Looking Forward: La Rivoluzione Dell`internet of Things
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Looking Forward: La Rivoluzione Dell`internet of Things
LOOKING FORWARD LA RIVOLUZIONE DELL’INTERNET OF THINGS La trasformazione digitale più pervasiva dell’era moderna Nono volume Prefazione di Elio Catania Introduzione di Marco Morchio e Gionata Tedeschi Articoli di Sandro Bacan, Paolo Baile, Paolo Consonni, Cristian Corbetti, Andrea Craviotto, Paolo Dal Cin, Fabio De Angelis, Amato Della Vecchia, Marco Giacomelli, Gregorio Ogliaro, Marco Salera, Stefano Trombetta, Danilo Troncarelli, Francesco Acabbi, Stefano Carbonelli, Alessandro Cisco, Biagio Di Micco, Carmine Fiorilli, Giovanni Giacchetti, Francesco Innocenti, Beatrice Lamonica, Danilo Mazzara, Marco Nicosia, Luca Pettinari, Francesca Romana Saule, Marcello Savarese, Luca Venturini, Alessandro Bottari, Simona Buono, Giulio Contini, Giulia Di Giovanni, Alberto Nava, Angela Palumbo, Valentina Placenza, Aldo Pozzoli, Elena Spreafico, Ghizlene Azira, Nicola Di Giacomo, Dario Lestingi, Luca Marani, Pietro Materozzi, Matteo Menconi, Roberta Rocca, Andrea Sirigu, Jesse Steele, Andrea Valdarnini, Federico Verga, Alessandro Viviani, Angela Wei. Interventi di Dario Amendola, Simone Battiferri, Carlos Lambarri, Frangino Lucarini, Paolo Malgarise, Massimiliano Masi, Fabio Nalucci, Frank Neel, Antonio Nicita. Supplemento allegato al n. 4.2016 di ITALIA INSERTO REDAZIONALE RISERVATO AI LETTORI DI HARVARD BUSINESS REVIEW ITALIA LOOKING FORWARD LA RIVOLUZIONE DELL’INTERNET OF THINGS La trasformazione digitale più pervasiva dell’era moderna Nono volume Prefazione di Elio Catania Introduzione di Marco Morchio e Gionata Tedeschi Articoli di Sandro Bacan, Paolo Baile, Paolo Consonni, Cristian Corbetti, Andrea Craviotto, Paolo Dal Cin, Fabio De Angelis, Amato Della Vecchia, Marco Giacomelli, Gregorio Ogliaro, Marco Salera, Stefano Trombetta, Danilo Troncarelli, Francesco Acabbi, Stefano Carbonelli, Alessandro Cisco, Biagio Di Micco, Carmine Fiorilli, Giovanni Giacchetti, Francesco Innocenti, Beatrice Lamonica, Danilo Mazzara, Marco Nicosia, Luca Pettinari, Francesca Romana Saule, Marcello Savarese, Luca Venturini, Alessandro Bottari, Simona Buono, Giulio Contini, Giulia Di Giovanni, Alberto Nava, Angela Palumbo, Valentina Placenza, Aldo Pozzoli, Elena Spreafico, Ghizlene Azira, Nicola Di Giacomo, Dario Lestingi, Luca Marani, Pietro Materozzi, Matteo Menconi, Roberta Rocca, Andrea Sirigu, Jesse Steele, Andrea Valdarnini, Federico Verga, Alessandro Viviani, Angela Wei. Interventi di Dario Amendola, Simone Battiferri, Carlos Lambarri, Frangino Lucarini, Paolo Malgarise, Massimiliano Masi, Fabio Nalucci, Frank Neel, Antonio Nicita. LOOKING FORWARD LA RIVOLUZIONE DELL’INTERNET OF THINGS La trasformazione digitale più pervasiva dell’era moderna SOMMARIO PREFAZIONE 4 Un compito urgente di Elio Catania INTRODUZIONE 6 L’intelligenza nel cuore delle cose di Marco Morchio e Gionata Tedeschi PRIMA PARTE Internet of Things: un mondo in trasformazione 14 L’Information Strategy nella nuova era dell‘Internet of Things di Marcello Savarese Intervento di Fabio Nalucci 18 Come cogliere le opportunità dell’Internet of Things attraverso l’Open Innovation di Danilo Mazzara, Ghizlene Azira, Luca Marani e Andrea Sirigu 23 Internet of (Every)Thing: come creare nuovo valore per il cliente di Fabio De Angelis e Francesco Acabbi 27 Realtà aumentata e wearable device: gli operatori del futuro saranno sempre più interconnessi di Stefano Trombetta e Alessandro Bottari Intervento di Frangino Lucarini 31 Smart City e competitività urbana: le opportunità offerte dall’Internet of Things di Danilo Troncarelli, Beatrice Lamonica, Aldo Pozzoli, Jesse Steele e Angela Wei. Intervista a Simone Battiferri 35 Cyber Security: una priorità di business per il mondo IoT di Paolo Dal Cin, Dario Lestingi e Federico Verga SECONDA PARTE L’impatto sui modelli di business 40 Il potenziale esplosivo dell’IoT per i settori industriale e distributivo di Marco Salera, Luca Pettinari e Francesca Romana Saule 42 Aerospazio & Difesa: la rivoluzione della manutenzione integrata di Paolo Consonni, Francesco Innocenti e Elena Spreafico. Intervento di Paolo Malgarise 46 Insurance of Things: il nuovo modello assicurativo guidato dall’IoT di Amato Della Vecchia, Giulia Di Giovanni, Valentina Placenza e Pietro Materozzi 49 Le opportunità offerte dall’IoT sul mercato della distribuzione dei carburanti di Sandro Bacan, Stefano Carbonelli e Luca Venturini 52 La spinta dell’IoT al settore delle utility di Danilo Troncarelli, Biagio Di Micco, Luca Venturini e Alessandro Viviani, in collaborazione con Cristian Corbetti, Marco Giacomelli e Gregorio Ogliaro Interventi di Massimiliano Masi e di Frank Neel 57 L’operatore di telecomunicazioni: market maker dell’Internet of Things? di Paolo Baile, Marco Nicosia e Simona Buono. Interviste a Carlos Lambarri e Antonio Nicita TERZA PARTE L’Industrial Internet of Things 66 Governare le tecnologie dell’Internet of Things 70 74 76 Direttore responsabile Enrico Sassoon [email protected] Collaborazione grafica Carlo Baiardi Segreteria editoriale Luciana Cortella [email protected] Pubblicità Concessionaria per la Pubblicità PUBLIMASTER Surl Via Winckelmann, 2 20146 Milano Tel +39 02 424191 - fax +39 02 47710278 www.publimaster.it Amministratore Delegato: Alessandro Zonca Responsabile di Testata: Marino Gelsi [email protected] StrategiQs Edizioni srl Via Nirone 19, 20123 Milano Tel. 02.3659.9235 – Fax 02.8785.98 mail: [email protected] Per pubblicità settori Formazione, Professioni, Consulenza Media & Co srl Tel. 02.2940.9880 mail: [email protected] Informazioni e abbonamenti Luciana Cortella [email protected] di Andrea Craviotto, Marcello Savarese, Alessandro Cisco e Biagio Di Micco Intervento di Dario Amendola Da Supply Chain a Digital Supply Network di Paolo Consonni, Giovanni Giacchetti, Alberto Nava, Angela Palumbo e Matteo Menconi Da statistico a digitale: l’evoluzione del controllo di processo di Carmine Fiorilli, Giulio Contini, Nicola Di Giacomo e Andrea Valdarnini La logistica tra robotica e IoT: la rivoluzione arriva nel magazzino di Paolo Consonni, Carmine Fiorilli, Francesco Innocenti, Giulio Contini e Roberta Rocca RINGRAZIAMENTI Uno speciale ringraziamento per la collaborazione prestata alla realizzazione di questo rapporto a Linda Spada, Valentina Pedrazzi e Martina Ballerio. srl Consiglio di Amministrazione: Alessandro Di Fiore Presidente Enrico Sassoon Amministratore Delegato Donato Pinto Consigliere Corso Italia 47, 20122 - www.hbritalia.it Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 192 del 20/03/2006 Stampa Industria Grafica-GraphicScalve, Loc. 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Tanto che ha sempre più senso e significato parlare di una rivoluzione in atto ma, al di là delle parole, è bene avere una lucida consapevolezza di cosa stia effettivamente accadendo e delle implicazioni per tutti noi, sia come persone, sia come organizzazioni pubbliche e private. L’impatto della nuova ondata tecnologica è, infatti, vasto e profondo. Dire che ci cambia la vita e il modo di lavorare è giusto, ma rischia di apparire riduttivo. E nei prossimi anni il ritmo di introduzione delle innovazioni in qualunque campo è destinato ad accelerare. Siamo, per usare una metafora nota ai più, nella “seconda metà della scacchiera”, quella in cui a ogni passaggio da una casella all’altra i numeri e l’intensità delle innovazioni si moltiplicano in modo straordinario. E sono innovazioni di cui ormai avvertiamo la presenza in ogni momento. Pensiamo ai dispositivi portatili sempre più potenti e di costo decrescente, agli strumenti analitici e ai big data che consentono di gestire masse enormi di dati da cui nascono nuovi servizi e applicazioni, al cloud che offre forme nuove e sempre più capaci di elaborazione e archiviazione. E ancora: le auto dotate di sensori in grado di monitorare l’interno e l’esterno, gli abiti che mandano messaggi di usura e variano caratteristiche a seconda del clima, gli elettrodomestici che ci avvertono in anticipo quando occorre una riparazione o un rifornimento, così come i motori di aerei per le loro continue autodiagnosi. E le mille altre realtà che stanno divenendo una nuova quotidianità, un “new normal”. L’area di quel che va sotto il nome di Internet of Things, l’internet delle cose appunto, è probabilmente quella destinata a generare i maggiori cambiamenti nei prossimi cinque-dieci anni. Dominare questo cambiamento è assolutamente imperativo. Per le imprese l’avvento di queste tecnologie e la loro combinazione nei modi più vari rappresenta un’evoluzione in grado di portare effetti estremamente positivi e opportunità straordinarie. 4 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review UN COMPITO URGENTE A tutto ciò non è estraneo il ruolo della Pubblica Amministrazione, non solo perché subirà i medesimi effetti che le imprese devono fronteggiare, ma in primo luogo perché chiamata a organizzare il nuovo terreno di gioco. Un compito essenziale l’attende: produrre le regole più appropriate a gestire la transizione e consentire agli attori di godere dei benefici della rivoluzione tecnologica, evitando per quanto possibile i rischi connessi. È indubbio che sul digitale in Italia si siano fatti passi in avanti, ma c’è ancora molto lavoro da fare per mettere il Paese nelle condizioni di confrontarsi ad armi pari con i competitor di tutto il mondo. Siamo passati in progressione dai due documenti strategici del Governo sulla banda ultra larga e sulla crescita digitale, all’attuazione di un programma importante quale quello della fatturazione elettronica, all’avvio di progetti di trasformazione profonda della PA come l’Identità digitale del cittadino e l’Anagrafe unica della popolazione. Non possiamo però ritenerci soddisfatti, perché dobbiamo colmare un enorme gap di mancati investimenti in innovazione, fattore che ci trascina in fondo alle classifiche europee di competitività, efficienza della PA, produttività. Abbiamo un imponente e complesso compito di fronte, quello della trasformazione competitiva del Paese attraverso il digitale, che rappresenta la strada maestra per consolidare la ripresa che appena si intravede e spingere verso l’alto gli indici di crescita. Il tempo in questa partita è fondamentale. Occorre accelerare. Questa deve essere la parola d’ordine della leadership pubblica e privata, l’ossessione da trasmettere attraverso messaggi chiari e determinati. È in gioco il futuro del Paese. Stiamo riprogettando l’economia, i servizi, la macchina pubblica. È un tema complesso, articolato, che tocca molti aspetti, fra cui forse il più difficile, quello culturale. Solo mettendo in campo uno sforzo comune si possono ottenere risultati. Competenze, tecnologie, esperienze. Una nuova forma di partenariato pubblico-privato, attraverso cui anche la PA possa adottare metodi nuovi per progettare e realizzare queste trasformazioni, basati sull’innovazione continua, sul trasferimento di know how, sull’accorciamento dei tempi, sulle piattaforme aperte e interoperabili. Per dare semplicità e qualità ai cittadini. In questo quadro, il contributo di conoscenza e di operatività, che lo studio di Accenture sulla rivoluzione dell’Internet of Things ci propone, costituisce un apporto importante sia per le imprese private sia per la leadership pubblica. Le imprese non possono realizzare appieno il grande compito della trasformazione digitale senza un chiaro campo di regole definite dal decisore pubblico. Allo stesso modo il decisore pubblico non può scegliere con adeguata consapevolezza, in mancanza di precise indicazioni da parte delle imprese su ciò che costituisce innovazione e ciò che occorre per svilupparla nei tempi e nei modi opportuni. Il rapporto di Accenture, nella sua ampia e competente articolazione, rappresenta un passo avanti nella giusta direzione. Elio Catania è Presidente di Confindustria Digitale. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 5 Introduzione L’intelligenza nel cuore delle cose di Marco Morchio e Gionata Tedeschi L’INTERNET OF THINGS È UNA RIVOLUZIONE che progredisce in misura crescente sulle due dimensioni fondamentali a cui ci riferiamo: lo spazio e il tempo. Una diffusione di prodotti “intelligenti” di nuova generazione, trainata dal crescente numero di consumatori connessi in mobilità e dall’applicazione industriale di tecnologie basate sull’utilizzo dell’informazione in tempo reale. Una diffusione che diviene capillare e in grado di far correre in rete una grande mole di dati (big data) e di abilitare nuove funzioni reattive e predittive basate sulle capacità di elaborazione degli oggetti stessi. Geolocalizzazione del consumatore, manutenzione predittiva, gestione remota, diventano espressioni di una nuova sintassi del servizio e della produzione, passando per la formazione, il trasporto, la sanità, i servizi pubblici, l’agricoltura, l’industria, la distribuzione, la ricerca. La trasformazione, probabilmente la più rapida nella storia del progresso e anche la più ampia, interessa allo stesso tempo individui, imprese, pubbliche amministrazioni, mercati, dei quali ridefinisce confini e dimensioni. L’Internet of Things introduce l’intelligenza anche nel cuore delle cose. Ed è con la prospettiva dell‘utilizzo dell’informazione alla base delle nuove tecnologie, che Accenture ha dedicato questo numero di Looking Forward alla rivoluzione dell’IoT, una network di oggetti fisici, sistemi, piattaforme e applicazioni che incorpora tecnologie, rendendoli capaci di comunicare e condividere intelligenza tra di loro, con l’ambiente esterno e con le persone. Una “rete neuronale” in grado di crescere e potenziarsi - attraverso la sua stessa capacità di raccogliere, elaborare e redistribuire informazioni - per fornire soluzioni e nuove capacità di servizio. Una generazione di tecnologie digitali che sta già impattando sulle aziende e sui loro modelli di business, per rappresentare il maggior driver di produttività e crescita dei prossimi dieci anni, capace di determinare la reinvenzione di interi settori industriali con un peso complessivo corrispondente ad almeno i due terzi del mercato globale. 6 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review L’INTELLIGENZA NEL CUORE DELLE COSE Secondo le nostre analisi, infatti, da qui al 2030 l’IoT potrà determinare una maggior crescita del Pil globale per 14,2 trilioni di dollari, con benefici particolarmente intensi per le economie più mature. L’impatto sarà estremamente significativo anche per i lavoratori, che ne beneficeranno in termini di attività a maggiore contenuto di conoscenza, competenze più avanzate e compiti totalmente ridisegnati. Una leva di progresso per riqualificare modelli di consumo, sostenere qualità dell’occupazione, aprire nuovi mercati (telematica, domotica, smart city, agricoltura di precisione...), rafforzare le capacità di governo efficiente, potenziare la capacità di gestione delle risorse ambientali e produttive per uno sviluppo sostenibile. Cogliendo il potenziale nei tempi e nei modi più opportuni, l’effetto economico sarà straordinario in tutto il mondo. Della maggior crescita, oltre 7 trilioni saranno sviluppati negli Stati Uniti, 1,8 potranno riguardare la Cina, 700 miliardi la Germania, oltre 500 la Gran Bretagna e circa 200 l’economia italiana. Godere di questi benefici non sarà, peraltro, per nulla automatico. Le imprese si devono predisporre fin d’ora ad accogliere e sviluppare le nuove tecnologie che abilitano l’IIoT (applicazione industriale dell’Internet of Things) e a modificare i loro modelli di business per fronteggiare le possibili disruption dall’interno e dall’esterno del proprio settore. Su una scala più ampia, le amministrazioni pubbliche devono creare rapidamente le condizioni per facilitare la transizione e consentire che la rivoluzione in atto si possa esplicare con vantaggi da tutti condivisi. Occorre ribadire che a tutto ciò occorre prepararsi. Le condizioni tecniche in quanto tali esistono: basti pensare che solo riferendosi ai sensori incorporati negli oggetti più disparati (dai motori aerei alle auto, ai frigoriferi e ai generatori elettrici) nel 2020 ne saranno collegati in rete oltre 25 miliardi (e qui si escludono pc, smartphone e tablet), ossia circa 30 volte più che nel 2009. Ma, secondo le indagini di Accenture, tra le aziende e i loro Ceo è facile notare una certa sopravvalutazione dello stato di preparazione relativo all’IIoT, o una sottovalutazione dell’impegno da dedicare e degli investimenti da mirare ed effettuare nei tempi adeguati. Vi è una discrepanza da non ignorare fra la disponibilità di queste tecnologie e la possibilità di capitalizzare appieno il potenziale che deriva dall’applicarle in modo efficace nell’organizzazione, attraverso l’intera filiera di impresa. Se siamo nel pieno di una nuova rivoluzione industriale, dobbiamo ricordare il percorso evolutivo di quella che ha preceduto la rivoluzione informatica, ossia l’avvento dell’elettricità all’alba del secolo scorso. In nessun Paese l’energia elettrica divenne un fattore trasformativo fondamentale finchè non venne incorporata in misura massiccia nell’economia in generale e negli apparati produttivi in particolare. Una cosa fu portare sicurezza e progresso illuminando le strade. Ben altro fu reinventare il modo di produrre nelle fabbriche riorganizzando le linee di produzione, riaddestrando la manodopera e standardizzando i processi produttivi. A quel punto i massicci guadagni di produttività crearono le condizioni per generare mercati interamente nuovi: dalle lampadine agli elettrodomestici, alle automobili, ai semiconduttori e allo stesso software. Allo stesso modo, se vogliamo che l’Internet of Things porti a generare crescita economica e benessere diffuso, è indispensabile che i leader delle imprese e dei Paesi divengano consaSPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 7 pevoli dei cambiamenti non convenzionali che intervengono nelle regole della concorrenza, della produzione e dell’erogazione di servizi, e agiscano di conseguenza. L’IoT non rende solo possibile fare cose in maniera diversa, ma rende possibile fare cose nuove. Abilita nuovi modelli di business, fa nascere nuovi mercati alla convergenza di quelli precedenti (contestable markets), apre le porte alla sharing economy e alla sostenibilità. I contenuti di questo studio Questo rapporto di Accenture sulla rivoluzione dell’Internet of Things - il nono della serie Looking Forward pubblicata in allegato a Harvard Business Review Italia - è il frutto di un lavoro di elaborazione collettiva cui hanno preso parte circa 50 dei nostri consulenti nelle più varie collocazioni, combinando in maniera distinta ma connessa la prospettiva strategica, tecnologica e operativa con l’attenzione a ricomporre la vista attraverso modelli ad alto valore potenziale, caratterizzati da intensità digitale e circolarità dell’informazione. Esso vuole fissare l’attenzione sull’evoluzione in atto, per contribuire alla presa di consapevolezza dei leader del privato e del pubblico e alla definizione – in un percorso di trasformazione digitale dell’impresa e dei mercati - delle priorità delle iniziative conseguenti. LA PRIMA PARTE del rapporto delinea le linee evolutive generali della rivoluzione dell’Internet of Things e le principali implicazioni che interessano imprese, persone e Sistemi-Paese. L’articolo di Savarese mette in evidenza come la sempre più intensa evoluzione tecnologica - al cui centro si pone oggi l’IoT - stia portando le organizzazioni a considerare la gestione delle informazioni come uno dei paradigmi strategici fondamentali per la competitività dell’azienda. Ne emerge l’esigenza di un approccio consapevole ed efficace che consenta di produrre e utilizzare al meglio l’enorme massa di informazioni strutturate e non strutturate disponibili, allo scopo di massimizzare il valore ottenibile dall’applicazione di processi analitici sui dati, con un approccio collaborativo tra l’organizzazione e i partner attivi nell’ecosistema, in una logica di shared economy. Mazzara, Azira, Marani e Sirigu fissano a loro volta l’attenzione sulle tendenze in atto su scala mondiale, analizzando innanzitutto le grandi opportunità che si profilano per un Paese a forte vocazione manifatturiera come l’Italia, terreno fertile per l’applicazione di tutte le tecnologie dell’IIoT grazie a un ecosistema caratterizzato da forte capacità di automazione dei processi industriali, marcato posizionamento in alcuni settori traenti per le nuove tecnologie connesse (auto, casa, salute) e dinamismo imprenditoriale - che include un numero crescente di giovani impegnati in start up di diversa natura. Per le imprese italiane appare inoltre particolarmente adatto il modello dell’Open Innovation che consente di ricercare l’innovazione all’esterno dell’impresa, ottimizzando prestazioni, rischi e tempi. Certo, è indispensabile per i manager tradurre i nuovi trend tecnologici in soluzioni concrete di prodotti e di servizi per il cliente finale. Nel contributo di De Angelis e Acabbi si indicano quattro chiavi di lettura utili per analizzare le implicazioni rispetto al mondo del marketing e delle vendite con l’obiettivo di creare valore per i clienti attuali e futuri: la convergenza di mondo fisico e digitale grazie alla moltiplicazione di dispositivi “wearable”; l’utilizzo dei dati a servizio della competitività e performance; l’ottimizzazione dell’efficienza operativa integrando elementi di intelligenza nei processi interni; e la possibilità di realizzare un nuovo tipo di integrazione tra uomo e macchina per raggiungere risultati senza precedenti. Ed è proprio a quest’ultimo tema che è dedicato l’articolo di Trombetta e Bottari che indicano nella 8 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review L’INTELLIGENZA NEL CUORE DELLE COSE vision strategica che privilegia la centralità di nuove competenze e del “fattore umano” l’elemento di successo per un utilizzo ad alte prestazioni delle tecnologie. E’ necessario investire, con consapevolezza, per sostenere lo sviluppo di una “connected workforce” preparata e competente, in grado di creare valore attraverso un utilizzo intelligente e proficuo la tecnologia. La riflessione sulla centralità delle “people” in un mondo sempre più permeato di tecnologia ad alta interconnessione diviene ancora più rilevante se declinata sulle città - ambiente di vita prevalente delle persone con il 54% della popolazione mondiale che già risiede in aree urbane - come ricordano Troncarelli, Lamonica, Pozzoli, Steele e Wei nel loro contributo. La prospettiva di far crescere le Smart City va infatti prima di tutto studiata e proposta mantenendo l’attenzione centrata sulle esigenze dei cittadini, con un’ottimizzazione di gestione degli immobili, dell’energia, del trasporto e naturalmente della governance. L’articolo di Dal Cin, Lestingi e Verga, che chiude la prima parte del rapporto, mette in evidenza un aspetto indotto dalla diffusione dei dati attraverso interconnetività che, per quanto indesiderabile, richiede una forte attenzione, vale a dire il sensibile incremento delle vulnerabilità agli attacchi cyber. La cybersecurity, già oggi rappresenta un aspetto del mondo delle reti che interessa investimenti crescenti e che richiederà nuove e più attente strategie per salvaguardare dati, sistemi, aziende e persone. Un dato fra i tanti: il mercato globale dell’IoT Security crescerà da poco meno di 7 a quasi 29 miliardi di dollari da oggi al 2020, un tasso di incremento superiore al 33% annuo. LA SECONDA PARTE dello studio affronta l’impatto dell’IoT su alcuni mercati e imprese nel pieno dell’onda trasformativa. L’articolo di Salera, Pettinari e Saule richiama l’attenzione sull’IoT come abilitatore di cambiamento radicale nell’industria e nella distribuzione. Lo scambio di dati fra oggetti, persone e aziende consente di erogare nuovi servizi e prodotti, inducendo a ripensare l’esperienza del cliente, suggerendo nuovi business in nuovi mercati e nuove sinergie fra settori diversi, creando nell’insieme un nuovo ecosistema digitale. Sono opportunità enormi ed evidenti, ma al contempo anche gravi minacce per alcuni attori della value chain tradizionale che rischiano di subire la disruption se non preparati a cogliere – o quanto meno accogliere - in modo agile le opportunità di cambiamento esistenti. Uno dei settori che già da tempo ha trovato modi estremamente efficaci per incorporare l’IoT è certamente quello dell’aerospazio, con evidenti connessioni con il settore della difesa, come riferiscono nel loro articolo Consonni, Innocenti e Spreafico. Sistemi avanzati di monitoraggio, trasmissione dei dati e analytics su grandi dati hanno ribaltato il tradizionale concetto di manutenzione ex-post, fondato sulla segnalazione e la rilevazione di problemi, per proporre, e rapidamente imporre, un nuovo concetto di manutenzione predittiva e proattiva, capace di anticipare la formazione di criticità e consentire soluzioni immediate e meno costose. Su queste basi, lo stesso modello di business è cambiato, poiché questa industry sempre meno si basa sulla vendita di prodotti e sempre più sulla vendita di risultati. Anche in un settore tipicamente di servizi come quello assicurativo l’impatto dell’Internet of Things sta determinando cambiamenti radicali. Come testimoniano Della Vecchia, Di Giovanni, Placenza e Materozzi, la capacità dell’IoT di creare connessioni digitali e di sfruttarne i dati generati da una parte modifica i comportamenti dei consumatori “always on”, e dall’altra consente alle compagnie di proporre modelli di offerta nei diversi segmenti (auto, casa, persone) totalmente differenti. Sale verticalmente l’offerta di polizze legate all’utilizzo di dispositivi, sensori, wearable, smartphone e tablet con soluzioni creative e flessibili. Un SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 9 “modello liquido” che parte dai bisogni del cliente e permette di sfruttare tutti i punti di contatto abilitati dalla tecnologia per estendere la catena del valore della “protezione”. Possono, le nuove piattaforme tecnologiche, invertire la tendenza al declino di una attività apparentemente poco modificabile come quella della distribuzione dei carburanti e delle stazioni di servizio, si chiedono Bacan, Carbonelli e Venturini ? La risposta è nettamente positiva: l’IoT diventa rapidamente un fattore abilitante essenziale per creare un nuovo ecosistema del cliente, portando questa attività ben oltre i limiti di una semplice erogazione di un prodotto/servizio tradizionale e connettendo gli asset fisici del punto vendita (la pompa, i prodotti da scaffale) ai dispositivi del cliente che diventa da sconosciuto utente un consumatore con aspettative note, la cui visita va preparata adeguatamente con soddisfazione reciproca. Importanti ricadute benefiche dall’applicazione di tecnologie smart possono arrivare - e in parte già stanno giungendo - alle imprese di pubblica utilità, dimostrano con dati alla mano Troncarelli, Di Micco, Venturini e Viviani grazie anche alla collaborazione di Corbetti, Giacomelli e Ogliaro, che hanno analizzato in particolare il settore elettrico. Anche in questo caso cambiano i paradigmi sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda e la capacità di connettere tutti gli attori del mercato in modo sistematico grazie alle piattaforme digitali basate sull’IoT apre prospettive nuove che vanno ad avvantaggiare in modo condiviso tanto i produttori quanto i consumatori. Certamente, l’esigenza di creare un ecosistema quanto più possibile coerente e integrato fra tutte le diverse componenti della catena del valore - sensori, piattaforme, flussi di dati, imprese, clienti - costituisce un punto strategico fondamentale al centro del quale potrebbero posizionarsi gli operatori delle telecomunicazioni in funzione di “iperconnettori” fra tutte le parti del sistema. È quanto sostengono Baile, Nicosia e Buono nel loro articolo dedicato alle Telco, aziende già in fase di profonda trasformazione, che hanno oggi l’opportunità e il potenziale per inserirsi da protagoniste al centro della nuova formidabile realtà della “interconnessione intelligente”. LA TERZA PARTE di questa edizione di Looking Forward analizza l’impatto delle tecnologie dell’IoT su alcuni aspetti fondamentali di funzionamento e operatività all’interno delle imprese. Marco Morchio, Managing Director, Accenture Strategy Lead Italia, Europa Centrale e Grecia Craviotto, Cisco, Di Micco e Savarese puntano l’attenzione su un aspetto fondamentale: poichè dall’ecosistema definito dell’IoT nasce un’economia basata “sui risultati” e quindi sulla soddisfazione del cliente, diventa imperativo che si avvii fin da subito una stretta integrazione fra business e tecnologia, coerente con le richieste del mercato e, allo stesso tempo, con quelle delle funzioni interne all’azienda. In questo nuovo ambito, muta radicalmente il ruolo del Chief Information Officer che deve divenire un vero “imprenditore delle tecnologie” che occorrono all’azienda per realizzare i propri