"ESSENZA DEL TERRITORIO, una rete per le vie sabaude dei

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"ESSENZA DEL TERRITORIO, una rete per le vie sabaude dei
"ESSENZA DEL TERRITORIO, una rete per le vie sabaude dei profumi e
dei sapori"
Obiettivo:
far comprendere al pubblico in modo veloce ed intuitivo ciò di cui il progetto si è
occupato e invogliare a percorrere la rete di beni coinvolti.
Montaggio di immagini animate, testi e suoni per rendere efficace e comprensibile il
percorso che si intende comunicare.
TRAMA NARRATIVA DELLA PRESENTAZIONE
Il progetto propone una rete di beni culturali e paesaggistici accomunati da un forte
legame con le tradizioni agricole del territorio. Una rete di paesaggi, giardini e coltivi
che si distinguano per la coltivazione di erbe aromatiche, di piante officinali e di
colture orto-frutticole di antica tradizione. Un sistema integrato tra il patrimonio
culturale e l’economia locale: recupero e valorizzazione di beni paesaggistici e
architettonici, messi in relazione tra di loro per diventare poli di attrazione sul territorio
e vetrina per la promozione di prodotti e imprese del territorio. Un percorso parallelo
tra l’economia locale, la vocazione agricola storica del territorio ed il patrimonio
culturale.
3.
ORTO ROMANO DI BENE VAGIENNA
L’orto romano, realizzato presso i resti dell’anfiteatro del parco archeologico di
Augusta Bagiennorum, fa riferimento a modelli coevi del I-II secolo a.C. di giardini
con scopo utilitaristico di Pompei e Roma, dedicati alla coltivazione di ortaggi, frutta
ed erbe aromatiche, utili per la vita domestica della casa.
L’ orto segue il “modulo” romano, di forma quadrangolare, con superficie di circa 100
mq, diviso in quattro settori regolari, separati da vialetti in terra battuta:
Settore alberi da frutto: melo e melo cotogno circondati da tappeto erboso fiorito;
Settore ortaggi: 4 micro aree coltivate in base ad un sistema di rotazione triennale,
già noto presso i romani per migliorare la resa delle colture e la salvaguardia della
fertilità del suolo;
• Settore cerealicolo: 2 micro aree seminate in base ad un piano di rotazione
biennale con l’alternanza di cereali e piante leguminose. Le specie infestanti
compresenti impreziosiscono l’area con fioriture estive;
• Settore aromatiche e officinali: 3 aiuole principali con piante aromatiche annuali,
biennali e perenni e piante singolari per la loro fioritura.
Le specie botaniche introdotte sono state selezionate con criterio filologico, in base
agli studi condotti a Pompei, dal confronto con trattati di agricoltura di autori classici e
dalle analisi archeobotaniche, eseguite durante l’ultima campagna di scavi presso
l’anfiteatro.
Al centro una pergola di vite su pali in castagno (jugatio compluviata – ad imitazione
del compluvium, tipico tetto delle case romane aperto al centro), di dimensione tale
da creare una zona ombreggiata di seduta che evoca il rituale romano di consumare
il pranzo su triclini posti all’aperto.
Il perimetro è cintato da una siepe spinosa di biancospino, prugnolo, sanguinella,
corniolo e rosa selvatica a protezione dell’orto contro le intrusioni. Portali di rose
•
•
rampicanti segnano gli ingressi nel Giardino. Recinzione interna dei settori con
grillages in legno di castagno
4.
GIARDINO DELLE ESSENZE presso i CASTELLI DI LAGNASCO
Nell’area interna alla cinta muraria della manica di ponente dei Castelli di Lagnasco
è stato realizzato un Giardino delle Essenze, in cui la coltivazione di erbe aromatiche,
di piante officinali e di colture orto-frutticole andrà a riproporre il tema del “giardino
dei semplici” con scopi produttivi, un giardino raccolto e segreto, che invita ad
oltrepassare il cancello delle antiche mura di cinta entro cui è racchiuso.
Le scelte progettuali fanno riferimento al modello del giardino rinascimentale,
rappresentato nell’affresco cinquecentesco di Pietro e Giovanni Dolce, conservato
nella Loggia delle Grottesche del Castello di Levante, che definisce in modo
dettagliato una veduta sui giardini del Castello di Lagnasco.
• Superficie: circa 1000 mq
• 3 settori con aiuole rettangolari
• Struttura a pergola per coltivazione della vite
• Colture a spalliera per gli alberi da frutto
• Zona centrale a prato di svago per i visitatori
La selezione delle specie botaniche è stata condotta in collaborazione con:
• docenti del corso di laurea in Tecniche Erboristiche, sede di Savigliano (Università
degli Studi di Torino)
• prof. Rosanna Caramiello (Orto Botanico dell’Università degli Studi di Torino).
5.
MUSEO DELLA SETA DI RACCONIGI
In una parte dell'ex Convento delle Clarisse di Racconigi è stato ampliato e riallestito
il Museo della Seta, a rappresentare quell'importantissima fase storica vissuta dalla
città, legata alla coltivazione del gelso per l'allevamento dei bachi da seta e il
conseguente sviluppo dell'industria per la produzione della seta.
