journal - TÜV Italia

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Indice
Caro Lettore,
La peculiare complessità
del settore Oil&Gas è anche
una grande opportunità
per gli operatori
in questo numero della rivista portiamo la tua attenzione verso un
settore, quello dell’energia, che incide e condiziona tutta l’economia:
quella dei paesi, delle aziende e dei singoli cittadini. L’arena in cui
l’energia gioca la sua parte è globale non solo per aspetti geografici, ma
proprio per la sua capacità di interconnettere e condizionare relazioni
economiche, politiche, sociali ed ambientali.
Essendo quello energetico un settore ampio e diversificato, abbiamo pianificato
l’uscita di questo numero della rivista in concomitanza con la presenza di TÜV
Italia all’Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, uno dei momenti
di incontro più significativi nel settore ed il focus che proponiamo è quindi
sull’industria del petrolio e del gas che, nonostante il progressivo sviluppo di
altre fonti energetiche, rimane ancora la fonte principale per soddisfare una
domanda che continua a crescere, grazie ad innovazione tecnologica da una
parte e congiunture favorevoli dall’altra, come spiega il Professor Tabarelli di
Nomisma Energia nell’articolo che apre questo numero della rivista.
Un’industria, quella degli idrocarburi, che storicamente si struttura sul
lungo periodo, attraverso una filiera articolata e complessa che si snoda
dall’estrazione alla distribuzione di prodotti primari e derivati. In questa supply
chain la regia è affidata a grandi gruppi internazionali, che gestiscono progetti
impegnativi sia dal punto di vista tecnico che per lo sforzo economico richiesto:
solo attraverso una razionalizzazione dei processi, una catena di fornitura
affidabile ed una attenta gestione del rischio è possibile portare a termine gli
imponenti progetti on- e off-shore presenti in tutto il mondo. In altri termini
la peculiare complessità del settore è anche una grande opportunità.
Secondo Max Streicher, una delle aziende operanti nelle infrastrutture per
il settore Oil&Gas e per quello energetico a livello internazionale, le basi
irrinunciabili su cui poggiare questo business sono: sicurezza, qualità e
programmazione. Questo vale per un EPC - acronimo che sta per Engineering,
Procurement and Construction - come Max Streicher, ma anche per altri
fornitori della catena. PetrolValves, ad esempio, ci dimostra come le aziende
2 TÜV Italia Journal
italiane siano riuscite a costruirsi una reputazione di affidabili supplier
dell’Oil&Gas. Il successo, in questo contesto, è dato dall’abilità dell’azienda
nell’essere dove si fa il business: PetrolValves ci è riuscita coniugando lo
sviluppo di nuovi prodotti, una maggiore flessibilità nella produzione, il
potenziamento del servizio e l’allargamento della rete commerciale.
Se torniamo a guardare al settore in generale, vediamo come negli anni siamo
passati da un obiettivo di sfruttamento delle fonti ad uno di efficienza delle
stesse. E proprio questa è la direzione, intesa come fattore di competitività
e di crescita, presa da E.ON, uno dei principali operatori energetici del nostro
paese. E.ON si è dotata di strumenti non solo per ridurre costi e consumi, ma
anche per migliorare i suoi processi e la sua competitività.
Ed ecco il punto in cui TÜV Italia si inserisce come partner strategico
dell’industria Oil&Gas, e dove dimostra che il suo non è certo un ruolo
secondario. In questo contesto, infatti, il governo ed il controllo della supply
chain è fondamentale per aiutare il cliente nella determinante estrazione di
valore attraverso la gestione di quella complessità, che è data dalla vastità
geografica e dall’eterogeneità della catena di fornitura. Esprimendoci secondo
i più elevati standard, operiamo affinché il settore sia sicuro ed efficiente per
chi ci lavora, per gli utilizzatori e per l’ambiente.
Buona lettura!
Ettore Favia
Amministratore Delegato TÜV Italia
TÜV Italia Journal #09
La parola
a
..
..
FOCUS
NEWS
#04 Un 2015 non così nero per il petrolio
#07 E.ON: L’efficienza energetica fattore
di sostenibilità e competitività
#14 PetrolValves: ricercare insieme ai
clienti le soluzioni più soddisfacenti
#18 Max Streicher: sicurezza, qualità e
programmazione
#12 Certificazione di servizio
per Automobili Lamborghini
#12 Consegnata a SACE S.p.A.
la relazione pubblica di verifica
del Bilancio di Sostenibilità 2013
#13 Un poker di certificazioni
per PosteMobile
#13 Nuovi accreditamenti INMETRO
#24 A Ducati Motor Holding
la certificazione ISO 14001
#24 Meeting degli auditor dei Sistemi
di Gestione
#25 150 anni fa il “big bang“ per il TÜV
#26 Energia dalla luna: è possibile?
EDITORE E PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl
Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl
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IMMAGINI: Fotolia (7), TÜV SÜD (25), Illustration LULU (26, 27) - Copertina: Getty
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DIRETTORE RESPONSABILE: Emilia Pistone - TÜV Italia Srl
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TÜV Italia Journal 3
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
Un 2015 non così nero
per il petrolio
PREZZI DEL PETROLIO NEGLI USA: 1880-2015
MEDIE ANNUE, $ 2015
Una prospettiva ottimistica per il settore secondo Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia,
grazie ad innovazione, efficienza, ed una serie di congiunture favorevoli.
Una delle poche cose certe del mercato del
petrolio è l’instabilità delle sue quotazioni.
A fine 2014 e inizio 2015 se n’è avuta
evidente conferma, con un crollo del
prezzo del 50% a meno di 60 dollari per
barile, dopo quasi 4 anni di stabilità sopra
i 110 dollari per barile. L’industria del
petrolio e del gas, meglio degli idrocarburi,
è un’industria di lungo termine, dove gli
investimenti durano decenni, con pozzi
che costruiti negli anni ‘50, ancora oggi
sono in produzione. La visione deve essere
necessariamente di lungo termine, almeno
oltre i 15 anni, soglia che, nell’attuale
contesto dominato dalla finanza del breve
termine, sembra un’eternità. Era solo il
1998 quando i prezzi crollarono sotto i 10
dollari e l’industria sembrava destinata
ad affogare, letteralmente sparire, in un
mare di petrolio. Fu lì che venne innescata
la più profonda ristrutturazione della sua
lunga storia, prima con l’acquisizione di
Amoco da parte di BP nell’agosto 1998,
poi con le fusioni di Exxon e Mobil e di
Total Petrofina a dicembre dello stesso
anno. L’industria petrolifera invertiva in
parte la frantumazione voluta dalla Corte
Suprema USA nel 1911 della Standard Oil
of New Jersey di Rockefeller, che aveva dato
vita a diverse società petrolifere, fra cui le
maggiori erano Exxon, Mobil, Amoco e
Chevron. In questi giorni ci si chiede se
una simile ondata di fusioni possa essere
innescata; tuttavia, nonostante la caduta,
4 TÜV Italia Journal
le cose oggi non vanno così male. Con 60
dollari per barile i profitti sono ancora ben
robusti e sarebbe necessario una caduta di
proporzioni ben maggiori.
Il trend sul lungo termine dei prezzi del
greggio evidenzia la forte instabilità che
caratterizza tutta la sua storia e l’anomalia
degli alti prezzi dell’ultimo decennio.
Guardando indietro, i prezzi nel 1931
furono ancora più bassi di quelli del 1998.
Negli anni ‘20 in Texas l’applicazione di
nuove tecniche sismiche, con l’impiego
di dinamite da parte di soldati tornati
dalla prima guerra mondiale, portò un
tale aumento della produzione che i
prezzi scesero, nel 1931, a minimi di 13
centesimi di dollaro per barile, 7 dollari
al valore del 2015. Poi il rallentamento dei
consumi, causato dalla grande crisi, spinse
addirittura alcuni produttori a pagare chi
venisse a svuotare i laghi di petrolio che i
pozzi continuavano a riempire. In sostanza
il prezzo era negativo.
Sono passati 80 anni e i riflettori sono
ancora puntati sugli USA, dove la rivoluzione del fracking ha portato un aumento
di offerta che non trova paragoni con il
passato. In 6 anni, fra minori consumi e
maggiore produzione, gli Stati Uniti hanno
ridotto le loro importazioni nette di circa
7 milioni barili giorno, più della produzione di Iran e Iraq messi insieme. È questa,
assieme alla volontà dell’Arabia Saudita
di non ridurre la sua quota di mercato, la
principale ragione del crollo del prezzo del
greggio.
Vi sono alcune immutabili regole nella
lunga storia dell’industria del petrolio e
una di queste è la costante crescita della
produttività portata dall’innovazione nel
paese, gli Stati Uniti, che più al mondo
consuma petrolio. Ciò avviene con cicli
tecnologi che durano decenni. La fratturazione, o fracking, combina due distinte
tecnologie che sono state sviluppate
parecchi anni prima. Una è la perforazione
orizzontale partita negli anni ‘80, guarda
caso dopo la caduta dei prezzi del 1986,
per rendere più produttivi i giacimenti e
ridurre i costi. I giacimenti convenzionali si dispiegano seguendo i movimenti
della crosta terrestre che sono orizzontali.
Con pozzi verticali, quelli più semplici,
esaurita la pressione di un pozzo, occorre
spostarsi di alcune centinaia di metri
e rifarne uno nuovo. L’innovazione dei
pozzi orizzontali ha permesso di seguire
le formazioni geologiche dei giacimenti
senza dovere moltiplicare le torri e i pozzi
in superficie. L’altra tecnologia è la produzione assistita, o “Enhanced oil recovery”,
che consente di spremere dalle rocce del
giacimento maggiori volumi di petrolio
attraverso l’iniezione di altri fluidi. Questi
possono essere acqua, vapore, CO2 assieme
ad altri composti, il tutto per estrarre, fatto
100 quello che c’è sotto, circa il 50-60%,
contro il 20-30% delle tecnologie tradizionali. Sono migliaia le imprese americane che da oltre un secolo competono per
ridurre i costi, produrre di più, innovare
e, insieme, formano un tessuto economico
che non ha uguali al mondo.