obiettivi. L’articolo di Consonni, Giacchetti, Nava, Palumbo e Menconi evidenzia un’altra evoluzione fondamentale: la possibilità di generare, grazie all’IIoT, un evoluzione dell’impresa da entità a rete, con relazioni di business articolate che estendono le catene del valore ben oltre i confini tradizionali. Sono numerosi gli esempi di aziende che già oggi utilizzano piattaforme aperte e orizzontali capaci di connettere efficacemente l’azienda stessa con i fornitori e i 10 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review L’INTELLIGENZA NEL CUORE DELLE COSE clienti per realizzare un ecosistema in grado di realizzare una circolazione ampia e condivisa delle informazioni : è il passaggio dalla tradizionale supply chain a un più avanzato sistema di “digital supply network”. Un altro ambito dove le tecnologie digitali promettono di portare vantaggi molto rilevanti è quello - descritto nell’articolo di Fiorilli, Contini, Di Giacomo e Valdarnini - del controllo dei processi produttivi. Il passaggio a un paradigma di real-time monitoring, basato appunto su tecnologie IoT, permette infatti di analizzare in tempo reale la produzione, con possibilità di rapidissimi interventi correttivi, senza intervento umano, con istruzioni alle macchine per autoregolarsi nei modi più precisi e opportuni. In questo modo si sposta il focus dal controllo statistico a quello digitale, puntuale e continuo allo stesso tempo, con un enorme vantaggio nella perfomance delle aziende. A completamento, il contributo di Consonni, Fiorilli, Innocenti, Contini e Rocca che mette in evidenza una importante opportunità legata a un elemento centrale della supply chain, rappresentato dal magazzino. L’utilizzo di sensori, robotica e nuova organizzazione logistica consente, come alcuni casi di rilevanza mondiale dimostrano, di trasformare questo “polmone” da centro di costo a risorsa capace di contribuire in misura fondamentale alla competitività dell’impresa con marcati miglioramenti di produttività e redditività. IN QUESTO NUMERO DI LOOKING FORWARD vi proponiamo quindi una concatenazione di approfondimenti, all’intersezione propria di business e tecnologia, che è forse l’elemento più indiscutibile dell’IoT, con la sua potenzialità di far evolvere attraverso applicazioni tecnologiche di nuova generazione la qualità delle nostre esperienze di consumatori e cittadini, nonché dei modelli di business delle imprese pubbliche e private. Ne risulta un quadro molto denso, effervescente di ricerca e applicazione, con un grande potenziale di creazione di valore che - con il giusto livello di preparazione - manager e amministratori potranno certamente cogliere. È un fenomeno che apre scenari di mercato totalmente inediti, attraverso nuovi modelli di apprendimento, collaborazione, “contaminazione” fra imprese, competizione e gestione. Esso interessa in eguale misura sia le imprese che le istituzioni preposte alla guida dei mercati e dell’economia. Quest’ultime, in particolare, dovranno essere in grado di porre nei tempi adeguati le condizioni (infrastrutturali, regolamentari, di formazione) affinché il modello di diffusione sia armonico e quanto più indirizzato agli obiettivi di crescita diffusa e innovazione. Quello dell’IoT è infatti il tema che più di altri ci sta già accompagnando nel “futuro prevedibile”. La diffusione dell’IoT ha dunque già in sé una traiettoria le cui velocità di trasmissione e ampiezza di diffusione non possono che collocarne da subito la portata al centro delle scelte e strategie di ogni nuovo mercato “sostenibile” (si pensi alle Smart City) e di tutte le imprese che si caratterizzano per “connessione, intelligenza e rapidità”. Gionata Tedeschi, Managing Director, Accenture Digital Strategy Lead Italia, Europa Centrale e Grecia SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 11 PARTE PRIMA Internet of Things: un mondo in trasformazione L’Information Strategy nella nuova era dell'Internet of Things L’evoluzione tecnologica sta portando le organizzazioni a valutare la gestione delle informazioni come uno dei fondamentali paradigmi strategici per la competitività dell’azienda. Ne emerge l’esigenza di un approccio chiaro ed efficace che consenta di produrre e utilizzare al meglio l’enorme massa di informazioni disponibili, allo scopo di massimizzare il valore ottenibile dall’applicazione di processi analitici sui dati. di Marcello Savarese La tecnologia, e in particolare la cosiddetta Internet of Things, consente la comunicazione a distanza e in real time di enormi quantità di informazioni con contenuti sempre più vari e destrutturati. Questo permette a ogni organizzazione di intercettare immediatamente le necessità emergenti dei propri clienti e soddisfarle over the air. In questo contesto il numero delle organizzazioni, di ogni settore industriale, che valuta la gestione delle informazioni come uno dei principali paradigmi strategici per la competitività sta notevolmente aumentando: il tema della Information Strategy sta entrando prepotentemente nelle agende dei C-Level, in quanto relativo sia alla componente IT che a quella business. Tale tema richiede la definizione di nuovi approcci di produzione, consumo e governo del 14 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review dato, supportati da un modello operativo che renda efficace il fluire e il monitoraggio delle informazioni. La raccolta delle informazioni Gli aspetti di produzione delle informazioni sono strettamente legati all’evoluzione tecnologica. I device intelligenti sono ormai a bordo di macchine, wearable, negli smartphone, nelle nostre case, nei luoghi di lavoro; essi misurano caratteristiche di usura di parti, pressioni, temperatura, comunicano posizioni e rilevano emozioni. L’integrazione di sorgenti eterogenee di dati è quindi una componente significativa per la raccolta delle informazioni: i dati sono presenti/ accessibili in momenti temporali diversi, provengono da fonti dati differenti, in protocolli non sempre omogenei e da geografie diverse. L’INFORMATION STRATEGY NELLA NUOVA ERA DELL’INTERNET OF THINGS È quindi importante per l’organizzazione identificare gli opportuni touchpoint dove raccogliere i dati, i momenti di raccolta e l’eventuale trasferimento dei dati, allo scopo di massimizzare il valore ottenibile dall’applicazione di processi analitici sugli stessi. Le piattaforme per il consumo del dato I dati ottenuti dai device si affiancano a quelli già presenti nell’organizzazione (strutturati e destrutturati, interni ed esterni). Combinati opportunamente tra loro, i dati forniscono informazioni di enorme valore, che consentono di indirizzare numerosi temi aperti nelle aziende relativi all’operatività, allo sviluppo di bundle di prodotti/servizi e alla conoscenza del cliente. I contenuti informativi nell’era dell’Internet of Things, mediante metodologie analitiche sempre più avanzate e piattaforme tecnologiche evolute e connesse tra differenti reti di device, forniscono, dunque, insight che aiutano a determinare le relazioni tra i vari fenomeni e a supportare con efficacia la presa di decisioni. In particolare si ha la possibilità di mettere in relazione parametri di interesse (propensione all’acquisto, tassi di abbandono, indici di profilazione.…) e fattori determinanti che ne rappresentano la causa (stile di guida, comportamenti di consumo....). Mediante approcci di discovery le analisi possono evidenziare relazioni tra dati non note a priori e, come spesso accade, sconfessare presunte verità presenti in azienda. Queste relazioni, una volta evidenziate, consentono l’abilitazione immediata di nuovi servizi personalizzati che valorizzino il networking tra differenti prodotti. Le nuove logiche di governo Le due fasi sopraindicate richiedono un modello di governance dinamico e multilayer, che risponda a elementi fondamentali della governance come: dove raccogliere i dati, quando, e soprattutto chi può utilizzarli. In particolare, le caratteristiche distintive dell’IoT impattano su tutte le dimensioni della gestione del dato: Struttura: essa è basata su nuovi standard e nuovi approcci (ad esempio i modelli “Smart Objects Starter Pack”, “IoT-ARM”), che incorporano i contenuti informativi da nuovi device con opportune declinazioni di modelli esistenti in grado di comprendere i diversi layer di reti, la relazioni tra questi e i vari elementi tecnologici; Qualità: tra i suoi elementi caratteristici (consistenza, accuratezza, completezza) la qualità del dato avrà anche peculiarità relative all’effettivo valore del dato, in termini di rilevanza e tempestività (di produzione, deliverabilità ed uso), stimabile mediante approcci di tipo fast fail; Architettura: essa deve essere modificata per comprendere una più ampia vista che esca dai confini dell’organizzazione. Questo si traduce in una radicale trasformazione del modo con cui si gestisce il fluire delle informazioni nella propria architettura applicativa. Ad esempio sono possibili modalità di archiviazione e di consumo anche in presenza di device intelligenti e/o layer di reti; Metadato: la gestione dei metadati assume un’importanza notevole per il monitoraggio del dato lungo il flusso informativo, che i dati e le informazioni seguono prima di entrare in azienda e durante la trasformazione. Sicurezza: in un ecosistema aperto, al fine di consentire l’interoperabilità tra le diverse componenti e applicazioni, le organizzazioni devono pensare a modalità di patching affidabili e automatizzate, per garantire la corretta gestione della sicurezza del dato, e quindi della privacy dei clienti, e il rispetto della compliance normativa. Il modello operativo misto per la gestione del dato Il modello operativo è un ulteriore elemento fondante di un programma di Information Strategy che porti a una “intelligent enterprise”. Il modello deve essere composto da elementi abilitanti per la gestione del dato, in tutti gli aspetti visti in precedenza, ma anche da processi e componenti relativi alla misurazione e alla gestione degli insight, che nel mondo dell’IoT si traducono in forme complementari di revenue continue di servizio. L’enorme mole di informazioni richiede, a fronte di una de-localizzazione delle componenti di archiviazione e di consumo, la centralizzazione di competenze (hub) che: SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 15 Il ruolo centrale delle analytics di Fabio Nalucci Il trend crescente di diffusione di dispositivi connessi, e dei relativi dati raccolti, apre la porta a nuovi modelli di business e a nuove value proposition di prodotti e servizi per i clienti finali. Ogni organizzazione che si evolve introducendo sensori e connettendosi con i clienti deve dotarsi di processi e tecnologie che le consentano di affrontare la sfida dell’IoT in modo efficace. Se il primo step tecnologico è la raccolta dei dati dai sensori e il loro immagazzinamento, lo step immediatamente successivo è quello di analizzare i big data prodotti dai sensori: le analytics, siano visual, descriptive o predictive o una combinazione di queste, rappresentano quindi un must, non un nice to have. Le visual analytics consentono di comprendere i fenomeni e i pattern nascosti nei dati raccolti; le descriptive analytics permettono di supportare il business con un monitoraggio costante, potenzialmente in real time, dei parametri di tutti i dispositivi connessi; grazie alle predictive analytics, invece, si possono ottenere gli outcome più significativi e con il ROI più elevato. Il ruolo di tutte, è fornire ai business user aziendali insight di valore e suggerimenti sulle migliori azioni da compiere, in modo da offrire ai propri clienti servizi più puntuali e in linea con le aspettative. I modelli predittivi possono ad esem- • • • pio migliorare la gestione domiciliare di pazienti affetti da cronicità (connected health), riducendo i costi sanitari e migliorando il servizio ai pazienti stessi. A seguito della rilevazione di una propensione elevata a un evento acuto, gli operatori sanitari possono infatti essere allertati in tempo e visitare il malato su effettiva necessità; o evitare al malato stesso spostamenti non necessari verso le strutture sanitarie. Si riduce in questo modo la necessità di ospedalizzazioni, ma garantendo la giusta copertura ai pazienti. Se ci spostiamo nel mondo assicurativo, le predictive analytics consentono di profilare un cliente in base alla tipologia di utilizzo dell’auto (connected vehicle tramite black box) e di abitudini casalinghe (domotica e connected home). L’assicurazione può quindi offrire servizi ancora più mirati, sfruttare opportunità di upselling e stabilire partnership sulla base di profili di comportamento non dedotti, ma effettivi. Questi esempi sono solo un sottoinsieme di tutte le applicazioni delle analytics nel mondo IoT e aiutano a spiegarne il valore per le organizzazioni. In generale possiamo affermare che una strategia IoT che non consideri il ruolo degli analytics è destinata a produrre esclusivamente costi aggiuntivi, senza che se ne tragga alcun beneficio e ritorno sull’investimento. Fabio Nalucci Managing Director Accenture Digital, Analytics Lead supportino l’intera organizzazione; • operino con modalità efficaci di gestione delle siano focalizzate sui nuovi approcci di raccolta iniziative di analisi; delle informazioni IoT a valore; Le divisioni/business-unit/countries (spokes) doimplementino ulteriori azioni di analisi mediante vranno essere in grado di recepire gli insight prodotti tecnologie evolute di Big Data; e trasformarli in azioni immediate da implementare. 16 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review L’INFORMATION STRATEGY NELLA NUOVA ERA DELL’INTERNET OF THINGS L’evoluzione dell’Information Strategy In conclusione, il mondo dell’IoT sta radicalmente cambiando i criteri di gestione del dato, portando ad una trasformazione del mindset delle professionalità richieste nell’ambito dell’Information Strategy. Il cambiamento avrà conseguenze soprattutto sulla capacità di integrazione dei processi interni ed esterni di gestione del dato. In particolare le informazioni saranno archiviate, gestite e consumate laddove esse vengono create e poi ulteriormente lavorate con processi analitici interni alle aziende. Il peso dell’Information Strategy si sposterà prevalentemente verso la gestione del metadato, con un approccio collaborativo tra le diverse organizzazioni presenti nell’ecosistema dei partner in una logica di shared economy, dove il dato sarà di tipo open e a disposizione di tutti i partner mediante approcci di tipo API. L'autore Marcello Savarese, Senior Manager Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 17 Come cogliere le opportunità dell’Internet of Things attraverso l’Open Innovation È in atto una rivoluzione che si appresta a cambiare la vita delle persone e a impattare radicalmente sui modelli di business e operativi delle aziende. L’Italia, data la sua profonda tradizione manifatturiera e il suo posizionamento distintivo in molti settori chiave, ha un forte potenziale per sfruttarla. di Danilo Mazzara, Ghizlene Azira, Luca Marani e Andrea Sirigu L’Internet of Things è la principale disruption titività, creazione di posti di lavoro e miglioratecnologica che si sta imponendo sul mercato e mento della qualità dei servizi in tutte le aree che da qui a pochi anni rivoluzionerà la vita di di applicazione (quali salute, casa, mobilità, tutti: imprese, privati e Pubblica Amministra- etc.). Inoltre, non hanno mancato di rilevare le zione. A conferma di quanto detto basti pen- sfide che l’IoT pone in termini di tutela della sare all’enfasi che è stata data a questo tema in riservatezza e protezione dei dati su abitudini, due recenti appuntamenti globali: il CES 2016 preferenze e spostamenti. di Las Vegas, la principale fiera internazionale Realtà in costante crescita a livello globale, la sull’elettronica di consumo, e la conferenza an- tecnologia di connessione dei prodotti attrae nuale del World Economic Forum che periodi- sempre più diverse tipologie di aziende: quelle camente riunisce a Davos i principali esponenti che producono infrastrutture tecnologiche (Cisco e Qualcomm), elettronica di consumo della leadership mondiale. A Las Vegas abbiamo trovato conferma circa (Apple e Samsung), i player “pure digital” (Mila maturità del tema nel segmento consumer; crosoft e Google) e infine quelle che, grazie a infatti, sono state numerose le proposte di og- queste tecnologie, possono radicalmente mogetti connessi: dal frigorifero che permette il dificare i loro modelli operativi e di business riordino automatico su Amazon dei prodotti come le compagnie di assicurazione e i player esauriti in dispensa (Whirlpool), alle scarpe in ambito sanitario. capaci di mantenere una determinata tempera- In questo contesto di mercato, diversi fattori tura tramite una App su smartphone (Digitsole quali la riduzione del costo e delle dimensioni SmartShoe). Mentre a Davos i leader mondiali dell’hardware (il costo di una stampante 3D in hanno sottolineato le opportunità che l’IoT 7 anni si è ridotto del 99%, così come è avvenuto offre in termini di miglioramento della compe- anche per i droni), la diffusione di massa degli 18 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT Figura 1. Andamento investimenti VC Investimenti Venture Capital nell’IoT (volumi in mld. di dollari e numero di operazioni) 2,0 un ruolo di guida nella trasformazione tecnologica in questione. Tra di essi vi è, ad esem250 1,5 pio, la Francia, che ha da poco inaugurato la 200 “Cité de l’objet connecté”: uno spazio di 10.000 188 1,0 150 m 2 messo a disposizione degli startupper per 0,8 progettare e realizzare oggetti “connessi”. O, 100 0,5 ancora, la Germania, che ha classificato l’IoT 91 50 come uno tra i settori prioritari in cui concentrare gli investimenti relativi al piano “Industrie 0,0 0 2010 2015 4”. A livello comunitario, è la stessa Unione Investimenti VC Europea ad aver lanciato una iniziativa dal ti# di operazioni tolo “Call for Proposals on Internet of Things (IoT) Large Scale Pilots (LSPs)” mettendo a disposizione 140 milioni di euro di fondi per smartphone e la crescente qualità della connes- iniziative aventi focus nelle seguenti aree: smart sione a internet in mobilità, hanno dato vita al city, smart life, industria 4.0, sicurezza infraproliferare di numerose start up e di iniziative strutture, sicurezza alimentare, veicoli a guida imprenditoriali legate all’universo dell’IoT. automatica, smart home e tecnologie indosA dimostrazione di quanto affermato è utile sabili. Se guardiamo fuori dall’Europa, viene osservare l’andamento degli investimenti Ven- in rilievo l’esempio della Cina che ha investito ture Capital (VC) che in questi ultimi anni 800 milioni di dollari per sviluppare il comhanno avuto una decisa accelerazione in que- parto dell’IoT, ma si potrebbero citare anche sto campo. Secondo delle elaborazioni di CB la Corea del Sud e gli Usa. Come si intuisce, si Insight, a livello globale nel periodo che va dal tratta di iniziative che confermano il serio – e 2010 al 2015 gli investimenti VC nell’IoT sono ben riposto – interesse dei Paesi menzionati a più che raddoppiati: passando da 0,8 miliardi riservarsi un “posto in prima fila” in un settore di dollari nel 2010, a circa 2 miliardi di dollari ad alto potenziale. nel 2015. A livello cumulativo, il montante degli investimenti in start up specializzate nell’IoT, Le opportunità offerte negli ultimi sei anni sale a 7,4 miliardi di dol- dal contesto italiano lari, per un totale di 887 operazioni. A tal ri- Anche l’Italia sta attivando diverse iniziative per guardo, è di particolare interesse rilevare come dare una ulteriore spinta all’ecosistema dell’intra i principali investitori VC figurino impor- novazione in generale e all’universo dell’IoT in tanti attori del Corporate VC: ovvero le divi- particolare. Nello scenario IoT, infatti, l’Italia sioni di imprese “non finanziarie” che hanno è uno dei Paesi con le maggiori opportunità di l’obiettivo di investire in start up con tecnolo- crescita: secondo una recente ricerca Accenture gie utili al proprio business. Tra gli operatori (“Industrial Internet of Things”) emerge che gli maggiormente attivi si possono citare Cisco investimenti aggiuntivi in questo settore porteInvestments, Intel Capital, Google Ventures, rebbero a un incremento di produttività stimaGE Ventures e Qualcomm Ventures; il cui por- bile pari a 197 miliardi di dollari nel 2030. tafoglio di investimenti in start up specializzate L’elevata vocazione manifatturiera dell’Italia nell’IoT è stato stimato, nel periodo che va dal rappresenta il terreno fertile per l’applicazione 2010 al 2015, in circa 3,2 miliardi di dollari. di tutte le tecnologie di automazione dei proMa l’IoT non è solo nelle agende delle grandi cessi industriali, per abilitare la fabbrica del fuimprese. Sono infatti numerosi i Paesi ad aver turo (Fabbrica 4.0). Inoltre il posizionamento acquisito consapevolezza della centralità di distintivo e di eccellenza su diversi settori che questo tema, promuovendo numerose iniziative stanno tirando la volata all’IoT (es. auto, casa, per dare al proprio ecosistema dell’innovazione automazione e salute), può essere ulterior2,0 300 SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 19 Figura 2. Esempi di start up italiane in ambito IoT Descrizione Horus Technology Horus è un dispositivo indossabile per ipovedenti, che cattura la realtà circostante e la traduce in descrizione vocale Mido Mido propone soluzioni M2M in cloud computing che consente il monitoraggio e la gestione dei consumi di energia Filo Filo è un dispositivo che, tramite un'App dedicata e tecnologia Bluetooth, consente di localizzare gli oggetti mente rafforzato integrando capacità ingegneristiche, di design e di tecnologia. A questi elementi si aggiunga anche che l’Italia vanta una elevata qualità delle competenze e un ecosistema florido, basti pensare ad “Arduino” (la scheda elettronica “open source” che sta democratizzando la manifattura e ha dato impulso alla community dei Maker), all’elevato numero di Fablab (laboratori di nuova generazione dove si sperimentano le nuove tecnologie applicate alla manifattura), e al numero di start up italiane che operano in ambito IoT le quali, secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, sono 39. I settori di applicazione spaziano dai dispositivi per Smart Car, alla Smart Home, alla Digital Health, ma anche la “omni-canalità”. Iniziative la cui forza viene confermata dai recenti investimenti annunciati da grandi multinazionali con il fine di sfruttare al meglio le potenzialità legate a questo mondo (Cisco e GE in primis). Anche la Pubblica Amminisrazione sembra consapevole della centralità del tema facendo del recupero del gap d’innovazione una priorità strategica per l’Italia, priorità confermata anche dai recenti interventi normativi quali: la legge sulle start up innovative, il Patent Box e il plafond della Cassa Depositi e Prestiti per favorire l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte delle PMI (per prestiti che partono da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 2 milioni di euro). Risulta quindi evidente che l’IoT rappresenta un’opportunità per le aziende Italiane, ma, d’altra parte, si tratta di tecnologie che sono 20 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review Open Innovation Per un’azienda che vuole approcciare il mondo dell’IoT il ricorso all’Open Innovation è la via maestra, poiché è in grado di minimizzare i rischi, massimizzando i benefici. L’Open Innovation, che consiste nel fare scouting sistematico di innovazione all’esterno dell’impresa, contrapponendosi al tradizionale modello di ricerca e sviluppo interno, è una prassi già consolidata nei mercati maturi e sempre più si sta affermando anche in Italia. Come recentemente emerso da una ricerca condotta da Accenture in collaborazione con la G20 Young Entrepreneurs Alliance, il 76% delle grandi aziende è propenso a fare “scouting all’esterno” e vede nelle start up il primo interlocutore su cui fare leva. Nell’avviare un percorso di Open Innovation, tuttavia, per le aziende è necessario definire un chiaro ambito di focalizzazione, in modo da bilanciare gli sforzi di ricerca interna con l’innovazione esterna. In quest’ottica la distanza Figura 3. Matrice dell’innovazione-Esempio settore Automotive + Disruptive WIB ha creato una vending machine con tecnologia multipackaging che combina i nt ell’e-commerce con la comodità del negozio sotto casa Self-driving car Connected Vehicle - Vehicle-to-X communication Sustainable WIB Machine ancora in fase di maturazione e che presentano elementi di incertezza legati, tra gli altri, a come evolverà lo standard tecnologico insieme al quadro regolatorio (privacy e sicurezza). Electric car Advanced driver assistance systems GPS Black Box Incremental VisLab ha sviluppato una tecnologia per auto a guida automatizzata, possibile grazie a telecamere e sensori governati da software per la visione artificiale Cosa Innovare VisLab Distanza dalla tecnologia core Start up ABS Common Rail R&D - Crowdsourcing Come innovare Grado di apertura verso l’esterno Ecosistema + COME COGLIERE LE OPPORTUNITÀ DELL’INTERNET OF THINGS ATTRAVERSO L’OPEN INNOVATION WIB, la start up italiana che abilita la vendita omni-channel tata rende, inoltre, la soluzione WIB estremamente efficace per molteplici segmenti quali ad esempio food&beverage, cosme- tica, elettronica etc. WIB ha complessivamente raccolto 2,5 milioni di euro da parte di una compagine dalla propria “comfort zone” (in termini di prodotto, tecnologia e mercati target) risulta essere una valida chiave di lettura per delle riflessioni preliminari circa il ricorso all’Open Innovation. Le realtà più evolute fanno già leva su un ecosistema aperto per sviluppare contenuti che arricchiscono i loro prodotti. Questi modelli, originariamente nati nelle aziende “pure digitali”, si stanno velocemente affermando anche nei settori più tradizionali in ragione della maggiore pervasività della tecnologia. Esemplificativo è a questo proposito il settore automotive; se, infatti, fino ad anni recenti l’automobile doveva “limitarsi” ad avere un motore di buona qualità, un design accattivante e interni di pregio (risultato ottenibile grazie a un modello operativo a integrazione verticale), in poco tempo le automobili stanno diventando oggetti sempre più connessi, tecnologici e capaci di interagire con l’ambiente circostante, sempre più bisognosi di nuove tecnologie. Questi fattori impongono alle autovetture moderne di dotarsi di software altamente evoluti la cui programmazione richiede oltre 20 milioni di linee di codice. Per l’industria dell’automobile questo significa nuove competenze, nuove soluzioni, nuovi modelli operativi e, tipicamente, il ricorso all’Open Innovation. Altro elemento chiave quando si intraprende un percorso di Open Innovation è quello di assegnare delle chiare responsabilità e definire adeguati meccanismi di coordinamento tra i diversi attori coinvolti nel processo di innovazione: dal Corporate Strategy, per sincronizzare le leve di crescita organica e inorganica, alla tradizionale funzione Ricerca e Sviluppo, per favorire la piena valorizzazione della pipeline attuale, fino anche alle singole business unit, per quanto ri- societaria che vede coinvolti, fra gli altri, il gruppo bancario Unicredit e il fondo di Corporate Venture Capital facente capo a Gruppo CNL, realtà industriale italiana di primario standing caratterizzata da una forte propensione all’open innovation e alla ricerca di nuove sinergie industriali. In Italia WIB ha realizzato diverse installazioni in ambito food, riscuotendo altresì grande interesse dagli USA dove è in corso di implementazione un roll-out in ambito farmaceutico e integratori alimentari. guarda le evoluzioni incrementali su prodotti, canali e modelli di servizio. Nelle aziende più consolidate che vogliono dare un deciso impulso all’innovazione si afferma sempre di più il ricorso alle “Innovation Unit” dove, a differenza del tradizionale reparto di Ricerca e Sviluppo viene posta maggior enfasi al presidio dell’ecosistema esterno (sia per trovare idee nuove ma anche per accelerare l’esecuzione di progetti interni) e allo sviluppo di una cultura dell’innovazione all’interno attraverso programmi specifici di engagement, training e coaching dei dipendenti. Ultimo elemento per fare Open Innovation, ma Figura 4. Matrice di Presidio dell’Ecosistema dell’Innovazione + Capitale finanziario WIB srl è una start up innovativa nata a Palermo nel novembre 2013 la cui mission è quella di realizzare un nuovo sistema di vendita omni-channel, in grado cioè di combinare i vantaggi dell’e-commerce con la comodità del negozio sotto casa. I punti vendita automatici WIB sono in grado di accettare ordini fisici così come online (da web & mobile) generando dati e analytics non disponibili al retail fisico tradizionale. La tecnologia di movimentazione brevet- - Venture Capital Joint Venture Corporate Venture Capital Allocazione capitali su fondi specializzati di Industry Investimento finanziario finalizzato