08-066_FaseA1-Rev01 - Parco del Medio Olona

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08-066_FaseA1-Rev01 - Parco del Medio Olona
PLIS “PARCO DEL MEDIO OLONA”
PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
(ex D.G.R. n.8/6148 del 12/12/2007)
FASE A1: ANALISI DELLA PIANIFICAZIONE
N. Riferimento:
Staff tecnico:
N. copie consegnate:
Data:
08-066
aprile 2009
Arch. M. Brenga, Dott. Geol. L. Osculati,
Dott. Nat. F. Pianezza, Dr. Geol. A. Uggeri
File:
2 cartacee+2 CD
08-066_FaseA1-Rev01.doc
IDROGEA SERVIZI s.r.l.
Via Lungolago di Calcinate 88 21100 Varese
Tel. 0332 286650 – Fax 0332 234562
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PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
aprile 2009
SOMMARIO
1
PREMESSA
4
2
RICOGNIZIONE DELLA PIANIFICAZIONE SETTORIALE
6
RAPPORTI CON PIANO PAESISTICO REGIONALE, PTCP, PIANI DI SETTORE
6
2.1
2.1.1
2.1.2
2.1.3
2.1.4
2.1.5
2.1.6
2.1.7
2.1.8
2.1.9
2.1.10
2.1.11
3
3.1
20
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
20
4
PISTE CICLOPEDONALI
PEDEMONTANA
FITODEPURAZIONE
PROGETTI A SCALA COMUNALE
INFRASTRUTTURE E VIABILITÀ
3.2.1
3.2.2
3.3
RETE VIARIA
RETE FERROVIARIA
5.1
5.2
5.3
5.4
6.1
29
29
RILIEVO DELLE VALENZE NATURALISTICHE
31
31
34
35
37
RILIEVO DELLE VALENZE GEOLOGICHE
40
CARATTERI GEOMORFOLOGICI
GEOLOGIA DI SUPERFICIE E DEL PRIMO SOTTOSUOLO
IDROGEOLOGIA
VINCOLI INSISTENTI SUL TERRITORIO
40
40
42
43
VINCOLI SUI CORSI D’ACQUA
VINCOLI SUI BOSCHI
RETE IDRICA
5.5.1
5.5.2
5.5.3
5.5.4
6
29
30
5.4.1
5.4.2
5.5
20
22
24
26
LE PROPRIETÀ PUBBLICHE
4.1 INQUADRAMENTO DEL PLIS ALL’INTERNO DEL SISTEMA PARCHI E DI RETE
NATURA 2000 DELLA REGIONE LOMBARDIA
4.2 UNITÀ ECOSISTEMICHE E CORRIDOI ECOLOGICI
4.3 CARTA DELLA VEGETAZIONE
4.4 LA FAUNA POTENZIALE
5
6
6
13
16
16
17
17
18
18
18
19
RILIEVO DEL CONTESTO TERRITORIALE
3.1.1
3.1.2
3.1.3
3.1.4
3.2
PIANO PAESISTICO REGIONALE
ANALISI DEI CONTENUTI DEL PIANO IN RELAZIONE AL TERRITORIO IN ESAME
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP)
CONTRATTO DI FIUME OLONA-BOZZENTE-LURA
PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI VARESE
PIANO FAUNISTICO VENATORIO
PIANO ITTICO PROVINCIALE
PIANI FORESTALI
PIANO PROVINCIALE GESTIONE INTEGRATA RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI
PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
PROGRAMMA DI TUTELA E USO DELLE ACQUE (PTUA)
IL FIUME OLONA
IL TORRENTE FONTANILE DI TRADATE
IL TORRENTE TENORE
IL RETICOLO IDRICO MINORE
43
44
45
45
46
47
47
RILIEVO DELLE VALENZE PAESAGGISTICHE E STORICHE
49
VALENZE ARCHITETTONICHE
49
6.1.1
6.1.2
6.1.3
EDIFICI RELIGIOSI
ALTRI PUNTI DI INTERESSE ARCHITETTONICO
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
IDROGEA SERVIZI s.r.l.
49
51
53
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PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
6.1.4
6.2
6.3
LA FERROVIA DELLA VALLE OLONA
59
GIARDINI STORICI
MAGLIA AGRARIA E SISTEMA DELLE CASCINE
60
61
6.3.1
7
7.1
7.2
7.3
8
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I PERCORSI E I SENTIERI
61
ATTRATTIVE DEL TERRITORIO
64
ATTIVITÀ RICREATIVE
ASPETTI NATURALISTICI
ASPETTI ARCHITETTONICI
64
64
65
BIBLIOGRAFIA
66
ATLANTE DEL TERRITORIO
Tavola 1
Tavola 2
Tavola 3
Tavola 4
Tavola 5
Tavola 6
Tavola 7
Tavola 8
Inquadramento PLIS e vincoli
Le proprietà pubbliche
Sistema Parchi e Rete Natura 2000
Carta della vegetazione
Inquadramento geologico
Valenze archittettoniche, polari e percettive
I sistemi di costruzione del paesaggio
Mosaico degli strumenti urbanistici
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scala 1:25’000
scala 1:10’000
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scala 1:10’000
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PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
1
PREMESSA
Il Comune di Fagnano Olona, capofila del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) “Parco
Medio Olona (PMO)”, ha incaricato Idrogea Servizi di redigere il Programma Pluriennale degli
Interventi (ex D.G.R. n. 8/6148 del 12/12/2007) relativo al Parco in oggetto con determinazione n.
186 del 3/4/2008.
La presente costituisce il documento riassuntivo della fase analitica della pianificazione.
Sono allegate alla relazione le tavole tematiche.
Il PLIS “Parco Medio Olona” interessa sei Comuni (Figura 1.1): Fagnano Olona, Gorla Maggiore,
Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate. Il territorio è ubicato nel settore sudorientale della Provincia di Varese, al confine con le Province di Como e Milano.
La superficie complessiva del Parco è di oltre 600 ha, che rappresenta circa il 15 % del territorio su
cui insistono i sei comuni (vedi tabella seguente). L’80 % del territorio è distribuito tra i Comuni di
Fagnano Olona e Gorla Maggiore; il resto è suddiviso tra i restanti quattro Comuni.
L’asta fluviale del Fiume Olona, che scorre al centro dell’area in oggetto, rappresenta una
importante connessione ecologica-culturale-infrastrutturale tra i rilievi prealpini e la pianura
lombarda; ciò ha determinato una frammentazione ad opera di un’urbanizzazione diffusa. Il PLIS si
pone tra gli obiettivi quello di rendere possibile una funzionalità ecologica d’insieme del tessuto
territoriale agricolo-boschivo ancora esistente.
Comune
Superficie del
territorio
comunale
(ha)
Superficie PLIS
(ha)
% PLIS rispetto
al territorio
comunale
% PLIS su
Parco
complessivo
Fagnano Olona
Gorla Maggiore
Gorla Minore
Solbiate Olona
Olgiate Olona
Marnate
TOTALE
892.28
540.75
779.79
491.17
709.51
484.74
3898.24
267.82
226.8
29.47
25.76
47.67
20.16
617.68
30.0
41.9
3.8
5.2
6.7
4.2
15.8
43.4
36.7
4.8
4.2
7.7
3.3
100.0
La base del presente studio è rappresentata dallo Studio di Fattibilità del PLIS (De Cesare, 2003),
completato attraverso la consultazione di documenti bibliografici e osservazioni dirette, soprattutto
per le componenti naturalistiche e geologiche.
I risultati ottenuti saranno utilizzati per procedere con la Fase Propositiva della pianificazione, che
si svolgerà anche attraverso il confronto con le Amministrazioni interessate.
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Figura 1.1 – Confini amministrativi (in rosso) e area PLIS del Medio Olona (in verde)
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2
RICOGNIZIONE DELLA PIANIFICAZIONE SETTORIALE
2.1
RAPPORTI CON PIANO PAESISTICO REGIONALE, PTCP, PIANI DI SETTORE
Nel presente capitolo vengono analizzati i rapporti del PLIS in oggetto con i vari Piani che
interessano l’area. Sono stati presi in considerazioni i seguenti documenti:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Piano Paesistico Regionale
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura
Piano Cave della Provincia di Varese
Piano Faunistico-Venatorio
Piano Ittico Provinciale
Piano Forestale
Piano Provinciale Gestione Integrata Rifiuti Urbani e Assimilati
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)
2.1.1 PIANO PAESISTICO REGIONALE
Il Piano Territoriale Regionale, in base alla l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale
paesaggistico.
È stato integrato ed aggiornato il precedente Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato nel
2001, in linea con la "Convenzione Europea del paesaggio" e con il D. Lgs. 42/2004.
2.1.2 ANALISI DEI CONTENUTI DEL PIANO IN RELAZIONE AL TERRITORIO IN ESAME
Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale
Componenti del paesaggio fisico:
Non sono riportate componenti per l’ambito territoriale di competenza.
Componenti del paesaggio naturale:
Boschi e brughiere dei ripiani terrazzati di Tradate, Gallarate, Somma Lombardo, Casorate
Sempione, Gornate Olona e Castelseprio.
Componenti del paesaggio agrario:
Non sono riportate componenti per l’ambito territoriale di competenza.
Componenti del paesaggio storico-culturale:
Sistema delle fortificazioni del territorio varesino (Varese, Angera, Somma Lombardo, Besozzo,
Fagnano Olona, Orino, Ispra…); archeologia industriale e paleoindustriale delle valli del Ticino,
Arno, Olona e dei dintorni di Varese (molini, folle e cartiere della valle dell’Olona, cotonifici del
Ticino e del bacino di Gallarate, birrificio di Induno Olona, vetrerie di Laveno).
Sedimi dismessi di reti storiche di trasporto (ferrovia della Valle Olona e Valmorea, funicolare di
Varese, ‘ipposidra’ del Ticino) e loro equipaggiamenti (stazioni e fermate delle ex-tramvie
varesine).
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Componenti del paesaggio urbano:
Non sono riconosciuti centri storici.
Componenti e caratteri percettivi del paesaggio:
Non sono riportate componenti per l’ambito territoriale di competenza.
UNITÀ TIPOLOGICHE DI PAESAGGIO
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ELEMENTI IDENTIFICATIVI E PERCORSI DI INTERESSE PAESAGGISTICO
Come luoghi dell’identità sono riconosciuti con il n.96 Castelseprio, Castiglione Olona e Torba e
con il n.42 42 Molini dell'Olona (con prevalenza di quelli collocati in Provincia di Milano).
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VIABILITA’ DI RILEVANZA PAESAGGISTICA
Costituiscono i grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo e posseggono i seguenti
fondamentali requisiti:
1. risultano fruibili con mezzi e modalità altamente compatibili con l’ambiente e il paesaggio,
vale a dire con mezzi di trasporto ecologici (ferroviari, di navigazione, pedonali,
cicloturistici, ippici, canoistici ecc.);
2. privilegiano, ove possibile, il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie,
strade arginali, percorsi storici ecc.);
3. perseguono la compatibilità e l’integrazione fra diversi utenti;
4. tendono, ovunque sia possibile, alla separazione dalla rete stradale ordinaria per garantire
standard di protezione e sicurezza;
5. perseguono l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete
dell’ospitalità diffusa.
La selezione dei tracciati ha seguito i seguenti criteri:
- rilevanza regionale, interregionale o internazione del percorso;
- forte componente tematica del percorso (valenze storiche, religiose, culturali, ambientali
ecc.);
- forte caratterizzazione paesaggistica e/o naturale del territorio attraversato.
35 - Tracciato della ex-ferrovia della Valmorea e della Valle Olona
Vecchia linea ferroviaria dismessa e riattivata come ferrovia turistica nel tratto fra Malnate e
Mendrisio che collegava la rete delle FNM a Castellanza con la rete elvetica. Segue per gran parte
la valle dell’Olona, segnata da elementi del paesaggio vetero-industriale. Accanto agli ipotizzati
progetti di riattivazione dell’intero tronco ferroviario fino a Castellanza, il vecchio sedime ospita già
in fregio anche un ‘percorso verde’ ciclopedonale.
Punto di partenza: Castellanza
Punto di arrivo: Valmorea (confine di Stato)
Lunghezza o tempo complessivi: 24 km
Tipologie di fruitori: pedoni, ciclisti
Tipologia del percorso: sedime ferroviario dismesso
Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Province attraversate: Varese, Como
Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio delle valli fluviali escavate
Internet: www.amicidellaferroviavalmorea.it
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RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA
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Aree dismesse: rapporto percentuale tra superficie delle aree
dismesse e superficie territoriale del Comune di riferimento.
(Fonte: Osservatorio regionale delle aree dismesse, dato al 1999)
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2.1.3 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP)
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con D.C.P. n° 27 del 11.04.2007, è
costituito dai seguenti elaborati:
o Relazione generale;
o Norme di attuazione;
o Cartografie, come di seguito elencate, per tema affrontato:
MOBILITÀ
Carta della gerarchia stradale (scala 1:50.000)
Carta del Trasporto pubblico (scala 1:50.000)
Carta dei livelli di vincolo stradale (scala 1:50.000)
AGRICOLTURA
Carta degli ambiti agricoli (scala 1:50.000)
PAESAGGIO
Carta di sintesi (scala 1:50.000)
Carta delle rilevanze e delle criticità (scala 1:25.000)
Carta del Sistema Informativo Beni Ambientali (scala 1:50.000)
Carta della rete ecologica (scala 1:50.000)
RISCHIO
Carta del rischio (scala 1:25.000)
Carta censimento dissesti (scala 1:25.000)
Carta della pericolosità frane (scala 1:50.000)
Carta delle pericolosità frane di crollo (scala 1:25.000)
Carta delle risorse idriche (scala 1:50.000)
L’analisi del documento consente di identificare gli argomenti di interesse inerenti l’area in studio
riportati nei paragrafi seguenti.
MOBILITÀ
In Figura 2.1 è riportato uno stralcio della tavola MOB3 Carta dei livelli di vincolo stradale, tratto dal
PTCP di Varese.
Il territorio del PLIS è attraversato da Est a Ovest dal tracciato di progetto della Pedemontana, che
si sviluppa lungo il confine tra Fagnano e Solbiate in destra idrografica e tra Gorla Maggiore e
Minore nel settore orientale.
Lungo il fondovalle invece si individua il percorso della linea ferroviaria dismessa della Valmorea,
indicata come “linea storica con possibile riqualificazione turistica”. Accanto ed in parte in
sovrapposizione a questa linea è in via di realizzazione un percorso ciclopedonabile (a tale
proposito si veda il capitolo successivo).
PAESAGGIO
In Figura 2.2 è riportato uno stralcio della tavola PAE3 Carta della rete ecologica, tratto dal PTCP
di Varese.
Si individuano due varchi ecologici: il primo in corrispondenza del confine comunale tra Gorla
Maggiore e Minore, il secondo tra Solbiate e Olgiate.
Si osserva che il primo dei due varchi (tra Gorla Maggiore e Minore) si sovrappone al tracciato
della Pedemontana. In effetti il PTCP individua in quest’area delle criticità:
• area 2 – Corridoio di connessione tra la valle dell’Olona e la direttrice est della rete
principale; si tratta di un corridoio già molto stretto, interessato da vari P.A.
È inoltre presente un’altra area critica:
• area 7 – Valle dell’Olona; la compresenza di alte criticità, per quanto riguarda il sistema
fluviale, il rischio idraulico e la rete ecologica, le dismissioni industriali e i programmi di
trasformazione, costituisce un’opportunità per riorganizzare tutta l’area, alla ricerca di
soluzioni tra loro compatibili e sinergiche.
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RISCHIO
In Figura 2.3 è riportato uno stralcio della tavola RIS1 Carta del rischio, tratto dal PTCP di Varese.
Nella zona in studio sono presenti le fasce fluviali definite dal PAI. Sono indicate inoltre alcune
attività e stabilimenti a rischio di incidente rilevante con le relative zone di impatto.
Figura 2.1 – Estratto della Tavola MOB3 Carta dei livelli di vincolo stradale (PTCP Varese, 2007)
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Figura 2.2 – Estratto della Tavola PAE3 Carta della rete ecologica (PTCP Varese, 2007)
Figura 2.3– Estratto della Tavola RIS1 Carta del rischio (PTCP Varese, 2007)
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2.1.4 CONTRATTO DI FIUME OLONA-BOZZENTE-LURA
Il Contratto di Fiume, sottoscritto nel febbraio 2004 tra Regione, Amministrazioni Comunali e
Provinciali, ATO, ARPA, Autorità di Bacino del Fiume Po, AIPO e Uffico Scolastico Regionale per
la Lombardia, persegue i seguenti obiettivi:
o
o
o
o
o
o
o
riduzione dell'inquinamento delle acque;
riduzione del rischio idraulico;
riqualificazione del sistema ambientale e paesistico;
riqualificazione dei sistemi insediativi all’interno del territorio dei bacini dell’Olona, del
Bozzente e del Lura;
miglioramento della fruibilità delle aree perifluviali al fine di ridare ai fiumi centralità nelle
politiche di sviluppo;
condivisione delle conoscenze sul fiume e delle informazioni sulle azioni in corso o in
progetto;
sviluppo di attività di comunicazione, formazione ed educazione adeguate al
raggiungimento degli obiettivi condivisi.
Per raggiungere tali obiettivi è stato individuato e condiviso un Primo programma d’azione: tra i vari
punti, il programma definisce interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini
fruitivi. Ciò, naturalmente, è in accordo con lo sviluppo dei PLIS e in particolare con le finalità del
presente studio.
Il primo obiettivo è stato raggiunto in quanto il PLIS è stato riconosciuto.