I costi di produzione negli USA da fratturazione erano stimati due anni fa oltre gli
80 dollari, ma oggi molti pozzi possono
sopravvivere a lungo con prezzi anche
a 40 dollari. La loro velocità di risposta
impressiona: un anno fa per fare un pozzo
di fracking ci volevano 44 giorni, oggi
22; dalla stessa piazzola, dove viene fatto
il primo pozzo, se ne fanno molti altri.
Addirittura, qualcuno ha cominciato il
re-fracking, ri-fratturazione: nello stesso
pozzo, dopo alcuni mesi, viene rifatto un
altro passaggio, fratturando e lavando
nuovamente la roccia, considerando che
lentamente i pozzi tornano a riempirsi di
idrocarburi presenti nelle parti immediatamente vicine. Miglioramenti di efficienza, facile accesso al mercato del credito,
flessibilità, sono tutti fattori che fanno
ritenere che la produzione USA impiegherà del tempo per rallentare la sua crescita e
ciò allontana un recupero veloce dei prezzi
verso i 100 dollari.
Con la fratturazione che cattura gran
parte dell’attenzione, ci si dimentica di
quanto sta accadendo nella produzione
convenzionale, dove l’innovazione tecnologica e le semplici dinamiche di mercato
stanno portando anche qui altra offerta.
Nuovi record sono stati battuti nelle acque
profonde nel Golfo del Messico mentre
l’artico è la frontiera su cui si comincerà
a produrre nei prossimi anni, non appena
i prezzi si riprenderanno. Le riserve
mondiali di gas e petrolio convenzionali
non sono mai state così alte, con una durata
abbondantemente oltre i 50 anni. Solo
nel 1933, quando l’era del petrolio stava
per iniziare, le riserve mondiali accertate erano di 13 anni. Nel Medio Oriente,
dove si concentra il 60% delle riserve
mondiali di petrolio, le esportazioni di
greggio era da anni che non fluivano così
abbondanti e regolari, paradossalmente
in un periodo di forte instabilità politica.
L’Arabia Saudita con quasi 10 milioni
di barili al giorno di produzione, vuole
mantenere la sua quota di mercato e non
intende fare posto all’Iraq che, nel frattempo, ha toccato nuovi record di produzione
vicino ai 4 milioni di barili al giorno, mai
raggiunti dalla fine degli anni ‘80, quando
c’era ancora Saddam Hussein. Addirittura
si prospetta la fine delle sanzioni contro
l’Iran, dovesse andare in porto il tentativo
di accordo sul nucleare. La produzione di
Teheran potrebbe raddoppiare velocemente, rispetto agli attuali 2,8 milioni di barili
al giorno.
Un mondo pieno di petrolio è quello che
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FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
6 TÜV Italia Journal
2035: 18,7 mld.tep
20
18
FER
2014: 14,5 mld.tep
16
Biomasse
14
Nucleare
Idroelettrico
12
Carbone
10
8
Gas
6
4
Petrolio
2
2035
2030
2025
2020
2015
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
0
1970
La prima fonte a copertura della domanda
di energia rimane ancora il petrolio,
con il 33% del totale, nonostante oltre 40
anni di tentativi di affrancare l’economia
mondiale, in particolare quella americana
ed europea, da tale dipendenza.
Non esistono facili alternative al petrolio,
capace di concentrare in un volume irrisorio un’enorme quantità di energia facilmente trasportabile e stoccabile. È per questo
che la quasi totalità dei veicoli a motore nel
mondo, usa derivati del petrolio. Se questo
connubio esiste è a beneficio dei miliardi
di consumatori finali, e se i loro bisogni
di mobilità sono soddisfatti, lo devono
in gran parte agli sviluppi che l’industria
del petrolio e del gas è stata in grado di
attivare nella sua lunga storia. È per questo
che il futuro dell’industria del petrolio, a
dispetto dei recenti ribassi del prezzo, ha
davanti a sé un futuro garantito di crescita
per molti anni a venire.
CONSUMI MONDIALI DI ENERGIA
Miliardi di tonnellate equivalenti petrolio
1965
emerge nel 2015, con prezzi calanti che
stanno aiutando l’economia mondiale
a ripartire. Così finalmente anche la
domanda di petrolio riprenderà la sua
crescita costante, superiore a 1 milioni di
barili giorno ogni anno, come nei precedenti 50 anni. Il mondo ha bisogno di
più energia, miliardi di persone tutt’ora
non sanno cosa sia l’energia commerciale,
mentre altri 2 miliardi sono in arrivo nei
prossimi 40 anni e ne avranno bisogno.
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
DAVIDE TABARELLI
Economista nato nel 1960, è presidente e co-fondatore di Nomisma
Energia, società privata indipendente impegnata nella ricerca e
nella consulenza per il settore energetico, e in tutti gli ambiti ad
esso connesso. Conseguita la laurea all’Ateneo modenese con
una tesi sull’industria petrolifera internazionale, dopo un breve
periodo di docenza presso la stessa Università, nel 1984 inizia la
sua carriera professionale in Nomisma Spa, fondata nel 1982, con
attività di ricerca sul settore energetico italiano e, in particolare,
su quello petrolifero. Da allora tutta la sua attività si concentra su
questa area, con consulenze per aziende e istituzioni energetiche
nazionali e internazionali, legate principalmente all’Oil&Gas. Nel 1995 è nominato assistente del
Ministro dell’Industria con responsabilità di supporto al Ministero dell’Ambiente per le politiche volte
a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e nell’attuazione di altre normative ambientali. Nella sua
carriera ha avuto modo di gestire oltre 80 progetti commissionati da aziende energetiche nazionali
ed internazionali. Ha affiancato all’attività professionale quella accademica: è visiting professor in
Economia dell’Energia presso il Politecnico di Milano e presso l’Università degli Studi di Bologna.
È anche editorialista del maggiore quotidiano economico italiano per le questioni energetiche, ed è
stato membro di diverse commissioni ministeriali come esperto in ambito energetico.
L’efficienza energetica
fattore di sostenibilità
e competitività
Il punto di vista di E.ON, un importante player del settore, impegnato in soluzioni che
promuovono l’efficienza energetica in uno scenario di mercato che cambia.
O
ggi gli operatori energetici si trovano ad affrontare un
contesto di mercato complesso e
molto diverso dallo scenario di
qualche anno fa.
Diversi sono i fattori che hanno contribuito
a innovare e modificare significativamente questo settore: la crescita del mercato
libero e l’aumento della concorrenza tra i
player; la crescente sensibilità nei confronti della sostenibilità, la prolungata crisi dei
consumi e soprattutto la sempre più urgente esigenza dei consumatori, sia domestici
che business, di ridurre gli sprechi e risparmiare in bolletta.
Con una capacità installata di circa 6
GW, E.ON è uno dei principali operatori
energetici in Italia, attivo nella generazione
e nella vendita di energia elettrica e gas a
circa 800.000 clienti complessivi, offrendo
soluzioni e servizi innovativi orientati
all’efficienza e al risparmio energetico.
Soluzioni di efficienza energetica per la
competitività delle imprese
Per le imprese l’efficienza energetica oggi
rappresenta un asset importante per
ridurre i consumi, e quindi i costi, contribuendo a migliorare la competitività aziendale quando si tratta di ottimizzare interi
processi.
E.ON da tempo è impegnata nella messa
a punto di servizi e soluzioni innovative
attraverso partnership di lunga durata con
i propri clienti, indirizzate proprio a individuare interventi durevoli e su misura,
che consentano alle aziende di rendere più
efficienti i propri consumi. Si va dall’audit
energetico – un’analisi utile a mappare le
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FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
diverse forme d’impiego dell’energia e a
individuare le opportunità di riduzione dei
consumi delle imprese – alla diagnosi energetica degli edifici, volta alla sostituzione
delle tecnologie esistenti con le migliori
presenti sul mercato; dai progetti di illuminazione efficienti, all’efficient building, ai
sistemi per la generazione distribuita.
In particolare, operando come ESCo
certificata, la società sta proseguendo le
attività di sviluppo di progetti di recupero
dei Certificati Bianchi, che consistono
nell’analizzare, misurare e dimostrare i
risparmi energetici conseguiti a seguito
dell’adozione di nuove tecnologie. Questa
è un’attività di business consolidata che,
anche grazie al Dlgs 102 del 4 luglio 2014,
recentemente convertito in legge, che ha
recepito la Direttiva europea 2012/27/EU
imponendo l’obbligo di audit energetici
per i clienti energivori, potrà continuare a
crescere nel prossimo futuro. Tutte soluzioni che consentono di ottenere significativi vantaggi in termini di ottimizzazione
dei consumi e delle emissioni, riduzione
8 TÜV Italia Journal
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
dei costi energetici e semplificazioni nella
gestione delle attività legate all’energia.
Tra le tecnologie per l’energia distribuita,
E.ON ha sviluppato un know-how specifico nel campo di sistemi di cogenerazione (CHP – Combined Heat and Power,
ovvero produzione combinata di elettricità e calore) e trigenerazione (CHCP per
la produzione combinata di energia elettrica e termica). Nell’ultimo anno importanti aziende attive nel nostro paese come
Acqua Minerale San Benedetto, Reckitt
Benckiser, Goglio e Beaulieu International
hanno scelto la multinazionale energetica
per l’installazione e la gestione di impianti
di cogenerazione presso i loro stabilimenti
produttivi.