alla realizzazione di un progetto comune Allestimento di una entità finanziaria il cui scopo è investire per conto della società Club deal Contest per Idee Corporate Accelerator Co-investimento spot insieme ad altri soggetti Premio per l’innovazione con riconoscimento di visibilità e premi in denaro Supporto specialistico per agevolare la Route to Market di selezionate startup Networking Mentorship Ospitalità Partecipazione ad eventi dedicati a innovazione e startup Supporto pro-bono su modello di business e/o specifici aspetti funzionali Concessione delle falicities per un limitato periodo di tempo Competenze / Asset Industriali + SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 21 non meno importante di quelli già esposti, è definire un approccio sistematico al presidio dell’ecosistema esterno dell’innovazione anche in considerazione del fatto che il livello di commitment può essere crescente: si va dal semplice “networking”, partecipando agli eventi per start up in modo da avvicinarsi alla comunità degli innovatori, al lancio di un acceleratore (come ad esempio Tim#Wcap di Telecom Italia o Incence di Enel), alla creazione di Corporate Venture Capital (CLN, Tim Ventures), unità dedicate che investono direttamente nel capitale di rischio delle start up apportando, oltre ai mezzi finanziari, anche asset e competenze che accelerano la route to market delle nuove iniziative imprenditoriali massimizzando le sinergie industriali. Gli autori Sopra da sinistra: Danilo Mazzara, Senior Manager Accenture Strategy Ghizlene Azira, Consultant Accenture Strategy Luca Marani, Consultant Accenture Strategy Andrea Sirigu, Consultant Accenture Strategy 22 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review Conclusioni L’Internet of Things è la disruption tecnologica per eccellenza che cambierà la vita delle persone e impatterà radicalmente sui modelli di business e operativi delle aziende. L’Italia ha un grosso potenziale, considerati la sua profonda tradizione manifatturiera e il posizionamento distintivo sui settori che saranno maggiormente impattati. L’Open Innovation è la migliore soluzione per cogliere questa opportunità in quanto riduce i rischi e consente di accedere alle migliori tecnologie disponibili a costi contenuti se paragonati a quelli necessari per lo sviluppo interno. Il commitment e la capacità dell’azienda di sostenere e favorire l’innovazione sono gli elementi cardine per permettere all’Open Innovation di fare la differenza. WWW.HBRITALIA.IT Internet of (Every)Thing: come creare nuovo valore per il cliente Le aziende hanno la necessità di valutare come l’Internet of Things (IoT) possa guidare la costruzione di contenuti di valore per il loro cliente e per loro stesse. Per farlo dovranno tenere conto di quanto si sta realizzando in termini di digital disruption, open innovation e nuovi business che si stanno proponendo sul mercato a una velocità sempre maggiore. di Fabio De Angelis e Francesco Acabbi L’Internet of Things è una delle tecnologie emergenti che avrà maggiore velocità di propagazione e pervasività di adozione nel corso dei prossimi anni: stimiamo che nel 2020 saranno presenti circa 25 miliardi di oggetti collegati in rete (esclusi PC, tablet e smartphone), quasi 30 volte rispetto a quanti presenti nel 2009. Previsione ancora più importante è che il 50% delle soluzioni interconnesse per le aziende che arriveranno sul mercato entro il 2017 saranno inventate e realizzate da start up attive da non più di tre anni. In qualità di manager siamo in grado di comprendere veramente come questo trend si traduca in valore e beneficio per la nostra azienda, di misurarci con l’enormità di questi numeri? In particolare, siamo in grado di immaginare come si tradurrà in prodotti e servizi per i nostri clienti finali? L’IoT sarà la grande onda da cavalcare che farà volare il nostro business o la tempesta perfetta che ci farà naufragare? Domande importanti a fronte delle quali, come consulenti di strategia di business e tecnologia, abbiamo cercato di proporre una chiave di lettura che possa consentire alle aziende di trovare le proprie risposte. Accenture, tramite l’unità Advanced Customer Strategy, ha realizzato nel 2015 una ricerca globale1 volta ad analizzare le implicazioni dei principali trend tecnologici e di business rispetto al mondo del marketing, delle vendite e del servizio al cliente; in particolare quattro macrotrend evidenziano l’impatto dell’IoT rispetto alla creazione di valore per i clienti attuali e futuri e sono particolarmente utili per analizzare questo vasto fenomeno: 1. L’Internet “of me” - la crescita profittevole derivante dalla fusione tra fisico e digitale in molteplici esperienze di vita. 2. L’economia dei risultati – come le aziende possono trarre da ogni nuova customer experience un valore tangibile e monetizzabile. 3. L’azienda intelligente – come il passaggio dall’Internet of Things all’Internet of Every-Thing trasforma la catena del valore delle aziende e offre nuove possibilità per il cliente finale. 4. La forza vendite e il servizio al cliente re-immaginati – nuove possibilità create dall’interazione tra le macchine e l’uomo. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 23 Figura 1. Le prospettive dell’Internet of Things 25mlddioggetticonnessiin 1. L’Internet “of me” Nel 2020, più del 35% della popolazione delle economie mature possiederà almeno un dispositivo “wearable”. I consumatori si interfacceranno con ecosistemi digitali e fisici non solo grazie a device tradizionali come PC, smartphone e tablet, ma anche tramite una moltitudine di oggetti e sensori intelligenti. Questo fenomeno si sposa con l’opportunità di fornire migliori servizi ai consumatori: già oggi infatti il 40%2 di essi si dichiara disponibile a condividere dati personali, a patto che questi vengano utilizzati per ricevere servizi disegnati quasi in modo sartoriale. La conoscenza approfondita e continua delle abitudini del consumatore spingerà le aziende a fornire una customer experience sempre più personalizzata e a generare contenuti online e offline costruiti ad hoc in base alle esigenze e alle caratteristiche del singolo. Alcuni player si sono già mossi per sperimentare l’utilizzo di device intelligenti. Burberry ad esempio utilizza la tecnologia dei beacon nei propri punti vendita per interagire con i clienti, veicolando messaggi e promozioni personalizzate in modalità real time durante lo shopping. Amazon invece ha creato Dash Button, un device con un unico bottone che consente ai consumatori di ordinare un prodotto preimpostato effettuando automaticamente l’ordine online, senza bisogno di accedere a un sito o a una app. La lezione e le opportunità per le aziende Grazie all’IoT si realizzerà una fusione del mondo fisico con quello digitale: le aziende potranno offrire una customer experience sempre più personalizzata che consentirà di attrarre nuovi clienti, di coinvol- retenel2020 50%dellesoluzioniIoTsaranno realizzatedastartup gerli nella creazione di servizi unici e su misura, e costruire delle relazioni di fiducia in grado di durare nel tempo. 2. L’economia dei risultati IoT significa anche avere a disposizione un flusso continuo di dati e di informazioni generato e registrato dai milioni di oggetti connessi: la sfida per le aziende è immaginare già da subito la modalità di fruizione di questi dati, per generare servizi a valore aggiunto che si affianchino o si sostituiscano all’offerta esistente. Se non saranno in grado di farlo, le loro quote di mercato verranno minacciate da player nuovi, a volte anche esterni al settore di riferimento, che adottano modelli di business più flessibili e convenienti (secondo una ricerca globale di Accenture, già oggi il 45% dei consumatori si dichiara propenso a cambiare i propri fornitori tradizionali). American Express, ad esempio, ha realizzato una partnership con Jawbone per sperimentare l’inserimento di funzioni di pagamento in alcuni dispositivi wearable, sia per aumentare l’utilizzo dei propri servizi di pagamento, ma soprattutto per arricchire i Figura 2. Accenture Customer Vision 2015 ccenture ustomer ision2015 1 TheInternet 2 of e utcome conom 24 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review Intelligent nterprise or force eimagined INTERNET OF (EVERY)THING: COME CREARE NUOVO VALORE PER IL CLIENTE Figura 3. Le prospettive dell’Internet of Things propri dati di spending del cliente con informazioni di tipo comportamentale. L’insieme di queste informazioni apre la strada a nuove modalità di ingaggio del cliente (ad esempio attraverso logiche di “gamification”), nuovi programmi di loyalty e servizi in ambito health e wellness. La lezione e le opportunità per le aziende Le aziende avranno la possibilità di sfruttare oggetti smart e sensori per costruirsi un patrimonio informativo in grado di migliorare la comprensione del consumatore e consentire quindi di migliorare il proprio servizio o sperimentare e lanciare rapidamente nuove offerte in modalità data-driven, ottenendo feedback in tempo reale. 3. L’impresa intelligente L’applicazione dell’Internet of Things non avrà impatti diretti solo sul cliente finale, ma anche sui processi interni delle aziende volti all’interazione con i clienti stessi. Sensori e oggetti intelligenti posizionati in modo diffuso negli uffici e nei punti vendita consentiranno di ottimizzare i processi di gestione del cliente, favorendo la collaborazione e garantendo un migliore customer service. Precursori di questo trend sono i grandi operatori della logistica come UPS e DHL che sfruttano le reti di sensori per localizzare e gestire al meglio le loro flotte e per consentire ai consumatori di verificare lo stato delle loro consegne. In ambito B2B, produttori di macchinari per movimento terra o attrezzature agricole come Caterpillar possono migliorare l’efficienza operativa dei propri clienti, monitorando in real time le macchine, consentendo operazioni di manutenzione predittiva e diminuendo i fermi macchina. La lezione e le opportunità per le aziende Le aziende dovranno integrare elementi di “intelligenza” in tutti i loro processi per essere in grado di prendere decisioni informate che abbiano un impatto reale sulla customer experience dei loro clienti finali, consentendo rilevanti incrementi di efficienza operativa e innovatività. 4. La forza vendite e il servizio al cliente re-immaginati Sensori, oggetti connessi e strumenti di realtà aumentata consentiranno a uomini e macchine di lavorare in modo integrato, conseguendo risultati 40%deiconsumatoripropenso acondivideredatiperuna migliorecustomerexperience 45%deiconsumatoripropenso adutilizzareprovidernon tradizionalidiservizi 70%deiconsumatoritrova frustrantedoversirelazionarecon addettipocoinformati 80%dellerichiestedeiclienti potrannoessererisoltedarobot non ottenibili prima. Questa interazione permetterà di risolvere uno dei problemi principali per i consumatori: il 70%2 dichiara di soffrire l’interazione con dipendenti poco competenti e poco informati rispetto alle loro esigenze. In un futuro molto prossimo gli addetti alla vendita di un negozio o di una banca riconosceranno subito un cliente attraverso gli oggetti smart di cui è dotato (ad esempio, uno smartphone connesso con il punto vendita) e interagiranno con lui con familiarità avendo rapido accesso a tutti i suoi dati tramite device che “aumentano” la realtà come i Google Glass o le Hololens di Microsoft. In molti casi, il primo punto di contatto tra l’azienda e il cliente, saranno addirittura macchine intelligenti e senzienti: Bank of Tokyo Mitsubishi, ad esempio, sta già oggi sperimentando l’utilizzo di un mini droide umanoide, posizionato all’ingresso delle filiali, capace di rispondere a semplici domande dei clienti e di accompagnarli nell’ufficio desiderato. La lezione e le opportunità per le aziende Le aziende dovranno essere in grado di sfruttare al massimo la sinergia macchina – uomo e trovare nuove modalità di interazione con gli oggetti connessi per poter aggiungere valore all’esperienza del cliente e realizzare risultati che fino a oggi erano impensabili in termini di velocità e personalizzazione. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2014 25 Come le aziende possono cavalcare con successo l’onda dell’IoT per cambiare il modo di “vivere” dei clienti L’Internet of Things ha la potenzialità di cambiare il modo di vivere e di lavorare di tutti noi. È un fenomeno che infatti porterà enormi benefici creando nuove proposizioni di valore, prodotti, servizi e modalità di interazione tra le aziende e i loro clienti finali. Allo stesso tempo è però un elemento di forte rottura con il passato che può determinare il fallimento e la sparizione di intere filiere e modalità di business tradizionali. È necessario quindi che le aziende ripensino le modalità con cui oggi ingaggiano i clienti e si relazionano con la concorrenza e con il proprio ecosistema di riferimento, focalizzandosi in particolar modo su cinque elementi che, come Accenture Advanced Customer Strategy, riteniamo chiave per interpretare il presente e pensare il futuro: • Il cliente viene prima di tutto: pensate a come le applicazioni dell’IoT possono soddisfare le esigenze del cliente del futuro, ormai abituato a relazionarsi con le aziende in modo omnicanale e a ricevere servizi targetizzati ad hoc. • Le informazioni possono trasformare l’esperienza del cliente: raccogliete e analizzate l’enorme quantità di informazioni provenienti dagli oggetti connessi in modo da cambiare l’esperienza e i “journey di interazione” con i vostri clienti, migliorandoli in base ai feedback ricevuti. • Il modello operativo può essere reinventato: trasformate i vostri modelli operativi per consentire ai consumatori di svolgere attività “tradizionali” come prenotare un viaggio, fare la spesa o comprare un capo di abbigliamento in modi completamente nuovi. • I migliori prodotti e servizi potrebbero ancora non essere nati: ripensate al processo di creazione dei prodotti e servizi che lancerete nei prossimi anni avendo già in mente che potranno essere fonte di informazioni preziose. • Dai settori industriali consolidati a ecosistemi digitali liquidi: non date per scontate le dinamiche della vostra azienda e del vostro settore; l’IoT apre la strada a fenomeni di collaborazione con start up specializzate, forme di co-opetition e crowdsourcing che potranno creare nuovo valore aggiunto per tutti i partecipanti. Gli autori Sopra da sinistra: Fabio De Angelis Managing Director Accenture Strategy Francesco Acabbi Senior Manager Accenture Strategy (fino a febbraio 2016) NOTE. 1. Accenture Customer Vision 2015, “Digital Disruption: are you playing to win or playing not to lose?” 26 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review 2. “2015 Global Consumer Pulse Research”, Accenture WWW.HBRITALIA.IT Realtà aumentata e wearable device: gli operatori del futuro saranno sempre più interconnessi Nessuna azienda potrà eccellere nei prossimi anni se non sarà in grado di abilitare i propri dipendenti a un utilizzo intelligente e proficuo della tecnologia che consentirà di prendere decisioni consapevoli in tempo reale e di agire in modo corretto usufruendo delle informazioni giuste al momento giusto. di Stefano Trombetta e Alessandro Bottari Non vi è più alcun dubbio: la rivoluzione digitale ci proficuo della tecnologia. ha rapidamente catapultati nel futuro. Ma questo Le organizzazioni di successo del futuro saranno non deve portare a pensare che l’elemento umano quindi caratterizzate dalla capacità di creare una diventerà meno strategico per aziende e organizza- nuova generazione di lavoratori che usa la tecnolozioni. Potrà sembrare strano ma, in un momento in gia per adattarsi e imparare velocemente, per creare cui molta attenzione è dedicata dagli studi di settore al nuove soluzioni e guidare il cambiamento. Questa fenomeno della sostituzione dell’uomo da parte delle nuova Connected Workforce (si veda la figura 1) sarà macchine, nel nostro recente studio Accenture Techno- in grado di prendere decisioni consapevoli in tempo logy Vision 2016 ci soffermiamo su un elemento che reale e di agire in modo corretto usufruendo delle inriteniamo chiave per il successo di qualsiasi trasforma- formazioni giuste al momento giusto2. zione digitale: la centralità del “people” nella nuova Le nuove tecnologie stanno infatti cambiando il Digital Age1. mondo del lavoro, creando nuove sfide per le imprese Nell’era del digitale e dell’Internet of Things, l’ele- e per i suoi dipendenti: smartphone, tecnologia “weamento di successo non è rappresentato dalla “quan- rable”, robotica, realtà virtuale e intelligenza artificiale tità” di tecnologia diffusa nelle organizzazioni, bensì sono una realtà recente, ma in rapida diffusione anche dalla vision strategica dell’azienda e dalla capacità di in ambito aziendale. far evolvere la cultura digitale della propria workforce Tali “dispositivi intelligenti” sono oggi sufficientedi pari passo con l’evoluzione della tecnologia. Per mente diffusi, poco costosi e interconnessi da abilitare semplicità possiamo affermare che nessuna azienda i lavoratori a ogni livello a svolgere il proprio lavoro potrà eccellere nei prossimi anni (e provocatoriamente, con maggiore efficienza, produttività e sicurezza. aggiungiamo, sopravvivere) se non sarà in grado di Alcuni esempi di applicazioni wearable (per esempio, abilitare i propri dipendenti a un utilizzo intelligente e gli Smart Glass) si possono trovare in ambito medico, SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 27 Figura 1. Wearable smart e diversi tipi di tecnologie hanno il potenziale di supportare, aumentare e ottimizzare la workforce The Connected Worker Industrial Worker Digital GIS Optimized Scheduling & Dispatching GPS/RTLS receiver Camera on headset Voice headset on helmet Personal monitor Office Worker Smart glass Gamification Voice headset Smart Phone Social Collaboration Touchpad Asset Identification & Augmented Reality LifeMonitor Belt Smart Watch Battery-pack Battery-pack Utility Belt: - Temperature - Vibration - RFID iPad - Camera Utility Belt: - With Tablet - RFID Chip Digital Forms Mobile & Video Learning Beacons in the Field Drones Robotics dando la possibilità al chirurgo di disporre di infor- smi di motivazione dei dipendenti, in grado di superare mazioni aggiuntive e di una guida visiva durante gli i paradigmi tradizionali dei sistemi incentivanti basati interventi chirurgici; o in ambito industriale, dove l’o- su riconoscimenti economici e monetari. Recenti studi peratore può disporre di indicazioni immediate circa le condotti da Accenture Strategy, hanno identificato algiacenze di magazzino; e, ancora, in ambito manuten- meno quattro driver motivazionali che possono essere tivo, dove la realtà aumentata fornisce istruzioni visive abilitati dalle nuove “piattaforme digitali”: sulle parti dei macchinari che necessitano di essere 1. Learning by Imitation: aumentando la frequenza riparate. e la facilità di contatto tra colleghi (si pensi alla Particolarmente significativo è il caso dell’utilizzo dei diffusione di strumenti aziendali di chatting, viGoogle Glass nell’industria aerospaziale: la disponibideo conferencing, corporate media collections) le lità delle istruzioni di montaggio in realtà aumentata, persone tendono ad adottare/cambiare i loro comaccessibili attraverso dispositivi wearable, ha miglioportamenti in modo più veloce rispetto a quanto rato la produttività e la qualità dei processi di assemottenuto tramite la formazione tradizionale. blaggio degli aeromobili (zero errori), permettendo di 2. Funning by Doing: gli aspetti del gioco e del diridurre drasticamente i “task time” nonché la curva di vertimento sono una leva potente per “spingere” apprendimento degli operatori. le persone ad assimilare nuovi concetti e nozioni I benefici che si possono ottenere dalla tecnologia (numerose App si stanno diffondendo per trasfornon si limitano al mondo della produzione, ma posmare le esperienze formative in competizione tra sono anche rendere maggiormente efficaci i cosiddetti colleghi). “knowledge worker”, grazie a un accesso semplificato 3. Social Contribution & Recognition: le persone peral sapere e alla conoscenza aziendale: se oggi tutto cepiscono un maggior senso di appartenenza a una è diventato mobile, anche la formazione si fruisce in comunità e aumentano gli sforzi per contribuire ai forma mobile, sempre e ovunque. risultati aziendali se tali sforzi vengono “riconoCome gli smartphone e i tablet stanno diventando una sciuti” dagli altri colleghi (es.: diffusione dei mecpresenza quasi costante nella nostra vita, allo stesso canismi di social rating tra colleghi). modo le aziende stanno cercando di utilizzare al me- 4. Digital Rewards: riconoscimenti non monetari per glio tali dispositivi e le loro innumerevoli applicazioni premiare sforzi e contributo ai risultati aziendali per arricchire e completare l’esperienza formativa: il (per esempio, badge, instant feedback, performance Mobile Learning è oggi uno dei modi più efficaci per points). rafforzare l’esperienza di apprendimento. Permette Combinando insieme questi quattro driver motivazioinfatti di erogare contenuti formativi con forme che nali e mutuando esperienze e soluzioni di successo di sono più vicine a modalità di apprendimento naturali, alcune note App consumer di recente diffusione (come incrementando allo stesso tempo la soddisfazione dei Runtastic) sono state sviluppate soluzioni innovative dipendenti e ottenendo maggiori performance3. che diffondono e “spingono” verso nuovi comportaLe nuove tecnologie abilitano anche nuovi meccani- menti, con l’obiettivo di aumentare le prestazioni dei 28 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review REALTÀ AUMENTATA E WEARABLE DEVICE: GLI OPERATORI DEL FUTURO SARANNO SEMPRE PIÙ INTERCONNESSI Figura 2. Confronto tra experience nella «vita privata» e «contesto lavorativo»: alcuni casi di successo Nella vita privata Nel contesto lavorativo Chatting & Videoconf. Connecting Skype WhatsApp Individual Workplace Networking Facebook LinkedIn Teaming Dropbox Tumblr People Page Corporate Portal Employee App Sharing Wikipedia Corporate social scoring Blog Micro Site Community Knowledge Exchenge Learning Board Media Exchange YouTube dipendenti e la qualità del loro operato. L’esempio più emblematico di soluzione che combina con efficacia Funning by doing e Social Contribution & Recognition è il 30 Days Challenge di Bank of Ireland4: un percorso di training innovativo basato su una vera e propria sfida tra colleghi. Questa si compone di trenta micro-azioni (una al giorno per 30 giorni), che possono essere integrate nel lavoro quotidiano e richiedono meno di dieci minuti per essere svolte. Si tratta di brevi attività gestibili nell’arco della giornata, ma con un grande impatto - dimostrando che sono le piccole cose che contano. Le attività svolte sono poi condivise sui social aziendali e ognuno ha la possibilità di commentare e votare i contributi più rilevanti. Risulta quindi fondamentale per ogni azienda capire come i propri dipendenti possano operare e interagire al meglio, e quale sia la tecnologia che può portare un vero vantaggio nello svolgimento delle loro attività in modo da far vivere la migliore “employee experience”. Investire tempo e risorse aziendali per il design di per- L’interazione avanzata con i Living Services di Frangino Lucarini In un contesto tecnologico evoluto come quello connotato da realtà aumentata e “wearable” la naturale evoluzione dell’ambiente e dei processi lavorativi seguirà anche un mutato approccio tra uomo e tecnologia. L’utente di “domani” sarà sempre più abituato a interagire con servizi più evoluti, intelligenti e adattivi definibili “Living Services”. I Living Services sono servizi studiati per essere in grado di apprendere ed evolvere le proprie funzioni in base all’uso e al contesto. Saranno quindi in grado di anticipare bisogni o sollevarci da compiti ripetitivi o noiosi. Inoltre il futuro di questi servizi “vivi” sarà di essere accessibili dovunque e attraverso i più disparati dispositivi in una logica di esperienza continua. L’interazione sarà adattiva e non limitata a un device o uno schermo, ma diluita e specifica per ogni situazione: pensiamo a Spotify che è fruibile su smartphone, su console, nell’auto e su device ad hoc come Sonos o Amazon Echo con interazioni proprie del contesto d’uso (voce, touch, big screen, car navigator). Google Now e Cortana di Microsoft integrano in un assistente vocale servizi diversi come mapping, calendar e ticketing e sono in grado di avvisare l’utente se, causa traffico, deve partire per raggiungere il prossimo meeting in agenda o se il volo previsto ha subito qualche ritardo. Se questo genere di servizi sta diventando lo standard per il mondo consumer, anche l’azienda dovrà adeguarsi con soluzioni in grado di semplificare l’attività lavorativa dei propri dipendenti: a partire dalle classiche funzioni corporate (accesso alle sedi, networking, knowledge sharing e processi interni) fino alla razionalizzazione e semplificazione di servizi verticali come la gestione del magazzino, il monitoraggio real-time delle linee produttive e la gestione del big data attraverso strumenti e interfacce che rendano possibile ai nuovi operatori interconnessi di estrarre facilmente trend e informazioni utili a guidare il business. Frangino Lucarini, Senior Manager Accenture Digital Fjord SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2014 29 corsi di employee experience volti a ridisegnare l’attuale esperienza del dipendente sul luogo di lavoro (e non solo dei clienti) diventa una necessità che non può essere più rimandata. Un paradosso a cui spesso si assiste è infatti rappresentato dalla forte dicotomia tra l’ecosistema digitale privato e quello aziendale: troppo spesso, entrando in azienda, il dipendente non ritrova l’ecosistema digitale con cui è abituato a rapportarsi quotidianamente nella propria vita privata, generando così un forte senso di insoddisfazione e un decremento delle potenziali performance produttive. È necessario quindi, anche a livello aziendale, riprodurre un ecosistema digitale di connessioni e strumenti che realizzino appieno il paradigma della Connected Workforce articolato su 5 ambiti di eccellenza (si veda la figura 2): Connecting, Networking, Teaming, Sharing e Individual Workspace. Nella vita privata di ognuno di noi applicazioni quali Whatsapp e Skype hanno cambiato il modo di comunicare; social network quali Facebook, Twitter, LinkedIn sono diventati di utilizzo quotidiano cambiando il modo di interagire e instaurare relazioni interper- sonali; Blog, Community, Wikipedia e YouTube sono il canale privilegiato per la condivisione di informazioni; Google è diventato il portale universale per l’accesso alla conoscenza. Allo stesso modo, anche in azienda, le nuove tecnologie di connessione, come Skype for Business, offrono straordinarie potenzialità di networking e le Community of Practice favoriscono l’innovazione e accelerano il lavoro di gruppo, abilitando la collaborazione e l’innovazione, abbattendo silos organizzativi e permettendo alle persone di stringere relazioni, confrontarsi con i colleghi, acquisire visibilità in azienda. Motori di ricerca evoluti possono dare accesso all’intero patrimonio informativo aziendale risparmiando tempo e velocizzando i processi produttivi. In conclusione, le aziende che riescono a far vivere ai dipendenti la medesima esperienza digitale alla quale sono abituati a rapportarsi quotidianamente raggiungono un livello superiore di engagement della forza lavoro, una maggiore attrattività sul mercato del lavoro, una migliore capacità di retention dei talenti e, non da ultimo, maggiori performance aziendali complessive. Gli autori Sopra da sinistra: Stefano Trombetta, Managing Director Accenture Strategy Alessandro Bottari, Manager Accenture Strategy NOTE. 1. Cfr. Accenture Technology Vision 2016, “People First: The Primacy of People in a Digital Age”. 2. Cfr. “Digital augmentation makes every worker an information worker”. 30 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review 3. Accenture, “On the move: How mobile learning is reshaping talent development”. 