2.1.5 PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI VARESE
Il Piano Cave della Provincia di Varese è stato pubblicato nel 2003 (D.C.P. n. 72 del 12/11/03) e
adottato l’anno successivo (D.C.P. n. 76 del 2/12/2004). È stato eseguito da un team intersettoriale
di progettazione coordinato dall’Assessorato alla Tutela Ambientale. La sua predisposizione è
frutto dell’adeguamento da parte dei progettisti agli indirizzi operativi approvati dalla Giunta
Provinciale di Varese con delibera n. 526 del 12 dicembre 2000, indirizzi che escludevano ogni
possibilità di escavazione in falda e di esportazione di inerti verso il territorio elvetico.
Il Piano pubblicato nel 2003 individuava nella zona di interesse esclusivamente un’area sul
territorio di Gorla Maggiore (Figura 2.4). Di seguito si riportano le caratteristiche dell’area così
come riportate nel documento in questione:
Tema GIACIMENTO DEFINITIVO DI GHIAIA E SABBIA Giacimento G13g ID 2 Comune Gorla Maggiore
Bacino di produzione Olona Sud - Bozzente Peculiarità Indice di giacimento standardizzato > 0.5 Indice
Utenza 0.50 Indice di Giacimento 71.25 Indice di Giacimento Standardizzato 2.36 Valore Indice 'MinMax' -0.14 Volume Utile m³ 20.096.531 Volume Totale m³ 20.755.850 Area Giacimento m² 703.673 Area
ampliamento m² 659.319 Altezza media m 43 Quota minima s.l.m. m 221 Quota massima s.l.m. m 264
Volume cappellaccio m³ 659.319 Spessore cappellaccio m 1.0 IQM sopra falda 47.0
Tale giacimento è stato stralciato a seguito delle modifiche introdotte dal Consiglio Regionale, che
ha approvato il Piano il 30/09/2008.
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Figura 2.4 – Estratto della Tavola Giacimenti definitivi (Piano Cave Provincia di Varese, 2007)
2.1.6 PIANO FAUNISTICO VENATORIO
L’attività venatoria è regolamentata a livello nazionale dalla Legge n. 157 dell’11 febbraio 1992
“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e a livello
regionale dalla Legge regionale n. 26 del 16 agosto 1993 “Norme per la protezione della fauna
selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”.
La Legge regionale prevede all’art. 14 che le province predispongano dei piani-faunistico venatori.
Attualmente in provincia è in vigore il “Piano Faunistico Venatorio 2003-2008” (Provincia di Varese,
2003b), sottoposto a valutazione di incidenza nel 2006.
Ogni anno la Provincia di Varese approva con propria deliberazione il Calendario Integrativo
provinciale che riporta alcune disposizioni in materia.
Nell’area in oggetto non risultano presenti istituti di tutela (Oasi di protezione) derivati da questo
Piano e nemmeno aree a gestione particolare (Zone di addestramento cani, Aziende faunistico
venatorie ecc.).
2.1.7 PIANO ITTICO PROVINCIALE
L’attività alieutica viene gestita ai sensi della Legge Regionale n. 12 del 30 luglio 2001 “Norme per
l’incremento del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque della Regione Lombardia”,
che prevede, all’articolo 8, che le Province predispongano il Piano Ittico Provinciale.
Norme di riferimento in materia risultano anche il Regolamento Regionale n. 9 del 22 maggio 2003,
che detta norme specifiche in materia di pesca, e la Deliberazione di Giunta Regionale n. 7/16065
del 23 gennaio 2004 che ha normato nel dettaglio i criteri per la compatibilizzazione delle
derivazioni d’acqua con la tutela dell’ittiofauna e degli habitat acquatici.
La Provincia di Varese è dotata di un proprio Piano ittico provinciale (Provincia di Varese, 2004),
approvato e sottoposto a valutazione di incidenza, che regolamenta l’attività alieutica a fini sportivi.
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Nell’area in oggetto non risultano presenti istituti di tutela (zone di protezione, ripopolamento e
tutela ittica) derivati da questo Piano e nemmeno aree a gestione particolare (diritti esclusivi,
demaniali, usi civici, ecc.).
2.1.8 PIANI FORESTALI
L’attività selvicolturale viene gestita nel territorio del Sito dalla Legge Regionale n. 27 del 28
ottobre 2004 “Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale” e dal
Regolamento Regionale n. 5 del 20 luglio 2007 “Norme forestali regionali in attuazione dell’art. 11
della l.r. 28/10/2004, n. 27”.
La competenza forestale sull’area ricade sulla Provincia di Varese, che ha affidato incarico per la
stesura del Piano di indirizzo Forestale, attualmente in fase di elaborazione.
2.1.9 PIANO PROVINCIALE GESTIONE INTEGRATA RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI
Con deliberazione P.V. n. 65 in data 1 dicembre 2005, il Consiglio Provinciale ha adottato il “Piano
Provinciale per la gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati”. Tale documento costituisce la
revisione e l’aggiornamento del Piano ai sensi della Legge Regionale n. 26/03.
Il Piano individua tra l’altro le “aree penalizzanti”, dove la realizzazione degli impianti di recupero
e/o smaltimento dei rifiuti urbani non è escludibile totalmente ma consentita solo dietro una forte
attenzione nella progettazione delle sensibilità ambientali rilevate. Sotto questo vincolo
penalizzante rientra il Sistema delle aree protette regionali (L.r. n.86/1983) che comprende i PLIS.
2.1.10 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
L’Autorità di Bacino del Fiume Po ha redatto il Piano in oggetto che riporta gli interventi sulla rete
idrografica e sui versanti secondo quanto previsto dalla Legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17,
comma 6-ter.
Nel tratto dell’Olona in oggetto l’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici del Piano non indica aree
in dissesto. Sono invece sintetizzati gli squilibri più rilevanti, riportati di seguito:
Il documento, inoltre, individua alcuni interventi nei principali punti critici. Per quanto riguarda il
settore in esame, è prevista la realizzazione di una cassa di espansione a valle del ponte stradale
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Fagnano Olona-Gorla Maggiore, oltre a interventi più diffusi quali nuovi argini, adeguamento degli
esistenti, ricalibratura degli alvei, opere di difesa spondale.
2.1.11 PROGRAMMA DI TUTELA E USO DELLE ACQUE (PTUA)
Il Programma di Tutela e Uso delle Acque della Regione Lombardia è stato approvato con DGR n.
7/19359 del 12.11.2004 ai sensi dell’art. 44 del d.lgl. 152/99 e dell’art. 55, comma 19, della l.r.
26/2003 e sottoposto a valutazione di incidenza.
Tale documento classifica il Fiume Olona, per il tratto interessata dal PLIS in oggetto, come
scadente dal punto di vista ecologico (Figura 2.5).
PLIS Medio
Olona
Figura 2.5 – Estratto della Tavola Classificazione corpi idrici (PTUA Regione Lombardia, 2006)
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3
RILIEVO DEL CONTESTO TERRITORIALE
3.1
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
aprile 2009
Nell’area è prevista la realizzazione di una serie di infrastrutture che avranno una notevole
ripercussione sul PLIS in oggetto: piste ciclabili, Pedemontana, impianto di fitodepurazione oltre a
progetti a scala comunale. Nel presente capitolo sono sintetizzati i principali interventi.
3.1.1 PISTE CICLOPEDONALI
La Provincia di Varese, Settore Patrimonio e Beni Architettonici, sta realizzando una pista
ciclopedonale lungo la Valle Olona. Il percorso attraversa il PLIS del Medio Olona da Nord a Sud,
costeggiando, in alcuni tratti, la linea ferroviaria dismessa Valle Olona-Valmorea, di proprietà delle
FNM (Figura 3.1).
Il progetto interessa nove Comuni: Castellanza, Olgiate Olona, Solbiate Olona, Gorla Maggiore,
Fagnano Olona, Cairate, Lonate Ceppino, Castelseprio, Gornate Olona. La lunghezza del percorso
principale è di 16 km circa; quella dei percorsi di collegamento è di 5.5 km circa. La prima tratta, tra
Castellanza e Olgiate Olona, è stata già realizzata.
Una volta completata, la pista costituirà una dorsale Nord-Sud del Parco, consentendo un’agevole
fruizione da parte della popolazione locale e connettendo inoltre l’area con il Parco Rile-TenoreOlona, ubicato più a Nord.
Il tracciato si sviluppa principalmente lungo gli argini del fiume e lungo la rete di strade consorziali
esistenti, recuperando spesso la viabilità degradata.
Tra gli scopi del progetto ci sono la promozione del territorio, l’esplorazione e la riscoperta dei suoi
elementi storici, naturalistici e delle numerose testimonianze di archeologia industriale.
Nel corso del 2006 sono partiti i lavori di riqualificazione del tracciato della tratta ferroviaria in
disuso Valle Olona-Valmorea, di proprietà delle FNM, che consentirà di realizzare una seconda
dorsale nord-sud, parallela o in prossimità della ciclopedonale della Provincia. L’intervento, dietro
accordo con le FNM, ha previsto la completa pulizia della sede ferroviaria mediante il taglio delle
piante cresciute tra i binari, la sistemazione dei tratti disagiati e la manutenzione ordinaria
mediante lo sfalcio periodico dei rovi e degli arbusti per una fascia di circa 1 m per lato.
Nel 2007 il PLIS Medio Olona, inseme ai due PLIS limitrofi (Rugareto e Rile-Tenore-Olona), ha
approvato un progetto di collegamento ciclopedonale dei tre Parchi coinvolti, ottenendo inoltre
dalla Provincia di Varese un finanziamento.
Il progetto, denominato “Via Verde dei Parchi Locali del Bacino dell’Olona” (Via Verde), prevede la
realizzazione di una ciclopedonale nord-sud che, partendo dal Parco del Rugareto, attraversi il
PMO in località brughiere di Gorla Maggiore/Fagnano Olona-Balzarine, per poi proseguire verso
nord ricongiungendosi col territorio del Parco Rile-Tenore-Olona.
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Figura 3.1 – Estratto Progetto Esecutivo Pista Ciclopedonale della Valle Olona (Provincia di Varese, 2008)
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3.1.2 PEDEMONTANA
Il tracciato della Pedemontana interessa direttamente il PLIS in oggetto: l’autostrada taglierà il
solco vallivo ai confini tra Gorla Maggiore e Gorla Minore, proseguendo poi lungo il limite comunale
tra Fagnano Olona e Solbiate Olona (Figura 3.2). Lo svincolo di Cassano Magnago, con le vie di
collegamento accessorie, si innesterà ai margini dell’area di Parco più ad ovest di Fagnano Olona.
Figura 3.2 – Progetto Pedemontana e aree PLIS (LAND Milano, 2008)
Nell’ambito delle opere di compensazione ambientale proposte dai tecnici incaricati da
Pedemontana SpA, il Parco del Medio Olona ritiene opportune quelle relative alla “rete sentieristica
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ciclabile e/o pedonale” e quelle di “riqualificazione forestale o nuovo impianto”. Di seguito sono
sintetizzate le valutazioni espresse dal Parco.
Possibile compensazione “sentieristica ciclabile e/o pedonale”
Da tutto quanto esposto nel paragrafo precedente, emerge che il PMO si è dotando (in parte
autonomamente ed in parte con l’aiuto della Provincia di Varese) di una buona infrastruttura
ciclopedonale nord-sud (ciclabile provinciale e percorso ex ferrovia, più in parte la Via Verde).
Appare quindi prioritario, per i sei Comuni, perseguire le quattro seguenti esigenze:
• Strutturare in modo significativo il percorso della Via Verde, dando modo di creare il
raccordo con i parchi limitrofi (RTO e Rugareto), e rendendolo simile alla ciclopedonale
della Provincia dal punto di vista infrastrutturale (inteso come realizzazione di fondo ed
opere accessorie);
• Connettere la Via Verde alla ciclopedonale provinciale e al percorso pedonale della ex
ferrovia;
• Creare nuove linee di collegamento (all’interno del progetto della Via Verde)
ciclopedonale est-ovest, attualmente assenti, dando modo di connettere la parte
principale di Parco con la propria appendice ad ovest e con il Parco del Ticino;
• Dare modo alla popolazione di fruire dei percorsi, andando a realizzare zone
d’interscambio (punti d’approdo) che permettano di posteggiare auto e bici per poter
proseguire in bici o a piedi all’interno del Parco, lungo i percorsi realizzati.
Le esigenze sopra elencate possono essere sintetizzatesi nelle seguenti azioni:
• Riqualificazione dei tratti di viabilità primaria, individuati per ora in via preliminare in
5,55 km, consistente in:
ƒ fresatura del manto esistente;
ƒ posa in opera di nuovo manto calcareo;
ƒ protezione della sentieristica ciclopedonale (staccionate in legno ecc.);
ƒ opere di corredo (panchine, cestini, bacheche ecc.).
• Realizzazione di punti d’approdo (“Porte del Parco”) del PMO, ovvero aree attrezzate in
punti strategici del PMO che rappresentano il punto di arrivo dei visitatori che decidono
di usufruire del Parco. Con punto d’approdo si intende un’area di circa 100 m2 pensata
per accogliere i visitatori del Parco. Lo scopo è creare un’area in cui il visitatore che
giunge dall’esterno possa trovare informazioni utili (mappa del Parco, dei percorsi
ciclopedonale ecc.), nonché spazio per depositare il mezzo con cui è giunto fino a lì
(bici, auto ecc.). Elementi che un punto d’approdo possiede sono:
ƒ una bacheca in legno;
ƒ un posteggio per le biciclette;
ƒ una panchina;
ƒ se consentito dalle dimensioni, un piccolo posteggio per auto (non più di 6-8 posti).
Possibile compensazione “riqualificazione forestale o nuovo impianto”
Ad oggi, Gorla Maggiore è l’unico Comune ad aver avviato un’opera di riqualificazione delle proprie
aree boschive. Ciò è stato reso possibile grazie ad una prescrizione obbligatoria della Regione
Lombardia in merito all’utilizzo della discarica (sita appunto in Comune di Gorla Maggiore) e, in
particolare, ai proventi derivanti dalla discarica stessa.
I Comuni del PMO sono concordi nel ritenere che i boschi attualmente esistenti all’interno del
Parco sono di pessima qualità (robinia, prunus) e necessitano di una profonda riqualificazione.
Sulla base dell’esperienza maturata in questi anni da Gorla Maggiore, si ritiene che la via della
sistemazione delle aree boscate sia da intraprendere con decisione, partendo dall’acquisizione
delle aree stesse.
La priorità nell’acquisizione delle aree va in particolar modo:
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•
•
•
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alle zone che sono ritenute fondamentali per la costruzione di corridoi ecologici in grado
di preservare il collegamento tra diversi ecosistemi;
alle zone a ridosso dei centri abitati, per poter svolgere la triplice funzione di
riqualificazione dello spazio urbano, blocco dell’edificazione e connessione città-spazio
aperto;
alle zone che, tramite riqualificazione, si prestano a diventare di particolare pregio
naturalistico.
Si consiglia quindi l’acquisto e la riqualificazione delle aree indicate nella planimetria
appositamente predisposta, al fine di ricreare un’efficace anello di collegamento esterno del Parco
con i sei Comuni.
Le zone sarebbero inoltre efficacemente funzionali all’opera di connettività tramite corridoi
ecologici con gli ecosistemi limitrofi.
In aggiunta a quanto sopra, si deve ricordare che in base alla L.R. n. 27/04 è obbligatorio il
ripristino del bosco tagliato durante la realizzazione di opere.
Di conseguenza, è ritenuto prioritario poter rimboschire l’area sottoposta a taglio direttamente nei
sei Comuni del Parco, ripartendo eventualmente i rimboschimenti in un’ottica di Parco e non di
singolo Comune.
L’analisi approfondita dell’intervento ha messo in luce una situazione estremamente precaria
dell’ecosistema boschivo del PMO dovuto ad anni di incuria, all’invasione di specie non autoctone,
all’aggressione delle industrie prima e dell’urbanizzazione poi, ed infine, in prospettiva, all’impatto
della Pedemontana.
Di conseguenza, l’intervento ipotizzato è di ampie dimensioni, sia geograficamente che
economicamente, pur avendo cercato di limitare al minimo indispensabile le aree di intervento.
Per questo motivo si è ipotizzato di suddividere gli interventi in due momenti, indicandoli con
“intervento generale” ed “intervento prioritario”. Entrambi gli interventi sono tuttavia da considerare
fondamentali per il PMO per evitare il collasso dell’ecosistema a causa dell’estrema pressione
antropica.
3.1.3 FITODEPURAZIONE
L’Autorità di Bacino del Fiume Po ha commissionato nel 2006 alla Società IRIDRA s.r.l. lo “Studio
di fattibilità di sistemi naturali di depurazione delle acque di sfioro da reti fognarie”. Dopo una
selezione dei siti si è scelto di intervenire sullo sfioratore fognario situato nel Comune di Gorla
Maggiore, nell’area prossima al confine comunale con Fagnano Olona ed è stato redatto il
Progetto Preliminare (Figura 3.3). In particolare, l’area prescelta per l’ubicazione dell’intervento è
compresa tra il Fiume Olona e la strada comunale (via per Fagnano), area già oggetto di un
progetto di recupero e valorizzazione del verde.
Nello specifico, per la riqualificazione dell’area, è prevista la realizzazione di un “parco dell’acqua”
avente caratteristiche principalmente fruitive, con percorsi pedonali e ciclabili, specchi d’acqua e
percorsi didattici che illustrino le peculiarità del progetto.