La flotta termoelettrica: alto rendimento e
impatto limitato sull’ambiente
La capacità di generazione attuale di
E.ON in Italia è rappresentata da oltre 5
GW termoelettrici, 531 MW idroelettrico,
grazie al nucleo di Terni e da una capacità
complessiva da fonte rinnovabile (solare
e eolico) per circa 379 MW. Le attività di
generazione, molto performanti, possono
contare su una produzione diversificata
e su un contenuto impatto ambientale. Si
tratta di asset chiave per garantire la sicurezza energetica in Italia che continueranno a svolgere il loro ruolo centrale anche
dopo la vendita – annunciata dal Gruppo lo
scorso 12 gennaio – della flotta termoelettrica al gruppo energetico ceco Energeticky
a Průmyslovy Holding (EPH), il cui closing
è previsto nel secondo trimestre del 2015.
E.ON è impegnata nel miglioramento delle
performance produttive e ambientali dei
propri impianti. L’azienda in particolare
ha condotto interventi volti ad aumentare
l’efficienza e il rendimento dei siti produttivi da fonte tradizionale, migliorando la
flessibilità degli impianti per ottenere una
risposta più efficace alla richiesta di energia
che viene dal mercato elettrico, con benefici
per la rete e l’ambiente. In particolare la
centrale di Livorno Ferraris, in provincia
di Vercelli, in funzione dal 2008, è stata la
prima centrale realizzata da E.ON in Italia.
L’impianto (75% E.ON, 25% BKW) a ciclo
combinato gas-vapore dalla potenza installata pari a 805 MW, rappresenta una delle
centrali a gas più efficienti in Europa, con
un livello di rendimento pari a circa il 57%.
A fianco del territorio: l’impegno per la
salvaguardia della biodiversità
In Italia, accanto agli interventi per migliorare l’efficienza degli impianti e ridurre
l’impatto sull’ambiente, l’azienda è anche
impegnata nella promozione costante di
iniziative a favore delle comunità locali
e dei territori circostanti, tra cui quelle
mirate alla salvaguardia ambientale tramite
la tutela e lo sviluppo delle aree naturali.
A questo riguardo, nei pressi della centrale
di Livorno Ferraris, E.ON ha realizzato
un progetto di riqualificazione ambientale
avviato nel 2005 insieme ad Arpa Piemonte
e durato 7 anni, articolato in interventi di
mitigazione e compensazione mediante la
creazione di nuovi habitat naturali a favore
della biodiversità e il biomonitoraggio di
alcune specie faunistiche minacciate a
livello europeo.
Il progetto, avviato nelle zone direttamente
adiacenti la centrale, e su altre in prossimità della stessa, dall’area di Mulino Carotole
a quella della Collina di San Pietro nel
vercellese, ha interessato un totale di circa
45 ettari di terreno.
Circa 20 ettari di risaia, pari a 20mila m2,
sono stati convertiti in boschi filtro, con
l’utilizzo esclusivo di specie arboree e arbustive autoctone, mentre gli interventi di
compensazione hanno visto lo sviluppo
di un articolato programma di conversione di terreni agricoli in zone umide,
boschi e prati umidi con la piantumazione
di oltre 45.000 tra alberi e arbusti collocati a dimora, appartenenti a 35 diverse
specie arboree e arbustive autoctone. Per
entrambi i progetti E.ON si è fatta carico
della piantumazione e dei primi cinque
anni di manutenzione delle formazioni
forestali.
le, che ha incrementato la disponibilità di
habitat a favore delle tre specie faunistiche
minacciate a livello europeo e oggetto di
monitoraggio (Direttiva Habitat e Uccelli)
quali la testuggine palustre Emys orbicularis, la farfalla Lycaena dispar e il Botarus
stellaris, raro airone anche noto come
tarabuso. Il progetto di biomonitoraggio ha
dato esiti positivi, mostrando un andamento demografico che consente di definire
tutte e tre le specie in soddisfacente stato di
conservazione a livello locale.
In particolare, si è evidenziato che la
testuggine ha colonizzato la nuova zona
umida con un alto numero di individui,
confermando così la perfetta idoneità del
sito quale futuro sito riproduttivo.
Sono state così ampliate le aree naturali
di uno dei principali e più importanti siti
naturali di biodiversità d’Italia, la Palude
di San Genuario, sito di importanza comunitaria oltre che Riserva Naturale Regiona-
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FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
ALBERTO BARBIERI
APPROFONDIMENTO SUI RECENTI PROGETTI DI LIVORNO FERRARIS
Due domande ad Alberto Barbieri, Capo centrale Livorno Ferraris
Sulla centrale di Livorno Ferraris TÜV
Italia ha rilasciato la certificazione
di conformità PED per alcuni insiemi,
quali il “ciclo vapore” e il “fuel supply”
ed oggi svolge le verifiche periodiche
sulle attrezzature da lavoro (recipienti,
tubazioni e accessori di sicurezza)
presenti nell’impianto, per il quale
sicurezza e continuità operativa sono
aspetti fondamentali. In cosa consistono
queste attività e cosa significa per voi
potersi avvalere di un soggetto privato
come TÜV Italia, quali vantaggi per E.ON?
Per ogni parte soggetta a verifica,
le attività consistono nel controllo
della documentazione, dello stato di
conservazione delle apparecchiature, delle
condizioni di funzionamento, dell’effettiva
installazione e funzionalità degli accessori
di sicurezza.
Le informazioni acquisite da TÜV Italia
durante le fasi di certificazione di conformità degli insiemi PED consentono di
iniziare le operazioni di verifica avvalendosi di dati, documenti e informazioni
sulla centrale già acquisiti, che riducono
notevolmente i tempi d’intervento,
permettendoci di essere sempre in linea
con le scadenze previste.
Oltre alle attività di verifica legate alle
scadenze, TÜV Italia rappresenta per noi
un valido supporto nel caso in cui dovessimo effettuare installazioni, riparazioni o modifiche di apparecchiature PED.
TÜV Italia inoltre ha di recente effettuato presso la nostra centrale le attività di
verifica sulle apparecchiature di sollevamento.
Livorno Ferraris è stata la prima centrale
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realizzata da E.ON in Italia nel 2008.
Produce 805 MW con un alto rendimento
di esercizio e lavora rispettando le rigide
prescrizioni ambientali per mantenere
il delicato ecosistema della zona. Ci
illustra le scelte progettuali fatte per
questo impianto, che permettono una sua
integrazione sostenibile che soddisfa voi
ed i vostri stakeholder?
La nostra centrale è a ciclo combinato
equipaggiata con due turbine a gas e
una turbina a vapore. Grazie all’uso
combinato dei turbogas e della turbina
a vapore l’impianto può raggiungere
un alto rendimento di esercizio (circa il
57%), con una conseguente emissione di
gas serra relativamente bassa. I criteri di
progettazione sono stati sin dall’inizio
molto severi dal punto di vista del rispetto
delle condizioni di sicurezza di lavoro e
della salvaguardia dell’ambiente esterno.
Basti pensare, a titolo di esempio, che
anche l’impatto visivo è stato oggetto di
uno specifico progetto architettonico che
ne ha consentito un’ottimale integrazione
nello scenario locale.
La centrale conduce, sin da prima della
sua realizzazione, campagne periodiche
e regolari di monitoraggio dell’aria, delle
acque sotterranee e superficiali e del
rumore esterno.
In questi anni di esercizio, nella logica di
un miglioramento continuo, si è inoltre
lavorato per rafforzare ulteriormente
l’ottimale integrazione nell’ecosistema
locale. Sono stati, infatti, realizzati
interventi di potenziamento dei sistemi di
monitoraggio interni ed è stata ottimizzata
la combustione dei turbogas per raggiungere
il miglioramento delle emissioni in aria.
Forte di questo approccio e del proprio
sistema di Gestione Integrato Sicurezza e
Ambiente, la centrale, inoltre, ha ottenuto
le certificazioni secondo lo schema OHSAS
18001 (Sistema di Gestione per la Sicurezza
sul lavoro) e la norma UNI EN ISO 14001
(ambiente esterno), arrivando nel 2014 a
poter chiedere la registrazione secondo il
Regolamento Europeo EMAS.
Dopo la laurea in Ingegneria Meccanica ad indirizzo energetico conseguita al Politecnico di Milano, lavora inizialmente in
una Società di Ingegneria, e poi come insegnante di materie scientifiche. Nel 1988 entra in Enel, dapprima come tecnico
presso alcuni impianti nel Nord Italia, e poi in qualità di responsabile della manutenzione della Centrale di Tavazzano e
Montanaso in Lombardia, di cui ricopre dal 1999 al 2002 il ruolo di Vice Capo centrale, con responsabilità per l’ambiente
e la sicurezza, degli appalti e del controllo di gestione. Con il passaggio dell’impianto ad Endesa, nel 2002 è nominato
General Project Manager con responsabilità di gestione del contratto EPC per le attività di trasformazione dell’impianto
stesso, ruolo che mantiene fino al 2005. Successivamente, e fino al 2008, sempre per Endesa è nominato Vice Capo
Centrale dell’impianto di Fiume Santo, in Sardegna, con responsabilità anche in ambito Qualità e Ambiente, tra cui in
particolare l’implementazione della Marcatura CE sul prodotto “Coal combustion fly ashes”. Nel 2008 è nominato Project
Manager del progetto offshore O.L.T. Toscana per la realizzazione di un impianto galleggiante di rigassificazione al largo delle coste livornesi, ruolo che
mantiene fino al 2009, mentre nel frattempo, nel 2008, avviene l’acquisizione da parte di E.ON delle attività Endesa in Italia.
Sempre per E.ON Produzione viene poi nominato responsabile dei servizi di ingegneria, in occasione, tra l’altro, del lancio del progetto di revamping della
Centrale turbogas di Trapani, collaborando anche con General Electric per la realizzazione di progetti di sviluppo congiunti.