4. www.accenture.com/us-en/success-bank-irelandbehaviors-habits-customer.aspx. WWW.HBRITALIA.IT Smart City e competitività urbana: le opportunità offerte dall’Internet of Things Anche in Italia c’è chiara consapevolezza delle tecnologie come chiave per abilitare le città del futuro, ma resta assente una visione d’insieme. È ancora limitata l’attenzione del settore privato e mancano strumenti amministrativi per una rapida implementazione delle soluzioni più innovative. Occorre dunque un avvicinamento tra pubblico e privato per la propagazione di conoscenze e competenze, per l’individuazione di ambiti e priorità di intervento e per accelerare una incisiva azione di diffusione e adozione. di Danilo Troncarelli, Beatrice Lamonica, Aldo Pozzoli, Jesse Steele e Angela Wei Le città sono il fulcro dell’economia globale. Il 54% della popolazione mondiale risiede in aree urbane 1 e, in un mondo in continua urbanizzazione, amministratori e politici si trovano a dover sviluppare capacità di lettura delle tendenze globali e ad anticipare i bisogni dei cittadini, traducendoli in obiettivi concreti di sviluppo. La natura interconnessa e la rapidità del mondo moderno spingono le città a definire nuovi obiettivi che accrescano la competitività urbana, intesa come l’abilità di attrarre e trattenere capitali e talenti, generare business environment dinamici, garantire infrastrutture fisiche e digitali all’avanguardia, per sviluppare una società sensibile alla cultura, all’istruzione e all’innovazione2. Competitività e qualità della vita delle aree ur- bane sono infatti sempre più spesso misurate in classifiche stilate da soggetti come l’Organization for Economic Co-operation and Development (OECD), con il “Better Life Index”, e l’Economist Intelligence Unit, con il “Global Liveability Index” che, diventando strumenti di confronto e promozione, alimentano la concorrenza tra Paesi e città. A fronte di un contesto sempre più competitivo e dell’emergere di bisogni sempre più sofisticati dei cittadini, le amministrazioni possono accelerare il raggiungimento dei propri obiettivi attraverso le tecnologie ICT, diventando così “città intelligenti”. Le nuove tecnologie assurgono quindi a un ruolo di assoluto rilievo nel migliorare la qualità della vita dei cittadini e le Smart SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 31 City si evolvono verso l’adozione di soluzioni ancora più avanzate, il cosiddetto Internet of Things (IoT). L’incontro tra Smart City e IoT Sebbene ogni città sia diversa in termini geografici, demografici, economici, culturali, politici e sociali, il grado di “smartness” può essere ricondotto e valutato nei seguenti ambiti: • Smart People & Economy, ossia la capacità di creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle imprese e della cultura, in grado di attrarre capitale umano e intellettuale. • Smart Energy & Environment, focalizzato sulla sostenibilità ambientale, ad esempio grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e all’adozione di sistemi avanzati di monitoraggio dell’acqua, dell’aria o dei flussi di rifiuti. • Smart Governance, con l’obiettivo di digitalizzare i processi e offrire ai cittadini servizi più facili, oltre alla possibilità di partecipare più attivamente alla vita amministrativa (e- Alcuni casi di studio Ohmconnect App che, tramite connessioni alla smart grid e a dispositivi intelligenti (termostati, luci, lavatrici, etc.), segnala ai consumatori quando il prezzo dell’energia raggiunge livelli elevati, offrendo quindi la possibilità di decidere se abbassare i consumi e risparmiare sulla bolletta. Vengono suggerite opzioni di risparmio che - se approvate – possono essere attivate direttamente tramite App. Attualmente è in fase pilota in California, in partnership con Schneider Electric. Smart-I Start up italiana che ha sviluppato un sistema intelligente di monitoraggio che, grazie a sensori ottici e algoritmi di analisi delle immagini, permette di ottimizzare l’illuminazione pubblica delle città in base al meteo, al numero di macchine e di pedoni. Un progetto in ambito safety-security è in fase pilota presso la centrale Enel di Brindisi. Qurami Start up italiana ideatrice di una App che, attraverso un servizio di geo-localizzazione permette, per le strutture e gli uffici aderenti, di prelevare un ticket elettronico, monitorare il numero di persone in coda e l’avanzamento, suggerendo uffici limitrofi con tempi di attesa inferiori. La App è già operativa con il Policlinico Gemelli, che utilizza il servizio Qurami per ridurre l’attesa all’interno dell’ospedale e migliorare i servizi offerti. 32 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review Democracy). Smart Mobility, per ottimizzare la mobilità grazie alle tecnologie dell’Intelligent Transport System e all’offerta di soluzioni di trasporto innovative e sostenibili (free floating car sharing, bike sharing, e-mobility, etc.). • Smart Living, attenzione al miglioramento della vivibilità urbana, alla salute e sicurezza dei cittadini. • Smart Buildings, adozione di tecnologie per la gestione efficiente dell’energia negli edifici e della domotica in ambito domestico. Finora le Smart City hanno sfruttato la tecnologia focalizzandosi sulla risoluzione di criticità e bisogni specifici di una delle dimensioni sopra citate. L’IoT permette invece di fare un passo in avanti, sfruttando l’interconnessione di queste dimensioni, offrendo soluzioni trasversali. Con il solo supporto di una connessione di rete o con l’integrazione di semplici sensori, l’IoT aggiunge nuove funzionalità e utilità anche a soluzioni esistenti, permettendo innovazione a costi marginali inferiori. • I benefici dell’IoT per le città Nell’ambito delle Smart City, i benefici dell’IoT possono essere principalmente tradotti in: • Riduzione dei costi, grazie a reti distribuite dotate di sensori che ottimizzano gli interventi di manutenzione, monitoraggio e controllo. • Riduzione delle emissioni e risparmio di tempo, grazie all’ottimizzazione dei sistemi di trasporto pubblico e privato. • Maggiore Innovazione, grazie anche a idee e applicazioni bottom-up sviluppate da cittadini e start up, che la città può adottare e sperimentare. • Maggiore soddisfazione dei cittadini che possono partecipare attivamente alla vita e allo sviluppo della città. Il raggiungimento di questi benefici è reso possibile anche dagli open data, ovvero dal rilascio al pubblico di basi di dati provenienti dalle amministrazioni e/o da iniziative IoT già attive, senza dimenticare il cruciale bisogno di proteggere correttamente i dati e le comunicazioni sensibili, sviluppando strategie di sicurezza idonee alla tipologia e al grado di riservatezza dei dati trasmessi. SMART CITY E COMPETITIVITÀ URBANA: LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL’INTERNET OF THINGS La collaborazione alla base dei processi di Open Innovation Intervista a Simone Battiferri È possibile immaginare un sistema di open innovation in Italia in cui ci sia piena collaborazione tra tessuti locali, start up e grandi aziende? Se si, come? Dobbiamo attendere soluzioni dal normatore EU ? Non solo è possibile immaginarlo, è anche indispensabile. Il valore ultimo del concetto di Smart City è associabile proprio alla collaborazione tra attori diversi, dalla cui interazione si crea un valore maggiore della somma delle parti. L’elemento centrale abilitante è la creazione di una piattaforma comune. L’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) , si sta muovendo in questa direzione, supportando dal punto di vista normativo la tendenza in atto di consolidamento delle infrastrutture. Agid sta, infatti, normando le specifiche di piattaforma. A volte vediamo progetti e piloti di pseudo innovazione nelle città, ma ci sembra che sia la solita reinvenzione della ruota! Se i concept e le tecnologie Conclusioni funzionano, come accelerarne la diffusione ed adozione? Fino ad ora, in Italia, ci sono state diverse esperienze di progetti pilota, esperienze interessanti ma non differenziate e che faticano a scalare, rimanendo pertanto, esercizi “teorici”. A mio parere ci dovrebbe essere specializzazione verticale per creare eccellenze anche nella PA e per ridurre i costi di sistema, esportando tali servizi alle restanti PA e municipalità. Questa sarebbe l’intelligenza della smart city. Immaginerei, ad esempio, progetti di specializzazione in ambito sanità, digital heritage, digital identity anche per territori/distretti dedicati alle diverse tematiche. di ruolo regolatorio e di coordinamento, capacità di investimento, competenze specifiche e rapidità. Queste caratteristiche a mio parere sono rappresentate rispettivamente dalla Pubblica Amministrazione che dovrebbe definire le regole, le grandi aziende sviluppare le infrastrutture, realizzandole secondo le regole delle economie di scala e riduzione dei costi di sistema (open data platform), mentre alle start up e alle PMI sarebbe demandato più correttamente un ruolo di innovazione e competenze specifiche per sviluppare le soluzioni verticali secondo le logiche del mercato libero (open service). Simone Battiferri è Direttore ICT Solutions & Service Platforms di TIM; Presidente Steering Committee Innovazione, Start up e Smart Communities in ambito Confindustria Digitale. Quali modelli di business sono veramente identificati o identificabili perché sia possibile realizzare in modo economicamente sostenibile e profittevole una Smart City ? Il modello di business che dovremmo perseguire dovrebbe essere focalizzato a valorizzare ciò che ciascuno può portare in termini Il rapporto dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano evidenzia come il mercato italiano dell’IoT sia in crescita, in particolare negli ambiti Smart Mobility e Building. Per quanto riguarda le Smart City, invece, sono già stati lanciati 1.308 progetti in 158 Comuni per un investimento totale di 3,7 milioni di euro 3, ma la maggior parte delle iniziative è ancora in fase di sviluppo. In questo ambito, funge da esempio la città di Barcellona, che ha sviluppato una Smart City Strategy – con l’IoT come abilitatore – segmentata in tre “strati”: • Sensori, come base tecnologica. • City Operating System (OS), per l’aggregazione e analisi dei dati. • Una “piattaforma urbana” per la condivisione delle analisi con il pubblico. Grazie agli 83 progetti attivi ad oggi si sono ottenuti risparmi nei consumi d’acqua per di più di 50 milioni di dollari all’anno e si sono creati quasi 50.000 nuovi posti di lavoro. Tornando in Italia, risulta chiara la consapevolezza di come le tecnologie siano indispensabili per abilitare le città del futuro, ma altrettanto ap- pare ancora assente una visione d’insieme. Soprattutto in fase di esecuzione e diffusione. Nota dolente è l’ancora limitato dialogo e ascolto del settore privato oltre che l’assenza di strumenti amministrativi snelli che permettano la rapida implementazione e diffusione delle soluzioni più innovative, spesso proposte da soggetti – quali le start up – non abituate a operare con le procedure e i tempi della Pubblica Amministrazione. Occorre dunque avviare un percorso di avvicinamento tra pubblico e privato, per la diffusione di conoscenza e competenze, per individuare insieme ambiti e priorità di intervento, per accelerare una incisiva azione di diffusione e adozione. È necessario, inoltre, ragionare su un modello di business che sia sostenibile per i diversi attori: affidare, ad esempio, alle grande aziende – più competitive - la realizzazione delle infrastrutture (es. open data) e alle PMI i business verticali sul libero mercato (es. open service). In questo modo si garantirebbe la partecipazione dei diversi attori, massimizzando l’apporto caratteristico di ciascuno. Le città italiane saranno in grado di non perdere la corsa verso la competitività globale? SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2014 33 Gli autori Sopra da sinistra: Danilo Troncarelli, Managing Director Accenture Strategy Beatrice Lamonica, Senior Manager Accenture Strategy Aldo Pozzoli, Manager Accenture Strategy Sopra da sinistra: Jesse Steele, Consultant Accenture Strategy Angela Wei, Consultant Accenture Strategy NOTE. 1. The World Bank, 2014. 2. World Economic Forum. 3. Osservatorio Nazionale Smart City ANCI. 34 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT Cyber Security: una priorità di business per il mondo IoT L’incremento di connettività e di condivisione dei dati nel mondo IoT comporterà un aumento sensibile delle vulnerabilità e degli attacchi cyber che, in un ambiente sempre più interconnesso, potranno avere degli impatti sia nel mondo virtuale che in quello fisico. È quindi necessaria l’adozione di strategie di sicurezza che considerino non solo il contesto attuale, ma anche le possibili evoluzioni e i relativi rischi futuri. di Paolo Dal Cin, Dario Lestingi e Federico Verga L’Internet of Things (IoT) abilita diversi modelli innova- Cyber Risk: un rischio rilevante tivi di business che saranno sempre più soggetti al Cyber per il successo dell’IoT Risk, esponendo così il mercato a nuove e importanti La domanda ricorrente è sempre la stessa: cosa è neforme di problematiche di sicurezza e di privacy. Infatti, cessario fare per mettere in sicurezza l’IoT? Vista l’etequando dispositivi e macchinari connessi a Internet rogeneità degli ambiti e dei casi d’uso di questo settore, diventeranno parte attiva della vita del consumatore e i requisiti di security e di privacy variano da contesto a dei processi di business delle aziende, si avrà un note- contesto a seconda che si faccia riferimento al settore vole miglioramento dei servizi, ma allo stesso tempo si industriale, al trasporto o, altro esempio, al mondo della esporranno i propri asset e i propri dati al rischio rap- sanità. presentato dalle minacce cyber. L’evoluzione portata dall’IoT sta producendo sfide criL’incremento di connettività e di condivisione dei dati tiche alla sicurezza delle aziende e dei consumatori che nel mondo IoT comporterà un aumento sensibile delle dovranno indirizzare al meglio: vulnerabilità e degli attacchi cyber che, in un ambiente • la sicurezza operativa: la necessità di assicurare la sempre più interconnesso, potranno avere degli impatti continuità e la disponibilità all’interno del processo sia nel mondo virtuale che in quello fisico. Tutte le aree di provisioning dei servizi IoT-based, risulta essere la di applicazione dell’IoT e, in particolare, dell’Industrial sfida più rilevante contro potenziali interruzioni e IoT (IIoT) sono soggette ad attacchi cyber: telecomunifault operativi; cazioni, trasporto, energia e manifatturiero. Una survey • la gestione delle identità digitali: la maggior parte per il World Economic Forum1 ha confermato come dei device IoT si basa su chiavi d’accesso hard-coded e questo li rende vulnerabili alle principali tecniche l’insicurezza sia la seconda motivazione di inibizione di attacco. Si rendono quindi necessarie differenti e per l’adozione dell’IIoT nei relativi business. più sicure tipologie di credenziali di identificazione; In questo scenario, si prevede che il mercato globale dell’IoT security crescerà da 6,89 miliardi di dollari nel • la gestione degli accessi: rispetto ai tradizionali metodi di autenticazione, nel mondo IoT non sono 2015 a 28,90 miliardi di dollari entro il 20202 con un al momento presenti standard e quindi l’individuatasso annuo di crescita composto (CAGR) del 33,2% zione dell’approccio più appropriato per ciascuna fino al 2020. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 35 Figura 1. Risultati del survey sulle barriere d’ingresso all’adozione dell’IIoT DOMANDA Quali sono le principali barriere che frenano le aziende dall’adottare l’Industrial Internet of Things? 64% 72% Preoccupazioni sulla sicurezza 60% 53% 53% 50% ROI incerto (es. casi aziendali insufficienti) 38% Dotazioni legacy (es. senza connettività o sensori incorporati) 47% 33% 24% 21% 27% Immaturità tecnologica (es. analytics su larga scala) 19% 14% Preoccupazioni sulla privacy 20% 15% 12% Carenza di lavoratori competenti (es. data scientist) Preoccupazioni sociali (es. dislocazioni economiche) 20% 3% 5% 3% Risposte totali Nord America (43 risposte) Europa (30 risposte) implementazione è cruciale; ad esempio il blocco dell’erogazione di elettricità, le aspettative sulla privacy degli utenti: stanno della distribuzione del gas o dell’estrazione di maemergendo nuove problematiche di privacy e di riterie prime. servatezza nel mondo IoT: gli attaccanti potranno • Veicoli connessi: che si tratti di sistemi di guida essere in grado di prendere il controllo dei device automatizzata o semplicemente di piattaforme di (camere, microfoni, ecc) per spiare gli individui e otstreaming delle informazioni operative e/o servizi di tenere informazioni riservate e sensibili; entertainment on-line, l’aumento della connettività • l’aggiornamento del software: molti device IoT non introduce nuovi rischi per i veicoli connessi alla rete, possiedono un’interfaccia per il download e l’instali quali potrebbero essere obiettivi di potenziali attaclazione degli aggiornamenti di security. Le aziende chi hacker in grado di comprometterne la sicurezza si troveranno quindi costrette a dover definire nuove con gravi conseguenze per i passeggeri e per l’immamodalità di messa in sicurezza dei loro connected gine del costruttore stesso. device; • Velivoli senza equipaggio (droni): giocano un ruolo • l’eterogeneità dei protocolli di comunicazione: la sempre più di primo piano nella vita moderna, ofdiversità dei protocolli nell’IoT rende la sicurezza frendo controlli estesi e un netto risparmio dei costi, molto più complicata rispetto alla web security trama le loro connessioni IoT wireless possono essere dizionale e, inoltre, non vi è neppure un unico set di potenzialmente vulnerabili ad attacchi che permetprotocolli applicabile a tutti i contesti IoT; terebbero la compromissione dei sistemi di naviga• i time service: un caposaldo della security è risponzione e controllo, causandone il dirottamento per dere al “chi ha fatto cosa e quando”. Molti sistemi scopi dannosi. di autenticazione utilizzano il tempo come mec- • Punti vendita connessi: offrono funzionalità in canismo di sicurezza: nell’IoT invece i device non grado di analizzare l’andamento dei gusti della incorporano il concetto del tempo. Saranno quindi clientela, gestendo in appositi archivi enormi quannecessari metodi alternativi per tracciare gli eventi. tità di informazioni sulle scelte dei consumatori, le I principali scenari di business che, per la sensibilità quali possono essere esposte ad attacchi di tipo data dei dati trattati e/o per la criticità delle infrastrutture breach, causando la diffusione non autorizzata di connesse, risulteranno soggetti a potenziali interessi dati personali e/o sensibili. da parte di organizzazioni criminali e/o terroristiche saranno i seguenti: Strategie per incrementare la • Sistemi di controllo industriali: il software di con- sicurezza delle infrastrutture IoT trollo di tali sistemi è in grado di combinare le nor- Per rispondere in modo adeguato alle sfide alla sicumali tecnologie di gestione operativa e IT con nuove rezza lanciate quotidianamente dalle minacce cyber, le soluzioni IoT-based. Ciò espone potenzialmente le aziende devono essere capaci di interpretare correttainfrastrutture critiche a minacce che potrebbero mente il contesto IoT e, soprattutto, percepire i mutacompromettere il normale funzionamento dei servizi menti e le evoluzioni degli attuali modelli di rischio. erogati con conseguenze anche catastrofiche, quali Per proteggere le proprie infrastrutture IoT, le aziende • 36 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review CYBER SECURITY: UNA PRIORITÀ DI BUSINESS PER IL MONDO IOT sono quindi chiamate a ripensare la propria sicurezza interna e quella dei propri clienti in relazione al contesto operativo, sia attraverso la realizzazione di architetture IoT che siano security-oriented a partire già dalle prime fasi di design, sia attraverso l’adozione di nuove strategie di IoT security. Per la definizione di una adeguata strategia di Iot security è utile seguire le seguenti raccomandazioni: • applicare quanto già appreso, imparare e applicare le conoscenze derivate da precedenti esperienze relative a problematiche e/o incidenti di sicurezza IoT; • adottare una nuova mentalità operativa, comprendere le minacce attive e le loro motivazioni per indirizzare il business e aumentare la capacità di risposta delle infrastrutture di IoT security, attraverso il monitoraggio continuo della sicurezza aziendale; • applicare principi di “security by design”, prevedere e progettare controlli operativi di sicurezza già nella fase di design dei prodotti; • adottare principi di “privacy by design”, prevedere e implementare politiche di controllo accessi per la raccolta e il trattamento dei dati connessi ai servizi IoT che siano proattive e non semplici misure reattive e che garantiscano la protezione dei dati end-toend per tutto il ciclo di vita dei prodotti; • influenzare e aderire ai nuovi standard emergenti, considerare i nuovi standard emergenti sviluppati da organismi internazionali, quali ad esempio IEEE o ISO, nonché influenzarne la stessa definizione per meglio allineare gli obiettivi del business e renderli interoperabili con il mondo dell’innovazione tecnologica, in costante e rapida evoluzione; • continuare a educare gli utenti, contribuire e proseguire alla costante formazione di una cultura della sicurezza in grado di sviluppare una maggiore consapevolezza da parte degli utenti sulle principali minacce condotte verso attori umani, quali ad esempio attacchi di tipo phishing e social engineering. L’IoT, con la sua massiva raccolta di dati, enfatizzerà la necessità da parte delle aziende di stabilire una “Digital Trust” con i propri clienti che, in base allo studio “Technology Vision 2016” di Accenture, è ritenuta fondamentale dall’83% delle società; per guadagnare e mantenere la fiducia digitale degli individui, degli ecosistemi e degli enti regolatori le società dovranno investire su competenze e soluzioni di Etica Digitale e Cyber Security. In conclusione, non esiste una soluzione predefinita per proteggere le infrastrutture IoT, ma è necessaria l’adozione di strategie di IoT Security che considerino non solo il contesto attuale, ma anche le possibili evoluzioni e i relativi rischi. Per il perseguimento di tale obiettivo, è fondamentale che tutte le aziende e gli enti coinvolti intervengano e collaborino anche a medio-lungo termine per sfruttare pienamente la rivoluzione portata dall’IoT non solo nello sviluppo di nuovi connected device, ma anche nella definizione di nuovi modelli di security adatti a un contesto in continua trasformazione. NOTE. 1. World Economic Forum, in collaborazione con Accenture, Industrial Internet of Things: Unleashing the Potential of Connected Products and Services. 2. MarketsandMarkets, Internet of Things (IoT) Security Market by Technologies (Network, Cloud and Application Security, Identity Access Management, Analytics, UTM, IDS/IPS, Device Management, Encryption), Industry Verticals and Applications - Global Forecast to 2020. Gli autori Sopra da sinistra: Paolo Dal Cin, Accenture Managing Director, Security Lead, Italy, East Europe and Greece Dario Lestingi, Accenture Consultant, IoT & Cloud Security Expert Federico Verga, Accenture Consultant, IoT & Cloud Security Expert SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 37 PARTE SECONDA L’impatto dell’IoT sui modelli di business Il potenziale esplosivo dell’IoT per i settori industriale e distributivo I benefici potenziali derivanti dall’Internet of Things sono colossali, ma per riuscire a coglierli evitando i relativi rischi le imprese dovranno riuscire a trasformare il proprio modello di business sviluppando un percorso ampio e modulare che le porti a costruire un ecosistema integrato in grado di soddisfare le aspettative del cliente. di Marco Salera, Luca Pettinari e Francesca Romana Saule mestica Echo da collegare ai propri veicoli; L’IoT in senso più ampio si profila come un abilitatore di cambiamento radicale nell’industria. Gli analisti sti- • Bosch ha siglato una partnership con l’Università di San Gallo in Svizzera per esplorare nuovi modelli mano che nel mercato ci saranno sempre più oggetti di business. connessi dedicati ad applicazioni di business e di operation: 5 miliardi nel 2015 con una prospettiva di arrivare Ciò che emerge è che il potenziale risiede nella capacità a più di 20 miliardi nel 20201. Tali oggetti e applicazioni di valorizzare sinergie senza precedenti tra industrie dialogheranno tra loro trasmettendo dati tra persone e molto diverse tra loro. Siamo di fronte a una nuova onaziende per erogare nuovi servizi e prodotti, ripensare data di opportunità, sia di natura economica (nuove cualla customer experience ed entrare in nuovi mercati stomer experience e modelli di business o nuovi modelli creando un nuovo ecosistema digitale. Il mercato già operativi più efficienti grazie a maggiore automazione mostra alcuni casi di successo che ne evidenziano il po- od ottimizazione di costi come quelli derivanti dalla manutenzione), sia di natura socio-ambientale (minori tenziale: • GE con il software Predictivity ha generato ricavi emissioni derivanti da minor consumo di carburante superiori a 1 miliardo di dollari a meno di 2 anni dal generato da informazioni posti su appositi sensori). La posta in gioco sembra possa raggiungere 14 trilioni di lancio; • gli iBeacon2 che secondo alcuni analisti possono mi- dollari nel 20303 a livello globale, che potrebbe valere gliorare l’attitudine all’acquisto degli utenti del 73% per l’Italia fino ad un incremento del 1,1% di PIL. e le redemption delle campagne del 30%; Ma l’IoT può rappresentare anche delle minacce per al• Michelin ha introdotto all’interno degli pneumatici cuni attori della value chain tradizionale. E’ facile infatti dei sensori i cui dati trasmessi, elaborati da analytics, immaginare un elettrodomestico come una lavatrice forniscono indicazioni agli autisti su come ottimiz- comunicare direttamente con un produttore di detersivi zare il consumo di carburante con benefici ulteriori quando la quantità a disposizione diverrà limitata. L’adi tipo ambientale; zienda produttrice potrà avere a disposizione tutti i dati In parallelo altri player stanno esplorando le oppor- di consumo relativi all’apparato modificando la catena tunità dell’IoT attraverso partnership con attori nativi del valore stessa, attraverso una relazione diretta con digitali ed istituzioni ad esempio: il consumatore, disintermediando il ruolo del retailer • Novartis con Google sta sperimentando le lenti a e personalizzando il prodotto su preferenze e bisogni contatto smart; specifici dell’ormai cliente. Tutto si giocherà sul passag• Ford con Amazon sta esplorando la tecnologia do- gio da esperienza a servizio liquido attraverso l’inte40 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT grazione di piattaforme connesse con canali nuovi ed esistenti attraverso l’offerta di proposizioni uniche e distintive. L’Iot come mind-share oltre che market share. Al di là dei valori in gioco, del potenziale teorico e dei rischi, la domanda da porsi è molto semplice. Come un’impresa che produce, distribuisce o commercializza prodotti di matrice industriale può cogliere le opportunità derivanti dall’IoT? In primis è necessario identificare e valutare casi d’uso reali e relative opportunità derivanti da differenti modelli di integrazione pensando a industrie adiacenti, a nuovi livelli di servizio attesi dai clienti nell’era delle aspettative cosiddette liquide, ma anche a impatti diretti sulle catene del valore. Ad esempio, dei sensori posti sugli pneumatici potrebbero da un lato fornire dati finalizzati a erogare servizi ai conducenti, ma dall’altro potrebbero fornire elementi utili alle attività R&S per attività di continuous improvement sullo sviluppo di materiali e prodotti associati. Ne consegue la capacità di creare ecosistemi integrati con partner capaci di incorporare, elaborare dati sulla base dei quali migliorare le performance di processi esistenti e abilitare nuovi modelli di servizi. Ma realizzare ecosistemi integrati significa anche affrontare barriere di natura tecnologica (ad esempio adeguati livelli di standardizzazione e interoperabilità tra i diversi elementi dell’ecosistema) e operativa eliminando i tradizionali confini di ownership dei dati tra più dipartimenti NOTE. per sfruttare al meglio il potenziale decisionale in ottica 1. Fonte Gartner. cross-dipartimentale (ad esempio, dall’R&S fino al 2. L’iBeacon è un sistema cliente finale). Oltre a questo, andrà stabilito il livello di posizionamento indoor di decisioni da affidare a modelli di “real time engine” lanciato da Apple nel 2013, guidati da analytics, al fine di sfruttare il potenziale del a bassa potenza e a basso capitale umano che sempre più sarà chiamato, attra- costo, che può notificare la verso skill analitiche e digitali, ad affrontare tematiche propria presenza a dispositivi di problem solving in contesti collaborativi più ampi e vicini con sistema operativo complessi rispetto a quelli tradizionali. iOS7 o superiori fino a 10 Ma tale cambiamento richiede investimenti rilevanti metri di distanza. che dovranno tener conto delle complessità legate al 3. Accenture,” The Growth footprint operativo e applicativo attuale che spesso Game-Changer: How the caratterizzano le imprese tradizionali. Il rischio di non Industrial Internet of Things cogliere le opportunità fornite dall’IoT a favore di player can drive progress and proinnovativi è elevato. sperity”, 2015. Individuare un percorso di sviluppo agile e modulare è un primo passo, ad esempio prioritizzando dapprima iniziative capaci di generare benefici in termini di efficienza operativa che diventeranno poi fonti di investimento per il lancio di nuovi servizi abilitanti o nuove fonti