..."Io credo che la grammatica sia una via d`accesso alla bellezza

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..."Io credo che la grammatica sia una via d`accesso alla bellezza
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CREMONA, 19 MARZO 2015
Elogio della grammatica.
. . . "Io credo che la grammatica sia una via d'accesso alla bellezza.
Quando parliamo, quando leggiamo o quando scriviamo, ci rendiamo
conto se abbiamo scritto o stiamo leggendo una bella frase. Siamo
capaci di riconoscere una bella espressione o uno stile elegante. Fare
grammatica serve a sezionarla, guardare com'è fatta, vederla nuda,
in un certo senso. Ed è una cosa meravigliosa, perché pensiamo: “ Ma
guarda un po' che roba, guarda un po' com'è fatta bene!, “Quanto è
solida, ingegnosa, acuta!” Solo il fatto di sapere che esistono diversi
tipi di parole e che bisogna conoscerli per definirne l'utilizzo e i
possibili abbinamenti è una cosa esaltante. Penso che non ci sia niente
di più bello, per esempio, del concetto base della lingua, e cioè che
esistono i sostantivi e i verbi. Con questi avete in mano il cuore di
qualunque enunciato. Stupendo, vero? I sostantivi, i verbi. . . Forse
bisogna collocarsi in uno stadio di coscienza speciale per accedere a
tutta la bellezza della lingua svelata dalla grammatica. ”
(Muriel Barbery, L’eleganza del ricci0”).
“Quando io adopero una parola - disse Tombolo Dondolo con un tono piuttosto
sdegnoso - essa ha esattamente il significato che io voglio dare né più né meno.”
“Bisogna vedere - disse Alice - se voi potete fare in modo che le parole indichino
cose diverse.”
“Bisogna vedere - disse Tombolo Dondolo - chi è che comanda … ecco tutto.”.
“Allora dimmi subito quello che credi.” riprese la Lepre.
“Come volete”, rispose in fretta Alice, “Vi dico quello che credo … perché quello
che credo dico … è la stessa cosa.”.
“Non è per niente la stessa cosa!”, esclamò il Cappellaio, “Vorresti forse sostenere
che la frase vedo quello che mangio ha lo stesso significato di mangio quello che
vedo?”.
“O vorresti sostenere”, proseguì la Lepre Marzolina, “che la frase mi piace quello
che prendo ha lo stesso significato di prendo quello che mi piace?”.
“E vorresti forse sostenere”, concluse il Ghiro “che la frase respiro quando dormo
ha lo stesso significato di dormo quando respiro?”.
“Per te è la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. E a questo punto la conversazione
finì.
(Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie)
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DUE MODI DI STUDIARE LA FRASE
La prassi usuale, è quella che punta ad individuare prima di tutto il SOGGETTO, si guarda cioè alla frase
come a un piccolo racconto o a una scena in cui siamo portati a cercare subito il personaggio principale,
colui di cui si parla. In seconda battuta cerchiamo che cosa si dice di lui: che cosa fa, o rappresenta o
subisce. Secondo questa prassi la frase minima viene ad essere costituita dai due elementi
SOGGETTO/PREDICATO.
E’su questo concetto che si differenzia la grammatica detta Valenziale, la quale si sofferma non già
sull’aggettivo “minima” ma sul sostantivo “ frase”, vale a dire un numero minimo di parole ordinate che
abbiano un significato compiuto, questo significato dipende dal verbo.
Prendiamo in considerazione queste due immagini:
IL GATTO DORME.
IL GATTO INSEGUE IL TOPOLINO.
Secondo la prassi consueta, volendo cercare la frase minima DELLA PRIMA FRASE ci chiediamo:
Di chi si parla? IL GATTO
Che cosa si dice di lui? DORME
Frase minima: IL GATTO DORME.
Guardiamo ora che cosa succede analizzando la SECONDA FRASE:
Di chi si parla? IL GATTO
Che cosa si dice di lui? INSEGUE
Frase minima: IL GATTO INSEGUE
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Ma possiamo chiamarla frase? Ha un significato compiuto?
E’ qui che la grammatica valenziale sposta l’analisi a partire dal verbo anziché dal soggetto .
Nel primo caso, il verbo DORME ha bisogno del solo argomento CHI DORME? per arrivare a una frase di
senso compiuto.
Nel secondo caso il verbo INSEGUE ha bisogno di DUE argomenti CHI INSEGUE CHI?, per cui la frase minima
è . IL GATTO (1° argomento) INSEGUE (verbo) IL TOPOLINO (2° argomento).
Il concetto valenziale di partire dal verbo come perno della frase è molto evidente con questa immagine:
PIOVE.
In questo caso il verbo non ha bisogno di alcun argomento, è autosufficiente, la frase è di senso compiuto.
La grammatica valenziale
LA GRAMMATICA VALENZIALE STUDIA IL MECCANISMO DELLA GRAMMATICA (IL SISTEMA)
SERVENDOSI DI FRASI-TIPO, CIOE’ DI FRASI COSTITUITE SECONDO LE REGOLE GENERALI DELLA
LINGUA E COMPLETE DI TUTTI GLI ELEMENTI NECESSARI PER POTERNE INTERPRETARE IL
SIGNIFICATO.