Da giugno 2012 ricopre la carica di Capo Centrale dell’impianto termoelettrico di Livorno Ferraris in Piemonte, con responsabilità anche della gestione dei
contratti con Siemens.
Contatto:
Gennaro Oliva
TÜV Italia Journal 11
TÜV Italia News
TÜV Italia News
Un poker di certificazioni per PosteMobile
Certificazione di Servizio per Automobili Lamborghini
In occasione di una cerimonia svoltasi presso la sede dell’azienda a
Sant’Agata Bolognese, Ettore Favia, Amministratore Delegato di TÜV
Italia ha consegnato al Presidente e AD di Automobili Lamborghini
Stephan Wilkelmann, il certificato relativo alla certificazione di servizio
conseguita dalla società, un progetto che nasce dalla volontà dell’azienda di rendere l’intervento di riparazione sulle vetture in fibra di
carbonio, che Automobili Lamborghini effettua ovunque nel mondo,
unico ed efficace, basandolo su requisiti particolarmente impegnativi in
termini di responsabilità, tracciabilità, affidabilità, tempistica e puntualità. Questi, ed altri criteri, sono stati inseriti in un Disciplinare Tecnico
Volontario di proprietà della casa automobilistica emiliana che è stato
validato da TÜV Italia, e sulla base del quale l’ente ha effettuato l’audit
di certificazione, durante il quale i tecnici di TÜV Italia hanno affiancato
quelli di Lamborghini nelle attività di riparazione. Questa, come tutte
le certificazioni di servizio, prevede una visita annuale di mantenimento della certificazione, che attesta il perdurare delle condizioni verificate in
occasione della prima certificazione.
Contatto: Stefano Bolletta
TÜV ITALIA
Consegnata a SACE S.p.A. la relazione pubblica
di verifica del Bilancio di Sostenibilità 2013
È stata consegnata a SACE S.p.A. la relazione pubblica di verifica del Bilancio di
Sostenibilità 2013. La Società, costituita nel 1977, offre servizi di export credit,
assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero, garanzie
finanziarie, cauzioni e factoring, e rappresenta un solido punto di riferimento
per le imprese italiane che operano sui mercati internazionali.
SACE S.p.A. oggi conta 25.000 clienti attivi in 189 paesi, e nel 2013 ha erogato
premi lordi pari a 399 milioni di euro e raggiunto i 345 milioni di utile
netto, ricevendo dall’agenzia di rating Fitch fissato in A-.
12 TÜV Italia Journal
news
Nel 2004 SACE S.p.A. da ente pubblico diventa società per azioni, un cambiamento che ha compreso anche il suo modello di business, nel quale vengono
integrati i principi di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR), richiamati nelle
linee guida internazionali dell’OCSE e nei principi del suo Codice Etico, dove
sono descritti i valori dell’azienda. Con l’esercizio 2013, per la prima volta SACE
S.p.A. ha deciso di rendere pubblici i propri principi di CSR, presenti in azienda
da tempo, e di redigere il Bilancio di Sostenibilità in accordo alle linee guida
internazionali GRI (Global Reporting Initiative) per la rendicontazione di sostenibilità, dove sono contenute informazioni ed indicatori riguardanti l’azienda
in ambito economico, sociale ed ambientale. Oltre alla pubblicazione del
documento, per sottolineare ulteriormente il suo desiderio di forte trasparenza, SACE S.p.A. ha aggiunto anche la pubblicazione della relazione di verifica
esterna ed indipendente rilasciata dal nostro ente, inserita e parte integrante
del Bilancio di Sostenibilità, relazione rilasciata da TÜV Italia a conclusione dei
controlli, dove si evidenziano anche punti di forza e opportunità di miglioramento nel processo di rendicontazione. Attualmente SACE S.p.A. è impegnata nelle
attività di verifica del Bilancio Sostenibilità 2014 che verrà pubblicato a breve in
concomitanza con il report finanziario.
Contatto: Stefano Bolletta
PosteMobile è l’operatore mobile del Gruppo Poste
Italiane, sul mercato dal 2007 sia nel segmento
consumer che in quello business, che conta a oggi
circa 3,3 milioni di clienti attivi grazie a un’offerta che
unisce convenienza nei servizi di comunicazione voce,
dati e sms, con un’ampia e innovativa gamma di servizi
finanziari, informativi e di pagamento, fruibili mediante
l’associazione della SIM PosteMobile con gli strumenti
di pagamento BancoPosta. Il suo distintivo posizionamento sul mercato, che capitalizza ed integra i servizi
finanziari e postali di Poste Italiane, ha permesso a
PosteMobile di diventare leader nel Remote Financial
Service, con oltre un milione di clienti abilitati, utilizzando una tecnologia sviluppata internamente che ha
ottenuto il brevetto internazionale dall’European Patent Organization (EPO) di Monaco di Baviera.
L’azienda, che ha forti capacità di innovazione e di creare sinergie, oltre ad aver rinnovato la certificazione
integrata ISO 9001 e ISO 27001 per i servizi di rete fissa, ha aggiunto due nuove certificazioni: la ISO 20000
per la gestione dei servizi basati sull’Information Technology, e la ISO 22301 per la Business Continuity,
uno strumento che supporta l’organizzazione nella gestione dei suoi processi, anche nel caso di situazioni
critiche o incidenti che potrebbero pregiudicare o interrompere l’operatività aziendale. Un poker di certificazioni per PosteMobile, che in questo modo si posiziona fra le prime aziende a livello europeo con un Sistema
di Gestione certificato su quattro schemi, e soprattutto la prima azienda italiana del suo settore merceologico a conseguire la certificazione ISO 22301. Durante la cerimonia di consegna dei certificati, Ettore Favia,
Amministratore Delegato di TÜV Italia, nel congratularsi con PosteMobile ha sottolineato l’impegno dell’ente nella certificazione ISO 22301 sulla continuità operativa,
in virtù dell’incarico ricevuto dalla Casa Madre TÜV SUD di svolgere sul territorio
europeo il coordinamento tecnico ed operativo delle attività certificative relative
alla continuità operativa. Fabrizio Virtuani, Amministratore Delegato di PosteMobile, nel ricevere i certificati, ha ribadito come la certificazione della rete fissa, infrastruttura vitale per i servizi e i processi di tutto il Gruppo Poste Italiane, costituisca
un valore per PosteMobile, a testimonianza del costante impegno della società nel
miglioramento continuo dei processi, delle infrastrutture e degli strumenti operativi
a supporto. Ha inoltre sottolineato come i benefici attesi da queste certificazioni siano il punto di partenza su
cui PosteMobile evolverà i suoi servizi di Rete Fissa, in un’ottica distintiva.
Contatto: Stefano Bolletta
Nuovi accreditamenti INMETRO per TÜV SÜD
Il Brasile è un paese in forte espansione economica e quindi uno sbocco interessante per la commercializzazione di molti prodotti. Le aziende esportatrici che vogliono essere su quel mercato, ma anche
i produttori locali, devono affrontare la certificazione INMETRO per poter commercializzare i loro
prodotti nel paese. TÜV SÜD, già in possesso di alcuni accreditamenti INMETRO, ne ha acquisiti altri
per prodotti in ambito automotive, elettromedicali e per il settore degli elettrodomestici. TÜV SÜD
fornisce un supporto completo per il raggiungimento di questa certificazione, dal controllo in fabbrica
alle verifiche sui prodotti, fino, nel caso di prodotti importati, alla valutazione dei requisiti del legale
rappresentante del costruttore nel paese, oltre naturalmente ai test e alla certificazione. Attraverso
questi nuovi accreditamenti TÜV SÜD diventa Ente di certificazione INMETRO, consentendo alla struttura del GMA (Global Market Access) presente anche in Italia, di gestire l’intera pratica di certificazione e di poter emettere il certificato TÜV SÜD INMETRO senza avvalersi di alcun intermediario.
Nuovo direttore della Divisione
Management Service
Andrea Coscia, insediatosi lo scorso
dicembre in questo importante incarico, è
figura nota a chi conosce l’ente da qualche
anno, essendo stato in passato responsabile
delle attività di Sistema per l’area lombarda.
Quarantatre anni, ingegnere ambientale,
pragmatico e determinato, gran tessitore di
relazioni, l’Ing. Coscia arriva in un momento
nel quale la Divisione è impegnata in una
razionalizzazione dell’offerta servizi.
Oltre al consolidamento delle attività di
certificazione tradizionali, l’Ente sta promuovendo lo sviluppo di attività di assessment
volontari nei quali la competenza tecnica
del proprio personale combinata alle specifiche esigenze del cliente può contribuire ad
aggiungere valore alle aziende.
In occasione della sua presentazione ai
colleghi, Andrea ha riassunto quali saranno
i cardini su cui svolgerà il suo mandato:
“Intendo puntare sul team, e i driver di
crescita su cui lavorerò sono la consapevolezza, la competenza, il senso di responsabilità. TÜV Italia è un’azienda che sa cogliere
i segnali del mercato e per questo si sta
rinnovando molto rapidamente. Nel team
Management Service ho trovato persone
motivate a raggiungere traguardi di eccellenza che storicamente hanno sempre caratterizzato la nostra Divisione”.
Auguri ad Andrea per un proficuo lavoro da
parte della rivista.
Contatto: Andrea Coscia
Contatto: Angelo Polizzi
TÜV Italia Journal 13
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
PetrolValves:
Ricercare insieme ai clienti
le soluzioni più soddisfacenti
Questa è, secondo l’esperienza di Daniele Corradi, Presidente del Board
dell’azienda, la chiave per soddisfare la catena di fornitura Oil&Gas.
F
ondata in pieno boom economico, a distanza di una sessantina d’anni PetrolValves è oggi
una media impresa competitiva, con impianti produttivi in Italia ed
una presenza diretta nei principali paesi
estrattori di petrolio e gas naturale in
Europa, Medio Oriente, USA, Far East ed
Australia. Illustra ai nostri lettori le tappe
salienti che vi hanno portato al successo
di oggi?