di ricavo. Ma potrebbe non bastare. Solo compiendo un percorso di trasformazione più ampio, facendo leva su soggetti catalizzatori capaci sia di condividere in maniera agile le nuove skill e capability richieste, sia di far convivere operativamente il vecchio e il nuovo, permetterà a player industriali e distributivi di affrontare in maniera progressiva e armonica nuove opportunità e paradigmi offerti dall’IoT. Gli autori Sopra da sinistra: Marco Salera, Managing Director Accenture Strategy Luca Pettinari, Senior Manager Accenture Strategy Francesca Romana Saule, Senior Manager Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 41 Aerospazio & Difesa: la rivoluzione della manutenzione integrata La capacità di diagnosticare e prevedere malfunzionamenti e avarie è uno dei fattori differenzianti per le aziende operanti nel campo aerospazio e difesa. La fabbricazione di prodotti intelligenti e connessi ha consentito l’acquisizione di una grande quantità di informazioni provenienti dal campo, ma solo l’avvento dell’IoT e lo sviluppo di significative capacità di analisi predittiva, stanno avviando il vero cambiamento. di Paolo Consonni, Francesco Innocenti e Elena Spreafico Nel corso degli ultimi due decenni la manutenzione dei sistemi in ambito aerospazio e difesa (A&D) ha assunto un ruolo sempre più importante, fino a diventare oggi uno dei fattori differenzianti e di vantaggio competitivo per i principali attori del settore. L’obiettivo principale è quello di garantire l’operatività e l’affidabilità di sistemi ed equipaggiamenti, massimizzando il loro tempo di vita e riducendo i costi di gestione nonchè il numero di eventi di manutenzione non previsti. Gli approcci tradizionali alla manutenzione, tra cui quello reattivo, tipicamente caratterizzato da azioni correttive a seguito di segnalazione di malfunzionamenti da parte dell’utilizzatore finale, così come quello preventivo, basato su ispezioni periodiche finalizzate alla prevenzione di eventuali anomalie, hanno quindi lasciato il posto ad approcci decisamenti più innovativi, predittivi, proattivi, integrati e collaborativi, che trovano il loro principale abilitatore nell’avvento di sistemi intelligenti, e il loro acceleratore chiave nell’Inter42 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review net of Things (IoT). Il valore e le potenzialità di tali approcci sono ampiamente riconosciuti dal mercato e a dimostrarlo sono le numerose applicazioni sviluppate in ambito negli ultimi anni. Tra i principali esempi, l’AIRcraft Maintenance ANalysis (AIRMAN) di Airbus1 e l’Airplane Health Management (AHM) di Boeing2, ossia sistemi che consentono di monitorare costantemente il velivolo in volo e trasmettere a terra in tempo reale dati di performance e messaggi di malfunzionamento in caso di anomalia: attualmente questi sistemi sono installati e utilizzati rispettivamente sulle flotte di 106 e 58 clienti dei due colossi delll’aviazione3. La mole di dati provenienti dal campo, oggi a disposizione di produttori, manutentori e operatori del mercato è decisamente corposa e l’interesse intorno ad essa è in continua crescita. Resta però un importante nodo da sciogliere per i principali attori in gioco, ossia identificare il più efficace utilizzo di tali dati per massimizzare i benefici ottenibili. WWW.HBRITALIA.IT Big Data e Internet of Things: l’evoluzione del concetto di manutenzione nell’industria A&D La fabbricazione di piattaforme intelligenti, dotate di sensori in grado di produrre e immagazzinare terabyte di dati per ciascuna missione, è ormai una consuetudine sia in ambito civile che militare. Oggi, un aereo di linea può arrivare a produrre fino a 844 TB di dati in 12 ore di volo4. Tale mole di dati, prima dell’avvento dell’IoT, era prodotta e immagazzinata durante l’utilizzo dei sistemi, ma resa disponibile per l’analisi e la condivisione solo a conclusione della missione; ad esempio, nel caso di velivoli, i dati generati durante il volo erano raccolti solo in seguito all’atterraggio. Qualsiasi analisi di conseguenza era necessariamente basata su dati storici e, per ovvi motivi di costo e complessità, era sovente limitata a concetti di sicurezza e salute generale del sistema (Condition Based Maintenance basata sul monitoraggio di specifici indicatori, per esempio identificazione di vibrazioni anomale, di sbilanciamenti dei sistemi rotanti, ecc.). Solo la recente introduzione dell’Internet of Things e delle ulteriori tecnologie da esso abilitate sta consentendo di invertire totalmente questa tendenza, evolvendo sistemi intelligenti, capaci di generare e immagazzinare informazioni e poi condividerle, in sistemi intelligenti e interconnessi, ossia, Smart Connected Systems, capaci di condividere i dati in tempo reale. Grazie all’IoT quindi, durante le operazioni di volo di un aereo, può essere raccolta una enorme quantità di dati, dall’andamento della pressione in cabina a quello del consumo del carburante, all’andamento delle performance di un determinato componente, così come sue eventuali anomalie o malfunzionamenti. Questi dati, se opportunamente combinati con significative capacità di analisi, simulazione, estrapolazione, prognostica e ottimizzazione aprono la strada a una vera e propria rivoluzione in ambito manutentivo e di supporto operativo: da un lato consentono di ridurre significativamente i costi e migliorare le performance, dall’altro forniscono un solido fondamento per la definitiva diffusione di modelli di business non più fondati sulla vendita di prodotti e servizi, ma piuttosto su vendita di risultati (Availability Contract o Power by the hours/Fly by the hours Services). Ben consci dei benefici che si celano dietro a questi Big Data, da alcuni anni produttori, manutentori, operatori e loro partner tecnologici collaborano per capire quali sottoinsiemi di dati filtrare e con quali tecniche analizzarli. Dal 2011 GE e Alitalia, ad esempio, collaborano con lo scopo di efficientare il consumo di carburante della flotta. Tramite l’analisi dell’utilizzo giornaliero di carburante, apportando piccoli aggiustamenti alle procedure di volo, dall’inizio della collaborazione a oggi, Alitalia ha risparmiato l’1,5 % annuo (pari nel primo anno a circa 15 milioni di euro)5. E questo è solo l’inizio. Il vero potenziale dirompente dei Big Data in contesto A&D risiede nella possibilità di prevedere anomalie e avarie, massimizzando l’affidabilità e la disponibilità dei sistemi e riducendone i costi operativi. I primi a esplorare questa possibilità sono stati i produttori di motori. Pratt & Whitney, ad esempio, offre oggi ai suoi clienti una soluzione avanzata di Diagnostica, Prognostica e Health Management (DPHM)6 che, tramite la raccolta e l’analisi delle performance chiave del motore, fornisce notifiche e messaggi d’allerta nonché azioni correttive in tempo reale in caso di anomalie. La naturale evoluzione delle soluzioni di manutenzione proattiva applicata ai singoli equipaggiamenti è stata la loro estensione ai prodotti finiti. I produttori di aerei, ad esempio, hanno iniziato a collaborare con i loro fornitori (per esempio, i produttori di motori) con l’obiettivo di sviluppare e installare sui velivoli unità centrali capaci di acquisire i dati provenienti dai singoli sottosistemi, consolidarli e condividerli in tempo reale con la stazione di manutenzione a terra. Da qui lo sviluppo e l’istallazione di numerosissime soluzioni, dai già citati AIRcraft Maintenance ANalysis (AIRMAN) di Airbus 1 e Airplane Health Management (AHM) di Boeing 2, all’F-35 Autonomic Logistics Information System 7, ossia tutti sistemi capaci di integrare e condividere in tempo reale informazioni provenienti dal campo. Ma ancora non basta. Oggi la sfida che i proSPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 43 Figura 1. L’importanza della manutenzione predittiva vista dai manager All’interno della strategia digitale della sua azienda, su quali capability puntare come volano di incremento dei ricavi? Inventory management Diagnostics Predictive maintenance Warranty management 7% 10% 23% 17% 13% 97% 87% 3% 27% 46% 13% Channel management (authorized network) 10% 7% Value-added services 10% 10% 97% 64% 87% 61% 67% 50% 13% 90% In discussione 33% Pianificate nei prossimi 2 anni Attualmente in corso Source: Accenture Aerospace Digital Survey, 2014 duttori, i manutentori e gli operatori degli Smart Connected Systems, nonchè i principali produttori di applicazioni software con cui questi collaborano, si trovano ad affrontare sta nello sviluppo di soluzioni di analisi, simulazione e prognostica capaci di filtrare ed interpretare correttamente i dati. A tal proposito, Airbus ha recentemente lanciato una collaborazione con EasyJet per migliorare i programmi di manutenzione predittiva proposti ai suoi clienti8. Lo scopo del progetto è quello di sfruttare l’enorme quantità di dati generati dalla flotta, per affinare gli strumenti di prognostica che stanno alla base della previsione di possibili anomalie e della successiva elaborazione di requisiti di manutenzione. I benefici maggiori per quanto riguarda la manutenzione predittiva, infatti, provengono dalla combinazione di sistemi intelligenti e interconnessi e modelli di simulazione efficaci: ad oggi sono stati registrati incrementi nella disponibilità della flotta (availability) fino al 35%, riduzione dei malfunzionamenti o guasti fino al 75%, diminuzione dei costi di manutenzione dal 15 al 30% e ROI pari a 10x 9, nonchè significativi aumenti dei livelli di sicurezza e qualità delle piattaforme. Le potenzialità che si celano dietro l’utilizzo estensivo dei dati provenienti dal campo è ormai evidente a tutti gli attori in gioco. Secondo una recente indagine Accenture10, ben il 90% dei 30 C-Level intervistati in ambito A&D considera La manutenzione integrata in GE di Paolo Malgarise Garantire elevata disponibilità degli asset ha, da sempre, rappresentato un’importante sfida per le aziende operanti nel settore Oil & Gas (O&G). L’attuale andamento dei prezzi delle commodity acuisce questa sfida e spinge alla ricerca continua di una maggiore efficienza operativa. Tali sfide possono essere supportate e vinte grazie all’Industrial Internet of Things e agli Analytics. Garantire elevata disponibilità degli asset in ambito Oil & Gas ha da sempre rappresentato un aspetto cruciale per le aziende del settore. Il crollo del prezzo del petrolio, unitamente al continuo aumento della complessità degli impianti, sta spingendo i player del mercato a ricercare la massima efficienza operativa. Risulta pertanto 44 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review fondamentale operare con livelli elevati di utilizzo dei singoli impianti riducendo al minimo i tempi di fermo dovuti a manutenzione o guasti. A tal fine, l’approccio, adottato già da molti anni, ha visto ingenti investimenti nelle attività di manutenzione e il continuo aumento del capitale immobilizzato per sito. Ora la manutenzione integrata viene fortemente facilitata dall’IoT, che permette il monitoraggio e l’analisi di grandi moli di dati (Analytics) su impianti e infrastrutture complesse. In ambito midstream, l’Intelligent Pipeline Solution (IPS) realizzata da GE abilita una gestione dell’infrastruttura sicura ed efficiente. L’età media dei gasdotti installati oggi, per circa 2 milioni di miglia, è di circa 20 anni e la spesa annua di gestione dell’infrastruttura è prossima ai 40 miliardi di dollari. GE ha stimato che 30.000 miglia di gasdotti generano 17 terabyte di dati. Solo attraverso un’interpretazione olistica di questi dati è possibile anticipare e rispondere proattivamente ai costanti cambiamenti delle condizioni di esercizio. L’IPS risponde a questa esigenza. La maggioranza dei player del settore O&G ha identificato le potenzialità dell’IoT ed ha avviato i processi di cambiamento richiesti. Paolo Malgarise Senior Manager, Accenture Strategy AEROSPAZIO & DIFESA: LA RIVOLUZIONE DELLA MANUTENZIONE INTEGRATA Figura 2. Gli ostacoli sulla strada delle capability digitali Qualisonoleprincipalisfidechestaaffrontandolasuaaziendanello sviluppodellecapabilitydigitali? Scarsa fiducia nelle attuali tecnologie a supporto 73% Scarsa presenza di competenze Interne (e.g. IT, data mining, statistics) 70% 53% Scarsa presenza di infrastrutture Assenza di strumenti di data mining 50% Assenza di adeguati partner tecnologici Scarsa presenza di competenze esterne 30% la manutenzione predittiva come uno degli elementi chiave delle loro strategie digitali aziendali. Tra le principali sfide da affrontare nell’implementazione di tali approcci, sempre secondo quanto affermato dagli intervistati, ci sono però la scarsa fiducia nelle attuali tecnologie a supporto, la scarsa presenza di competenze in ambito e di strumenti efficaci di analisi e simulazione (noto anche come Data Mining). Il vero vantaggio competitivo sta, infatti, nella modellizzazione di tali dati e nello sviluppo di soluzioni robuste di auto diagnostica. 23% Source:AccentureAerospaceDigitalSurvey,2014 Gli autori Sopra da sinistra: Paolo Consonni, Managing Director Accenture Strategy Francesco Innocenti, Senior Manager Accenture Strategy Elena Spreafico, Manager Accenture Strategy NOTE. 1. Airbus Website – In Fleet Support. 2. Boeing Website – Aviation Services. 3. Airbus Website – In Fleet Support, Boeing Website – Aviation Services. 4. AviationWeek - Internet of Aircraft Things: an Industry Set to Be Transformed (2016). 5. General Electric Website – Press Release. 6. Pratt & Whitney Website – Support Services. 7.http://www.lockheedmartin.com/content/ dam/lockheed/data/aero/documents/f35/ collateral/f35_brochure_a11-34324e001.pdf. 8. MRO Network – News Session. 9. Accenture - Smart, mobile and wearable: the next generation of defence technology maintenance systems (2014). 10. Accenture - Accenture Aerospace Digital Survey (2014) SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 45 Insurance of Things: il nuovo modello assicurativo guidato dall’IoT L’Internet of Things è ormai una realtà anche nel settore assicurativo, dove le tradizionali aree di bisogno sono oggetto di forte ripensamento non solo in termini di innovazione di prodotto, ma anche e soprattutto di abilitatori tecnologici e di utilizzo dei dati per guidare le strategie di business. di Amato Della Vecchia, Giulia Di Giovanni, Valentina Placenza e Pietro Materozzi L’Internet of Things, con la sua capacità di creare interconnessioni digitali e di sfruttarne i dati generati, modifica in modo radicale i comportamenti dei consumatori, oggi sempre più “connessi”: il numero di persone collegate alla Rete è in costante aumento e nel 2020 raggiungerà 5 miliardi (contro 2,8 miliardi nel 2015)1. In un settore tradizionale come l’Assicurazione, la diffusione di device connessi diventa un acceleratore della sfida trasformativa. Business come Auto, Casa e Persona sono fortemente influenzati da questo fenomeno (Figura 1). Si stima che nel 2020 quasi il 100% delle nuove auto sarà connesso (rispetto al 35% di oggi) con 50 miliardi di euro raccolti da polizze connesse a livello globale (+45% rispetto a oggi). L’Italia, dove oggi si contano 4,4 milioni di auto connesse, conferma il proprio primato con 3,4 milioni di polizze telematiche (circa il 40% del totale mondiale) con una stima di crescita di 9,7 milioni nel 2020 e una penetrazione sul totale pari a circa il 30% (vs 10,6% nel 2015). Business meno maturi come Casa e Persona non 46 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review sono esenti da questo fenomeno: entro il 2020 il 40% dei consumatori mondiali acquisterà device connessi per la casa o per monitorare la propria salute. In Italia, il numero di start up per lo sviluppo di soluzioni “connesse” per la casa è aumentato nel 2014 del 40%, mentre l’interesse verso le tecnologie indossabili è aumentato del 62%2. L’impatto sul modello assicurativo L’IoT ha portato le Assicurazioni a sviluppare nuovi modi di fare business. Rispetto al 2014, è infatti triplicato il numero di compagnie che hanno lanciato offerte legate all’utilizzo di dispositivi, sensori, wereable device, smartphone e tablet. Caratteristiche e ambiti di applicazione di queste tecnologie sono numerosi e in molti casi si tratta di soluzioni a cavallo fra assicurazioni e altri settori, con modelli che sempre più interessano il fenomeno della sharing economy: la statunitense Metromile, ad esempio, ha pensato a una polizza pay-per-mile per i veicoli Uber, mentre Intesa Sanpaolo ha sviluppato una soluzione telematica per AirBnB. WWW.HBRITALIA.IT Figura 1. Internet of Things: l’impatto sui principali business assicurativi AUTO CONNESSA CASA CONNESSA 50,0 Nel mondo Premi telematici (Mld €) (*) CAGR % 2015-2020 +45%* % nuove auto connesse su totale # Polizze Telematiche (Mln) 2015 2020 8,7 100 35% Penetrazione (%) polizze telematiche 1/4 In Italia 98% (fino a 100% nel 2025) 3,4 10,6% 39% 6% Oggi 7,8 # Polizze Telematiche (Mln) In Italia Nel Mondo % persone che possiedono device di connected home thermostat 9,7 +40% startups possiede device connessi per la casa nel 2014 dedicate alla casa connessa nel 2014 PERSONA CONNESSA Confronto vs EU 7,2 3,1 2,7 proprietari di casa Nel Mondo % persone che possiedono wearable per fitness monitoring ~30% 40% 8% Oggi 4,4 mln auto connesse nel 2014, pari al 12% del parco auto totale 32 prodotti telematici assicurativi lanciati da Compagnie italiane In 3-5 anni In 3-5 anni interessate a device connessi +62% persone per monitorare la salute In Italia 54% ospedali dotati di cartella clinica digitale nel 2014 Fonte: Accenture Engaging the Digital Consumer in the New Connected World 2015; analisi Accenture L’IoT è quindi in grado di aprire le compagnie a un ecosistema di partnership con operatori di altri settori (Telco, Automotive, Media, …) con cui condividere non solo dati, ma i clienti stessi. Pensando all’Auto, grazie ai dati provenienti dal veicolo è possibile sviluppare modelli di offerta congiunti sia a fini di diagnostica remota e manutenzione (casa automobilistica) che di assistenza e protezione (Assicurazione). Non si tratta però di un ripensamento del solo modello d’offerta, ma riguarda i modelli operativi e di servizio, i processi di gestione dei servizi telematici e le figure chiave per lo sviluppo di una value proposition IoT (data scientist, user experience designer, ...). Tutto questo è abilitato da piattaforme tecnologiche aperte, flessibili e scalabili, in grado di sfruttare il patrimonio informativo raccolto dai dispositivi, strutturarlo e metterlo a disposizione dell’azienda per guidare le decisioni di business. Sempre più, infatti, è necessario rivedere la propria data strategy per evolvere da un monitoraggio ex-post dei risultati a una capacità predittiva e di individuazione dei pattern per guidare ex ante i fenomeni di mercato. Il modello liquido per l’Insurer of Things In questo nuovo scenario, le compagnie devono adottare un modello “liquido” che, partendo dai bisogni del cliente, permetta di sfruttare tutti i punti di contatto abilitati dall’IoT estendendo la propria catena del valore. Il tradizionale modello di business deve quindi evolvere per integrare elementi non solo assicurativi, avviando così la trasformazione in “Insurer of Things” (si veda la figura 2), passando: • da prodotti ad “esperienza connessa”, integrando copertura assicurativa, device tecnologici e servizi estesi, per offrire soluzioni personalizzate ad alto valore aggiunto; • dal dato all’informazione che guida il business, sfruttando ogni interazione con il cliente; • dalla concorrenza all’ecosistema di partner, a garanzia di una soluzione distintiva ed integrata per il cliente. Acceleratori come Cloud, Mobility, Telematica e Analytics garantiscono la messa a terra del modello liquido, minimizzando la “distanza” dal SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 47 Figura 2. Insurer of Things: il nuovo modello “liquido” delle assicurazioni Livello 3 Infotainment Servizi estesi Wellness Domotics & Entertainment 1 Health Monitoring & Prevention Convenience … Livello 2 Device mobili Device Tecnologici Wearable devices Medical devices Sensori Centraline telematiche combinando 3 elementi chiave (copertura assicurativa, device tecnologici, servizi estesi) per adattarsi ai bisogni del cliente attraverso le informazioni 2 Struttura modulare e flessibile Copertura assicurativa Personalizzazione attraverso gli analytics Da dati a INFORMAZIONI per guidare il business sfruttando tutte le interazioni con clienti e partner per raccogliere dati ad alto valore … Livello 1 Da prodotto ad ESPERIENZA Pricing dinamico 3 ECOSISTEMA esteso di partner, per creare un’esperienza veramente connessa ed unica per il cliente Abilitatori tecnologici a supporto di una Smart Protection Platforms Cloud Mobility Telematica cliente e aumentando la capacità di “imparare” le sue abitudini e di adattarsi alla loro evoluzione. Conclusioni La rivoluzione dell’IoT rappresenta un’opportunità per quelle compagnie capaci di cambiare da subito Analytics e in modo dinamico, a fronte di un mercato che sta rapidamente evolvendo la filiera in termini di servizi e informazioni. Per crescere nel nuovo contesto è necessario fare leva su capability non solo assicurative, sviluppando una value proposition rinnovata per rispondere a bisogni digitali evoluti. Gli autori Sopra da sinistra: Amato Della Vecchia, Managing Director, Accenture Strategy Valentina Placenza, Manager, Accenture Strategy Giulia Di Giovanni, Manager, Accenture Strategy Pietro Materozzi, Consultant, Accenture Strategy NOTE. 1. Fonte: Google 2015 2. Fonte Accenture “Engaging the Digital Consumer in the New Connected World 2015”, analisi Accenture 48 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT Le opportunità offerte dall’IoT sul mercato della distribuzione dei carburanti Quello della distribuzione dei carburanti è un mercato in crisi, per una molteplicità di cause, anche strutturali. In questa situazione, la rivoluzione digitale non è più un’opportunità da valutare, ma un imperativo strategico per sopravvivere alle trasformazioni radicali che stanno attraversando il mercato. di Sandro Bacan, Stefano Carbonelli, Luca Venturini Il mercato della distribuzione dei carburanti at- (con bar, autolavaggio, distributori automatici) traversa una profonda crisi. I volumi commer- ma che non hanno rinnovato in modo significializzati sulla rete Italiana nel 2014 rispetto al cativo il modello di business. Solo il 28% delle 2010 sono pari al 70% per la benzina e all’80% stazioni di servizio Italiane commercializza proper il gasolio, e la drastica discesa del prezzo dotti diversi dall’oil, quota molto lontana dal del petrolio nel 2015 non ha significativamente 100% di Germania e Regno Unito, ma anche dal modificato l’andamento della domanda di car- 79% della Grecia. buranti. Il trend di contrazione dei volumi sta Date queste premesse, la rivoluzione digitale supportando il processo di razionalizzazione non è più un’opportunità da valutare, ma un della rete (più di 1.000 punti vendita in meno imperativo strategico per sopravvivere alle tranel periodo di analisi), anche se l’erogato medio sformazioni radicali che stanno attraversando rimane significativamente inferiore rispetto ai il mercato. In questa prospettiva, l’Internet of principali Paesi europei. Tale crollo dei volumi è Things (IoT) diventa un fattore abilitante esstato la causa di una riduzione del 20% dei mar- senziale per creare un nuovo ecosistema del gini medi del singolo distributore sul medesimo cliente, connettendo gli asset fisici dei punti vendita, come la pompa o gli scaffali del conveorizzonte temporale. Le principali cause di compressione dei volumi, nience store, ai device digitali del consumatore. quali il continuo investimento delle case auto- Si tratta di un cambio di paradigma essenziale: il mobilistiche sull’efficienza dei motori e l’emer- cliente che entrerà nella stazione di servizio non gere di soluzioni di mobilità alternativa, così sarà più un’individualità anonima da trattare in come il cambiamento degli usi dei consuma- modo indifferenziato, ma un soggetto con aspettori finali, è strutturale. Gli operatori di settore tative riconosciute, la cui visita sarà preparata al hanno quindi avviato iniziative per la raziona- fine di offrire servizi distintivi. lizzazione della rete e l’allargamento dell’offerta Le aree di intervento prioritarie per migliorare la SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 49 Figura 1. Come migliorare la profittabilità nei punti vendita dei carburanti Figura 1. Come migliorare la profittabilità nei punti vendita dei carburanti Value Proposition Target Impatto Operations Tasso Innovazione Contributo IoT richiesto Impatto Margini Operatore Nuova Customer Experience Servizi Non Oil a Valore Aggiunto Pricing della Commodity Integrato ed Ottimizzato Customer-Centric Loyalty Monitoraggio Real Time della Performance di Sito Oil profittabilità del business sono cinque, ovvero: • nuova customer experience, digitale e personalizzata; • servizi non oil a valore aggiunto; • pricing della commodity ottimizzato; • customer-centric loyalty; • monitoraggio real time della performance di sito. Oggi i clienti sono abituati a una user experience non differenziata tra operatori e, di conseguenza, il prezzo è visto come l’elemento fondamentale di valutazione nella selezione del punto di rifornimento. È allora possibile costruire una user experience differenziante, rispettando l’esigenza di velocità del consumatore digitale. Attraverso le tecnologie IoT si possono veicolare offerte real time o near real time al consumatore finale che, avvicinandosi a un certo distributore alle otto del mattino, riceverà ad esempio un’offerta per acquistare 10 litri di benzina, un cappuccino e una brioche a prezzi scontati. È altresì possibile sviluppare ecosistemi che abilitino nuovi modelli di business, basati sulla collaborazione con soggetti terzi e che possono portare allo sviluppo di servizi non oil a valore aggiunto. Le opzioni includono lo sviluppo di partnership con case automobilistiche per entrare nell’auto connessa di domani, collaborazioni con ristoranti e alberghi sul territorio, l’utilizzo del sito come pick up point e punto di 50 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review interscambio, con servizi che possono essere consultati, acquistati e valutati on line. L’applicazione di algoritmi di analisi avanzati e la disponibilità di dati elementari sulle transazioni oil e non oil consentiranno di costruire offerte personalizzate sulla base delle esigenze dei singoli consumatori. Al tempo stesso, si può pensare di offrire volumi di benzina da acquistare on line prima di partire per un viaggio estivo, che possono essere prelevati dalle pompe dell’operatore scalando il credito da una App installata sul telefonino, senza code e da pompe riservate. Gli operatori dovranno lavorare su un pricing della commodity svincolato dalla commodity stessa, integrato con i servizi non oil e ottimizzato sulla base dei flussi di traffico. Combinando nuova user experience, definizione di ecosistemi aperti e pricing adattativo gli operatori avranno nelle loro mani nuovi elementi per abilitare un programma di loyalty in linea con i tempi e capace di fidelizzare davvero i clienti, garantendo velocità, distintività ed esperienze tailorizzate sulla base del valore del cliente. L’IoT, infine, abilita l’analisi consapevole del rendimento dei diversi asset fisici e l’ottimizzazione consapevole della rete, fornendo informazioni necessarie per definire le aree di investimento e viceversa le aree che potrebbero sopravvivere solo e soltanto adottando modelli no frills, auto- Non-Oil LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL’IOT SUL MERCATO DELLA DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI Figura 2. Distribuzione dei carburanti: le aspettative dei clienti Che cosa si aspettano i clienti dalla distribuzione carburanti e che riscontro trovano nell’offerta attuale ? Bisogni emergenti dei clienti Bisogni di base dei clienti: rapidità nel rifornimento ed efficienza di costo Ricerca di una seamless customer experience Crescente aspettativa di trovare lo stesso coinvolgimento e la stessa esperienza semplice e coerente che offrono altri settori retail Efficiente uso del tempo Utilizzo della stazione di rifornimento come una opportunità per ottimizzare il tempo ed accedere a servizi aggiuntivi (es. servizio pickup) Totale personalizzazione Sintonizzazione con i Social Media Dialogo con il retailer in grado di anticipare i bisogni e offrire una customer experience personalizzata (es. offerte in tempo reale) Utilizzo dei social media per migliorare l’esperienza di acquisto in un’ottica di mobility (es. commenti social sugli acquisti o sulle condizioni del traffico) Copyright © 2016 Accenture All rights reserved. matizzati e gestiti con un diverso brand. La decisione di non puntare sul digitale non è un’opzione. Teniamo presente che il nuovo entrante sul mercato dei carburanti, la Grande Distribuzione, è strutturalmente più propensa all’innovazione rispetto agli operatori carburanti 1 