LA FRASE-TIPO E’ COSTRUITA INTORNO A UN VERBO CHE COSTITUISCE IL PERNO DELLA FRASE E
REGOLA I RAPPORTI SINTATTICI TRA LE RESTANTI PARTI DELLA FRASE.
(F.Sabatini-C.Camodeca,C.De Santis, “Sistema e testo” Loescher)
PERCHE’ SI CHIAMA “GRAMMATICA VALENZIALE”?
Dalla scienza alla grammatica: Il concetto di valenza chimica. (posto)
Per formare l’acqua, dobbiamo combinare gli atomi di due elementi chimici: l’idrogeno “H”, di valenza 1 e
l’ossigeno “O” di valenza 2. Per saturare dunque un atomo di ossigeno dovremo prendere due atomi di
idrogeno e otterremo la molecola dell’acqua (In natura esistono elementi che non si combinano con
altri, hanno valenza zero, altri hanno una valenza, due, tre quattro..)
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LA VALENZA DEL VERBO E’ LA PROPRIETA’ CHE ESSO HA, IN BASE AL PROPRIO SIGNIFICATO, DI
CHIAMARE A SE’ UN DATO NUMERO DI ARGOMENTI NECESSARI E SUFFICIENTI PER COSTRUIRE UN
NUCLEO DI FRASE, CIOE’ UNA FRASE MINIMA DI SENSO COMPIUTO.
A SECONDA DEL NUMERO DI ARGOMENTI, I VERBI SONO CLASSIFICATI IN:
ZEROVALENTI (0 POSTI O ARGOMENTI : PIOVE)
MONOVALENTI (1 ARGOMENTO: IL BAMBINO/ PIANGE.)
BIVALENTI (2 ARGOMENTI:LA MAMMA/ LAVA/ LA FRUTTA.)
TRIVALENTI (3 ARGOMENTI: GLI AMICI/ REGALANO /UN LIBRO/ A MARIELLA.)
TETRAVALENTI (4 ARGOMENTI:PAOLO/ TRADUCE/ IL MIO LIBRO /DALL’ITALIANO/ ALL’INGLESE.)
IL NUCLEO DELLA FRASE E’ L’INSIEME COSTITUITO DAL VERBO E DAI SUOI ARGOMENTI.
IL NUCLEO E’ LA STRUTTURA PORTANTE DELL’INTERA FRASE.
GLI ARGOMENTI SONO GLI ELEMENTI NECESSARI E SUFFICIENTI CHE UN VERBO VUOLE ACCANTO A SE’
PER OTTENERE FRASI MINIME DI SENSO COMPIUTO.
In altre parole:
IL VERBO E’ L’ELEMENTO DINAMICO CHE, CON IL SUO SIGNIFICATO,
METTE IN MOTO NELLA NOSTRA MENTE IL MECCANISMO CENTRALE
DELLA FRASE.
I VERBI
Distinguiamo i verbi in base al loro significato.
Tutti i verbi della lingua italiana si dividono innanzitutto in due grandi famiglie:
•
•
I verbi PREDICATIVI
I verbi COPULATIVI
I PREDICATIVI “predicano”, cioè comunicano un significato specifico: indicano fenomeni, comportamenti,
azioni, atteggiamenti, sensazioni, pensieri …
PIOVERE – CADERE – VIAGGIARE – PIANGERE – ABITARE – AMARE …..
I COPULATIVI sono verbi che hanno un significato molto generico e servono solo per “accoppiarsi” con un
nome o con un aggettivo e creare così una unità verbale che ugualmente predica, ma piuttosto attraverso
questo aggettivo o nome anziché grazie al verbo:
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ESSERE – SEMPRARE – PARERE – DIVENTARE – DIVENIRE – APPARIRE …
ATTENZIONE
Nella prassi consueta, quella cioè che parte dal soggetto di cui abbiamo parlato, i verbi predicativi sono
analizzati come PREDICATO VERBALE così come i verbi copulativi (generando una confusione nei bambini).
Viene considerato PREDICATO NOMINALE solo il predicato formato dal verbo essere copula e dalla sua
parte nominale. Nella grammatica valenziale si considerano predicati nominali tutti quelli formati sia con il
verbo essere che con i verbi copulativi.
COPULA = CORDA
VERBO
NOME o AGG.
Esempio:
FRASI
IL CANE CORRE.
IL CANE E’ STANCO.
GRAMMATICA DELLA PRASSI
IL CANE = SOGGETTO
CORRE = PRED. VERBALE
GRAMMATICA VALENZIALE
IL CANE = ARG. SOGGETTO
CORRE = PRED. VERBALE
IL CANE = SOGGETTO
E’ STANCO = PRED. NOMINANALE
(E’ = COPULA
STANCO= COMPL. PREDICATIVO
DEL SOGGETTO)
IL CANE = ARG. SOGGETTO
E’ STANCO = PRED.NOMINALE
(E’ = COPULA
STANCO= PREDICATIVO DEL
SOGGETTO)
IL CANE = SOGGETTO
SEMBRA TRISTE =
PREDICATO VERBALE
(SEMBRA=VERBO COPULATIVO,
STANCO= PREDICATIVO DEL
SOGGETTO)
IL CANE = ARG.SOGGETTO
SEMBRA TRISTE =
PREDICATO NOMINALE
(SEMBRA= VERBO COPULATIVO
STANCO= PREDICATIVO DEL
SOGGETTO)
IL CANE SEMBRA TRISTE.