PetrolValves nasce nel 1956 a Castellanza
come azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di valvole di piccolo
diametro.
Grazie alla lungimiranza dei suoi fondatori, sin dall’inizio della sua attività,
l’azienda può contare sull’impiego della
più moderna tecnologia disponibile sul
mercato e su una solida collaborazione
con le principali forge e fonderie italiane
ed europee, aumentando in pochi anni il
range di produzione, sino ad includere
un’intera gamma di valvole Wedge Gate,
Globe e Check fino a 36″ di diametro.
Nel 1964 PetrolValves si afferma come prin-
Nella foto a sinistra: valvole a
Sfera Top Entry Sottomarine
12x10 con attuatore Helical Spline
14 TÜV Italia Journal
cipale produttore di valvole per il settore
Oil&Gas nelle aree Europa e Middle East,
con una gamma di prodotti che include
valvole Wedge Gate e Swing Check fino a
42″, valvole a Sfera fino a 36″ e Slab Gate fino
a 36″; nel contempo incomincia a sviluppare nuovi progetti fino a brevettare nel 1968
la prima valvola a Sfera “Top Entry”. Nello
stesso anno vengono progettate una linea
completa di prodotti “Pressure Seal” ed
una linea speciale per i servizi con fluidi
altamente corrosivi (Alchilazione). Inoltre,
il range di produzione arriva ad includere
valvole fino al diametro di 56″.
Il 1970 segna l’entrata dell’azienda nel
mercato internazionale del gas, con la
conseguente evoluzione della tecnologia
utilizzata sino a quel momento; ne nasce
lo sviluppo della valvola a Saracinesca del
tipo “Double Expanding” specificatamente pensata per l’impiego nei Gas Pipeline
Terminal.
Negli anni ‘80 – ‘90 PetrolValves sviluppa
le prime valvole a Sfera a tenuta metallica
e, considerata l’elevata richiesta dei propri
prodotti a livello internazionale, potenzia
la sua rete commerciale tramite l’apertura
dei branch offices di Hampton – UK (1986),
Stavanger - Norvegia (1990), Singapore
(1997), Algeri – Algeria, Houston – Texas
(1999), Dammam – Arabia Saudita (2002),
Perth – Australia (2011).
In parallelo, viene creato un servizio postvendita per fornire al cliente un efficace
supporto nelle operazioni di installazione
e manutenzione di tutti i prodotti tramite
l’assistenza di una rete di tecnici specializzati e l’approvvigionamento veloce ed
efficace di parti di ricambio in previsione
di shutdown degli impianti.
Nel corso degli anni, assistiamo inoltre alla
nascita ed allo sviluppo di un dipartimento
dedicato alla progettazione ed alla produzione di attuatori idraulici ed elettrici per
servizio sottomarino unitamente ad attuatori idraulici e pneumatici per Topside,
oggi titolare di importanti brevetti come
l’attuatore Helical Spline (2000) ed il
recente attuatore elettrico sottomarino.
PetrolValves lavora su una produzione di base ed una “on demand”: quanto
pesa l’una e l’altra sul totale del vostro
business, quali gli elementi che le differenziano e quali le loro prospettive di
mercato?
Nel corso dei 60 anni della sua storia,
l’azienda è sempre stata caratterizzata da
una grande attenzione alle esigenze del
TÜV Italia Journal 15
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
Nella foto a sinistra: valvole a Sfera Top Entry e a Saracinesca Double Expanding 48 ″ #1500
Nella foto a destra: valvola a Sfera Forgiata Top Entry Sottomarina 42 ″ #1500
Nella foto: PetrolValves Manufacturing Plant
cliente e da una straordinaria capacità di
creare prodotti nuovi e tecnologicamente
avanzati per soddisfare le necessità di un
mercato in continua espansione; in questo
senso possiamo affermare che il reale “core
business” di PetrolValves sia la capacità di
lavorare insieme ai propri clienti per creare
la soluzione ideale ad ogni singola richiesta
in termini di design e funzionalità.
Un importante settore del Dipartimento
Tecnico è infatti destinato alla ricerca e
sviluppo di nuove tecnologie, e per questa
attività l’azienda si avvale del supporto di
software come Solidworks e Cadra. Inoltre
tutti i calcoli FEA e CFD vengono effettuati in-house tramite l’impiego di Ansys e
Ansys CFX.
Un esempio significativo di prodotti tecnologici realizzati da PetrolValves sono le
valvole a Sfera forgiate a tenuta metallica 42″ #1500, sia sottomarine che topside
recentemente progettate e realizzate per la
prima volta nella storia del settore, per un
importante gasdotto in Australia.
Tra le più importanti valvole prodotte,
ricordiamo anche le valvole a Sfera ed
16 TÜV Italia Journal
a Saracinesca 48 ″ #1500 destinate al più
grande gasdotto ubicato tra Russia e
Germania.
Per avere prodotti semilavorati di qualità,
evitare resi, rispettare i tempi di lavorazione e di consegna del prodotto finito,
il controllo nella catena di fornitura è
un elemento determinante nei rapporti
di PetrolValves con i suoi fornitori e per
questo l’azienda applica controlli rigidi
e costanti sui suoi supplier. Quali sono i
sistemi di verifica adottati?
PetrolValves si avvale di una selezionata
e ristretta cerchia di fornitori storici e del
territorio, al fine di garantire una rete di
approvvigionamento affidabile ed articolata, in grado di rispondere alle esigenze
qualitative e quantitative dell’azienda.
I fornitori sono selezionati sulla base di
una verifica tecnica corredata da una serie
di check relativi alla capacità produttiva,
qualifiche e certificazioni in possesso del
fornitore. Una volta verificata la prima fase
di selezione, il fornitore è soggetto ad un
severo audit di qualifica su aspetti tecnici
e QHSE, così da definire il suo eventuale
inserimento nella lista generale fornitori
qualificati PetrolValves.
I fornitori presenti nella lista, e dunque
qualificati, sono soggetti ad una verifica
trimestrale dei tempi di consegna, del
numero delle non conformità riscontrate e del numero di certificati di prodotto/
ciclo produttivo acquisiti o persi durante
il periodo. Durante l’iter di fornitura
vengono poi eseguite delle visite di verifica
QHSE sull’ordine in corso e, settimanalmente, è attivo un servizio di expediting
per raccogliere le informazioni sulla fornitura da condividere internamente.
Per raggiungere una produzione affidabile
e performante i vostri prodotti sono sottoposti ad una serie di prove che ne verificano l’impatto ambientale, la resistenza alla
corrosione e al fuoco, la durata etc.
In che cosa consistono queste prove
e come sono realizzate, considerando la dimensione dei manufatti, spesso
notevoli?
Negli oltre 80.000 m 2 che costituiscono la superficie della sede dell’azienda in
Italia, un importante spazio è dedicato
all’effettuazione di prove di vario tipo.
L’area dedicata ai test standard include 11
banchi prova adatti a test idropneumatici
ed alle prove a gas su valvole da ½″ a 80 ″
di diametro e classe ANSI 4500, mentre
quella dedicata alle prove speciali include
più di 60 banchi prova che consentono
di effettuare diversi tipi di test anche su
valvole di grandi dimensioni o progettate
per lavorare in condizioni critiche.
Lo spazio è in continua espansione per
poter ospitare tutte le prove richieste su
ogni tipologia di prodotto e a breve verrà
completata la seconda camera iperbarica
che consentirà di testare valvole simulandone il funzionamento fino a 5000 metri di
profondità. Tutte le attività sono effettuate
seguendo i più rigidi sistemi di sicurezza e
seguendo le norme di Sistema di Gestione
Ambientale e di Sistema di Gestione per la
Salute e Sicurezza, strutturati in accordo
alla legge italiana Dlgs 81/08 e certificati in
accordo agli standard internazionali ISO
14001 e OHSAS 18001.
Abbiamo visto come i vostri prodotti,
sottoposti a stress significativi, debbano
garantire performance di sicurezza in
accordo alle normative internazionali
di riferimento o a specifiche dei vostri
clienti. Il ruolo di TÜV Italia è quello di
verificare che quanto stabilito sia soddi-
sfatto. Cosa garantisce a voi, ai vostri
clienti e al mercato l’intervento da parte
di un ente di esperienza e fama nel settore
come il nostro?
L’attività ispettiva durante le prove meccaniche sia su materiali che sul prodotto,
costituisce un momento importante del
processo produttivo ed è un valido supporto
per fornire un’ulteriore conferma che ogni
attività viene effettuata nella più scrupolosa osservanza, sia delle specifiche del
cliente che degli standard internazionali.
La collaborazione con TÜV Italia, tramite
il rilascio di certificati 3.2 secondo la
norma internazionale EN 10204, consente
a PetrolValves di confermare il proprio
elevato livello di qualità e di affidabilità
presso il cliente. Ripercorrendo le tappe
della storia dell’azienda ed esaminando
quanto realizzato sino ad oggi, ne emerge
che PetrolValves è una realtà sempre più
orientata ad investire nella qualità, nella
tecnologia del prodotto e nei servizi resi ai
propri clienti, oltre che nella sicurezza del
proprio personale e dell’ambiente.
Questo è sempre stato il nostro obiettivo
sin dall’anno della nostra fondazione e
desideriamo che continui ad esserlo anche
per il futuro.
DANIELE CORRADI
Nel 1975, dopo aver conseguito il diploma di
Ragioneria, entra nel reparto Amministrativo di
PetrolValves, anche con l’incarico di sviluppare
l’informatizzazione dell’azienda, impegno che
porta avanti con successo.