tradizionali per il diverso business di riferimento. Possiamo facilmente immaginare quale sarà l’impatto sul mercato di combinare prezzi più bassi e uso consapevole delle tecnologie digitali. Tempus fugit … Gli autori Sopra da sinistra: Sandro Bacan, Managing Director Accenture Strategy Stefano Carbonelli, Senior Manager Accenture Strategy Luca Venturini, Senior Manager Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 51 La spinta dell’IoT al settore delle utility Pensando alle sfide di innovazione e business che attendono il settore elettrico, non possiamo dimenticare quanto detto da Nikola Tesla: “Il successo pratico di un’idea, indipendentemente dalle sue qualità, dipende dalla scelta dei contemporanei”. di Danilo Troncarelli, Biagio Di Micco, Luca Venturini e Alessandro Viviani in collaborazione con Cristian Corbetti, Marco Giacomelli e Gregorio Ogliaro Il calo della domanda e l’entrata in esercizio di parchi fotovoltaici ed eolici hanno creato una tempesta perfetta per gli operatori tradizionali. La generazione termica richiesta dal mercato nel 2015, ad esempio, è pari all’84% di quella richiesta cinque anni prima 1. Per contrastare la compressione dei margini, diversi operatori hanno optato per un utilizzo delle centrali termiche più speculativo, investendo per rendere gli impianti più flessibili. Ciò ha consentito ad alcuni impianti di limitare i danni economici, esponendo però gli asset a maggiori rischi operativi. È quindi necessario renderli “smart” , così da poter monitorare e gestire le performance delle diversi componenti in tempo reale e avviare meccanismi di manutenzione predittiva tali da ottimizzare la capacità produttiva sulla base di dati tecnici di campo e del contributo marginale ai flussi di cassa. Inoltre, la raccolta in tempo reale dei dati sui diversi impianti in portafoglio crea una base informativa su cui applicare “analytics” avanzati 52 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review per poter adeguare la propria strategia di offerta sul mercato con estrema velocità e flessibilità. La stessa digitalizzazione può fornire vantaggi altrettanto significativi agli investitori quando applicata alle energie verdi, ad esempio per coloro che integrano sistemi di storage come sta attualmente facendo Enel Green Power su alcuni impianti allacciati alla rete di distribuzione. Oltre alla ricerca dell’efficienza operativa e all’ottimizzazione degli asset già in portafoglio, si aprono opportunità per applicare nuovi modelli di business nella generazione elettrica. Ne sono un esempio alcune start up di successo, come NextKraftwerke e LichtBlicK, che gestiscono il profilo di produzione e di dispacciamento di migliaia di piccoli produttori in modo flessibile, garantendo agli investitori un maggiore ritorno sull’investimento. Simili approcci richiedono la digitalizzazione del proprio portafoglio e lo sviluppo di algoritmi di analisi e modelli di simulazione avanzati, al fine di ottimizzare i piani di produzione dei singoli im- WWW.HBRITALIA.IT pianti con le previsioni di mercato. L’adozione di un modello di questo tipo in Italia potrebbe offrire ai proprietari di impianti rinnovabili di piccola taglia la possibilità di aumentare i propri ricavi fino al 10% e al sistema elettrico di ridurre i costi generali, aprendo i mercati di aggiustamento a nuovi operatori2. Gli operatori tradizionali hanno compreso che non possono limitarsi a fare lobby per lo sviluppo del mercato della capacità, ma devono cambiare schema, aggiustando il proprio modello di business e adottando approcci innovativi. Evoluzione degli operatori di rete Grazie alle tecnologie digitali, in futuro la risoluzione delle congestioni e il bilanciamento delle reti potranno essere realizzati attraverso una più stretta sinergia tra Distributed Energy Resources e Energy Storages. Le nuove tecnologie smart, quali il Demand Response e il Vehicle-to-Grid, dovranno essere integrate dagli operatori di rete per assicurare un’efficace regolazione delle reti e il relativo bilanciamento. I servizi forniti potranno essere attivati attraverso protocolli di Demand Side Management, in cui i prosumer avranno la possibilità di modificare i loro profili di prelievo e immissione a fronte della disponibilità di segnali di prezzo e/o incentivi economici. A titolo di esempio, secondo delle elaborazioni sviluppate da Accenture Strategy, la diffusione di 500.000 auto elettriche (BEV e PHEV) potrebbe coprire oltre il 90% degli attuali volumi scambiati sui Mercati dei Servizi di Bilanciamento (MSD) che hanno attualmente un valore annuo superiore a 1,7 miliardi di euro. È auspicabile, in un prossimo futuro, una diffusione su larga scala di tali tecnologie e servizi per la riduzione dei costi di sistema e gli impatti positivi ambientali. Come il beneficio economico sarà ripartito tra consumatori finali e operatori dipenderà molto da come ci si comporterà nelle scelte dei modelli di business attuativi. Se, da un lato, gli operatori dovranno garantire la completa integrazione di ogni risorsa nella I sistemi smart nel nostro futuro di Massimiliano Masi Nel campo energetico stiamo assistendo a un profondo e strutturale cambiamento delle tecnologie e delle dinamiche di domanda e offerta. Le fonti rinnovabili non rappresentano soltanto una frontiera in continua evoluzione e miglioramento sul lato dell’efficienza e della produttività energetica, ma anche uno stimolo per i grandi produttori tradizionali a fare visioning e scenario planning sul medio e lungo periodo per immaginare il business model e le caratteristiche del mondo dell’energia nella seconda parte di questo secolo. Vettori elettrici, generazione distribuita e smart grid, integrazione trasfrontaliera delle reti, tecnologie di connessione fra produzione e mercato, virtual power plant sono fattori di cambiamento che possono definire diversi equilibri di mercato. Per affrontare il cambiamento, il Gruppo A2A sta investendo sull’incremento della flessibilità dei propri impianti CCGT e si sta orientando su soluzioni tecnologiche d’avanguardia per collegare in modo sempre più automatizzato e smart gli impianti con i mercati. Interventi importanti per competere sul mercato elettrico, che richiede start e stop anche nello stesso giorno. La vera sfida consiste però non soltanto nell’integrare mondi che in passato erano separati: la gestione degli impianti, dell’energy management e le dinamiche di mercato, ma nel progettare sistemi smart per interpretare le dinamiche di domanda e offerta sui mercati, ottimizzando i profili di produzione. In futuro, l’interpretazione dell’enorme disponibilità di dati (big data) tramite sistemi di Intelligenza Artificiale basati sul machine learning e algoritmi avanzati, consentirà di garantire la stabilità e la sicurezza dei sistemi energetici e la massimizzazione del ritorno sul portafoglio di investimenti effettuato. Una grande sfida che è già cominciata e che andrà di pari passo con l’evoluzione tecnologica dei sistemi per la generazione, la trasmissione, la distribuzione e la commercializzazione di energia e con i software che elaboreranno in tempo reale le enormi quantità di dati prodotte da queste attività industriali. Massimiliano Masi é Direttore Generazione & Trading Gruppo A2A. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 53 Il successo del progetto EcoGrid Dopo quattro anni di sperimentazioni, nell’estate 2015 si è concluso con successo il progetto EcoGrid avviato dal TSO Danese EnergiNet sull’isola di Bornholm. Il progetto ha portato alla sperimentazione di uno dei primi esempi concreti di smart grid regolata attraverso meccanismi di Demand Side Mangement. Il sistema implementato permette ai clienti finali di contribuire al bilanciamento della rete attraverso tecnologie Demand Respond e si differenzia dalla maggior parte dei progetti smart grid in quanto la loro attivazione avviene attraverso meccanismi di mercato. I risultati del progetto dimostrano che è possibile utilizzare segnali di prezzo per operare il controllo del carico in tempo reale, senza compromettere esigenze di comfort. rete, dall’altro ogni risorsa dovrà essere abilitata a fornire servizi di flessibilità anche in modo automatico in risposta a segnali di mercato, garantendo piena visibilità ai gestori di rete. L’adozione di tecnologie IoT e di soluzioni innovative come la blockchain permetterà di incrementare le capacità di routing dei flussi energetici sulla rete elettrica, consentendo l’evoluzione del ruolo del distributore da mero operatore del vettoriamento a ottimizzatore dei percorsi di energia. In tal modo, i dispositivi di rete dotati di “intelligenza” e connettività proprie, parteciperanno alle attività di contabilizzazione dell’energia tramite l’associazione dei consumi tra produttori e clienti finali: è l’evoluzione in senso pienamente digitale del concetto di contatore dell’energia. In un simile paradigma di evoluzione, fondamentali saranno le competenze degli operatori di rete che avranno la possibilità di rinnovarsi in ottica digitale ed estendere il proprio business anche in ambiti finora solo immaginabili. Aprendo opportunità di riallocazione di risorse e competenze lungo una nuova catena del valore del settore elettrico e dell’energia più in generale. Evoluzione della vendita Già oggi è possibile riconoscere come il modello di logistica del venditore, basato su contratti di lungo periodo e su modelli di previsione della domanda, sia in via di superamento. D’altra parte, la diffusa disponibilità di energia sulla rete dei DSO da parte di piccoli produttori renderà necessarie nuove forme di compravendita, basate su transazioni economiche non vincolate necessaria54 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review mente a contratti di fornitura come li intendiamo oggi. È di fatto la revisione dell’attuale ruolo del venditore che diventa sempre più intermediatore delle attività di compravendita e che porterà allo sviluppo di forme diverse di mercato. Lo scenario ipotizzato richiede la disponibilità di soluzioni tecnologiche per la gestione in particolare di “borsellini energetici” capaci di riconoscere il produttore per ogni specifico prelievo di energia, assolvendo dunque a una parte delle attività di contabilizzazione, oggi demandate al distributore. In tale scenario, l’attività di logistica svolta dal gestore del marketplace è quindi ricondotta alla definizione di accordi di prezzo, basati su mere logiche commerciali piuttosto che sulla previsione dei fabbisogni di energia. Nello scenario ipotizzato, la tariffa di distribuzione evolve verso un vero e proprio “prezzo”, alla stregua dei costi di un corriere il cui onere è principalmente in capo al produttore che eventualmente lo evidenzia nel prezzo della commodity. L’energia è in tale scenario oggetto di compravendita, porzionata in “pacchetti” di kW, e acquistata con modalità non dissimili da quanto oggi possibile con altri prodotti, su Amazon o eBay. I vantaggi della piattaforma Vandenbron Vandebron è una piattaforma digitale per il local power brokerage in grado di mettere in comunicazione diretta consumatori di energia elettrica con produttori FER. La piattaforma rappresenta quindi un punto di incontro digitale capace di accorciare la catena del valore dell’energia determinando un vantaggio economico sia per i clienti che per i produttori. Dal lancio della piattaforma, Vanderbron è stato il fornitore di energia con il maggior tasso di crescita in Olanda e, al momento, serve 31.000 clienti attraverso la produzione di 32 produttori locali per un totale di 50 MW installati, prevalentemente eolici. Nel mercato del Nord Europa si cominciano a lanciare sul mercato nuove proposizioni che rappresentano anche evoluzioni della soluzione Vandebron, come nel caso di Power Peers. LA SPINTA DELL’IOT AL SETTORE DELLE UTILITY Nuove tecnologie per la transizione energetica di Frank Neel L’impegno di ENGIE consiste nell’inventare e mettere in pratica tecnologie e azioni innovative per ridurre l’impatto della produzione di energia sul pianeta, nonostante l’aumento della popolazione. Consideriamo essenziale, per soddisfare le necessità di efficienza energetica, diversificare le nostre fonti di energia (mix energetico) e dare priorità alle energie rinnovabili, passando a un modello più sostenibile che tenga conto delle sfide ambientali. Per fare tutto ciò ENGIE si è posta un obiettivo sfidante: diventare il leader della transizione energetica. ENGIE applica tutte le sue capacità di ricerca e innovazione (attraverso l’impegno di 900 ricercatori ed esperti presenti in 11 centri di R&S) per raggiungere importanti traguardi e offrire servizi che possano soddisfare al meglio le esigenze dei nostri clienti. Nel 2014 nel mondo erano in uso circa 3,9 miliardi di oggetti connessi e questa cifra è destinata a salire a 25 miliardi entro il 2020 (Gartner, 2015). L’Internet of Things (IoT) trasformerà radicalmente l’ambito di interi settori industriali. Per le utility, l’internet delle cose consentirà Conclusioni lo sviluppo di nuovi business e applicazioni come ad esempio, gli smart meter, il rilevamento delle perdite d’acqua, la gestione intelligente degli edifici e la green mobility. Di recente il Gruppo ha annunciato il lancio di “ENGIE M2M”, una società che installerà, utilizzerà e manuterrà la rete cellulare Sigfox, dedicata all’Internet of Things in Belgio. La partnership con Sigfox è finalizzata al miglioramento dei servizi di gestione degli edifici. Si prevede che nel giro di tre anni più di 100.000 supporti siano connessi, permettendo di risparmiare energia e di sviluppare nuovi servizi per rendere gli edifici più intelligenti ed efficienti, fornendo follow-up, gestione e misurazione per ottimizzarne il rendimento energetico. In Italia le innovazioni del Gruppo spaziano dall’Industrial IoT fino alle smart home. Già a partire dal 2012, è stato avviato SmartEgenoss, il portale Generation realizzato per tutti gli impianti Termo, Wind & Solar del Gruppo in Italia e Grecia e che oggi rappresenta uno strumento utile al monitoraggio (grazie alla presenza di 40.000 sensori), alla Il settore elettrico si appresta a un periodo di grandi cambiamenti e opportunità per le utility e gli operatori di settore in generale. Solo quelli che tra questi sceglieranno comportamenti fermi e decisi, come dice Tesla, nella direzione di innovare e prendere un ruolo di leadership, guideranno con successo una profonda tra- gestione e al miglioramento della produzione di energia. Sistemi interconnessi consentono una gestione efficace della produzione generando efficienza. A livello domestico, la strada verso le smart home passa attraverso un progetto pilota in cui i collaboratori del Gruppo in Italia sono protagonisti e tester. L’Hey (Home EnergYnnovation) Club è un’iniziativa lanciata per scegliere le migliori soluzioni nei campi della smart home, dell’efficienza energetica e della domotica da poter offrire in futuro ai nostri clienti, per monitorare, attraverso centraline intelligenti e una App dedicata, i dati che garantiscono l’efficienza, la protezione e la sicurezza della propria casa. Frank Neel é Chief Executive Officer, Senior Vice President Marketing & Sales ENGIE Italia. sformazione che porterà maggiori occasioni di guadagno agli operatori del sistema e maggiori servizi e qualità ai clienti dall’altro. Si veda in tal senso anche quanto detto recentemente da Accenture Strategy nello studio “Low carbon high stakes. Do you have the power to transform?” e in generale gli ultimi studi presentati da Accenture nell’ultimo anno 3. NOTE. 1. Analisi Accenture 2. Analisi Accenture 3. “The Utility of the Future” di Accenture e AGICI, presentato all’Utility Day di Milano, novembre 2015. “Low carbon, high stakes. Do you have the power to transform?” di Accenture Strategy e Carbon Disclosure Project, presentato all’Utility Day di Vienna, novembre 2015. “La digitalizzazione delle reti elettriche” di Accenture, presentato all’evento AGICI, febbraio 2016. SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 55 Gli autori Sopra da sinistra: Danilo Troncarelli, Managing Director Accenture Strategy Biagio Di Micco, Senior Manager Accenture Strategy Luca Venturini, Senior Manager Accenture Strategy Alessandro Viviani, Consultant Accenture Strategy In collaborazione con: Sopra da sinistra: Cristian Corbetti, Managing Director Accenture Consulting - Asset & Operations Services Marco Giacomelli, Managing Director Accenture Consulting – Energy Consumer Services Gregorio Ogliaro, Managing Director Accenture Consulting – Smart Grid Services 56 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT L’operatore di telecomunicazioni: market maker dell’Internet of Things? Nel nuovo mondo dell’IoT, le Telco avranno successo se saranno capaci di sviluppare i ruoli in grado di valorizzare i loro elementi distintivi. Questo le porrà al centro di un ecosistema oggi molto frammentato, rendendole potenziali protagoniste di questa nuova formidabile realtà. di Paolo Baile, Marco Nicosia e Simona Buono L’Internet of Things (IoT) ha il potenziale per cambiare il mondo come lo conosciamo. Nelle sue prime fasi ci sta già fornendo informazioni utili e utilizzabili nell’operatività provenienti dall’elaborazione dei dati generati da oggetti connessi. In futuro l’IoT diventerà una rete di dispositivi fisici che potranno interagire tra di loro e con i sistemi IT aziendali, portando a compimento in autonomia processi di business che in passato richiedevano un intervento umano. I potenziali di crescita, stimati, per le aziende che si occupano di IoT sono paragonabili a quelli delle aziende che 15/20 anni fa iniziavano a occuparsi di Internet. Basti pensare che, secondo Gartner, 21 miliardi di oggetti connessi saranno in uso entro il 2020 e IDC stima che, nel mondo, i ricavi del settore IoT cresceranno dai 592 miliardi di dollari del 2014 ai 1.296 miliardi di dollari nel 2019. L’Internet of Things rappresenta quindi una notevole opportunità di creazione di valore anche per le società di telecomunicazioni, se riusciranno ad avere un ruolo significativo lungo la sua catena del valore. Ruolo per gli operatori di telecomunicazioni nell’IoT: l’Iperconnettore L’ecosistema IoT, in piena formazione, è al momento molto fluido, con aziende provenienti dai più disparati settori industriali (componenti elettroniche, telecomunicazioni, servizi di consulenza…). Esse stanno perseguendo opportunità lungo la catena del valore dell’IoT (figura 1) ciascuna “giocando” un ruolo diverso, derivante dalle sue competenze chiave. Una soluzione IoT perfettamente funzionante sarà composta da elementi provenienti da ciascuna parte della catena del valore: sensori intelligenti (smart objects), connessi a piattaforme capaci di aggregare, conservare, analizzare e distribuire i dati provenienti dai sensori così da fornire servizi di valore per l’utilizzatore finale (sia esso un’azienda o un singolo individuo) per prendere decisioni ed eventualmente effettuare azioni su quanto monitorato. Per l’implementazione di soluzioni IoT di notevole complessità (tipicamente nel mondo aziendale) saranno anche necessarie competenze di integrazione di sistema per poter integrare il nuovo mondo IoT SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 57 Figura 1. Catena del valore dell’Internet of Things e principali ruoli Figura 1 • Sviluppo e vendita di hardware e software (es. sensori, dispositivi indossabili, termostati, …) e di servizi a supporto Connettività • Vendita di connettività su reti intelligenti • Servizi a valore aggiunto legati alla connettività (es. QoS, sicurezza) Piattaforme Abilitanti • Vendita di soluzioni ‘Platform as a service’ (Provisionin g del servizio, hosting, billing, management di applicazioni, etc.) • Gestione delle terze Parti e dei Partner Integrazione dei sistemi Provisioning del servizio • Gestione dell’ecosistema per l’integrazione delle diverse parti della soluzione IoT • Gestione del Backend • Gestione del servizio end-to-end (es. Interfaccia con l'utilizzatore finale, CRM, billing, analytics) e della relazione con i clienti Utilizzo dei Servizi IoT • Fornitura di device abilitanti servizi IoT sia in ambito consumer che business Ruolo Modalità di creazione del valore Smart Objects Tecnologie Embedded Provider di Connettività Provider di Piattaforma IoT Integratore Provider di Servizi IoT Provider di CPE IoT Enabled % del valore 5-15% 10-15% 30-35% 15-20% 15-25% 15-25% con gli attuali processi aziendali e le soluzioni di In- mentato, quali iper-connettori (fornitori di reti e di formation Technology a loro supporto. servizi di rete, fornitori di piattaforme di gestione e A fronte di una molteplicità di ruoli possibili lungo detentori dei canali distributivi) e, quindi, potenziali la catena del valore dell’IoT, gli operatori di teleco- “market maker” per l’IoT. municazioni che vogliano sfruttare questa opportu- Molti operatori di telecomunicazioni hanno iniziato nità avranno, a nostro parere, maggiore possibilità a lavorare all’Internet of Things attraverso iniziative di successo partecipando a quei ruoli che consen- di connettività machine-to-machine (M2M) e già tano di valorizzare i loro elementi distintivi, mutuati oggi possono contare su una rilevante base di ogdal loro core business, quali: getti connessi. Ad esempio, AT&T aveva una rete di a) la capacità di realizzazione e di gestione di reti quasi 22 milioni di dispositivi IoT collegati in tutto (fisse e mobili) e servizi per le telecomunicazioni, il mondo al 31 marzo 2015. In particolare l’operacon accesso diretto a case e uffici; tore americano sta ottenendo successo sul mercato b) la capacità di gestione della relazione con una delle “connected car” grazie al presidio diretto dei clientela eterogenea con adeguati sistemi, pro- tool di provisioning presso la rete distributiva e a cessi e piattaforme (es. CRM, billing, customer partnership con i principali produttori di automocare, …); bili. AT&T alla fine del 2015 gestiva sulla propria c) la capacità di garantire la privacy e la sicurezza rete 7 milioni di automobili. Anche in Europa, Vodei dati lungo tutta la catena del valore; dafone è entrata nel mondo delle “connected car” e d) la possibilità di distribuire su larga scala e in dei servizi ad essa connessi attraverso l’acquisizione, maniera capillare, tramite la propria rete com- nell’agosto 2014, di un’azienda italiana, il Gruppo merciale sul territorio, apparati tecnologici (ad Cobra, trasformandola in una business unit di esempio termostati, rilevatori di movimento, gruppo, Vodafone Automotive. ecc.) fornendo un potenziale canale preferen- Le reti IoT sono e saranno nel breve realizzate parziale di accesso al mercato per i produttori di tendo dalle attuali reti fisse e mobili (pensate per oggetti intelligenti e per i fornitori di servizi/ap- connettere apparati quali computer, telefoni mobili, plicazioni IoT; ecc. con esigenze di risparmio energetico ben diffee) la possibilità di fornire capillarmente una serie renti da quelle di sensori potenzialmente dislocati di servizi post vendita quali, ad esempio l’assi- in luoghi ostili e con necessità di poter funzionare, stenza e la manutenzione degli apparati termi- alimentati da batterie, per diversi anni) ma evolvenali IoT anche attraverso le proprie strutture di ranno adottando anche tecnologie di rete specifisupporto da remoto (es. call center). camente realizzate tenendo conto dei requisiti per Il rendere connessi sempre più oggetti agevolerà l’i- applicazioni IoT quali, ad esempio, LoRa e Sigfox. niziale crescita del mercato dell’IoT e la generazione Esistono, inoltre, una serie di start-up quali Sigfox, di nuovi bisogni connessi alle sue potenzialità. Que- Evrythng, Aeris, Ayala Networks e Axeda (ora parte sto posizionerà gli operatori di telecomunicazione di PTC) concentrate sulla creazione di piattaforme, al centro di un ecosistema, attualmente molto fram- servizi e reti specifiche per l’IoT, che potrebbero 58 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review L’OPERATORE DI TELECOMUNICAZIONI: MARKET MAKER DELL’INTERNET OF THINGS? Figura 2. Potenziale distribuzione dei ruoli nella catena del valore IoT Smart Objects Operatore di Telecomunicazioni Connettività Provider di Connettività Piattaforme Abilitanti Integrazione dei sistemi Provisioning del servizio Utilizzo dei Servizi IoT Provider di Piattaforma IoT Over The Network Integratore Provider di Servizi IoT Provider di CPE IOT enabled • Presidio di ambiti di business specifici in cui competere in maniera distintiva con Over the Top • Presidio dei device / customer equipment in grado di abilitare specifiche soluzioni IoT Tecnologie Embedded Ecosistema IoT Principali driver di scelta • Esperienza nel design di systems on chip (SOC) e embedded systems • Presidio delle infrastrutture abilitanti per creare connettività intelligente alla base di piattaforme abilitatrici di servizi e applicazioni • Competenze verticali per integrarsi con specifici ambiti industriali diventare partner di valore per gli operatori e con- della rete e dei suoi servizi, già vissuto sulle reti di tribuire con i loro servizi all’accelerazione della cre- accesso a Internet attraverso la competizione con scita del mercato dell’IoT. Ad esempio in Italia, la gli operatori “Over-the-Top” (OTT), e di potenziale recente partnership tra Sigfox e Ei-Towers tramite disintermediazione legata a nuovi trend tecnologici la società Nettrotter, abiliterà la realizzazione della quali, ad esempio, la e-SIM. prima rete specificamente dedicata all’IoT in Italia, Tali minacce potrebbero essere fronteggiate dall’ocon servizi di connettività in tutti i settori industriali peratore facendo evolvere il suo ruolo di ipercone di business. nettore attraverso la realizzazione di piattaforme Per aumentare le loro probabilità di successo nel di sviluppo di servizi IoT che facciano leva su spemondo dell’IoT gli operatori dovranno sia evolvere cifiche funzionalità della rete sottostante, quali ad le loro reti in modo da soddisfare le esigenze di con- esempio la sicurezza, la prioritizzazione del traffico nettività e di consumo energetico propri degli appa- (QoS), il fault management & recovery. rati IoT, sia evolvere i propri modelli di business e Tali piattaforme dovranno essere aperte verso le aple proprie offerte commerciali per focalizzarli a ser- plicazioni IoT via API, per consentire all’ecosistema vire le esigenze dei clienti IoT. Saranno, per esem- di sviluppare servizi che utilizzino direttamente anpio, comuni offerte di apparati di localizzazione, di che funzionalità avanzate della rete degli operatori monitoraggio di eventi ambientali (inquinamento, sottostanti, le così dette piattaforme “Over-thepioggia, ecc.), di tracking di persone e/o cose che Network” (OTN). verranno venduti con inclusa la connettività per Far evolvere le reti IoT in piattaforme di servizi diversi anni. Il cliente finale comprerà gli apparati, “Over-the-Network” si allinea naturalmente alle con i servizi di monitoraggio e/o allarmistica ad essi caratteristiche, e agli elementi distintivi, degli opeconnessi e darà per scontato che questi apparati, ratori di telecomunicazioni e li abiliterà a presidiare all’accensione, inizieranno a comunicare in rete. le fasi a maggior valore aggiunto come quella di Piattaforma Abilitante. Una volta presidiate le due componenti chiave Da Iperconnettori della catena del valore, connettività e piattaforma a fornitori di piattaforme abilitante ad essa connessa, gli altri ruoli potranno “Over-the-Network” (OTN) Essere provider di connettività del mercato IoT per- essere condivisi o demandati all’ecosistema in base metterà agli operatori di giocare un ruolo chiave alle specifiche competenze possedute, come indinello sviluppo del mercato nel breve termine ma, in cato nella figura 2. futuro, con una sempre più ampia base di oggetti Le piattaforme di servizi OTN saranno tanto più connessi, di dati raccolti e di attori coinvolti nel ser- efficaci quanto più aperte all’ecosistema IoT e vizio, gli operatori dovranno evolvere questo ruolo utilizzate dai fornitori di tecnologie, di servizi e di per fronteggiare i rischi di “commoditizzazione” soluzioni indirizzate sia al mondo dell’utenza proSPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 59 Una comunicazione più intelligente con la rete Sigfox di Nettrotter Intervista a Carlos Lambarri Ci può descrivere chi è Nettrotter e cos’è la tecnologia Sigfox? Nettrotter è la joint venture tra EI Towers e Thinkthank 2000, nata per sviluppare in Italia l’IoT e a ciò interamente dedicata, attraverso la nuova rete wireless LPWAN (Low Power Wide Area Network) basata su tecnologia Sigfox. Nettrotter, forte dell’ecosistema Sigfox (technology enablement più solution enablement più operatori in diversi Paesi) è l’unica realtà presente nell’end-toend dell’IoT. Nettrotter partecipa a ogni fase della catena del valore dell’IoT, fornendo connettività, direttamente, occupandosi della promozione e dell’implementazione di servizi, prodotti e soluzioni chiavi in mano utilizzabili in diversi settori industriali (es. utility, logistica, automobilistico, sicurezza, città