Nel censimento del 1708, quando a Racconigi erano attivi 19 filatoi idraulici (il primo
dei quali sorto nel 1677) ed otto “a mano”, i dati erano già impressionanti: la cittadina
produceva 254.000 libbre di filato (oltre 93.000 kg), il 37% del totale piemontese. Gli
addetti erano allora 2525; diventeranno 4000 nel corso del secolo, attivi in ben 33
filatoi. Ciò è tanto più significativo se si considera che per almeno due secoli – da
metà ‘600 a metà ‘800 - il Piemonte fu riconosciuto come il produttore della più
raffinata seta del mondo: the finest silk that is produced in any part of the world, come
affermarono mercanti inglesi nel 1726.
I filatoi idraulici di fine ‘600–inizio ‘700 avevano costituito una fitta rete in tutto il
territorio del Piemonte, dando luogo a "un fenomeno di industrializzazione su base
regionale che aveva pochi riscontri nell’Europa del tempo, anche perché i processi di
concentrazione produttiva avevano raggiunto in alcuni casi, come a Racconigi,
punte estreme che anticipavano gli aspetti più vistosi della rivoluzione industriale.
In quei decenni “Racconigi conosce un fenomeno che si incontrerà un secolo dopo
nei distretti cotonieri dell’Inghilterra... Si concentra l’intero ciclo produttivo in
stabilimenti di dimensioni gigantesche per gli standard del tempo. Ciò consente di
realizzare economie di scala tali da battere ogni concorrenza”.
6.
PARCO DEL CASTELLO DI RACCONIGI. Realizzazione di interventi di manutenzione
straordinaria nell’area del parco: GIARDINO DELLE PEONIE
Con il Parco della Residenza Sabauda di Racconigi si entra nella storia dell’Azienda
agricola della «Real Casa», durante il periodo dell’innovazione agricola
carloalbertina, che portò a rendere auto-sostenibile la grande proprietà,
determinando scambi economici, culturali e sociali con tutte le principali Corti Reali
europee dell’epoca.
Il Parco è stato oggetto di alcuni interventi di manutenzione straordinaria finalizzati, a
garantire la qualità dell’offerta turistica della residenza sabauda. Tra questi il Giardino
delle Foglie ora rinominato Giardino delle Peonie, grazie all’inserimento della Peonia
lactiflora ‘Krinkled White” in un contesto dominato dal gioco di verdi chiari e scuri.
7.
LA RETE SI ALLARGA
MUSES di Savigliano
Il MÚSES, ACCADEMIA EUROPEA DELLE ESSENZE è un polo museale sensoriale che,
partendo dalla riscoperta delle erbe aromatiche del Piemonte, propone un
viaggio attraverso i saperi dell'arte profumiera, i sapori e le essenze dei territori, con
l' obiettivo di sostenere e dare visibilità a conoscenze, processi, tradizioni e
materie prime del distretto delle erbe officinali del Cuneese.
Si sviluppa su due piani di Palazzo Taffini d'Acceglio a Savigliano, un edificio
rappresentativo dell'ambiente sabaudo saviglianese sei-settecentesco.
Il giardino è una zona raccolta, protetta da mura, esposta al sole, in cui sono state
inserite piante profumate e aromatiche, con particolare attenzione alle loro fioriture,
fragranze e colorazioni. Il progetto si ispira agli affreschi della seicentesca Sala degli
Dei del Palazzo, tratti dalle incisioni del De Florum Cultura di Giovan Battista Ferrari
(trattato sui fiori ornamentali e giardinaggio - 1633). Al centro del Giardino
un’installazione d’arte contemporanea di Franz Staehler dal titolo “La Palette del
Pittore”, che fa riferimento al riquadro della Sala degli Dei, in cui la dea dell’Arte
chiede alla dea della Natura di suggerirle i colori con i quali dipingere il giardino.
ANTICO ORTO dei PADRI SOMASCHI, presso il Santuario della Madonna del Popolo a
Cherasco
Nella area verde cinta da mura ad est della Chiesa della Madonna del Popolo verrà
proposto un hortus conclusus, a richiamare l’antico orto dei Padri Somaschi, dove si
coltiveranno piante dai fiori eduli e ornamentali, individuate da agronomi
dell’Università di Torino, per farne un giardino didattico e ornamentale, attrezzato per
la sosta del visitatore, lungo la passeggiata di visita del centro storico della città. Si
seguirà un impianto geometrico, suddiviso in aiuole rettangolari che seguiranno la
forma dell’area, nel rispetto del contesto storico, con l’obiettivo di recuperare uno
spazio da anni in abbandono, nel centro storico della città. L’area sarà utilizzata come
open lab dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, con l’obiettivo di
diffondere la conoscenza, le modalità di coltivazione e l’utilizzo dei fiori eduli.
All'intervento per la riqualificazione del giardino faranno seguito i laboratori didattici e
gli eventi di promozione del nuovo giardino.
8.
ESSENZA WEB