Un altro aspetto del progetto riguarda la riduzione del rischio idraulico, attraverso la costruzione di
una vasca volano, che ha la funzione di laminare le portate di drenaggio urbano durante gli eventi
meteorici prima dello scarico nel corpo idrico recettore.
In sintesi, l’applicazione di sistemi di trattamento naturali consente:
• buone rese depurative;
• impatto ambientale nullo;
• inserimento paesaggistico ottimo;
• costi di gestione ridotti rispetto ad un sistema convenzionale;
• possibilità di realizzare interventi a carattere “multifunzionale”.
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Figura 3.3 – Planimetria progetto depurazione acque - IRIDRA (Comune di Gorla Maggiore, 2008)
Di seguito si riporta una sintesi del progetto, tratta dal documento redatto da IRIDRA.
Il sistema previsto per il trattamento delle acque provenienti dallo sfioratore prevede due stadi, un
sistema di filtrazione verticale e a seguire un sistema a flusso libero inserito all’interno di una vasca
volano per la laminazione delle piene generate dalla fognatura prima dello scarico nel fiume Olona.
Durante l’evento di pioggia entra in funzione lo sfioratore e la portata di sfioro (>3.5 Qn, pari a 17
l/s) viene indirizzata ad un secondo pozzetto scolmatore. Qui le portate minori a 0.64 mc/s
(corrispondenti alla portata di prima pioggia, assunta equivalente alla portata generata in fognatura
da un evento di 5 mm di pioggia uniformerete distribuito sull’intero bacino scolante e su un arco
temporale di 30 minuti) vengono inviate al sistema di grigliatura e dissabbiatura e successivamente
al sistema di filtrazione verticale, mentre l’esubero viene recapitato direttamente al sistema a flusso
libero superficiale e alla vasca volano.
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La vasca volano è dimensionata per restituire all’Olona una portata mai superiore a 40 l/s per ha di
superficie effettiva drenata.
Il sistema funziona interamente a gravità; è richiesto l’utilizzo di energia elettrica solamente per
l’alimentazione del dispositivo di raccolta e compattazione automatica del grigliato raccolto in testa
al dissabbiatore.
Durante i periodi di tempo secco il sistema a flusso libero viene alimentato tramite una derivazione
di circa 5-10 l/s dal fiume Olona e funziona quindi come una “wetland fuori alveo”, mentre il
sistema verticale rimane asciutto. L’alimentazione continua permette di mantenere costantemente
umido il sistema di ritenzione prolungata, evitando di conseguenza la diffusione di zanzare e altri
insetti e favorendo lo sviluppo di un ambiente caratterizzato da un elevato grado di biodiversità.
La derivazione avviene tramite un tubo di diametro 125 mm posto a monte di una soglia esistente
sul Fiume Olona; tale tubazione va ad alimentare un canale in terra di larghezza di base 0,5 m e
profondità 1 m che sfocia in un laghetto con finalità paesaggistiche. Dal laghetto tramite una
tubazione le acque raggiungono il sistema a flusso libero, lo percorrono per poi di nuovo
raggiungere un tratto di canale a cielo aperto, connesso al finale con il Fiume Olona tramite una
tubazione munita di valvola a clapet antiriflusso. Il canale segue simbolicamente il percorso del
paleoalveo dell’Olona, ancora identificabile dalle mappe catastali e dalla cartografia regionale
esaminata.
L’acqua derivata dall’Olona viene restituita allo stesso corpo idrico più a valle dopo aver subito un
processo di trattamento di depurazione naturale: in tal modo il fiume beneficia non solo
dell’abbattimento del carico inquinante contenuto nelle acque di scolmo ma anche (sebbene in
piccolissima parte data l’esigua portata derivata) del trattamento in continuo di una piccola frazione
della sua portata.
Il progetto dal punto di vista dell’inserimento paesistico-ambientale si configura come un grande
parco con valenze naturalistiche ed ambientali nonché di fruizione. Il tema fondamentale e
caratteristico della nuova area verde è l’acqua: il Fiume Olona, i nuovi specchi d’acqua, il nuovo
alveo (riattivazione di un alveo preesistente) e il sistema di fitodepurazione. Si propone quindi la
denominazione di tale nuova area verde come “il Parco dell’Acqua” in grado di ospitare iniziative
per la fruizione e la didattica compatibili con le funzioni naturalistico-ambientali.
Lo schema di flusso per le acque di prima pioggia (per portate maggiori di 17 l/s e minori di 64 l/s)
è il seguente:
1. vasca di sedimentazione e dissabbiatura, munita di sistema di grigliatura automatica
preliminare in testa posizionato sulla sezione di ingresso;
2. sistema di filtrazione estensivo per acque di pioggia costituito da n°4 vasche funzionanti in
parallelo;
3. sistema a flusso libero (FWS);
4. scarico nel corpo idrico recettore (Fiume Olona).
Le acque di seconda pioggia vengono inviate direttamente al sistema a flusso libero finale, inserito
all’interno di una vasca volano dimensionata per scaricare nel Fiume Olona una portata mai
superiore a 0,7 mc/s laminando un volume idraulico di 7900 mc.
3.1.4 PROGETTI A SCALA COMUNALE
Fagnano Olona
Sul territorio di Fagnano Olona è prevista la realizzazione di due punti di approdo al PLIS, ubicati
rispettivamente in via Opifici e via Colombo.
L’area di via Opifici, dove è previsto il primo punto di approdo, è di proprietà comunale ed è in
gestione alla Associazione “Contrada della Fontanella” fino al 2018. Il progetto di riqualificazione
dell’area prevede la messa in opera di arredi urbani quali bacheca in legno, panchine, tavolo,
barbecue, cestini, portabiciclette.
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Il secondo progetto è stato proposto dalla Associazione “Contrada dei Calmali” nell’area di via
Colombo, dove l’Associazione intende realizzare anche la sua nuova sede. Accanto alla bacheca
in legno attualmente presente, il progetto prevede la posa di una panchina, la realizzazione di un
posteggio per bici e un parcheggio per auto.
Nell’area limitrofa a questo punto di approdo sono in corso interventi di riqualificazione consistiti,
finora, nella piantumazione di oltre duecento alberi (carpini, roveri, roverelle, ontani, salici bianchi,
pioppi e biancospini), nella pulizia e livellamento della costirola Candiani. Sono inoltre in progetto
le seguenti attività:
• Sistemazione e riqualificazione della zona umida esistente;
• Realizzazione di due punti di osservazione.
Gorla Maggiore
Il Comune di Gorla Maggiore ha affidato alla Società Land S.r.l. di Milano l’incarico per la
progettazione definitiva ed esecutiva per la Riqualificazione ambientale del territorio comunale di
Gorla Maggiore e lo sviluppo della rete ecologica.
In base alla normativa vigente, tale progetto costituisce il riferimento per la realizzazione delle
misure di compensazione ambientale che l’Amministrazione comunale deve attuare a
compensazione dei danni ambientali potenzialmente imputabili alla realizzazione e gestione della
discarica.
Il progetto esecutivo, diviso in due lotti, prevede (Figura 3.4):
• la riqualificazione di una superficie di circa 50 ettari (30 col primo lotto e 20 col
secondo) di soprassuolo boschivo, concentrati nella zona sud-est del territorio
comunale;
• la valorizzazione del corridoio di connessione ecologica lungo il confine meridionale del
comune;
• la realizzazione, in ambito boschivo, di un percorso ciclo-pedonale lungo il tracciato dei
sentieri vicinali esistenti, di connessione delle chiese di S. Vitale e della Baragiola,
attrezzato con aree sosta;
• la realizzazione di fasce arbustive lungo la strada provinciale 19, in corrispondenza dei
tratti di pista ciclabile esistenti;
• l’integrazione del progetto definitivo/esecutivo “Realizzazione di lavori urgenti di
sistemazione dei fenomeni franosi nella porzione della via per Solbiate” a cura del Dott.
Alberto Venegoni – Geologo, mediante la riqualificazione di circa m² 18.000 di
soprassuolo boschivo lungo la scarpata;
• la realizzazione in ambito agricolo/periurbano di fasce arbustive lungo i sentieri vicinali;
• il completamento della sistemazione paesaggistica in corrispondenza della pista
ciclabile lungo la statale 37 mediante la realizzazione di nuove fasce arbustive;
• l’esecuzione di un nuovo impianto forestale per circa 2 ettari di superficie in ambito
fluviale.
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Figura 3.4 – Progetto Riqualificazione ambientale Gorla Maggiore (LAND Milano, 2004)
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INFRASTRUTTURE E VIABILITÀ
3.2.1 RETE VIARIA
Partendo dall’analisi autostradale, l’area è servita A8 Milano-Laghi, autostrada spesso
congestionata dal pendolarismo verso la città di Milano.
I Comuni della Valle Olona sono collegati tra loro e con l’area vasta da direttrici radiali statali o
ex statali (passate dalla competenza Anas a quella regionale poi provinciale) costituito dalla ex
SS11 Padana superiore, dalla SS33 del Sempione e dalla ex SS233 Varesina. Il livello di
utilizzo è da considerarsi per lo più medio-alto per Sempione (alternativa all’autostrada A8) e
Varesina.
Ex statali ad andamento trasversale sono, invece, la ex SS341 Gallaratese (tra Novara,
Gallarate e Varese) e dalla ex SS527 Bustese (da Monza a Malpensa).
La rete viaria attraversa i centri urbanizzati, provocando disagi agli abitanti e a chi transita. Il
problema è particolarmente significativo per le stade che hanno una carreggiata semplice
come la SP 19 che attraversa Gorla e porta a Castellanza.
Vi è la presenza inoltre della SS336 che, alle spalle del PLIS, collega l’Aereoporto di Malpensa
alla Fiera di Rho fino ad arrivare a Milano.
3.2.2 RETE FERROVIARIA
Il sistema di riferimento per i comuni della valle Olona è costituito dalla Milano-Rho-Gallarate
(Rfi) e dalla Milano-Saronno-Novara delle Ferrovie Nord (FNM).
Dalla Milano-Rho-Gallarate si diramano poi le linee Varese-Porto Ceresio, Luino e Sesto
Calende-Domodossola-Sempione. Le stazioni di riferimento più vicine al territorio della Valle
Olona sono quelle di Legnano (FS), Busto Arsizio (FS e FNM) e Castellanza (FNM).
Come tutta l’area che gravita attorno a Milano, il settore in studio è estremamente carente di nodi
infrastrutturali e risulta evidente la necessità di una razionalizzazione del sistema logistico a livello
regionale.
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3.3
LE PROPRIETÀ PUBBLICHE
Le aree di proprietà comunale all’inteno del PLIS si concentrano nella fascia centrale che segue il
corso del Fiume Olona (Tavola 2). Nello schema che segue sono sintetizzati i dati relativi alle
superfici che interessano i singoli Comuni:
Comune
Superficie PLIS
(ha)
Superficie aree di
proprietà
(ha)
% aree proprietà
rispetto a PLIS
Fagnano Olona
Gorla Maggiore
Gorla Minore
Solbiate Olona
Olgiate Olona
Marnate
TOTALE
267.82
226.8
29.47
25.76
47.67
20.16
617.68
0.9
14.85
2.57
3.71
6.01
2.38
30.42
0.3
6.5
8.7
14.4
12.6
11.8
4.9
Le aree di proprietà delle Pubbliche Amministrazioni rappresentano circa il 5 % della superficie
complessiva, corrispondenti a una trentina di ettari su oltre 600 ha totali del PLIS. Di seguito si
riporta un elenco con una breve descrizione delle aree suddivise per comune.
FAGNANO OLONA
Le aree di proprietà comunale sono rappresentate da tre aree a verdi, per un totale di 0.9 ha:
• al limite settentrionale, in destra idrografica, è presente un prato con una sorgente (Fonte di
Manigunda) e alcuni tavoli e panchine, posizionato accanto alla strada (via Opifici);
• qualche centinaio di metri più a sud del punto precedente, sempre in destra idrografica, si trova
un bosco (7'000 mq), attraversato perpendicolarmente da via Opifici;
• nei pressi dell’ex cava Pigni al confine con Gorla Maggiore, in sinistra idrografica, si trova
un’area umida;
• vicino alla precedente area si trovano alcuni terreni recentemente acquistati (ex proprietà De
Angelis).
GORLA MAGGIORE
Le aree di proprietà più estese sono concentrate sul fondovalle dell’Olona. Nel settore orientale del
PLIS si presentano invece più frazionate.
SOLBIATE OLONA
Si tratta di tre aree di modeste dimensioni nel settore settentrionale del territorio comunale oltre ad
un’area più grande nel settore centrale, tutte in destra idrografica.
GORLA MINORE
La maggiore area è rappresentata da Villa Durini (sede di uffici municipali) ed il suo parco. Un’altra
area di proprietà, di piccole dimensioni, coincide con il casello di un vecchi pozzo per acqua e la
porzione di terreno circostante.
OLGIATE OLONA
L’ampia area di proprietà comunale coincide con Villa Gonzaga (sede di uffici municipali) ed il suo
parco.
MARNATE
L’area di proprietà si trova in sinistra idrografica, difronte al depuratore del Consorzio dell’Olona.
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4
RILIEVO DELLE VALENZE NATURALISTICHE
4.1
INQUADRAMENTO DEL PLIS ALL’INTERNO DEL SISTEMA PARCHI E DI RETE
NATURA 2000 DELLA REGIONE LOMBARDIA
Il sistema delle aree protette in provincia di Varese denota oggi una buona strutturazione sul
territorio che porta a porre un’adeguata vincolistica sulle aree caratterizzate da maggior naturalità.
Di seguito vengono elencate le diverse tipologie di area protetta rilevate tra quelle elencate nella
legge regionale n. 86 del 30 novembre 1983 alle quali si aggiungono i siti Natura 2000 individuati
da Direttive comunitarie.
PARCO REGIONALE
È il Parco riconosciuto come tale dalla legge regionale. La sua attività è regolamentata da un
Piano Territoriale di Coordinamento che individua al suo interno aree con caratteristiche diverse e,
di conseguenza, un proprio regime di vincoli.
Sono parchi regionali il Campo dei Fiori, la Pineta di Appiano Gentile e Tradate, la Valle del Ticino.
PARCO NATURALE
Si tratta del Parco che rispetta le indicazioni della legge nazionale sulle aree protette (L. n. 394 del
6 dicembre 1991), compreso il divieto assoluto all’esercizio dell’attività venatoria.
Per ogni Parco regionale sono state definite al suo interno aree di Parco naturale.
RISERVA NATURALE
Sono generalmente le aree protette con il regime di vincoli più rigoroso; un Piano di gestione ne
regola attività e divieti.
Sono Riserve naturali la Palude Brabbia, il Lago di Biandronno e alcune aree all’interno dei Parchi
regionali.
SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC)
Insieme alle ZPS, costituiscono Natura 2000, la rete di aree protette promossa dall’Unione
Europea per la conservazione di habitat e specie, sia di flora sia di fauna, minacciate su scala
comunitaria e individuate dalla Direttiva 92/43/CEE.
Il principale strumento che tutela i siti Natura 2000 è la Valutazione di incidenza, un processo
autorizzativo cui devono essere sottoposti tutti i piani o interventi che possono minacciarne
l’integrità ambientale.
Molti SIC si trovano all’interno di altre aree protette, quindi già sottoposti a particolari regimi di
tutela. Al di fuori di esse si trovano per esempio la porzione orientale del Lago di Varese (SIC
Alnete del Lago di Varese), alcune cime della Valcuvia (SIC Monti della Valcuvia e SIC monte
Sangiano), la Torbiera di Cavagnano.
ZONA DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS)
Come i SIC, fanno parte della rete Natura 2000. La loro istituzione è dovuta alla presenza di
un’avifauna di particolare interesse individuata dalla Direttiva 79/409/CEE.
Alcune ZPS si trovano all’interno di altre aree protette, quindi già sottoposte a particolari regimi di
tutela. Al di fuori di esse si trovano per esempio il Lago di Varesee le residue aree a canneto lungo
le sponde del Lago Maggiore (ZPS Canneti del Lago Maggiore).
PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE (PLIS)
La Lombardia è stata la prima Regione a statuto ordinario a promuovere, fin dal 1973, la
formazione di nuovi parchi a scala regionale, dando così avvio ad un’importante stagione nel
campo della pianificazione di tipo ambientale.
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L’aspetto innovativo introdotto è stato senza dubbio quello di considerare le aree protette non più
elementi di esclusivo valore naturalistico, ma come parti integranti di una più generale politica di
tutela e di gestione del territorio.
La Legge Quadro Regionale sulle aree protette (L.R. 86/83) identifica, proprio basandosi su
questa nuova filosofia, una serie di categorie di Parchi (naturali, di cintura metropolitana, parchi
locali di interesse sovracomunale, riserve e monumenti naturali) nei quali la pianificazione
arriva ad interessare, oltre al territorio “naturale” vero e proprio, anche l’ambito agricolo e persino il
tessuto urbanizzato che instaura relazioni con l’istituendo parco.
Ai nuovi Parchi, in particolare ai P.L.I.S. (parchi locali d’interesse sovracomunale) posti in
ambiti fortemente urbanizzati, viene affidato il compito suppletivo di respingere l’attacco delle
spinte antropizzative, di migliorare le relazioni con l’urbanizzato al fine di garantire un
accrescimento qualitativo sia dal punto di vista ambientale che sociale, di valorizzare e
promuovere, prima verso la cittadinanza locale e poi verso una utenza sovracomunale, questi
particolari sistemi verdi.