intelligenti, …). In cosa si differenzia Sigfox dalle tecnologie di comunicazioni tradizionali? Sigfox è una tecnologia non comparabile con le tecnologie mobili tradizionali; prevede una comunicazione decisamente più intelligente per gli oggetti, con messaggi brevi e semplici, inviati solo quando occorre. Ciò si traduce in maggiore efficienza trasmissiva e minor consumo energetico, per gli oggetti connessi, rispetto a GSM, Bluetooth, WiFi, ecc. Inoltre Sigfox è anche resistente alle interferenze (jamming). A mio parere, però, la vera carta vincente di Sigfox è l’adozione di un business model tipicamente Telco che consente a tutti gli oggetti, senza alcuna distinzione, di comunicare in qualsiasi Paese con copertura Sigfox (roaming). La rete Sigfox è già oggi presente nei maggiori Paesi europei e negli Stati Uniti. Entro la fine del 2016 la copertura riguarderà 40 Paesi. Quale spazio ritiene occuperanno gli operatori di telecomunicazione nel mondo IoT? Vede ambiti di cooperazione? Le Telco stanno entrando nel mondo dell’IoT poiché la connettività (di “cose” in questo caso) è parte cruciale del loro core business, e adotteranno le nuove tecnologie specifiche per l’IoT. Penso però che per le Telco il vero problema non sarà di tipo tecnologico ma di business model. Dovranno capire quale sia il 60 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review ruolo che generi, per loro, i maggiori ritorni all’interno della catena del valore dell’IoT. Il rischio è o quello di rimanere ancorati al ruolo di puro fornitore di connettività o, al contrario, quello di provare a diventare dei provider di soluzioni IoT end-to-end. Penso invece che, per essere un player rilevante nell’IoT, debbano cooperare con il maggior numero di player possibili. È esattamente qui che penso abbiamo un enorme spazio di collaborazione e, infatti, è ciò che stiamo provando a fare in Italia. Quali pensa siano i servizi/ambiti IoT dove gli operatori di telecomunicazione possano avere un ruolo chiave? Per definizione, le Telco dovrebbero essere principalmente interessate ai mercati di massa; soluzioni su misura, ma non replicabili, non saranno il loro principale obiettivo. Per quanto riguarda l’IoT dovrebbero proporre soluzioni convenienti ed efficienti per il mercato di massa. Per il mercato consumer penso saranno il canale principale per soluzioni di sicurezza e monitoraggio di persone, animali, oggetti, sia a casa che fuori casa, e della casa stessa. Potrebbero facilmente creare bundle con servizi addizionali ai loro core (telefonia, Internet, TV) che indirizzino, per esempio, le tematiche di comfort e sicurezza a casa o di monitoraggio (tracking)/ sicurezza di familiari, animali, veicoli (automobile, moto, bicicletta) fuori casa. Il tutto integrato in applicazioni di uso personale o parte dei sistemi di home automation. Per il mercato professionale vi sono, a mio parere, opportunità nell’ambito delle città intelligenti, come soluzioni semplici per il monitoraggio dell’inquinamento (aria, acqua, rumore) e analisi in tempo reale dell’impatto sugli esseri umani o soluzioni per il controllo degli accessi, l’asset management e il mercato immobiliare. Le Telco potrebbero anche avere un ruolo significativo nei servizi di metering delle utility ma, in tale mercato, ci sono molti attori da tenere in considerazione. Alcuni analisti paragonano l’avvento dell’IoT alla nascita del World Wide Web 15/20 anni fa: una straordinaria opportunità di crescita e di trasformazione per interi settori industriali. Qual è la vostra visione? Sono d’accordo. L’IoT è una straordinaria opportunità, valutata migliaia di miliardi di dollari, per nuovi business e per maggiore efficienza nei business attuali e non solo nei settori più strettamente industriali. Penso che l’IoT trasformerà il modo in cui capiamo e interagiamo con il mondo circostante, ci permetterà una nuova prospettiva. Tra alcuni anni ci abitueremo all’IoT e ci sembrerà naturale avere a nostra disposizione dati e informazioni che ci interessano, o che hanno un impatto su di noi, in tempo reale, senza doverli chiedere. Così come adesso Internet, l’email, il web ci sembrano qualcosa che è sempre stato parte delle nostre vite. L’IoT è un cambiamento colossale che ci farà immergere sempre più nel mondo dei servizi. Richiederemo sempre più soluzioni fornite come servizi, senza più interessarci alle apparecchiature, alle applicazioni e alle reti sottostanti, e solo se molto efficienti e di valore per noi saremo disposti a pagare. Vede la regolamentazione come un fattore che possa condizionare lo sviluppo e la monetizzazione dei dati connessi al mondo IoT? Condizionare sicuramente. Ritengo normale che vi possa essere una regolamentazione del settore nei prossimi anni, ma è auspicabile che l’intervento regolatorio sia estremamente attento e mirato solo a tutelare gli interessi meritevoli di tutela. Stiamo vivendo un momento di grande fermento dal punto di vista tecnologico; l’IoT ha generato, genera e genererà innumerevoli opportunità di lavoro, di sviluppo e di crescita della comunità internazionale. In tal senso è fondamentale che il regolatore, e anche il legislatore, pongano grande attenzione a non irrigidire questo percorso da cui trarremo tutti benefici. Carlos Lambarri è Amministratore Delegato di Nettrotter. L’OPERATORE DI TELECOMUNICAZIONI: MARKET MAKER DELL’INTERNET OF THINGS? fessionale/aziendale sia al mondo del consumatore finale. Questa modalità di operare ci riconduce al modello delle piattaforme bilaterali (“two-sided platform”) dove tutti i soggetti coinvolti collaborano attraverso la piattaforma abilitante messa a disposizione, in questo caso, dall’operatore di telecomunicazioni. Alcuni operatori hanno già intrapreso questo percorso di collaborazione con l’ecosistema, come dimostrano alcuni casi nazionali e internazionali che stiamo vedendo svilupparsi sul mercato. Negli Stati Uniti, sia AT&T (M2X) che Verizon (ThingSpace Develop) hanno lanciato delle piattaforme di sviluppo di applicazioni specifiche per l’IoT, che offrono un mutuo beneficio a tutti gli interlocutori della piattaforma. Quindi i clienti finali possono fruire dei servizi IoT in maniera semplice e integrata in soluzioni verticali gestite da un unico interlocutore e i partner possono promuovere i loro servizi tramite la relazione con il cliente finale facilitata dall’operatore. In Europa, stiamo vedendo delle iniziative simili da parte di operatori quali Telefonica, Deutsche Telekom. Nel nostro Paese Telecom Italia ha creato nel 2013 TI Digital Solutions, azienda che ha tra i suoi obiettivi quello dello sviluppo di servizi e soluzioni IoT. TI Digital Solutions ha già lanciato offerte settoriali per lo smart metering (per il monitoraggio, in tempo reale, dei consumi e dei flussi di reti di distribuzione), per l’automotive (per rispondere a specifiche esigenze del mondo della mobilità, dalla gestione delle flotte, alla logistica intelligente, alla raccolta di rifiuti nelle smart city) e per il mondo dell’automazione delle vending machine (per localizzare, monitorare, aggiornare e raccogliere dati di consumo, in tempo reale, dai distributori di caffè, bibite, snack, …). Questa logica di piattaforme bilaterali può essere ulteriormente valorizzata sfruttando, specialmente in ambito consumer, il ruolo che l’operatore ha già presso il cliente finale attraverso l’access gateway, che potrebbe diventare la piattaforma abilitante dei servizi IoT in ambito domestico, semplificando radicalmente l’esperienza d’uso del cliente e creando un canale di accesso privilegiato all’utenza domestica per gli attori IoT, basato su logiche di standardizzazione, modularità, interoperabilità con i servizi di rete dell’operatore e anche design accattivante che rendano questo oggetto accettato e valorizzato all’interno dell’abitazione. In tale contesto, la sfida per tutti gli operatori di telecomunicazioni sarà, quindi, realizzare le piattaforme di servizio con alcuni elementi chiave, quali: • la capacità di identificare i clienti, e i loro profili di servizio, per definire le autorizzazioni di accesso ai vari elementi della piattaforma e la presenza di funzionalità di gestione del cliente lungo tutto il suo ciclo di vita (dal provisioning, all’assistenza tecnica e manutenzione, alle attività di supporto, al billing e alla reportistica); • la possibilità di gestire attivamente, e in maniera dinamica, una pluralità di dispositivi connessi (sensori, oggetti intelligenti, telecamere, smartphone, …); • la possibilità di erogare i servizi secondo livelli di qualità del servizio (QoS) potenzialmente più granulari di quelli presenti oggi; • la disponibilità di funzionalità specifiche per mercati verticali (sanità, trasporti, logistica, monitoraggio e sicurezza, …), realizzate anche attraverso partnership. Operare come fornitore di piattaforma consentirà, inoltre, di aprire per gli operatori di telecomunicazioni nuovi scenari di generazione di ricavi derivanti dalla monetizzazione delle informazioni e delle analisi possibili sull’enorme flusso di dati IoT gestito dalla rete e, potenzialmente, elaborato ed archiviato sulla propria piattaforma IoT. Queste nuove modalità di monetizzazione richiedono certamente un ambiente giuridico-regolatorio favorevole, in cui soprattutto la normativa sulla privacy permetta di valorizzare le basi dati profilate sviluppate dagli algoritmi propri della piattaforma. Orange, ad esempio, ha lanciato una piattaforma di servizio dedicata all’IoT, chiamata Datavue, che permette di selezionare la migliore opzione di connettività, elaborare ed archiviare i dati provenienti dagli oggetti connessi, integrare questi dati con le informazioni presenti nei sistemi informativi dei clienti e visualizzarle. La disponibilità di linee guida appropriate per questi nuovi scenari è fondamentale per abilitare servizi IoT avanzati e generare valore dall’interconnessione di una miriade di sensori e apparati intelligenti. Conclusioni Pensiamo che sia adesso il momento, per gli operatori di telecomunicazioni, per iniziare ad esplorare le opportunità dell’Internet-of-Things costruendo la propria strategia di ingresso, e di sviluppo, nel mercato dei servizi per l’IoT attorno alle loro, già citate, competenze “core”: capacità di gestione di SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 61 Il fondamentale ruolo di promotore di AGCOM Intervista ad Antonio Nicita Quale potrebbe essere il ruolo di AGCOM per permettere una più facile e veloce diffusione dell’IoT da parte degli operatori? Credo che il ruolo di AGCOM debba essere quello di accompagnare l’industria IoT a sviluppare un ecosistema favorevole alla crescita del mercato dell’Internet delle Cose. Il primo ingrediente credo sia la disponibilità di connettività quanto più capillare su tutto il territorio nazionale. Se grossi operatori come i distributori di energia o i produttori di auto vogliono rendere più intelligenti i propri servizi o prodotti, necessitano di reti ad altissima copertura nazionale e di connettività a un costo relativamente basso. In assenza di queste condizioni, credo che un mercato IoT nazionale non si possa sviluppare in modo appropriato. Gli strumenti che l’Autorità ha per incrementare la copertura e diminuire i costi di connettività partono da analisi di mercato nel settore fisso e mobile volte ad aumentare la concorrenza così da ridurre il prezzo e aumentare la qualità della connettività per i consumatori italiani su tutto il territorio nazionale. Il secondo ingrediente importante credo sia un’adeguata disponibilità di bande frequenziali che possano far spazio a un numero sempre maggiore di oggetti connessi. Anche su questo tema abbiamo competenze dirette e responsabilità importanti. Recentemente, ad esempio, l’Autorità ha licenziato le regole di assegnazione della banda 3,6-3,8 Ghz, fondamentale per implementare soluzioni di connettività mobile nelle città (ad esempio tramite le small cell), così come soluzioni fixed wireless nelle zone extra-urbane. Questo tipo di soluzioni sono indispensabili per connettere i cittadini, i quali poi rappresentano la domanda potenziale del mercato IoT. Vi sono poi le problematiche relative al lato dell’offerta di soluzioni IoT, tra le quali, la principale, mi sembra la necessità per il regolatore di identificare specifici bisogni dell’industria e liberare quindi le risorse necessarie. Sappiamo, per esempio, che per le applicazioni di smart metering è as- 62 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review solutamente necessario garantire bande che permettano una lunga durata della batteria, grande affidabilità e resilienza della connessione, ma non quantità di banda esagerata. Per queste soluzioni, a bassa potenza e a corto raggio, la condivisione delle frequenze – sia in modo licenziato con il modello LSA che con modelli di sharing non licenziato – può essere una buona soluzione utilizzare lo spettro. In quest’ambito, un altro problema da considerare è se si voglia favorire la creazione di grosse reti dedicate a livello nazionale (ad esempio per il controllo di infrastrutture capillari nel settore energetico o dei trasporti) o, altrimenti, reti dedicate di dimensioni locali (soluzione preferita per le soluzioni smart city) su cui poi andranno a insistere i vari servizi pubblici. Un altro elemento importante per far partire questo tipo di mercato credo sia quello di costruire dei forum permanenti (come il Comitato Permanente istituito da AGCOM) dove settori dell’industria che normalmente non sono abituati a collaborare (telecomunicazioni, energia, trasporti, sanità, ecc.) possano ritrovarsi, confrontarsi e pensare insieme a soluzioni globali. Questo clima di collaborazione continuata è necessario affinché si creino degli standard che possano portare economie di scala e quindi soluzioni adottabili a basso costo per il pubblico. Dopodiché, una volta che tali soluzioni standardizzate siano state rese disponibili e una volta che il mercato si sia sviluppato su larga scala, il regolatore deve fare il mestiere di tutelare i consumatori, affinché questi non vengano “incanalati” in un contratto con un operatore o un provider senza avere la possibilità di cambiare fornitore. In questo senso, ritorna il tema della garanzia dell’interoperabilità delle soluzioni tecnologiche adottate e della possibilità per il consumatore di scegliere tra i vari fornitori, in un regime di concorrenza. Quali sono le risposte ad oggi alle principali domande connesse ai dati tracciati dagli apparati IoT? Il tema della proprietà dei dati è centrale per il sistema industriale, in quanto una grossa fetta del valore delle applicazioni e dei servizi IoT deriva dalla grande quantità di dati che il consumatore/cittadino rilascia nel momento in cui si interfaccia con i vari oggetti connessi. Si tratta di dati che possono tracciare molto in dettaglio i comportamenti, le abitudini, gli spostamenti, i gusti delle persone. L’impressione è che, dal punto di vista dell’utente finale, la cosa più importante da garantire sia la consapevolezza della quantità e della delicatezza dei dati che verrebbero rilasciati interagendo con un ambiente di oggetti connessi. Per quanto riguarda invece il punto di vista dei vari operatori che interagiscono nella catena del valore per fornire servizi IoT, il discorso è più complesso. Ad esempio, un utente che utilizza un’auto con una “scatola nera” installata da una compagnia di assicurazione, rilascia nell’ambiente IoT svariati tipi di dati. All’operatore di telecomunicazioni interesseranno i dati di traffico, al fornitore dell’App interesseranno invece maggiormente i dati di localizzazione per potervi costruire delle campagne pubblicitarie mirate, mentre la compagnia assicurativa sarà più propensa a reclamare la proprietà sui dati relativi allo stile di guida e agli avvenimenti che vi possono essere registrati. In altre parole, non mi sento di esprimere un giudizio netto su di chi debbano essere i dati. Credo però che, come in tutte le situazioni di mercato, gli equilibri più efficienti sono quelli in cui la risorsa viene allocata ed entra nella disponibilità di chi sa massimizzarne il valore. Questo principio mi sembra valido anche con riferimento al trattamento dei big data che vengono prodotti dalle macchine connesse. Antonio Nicita è Commissario AGCOM. L’OPERATORE DI TELECOMUNICAZIONI: MARKET MAKER DELL’INTERNET OF THINGS? reti, capacità di gestione di clientela eterogenea, capacità di distribuzione capillare su larga scala e possibilità di fornire servizi post vendita. Sarà, a nostro parere, fondamentale che gli operatori riescano a posizionarsi, attraverso investimenti tecnologici mirati ed attraverso partnership, come la piattaforma abilitante che permetterà agli attori della catena del valore IoT di raggiungere più efficacemente i propri segmenti di clientela. Ribadiamo, inoltre, il ruolo che gli operatori potrebbero avere per lo sviluppo dell’IoT domestico attraverso la piattaforma abilitante dell’access gateway che porterebbe, presso l’abitazione dei clienti, la connettività ed i servizi abilitanti “IoT ready”, necessari per poter rendere immediatamente funzionali una serie di potenziali apparati IoT di uso domestico per, ad esempio, l’automazione, il “remote monitoring”, l’allarmistica e la sicurezza. In ambito B2B, per soddisfare i molteplici bisogni del mercato, sarà inoltre fondamentale che gli operatori siano in grado di integrare velocemente ed efficacemente, sulla loro piattaforma abilitante, applicazioni di terze parti spesso specifiche per mercati verticali e di nicchia. Non è ancora emerso un modello vincente, o prevalente, a livello internazionale che possa tracciare una strada chiara sui diversi mercati ma, per le caratteristiche dell’IoT, e per rilevanza identificata della funzione degli operatori di telecomunicazioni nell’abilitare la creazione del mercato riteniamo che sia chiave, per ogni operatore, porre le basi per un proprio ruolo nell’ecosistema, per poi valorizzarlo a pieno quando sarà all’apice delle sue potenzialità. Fondamentale sarà anche il fatto che gli operatori di telecomunicazioni, come settore industriale, si adoperino affinché le soluzioni e le piattaforme che svilupperanno, in autonomia od in partnership, siano al più presto standardizzate ed interoperabili per evitare la frammentazione delle soluzioni abilitanti ed il conseguente rallentamento nello sviluppo del mercato dell’IoT. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE 1. Accenture, “The path to profitable growth through the Internet of Things: Finding the right opportunities for communications service providers”, dicembre 2015. 2. Gartner, “Why the Internet of things will dwarf social (big data)”, febbraio 2016. 3. IDC, “Worldwide semiannual Internet of things spending by vertical market 2015-2019 forecast”, dicembre 2015. 4. Marco Patuano, “Un nuovo modello di business per le telecomunicazioni”, Harvard Business Review Italia, dicembre 2015. 5. Siti degli operatori. Gli autori Sopra da sinistra: Paolo Baile, Managing Director, Accenture Strategy Marco Nicosia, Senior Advisor, Accenture Strategy Simona Buono, Manager, Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 63 PARTE TERZA L’Industrial Internet of Things Governare le tecnologie dell’Internet of Things Le imprese dovranno ripensare in modo strutturale al ruolo dell’IT nella loro organizzazione, sviluppando percorsi di trasformazione in ottica multi-speed, introducendo processi di governo che andranno oltre le tradizionali aree di competenza dell’Information Technology e presidiando strategicamente le rapide evoluzioni tecnologiche che avvengono all’esterno dell’azienda. di Andrea Craviotto, Alessandro Cisco, Biagio Di Micco e Marcello Savarese L’Internet of Things integra persone, dati e oggetti intelligenti per creare nuovi prodotti, nuove modalità di ingaggio con la clientela e processi produttivi efficienti sfruttando continue innovazioni che rendono la tecnologia sempre più accessibile; ci riferiamo ad esempio a una sempre maggiore efficienza dei sensori, a parità di costo, alla disponibilità ubiqua sia di connessioni di rete che di hardware diffuso, con ridotte barriere all’integrazione nelle architetture e nei sistemi aziendali. Ma nascono anche nuove sfide per le imprese che vogliono gestire l’IoT su larga scala, poiché: • il panorama tecnologico è frastagliato, con una proliferazione di soluzioni, piattaforme e standard; • l’attenzione alla “sicurezza delle cose” deve crescere per garantire la loro integrazione nei nuovi servizi; 66 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review • aumenta in modo vertiginoso la quantità di dati da gestire; • non ultimo, il nuovo contesto tecnologico richiede competenze, processi e governo dell’ICT molto diversi da quelli tradizionali. Per governare queste sfide, Accenture Strategy ritiene che ci siano 4 aree fondamentali da presidiare: 1. l’integrazione tra business e tecnologia; 2. l’evoluzione dell’enterprise architecture; 3. la Data Supply Chain; 4. la cybersecurity (tema trattato nell’articolo specificamente dedicato). Integrazione tra business e tecnologia Con l’Internet of Things un’azienda può dare ai propri clienti ciò che vogliono: prodotti o servizi che maggiormente si avvicinano alle loro esi- WWW.HBRITALIA.IT genze. Nasce una nuova economia, basata sui prescindere dal ripensamento della figura risultati per il cliente finale. In questa “outcome dell’enterprise architect, da minuzioso redateconomy” non è più possibile adottare un ap- tore di standard e policy di sviluppo delle approccio waterfall tradizionale, dove le funzioni plicazioni aziendali, allo stratega del disegno di di business definiscono i requisiti per nuovi pro- soluzioni tecnologiche in grado di garantire la dotti e servizi e poi ingaggiano successivamente flessibilità, il time to market, la sicurezza e la l’ICT per la loro realizzazione. E’ invece richie- relazione diretta con i clienti finali nel contesto sta una collaborazione continua tra business e aperto del mondo connesso. ICT: • nella pianificazione degli investimenti, con La Data Supply Chain una valutazione congiunta delle potenzialità Device sempre connessi comportano una mole offerte dalla tecnologia per il raggiungimento significativa di informazioni differenti tra loro degli obiettivi aziendali; da gestire e capitalizzare, realizzando processi • nel disegno dei prodotti e servizi, realizzati informativi che permettono di misurare e genesulla base delle esigenze dei clienti, le moda- rare valore attraverso analisi on time. lità di utilizzo e l’efficacia del servizio raccolti Questo richiede un cambio di paradigma nella attraverso i device connessi in rete; gestione dei dati in ottica di “Data Supply • nella loro realizzazione agile, per definire e Chain”: rilasciare rapidamente versioni incrementali • un controllo industrializzato del flusso dei dei prodotti attraverso un approccio prototidati tra i vari layer delle piattaforme dell’Inpale e iterativo; ternet of Things, dalla generazione del dato • nel disegno di una piattaforma che faciliti alla comunicazione e trasporto, lo storage, le l’integrazione delle aziende con l’ecosistema logiche di analisi ed erogazione dei relativi dei propri partner. servizi. • l’inserimento di componenti analitiche sempre più evolute, in grado di generare insight L’evoluzione dell’enterprise e di supportare il processo decisionale interarchitecture relando le informazioni più velocemente e in Con l’Internet of Things, l’Information Tecnomodo automatizzato, per esempio Big Data o logy si estende ben oltre i confini aziendali, poCognitive Computing. nendo nuove sfide e prospettive nel disegno di architetture tecnologiche in grado di soddisfare • la semplificazione del consumo del dato ladle esigenze di business. Ci sono almeno tre dimensioni da governare: • Il passaggio da architetture incentrate sugli aspetti gestionali dei prodotti, tipicamente complesse da estendere e integrare, a piattaforme incentrate sulla gestione dell’informazione, estendibili e integrabili rapidamente Blockchain è la tecnologia di bitcoin. Bitcoin con i propri partner per creare servizi a valore è la cripto-valuta inventata nel 2009 che aggiunto; permette il possesso e il trasferimento peer• lo sviluppo di nuovi servizi basati sui dati to-peer di valuta virtuale, in modo sicuro e (ad esempio, real-time analytics, data moanonimo, senza richiedere enti centrali (bannetization), con l’introduzione di modelli di che) per validare le transazioni. Blockchain funzionamento dedicati; utilizza contabilità distribuite e meccanismi • l’evoluzione del concetto di “rete”: non solo crittografici per ottenere il consenso distribuconnettività, cloud di servizi tecnologici e deito sulla veridicità delle transazioni, aspetto vice intelligenti, ma anche dati archiviati in che può essere utilizzato anche in altri conmodo distribuito, sicuro e auditable tramite le testi, e in particolare nell’Internet of Things, tecnologie di Blockchain e logiche di prodotto per registrare dei dati in ordine cronologico e gestite direttamente da smart contract in rete. sicuro in un archivio distribuito in rete. Il governo efficace dell’IoT non può pertanto Blockchain SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 67 Smart Contract Smart Contract è una tecnologia che permette di trasferire e scambiare su blockchain oggetti digitali attivi e programmabili, che esistono in modo simultaneo su contabilità distribuite. Questi oggetti programmabili possono avviare e completare transazioni in modo autonomo, sotto lo stimolo di sorgenti certificate, gestendo al contempo il consenso delle transazioni in modo sicuro e verificabile dall’esterno. Ad oggi questa tecnologia è ancora immatura, ma rappresenta sicuramente uno scenario appetibile per l’Internet of Things, offrendo la possibilità di eseguire transazioni “in rete” e non solo al centro, o direttamente sui device. Ad esempio, è ipotizzabile uno scenario nel quale l’assicurazione auto pay-per-use è perennemente attiva in rete, e si attiva istantaneamente all’accensione dell’auto, con un “quietanzamento real-time” che non necessita più di calcoli centrali e massivi in batch. • dove esso viene creato mediante l’inclusione di strumenti decisionali, a bordo dei device in locale, basati su regole “intelligenti” e parametrizzabili mediante analitiche da remoto. l’integrazione di logiche di sicurezza delle informazioni con i dovuti livelli di protezione nei vari layer della piattaforma IoT. Il nuovo ruolo del CIO Il CIO assume un nuovo ruolo in azienda: non opera più come esecutore multitasking delle richieste degli utenti, diventa un “Imprenditore delle Tecnologie”. Comprende che l’IT deve operare in un contesto multi-velocità: in alcuni ambiti (per esempio l’IoT) deve essere rapido e pronto a introdurre anche in ottica prototipale nuove soluzioni; in altri (sistemi gestionali, business as usual) deve operare in maniera controllata, per fornire al business la sicurezza della normale operatività. Valuta inoltre costi e benefici, sviluppa una blueprint architetturale, è detentore di un budget proprio per investire nell’innovazione, propone soluzioni, osserva il mercato alla ricerca di start-up per accelerare la trasformazione. Con l’Internet of Things che interviene direttamente sulla catena produttiva, il CIO si trova a dover gestire sia la dimensione di Information Technology, sia quella di Operation Technology, attraverso una strategia “end-to-end” e con l’introduzione di processi e strutture di governo comuni. 