Nel lungo periodo trascorso in azienda, matura
notevole esperienza nel settore amministrativo, arrivando a ricoprire ruoli chiave ed essere
nominato nel 2003 membro del Board di cui è l’attuale Presidente.
Contatto:
Gennaro Oliva
TÜV Italia Journal 17
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
Max Streicher:
sicurezza, qualità
e programmazione
Secondo l’Amministratore Delegato Giovanni Muriana Triberio,
sono i punti cardini su cui si muove l’azienda, senza dimenticare la
passione ed un approccio dinamico alla qualità.
F
ondato in Germania poco più
di un secolo fa, oggi il gruppo
Max Streicher è un player internazionale nell’ambito delle
infrastrutture per il settore Oil&Gas, in
18 TÜV Italia Journal
generale per quello energetico. Racconta
ai nostri lettori la storia del gruppo e della
sua filiale italiana?
Max Streicher è stata fondata a Deggen-
dorf, in Germania, nel 1909 con l’obiettivo di realizzare opere di ingegneria civile
e infrastrutturale. A partire dal secondo
dopoguerra, oltre a consolidare questa
attività in considerazione delle necessità
legate alla ricostruzione, ha significativamente ampliato il proprio raggio d’azione
diventando una delle protagoniste anche
nel panorama tedesco dell’Oil&Gas
(EPC, Pipelines, Plant Construction and
Drilling) e metalmeccanico (Mechanical
Engineering).
La storia della filiale italiana invece inizia
nel 2002, grazie agli sforzi di Mario
Bianchi, attualmente Presidente della
società che, sulla base di una notevole
esperienza nel settore, ha raccolto e vinto
una vera e propria sfida: dare vita a una
realtà imprenditoriale capace di portare
avanti la tecnologia e il modus operandi di
Max Streicher non solo in Italia, ma anche
nel Sud Europa e nel bacino del Mediterraneo e dell’Africa.
Inizialmente si trattava soprattutto di
stabilire contatti e di farsi conoscere, poi
sono arrivati i primi contratti, gradatamente sempre più importanti e impegnativi, con la conseguente necessità di strutturare maggiormente l’azienda.
Il primo progetto è stato quello di un
pipeline nel nord Italia, a Bressanone.
Di seguito, fra le tappe fondamentali
della nostra evoluzione vanno annoverati
la posa di alcuni gasdotti in Sicilia negli
anni 2004-2009, l’approccio onshore per il
terminale LNG Exxon a Porto Viro (20052008) e un altro collegamento onshore per
la OLT di Livorno con una condotta DN32″
sotto lo scolmatore dell’Arno, per collegare
il nuovo terminale GNL con la rete SNAM
Rete Gas.
Per conto di SNAM Rete Gas, abbiamo
poi eseguito alcuni tra i più importanti
progetti degli ultimi anni (es. il pipeline
DN48 ″, lungo 50 km, tra Cremona e
Sergnano, 2009-2012) e attualmente siamo
impegnati nella costruzione del più grande
metanodotto in Italia, realizzando due
tratti del pipeline 56’’ a sud del lago di
Garda per complessivi 96 km di lunghezza,
tra Zimella e Cervignano.
Per molti anni i nostri uffici sono stati
vicino al centro di Parma. Poi, a seguito
degli sviluppi e della crescita dell’azienda
abbiamo acquistato un appezzamento di
terreno in un’area industriale nella periferia settentrionale della città, il quartiere
Spip 2, e abbiamo realizzato un edificio
di tre piani, interamente nostro, occupato
dagli uffici, un magazzino di 1.500 m 2 e
uno spazio all’aperto sufficiente per sistemarvi l’attrezzatura. È da circa un anno
che ci siamo trasferiti.
La sinergia dei servizi è una delle strategie che ha portato al successo il vostro
gruppo, che ha sviluppato tecnologie e
servizi destinati al settore impiantistico,
dell’ingegneria meccanica e civile e delle
costruzioni, storicamente quello da cui
ha mosso i primi passi. Quattro ambiti,
un solo obiettivo: la valorizzazione del
know how e delle risorse per progetti più
performanti e quindi per una maggiore
soddisfazione dei clienti.
Ci illustra come questi quattro settori
di attività si sono sviluppati nel tempo e
come oggi pesano sul totale del vostro
business?
Per oltre 60 anni Max Streicher ha operato
unicamente nel settore delle costruzioni civili e infrastrutturali, maturando un
vasto patrimonio di competenze e esperienza. Quando si è deciso di sviluppare
altre tipologie di attività questo know-how
si è chiaramente rivelato prezioso, sia
perché trattandosi di ambiti complementari parecchie competenze erano già state
acquisite, sia perché esistevano già un’organizzazione aziendale e una metodologia
sperimentata di lavoro.
Il primo ambito avviato al di fuori delle
costruzioni è stato, negli anni ‘70, quello
dell’Oil&Gas, con la realizzazione dei
primi pipelines per il gas nell’area di
Deggendorf. Questa scelta si è rivelata
vincente: dato che nel giro di pochi anni
Max Streicher è riuscita a diventare un
importante competitor del settore, la
diversificazione delle attività è continuata
e, negli anni ‘80, sono stati fondati anche
i comparti di Mechanical Engineering e di
Raw & Construction Material.
La presenza in questi molteplici settori
ha creato un circolo virtuoso di sinergia:
condivisione delle conoscenze e delle
risorse, umane e tecnologiche, finalizzata a
poter offrire a chi si rivolge a noi una sorta
di filiera completa di servizi.
Per quanto riguarda il peso dei diversi
comparti sul turnover di Max Streicher, al
momento il nostro punto di forza è rappre-
sentato da pipelines, impianti e drilling,
che rappresentano all’incirca il 50% del
totale.
Personale qualificato, macchinari di
ultima generazione e tecnologie innovative applicate alle caratteristiche
dei singoli progetti di pipeline sono le
peculiarità che Max Streicher utilizza
per essere competitiva. A questi, quali
aggiungerebbe?
Insisterei sul fattore umano. Non basta che
il personale sia qualificato e competente:
deve avere anche dedizione, entusiasmo
e volontà di sperimentare. La migliore
tecnologia e gli strumenti più all’avanguardia sono indubbiamente molto importanti, ma restano sterili senza la mano e il
cervello umano in grado di utilizzarli con
intelligenza. In una sola parola: passione.
Solo se c’è passione per il proprio lavoro si
è inclini a continuare a mettere in discussione le proprie idee, a cercare soluzioni
nuove e a non accontentarsi di quanto già
ottenuto.
Max Streicher è specialista nella costruzione e nella posa di oleodotti, strutture
composte da tubi di acciaio di diametro
variabile, suddivisi in tronchi saldati
che possono essere interrati, o posati in
profondità, e dove il fluido viene incanalato attraverso delle pompe distribuite
lungo tutta la struttura per velocizzare il trasporto. La semplificazione di un
percorso complesso, che ha momenti
determinanti nella progettazione e nella
verifica dei materiali (anche attraverso le
prove NDT), delle saldature, delle attrezzature in pressione, della qualità e sicurezza dell’impianto e dei rischi ambientali
e della logistica. Quali sono i processi
che Max Streicher mette in atto per
garantire se stessa, i suoi clienti e tutti gli
stakeholder, affinché i requisiti contrattuali, compresa la tempistica, vengano
rispettati in uno sviluppo così complesso?
Gli aspetti fondamentali dell’operato di
Max Streicher sono essenzialmente tre:
sicurezza, qualità e programmazione.
La sicurezza per noi è un concetto ampio,
che non corrisponde solo alla necessità
TÜV Italia Journal 19
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
di garantire l’incolumità fisica dei nostri
operatori attraverso, ad esempio, l’acquisto di dispositivi di protezione individuale,
bensì una cultura vera e propria che mira
alla prevenzione attraverso la formazione.
La sicurezza si raggiunge anche attraverso un’adeguata organizzazione del lavoro:
delle varie mansioni, della tempistica e
degli spazi in cui si opera. In questo modo,
oltre a tutelare i lavoratori, si riduce fortemente il rischio di incidenti, problemi
e ritardi. La qualità è ovviamente un
altro aspetto imprescindibile. Nei nostri
settori d’appartenenza i competitor sono
tanti e tutti di alto livello: per riuscire a
ottenere buoni risultati è quindi necessario proporre soluzioni e tecniche/tecnologie sempre al top. Un obiettivo che si può
raggiungere solo continuando a investire
in ricerca e sviluppo e mantenendo, come
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
accennavo prima, quell’atteggiamento
proattivo di passione per il proprio lavoro:
la qualità infatti è un concetto dinamico,
sempre in via di definizione.
Senza la programmazione infine, non
sarebbe possibile rispettare né i capitolati
contrattuali né la tempistica. La costruzione e la posa di oleodotti comportano
così tanti passaggi e così tante complessità da richiedere uno studio estremamente
accurato delle attività sin dalla fase dell’offerta. Tutto è pianificato fino ai minimi
dettagli, allo scopo di ridurre il più possibile gli imprevisti.
Oltre alla costruzione di condotte destinate al trasposto di greggio, gas naturale,
acqua e prodotti chimici, attraverso una
sua consociata Max Streicher lavora
da una decina d’anni anche nel settore
pericoli. A questo aspetto è specificamente dedicata una parte del nostro ufficio di
ingegneria interna, che si occupa di cercare
e di implementare tutte le tecnologie più
all’avanguardia in materia.
delle perforazioni verticali profonde per i
settori Oil&Gas e geotermico, e in quelle
orizzontali, soprattutto per l’offshore.
Quali sono le maggiori criticità che si
presentano nelle due attività e quali i
sistemi di sicurezza adottati per diminuirne il livello di pericolosità?