Premesso che, indipendentemente dalla motivazione, l’istituzione di un nuovo parco è
comunque un elemento positivo per il territorio, appare utile nonché opportuno che tali ambiti siano
messi a sistema, messi in connessione tra di loro, cosicché ogni area possa assumere un doppio
valore: puntuale (la tutela di un luogo) e generale (il potenziamento del “sistema verde
provinciale”). L’obiettivo primario della pianificazione, sia di vasta scala che comunale, deve
quindi essere quello di riconoscere gli elementi pregiati residui, non ancora salvaguardati,
al fine di sottoporli quanto prima ad un regime di tutela che consenta loro di entrare a far
parte del “sistema verde provinciale”.
I Parchi Locali d’Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) (LR 83/86, LR 1/2000, DGR n.7/6296 del
2001), istituiti dai comuni e riconosciuti dalla Provincia, hanno come caratteristiche strategico–
riconoscitive il fatto di essere elementi di “ricostruzione ambientale” del territorio e di individuare e
salvaguardare i valori paesistico–ambientali d’interesse sovracomunale, in rapporto al contesto
urbanistico e naturale circostante.
La regione Lombardia ha aggiornato con Delibera di Giunta regionale n.8 /6148 del 12 dicembre
2007 i criteri per l’esercizio da parte delle Province della delega delle funzioni in materia di PLIS.
Analizzando l’ubicazione delle aree protette illustrate nella seguente figura si osserva come l’area
centro-meridionale della provincia mostri una lacuna che è stata via via colmata dall’istituzione di
alcuni PLIS che nel loro complesso riescono a garantire una buona continuità tra le aree di
maggior naturalità. In particolare, garantiscono una connessione ecologica da Nord a Sud, ma
anche da Est a Ovest, tra il Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate e il Parco Lombardo
della Valle del Ticino.
Nella cartografia non vengono individuate quelle aree che si possono definire “protette in senso
lato” in quanto pongono dei vincoli riferiti solamente a settori specifici della pianificazione
territoriale determinati per esempio dal Piano Faunistico Venatorio, dal Piano Ittico, dal Piano di
Indirizzo Forestale ecc. Vengono inoltre escluse forme di protezione puntiformi (Monumenti
naturali) oppure di scarsa tutela (Aree di rilevanza ambientale, individuate dalla L.r. 86/83 come
aree per il reperimento di nuove aree protette ma in pratica soggette a nessuna forma di tutela).
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4.2
aprile 2009
UNITÀ ECOSISTEMICHE E CORRIDOI ECOLOGICI
Il Piano Territoriale Paesistico Regionale e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
definiscono le Unità Tipologiche di Paesaggio e individuano l’area in oggetto nell’ambito della
Fascia dell’Alta Pianura, comprendente i “paesaggi della valle fluviale scavata” del Fiume Olona e i
paesaggi dei ripiani diluviali dell’alta pianura asciutta.
Nella suddivisione del territorio effettuata dallo strumento di pianificazione provinciale sopra
richiamato l’area rientra nell’Ambito n. 3 – Medio Olona.
Sul tema degli ambiti paesaggistici, il Volume 2 degli Approfondimenti tematici del PTCP per il
Medio Olona riporta la seguente descrizione (stralcio):
Strutture naturalistiche di definizione dell’ambito:
Fiume Olona
Pianura
Penisole moreniche laterali
Aree boscate
Strutture storiche di definizione dell’ambito
Viabilità romana
Geometria agraria
Geometria dello spazio
Paesaggi di ampia percettibilità – arco alpino
Media percettibilità – colline moreniche, massicci prealpini
Ridotta percettibilità – presenze antropiche e naturalistiche di totale leggibilità
Il PLIS del Medio Olona nasce come corridoio ecologico naturale in direzione Nord-Sud attraverso
la porzione centro meridionale della Provincia di Varese (Figura 4.1). Il corso d’acqua, le sponde
spesso antropizzate, le rive non sempre boscate rappresentano comunque un elemento utile agli
spostamenti della fauna, agli scambi genetici e a fornire una risposta naturale al problema
generale legato alla frammentazione degli habitat.
Nessuna specie è capace di mantenere popolazioni vitali se l’estensione del proprio habitat
scende al di sotto di un determinato valore soglia. Quindi, in una situazione particolarmente
frammentata dagli insediamenti residenziali, artigianali, industriali e commerciali nonché da grandi
vie di comunicazione diventa fondamentale la conservazione e la tutela di quelle aree, anche
limitate, che possono garantire una connettività tra aree caratterizzate da maggior naturalità e
possano esercitate una loro funzionalità ecologica in favore della biodiversità locale.
La definizione di rete ecologica provinciale descritta dal PTCP enfatizza il ruolo del Medio Olona
individuando due varchi di collegamento Est-Ovest, uno tra Gorla Minore e Gorla Maggiore, l’altro
tra Solbiate Olona e Olgiate Olona. Per questi varchi sarà necessario fornire garanzie di tutela
nell’ambito dei rispettivi Piani di Governo del Territorio (PGT) comunali con misure di salvaguardia
e soprattutto potenziamento. Si osservi come il primo varco risulti, sempre nelle cartografie del
PTCP, attraversato longitudinalmente dal tracciato della Pedemontana.
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Figura 4.1 – Rete ecologica provinciale (PTCP Varese, 2007)
4.3
CARTA DELLA VEGETAZIONE
La carta della vegetazione rappresenta non solo uno strumento descrittivo della componente
vegetale nell’ambito degli ecosistemi, ma un elemento indispensabile per i diversi impieghi e
prospettive che essa può consentire. Permette quindi non solo di conoscere la distribuzione delle
diverse formazioni vegetali, ma anche di individuare i principali fattori - climatici, geomorfologici,
biotici e antropici in genere - che agiscono a livello territoriale. Questi documenti rappresentano un
valido supporto per decisioni in merito alla progettazione e gestione territoriale e ambientale.
La cartografia allegata è stata tratta dal seguente lavoro realizzato dalla Provincia di Varese:
Tosi G. e Zilio A., 2000. Progetto SIT-FAUNA. Università degli Studi dell’Insubria, sede di
Varese. Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale. Unità di Analisi e Gestione delle
Biocenosi. Provincia di Varese. Settore Politiche per l’Agricoltura e Gestione Faunistica.
Le tipologie rilevate sul territorio in esame nell’ambito del progetto sopra indicato sono state le
seguenti:
Boschi di latifoglie misti mesofili
Comprendono tutti i tipi di vegetazione arborea senza una chiara espressione di dominanza. Si
tratta di boschi con strato arboreo costituito da due o più specie, delle quali nessuna prevalente
nettamente sulle altre (castagno, robinia, ciliegio selvatico, betulla ecc.). Rappresentano le
superfici forestali caratterizzate dal miglior stato e maggior diversificazione dal punto di vista
naturalistico del comprensorio.
La tipologia si osserva diffusa a macchie nella porzione più settentrionale del PLIS a Nord e a Est
di Gorla Maggiore.
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Boschi di latifoglie submontani degradati
Si tratta di boschi caratterizzati dalla dominanza di specie esotiche naturalizzate, soprattutto
robinia Robinia pseudoacacia, che presentano una copertura >70%, in forma così massiccia da
sostituire completamente le specie delle formazioni originarie. La composizione floristica degli
strati arbustivo ed erbaceo si presenta generalmente povera.
La robinia è una specie originaria del Nord America, importata in Europa per la prima volta nel
1601 e introdotta in Italia circa due secoli dopo. Nel varesotto l’introduzione della robinia sarebbe
avvenuta in pianura e in collina, e la specie avrebbe proceduto da sud verso nord a partire dal
1800 circa, dapprima come pianta ornamentale, quindi utilizzata per recinzioni, e infine per
alberare brughiere e terreni sterili. Nella parte montana è giunta, irregolarmente, una quarantina di
anni dopo. Essendo una specie frugale, adatta cioè a colonizzare svariati tipi di terreno, con alta
velocità di crescita e capacità pollonifera, caratterizza i boschi di latifoglie planiziali e collinari, i
boschi di latifoglie ed aghifoglie dell’Alta Pianura e delle colline moreniche, e dà luogo a formazioni
pure soprattutto in pianura. La grande varietà di ambienti colonizzati e invasi fa sì che la
composizione floristica sia estremamente variabile, in dipendenza della formazione originaria
sostituita e del grado di alterazione antropica.
Altre specie rilevate nel territorio che potrebbero formare in futuro, in assenza di opere mirate di
contenimento, boschi estesi pressoché monospecifici sono la quercia rossa Quercus borealis e il
ciliegio tardivo Prunus serotina.
La quercia rossa è una specie ad alta capacità rigenerativa per disseminazione, introdotta in Italia
dal Nord America nel 1860 circa. Presenta un apparato radicale notevolmente sviluppato e
predilige suoli sciolti e acidi, trovando l’optimum di diffusione nelle zone dei terrazzi alluvionali e
delle colline moreniche.
Il ciliegio tardivo è specie originaria dell’America Nord-Occidentale; introdotto nel 1922 nella
Brughiera di Gallarate, si è rapidamente diffuso, soprattutto nella zona planiziale e lungo la valle
del Ticino. Questa specie tende a sostituire anche la robinia, e dà luogo a formazioni
strutturalmente caotiche (numerosi fusti piegati e contorti), poco pregiate sia da un punto di vista
ricreativo sia economico (scarsa qualità del legno). Le formazioni ove il ciliegio tardivo è a netta
prevalenza manifestano una forte povertà floristica, con la frequente scomparsa di molte specie
dallo strato arbustivo ed erbaceo, quasi totalmente occupati dalla rinnovazione del ciliegio tardivo.
Prati pingui
Si tratta di vegetazioni erbacee semiartificiali per la produzione di foraggio. Vengono sottoposte a
concimazione e sfalcio periodico, ma la composizione floristica viene influenzata solo
indirettamente da parte dell’uomo, attraverso la regolazione dei fattori ecologici e dei rapporti
competitivi. Il ciclico disturbo e la fertilizzazione in genere determinano ricchezza floristiche
elevate, sia come presenza di specie per unità di superficie sia come flora potenziale.
Tipologia ampiamente distribuita “a macchia di leopardo”, spesso associata ad aree agricole, quasi
sempre in prossimità di aree urbanizzate.
Incolti erbacei
Rientrano in questa categoria tutte le formazioni vegetali caratterizzate da una copertura arbustiva
e/o arborea <20% e dalla presenza di specie sinantropiche, come Artemisia vulgaris, Cirsium
vulgare, Malva sylvestris, Achillea millefolium e Capsella bursa-pastoris, Conyza canadensis,
Erigeron annuus, Lepidium virginicum e Bromus sterilis.
Si tratta di ambienti spesso sottovalutati, ma che possono determinare un notevole arricchimento
della biodiversità, soprattutto se gestiti in maniera oculata con piccoli interventi di miglioramento
ambientale.
Si rinvengono aree così classificabili in diversi punti del territorio ma per la maggior parte con
dimensioni minimali non cartografabili.
Boschi di impianto di latifoglie
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Tipologia rilevata in un solo caso, a Est di Gorla Maggiore, si tratta di tipi di vegetazione in cui la
distribuzione dei vegetali sul terreno è direttamente determinata dall’uomo.
Aree agricole: coltivazioni erbacee
Rientrano in questa categoria tutte le aree coperte da colture annuali. Nel nostro caso si tratta
soprattutto di coltivazioni di mais e raramente di erbai pluriannuali. Risultano distribuite soprattutto
frammiste a prati pingui e ad aree urbanizzate. La stretta vicinanza con queste ultime ne riduce
drasticamente la valenza faunistica.
Aree urbanizzate produttive e residenziali
Rientrano in questa categoria le aree edificate (residenziali e produttive) e quelle caratterizzate da
una marcata attività antropica in corso (verde urbano e residenziale, aree a parcheggio ecc.).
4.4
LA FAUNA POTENZIALE
La conoscenza del territorio passa attraverso ricerche di campo e bibliografiche atte a descriverne
le caratteristiche principali.
Dal punto di vista faunistico, l’area è stata interessata da alcuni studi di livello generale, provinciale
e regionale, che ne hanno individuato i caratteri potenziali. Si citano e descrivono di seguito i lavori
più recenti e significativi nei diversi campi.
Entomofauna
Mermet E., 1998. I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Bollettino della Società Ticinese di Scienze
Naturali, n. 86, pp. 25-36.
Articolo dettagliato sulla presenza delle specie di farfalle diurne con indicazioni di riguardanti alcuni
punti di osservazione (il più vicino al PLIS è quello denominato Boschi di Rescaldina).
Fauna ittica
AA.VV., 2001. Carta delle vocazioni ittiche della provincia di Varese. Provincia di Varese. Soc.
Graia, Varano Borghi.
Documento dettagliato che descrive la fauna e i caratteri, dal punto di vista ittico e alieutico, dei
fiumi e dei laghi provinciali, anche con dati di campionamento qualitativi delle acque.
Erpetofauna
Baratelli D., 2001. Rettili e Anfibi della Provincia di Varese. Provincia di Varese.
Piccolo opuscolo sull’erpetofauna varesina con indicazioni, specie per specie, legate a descrizione,
riconoscimento e distribuzione in provincia.
Bernini F., Bonini L., Ferri A., Gentilli A., Razzetti E. e Scali S., 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili
della Lombardia. Monografie di Pianura n. 5, Provincia di Cremona, Cremona.
Atlante realizzato con rilevamenti di presenza/assenza su quadrati di 10x10 km.
Uccelli
Gagliardi A., Guenzani W., Preatoni D. G., Saporetti F. e Tosi G., 2007.
Atlante Ornitologico Georeferenziato della provincia di Varese – Uccelli nidificanti 2003-2005.
Provincia di Varese. Università degli Studi dell’Insubria di Varese, Civico Museo Insubrico di Storia
Naturale di Induno Olona.
Recente atlante provinciale con informazioni qualitative raccolte con l’impiego di Sistemi Informativi
Territoriali.
Mammiferi
Prigioni C., Cantini M., Zilio A. (eds.), 2001. Atlante dei Mammiferi della Lombardia. Regione
Lombardia e Università degli Studi di Pavia: pgg. 324.
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Atlante regionale con informazioni qualitative raccolte su un reticolo di 10x10 km, corrispondente
alle tavole IGM in scala 1:25.000.
Ulteriori informazioni rigardo la fauna locale possono essere acquisite dal Civico Museo Insubrico
di Storia Naturale di Induno Olona che da anni raccoglie osservazioni su flora e fauna dell’intero
territorio provinciale. I dati provengono dal lavoro di ricerca sul campo operato da una rete di
volontari afferenti al Museo.
Tra i Mammiferi si osservi la presenza di specie alloctone, come Nutria e Minilepre, problematica
che rappresenta uno dei pericoli maggiori, insieme al degrado degli habitat, per la conservazione
delle specie autoctone. Si consideri anche la vicinanza con l’areale di presenza dello Scoiattolo
grigio, di provenienza americana, fattore di disturbo e di potenziale estinzione locale del nostro
Scoiattolo rosso.
Di seguito si riporta l’elenco delle specie potenzialmente presenti nell’area. Per gli Uccelli si
indicano le specie potenzialmente nidificanti, ovvero quelle rilevabili nel periodo in cui si osserva
un legame più stretto con i caratteri di disponibilità trofica e di siti di rifugio dell’ambiente.
Classe ANFIBI
Ordine Anura
Famiglia Bufonidae
Rospo comune Bufo bufo
Rospo smeraldino Bufo viridis
Famiglia Ranidae
Rana agile Rana dalmatina
Rana verde Rana synklepton esculenta
Classe RETTILI
Ordine Squamata
Famiglia Lacertidae
Ramarro occidentale Lacerta bilineata
Lucertola muraiola Podarcis muralis
Famiglia Colubridae
Biacco Coluber viridiflavus
Biscia dal collare Natrix natrix
Famiglia Viperidae
Vipera comune Vipera aspis
Classe UCCELLI
Germano reale Anas platyrhynchos
Sparviere Accipiter nisus
Poiana Buteo buteo
Gheppio Falco tinnunculus
Fagiano Phasianus colchicus
Quaglia Coturnix coturnix
Gallinella d’acqua Gallinula chloropus
Beccaccia Scolopax rusticola
Colombaccio Columba palumbus
Tortora collare Streptopelia decaocto
Tortora Streptopelia turtur
Cuculo Cuculus canorus
Civetta Athene noctua
Gufo comune Asio otus
Allocco Strix aluco
Rondone Apus apus
Picchio verde Picus viridis
Picchio rosso maggiore Picoides major
Allodola Alauda arvensis
Rondine Hirundo rustica
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aprile 2009
Balestruccio Delichon urbica
Ballerina bianca Motacilla alba
Scricciolo Troglodytes troglodytes
Pettirosso Erithacus rubecula
Usignolo Luscinia megarhynchos
Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochrurus
Merlo Turdus merula
Canapino Hippolais polyglotta
Luì piccolo Phylloscopus collybita
Fiorrancino Regulus ignicapillus
Codibugnolo Aegithalos caudatus
Cinciarella Parus caeruleus
Cinciallegra Parus major
Cincia bigia Parus palustris
Picchio muratore Sitta europea
Rampichino Certhia brachydactyla
Ghiandaia Garrulus glandarius
Gazza Pica pica
Cornacchia grigia Corvus corone cornix
Storno Sturnus vulgaris
Passera d’Italia Passer domesticus italiae
Passero mattugio Passer montanus
Fringuello Fringilla coelebs
Verzellino Serinus serinus
Cardellino Carduelis carduelis
Lucherino Carduelis spinus
Verdone Carduelis chloris
Zigolo muciatto Emberiza cia
Classe MAMMIFERI
Riccio occidentale Erinaceus europaeus
Toporagno comune Sorex araneus
Toporagno nano Sorex minutus
Toporagno d’acqua Neomys fodiens
Crocidura ventre bianco Crocidura leucodon
Crocidura minore Crocidura suaveolens
Talpa europea Talpa europaea
Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii
Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii
Lepre comune Lepus europaeus
Coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus
Minilepre Sylvilagus floridanus
Scoiattolo rosso Sciurus vulgaris
Quercino Eliomys quercinus
Ghiro Glis glis
Moscardino Muscardinus avellanarius
Arvicola rossastra Clethrionomys glareolus
Arvicola terrestre Arvicola terrestris
Arvicola di Savi Microtus savii
Topolino delle risaie Micromys minutus
Topo selvatico Apodemus sylvaticus
Topolino delle case Mus domesticus
Surmolotto Rattus norvegicus
Ratto nero Rattus rattus
Nutria Myocastor coypus
Volpe Vulpes vulpes
Tasso Meles meles
Donnola Mustela nivalis
Faina Martes foina
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5
RILIEVO DELLE VALENZE GEOLOGICHE
5.1
CARATTERI GEOMORFOLOGICI
aprile 2009
Il territorio in studio è collocato nella zona meridionale della Provincia di Varese, al raccordo tra
l’alta pianura terrazzata lombarda e la fascia pedemontana delle colline del Varesotto.