68 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review IoT come acceleratore di un IT multi-velocità per un business multi-velocità In conclusione, l’IoT si colloca nel percorso di trasformazione digitale che le imprese stanno affrontando, e uno degli elementi vincenti sarà individuare correttamente le aree ove coglierne le opportunità di sinergia (es. la convergenza su soluzioni di big data analytics comuni, l’adozione di modelli di sviluppo agile) ma anche quelli di necessaria accelerazione (per esempio, l’adozione di piattaforme tecnologiche dedicate o la valutazione di soluzioni blockchain per la gestione dei dati in modo distribuito). Le imprese dovranno ripensare in modo strut- Il piano dei 100 giorni L’introduzione dell’IoT in azienda richiede azioni specifiche realizzabili nei primi 100 giorni. • Sviluppare nuove proposte commerciali attraverso una collaborazione stretta tra le varie funzioni aziendali per valutare congiuntamente i desideri dei clienti, le opportunità derivanti dai nuovi dispositivi connessi, la gestione dei loro dati, e le opportunità di integrare partner su una piattaforma comune. • Definire il catalogo di servizi end-to-end su cui puntare per un primo lancio. • Quantificare il valore che questi servizi possono avere per i propri clienti e le conseguenti opportunità di business per l’azienda. • Identificare e ingaggiare l’ecosistema di partner che contribuiranno a creare i nuovi servizi. • Disegnare una blueprint della piattaforma IoT che tenga in considerazione l’introduzione dei nuovi dispositivi e sensori, in una nuova fabbrica prodotti e servizi che sia nativamente integrata con gli strumenti di analisi dei dati. • Analizzare il mercato di start up innovative in ambito IoT con l’obiettivo di studiare i loro modelli di business e valutare eventuali partnership o acquisizioni per accelerare la trasformazione. • Lanciare progetti che includano un pilot disegnato per poter poi scalare. GOVERNARE LE TECNOLOGIE DELL’INTERNET OF THINGS Una piattaforma per l’IoT di Dario Amendola La Connected Platform as a Service (CPaaS) - realizzata da Accenture nel 2009 - rappresenta un importante esempio di soluzione disponibile e già implementata per aiutare le aziende a intraprendere un percorso IoT massimizzando i benefici, gestendo le complessità e i cambiamenti necessari. La soluzione si basa su un’architettura aperta che include diversi attori dell’ecosistema IoT, fornendo una soluzione gestita “end-to-end” per diversi settori industriali, abilitando la possibilità di estendere velocemente il proprio business al di fuori di quello tradizionale. La CPaaS è stata progettata e implementata in accordo a quei principi che permettono di raggiungere gli obiettivi tipicamente prefissati con un programma IoT: • device agnostic – per poter gestire in modo efficiente la possibilità di tenere il passo con le frequenti innovazioni tecnologiche tipiche dell’IoT; • architettura aperta – per abilitare gli utenti a includere, o essere inclusi, negli ecosistemi del proprio settore, senza eccessivi costi e tempi; • flessibilità & scalabilità – per superare le sfide associate con la sicurezza, la scalabilità e l’interoperabilità dovute alla numerosità di “Things” connesse da gestire; • configurabilità & visibilità – per dare la possibilità di controllare direttamente l’asset principale della digital economy, ovvero i dati e i comportamenti dei clienti; • monetizzazione – per abilitare nuovi turale al ruolo dell’IT nella loro organizzazione, sviluppando percorsi di trasformazione in ottica multi-velocità, introducendo processi di governo che andranno oltre le tradizionali aree modelli di business derivanti dall’utilizzo dei dati, offrendo nuove fonti di guadagno e aumento della competitività nel mercato; • analytics – per estrapolare valore nascosto nei dati in possesso delle aziende in virtù delle “Things” da esse controllate. Dario Amendola, Senior Manager, Accenture Digital di competenza dell’Information Technology e presidiando strategicamente le rapide evoluzioni tecnologiche che avvengono all’esterno dell’azienda. Gli autori Sopra da sinistra: Andrea Craviotto, Managing Director, Accenture Strategy Alessandro Cisco, Senior Manager, Accenture Strategy Biagio Di Micco, Senior Manager, Accenture Strategy Marcello Savarese, Senior Manager, Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 69 Da Supply Chain a Digital Supply Network Nuove tecnologie, nuove esigenze dei consumatori e di business, e digitalizzazione stanno riconfigurando le tradizionali catene del valore in nuove reti integrate e interconnesse che consentono una maggiore efficienza ed efficacia nell’utilizzo di tutti i fattori industriali, dalla catena di fornitura, ai processi produttivi, ai canali distributivi. Nei prossimi anni le aziende dovranno quindi ripensare la propria catena del valore rivoluzionando i propri modelli di business e operativi. di Paolo Consonni, Giovanni Giacchetti, Alberto Nava, Angela Palumbo e Matteo Menconi L’Industrial Internet of Things (IIoT) sta gene- – azienda leader nella cantieristica navale – ha rando l’opportunità di gestire interazioni di bu- in corso un processo di evoluzione del proprio siness molto più complesse e articolate rispetto modello operativo e di business che punta all’inal passato, permettendo alle aziende di condivi- novazione sfruttando le potenzialità offerte dere e organizzare le informazioni su basi molto dall’IIoT. Da produttore di navi, HHI si pone ampie e favorendo lo scambio di beni (prodotti e ora come fornitore di servizi di trasporto maservizi) in modo più flessibile, dinamico, rapido rittimo completo in una logica Ever ything as a Ser vice (EaaS). Questo ripensamento della caed efficiente. L’impatto combinato delle diverse componenti tena del valore è stato reso possibile dall’impledell’IIoT è dirompente. Le catene del valore si mentazione sulle navi di un sistema di dispositivi stanno trasformando: da verticali e lineari, ge- avanzati, digitali, distribuiti e connessi all’intero neralmente dedicate per tipologia di prodotto ecosistema marittimo (navi, porti, aziende di e con partnership limitate (ecosistema chiuso), trasporto marittimo, ecc.) che rilevano, raccolstanno diventando più complesse, estese e di- gono e analizzano informazioni in tempo reale stribuite. Ci troviamo di fronte a vere e proprie (Connected Smart Ship), abilitando dei servizi piattaforme di business orizzontali (ecosistemi quali diagnostica degli impianti, manutenzione aperti), dove i diversi attori coinvolti in partner- predittiva, ottimizzazione dei consumi e navigaship o meno forniscono servizi completi a classi zione sicura (Figura 1). eterogenee di clienti, sfruttando al massimo la Nuove tecnologie, nuove esigenze dei consuconnettività e la capacità di utilizzare e mettere matori e di business, e digitalizzazione stanno a disposizione in modo efficace le informazioni. quindi riconfigurando la Supply Chain tradizioGli esempi, già esistenti, delle potenzialità nale in una nuova rete integrata e interconnessa enormi fornite dalle nuove tecnologie IIoT (Digital Supply Network - DSN), che consente sono innumerevoli. Hyundai Heavy Industries una maggiore efficienza ed efficacia nell’utilizzo 70 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT Figura 1. Connected Smart Ship Ecosystem Connected Smart Ship Shore Service (Verticals) Ship to Shore Connect Basic Service Economic Navigation Predictive Diagnostics Connected Services 3rd Party Verticals Stage 1 Stage 2 Stage 3 Smart Ship Yard Connected Smart Ship Shore Platform Ship Platform Analytics DCPP Analytics Platform Connect Smart Plant Connected Vehicle Predictive Maintenance (O&M) Port Connect di tutti i fattori industriali, dalla catena di fornitura, ai processi produttivi, ai canali distributivi (Figura 2). Il Digital Supply Network è la naturale risposta all’attuale necessità di adattarsi in tempi molto brevi ai cambiamenti del contesto (volatilità del mercato, rapidità dell’evoluzione tecnologica, disgregazione delle barriere tra i diversi settori industriali, ecc.). I benefici di questa evoluzione possono essere sintetizzati in quattro caratteristiche: rapidità, connettività, intelligence, scale. In sintesi, le aziende sono in grado di rispondere in tempi rapidi all’evoluzione del contesto grazie alla migliore pianificazione ed esecuzione dei processi (rapid), favorita da un costante e continuo scambio di informazioni tra i diversi attori della filiera e da una visibilità senza precedenti (connected), che migliora le prestazioni in tutta la catena. Le aziende riescono a sfruttare, grazie ai potenti mezzi analitici, le potenzialità delle tecnologie e dei dati distribuiti (intelligence), garantendo al tempo stesso un’elevata produttività ed una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fattori pro- Figura 2.Digital Supply Network Machine-toMachine Communications Talent Supply Chain Information Supply Chain Mobility Cloud Robotics Digital Technologies Digital Supply Network Business Supply Chains Social Media 3D Printing Physical Supply Chain Cognitive Computing Analytics / Big Data Financial Supply Chain SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 71 Figura 3.Evoluzione della Stampa 3D Spare Part Production Prototyping Ultra Postponement c c Business Value Today 5 Years 10 Years Time/ Technology Maturity Copyright © 2015 Accenture All rights reserved. Accenture Confidential Information. duttivi, permettendo la continua evoluzione di prodotti e servizi, adattandoli sempre più alle esigenze dei diversi clienti (scale). Per poter far fronte alla nuova esigenza di coordinamento e gestione dinamica dell’intero ecosistema end-to-end, le aziende si stanno strutturando con dei meccanismi di controllo centralizzati che permettano la gestione e il monitoraggio in maniera centralizzata dell’efficacia ed efficienza della proprie filiere (Supply Chain Control Tower). Tra gli innumerevoli esempi in questo processo di centralizzazione delle informazioni e del monitoraggio, si colloca il caso di una multinazionale operante nel settore di beni di largo consumo. Questa ha quasi completamente “virtualizzato” la propria supply chain in modo che anche fornitori, clienti e logistic provider possano accedere ad una comune piattaforma tecnologica cloud gestita dall’azienda e in grado di effettuare il Track&Trace di tutti i materiali movimentati nell’ecosistema. Il sistema messo a punto è in grado di catturare, visualizzare, analizzare e gestire il complesso Network e consente a tutti gli attori della filiera di attingere alle informazioni in maniera trasparente e affidabile da un unico punto (Single Version of the Truth). L’esempio di IIoT e stampa 3D Un ulteriore esempio del potenziale rivoluzionario dell’IIot all’interno del mondo industriale e sulla supply chain è facilmente rappresentato dalla stampa 3D: l’interazione tra IIoT e additive manufacturing può modificare completamente le reti manifatturiere e di distribuzione. In un ecosistema caratterizzato da un Digital 72 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review Supply Network, che tramite dispositivi IIoT e M2M (Machine-to-Machine) è in grado di rendere disponibili grandi quantità di informazioni dove e quando necessarie, la stampa 3D ha il potenziale di rendere possibili interazioni e personalizzazioni sul prodotto senza precedenti, garantendo al tempo stesso rapidità e flessibilità realizzativa. Anche se non (ancora) adatta alla produzione su larga scala, la stampa 3D è già in grado di cambiare i processi e le economie delle piccole produzioni: ad esempio non sono più necessari stampi o strumenti specifici per la realizzazione dei prodotti/componenti. Le stampanti 3D utilizzano come input un file con le caratteristiche del prodotto e si limitano a costruirlo con un procedimento additivo. Questa caratteristica rende la stampa 3D uno strumento ideale per il processo di prototipazione (prototyping) e da qui ai prossimi anni anche per i processi di manutenzione (spare part production), nonché di personalizzazione dei prodotti (mass customization) e di avvicinamento della produzione ai mercati di sbocco (ultra postponement), come in Figura 3. La digitalizzazione in file di prodotti e componenti consente, inoltre, la creazione di cataloghi che permettono una miglior fruizione delle informazioni e una più semplice collaborazione sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Una singola piattaforma connessa e distribuita tra fornitori, logistic provider e produttori, in cui si condividono i file di progetto, consente di creare/modificare parti e potenzialmente accelerare produzione e tempi di consegna. Si verrebbero così a generare nuovi benefici in termini di volumi e costi di logistica più bassi, maggiori opportunità di crowdsourcing e di mass customization. Questi benefici consentirebbero alle aziende di ripensare radicalmente alle proprie operations, snellendone i processi. In molti settori, la stampa 3D potrebbe consentire alle aziende di ridurre i volumi delle spedizioni di prodotti finiti e di modificare la tipologia e le destinazioni dei trasporti delle materie prime. Le aziende dovranno però essere in grado di capire quali oggetti potranno essere stampati e, di conseguenza, quali processi produttivi, di assemblaggio e di spedizione avranno bisogno di essere reinventati. Non è improbabile che l’intera relazione tra imprese e terze parti possa modificarsi radicalmente: i fornitori di DA SUPPLY CHAIN A DIGITAL SUPPLY NETWORK servizi logistici potrebbero, infatti, iniziare ad offrire ai propri clienti servizi di stampa 3D nei propri magazzini centralizzati presso i propri hub distributivi. In queste circostanze, un produttore, invece di spedire un prodotto da Milano a Sydney, potrebbe avere convenienza a vendere i diritti per il modello digitale del prodotto al proprio partner logistico, che potrebbe a sua volta stampare il prodotto a Sydney e consegnarlo al cliente. È evidente quindi come la stampa 3D abbia un potenziale incredibile e disruptive sulla Supply Chain. Nei prossimi anni le aziende dovranno quindi ripensare la propria catena del valore rivoluzionando i propri modelli di business e operativi, considerando gli impatti e le opportunità offerte dall’adozione delle nuove tecnologie. Gli autori Sopra da sinistra: Paolo Consonni, Managing Director Accenture Strategy Giovanni Giacchetti, Senior Manager Accenture Strategy Alberto Nava, Manager Accenture Strategy Sopra da sinistra: Angela Palumbo, Manager Accenture Strategy Matteo Menconi, Consultant Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 73 Da statistico a digitale: l’evoluzione del controllo di processo L’introduzione delle tecnologie digitali pone le basi per ridefinire completamente le logiche del controllo di processo, evolvendo dal monitoraggio di ogni singola fase produttiva alla diagnosi organica dell’intero sistema manifatturiero. Per coglierne i benefici, le aziende devono essere pronte a innovare i propri modelli produttivi. di Carmine Fiorilli, Giulio Contini, Nicola Di Giacomo e Andrea Valdarnini tramite la creazione di un network di dispositivi connessi tra di loro, capaci di monitorare le metriche di processo, analizzarle, interpretarle e reagire in tempo reale, senza la necessità di un intervento umano. Grazie alla crescente disponibilità di sensori in grado di controllare processi fisici, chimici e biologici, e alla diminuzione dei relativi prezzi, il controllo non è più limitato a un numero ristretto di misure e campionamenti. Network di sensori misurano in maniera continua e puntuale tutti i parametri di performance di ogni fase produttiva, rendendo disponibili enormi quantità di dati (fino a ~10 GB/settimana di misurazioni per ogni macchina, ~50 MB di immagini per unità prodotta1). Le tecnologie M2M e la connettività delle macchine (IIoT, Industrial Internet of Things) consentono di consolidare in tempo reale tali dati sfruttando piattaforme di cloud computing, scindendo il luogo di acquisizione da quello di analisi. Grazie ad applicazioni di manufacturing analytics, l’elaborazione può essere effettuata a differenti livelli di aggregazione captando eventuali segnali di variabilità prima che si manifestino le classiche curve di deriva identificabili con Statistical Process Control l’SPC. Gli algoritmi di machine learning possono poi e Machine-to-Machine Il passaggio a un paradigma di manufacturing mo- autonomamente individuare le cause, formulare prenitoring basato su tecnologie Machine-to-Machine dizioni sull’andamento futuro delle metriche e defi(M2M) permette di superare tali problematiche nire le risposte ottimali. Le applicazioni più avanzate Il controllo qualità ha l’obiettivo di facilitare la realizzazione di un processo produttivo affidabile e che generi prodotti in linea con i requisiti di mercato. Questo avviene attraverso la definizione di procedure e metriche volte alla diminuzione della variabilità dell’output di ogni fase. Secondo questa visione, un processo stabile e prevedibile permette di realizzare prodotti sempre uniformi tra loro, riducendo rilavorazioni, scarti e resi post-vendita. In questa direzione si collocano le applicazioni statistiche sviluppate già dagli anni ’20 da Shewhart, Deming, Dodge e Romig, che sono alla base del Controllo Statistico di Processo (SPC, Statistical Process Control). Questa metodologia si basa sulla definizione dei limiti entro i quali devono mantenersi determinati parametri di processo e sul conseguente monitoraggio degli stessi tramite campionamenti statistici. La raccolta delle informazioni necessarie comporta tempi e costi elevati, limitando il numero di parametri tipicamente misurati. Inoltre, i dati sono spesso raccolti in formati non standard e gestiti localmente, rendendone difficoltosa l’aggregazione durante la fase di analisi. 74 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review WWW.HBRITALIA.IT Figura 1. La nuova organizzazione del processo produttivo Azioni preventive di M2M permettono di reagire in tempo reale e senza l’intervento umano, comunicando le istruzioni alle macchine, che possono regolare autonomamente i propri parametri di funzionamento. Per garantire la conformità del prodotto finito alle specifiche, l’SPC tradizionale verifica che ogni singola fase del processo sia all’interno dei propri limiti di tolleranza. Le tecnologie M2M, invece, valutano ogni fase come parte dell’intero processo produttivo, consentendo l’applicazione di logiche come l’adaptive manufacturing: a seguito di un’anomalia riscontrata in una fase di lavorazione, si interviene a monte, correggendo tutte le concause che l’hanno determinata, e a valle, compensando l’anomalia nelle fasi successive senza generare scarti o rilavorazioni. Ad esempio, nel settore dell’elettronica di consumo è stato sviluppato un processo di produzione adattivo finalizzato a garantire una perfetta aderenza fra le parti assemblate. Tale processo inizia con la produzione del componente principale, le cui misure vengono inviate alle macchine a controllo numerico dedicate alla produzione dei componenti accessori, che vengono quindi creati “su misura”. In questo modo ogni fase del processo si configura sull’obiettivo finale, adattandosi agli output delle altre fasi. Ciò garantisce una più alta qualità del prodotto finito a fronte di requisiti di fase meno stringenti. Dove le tecnologie non consentono un adattamento rapido e puntuale della produzione, l’M2M abilita Assemblaggio selettivo Analytics Istruzioni compensative Azioni compensative Parametri di processo Parametri di processo Parametri di processo Misurazione Consolidamento Analisi Compensazione logiche di selective manufacturing, grazie alle quali ogni singolo pezzo viene tracciato e assemblato con i componenti aventi caratteristiche simili (dimensioni, gradazioni cromatiche, ecc.). Ad esempio, nel settore automotive sono state sviluppate soluzioni per l’accoppiamento automatico di pistoni e cilindri in base al diametro. In conclusione, le tecnologie digitali cambieranno la prospettiva del controllo di processo. Consentiranno di spostare il focus dal punto di vista discreto della singola fase a quello integrale dell’intero sistema manifatturiero. Per coglierne appieno i vantaggi le aziende dovranno abbandonare la sicurezza di modelli di controllo qualità ormai consolidati e svilupparne di nuovi. Ai più rapidi, i maggiori vantaggi competitivi… NOTE. 1. Intel, “Internet of Things (IoT) Delivers Business Value to Manufacturing” Gli autori Sopra da sinistra: Carmine Fiorilli, Senior Manager Accenture Strategy Giulio Contini, Manager Accenture Strategy Nicola Di Giacomo, Consultant Accenture Strategy Andrea Valdarnini, Consultant Accenture Strategy SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 75 La logistica tra robotica e IoT: la rivoluzione arriva nel magazzino In un contesto competitivo che sta diventando sempre più frenetico e volatile, è cruciale ripensare il modello operativo. Nel nuovo ecosistema digitale, le aziende devono rimettere in discussione i presupposti della loro Supply Chain e della gestione del loro magazzino come motore di competitività, sfruttando pienamente il potenziale delle nuove tecnologie. di Paolo Consonni, Carmine Fiorilli, Francesco Innocenti, Giulio Contini e Roberta Rocca L’attuale contesto di business è caratterizzato da una crescente pressione sulla Supply Chain: l’elevata volatilità della domanda mette sotto stress i modelli operativi classici, progettati per rispondere a contesti fondamentalmente stabili e consolidati. L’evoluzione della domanda e delle aspettative dei clienti, con ordini sempre più piccoli e frazionati e consegne in tempi rapidi e a costi marginali, richiedono un sostanziale superamento degli attuali livelli di performance. La crescente interconnessione ed estensione globale delle Supply Chain rende inoltre ancora più difficile soddisfare le richieste di flessibilità e rapidità. Per rispondere alle nuove esigenze le aziende devono quindi trasformarsi, acquisendo una flessibilità strutturale che parta dai processi strategici per arrivare fino a quelli più operativi. Nella Supply Chain, uno dei principali elementi di flessibilità è sicuramente il magazzino, da sempre considerato “polmone” tra le diverse fasi della catena del valore. Il suo ruolo può e deve evolversi da centro di costo a risorsa capace di creare un differenziale competitivo con impatti rilevanti sia sulla bottom line, tramite la costante riduzione dei costi operativi, sia sulla top line, garantendo ai clienti elevati livelli di servizio. Amazon ad esempio è riuscita ad abbattere fino al 40% i costi delle attività di imballaggio (circa 3,5$)1 mettendo in campo più di 30.000 robot già all’inizio 76 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review del 20152, mentre molte aziende di system integration si stanno adoperando per creare soluzioni, come l’utilizzo dei droni, che possano supportare l’automatizzazione di attività come gli inventari3. A oggi non esiste una sola ricetta per effettuare questa trasformazione. E’ però possibile identificare due elementi chiave che le aziende dovranno saper sfruttare per creare una sostanziale discontinuità con i livelli di performance odierni: da un lato la capacità di raccogliere, analizzare e interpretare in tempi rapidi la crescente mole di dati a disposizione; dall’altro la capacità di sfruttare le opportunità fornite dalla robotica coerentemente con il proprio modello di business. L’evolversi verso una maggiore flessibilità strutturale impone lo sviluppo della capacità di interpretare il contesto e di adattarsi agilmente e proattivamente ai cambiamenti esterni. In termini pratici questo implica l’accesso ai dati di business e la loro analisi in tempo reale, per rendere più rapidi i processi decisionali. L’Industrial Internet of Things (IIoT) rappresenta uno dei principali fattori abilitanti. Nel magazzino del futuro, la miniaturizzazione dei sensori rende possibile raccogliere e consolidare in tempo reale enormi quantità di dati sullo stato del personale, delle merci e della struttura stessa del magazzino. Dispositivi wearable permettono al personale di magaz- WWW.HBRITALIA.IT zino di tracciare i movimenti di mezzi e merci, conoscere in anticipo esigenze connesse ai nuovi arrivi di materiali e ai programmi di spedizione nonchè di monitorare il tutto in tempo reale, ad esempio su uno smart watch4; gli smartphone possono essere utilizzati per scannerizzare codici a barre e QR code, identificare tag NFC, determinare la posizione tramite GPS e analizzare le condizioni ambientali dei magazzini (temperatura, umidità, luminosità…). Varie aziende di logistica, da sempre all’avanguardia nel campo, si stanno dotando di scanner 3D installati sui muletti per misurare i volumi della merce da immagazzinare e movimentare. Quanto raccolto da questi sensori confluisce in enormi banche dati dove già risiedono tutte le informazioni aziendali, generando un aumento significativo del volume e della complessità dei dati gestiti. Diventa quindi necessario individuare soluzioni end-to-end per la gestione analitica dei big data che siano scalabili, sicure e flessibili, ma soprattutto che velocizzino e supportino i processi di pianificazione, programmazione ed esecuzione operativa delle attività. In questo senso, applicazioni di analytics sono capaci di selezionare e trasformare dati, spesso non strutturati e provenienti da fonti diverse, in insight necessari al processo decisionale, elaborando simulazioni di scenari e formulando analisi predittive. Tramite algoritmi di machine learning è infine possibile automatizzare la programmazione delle attività in un contesto dinamico, ottimizzandole sulla base dei dati provenienti dall’intera value chain. L’agilità nei processi decisionali, se adeguatamente sostenuta da analoghi livelli di efficienza e flessibilità nella gestione delle operations di magazzino, ne garantisce un sostanziale incremento di efficacia. Negli ultimi decenni, seppur con diversi risultati, molte attività di magazzino sono state automatizzate, assistendo alla progressiva sostituzione della componente umana con quella di macchine programmate per eseguire una serie di attività ripetitive. Investimenti in questa direzione prevedono un aumento del numero di dispositivi portatili e di impiego di tecnologie a sostegno del multitasking. Alcuni dei principali step di evoluzione nell’utilizzo di tecnologie possono essere osservati nella Figura 1. Lo sviluppo di tecnologie di cognitive computing e di oggetti connessi tra loro, ha permesso di superare la rigidità dei sistemi automatici tradizionali, aprendo la strada all’era della robotica, che prevede l’introduzione di macchine efficienti e intelligenti, capaci di imparare e adattarsi a un numero pressoché infinito di variabili. Nell’ambito del magazzino, la robotica trova applicazione nella maggior parte delle attività tradizionalmente svolte dagli operatori: picking del materiale, allestimento spedizioni, carico e scarico dei mezzi di trasporto, pallettizzazione e depallettizzazione, smistamento degli ordini. L’impatto della robotica in questo contesto è potenzialmente dirompente: le macchine potranno sostituire o supportare sempre più l’apporto umano, garantendo operatività continua delle strutture e livelli di servizio notevolmente superiori. Secondo studi condotti all’Università di Oxford, entro il 2035 i robot copriranno il 47% delle attività svolte, la maggior parte delle quali Figura 1. Un secolo di evoluzione tecnologica Introduzionedellaprimacombinazione diPallettizzatore/Depallettizzatore (GeorgeVonGal) 1969 Anni’40e‘50 Identificazioneesviluppodel barcodeechipRFID,ancora senzaunpraticoutilizzo Anni’60e‘70 ApplicazionedelbarcodenellaSupply Chain(magazzinoetrasporto) Anni‘70 Adozionesu largascaladi tilt-tray sorters Primobracciomeccanico robotizzato(CMU) Anni‘80 1914 FordMotorCompanyintroduce EarlyMaterialHandling Automationperfacilitarela produzionedimassadelleauto nellalineadiassemblaggio PrimoRobotcon visione artificiale(MIT, SRI)ediguida (BUNDESWEHR UMUNIC ) 2012 Adozionedimagazzinipiù piccolimaautomatizzatiper ridurreicostidiinvestimento 1981 Introduzionesulargascala diWarehouseManagement Systems 2005 Anni’80e‘90 2003 Anni2000 Introduzionedi softwaredi pallettizzazione mista(Puzzle, FraunhoferInstitute) PrimocompletamentodelDARPA grandchallengeraceperunveicolo automatico(STANFORD,CMU,U PITTSBURG) Robotutilizzatiperlamovimentazionein magazzino Primotrasferimento automatizzato (Witron) 2002 Fonte:AccentureDigital,Warehouse-Robotics-PoV SPECIALE ACCENTURE STRATEGY | 4.2016 77 relative proprio ai processi logistici e di magazzino. I robot potranno poi lavorare continuativamente, riducendo i tempi di evasione degli ordini, in ambienti potenzialmente pericolosi per l’uomo o in condizioni non favorevoli (per esempio per temperatura o rischio chimico). Inoltre, ridurranno significativamente i costi di gestione, agendo sulle componenti di lavoro e spazio: basti pensare che la superficie occupata da un magazzino con nuove tecnologie e completamente automatizzato, a parità di merce depositata, è 5-10 volte inferiore rispetto a quella di un magazzino tradizionale. Da ultimo, i robot potranno eseguire alcuni passaggi finali del processo produttivo direttamente in magazzino, alla ricezione dell’ordine, aprendo un orizzonte pressoché infinito di opportunità di personalizzazione del prodotto e riduzione del capitale circolante. In un contesto che sta diventando sempre più frenetico e volatile, ripensare il modello operativo deve essere una priorità. In questo ecosistema, le aziende devono rimettere in discussione i presupposti della loro Supply Chain e della gestione del loro magazzino come motore di competitività, sfruttando pienamente il potenziale delle nuove tecnologie. Devono riuscire a svilupparsi non solo per analizzare in tempo reale i solleciti del mercato ma, soprattutto, per agire. Gli autori Sopra da sinistra: Paolo Consonni, Managing Director Accenture Strategy Carmine Fiorilli, Senior Manager Accenture Strategy Francesco Innocenti, Senior Manager Accenture Strategy Sopra da sinistra: Giulio Contini, Manager Accenture Strategy Roberta Rocca, Consultant Accenture Strategy NOTE 1. http://technologyadvice.com/business-intelligence/blog/kivasystems-changing-future-warehouse-work/ 2. http://bostinno.streetwise.co/2015/12/18/amazon-2016-echo-firetablet-web-services-aws-growth/ 78 SUPPLEMENTO A Harvard Business Review 3. http://www.hardis-group.com/en/news/logistics-eyesee-inventorytaking-drone-winner-sitl-2015-innovation-awards 4. http://www.whsystems.com/wh-systems-introduces-shiraz-wcswearable-technology/#.VquBbbIrLIU WWW.HBRITALIA.IT