In entrambe le attività la criticità maggiore
è rappresentata dalle caratteristiche geologiche del sottosuolo. Lavorare in sotterraneo è sempre complesso perché c’è un
margine inevitabile di rischio: alcune
peculiarità del terreno infatti emergono
solo nel momento in cui si scava. Premesso
questo, però, molti problemi possono
essere risolti in fase preliminare attraverso lo studio capillare di analisi e dati
geognostici, la conoscenza di tutte le
diverse tecnologie disponibili e la scelta di
macchine operatrici efficienti ed affidabili.
Anche i sistemi di sicurezza adottati sono
analoghi. In entrambi i campi d’attività
infatti Max Streicher ha scelto di investire
significativamente nell’automazione e di
ridurre l’intervento umano dove non strettamente necessario: una misura che di per
sé ovviamente limita in maniera drastica i
Il vostro gruppo ha capitalizzato l’esperienza maturata nella costruzione e nella
posa di grandi reti per l’Oil&Gas nell’offerta di servizi per la costruzione di reti
locali di trasporto di gas, acqua, teleriscaldamento, TLC, fibre ottiche etc. Quali
le analogie e le differenze tra i due tipi di
intervento?
Il trasporto di fluidi in grandi reti per
Oil&Gas comporta il dispiegamento di
mezzi importanti e l’organizzazione di
cantieri ampi ed articolati, sia dal punto di
vista delle attività da svolgere che da quello
del numero delle persone coinvolte. Sono
progetti di media-lunga durata che prevedono un impiego massiccio di risorse.
La costruzione di reti locali di trasporto di
gas, acqua, teleriscaldamento, TLC o fibre
ottiche invece impegna piccole squadre di
lavoro, per periodi di tempo generalmente
limitati e con un impiego ridotto di risorse.
Entrambe le attività riguardano reti interrate, ma il know-how necessario è molto
diverso, anche per i differenti contesti
ambientali in cui si collocano queste
opere. Tipicamente, ad esempio, le grandi
reti per Oil&Gas si trovano in aree rurali,
mentre le reti locali sono in zone urbane e
fortemente antropizzate, dove è necessario
scavare senza creare danni alle altre reti di
servizi e organizzare il lavoro senza interferire troppo con il traffico.
In questa parte dell’intervista abbiamo
parlato di processi e la filiale italiana di
Max Streicher è certificata ISO 9001 con
TÜV Italia proprio per le sue attività di
perforazione e di costruzione di condutture e impianti, mentre il vostro sito
aziendale è certificato ISO 9001 con la
nostra casa madre, sotto accreditamento tedesco Dakks. Guardando al vostro
sistema di gestione aziendale, come la
certificazione ritiene abbia influito sull’evoluzione dei vostri processi, soprattutto per quanto riguarda l’approccio alla
gestione del rischio?
20 TÜV Italia Journal
Max Streicher GmbH & Co. KG aA ha un
sistema di gestione integrato valido per
tutte le filiali del Gruppo, inclusa naturalmente anche Max Streicher SpA. Tale
sistema di gestione integrata si basa sugli
standard ISO 9001, ISO 14001, OHSAS
18001 e SCCP che, come noto, sono certificazioni internazionali valide in tutte le
nazioni. In generale il sistema di gestione
integrata (IMS) di Streicher è identico
dappertutto, ma gli organismi di certificazione sono diversi e quindi le certificazioni stesse vengono accreditate da diverse
organizzazioni quali DAKKS (Germania)
o ACCREDIA (Italia).
Per quanto riguarda specificamente il
sistema di gestione rischi, si tratta di un
elemento fondamentale per avere successo
nel nostro ambito di lavoro, in quanto è
l’unico strumento che consente di valutare
con precisione i rischi legati ai vari progetti,
evitando situazioni ingestibili. Lo standard
ISO in questo caso è estremamente utile,
dato che indica le impostazioni e i passi
necessari per implementare una gestione
ottimale dei rischi.
Il vostro gruppo lavora in tutto il mondo,
ma rimanendo dentro i confini nazionali,
Snam vi ha affidato la costruzione dell’impianto di stoccaggio gas di Bordolano, un
progetto che vi vede coinvolti nell’intera
realizzazione della struttura, iniziando
dalle opere civili, passando per quelle di
estrazione del gas, stoccaggio e distribuzione, un progetto completo dove a
TÜV Italia avete affidato il controllo della
documentazione tecnica, la certificazione
PED delle diverse attrezzature in pressione presenti nell’impianto e la qualificazione dei procedimenti e del personale
coinvolto nei processi di saldatura. Focalizzando l’attenzione sulla verifica documentale e sulla certificazione PED, spiega
ai nostri lettori come l’ente ha approcciato l’intervento e cosa rappresenta per voi
ed il vostro cliente una certificazione rilasciata da TÜV Italia?
La certificazione PED ha previsto una serie
di passaggi. Innanzitutto TÜV Italia ha
esaminato i fascicoli tecnici delle attrezzature, poi ha ispezionato i materiali e i
componenti. È seguita una fase di appro-
TÜV Italia Journal 21
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
vazione, una di sorveglianza e, infine, in
assenza di non conformità, è stata emessa
la certificazione.
Il contributo ricevuto da TÜV Italia è stato
fondamentale e risolutivo per l’approccio alla tematica e per la definizione delle
corrette procedure che, oltre a permettere
l’ottemperanza alle disposizioni legislative
vigenti, garantiscono anche maggiore sicurezza per gli operatori/utilizzatori.
L’esperienza e la preparazione dei tecnici
che TÜV Italia ha messo a disposizione per
il progetto sono state apprezzata anche dal
Cliente Snam Rete Gas nonché dalla Direzione Lavori gestita da Saipem.
Per strutture che devono sopportare
pressioni elevate, la saldatura tra i vari
elementi che compongono l’impianto è
un aspetto fondamentale per garantire
sicurezza e operatività. Dal vostro punto
di vista e da quello del vostro personale,
l’intervento di TÜV Italia su questa parte
22 TÜV Italia Journal
FOCUS: L’industria dell’Oil&Gas tra presente e futuro
del progetto cosa ha significato in termini
di miglioramento delle competenze?
Il processo di saldatura è una fase delicata
e importante del lavoro, in cui la certificazione aiuta a rispettare i requisiti cogenti
previsti dalla normativa europea, a garantire la sicurezza, a mantenere un alto livello
qualitativo e a evitare contestazioni da
parte del committente.
Nel nostro caso specifico la collaborazione
con TÜV Italia è stata molto utile anche
perché ci ha permesso di giungere a una
conoscenza ancora più approfondita e
puntuale degli aspetti tecnici della saldatura di elementi critici di elevato spessore
per pressioni di progetto molto importanti.
Una competenza che arricchisce ulteriormente il know-how di Max Streicher,
accrescendo la nostra esperienza e continuando l’evoluzione aziendale.
Qualità, rispetto dell’ambiente, atten-
zione alla sicurezza sono concetti che
Max Streicher mette in pratica. Ne è un
esempio la vostra sede di Parma, inaugurata lo scorso anno, classe energetica A,
ecosostenibile, alimentata da fotovoltaico e geotermico, un esempio di sostenibilità in edilizia.
Quali sono le migliori prassi costruttive
adottate dal progettista dell’opera per
raggiungere un alto standard energetico,
quali le motivazioni che vi hanno spinto a
richiedere a TÜV Italia il controllo tecnico
in fase di costruzione, quali i risultati?
Specificamente, gli aspetti su cui abbiamo
concentrato la nostra attenzione sono stati:
■■isolamento termico ad alto rendimento;
■■porte, finestre e veneziane a bassissimo
valore di trasmittanza termica;
■■realizzazione di impianto geotermico
per riscaldamento e climatizzazione
degli ambienti;
■■domotica: il controllo dell’impianto geotermico, delle veneziane, della temperatura interna e dell’illuminazione è gestito da un sistema di automatizzazione
che minimizza il consumo energetico;
■■impianto fotovoltaico: la maggior parte
dell’energia necessaria nell’edificio viene
fornita da un impianto fotovoltaico da
50 kW collocato sul tetto del magazzino.
Utilizzando queste tecnologie di ultima
generazione è stato possibile ridurre di
oltre il 60% i consumi, ragion per cui l’edificio è stato collocato in classe energetica
A, con un consumo di 1 kW/mc, molto
inferiore al minimo di 8 kW/mc richiesto
per rientrare in questa categoria.
Abbiamo chiesto a TÜV Italia il controllo tecnico in fase di costruzione per
avere il supporto necessario a operare nel
migliore dei modi: a partire dal controllo
di conformità dei materiali e dei componenti, fino all’accertamento dell’affidabilità dei metodi, delle procedure e dei
mezzi d’opera, passando per la verifica del
rispetto normativo e tecnico-prestazionale
in termini di durabilità. I risultati, come
può constatare chi visita la nostra nuova
sede, sono stati ottimi.
GIOVANNI MURIANA TRIBERIO
Consegue la laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino, dopo aver
frequentato per un anno la prestigiosa École Nationale des Ponts
et Chaussées, un’istituzione francese nell’ambito delle scuole di
ingegneria, in particolare nell’ingegneria civile, ed inizia la sua
carriera professionale nella filiale francese di SICIM, un importante
EPC Contractor, come Responsabile Controllo & Assicurazione Qualità
di una commessa Gaz de France per la costruzione di due gasdotti.
Due anni dopo è nominato Cost Engineer, mantenendo il ruolo di RC
& RAQ, con responsabilità nella messa a punto delle offerte, sia per
la parte tecnica che per quella economica, e di analisi costi, per la realizzazione di gasdotti e di opere
civili in Francia e Belgio. Sempre per SICIM, assume il ruolo di Project Manager Assistant per tutte le
attività dell’azienda in Francia, con responsabilità su tutte le offerte emesse dall’azienda.