Le quote altimetriche sono comprese tra 270 e 220 m s.l.m., decrescenti verso sud.
Le principali caratteristiche geologiche e geomorfologiche sono riportate nella relativa tavola e
sinteticamente descritte nella legenda.
In generale il settore in studio occupa un’area di pertinenza del “livello fondamentale della pianura”
nella quale è riconoscibile un settore altimetricamente rilevato attraversato dal Fiume Olona. La
separazione tra settore sovrastante e settore di fondovalle avviene tramite terrazzi morfologici
orientati N-S; entrambi i settori sono caratterizzati da morfologia subpianeggiante o lievemente
ondulata. Nel settore più ribassato, posto a contorno della valle del fiume Olona, sono comunque
osservabili blandi terrazzamenti e piani inclinati più evidenti.
Il maggior elemento morfologico nel territorio è rappresentato dall’incisione valliva del Fiume
Olona, che scorre al centro del PLIS, in direzione Nord Sud. Dopo due anse in territorio di
Fagnano, il corso d’acqua assume andamento piuttosto rettilineo nel settore centro meridionale del
parco.
La valle è delimitata da una scarpata con dislivello di circa 20-30 m e morfologia in parte
regolarizzata per l’accumulo di materiale ghiaioso colluviato al piede dei versanti; in alcuni tratti
tuttavia si osservano risalti subverticali per l’affioramento di banchi conglomeratici.
Le aree di fondovalle presentano caratteri di piana alluvionale con depositi recenti ed attuali a
granulometria prevalentemente fine (ghiaie fini, sabbie, limi sabbiosi).
La generale regolarità della morfologia è interrotta dalla presenza di depressioni artificiali dovute
all’attività estrattiva svolta in diverse cave di ghiaia e sabbia.
5.2
GEOLOGIA DI SUPERFICIE E DEL PRIMO SOTTOSUOLO
Le unità geolitologiche presenti in affioramento sono di seguito elencate e descritte dalla più antica
alla più recente e superficiale.
UNITÀ CONGLOMERATICA DELLA VALLE OLONA
(Pliocene superiore)
(Corrisponde al “Ceppo” degli autori precedenti)
L’unità è costituita da conglomerati grossolani fluviali a supporto clastico, più raramente a supporto
di matrice sabbiosa, a cementazione variabile, localmente molto buona. I clasti sono poligenici, da
arrotondati a sub-arrotondati, generalmente poco selezionati, con diametro variabile fino ad un
massimo di 15 cm. Sono presenti rare strutture fluviali (in prevalenza embricature di ciottoli).
L’unità si presenta grossolanamente stratificata, con limiti di strato irregolari; gli strati hanno
spessore variabile, nell’ordine di qualche decimetro.
Nella parte sommitale l’unità è stratigraficamente interpretabile come facies cementata
dell’Allogruppo di Besnate (Unità della Valle Olona), mentre nella parte inferiore sembra
effettivamente essere l’unità più antica (“Ceppo”).
Area di affioramento: l’unità affiora con una certa continuità sul versante principale della Valle
Olona.
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ALLOGRUPPO DI BESNATE
(Pleistocene medio - superiore)
Nell’ambito dell’Allogruppo è possibile fare le seguenti distinzioni, sia per età sia per composizione
litologica:
UNITÀ DELLA PIANURA
L’unità è costituita da depositi fluvioglaciali comprendenti ghiaie a supporto clastico,
localmente a supporto di matrice. La matrice è prevalentemente sabbiosa o sabbioso-limosa.
I ciottoli sono poligenici, prevalentemente arrotondati con diametro massimo di 30 cm e
modale di circa 10 cm.
La struttura è massiva o a ciottoli embricati con alternanze di strati anche ben selezionati.
Il grado di alterazione è generalmente debole, prevalentemente ai danni dei clasti
carbonatici, granitici e metamorfici che si presentano arenizzati o con patine di ossidazione e
cortex. Le litologie dei ciottoli cristallini sono ancora ben riconoscibili.
Superiormente si individua uno strato pedogenizzato (coltre loessica) di circa 30-70 cm di
spessore, litologicamente costituito da limo bruno-rossastro.
L’unità affiora nelle porzioni più rilevate ai lati della valle dell’Olona, in corrispondenza della
piana fluvioglaciale. Il contatto con la più recente Unità della Valle Olona è individuato da due
terrazzi morfologici continui paralleli al corso d’acqua che attraversano tutto il territorio in
studio con orientazione NW-SE.
UNITÀ DELLA VALLE OLONA
L’unità è costituita da depositi fluvioglaciali comprendenti ghiaie a supporto clastico,
localmente a supporto di matrice. La matrice è prevalentemente sabbiosa (anche
grossolana) e si alterna a sabbia più fine con limo scarso o assente.
I ciottoli sono poligenici, prevalentemente arrotondati con diametro massimo che in alcuni
strati raggiunge i 40-60 cm e mediamente è inferiore o prossimo a 15-20 cm.
Si osserva la presenza abbastanza ricorrente di strati ghiaiosi a granulometria più grossolana
alla profondità di circa 3 m.
Il grado di alterazione è generalmente debole e si manifesta essenzialmente ai danni di
alcuni clasti carbonatici e di alcuni clasti granitici che si presentano arenizzati.
Il profilo di alterazione superficiale è debole (massimo 10 cm) o assente.
L’unità appoggia sul Ceppo. Lo spessore, dedotto dai dati stratigrafici dei pozzi presenti nel
territorio in esame, sembra essere inferiore a 10 m.
L’unità affiora lungo due fasce poste in destra e in sinistra idrografica al disopra della
scarpata principale del Fiume Olona.
UNITÀ POSTGLACIALE
(Pleistocene superiore – Olocene)
L’unità è costituita da depositi fluviali e di esondazione comprendenti ghiaie fini poligeniche con
livelli pluridecimetrici di sabbie, limi sabbiosi e limi con rari ciottoli.
È caratterizzata da un’alterazione poco evoluta con suoli assenti o poco sviluppati. La sua
superficie limite superiore coincide con la superficie topografica, mentre la sua superficie limite
inferiore è una superficie di erosione che pone l’Unità Postglaciale a contatto con le unità più
antiche.
L’Unità affiora lungo la valle del Fiume Olona.
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5.3
aprile 2009
IDROGEOLOGIA
Classificazione delle unità di sottosuolo
Sulla base delle caratteristiche litologiche dedotte dalle stratigrafie dei pozzi esistenti nel territorio
in studio, si riconoscono nel sottosuolo varie unità idrogeologiche, distinguibili per la loro
omogeneità di costituzione e di continuità orizzontale e verticale.
Le unità idrogeologiche si succedono, dalla più profonda alla più superficiale, secondo il seguente
schema:
1) UNITÀ DELLE ARGILLE PREVALENTI
L’unità è caratterizzata dalla prevalenza di depositi fini (argillosi e limosi), talora fossiliferi, a cui si
intercalano localmente livelli ghiaioso sabbiosi contenenti rare falde confinate, captate da alcuni
pozzi pubblici presenti nell’area.
Dall’esame delle stratigrafie dei pozzi e dall'interpretazione generale delle sezioni idrogeologiche in
corrispondenza dei pozzi pubblici del territorio in esame, il tetto dell'unità individuato dalla
comparsa di livelli di argille franche, è posto tra i 180 ed i 200 m.
2) UNITÀ DELLE ALTERNANZE GHIAIOSO-ARGILLOSE
È costituita dall’alternanza di ghiaie e sabbie e livelli arealmente continui di argille con permeabilità
molto bassa o nulla. Il limite inferiore di tale unità è definito in corrispondenza di alcune
perforazioni profonde (pozzi pubblici) nei comuni interessati ed è posto ad una profondità di circa
180-190 m dal p.c. Lo spessore di tale unità raggiunge i 60-70 m. L’unità è sede negli strati
ghiaiosi e sabbiosi di falde idriche intermedie e profonde di tipo confinato e semiconfinato,
generalmente riservate all’uso potabile e captate da alcuni pozzi profondi del territorio. Gli acquiferi
dell’unità presentano un basso grado di vulnerabilità intrinseca essendo delimitati a tetto da livelli a
bassa permeabilità arealmente continui con funzione di protezione dalle contaminazioni
superficiali.
3) UNITÀ DELLE GHIAIE E SABBIE PREVALENTI
È costituita in prevalenza da ghiaie con ciottoli e sabbie pulite, passanti localmente a ghiaie
argillose, conglomerati ed intercalazioni argillose.
Tale unità è presente con continuità in senso orizzontale e verticale, presenta uno spessore
complessivo di 120-130 m ed è sede dell’acquifero superiore di tipo libero o localmente
semiconfinato con soggiacenza media di circa 30-40 m dal p.c.
L’elevata vulnerabilità intrinseca di tale falda è generalmente testimoniata dalle scadenti
caratteristiche qualitative delle acque, che presentano elevati valori di nitrati e, localmente, di
solventi clorurati.
Caratteri piezometrici locali
Per ricostruire la piezometria locale si è fatto riferimento allo studio idrogeologico realizzato nel
2007 dall’ATO della Provincia di Varese. In Figura 5.1 è riportato un estratto della carta geologica
di tale studio, dove è illustrata la posizione dei pozzi (a vario uso) e le linee isopiezometriche.
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220
215
210
205
200
195
Quota falda
(m s.l.m.)
Figura 5.1 – Estratto della Carta Idrogeologica (ATO Provincia Varese, 2007)
La componente locale del flusso idrico della falda assume in generale una direzione NNW-SSE; le
quote piezometriche sono comprese tra 220 e 195 m s.l.m., con una soggiacenza compresa tra 30
e 50 m da p.c.
Il gradiente idraulico tende a diminuire procedendo da W ad E assumendo valori medi compresi tra
5‰ e 8‰.
Nel settore Nord l’Olona drena la falda, come osservabile anche dall’andamento delle linee
isopiezomentriche, mentre a Sud il Fiume è sospeso di una ventina di metri rispetto alla superficie
piezometrica, svolgendo un’azione di alimentazione per infiltrazione.
5.4
VINCOLI INSISTENTI SUL TERRITORIO
Sul territorio in esame sono stati individuati vincoli relativi ai corsi d’acqua e ai boschi, ai sensi
della L. 431/85. Tali vincoli sono illustrati di seguito.
5.4.1 VINCOLI SUI CORSI D’ACQUA
I vincoli sui corsi d’acqua sono definiti ai sensi dell’Art. 146 – lett. c - comma 1 – Ex L. 431/85, che
prevede delle fasce di rispetto di 150 m.
Da Ovest a Est sono stati individuati (Figura 5.2):
¾ il Torrente Tenore, sul confine occidentale del Comune di Fagnano;
¾ il Fiume Olona, che attraversa il territorio del PLIS al centro da Nord a Sud e rappresenta il
confine tra i vari Comuni;
¾ il Fontanile di Tradate, che scorre nella porzione orientale del territorio di Gorla Maggiore e
termina a Gorla Minore.
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Figura 5.2 – Corsi d’acqua e relativi vincoli (Piano Cave Provincia di Varese, 2007)
5.4.2 VINCOLI SUI BOSCHI
I vincoli sui boschi sono definiti ai sensi dell’Art. 146 – lett. g - comma 1 – Ex. L. 431/85.
I dati riportati in Figura 5.3 sono stati desunti dal Piano Cave della Provincia di Varese. Sono
evidenziate due fasce ai lati della valle del Fiume Olona e le aree all’esterno dei centri abitati,
lungo i confini dei Comuni.
Figura 5.3 – Boschi sottoposti a vincolo L. 431/85 (Piano Cave Provincia di Varese, 2007)
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5.5
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RETE IDRICA
La rete idrica nella zona in studio si sviluppa con direttrice Nord-Sud. Il corso d’acqua principale è
rappresentato dal Fiume Olona, ad Ovest si trova il Torrente Tenore mentre sul confine orientale
scorre il Torrente Fontanile di Tradate.
5.5.1 IL FIUME OLONA
Il Fiume Olona rappresenta uno dei fiumi principali che attraversano l’area orientale della provincia
di Varese. Il suo bacino idrografico misura complessivamente 475 km2 ed interessa il territorio di
quattro province lombarde (Varese, Como, Milano e Pavia). La lunghezza totale del corso d’acqua
è di 121 km.
Secondo la tradizione, il fiume nasce nelle Prealpi varesine, presso la Rasa di Varese in località
Fornaci della Riana, ad una quota di circa 600 m s.l.m. In realtà il fiume raccoglie le acque di più
sorgenti presenti nelle aree alle pendici del Monte Chiusarella e del Monte Legnone.
A valle dell’abitato di Bregazzana, in località Cascina Selve, il fiume riceve le acque del ramo
orientale dell’Olona, che ha le sorgenti in Valganna e che percorre la cosiddetta Valle delle Grotte.
Il bacino del corso d’acqua può essere distinto in due settori, con limite posto all’altezza di Ponte
Gurone (Malnate):
• settore montano, caratterizzato dalle propaggini del sistema dei rilievi in substrato roccioso e
dalla presenza delle creste moreniche principali, in cui sono presenti diversi affluenti in sinistra
idrografica, tra cui il torrente Bevera e il torrente Lanza (detto anche Ranza o Anza), che a sua
volta è alimentato dal torrente Clivio. In destra idrografica si aggiunge il rio Vellone;
• settore centro meridionale in cui il corso d’acqua scorre in una valle fluviale ben definita da una
serie di terrazzamenti fluvioglaciali (lungo cui sono distribuiti altri affluenti, tra cui il torrente
Quadronna, il torrente Selvagna, il Riale e il Marubbio di Gornate) fino al limite sud del comune
di Castellanza, oltre il quale si perdono i terrazzi laterali ed il corso d’acqua scorre a livello del
piano campagna in un ambito prevalentemente pianeggiante.
Entra nella provincia di Milano nel comune di Legnano, dopo un percorso di circa 60 km e il suo
corso pianeggiante viene interrotto a Rho, dove entra nello Scolmatore di Nord Ovest, che scolma
appunto le piene del fiume (fino a 25 m3/s) in corrispondenza dell’opera di presa Olona 1. In uscita
dal comune di Rho, al confine con Pero, in corrispondenza del “Ramo Seveso” del Canale
Scolmatore è posto un secondo manufatto di scolmo delle piene denominato “Olona 2”. Nel tratto
tra la presa “Olona 1” e la presa “Olona 2”, in sinistra idrografica, vi è l’immissione dei torrenti
Bozzente e Lura. Dalla presa “Olona 2”, il fiume percorre un tratto a cielo aperto ed entra nel
comune di Milano completamente tombinato, da cui esce con il nome di Lambro Meridionale.
A Sant’Angelo Lodigiano si immette nel Lambro Settentrionale, affluente del fiume Po.
L’urbanizzazione della valle fluviale fino all’altezza dell’autostrada Milano-Varese, al confine tra
Olgiate Olona e Marnate si mantiene abbastanza ridotta, limitata in genere ad insediamenti
produttivi storici, lambiti o in alcuni casi attraversati dal corso d’acqua, molti dei quali avevano, o
hanno tuttora, la concessione a derivare acqua a scopi produttivi o per la produzione di energia
elettrica.
Più a sud l’Olona entra in un contesto altamente urbanizzato, nel quale le evidenze morfologiche
risultano parzialmente o totalmente mascherate dal massiccio sviluppo delle aree edificate in cui il
corso del fiume, il suo alveo, le sponde, la golena e anche le aree di espansione e di divagazione
naturale sono state nel tempo modificate, rettificate, tombinate ed edificate.
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All’interno del PLIS il Fiume Olona scorre da N a S, per una lunghezza di circa 8150 m, in un
contesto pianeggiante.
Il corso d’acqua rappresenta il confine comunale orientale di Fagnano, Solbiate e Olgiate e quello
occidentale di Gorla Maggiore, Gorla Minore e Marnate.
Dopo due anse in territorio di Fagnano, l’andamento diviene piuttosto rettilineo nel settore centro
meridionale del parco; l’alveo attivo, interamente a cielo aperto, risulta incassato mediamente di
circa 1-2 m rispetto ai terreni della piana alluvionale circostante. La pendenza media è del 2‰.
L’assetto morfologico naturale della piana alluvionale è stato nel corso degli anni alterato con
interventi antropici sempre più prossimi al corso d’acqua e che ne hanno condizionato l’evoluzione
ed il regime idraulico.
Il tracciato attuale risulta in molti punti modificato e rettificato, non più coincidente con l’originario
tracciato riportato sulle mappe catastali.
