla Federazione Internazionale. In alternativa al numero di fax indicato, in caso di difficoltà nell’invio è possibile utilizzare anche lo 02.700427596 oppure scrivere a [email protected] Fondata nel 1989, organizza tornei, campionati e corsi, anche online; dispone di un sito web dove è possibile reperire materiale didattico per principianti ed esperti, notizie aggiornate sul mondo del Go ed altro ancora. L’attuale Consiglio Federale è stato eletto il 1 Dicembre 2007. L’incarico dura 3 anni. Responsabili aree Stone Age Presidente Commis- Diego Durazzi sione Didattica [email protected] Responsabile Viag- Roberto gi Foschi [email protected] Direttore sito web [email protected] Isamu Oka [email protected] Vice Presidente Fernando Fernandez [email protected] Vice Presidente Marco Spolaore [email protected] Vice Presidente Davide Minieri [email protected] Segretario Gionata Soletti [email protected] Responsabile comunicazione e Tesoriere Nicoletta Corradi comunicazione @figg.org Vice Segretario Maurizio De Leo [email protected] Responsabile didattica Diego Durazzi [email protected] Proboviri in carica: Marco Fava Responsabile rapporti con i Club Davide Bertok [email protected] I servizi [email protected] Consigliere [email protected] Cristiano Garbarini Tutta la corrispondenza va inviata a: Federazione Italiana Giuoco Go via Giannone 6 20154 Milano fax: 02/3315648 [email protected] [email protected] Presidente Consigliere per Marta Luchi internet Marta Luchi Presidente Commis- Fernando sione Gradi/Tornei Fernandez Paolo Montrasio Consiglio dei Proboviri Le ultime elezioni per il Consiglio dei Proboviri sono state effettuate il 1 Dicembre 2007, in occasione di una prossima assemblea saranno riaperte le candidature per i due posti di proboviro attualmente disponibili. * Una newsletter periodica in formato elettronico * Un rating computerizzato del grado. Possibilità di partecipare a tornei nazionali e internazionali * Contatti per il reperimento di materiale e documenti * Un libro di lezioni per principianti (30-15 kyu) scaricabile in formato PDF, vedere l’area di download file * Materiale didattico scaricabile dal sito in PDF * Aiuto logistico-organizzativo per la creazione di Go-club * Prestito di materiale e consulenze per l’organizzazione di tornei * Un sito web Tesseramento I rinnovi possono essere effettuati versando la quota, idealmente nel primo trimestre dell’anno: - a un consigliere - al proprio rappresentante di Club - mediante versamento con bollettino postale o bonifico sul seguente conto: Conto BancoPosta n. 26063255 intestato a Maurizio Vitari, via XXV Aprile 30, 20016 Pero (MI) CIN: Z ABI: 07601 CAB: 01600 numero C/C: 26063255 IBAN: IT17Z 07601 01600 000026063255 Per segnalare l’avvenuto pagamento o chiedere eventuali informazioni sulla scadenza della propria quota è possibile mandare una mail a [email protected] Invitiamo a segnalare sempre l’avvenuto rinnovo qualora venga effettuato un versamento sul conto, in quanto i nominativi di chi ha effettuato il pagamento vengono comunicati dalla posta solo dopo molto tempo. Si ricordano le tipologie di quota: Socio ordinario: 10,00 euro [Destinata principalmente a chi si iscrive tramite internet e non ha un Club di riferimento.] Socio agonista: 15,00 euro [Chi partecipa abitualmente a tornei è invitato a preferire questa tipologia di tessera.] Socio sostenitore: 50,00 euro Socio benemerito: 130,00 euro Socio a vita: 516,00 euro Vol. 3 - Settembre 2009 32