Nel 2005 viene nominato Project Manager e si sposta presso la filiale kazaka dell’azienda, dove
acquisisce diversi contratti per la realizzazione di impianti nel paese asiatico, gestendo tutte le attività
operative nel paese e svolgendo anche un ruolo di raccordo tra i clienti e la casa madre. Nel 2008 è in
Germania come Branch Manager e vi rimane un anno, con il compito di aprire la filiale tedesca della
società e di mettere le basi per il cantiere di un importante gasdotto. Dal 2009 al 2011 si sposta in
Congo per la gestione della filiale dell’azienda e la gestione di vari contratti di SICIM con ENI per la
realizzazione nel paese di impianti petroliferi e gasdotti, e per aprire alla società nuove opportunità di
business nel paese africano. Entra in Max Streicher nel 2011 come Chief Operating Officer ed un anno
dopo è nominato Amministratore Delegato dell’azienda, ruolo che ricopre ancora oggi.
Contatto:
Stefano Bolletta
Quando si è deciso di costruire la nuova
sede di Parma, uno degli obiettivi principali è stato di realizzare un edificio ecosostenibile. Per ottenere questo risultato un
team di consulenti e di tecnici ha studiato e
proposto diverse soluzioni e infine sviluppato un progetto integrato in cui ogni
scelta è stata all’insegna del rispetto per
l’ambiente.
TÜV Italia Journal 23
TÜV Italia News
Meeting degli auditor dei Sistemi di Gestione
TÜV SÜD News
150 anni fa “Il big bang” per il TÜV
Gli oltre 200 auditor sui Sistemi di Gestione di TÜV Italia sono stati ospiti, il
20 febbraio ed il 6 marzo, dell’Auditorium di Ducati Motor, dove ha avuto luogo
questo tradizionale appuntamento tra i vari tecnici di questa divisione dell’ente.
Un Auditor Meeting sotto la regia del nuovo Direttore della Divisione Management
Service, Ing. Andrea Coscia che, insieme ai suoi più stretti collaboratori, fra i quali
il nuovo Direttore Tecnico della Divisione Stefano Parini, ha presentato il punto
di vista operativo dell’ente relativamente ai fatti normativi più importanti, oggi
rappresentati dal passaggio verso la nuova edizione delle norme ISO 9001 e ISO
14001 e la nuova ISO 45001, fornendo le linee di condotta comuni da seguire in
occasione degli audit, con l’obiettivo di mantenere un’uniformità di approccio nello
svolgimento delle attività.
Un momento di confronto molto utile e vivace tra Direttore di Divisione, Direttore
Tecnico e gli auditor presenti agli appuntamenti ha preso spunto dalla presentazione dei risultati del survey a cui gli auditor dell’ente sono stati invitati a partecipare
e che ha avuto un’adesione molto elevata. Un confronto critico costruttivo tra i
presenti, nello stile di questi incontri tecnici periodici, essenziali sia per i professionisti del settore che per l’ente.
Contatto: Stefano Parini
A Ducati Motor Holding la certificazione ISO 14001
Ducati inizia la produzione di motociclette nel 1946, e si è poi distinta per motori
particolarmente performanti, design innovativo e tecnologia all’avanguardia, caratteristiche
che si ritrovano in tutti i modelli della gamma attuale Diavel, Hypermotard, Monster,
Multistrada, Streetfighter, Superbike, così come nello Scrambler, nuovo brand presentato
quest’anno.
Le motociclette Ducati, così come l’ampia gamma di accessori e di abbigliamento tecnico,
sono icone del “made in Italy” negli oltre 80 paesi dove sono presenti, particolarmente in
Europa, Nord America e Far Est. Lo stabilimento bolognese di Borgo Panigale è la storica
sede produttiva di Ducati, a cui si sono aggiunti recentemente due siti di assemblaggio, uno
in Thailandia ed uno in Brasile. Le vendite della casa bolognese hanno raggiunto nel 2014 il
record assoluto di 45.100 esemplari!
Presente nelle competizioni sportive ai più alti livelli, nel 2015 Ducati partecipa al Campionato Mondiale Superbike, dove negli anni ha conquistato 17 titoli costruttori e 14 titoli
piloti, e al Campionato Mondiale Moto GP, il cui titolo costruttori e piloti ha conquistato
nel 2007. Un’azienda abituata alle performance ed alle sfide, e proprio in questo ambito si
colloca la certificazione ISO 14001 raggiunta dall’azienda bolognese, che copre i processi svolti nello stabilimento di Borgo Panigale, dalla progettazione fino
al collaudo in pista ed in strada, e quelli della Divisione Corse, attività fatte in esterno come i test e le gare sui circuiti.
Un impegno in più per l’azienda, in particolare per il team Corse, che svolge anche opera di sensibilizzazione sui comportamenti in ambito ambientale che
Ducati si è data, sulle parti esterne coinvolte. L’aspetto sfidante di questa certificazione è stato sottolineato al momento della consegna del certificato,
sia dall’AD di TÜV Italia, Ettore Favia, sia da Claudio Domenicali, AD di Ducati Motor Holding, che ha ribadito l’impegno di molti settori dell’azienda per
raggiungere questo obiettivo, che si inserisce nelle politiche di sostenibilità di Ducati.
Contatto: Stefano Bolletta
24 TÜV Italia Journal
Il 28 gennaio 1865 l’esplosione di una caldaia nel
centro di Mannheim causò una vittima ed alcuni
feriti. Quel disastro portò alla fondazione del
primo TÜV. “La deflagrazione fu come il boato di
un terremoto”, scrisse due giorni dopo il giornale
locale. L’esplosione causò uno squarcio di circa un
metro nella parete esterna della fabbrica.
La gravità dell’incidente indusse alcuni proprietari
di impianti a pressione di Mannheim ad agire, e
sotto la pressione del governo del granducato di
Baden, una ventina di operatori del settore decisero
di istituire un organismo di controllo per le caldaie.
Questa l’idea di partenza: così come era accaduto
in Inghilterra, il paese europeo da dove è iniziata
la rivoluzione industriale, gli operatori tedeschi
delle caldaie si convinsero che dovevano unirsi in
un’iniziativa a carattere privato.
I tecnici sarebbero stati pagati dalle autorità e questo
avrebbe permesso di garantirne l’indipendenza.
Il loro compito era quello di controllare regolarmente
gli impianti delle aziende associate, identificarne le
carenze e rendere disponibili i miglioramenti tecnici
per aumentare l’efficienza e la sicurezza delle loro
attività.
Il “TÜV Mannheim” fu fondato nel 1866. Conosciuto
oggi come TÜV SÜD, a distanza di quasi 150 anni,
l’organizzazione ha ancora la mission di garantire
la sicurezza di impianti a pressione e di molto altro
ancora. Tutto, però, è iniziato con un “big bang”, 150
anni fa.
La tecnologia è difficile da tenere sotto controllo,
ma prima della fondazione del TÜV, devastanti
esplosioni di caldaie erano eventi molto frequenti.
Contatto: Emilia Pistone
TÜV Italia Journal 25
Le attività di TÜV SÜD
Le attività di TÜV SÜD
ENERGIA DALLA
LUNA: È POSSIBILE?
Una società giapponese ha messo a punto la rivoluzionaria idea di garantire
un approvvigionamento energetico attraverso la costruzione di un anello di
pannelli solari intorno alla luna.
D
a sempre, il sole e la luna hanno sollecitato
l’immaginazione ed affascinato il genere umano.
Gli europei vedono nei riflessi di luce che arrivano
sulla terra dalla rocciosa superficie lunare piena di
crateri i lineamenti di un volto umano. Gli africani del Gambia ci
vedono un coccodrillo, mentre i giapponesi riconoscono in questi
riflessi un coniglio chiamato “Tsuki no Usagi”. I tecnici della
società giapponese Shimizu ora vogliono ingabbiare quel coniglio
costruendo un anello sull’equatore lunare lungo circa 11.000
chilometri. L’anello fatto di pannelli solari potrebbe produrre
energia elettrica da utilizzare sulla terra. Si tratta di un progetto
realistico o il prodotto di una forte immaginazione?
Non vi è dubbio che i programmi che Shimizu ha annunciato sulla
home page del suo sito web siano ambiziosi. L’ultima missione
umana sulla luna risale al 1972 durante la quale sono stati raccolti
campioni di roccia: un lavoro eccezionale a quel tempo. In
confronto, la costruzione di un enorme anello fatto di pannelli
solari intorno alla luna sembra essere rivoluzionario, ma Shimizu
stima che potrebbe realizzarsi entro il 2035.
Questo progetto energetico chiamato “Moon ring”, sicuramente
molto attraente, consentirebbe di disporre di un’energia solare
26 TÜV Italia Journal
pulita per tutto l’arco del giorno. Infatti sia di giorno che di notte,
una parte della luna è comunque sempre esposta al sole perché,
non essendoci acqua, non si possono formare nuvole o verificare
condizioni meteorologiche piovose.
Di conseguenza, nulla potrebbe rallentare la produzione di
energia tramite l’anello di pannelli solari. Se fosse largo anche solo
400 chilometri, Shimizu ha calcolato che potrebbe soddisfare la
richiesta di energia elettrica proveniente da tutto il mondo. Ma
come possiamo immaginare un sistema di approvvigionamento
che colleghi la luna alla terra?
I giapponesi hanno già una risposta a questa impegnativa
domanda: laser e trasmettitori a microonde potrebbero inviare
sulla terra energia sotto forma di raggi, mentre dei convertitori
verso i quali questa energia è convogliata e presenti su tutta la
superficie terreste, potrebbero trasformare i raggi in elettricità.
La dispersione energetica, secondo Shimizu, non dovrebbe
superare il 2% perché, per fortuna, esiste il vuoto tra la luna e la
terra. Questo è vero, ma c’è molto spazio perché un progetto di
questa portata possa svilupparsi?
Contatto: Emilia Pistone
TÜV Italia Journal 27
TÜV Italia partner d‘impresa
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