5.5.2 IL TORRENTE FONTANILE DI TRADATE
Il torrente Fontanile di Tradate (detto anche Rabaù) scorre sul territorio comunale di Gorla
Maggiore e Gorla Minore, interessando il settore orientale del PLIS dove si sviluppa per oltre 3 km.
Si origina alla confluenza del torrente Valgrassa e del torrente Valascia.
Il bacino imbrifero del torrente ha forma allungata, con una superficie di circa 24 km2 e si estende
in direzione nord-sud. Il torrente ha inizio in prossimità di Binago e di Calstelnuovo Bozzente con il
nome di torrente Valascia di Castelnuovo Bozzente, alla quota di circa 400 m s.l.m. e termina,
dopo un percorso di circa 18 km, in comune di Gorla Minore (quota 250 m s.l.m.) con
disperdimento delle acque nel sottosuolo.
Il suo principale affluente è il torrente San Giorgio, che ha un bacino imbrifero di circa 13 km2 e che
si immette nel Fontanile di Tradate tra Venegono Inferiore e Tradate alla quota di 300 m s.l.m.
Il Fontanile ha carattere di corpo idrico occasionale, con regime discontinuo fortemente influenzato
dal regime meteorico e con forte caratterizzazione stagionale. La pendenza del torrente oscilla
attorno all’1%.
L’attuale disposizione del corso d’acqua è frutto di opere di regimazione realizzate per la maggior
parte nella seconda metà del ‘700 e finalizzate ad evitare le esondazioni a valle dell’area in esame
da parte del torrente Bozzente, dove tendenzialmente confluivano le acque del torrente Gradaluso
e del torrente Fontanile di Tradate.
La ricostruzione storica dei percorsi dei tre Torrenti Bozzente, Gradaluso e Fontanile di Tradate e
delle vicissitudini accadute nel territorio è accuratamente esposta nella pubblicazione a cura di
Peppino Donzelli “Storia dei tre torrenti Bozzente – Gradaluso – Fontanile dall’anno 1500 fino
all’epoca della loro separazione del 1762 ai giorni nostri – 1986”.
Verso la fine del XVI secolo il Fontanile di Tradate scorreva seguendo un corso quasi simile a
quello attuale e fino all’anno 1712 non si trova notizia di grandi variazioni di percorso o danni
provocati dal torrente.
Nell’agosto del 1950, durante una piena, il torrente ha deviato il suo corso con andamento
incassato lungo una strada secondaria detta Mezzanella, che collegava Tradate a S. Martino,
congiungendosi in questo modo al torrente Gradaluso già in precedenza collegato al Bozzente e
portando la devastazione delle acque in piena fino al territorio di Rho.
Durante un nuovo episodio di piena il Fontanile ha rotto l’argine vicino ad una strada molinara
(l’attuale strada Locate Varesino – Gorla Maggiore) e, seguendola, ha raggiunto la valle dell’Olona,
provocando danni ai mulini dei paesi rivieraschi. Immediatamente è stata disposta la chiusura di
questo nuovo corso, restituendo il Fontanile al suo antico alveo, scorrendo unito al torrente
Gradaluso e al torrente Bozzente.
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Nel mese di luglio 1756 si è verificato un nuovo episodio di piena con conseguenze disastrose. Ciò
ha indotto alla necessità di predisporre nel più breve tempo possibile un piano razionale per la
sistemazione definitiva dei tre torrenti, la loro separazione e la dispersione delle acque del
fontanile di Tradate nei boschi di Gorla e Rescalda su una vasta superficie di boschi, separandole
da quelle di spandimento del torrente Gradaluso per mezzo di una lunga serie di arginature.
Nel corso del 1762 furono ultimati i lavori di separazione e di deviazione dai centri abitati dei corsi
dei tre torrenti, a conclusione di due secoli di progetti e lavori. In questo modo è stata data ai
torrenti la sistemazione razionale e definitiva che presentano ancora oggi.
5.5.3 IL TORRENTE TENORE
Il Torrente Tenore ha una lunghezza complessiva di 19 km e, con il torrente Rile di 12.5 km e il
Rile-Tenore di 6 km, forma un bacino imbrifero avente un'espansione massima di circa 18 km².
Scorre al limite Nord-occidentale del PLIS in oggetto, sul territorio comunale di Fagnano Olona.
Il corso d’acqua nasce in prossimità di Cascina Caronnaccio, nel Comune di Morazzone e
prosegue verso Sud attraversandi il territorio dei Comuni di Gornate Olona, Caronno Varesino,
Carnago, Castelseprio, Cairate per giungere poi a Fagnano Olona. Dopo aver attraversato il PLIS,
il torrente giunge a Cassano Magnago e infine a Busto Arsizio dove sfocia nelle vasche di
laminazione e spagliamento controllato delle acque in cui confluisce anche il torrente Rile.
5.5.4 IL RETICOLO IDRICO MINORE
Il reticolo idrografico minore è definito dalla D.G.R. n. 7/7868 del 25 Gennaio 2002, modificata
dalla D.G.R. n. 7/13950 del 1 agosto 2003, che fornisce anche i criteri e gli indirizzi per
l’effettuazione delle attività di polizia idraulica di competenza dei Comuni.
Il reticolo minore, individuato in base al regolamento di attuazione della L. 36/94, coincide con il
reticolo idrico costituito da tutte le acque superficiali ad esclusione dei corpi idrici classificati come
principali e di tutte “le acque piovane non ancora convogliate in un corso d’acqua od in cisterne ed
invasi”.
In particolare comprende tutti i corsi d’acqua che rispondono ad almeno uno dei seguenti criteri:
• siano rappresentati come corsi d’acqua sulle cartografie ufficiali (IGM, CTR);
• siano indicati come demaniali nelle carte catastali o in base a normative vigenti;
• siano stati oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici.
Ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000 n. 1 – art.114 “Riordino del sistema delle autonomie in
Lombardia. Attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dallo Stato alle regioni ed agli enti locali in attuazione del capo I della legge 15
marzo 1997, n. 59)” modificata dalla l.r. 24 marzo 2004 n. 5 “Modifica a leggi regionali in materia di
organizzazione, sviluppo economico e territorio. Collegato ordinamentale 2004” – art. 22, ai
comuni sono trasferite le funzioni relative all’adozione dei provvedimenti di polizia idraulica
concernenti il reticolo idrico minore, limitatamente ai corsi d’acqua indicati come demaniali in base
a normative vigenti o che siano stati oggetto di interventi di sistemazione idraulica con
finanziamenti pubblici.
Gli studi disponibili, realizzati a scala comunale, hanno permesso di identificare il reticolo
idrografico minore nel territorio in studio, costituito da canali e diramazioni varie dal Fiume Olona.
Inoltre nel settore orientale del territorio in studio sono stati individuati i seguenti corsi d’acqua:
• Roggia Molinara;
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•
•
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Canale Olonella;
Tributario in sponda idrografica sinistra del torrente Fontanile di Tradate.
La Roggia Molinara, così definita sulle mappe catastali, costituisce un canale attualmente sede
dello sfioro della rete fognaria comunale di Gorla Minore. In passato, prima della realizzazione e
dell’allacciamento al canale collettore consortile diretto al depuratore di Olgiate Olona, esso veniva
utilizzato come canale scolmatore dell’intera fognatura comunale, con recapito finale nel Fiume
Olona.
Il canale è quasi interamente delimitato da sponde in terreno, con argine in sponda idrografica
destra.
Il canale anticamente derivava direttamente dal Fiume Olona, a monte dell’insediamento produttivo
della Cartiera Olona, come visibile dalle mappe catastali e dalla tavoletta IGM Busto Arsizio a
scala 1:25.000. Probabilmente era ricompreso tra le “rogge molinare”, un complesso sistema di
canalizzazioni realizzate per condurre acqua alle pale dei mulini distribuiti lungo la Valle dell’Olona,
ormai quasi completamente scomparsi.
Il tratto di canale compreso tra il Fiume Olona e il punto di sfioro della fognatura a valle di via
Garibaldi a Gorla Minore attualmente risulta privo di funzionalità idraulica ed è stato
sdemanializzato (la relativa particella risulta numerata sulle carte catastali).
In corrispondenza del limite settentrionale dell’insediamento produttivo della B.I.R. (Bustese
Industrie Riunite) il canale sottopassa la strada per Olgiate Olona e si dirige verso il Fiume Olona.
Questo tratto di canale è interamente artificiale, costituito da alveo e sponde in calcestruzzo. Il
recapito nel fiume Olona avviene attraverso un’apertura nel muro laterale destro, collegata al fiume
da un tubo un calcestruzzo. Non è stato possibile definire quale delle due aperture visibili dal ponte
sul Fiume Olona sia direttamente collegata al canale scolmatore.
Il canale scolmatore è dotato di un ulteriore tratto a valle dell’apertura di scarico, sempre con
scarico nell’Olona.
Il canale Olonella e gli altri canali/rogge derivanti dal Fiume Olona e distribuiti nella piana
alluvionale, non hanno più funzionalità idraulica in quanto non risultano più in connessione con il
corso d’acqua alimentante (Fiume Olona). Inoltre i canali non sono più riconoscibili perché interrati
o completamente smantellati e in alcuni casi ricompresi negli ambiti di pertinenza di alcuni edifici
produttivi presenti nell’area.
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6
RILIEVO DELLE VALENZE PAESAGGISTICHE E STORICHE
6.1
VALENZE ARCHITETTONICHE
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6.1.1 EDIFICI RELIGIOSI
Il solco vallivo del fiume Olona è poco infossato e il fiume si trova a scorrere su un subtrato
roccioso. Sulle ripe più scoscese affiorano formazioni di sabbie, ghiaie e conglomerati di origine
fluvio – glaciale. Ecco quindi cave che sin dal XVI hanno fornito materiale per la realizzazione di
chiese e basiliche di cui la zona è ricca.
Si riportano gli edifici religiosi di maggior pregio:
FAGNANO OLONA
Chiesa della Madonna della Selva
È l’edificio religioso più antico del Comune. Il santuario della Madonna della Selva conserva la sua
parte più antica nella cappella maggiore, mentre il portico antistante risale al XVI secolo.
Chiesa di San Giovanni Battista
Già esistente nel XV secolo, anche se le prime descrizioni della struttura risalgono al 1566,
l’edificio attuale mostra le modifiche apportate negli anni Sessanta. Nel 1647 diventa parrocchia,
staccandosi così da Fagnano e da Cairate e dando così un’identità anche a Bergoro.
Parrocchiale di San Gaudenzio
Edificata nella prima metà del Settecento sulla base di alcuni disegni dell’architetto milanese
Dionigi Maria Ferrari, è la chiesa più grande di Fagnano Olona. Si presenta con un imponente
portico neoclassico con frontone sul quale è dipinta l’immagine di San Gaudenzio vescovo di
Novara.
GORLA MAGGIORE
Cappella Baraggiola
Oratorio campestre che si trova a pochi metri dal confine con Gorla Minore, nella località chiamata
"Baraggiola", è nato originariamente come luogo di preghiera. È stato eretto probabilmente per
propiziare la bonifica a scopi agricoli dell’area.
Chiesa di San Carlo
Una sola navata (11 per 16 metri) divisa in tre campate con l'abside quadrata e rivolta verso
oriente: questa la forma caratteristica della chiesa di San Carlo. Progettata dall'architetto Giovanni
Battista Bombarda, di cui si conosce anche il progetto.
Chiesa di Santa Maria Assunta
La prima notizia riguardante la Parrocchiale risale ad alcuni documenti che sono stati trovati nella
biblioteca del capitolo di San Lorenzo di Milano e che risalgono al 1147 e 1176.
GORLA MINORE
Chiesa dei Santi Nazario e Celso
Nella frazione di Prospiano si trova la chiesa dei Santi Nazario e Celso, edificio antecedente al
1500, ma che è stato ricostruito a partire dal 1961. All'interno sono custodite diverse opere
provenienti dal Santuario della Madonna dell'Albero.
Chiesa di San Lorenzo
Edificata sull'antica cappella dedicati ai Santi martiri diaconi Lorenzo e Vincenzo e ampliata nel
XVI secolo, conserva opere di notevole intesse. Affascinante anche la sua origine: secondo una
suggestiva ipotesi, l'edificio sarebbe sorto sul luogo già consacrato al culto pagano della dea
Diana.
Collegio Femminile Gonzaga
Nel 1908, la Congregazione delle figlie di Maria Santissima al tempio, fondata nel 1833, costruisce
a Gorla un'edificio per l'educantato femminile. L'ordine trasferì così la sede da villa Gonzaga a
Olgiate Olona, diventata ormai troppo piccola e inadatta per le crescenti necessità, a Gorla Minore.
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Oratorio di San Maurizio
L'edificio originario risale al IX secolo ed era sorto come cappella privata dei Terzaghi. Ora è
inserito nel complesso del Collegio Rotondi.
Santuario della Madonna dell'Albero
Il Santuario della Madonna dell'Albero a Prospiano, anticamente indicato come “chiesa campestre
di Santa Maria in Arbore” contiene un ciclo di affreschi attribuiti al frate umiliato Giacomo
Lampugnani e risale agli ultimi anni del ‘400.
MARNATE
Chiesa di Santa Maria in Piazza
Originariamente parte delle opere difensive a protezione della strada che portava alle Gallie,
successivamente fu trasformata in luogo di culto. All'interno è conservato un bellissimo affresco del
1200 raffigurante una Madonna col bambino, da cui prende il nome l'edificio.
Chiesa di Santa Maria Nascente Nella frazione di Nizzolina, ricavata nel vecchio lazzaretto e con
un soffitto di legno con capriate decorato con fregi a motivi floreali.
Parrocchia di Sant'IlarioLa chiesa fu costruita attorno al 1500 sui resti della più antica chiesa di
Santa Maria e Sant'Ilario. Nel 1902 fu ampliata su progetto dell'architetto marnatese Camillo
Crespi, che costruì l'attuale facciata con campanile al centro: un particolare piuttosto raro nella
costruzione delle chiese.
OLGIATE OLONA
Chiesa dei Ss. Martiri Stefano e Lorenzo
La chiesa prepositurale rappresenta il frutto di rifacimenti e ampliamenti della chiesetta invernale
dedicata a Santo Stefano, risalente al VIII secolo, che sorgeva sulla stessa area, in posizione
diametralmente opposta alla chiesetta estiva di San Lorenzo.
Chiesa di San Gregorio Magno
L’oratorio fu edificato nel 1668 sull'area del Lazzaretto su donazione del conte Giuseppe Besozzi.
All’interno sono contenute la pala di San Gregorio e le statue dell'Addolorata e San Gregorio.
Conserva anche una statua della Madonna Addolorata.
Chiesa S.Antonio Abate
Situata sulla via che conduce a Solbiate Olona, la chiesa di Sant'Antonio Abate
architettonicamente è composta da quattro campate, con soffitto a cassettoni. Le pareti sono
abbondantemente decorate da figure e simboli che ricordano la Vergine Maria.
Statua di San Carlo Borromeo
Opera risalente al 1752 voluta dal marchese Giampaolo Mollo inizialmente posta al centro della
piazza e trasferita a metà del secolo scorso a fianco della prepositurale.
SOLBIATE OLONA
Chiesa di Parrocchiale di Sant’Antonino Martire
Risale al 1580 circa ed è decorata con affreschi risalenti al XVII secolo. La chiesa è composta da
tre navate, da un transetto e da due sagrestie. La costruzione si ispira alle antiche basiliche
cristiane, pur considerando le esigenze della vita parrocchiale moderna.
Chiesa sussidiaria di Solbiello
Le origini di questa costruzione risalgono all’undicesimo secolo, mentre dati più certi testimoniano
la sua esistenza già nel ‘600. A seguito di alcuni lavori di restauro, la pianta dell’edificio religioso è
mutata da quadrata in rettangolare.
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6.1.2 ALTRI PUNTI DI INTERESSE ARCHITETTONICO
FAGNANO OLONA
Candeggio Pigni
L’unità produttiva si segnala non tanto per le peculiarità architettoniche dell’edificio, oggi
abbandonato, quanto per le sue remote origini che sembrano risalire alla fine del XVIII secolo a
opera di Giovanni Pigni. In disuso dal 1975.
Castello Visconteo
Sono scarse sono le notizie circa le sue origini; pare comunque che il maniero fosse già esistito,
proprio come luogo fortificato e di difesa (come del resto testimonia il fossato ormai prosciugato),
in epoca romana.
Cotonificio Enrico Candiani
Percorrendo la strada tra Fagnano e Gorla Maggiore si scorge l’imponente edificio del Cotonificio
Candiani. Il settore primitivo di tessitura, candeggio e tintoria era stato costruito nel 1895. Nel 1902
era seguito quello di candeggio e tintoria.
Fonte di Manigunda
È un’antica fonte che si trova nella frazione Bergoro, a mezza costa sulla strada che scende in
Valle.
La tradizione racconta che Manigunda, una nobildonna longobarda, guarì bevendo proprio l’acqua
della fonte e che, in segno di riconoscimento per questa guarigione, avrebbe poi fondato, nel 737,
il monastero di Cairate dedicato a Santa Maria Assunta. Documenti del 742 riportano che
Anastasio, vescovo di Pavia, la frequentava.
Scuola Via Pasubio
Nel 1972 il famoso architetto Aldo Rossi costruisce la Scuola elementare di Fagnano Olona. Anche
in questo progetto Rossi mette in evidenza il problema del rapporto tra le forme e la funzione
senza dimenticare il ruolo sociale che l’architettura deve ricoprire. Infatti l’edificio si apre verso la
comunità attraverso la corte gradonata e la presenza della grande biblioteca, ricoprendo un ruolo
centrale in un’area negli anni 70 soggetta a forte espansione abitativa. L’edificio è menzionato a
pieno titolo tra le opere che testimoniano il lavoro di Aldo Rossi.
