Sanmatìo
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Sanmatìo
Sanmatìo (parole e musica di Bepi De Marzi) Sul colle di San Matteo si vedono ancora i sassi neri di un castello perduto. Vi abitava una regina crudele, innamorata del capitano delle guardie che le sfuggiva impaurito. Arzignano, la città di Giano, sapeva di questa passione. Ma lungo la valle e nei borghi i cantastorie raccontavano di un altro amore, quello dell’acqua chiara. NOTE 1) Il canto è veloce, con moltissime parole (che vanno imparate a memoria), ma la cosa più importante è l’aspetto ritmico, che ricorda il treno (il “ta-tà ta-tà” dei due carrelli della carrozza passeggeri che passano sulle giunzioni della rotaia) e che fa “viaggiare” tutto il brano dall’inizio alla fine. Il gruppo ritmico principale che deve essere ben chiaro a tutti è il seguente: 2) I “soli” sono tutti opzionali. Sarà funzione dei coristi presenti e del maestro concertante decidere se realizzare o meno parti con solista o con piccolo gruppo. Tutti pertanto devono conoscere l’intera parte. 3) L’ingresso della sezione C (così come l’ingresso delle sezioni F ed H) deve essere molto curato per garantire l’intonazione corretta, in particolare nelle voci intermedie e soprattutto nel tenore secondo, che tende ad essere sempre calante. 4) Attenzione alla dizione di questa sillaba in questo accompagnamento per Bassi e Baritoni, che troviamo più volte nel brano. Il “Bo” sulla nota lunga (es. batt. 27) non deve essere teso; il suono parte con una O chiara, ma la bocca chiude leggermente sul terzo movimento, con lieve cedendo. I tre “bo” sulle note corte (es. batt. 29) devono evitare di chiudere il suono sulla M, evitando quindi di dire “bom”. 5) Attenzione all’attacco, va preparato da qualche baritono che non canta l’ultimo “Bo” di batt. 34. Notate il testo modificato (si canta “Ma’l capitano” al posto di “El capitano”, in quanto rende più preciso e pulito l’ingresso), così come il basso alla battuta successiva. 6) Qui e nel seguito del brano, prestare molta attenzione a tutte le parole piane con gruppo consonantico nd o nt (fonda, [con-]tenta, menta, onda, bionda, fondo, mondo): il ritmo richiesto dalla canzone tende a stringere (quasi al niente) la vocale che precede il gruppo consonantico, cantando tutto il suono della nota con l’accento ritmico sulla N: questo va assolutamente evitato! Bisogna pensare di dividere la parola come se le consonanti stessero assieme sulla seconda sillaba. Diremo quindi fo – nda (con la “n” leggerissima, appena accennata) anziché foNN-da e così via. Nel brano le parole a rischio sono state cerchiate con un tratteggio. 7) Bassi e baritoni: aiutare l’intonazione nell’ingresso del Tenore secondo spegnendo il DO in modo che il riverbero si sovrapponga alla prima nota del tenore (il quanto allungare la nota sarà funzione dell’ambiente in cui si canta). 8) Tenori secondi, attenzione all’ingresso a batt. 61 (ma la stessa cosa vale per i Baritoni e Bassi a batt. 62 e nelle successive 69-70): il respiro va preparato preventivamente, altrimenti la partenza è sempre in ritardo. Si suggerisce di cantare mentalmente la parte del tenore primo, evitando il respiro prima della partenza. rev. 1.2 40 Coro BAJ Congedati - CantaMela 2011 22/05/2011 9) Tenori secondi attenzione all’ingresso a batt. 91 (e analogamente Baritoni a batt. 92 e Bassi a 93). Qui, oltre al medesimo problema già evidenziato al punto 8), deve essere rispettato il volume e deve essere chiaro il movimento delle tre voci, in particolare il basso, che si incrocia alle altre due voci. Fare attenzione alle parole di ciascun ingresso per partire correttamente e mantenere il tempo rigorosamente in tutta l’evoluzione della sezione J: F Tenori II La zè la storia zè Baritoni La zè la sto- Bassi La zè 10) Batt. 104: manteniamo aderenza allo spartito originale, evitando rallentandi, corone o crescendi non scritti. La battuta deve essere a tempo. L’ingresso del tenore primo, se senza solista, adotterà lo stesso accorgimento del baritono al punto 5). 11) Sezione L: per aiutare il Tenore secondo, si suggerisce di lasciar cantare i tre SOL della battuta precedente al tenore primo e di entrare direttamente sul MI b, che va comunque curato sia nell’ingresso, sia nell’intonazione. 12) Il rall. inizia da batt. 114, dopo che il tenore primo ha raggiunto il SOL lungo tenuto, non prima! 13) Il crescendo finale va esaltato in modo orchestrale, con finale tipica “de-marziana”. Evitare però suoni sguaiati, iniziare con arrivando ad un morbido. Il tenore primo, in particolar modo, deve stare attento a non “steccare” sul passaggio di volume, curando in particolar modo la tenuta della nota e l’intonazione. F ƒ Tonalità consigliata: orig. SOL magg. rev. 1.2 41 Coro BAJ Congedati - CantaMela 2011 22/05/2011