GORLA MAGGIORE
Il Palazzo Comunale
Quello che viene chiamato l'ex-palazzo Negroni-Casati, che ospita dal 1923 il Municipio, è stato
abitato soprattutto dai Terzaghi (dal 1650 al 1857), dapprima come feudatari, poi come principali
proprietari terrieri (precedentemente apparteneva alla famiglia varesina dei Frotta).
La Torre Colombera
Lo spessore delle murature perimetrali e la mancanza di decorazioni pittoriche dimostrano che la
torre Colombera ha svolto un'importante funzione difensiva.
MARNATE
Bunker
La struttura è stata realizzata nel 1944 dai tedeschi, probabilmente in concomitanza con
l’operazione Odessa; la sua funzione, durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, non
è mai stata chiarita.
OLGIATE OLONA
Case di via Tovo
Raro esempio di edifici rurali medioevali. Anche in via san Genesio si trovano abitazioni risalenti
allo stesso periodo.
Cotonificio Giovanni Candiani
La filatura nacque nel 1882 per volontà di Giovanni Candiani, figlio del celebre industriale
bustocco, che aveva fondato un altro stabilimento a Cairate. Nata su dei pre-esistenti mulini,
l’edificio è stato trasformato e ampliato agli inizi del Novecento.
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Villa Greppi Gonzaga
Situata nella parte centrale del paese, ha uno splendido belvedere: il panorama spazia dalle
Prealpi alla pianura milanese. Costruita nella prima metà dell'Ottocento su una villa Seicentesca di
dimensione molto più ridotte, nel 1900 è diventata sede del Collegio Gonzaga, gestito dalla
Congregazione delle Pie Signore della Presentazione di Como. Nel 1918 villa Gonzaga fu venduto
al Comitato dell'Opera di Prevenzione Antitubercolare Infantile. Negli anni Settanta venne ceduto
dall'Opai all'amministrazione comunale olgiatese e sottoposta a un intervento conservativo
importante.
Conserva all’interno una serie di tempere dipinte da Antonio Rubino, illustratore del Corriere dei
Piccoli, nel 1939.
Villa Restelli
Armonioso complesso ottocentesco in stile neo-rinascimentale. Forse edificata sui resti del
leggendario castello di Olgiate.
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6.1.3 ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Le tabelle seguenti descrivono i siti di archeologia industriale individuati nel territorio del PLIS.
Amideria Fratelli Gadda (Ex Filatura Introizzi)
Località Balzarine, Fagnano Olona - 21054
Indirizzo Via Carso, 17
Uso In abbandono
Usi precedenti Tessitura Salmoiraghi; Al 1901 Filatura Introizzi; Dal 1920 Amideria Gadda
Accesso Da Fagnano Strada Comunale per Balzarine
Caratteristiche
Opificio Amideria
Data di costruzione Prima del 1901
Fonti
Riferimenti Bibliografici
“Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , Liugi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati
di Archeologia industriale in Lombardia
Candeggio Pigni
Località Balzarine, Fagnano Olona - 21054
Indirizzo Viale Carso, 65-69
Uso Dal 1975 in disuso
Usi precedenti Al 1920 F.lli Pigni Candeggio; Al 1951 Oscar Bulloni
Accesso Da Fagnano Strada Comunale per Balzarine
Interno accessibile no
Caratteristiche
Opificio Candeggio
Infrastrutture Ferrovia Valmorea
Informazioni storiche
Data di costruzione Dati storici risalenti al 1795
Nel 1795 la famiglia Pigni sottoscrisse un atto con i Visconti Borromeo per un bocchello di diramazione da
adibire all’uso di sbianca.
Note storiche 1864 – proroga della licenza
1885 – viene intestata a Gaspare Pigni una banchina di lavaggio tele
Nel 1972 cessa qualsiasi attività e gli edifici sopravvissuti all’abbandono risultano in pessime condizioni
Fonti
Riferimenti Bibliografici
“Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , Liugi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati
di Archeologia industriale in Lombardia
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Ex Cotonificio Enrico Candiani
Località Fagnano Olona
Indirizzo Via C. Colombo, 90
Uso Sono presenti piccole attività imprenditoriali
Usi precedenti Cotonificio e stampa dei tessuti
Caratteristiche
Opificio Fabbrica orizzontale costituita da capannoni a shed a un piano e rivestita di laterizio a vista
Infrastrutture Stazione e impianto ferroviario
Informazioni storiche
1895 (settore primitivo di tessitura, candeggio e tintoria), 1902 (nuovo reparto di candeggio e
Data di costruzione tintoria), 1930 (costruzioni sulla riva sinistra dell'Olona per candeggio a prato)
Committente Enrico Candiani
Nel 1895 viene presentato un progetto per la trasformazione dei Mulini Taglioretti in uno
stabilimento per candeggio, tintoria e tessitura con la costruzione di una banchina di lavaggio per i
filati. L’edificio venne poi costruito sul lato sud verso Gorla Maggiore.
Note storiche Nel dopoguerra ci fu un periodo di crisi e venne eliminato il reparto tessitura.
In seguito a di danni causati da varie piene la fabbrica venne chiusa e n seguito rilevata per
proseguire l’attività di stamperia e tintoria sino al 1995. Attualmente il sito sono presenti piccole
attività imprenditoriali
Fonti
Riferimenti “I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale”, a cura di A. Garlandini, M.
Negri, Milano, Regione Lombardia“, “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini”, di Liugi Carnelli
Bibliografici 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia
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Mulino Bosetti - Mulino Ponti - Scandroglio
Località Castellazzo, Fagnano Olona - 21054
Indirizzo Via G. Cesare, 4
Caratteristiche
Uso Abitazioni
Usi precedenti Al 1772 Mulino G. Visconti; Al 1857 Mulino del Ponte; Mulino Bosetti
Accesso Da Fagnano Olona prendere la Strada Comunale per Balzarine e, dopo il ponte, a destra
Interno accessibile No
Opificio Mulino
Informazioni storiche
Data di costruzione Prima del 1733
Nel 1733 la Contessa Visconti Borromeo risulta proprietaria.
Nel 1878 viene richiesto di cambiare la vecchia ruota in legno con una ruota idraulica.
Fonti
Riferimenti “I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale”, a cura di A. Garlandini,
M. Negri, Milano, Regione Lombardia, 1 - “, “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , di Luigi
Bibliografici Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia.
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Tre Mulini detti Mulino del Sasso
Località Balzarine, Fagnano Olona - 21054
Indirizzo Viale Carso, 13
Caratteristiche
Uso Ristrutturato, ospita abitazioni
Al 1772 Mulino prop. G. Visconti; Al 1857 Mulino Bossi; Al 1881 Mulino Bossi e Annoni; Al 1931
Usi precedenti Mulino del Sasso
Accesso Da Fagnano Strada Comunale per Balzarine
Opificio Mulino
Informazioni storiche
Data di costruzione Prima del 1772
1874- il proprietario fa un esposto all’amministrazione comunale per aver causato danni ai possedimenti
durante la sistemazione dei ponti
1834- i proprietari espongono un reclamo per mancanza d’acqua provocata da una divisione per
l’esercizio della sbianca di Scandroglio che avrà una denuncia.
Fonti
Riferimenti “I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale”, a cura di A. Garlandini,
M. Negri, Milano, Regione Lombardia, 1984, “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , di Luigi
Bibliografici Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia
Oleificio Salmoiraghi ora Preparazione Tessuti Valle Olona
Località Castellazzo, Fagnano Olona - 21054
Provincia VA
Indirizzo Via G. Cesare, 2
Caratteristiche
Uso In abbandono
Al 1772 Mulino G. Visconti; Al 1857 Mulino del Ponte; Al 1920 Oleificio Salmoiraghi; Al 1965
Usi precedenti Preparazione Tessuti Valle Olona
Accesso Da Fagnano Olona prendere la Strada Comunale per Balzarine e, dopo il ponte, a destra
Opificio Oleificio
Informazioni storiche
Data di costruzione Prima del 1772
1875 – il proprietario, Giuseppe che risulta abitante in Castellanza, viene denunciato per uso
abusivo della molazza, cioè della frangia dell’olio. Le attività del mulino risultano collegate con
quelle del mulino Bosetti
Fonti
Riferimenti “I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale”, a cura di A. Garlandini,
M. Negri, Milano, Regione Lombardia, 1984, p.596, “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , di
Bibliografici Luigi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia
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Tintoria Tronconi
Località Bergoro, Fagnano Olona - 21054
Provincia VA
Indirizzo Via Opifici
Caratteristiche
Uso Tintoria
Usi precedenti Al 1772 Mulino prop. G. Visconti; Al 1857 Mulino Amman; Al 1881 Tintoria Tronconi
Accesso Da Bergoro Strada Comunale per la Valle Olona
Opificio Tintoria
Infrastrutture La ferrovia Valmorea (Valle Olona)
Informazioni storiche
Data di costruzione Prima del 1772
1847 – la tintoria risulta servita dalle acque che pervengono dal bocchello di ragione del Beneficio
Cappellania Toja, sito sulla sponda sinistra. La tintoria possiede una banchina di lavaggio sul
fiume, ed è attrezzata con 4 grandi tin, 2 piccole, 5 fornelli e una ponticella di servizio.
Nel 1873 il proprietario viene multato per aver arbitariamente modificato la soglia della brida e per
altre modifiche.
1849 – risultano titolari Attilio e Luca Tronconi. Molti dei loro familiari sono impiegati nell’attività
ordinaria.
1873 – la tintoria viene segnalata come una delle fonti principali di inquinamento del fiume.
Fonti
Riferimenti “I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale”, a cura di A. Garlandini,
M. Negri, Milano, Regione Lombardia, 1984, p.593, “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , di
Bibliografici Luigi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia
Trifenice Aquila Srl Plast. Chimica Sdf Tamaro Srl (Ex Filatura Introizzi)
Località Bergoro, Fagnano Olona - 21054
Indirizzo Via Opifici
Caratteristiche
Uso In abbandono
Al 1881 Stab. Introizzi; Al 1901 Filatura Piantanida; Al 1920 Cotonificio Pastori; Al 1930 Cartiera
Usi precedenti Crespi; Al 1950 Cartiera Aquila
Accesso Da Bergoro Strada Comunale per la Valle
Opificio Cartiera
Infrastrutture La Ferrovia Valmorea (Valle Olona)
Altro Case operaie e per uffici
Informazioni storiche
Data di costruzione Prima del 1881
1881 – viene richiesta la costruzione di un un muro di spond D’Olona e successivamente nel 1906
viene inoltrata la richiesta di costruzione di una palafitta in difeso dello stabilimento. Nel 1881
viene annoverata trale strutture censite lungo l’Olona.
Poco dopo la seconda guerra mondiale la proprietà passerà alla Vita Mayer e C. e prenderà il nome
di Carteria Aquila.
La Plast. Chimica risulta presente con la lavorazione di materiale plastico
Fonti
Riferimenti “Il Fiume Olona, le acque, la storia, i mulini” , di Luigi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore,
Bibliografici Banca dati di Archeologia industriale in Lombardia
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Cotonificio Giovanni Candiani
Località Olgiate Olona
Provincia VA
Caratteristiche
Uso L'edificio è attualmente adibito ad abitazioni
Usi precedenti Cotonificio, cascamificio dopo la Seconda Guerra Mondiale
Opificio Ampio edificio a pianta rettangolare
Infrastrutture Roggia, turbina Girard
Altro Rustico, tettoioa, magazzino
Informazioni storiche
Data di costruzione 1882
Nel 1812 l’industriale di Busto Arsizio Luigi Candiani comprende la necessità di sfruttare
industrialmente l’energia idraulica e si insedia nei mulini degli Albasio per impiantare macchine di
filatura.
Nel 1818 si registrano frazionamenti tra fratelli che porta ad innovazioni delle strutture in direzione
industriale.
Fonti
“La fabbrica ritrovata: mostra di archeologia industriale nella Valle Olona: Musei Civici di Villa
Riferimenti Mirabello, 28 gennaio-12 marzo 1989. Varese”, a cura di R. Castelli et al.,Varese, Università
Popolare, Amministrazione provinciale, Comune di Varese, 1990, p.146 , scheda nr.109, “Il Fiume
Bibliografici Olona, le acque, la storia, i mulini” , di Luigi Carnelli 2006 Comune di Gorla Maggiore, Banca dati
di Archeologia industriale in Lombardia
Oltre agli elementi evidenziati nelle schede riportate e ai numerosi insediamenti industriali storici
situati nella valle stessa, che hanno sostituito gli antichi mulini, è possibile rilevare anche la
tendenza a localizzare i nuovi interventi sugli assi trasversali.
Dal punto di vista paesistico si ricorda che:
- a Solbiate l’antica strada comunale dei Mulini costituisce un percorso di elevata valenza;
l’abside della chiesa parrocchiale è rivolta verso il fiume ed è percepibile da valle e dal
terrazzamento;
- a Olgiate assumono un ruolo fondamentale la chiesa parrochiale dei SS. Stefano e Lorenzo
e le ville Greppi-Gonzaga e Balossi-Restelli con i relativi parchi disposti lungo la strada
alzaia;
- sempre a Olgiate la Parrocchiale con l’abside rivolta al fiume, è visibile dall’autostrada,
dall’altro lato della valle e dal terrazzamento;
- a Gorla Maggiore il tratto che dalla Valle raggiunge il tornante sfociante nella piazza della
chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta, comprendendo la Chiesa stessa, il Municipio e le
due torri difensive, è stato identificato come possibile ambito di progettazione naturalisticoarchitettonica unitaria;
- a Gorla Minore il complesso costituito dal Collegio Rotondi, dai fabbricati dell’exCollegio Gonzaga, dalla chiesa di San Maurizio con relativo piazzale e la strada che dal
Collegio scende a valle con quella pedonale che da San Maurizio porta in Valle,
costituiscono un’occasione importante per un possibile intervento di valorizzazione; un
punto di particolare rilevanza è identificabile nell’attuale parcheggio del Collegio, posto
al termine della direttrice formata dalla chiesa stessa di San Maurizio e dalla chiesa
Parrocchiale. La riprogettazione di tale sistema potrebbe anche risolvere il problema
del fondale, attualmente identificato nel complesso delle industrie chimiche ex-SIR;
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a Marnate la chiesa dei SS. Pietro e Paolo costituisce un caposaldo del sistema che
offre notevoli possibilità di riassetto paesistico, interessando sia le corti esistenti e gli
spazi non edificati in prossimità delle linee di terrazzamento, che la riva opposta del
fiume;
in riva destra si segnala il Golf di Solbiate di recente formazione (tra l’autostrada e
l’urbanizzato lungo il fiume).
Costituiscono fatti significativi per l’archeologia industriale anche:
- la Tessitura di cotone Durini, a Gorla Minore;
- il Cotonificio Ponti, a Solbiate Olona;
- i Mulini Robaglia, a Olgiate Olona.
Sono stati inoltre segnalati dal “Consorzio degli utenti del fiume Olona”:
- la Stamperia Cavalleri (attiva);
- la fabbrica Santoflex (attiva);
- gli stabilimenti ex Sanitaria Ceschina.
6.1.4 LA FERROVIA DELLA VALLE OLONA
Questa linea ferroviaria seviva a trasportare merci e passeggeri.
Nel 1926 la Ferrovia, che partiva da Castellanza, venne prolungata in Svizzera fino a Mendrisio,
divenendo un importante via di comunicazione. Nel 1928, con l'assenso del governo fascista, la
ferrovia venne fatta terminare a Valmorea, chiudendo la frontiera italo - svizzera di Stabio. Nel
1938 il capolinea passeggeri fu arretrato a Cairate mentre quello merci fu arretrato a Malnate. Dal
1939 il capolinea della ferrovia fu posto a Castiglione Olona e la ferrovia venne adibita solo a treni
merci (il servizio passeggeri fu chiuso definitivamente nel 1952). Il 16 luglio 1977 la ferrovia venne
chiusa definitivamente, a causa dello scarso interesse delle aziende della valle di mantenere il
collegamento ferroviario. Infatti l’attività dei mulini verso gli anni 70 era ridotta a poche unità.
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6.2
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GIARDINI STORICI
L’unico giardino storico individuato nell’area in studio è il parco di Villa Gonzaga a Olgiate Olona,
sede del Municipio.
La Villa sorse sull’area di una villa seicentesca di dimensioni ridotte. Viene riportata anche nel
catasto del 1756. Tra il 1806 e il 1809 la partita catastale viene acquisita dal barone Luigi Castelli,
mentre nel 1824 si intesta il conte Alessandro Paolo Greppi.
Alla morte del conte, la vedova Isaura Saulx Tavanes divenne proprietaria della Villa e si adoperò
affinchè al nucleo originale fossero aggiunte costruzioni. Il corpo di fabbrica divenne un vero e
proprio palazzo dalle forme classiche con sontuose e vaste adiacenze, in cui risaltava lo stile
francese dell’epoca.
Il parco venne caratterizzato da un duplice ordine di carpinate, simili a fantastiche gallerie verdi,
circondate da abeti e querce. Venne quindi collegato agli orti sottostanti mediante una massiccia
scalinata in granito di Como, adagiandosi sul declivio della Valle Olona.
Il parco ancora oggi offre una serena atmosfera di quiete e fa da corona all’edificio. Il giardino ha il
suo cono visivo principale su una fontana di gusto razionalista degli anni ’30, arricchito da una
statua iscritta in un virtuale quadrato ai cui vertici vi sono quattro colonne tronche, cioè senza
capitello (Figura 6.1). L’acqua non è presente nel suo aspetto naturale ma utilizzata quindi a
scopo scenografico. L’asse principale continua sulla scalinata che scende portando i visitatori dal
giardino alla zona oggi utilizzata come area sportiva. I terrazzamenti sono disadorni.
Vi sono quindi ancora i richiami del giardino all’italiana, riconoscibili in alcuni elementi di simmetria
e nella struttura regolare di origine, oltre alle zone a prato contornate da siepi. Si possono
comunque notare piccoli inserti di roccaille secondo il gusto di inizi ‘900 a cui si richiamano anche
le sedute per i frequentatori.
Non vi sono strutture adatte all’intrattenimento e al gioco: il giardino ha come sua caratteristica il
silenzio e il poter godere di una visuale privilegiata sulla valle.
Figura 6.1 – Giardini di Villa Gonzaga, Olgiate Olona
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MAGLIA AGRARIA E SISTEMA DELLE CASCINE
Lo sviluppo del reparto industriale legato alla presenza del fiume e la congiunta espansione
dell’urbanizzato, non hanno lasciato grandi ambiti agricoli.
La maglia agraria, decisamente ordinata, è ancora leggibile nella parte del Parco che si spinge
verso il PLIS del Rugareto.
Il frazionamento della proprietà, che ha causato la polverizzazione delle unità agricole, non ha
permesso il necessario aggiornamento delle strutture tecnologiche del settore, provocandone
l’abbandono.
La valle Olona era comunque ben coltivata e la coltivazione è una attività ben più antica di quella
dei mulini. Dopo una convivenza con le attività manifatturiere, gli agricoltori hanno lasciato loro
stessi i campi per dedicarsi ad altre attività sul momento più redditizie. Nasce la figura del
contadino – tessitore che è propria di queste terre.
Inoltre è in atto un’azione di erosione superficiale, unita a fenomeni di inquinamento.
La bassa redditività delle pratiche agricole dei fondi ubicati in valle ha visto la scomparsa delle
aziende agricole. Ad oggi risultano impiegati ad uso agricolo il 38% del territorio degli interi comuni
del Parco più Castellanza.
Osservando il territorio si rileva quindi:
- una frammentazione dei comparti agricoli;
- l’abbandono delle aree agricole con il conseguente sviluppo di aree boscate di basso valore
naturalistico dovuto alla giovane età e alla dominanza di specie alloctone;
- una artificializzazione dei margini del fiume e di tutta la maglia irrigua.
6.3.1 I PERCORSI E I SENTIERI
Nell’area in studio erano un tempo presenti diversi percorsi campestri e sentieri che univano i
nuclei abitati, i mulini e le fabbriche.
Spesso questi seguivano gli argini del fiume e rappresentavano soprattutto percorsi trasversali le
cui mete erano i mulini.
Erano presenti, ed esistono tuttora, percorsi longitudinali tra loro paralleli (potevano essere su uno
dei due versanti).
Grande importanza avevano i ponti che univano ed uniscono i paesi che nascono sulle due
sponde.
La Figura seguente rappresenta la mappa della Pieve di Olgiate del 1583, realizzata in occasione
della visita pastorale di San Carlo: ben si rappresenta il sistema di collegamenti trasversali. Oggi
non è facile ricucire i tratti di questa viabilità campestre e contadina a causa dell’urbanizzato e
delle proprietà private.
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Per osservare esempi di alcune passeggiate che già stabilmente vengono organizzate sul territorio
si vedano gli esempi sotto riportati:
PISTA CICLOPEDONALE DELLA VALLE OLONA
Nella primavera del 2007 è stato inaugurato il primo lotto della Pista ciclopedonale della Valle
Olona (realizzato dalla Provincia di Varese) che segue il tracciato del fiume da Castellanza a
Gornate lungo un tracciato di sedici chilometri. Il progetto prevede la realizzazione della pista
attraverso un’operazione di recupero ambientale, senza toccare proprietà private ma risistemando
strade consortili e camminamenti esistenti. La ciclabile è concepita su percorsi dedicati, protetti,
lontani dal traffico in modo da non limitare la fruizione ai ciclisti ma, configurandosi come spazio
ricreativo, da ampliarla a famiglie e bambini, per attività quali pattinaggio e jogging. L’idea guida
del progetto prevede la realizzazione di un percorso che corre parallelo al fiume e unisce
Castellanza alla Svizzera. Al momento è stato completato lo studio di fattibilità della pista da
Castellanza a Gornate Olona (Torba) interessando nove comuni: Castellanza, Olgiate Olona,
Solbiate Olona, Gorla Maggiore, Cairate, Lonate Ceppino, Castelseprio, Gornate Olona. Il tracciato
sfrutta al massimo la rete delle vicinali e consorziali a servizio del fiume e i suoi argini, per non
consumare altro spazio e per riqualificare un patrimonio viario importante per la salvaguardia e il
controllo del fiume. La maggior parte del tracciato è extraurbano e in sede riservata ponendosi
come alternativa per le biciclette alla viabilità ordinaria; soltanto per i brevi tratti dove non
esistevano alternative il percorso ricalca quello delle strade. La pista si sviluppa per la maggior
parte nel verde, attraversa aree industriali e interseca in più punti i binari della linea Valmorea. In
particolare nei tratti che affiancano le strade la pista avrà una corsia preferenziale al margine della
stessa; nei segmenti in sede propria vicino ai centri urbani il tracciato sarà costruito in asfalto,
mentre nelle aree verdi la pavimentazione sarà in calcestre stabilizzato con resine trasparenti in
soluzione acquosa.
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CAMMINATE VERDI
Solbiate Olona – Olgiate Olona
Seguendo la strada che incrocia via Sant’Anna a Solbiate e scende lungo la valle, si costeggia a
destra i boschi e a sinistra il corso dell’Olona. Si prosegue in direzione di Olgiate Olona, lungo un
sentiero, luogo particolarmente adatto anche al ciclocross, tanto che ogni anno, dal lontano 1951, il
6 gennaio si tiene la gara denominata “Ciclocross dell’Epifania”.
Olgiate Olona – Marnate
Da via Mulino del Sasso a Olgiate Olona, si cammina su una strada
trovava il “mulino dei Bianchi”. Camminando lungo la strada sterrata,
vegetazione, non si può scorgere il corso del fiume, nonostante sia
seguito. Proseguendo lungo questo tragitto si attraversa il ponte che
Marnate.
a ciotoli, dove anni fa si
a causa dell’abbondante
molto vicino al percorso
collega Olgiate Olona a
Gorla Minore – Olgiate Olona
Partendo dal lato sud della chiesa di San Maurizio, si scende a piedi da una scalinata di 200
gradini che porta direttamente in valle. Seguendo una stradina sterrata che procede lungo i binari
dell’vecchia ferrovia Valmorea, si arriva dopo mezz’ora alla strada che attraversa il fondovalle tra
Gorla Minore e Olgiate.
Gorla Maggiore – Fagnano Olona
Partendo da via Madonnina a Gorla Maggiore si costeggiano una cascina ristrutturata e una
cappella dedicata alla Madonna di Maggio. Proseguendo e girando a sinistra all’incrocio con via
Garibaldi si trova una strada ora in stato di abbandono che portava velocemente in valle a
Fagnano Olona passando attraverso mulini e opifici. Per raggiungere Fagnano Olona, oggi, si
imbocca il sentiero che dalla chiesa di San Carlo procede attraverso un bosco fino a scendere in
valle. Una volta raggiunta la stradina sterrata, girando a sinistra si arriva lungo la strada asfaltata
Gorla Maggiore Fagnano.
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ATTRATTIVE DEL TERRITORIO
Nel presente capitolo vengono sintetizzate le attrattive del territorio in esame, molte delle quali
sono state evidenziate nella stesura dei precedenti capitoli ai quali si rimanda per i relativi dettagli.
7.1
ATTIVITÀ RICREATIVE
La fruizione del territorio nell’ambito delle attività ricreative avviene principalmente tramite le piste
ciclopedonali (si veda paragrafo 3.1.1). È prevista la realizzazione di due direttrici principali:
• Valle Olona-Valmorea: il percorso, in via di realizzazione ad opera della Provincia di Varese,
attraverserà il PLIS del Medio Olona, costeggiando la linea ferroviaria dismessa Valle OlonaValmorea, di proprietà delle FNM, o, in alcuni tratti, sovrapponendosi ad essa.
• Via Verde dei Parchi Locali del Bacino dell’Olona: il progetto prevede il collegamento dei PLIS
Rile Tenore Olona-Medio Olona-Rugareto.
7.2
ASPETTI NATURALISTICI
Il PLIS ruota intorno al corso del fiume Olona dove si osservano interessanti elementi geologici e
geomorfologici, rappresentati dalle anse fluviali di Fagnano Olona e dalle scarpate che
costeggiano la valle. Al disotto delle scarpate affiora l’Unità conglomeratici della Valle dell’Olona,
altrimenti nota con il nome di “Ceppo”, costituita da conglomerati grossolani fluviali perlopiù a
supporto clastico e con grossolana stratificazione.
L’Olona negli anni ha subito drastici interventi che ne hanno deteriorato la qualità di acque, letto e
sponde. Nonostante questo, il corso d’acqua mantiene una certa naturalità determinata dalla
vegetazione che lentamente tenta di ricolonizzare le sponde lungo i tratti meno compromessi.
In particolare, si osservano aree un tempo percorse da rami fluviali (lanche) o allagate durante le
fasi di piena che ospitano ancora lembi di vegetazione igrofila e che potranno essere
rinaturalizzate da interventi mirati.
La maggior parte della copertura forestale del PLIS è interessata da Robinia, specie alloctona di
basso interesse naturalistico, in boschi di recente formazione a bassa diversità ambientale. Un
particolare interesse rivestono quindi le poche aree caratterizzate da una predominanza di
vegetazione autoctona e le piante isolate o in filare cresciute lungo le sponde fluviali, soprattutto
Salici.
L’Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese 1983-1987 (Guenzani e Saporetti, 1988)
individua un’area posta tra i Comuni di Gorla minore, Gorla maggiore e Cislago come di particolare
rilevanza ornitologica per la presenza di ambienti vari e interessanti che ospitavano, all’epoca,
specie di particolare interesse conservazionistico, in particolare:
Quaglia Coturnix coturnix
Succiacapre Caprimulgus europaeus
Torcicollo Jynx torquilla
Allodola Alauda arvensis
Averla piccola Lanius collurio
Zigolo giallo Emberiza citrinella
Ortolano Emberiza hortulana
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Allo stato attuale si riscontra ancora nell’area la presenza di specie di avifauna di particolare
interesse conservazionistico ma la maggior parte di quelle segnalate in precedenza risultano dalle
indagini più recenti scomparse, probabilmente a causa della rimozione degli habitat di elezione
(incolti, siepi ecc.). In ambito fluviale si osserva la frequentazione dell’area da parte di Ardeidi
(Airone cenerino, Nitticora), Martin pescatore, Ballerina gialla e Ballerina bianca. Nei criteri di
gestione dell’area si dovrà tener conto della presenza di queste specie e valutare la possibilità di
azioni per il loro incremento.
7.3
ASPETTI ARCHITETTONICI
Nel territorio in studio sono presenti numerosi punti di interesse architettonico, principalmente
edifici religiosi o di archeologia industriale (vedi capitolo 6):
EDIFICI RELIGIOSI
• Fagnano Olona: Chiesa della Madonna della Selva, Chiesa di San Giovanni Battista,
Parrocchiale di San Gaudenzio
• Gorla Maggiore: Cappella Baraggiola, Chiesa di San Carlo, Chiesa di Santa Maria Assunta
• Gorla Minore: Chiesa dei Santi Nazario e Celso, Chiesa di San Lorenzo, Collegio Femminile
Gonzaga, Oratorio di San Maurizio, Santuario della Madonna dell'Albero
• Marnate: Chiesa di Santa Maria in Piazza, Chiesa di Santa Maria Nascente, Parrocchia di
Sant'Ilario
• Olgiate Olona: Chiesa dei Ss. Martiri Stefano e Lorenzo, Chiesa di San Gregorio Magno,
Chiesa S.Antonio Abate, Statua di San Carlo Borromeo
• Solbiate Olona: Chiesa di Parrocchiale di Sant’Antonino Martire, Chiesa sussidiaria di Solbiello
ALTRI PUNTI DI INTERESSE ARCHITETTONICO
• Fagnano Olona: Candeggio Pigni, Castello Visconteo, Cotonificio Enrico Candiani, Fonte di
Manigunda, Scuola Via Pasubio
• Gorla Maggiore: Il Palazzo Comunale, La Torre Colombera
• Marnate: Bunker
• Olgiate Olona: Case di via Tovo, Cotonificio Giovanni Candiani, Villa Greppi Gonzaga,Villa
Restelli
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Tra i principali siti di archeologia industriale si ricordano i seguenti:
• Fagnano Olona: Amideria Fratelli Gadda, Candeggio Pigni, Cotonificio Enrico Candiani, Mulino
Bosetti, Mulino del Sasso, Oleificio Salmoiraghi, Tintoria Tronconi Sat Srl, Trifenice Aquila Srl
• Olgiate Olona: Cotonificio Giovanni Candiani
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BIBLIOGRAFIA
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ARIOLI B., MARTINATO V., 2008. Censimento dei siti di riproduzione degli anfibi 2006 – 2007.
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Autorità Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Varese - Studio idrogeologico ed idrochimico
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Autorità di Bacino del Fiume Po – Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico - 1999
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Firenze – giugno 2008
Comune di Gorla Maggiore – Studio Geologico per la predisposizione del PRG e delle varianti
generali – Dott.ssa Cortellezzi, Tradate – luglio 2000
Comune di Gorla Minore – Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo
del Territorio – Studio Idrogeotecnico Associato, Milano – agosto 2007
Comune di Gorla Minore – Individuazione del reticolo idrografico principale e minore – Studio
Idrogeotecnico Associato, Milano – dicembre 2005
Comune di Solbiate – Studio geologico del territorio comunale – Dott. Volpati, Morbegno – maggio
2004
De Cesare G. – Studio di Fattibilità del Parco Locale di Interesse Sovracomunale “Parco del Medio
Olona” – Comune di Fagnano Olona - 2003
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PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
aprile 2009
FORNASARI L., BOTTONI L., MASSA R., FASOLA M., BRiCHETTI P., VIGORITA V., 1992.
Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.
GAGLIARDI A., GUENZANI W., PREATONI D., SAPORETTI F., TOSI G., 2007 (a cura di). Atlante
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Varese; Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona; Università degli Studi
dell’Insubria, sede di Varese: 295 pp.
GUENZANI W., SAPORETTI F., 1987. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese
(Lombardia) 1983-1987. Lega Italiana Protezione Uccelli – sezioni varesine. Ed. Lativa, Varese.
LAND Milano – Riqualificazione ambientale del territorio comunale e sviluppo della rete ecologica
– Comune di Gorla Maggiore – Milano 2004-2008
LAND Milano – Progetto di Sviluppo Paesistico-Ambientale del Parco del Medio Olona - Stima
degli interventi di compensazione del nuovo tracciato autostradale a cura di Pedemontana SpA –
Milano 2008
MACCHI P., 2005. La flora della provincia di Varese. Biol. Cons. Fauna, 103: 1-276.
MACCHIONE P., GAVINELLI P. - Olona. Il fiume. La civiltà. Il lavoro - 2001
PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.
PRIGIONI C., CANTINI M., ZILIO A. (eds), 2001. Atlante dei Mammiferi della Lombardia. Regione
Lombardia e Università degli Studi di Pavia. 324 pp.
Provincia di Varese, 2001. Carta delle Vocazioni ittiche della Provincia di Varese. Provincia di
Varese – Settore Politiche per l’Agricoltura e Gestione Faunistica. 263 pp.
Provincia di Varese – Settore Energia ed Ecologia - Piano Cave Provinciale – 2005
Provincia di Varese – Settore Energia ed Ecologia - Piano Provinciale per la Gestione Integrata dei
Rifuiuti Urbani e Assimilati – 2005
Provincia di Varese – Settore Territorio e Urbanistica - Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale (PTCP) – 2007
Provincia di Varese – Settore Patrimonio e Beni Architettonici –Pista Ciclopedonale della Valle
Olona - Progetto Esecutivo – 2008
RAIMONDI B., 2002. Contributo alla protezione della flora nel territorio della Provincia di Varese:
proposta di una lista di specie floristiche spontanee da proteggere ai sensi della L.R. 33/77 e
segnalazione di specie floristiche spontanee non tutelate dalla L.R. 33/77 meritevoli di particolare
attenzione. Relazione tecnica non pubblicata, “Settore Ambiente, Ecologia ed Energia”, Provincia
di Varese.
Regione Lombardia – Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Contratto di Fiume OlonaBozzente-Lura” – Febbraio 2004
Regione Lombardia – Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) – marzo 2006
Regione Lombardia – Parchi e Bici a Varese – edizione 2008
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PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI
aprile 2009
Regione Piemonte - Gli spazi esterni negli interventi urbanistici – 1999
TOSI G., ZILIO A., 2002. Conoscenza delle risorse ambientali della Provincia di Varese - "Progetto
SIT-FAUNA". Università degli Studi dell’Insubria - Sede di Varese, Provincia di Varese - Settore
Politiche per l’Agricoltura e Gestione Faunistica: 295 pp.
VIGANÒ A., 2008. Studio naturalistico di un’area all’intero del “Parco Medio Olona.
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