TUTTI I VERBI (ESCLUSI QUELLI ZEROVALENTI) HANNO UN PRIMO ARGOMENTO FISSO:
IL SOGGETTO
CHE SI ACCORDA CON IL VERBO; SI COLLEGA AD ESSO DIRETTAMENTE; SOLITAMENTE LO PRECEDE; IN
ITALIANO E’ SPESSO SOTTINTESO.
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I VERbI BI-, TRI E TETRAVALENTI HANNO ANCHE ALTRI ARGOMENTI, SOLITAMENTE POSPOSTI, SI
DEFINISCONO
OGGETTI
E SI DISTINGUONO IN:
OGGETTO DIRETTO
SI COLLEGA DIRETAMENTE AL VERBO;
OGGETTI INDIRETTI
SI COLLEGANO AL VERBO TRAMITE UNA PREPOSIONE (SE SONO PRONOMI O AVVERBI ANCHE SENZA
PREPOSIZIONE).
GLI ARGOMENTI POSSONO ESSERE COSTITUITI DA NOMI, DAI PRONOMI, TALVOLTA DAGLI AVVERBI, O
PERSINO DA FRASI.
ALTRI VERBI
Per completezza del discorso
Formano il predicato verbale tutti quei verbi detti COMPOSITI cioè composti da due o più forme
verbali, quando sono accompagnati da un verbo:
•
AUSILIARE (essere, avere: servono a formare le forme composte del verbo):
Il gatto HA mangiato – Il gatto E’ scappato.
•
MODALE (potere, volere, dovere modulano il grado di realtà, possibilità o necessità del
significato del verbo).
Il gatto DEVE mangiare – VUOLE mangiare – PUO’ mangiare.
•
ASPETTUALE (cominciare a, stare per , ecc. formano con il verbo una perifrasi che indica la
durata nel tempo dell’azione).
Il gatto sta per graffiare.
•
CAUSATIVO (fare, lasciare: indicano un’azione che causa quella espressa dal verbo; possono
determinare un aumento della valenza del verbo)
Il gatto fa fuggire il topo.
•
SUPPORTO (fare, dare, avere, prendere) fanno da supporto grammaticale a nomi predicativi e
formano con questi un’unità di significato).
Il gatto fa confusione.
Il gatto ha fame.
Il gatto dà allegria.
Il gatto prende sonno.
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piovere
Piove.
sbadigliare
Il bambino
sbadiglia.
comprare
La zia
compra
l’aranciata.
porgere
Luisella
porge
un regalo
a Sara.
tradurre
La maestra
dall’italiano
traduce
la frase
all’inglese.
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nevicare - zerovalente
Nevica.
dormire - monovalente
Il neonato
dorme.
Andare - bivalente
I Porcelli
sono andati
al supermercato.
Consegnare - trivalente
Il commesso
consegna
la merce
alla cliente.
Travasare - quadrivalente
L’uomo
dalla damigiana
travasa
il vino
alle bottiglie
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Essere + nome - zerovalente
E’ NOTTE.
Essere + nome - monovalente
Il gatto
è un felino.
Essere+aggettivo - monovalente
Il gatto
è felice.
Essere + aggettivo = bivalente
Questo gatto
è incline
alle smancerie.
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Diventare+nome =zerovalente
Diventa giorno.
Sembrare+nome = monovalente
Questo
gatto
sembra un
tigrotto.
Diventare+nome = monovalente
Il gatto
è diventato papà.
Sembrare+aggettivo=bivalente
Questo
gatto
sembra
incavolato.
mi
parerere+aggettivo=trivalente
Al gatto
pare incerto
il ragazzo
nel nuoto.
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Una definizione
Per frase minima si intende una frase costituita dal verbo e da tutti gli
“argomenti” richiesti dal suo significato, esempio: “Piove”; “Il gatto
dorme”; “Il papà compra il giornale”; “Mia cugina abita a Cagliari”; “La
zia ha regalato la bicicletta al nipote”. La frase semplice è costituita da un
solo verbo/predicato e da complementi di vario tipo, esempio: “Mio zio
guarda sempre la televisione in poltrona”.
(Quadro Invalsi versione 28.2.2011, nota 11 p. 24 ) 19
Indicazioni I ciclo 2012
Obiettivi di apprendimento al termine della classe
terza della scuola primaria
•…
•Riconoscere se una frase è o no completa, costituita
cioè dagli elementi essenziali (soggetto, verbo,
complementi necessari).
Obiettivi di apprendimento al termine della classe
quinta della scuola primaria
•…
•Riconoscere la struttura del nucleo della frase
semplice (la cosiddetta frase minima): predicato,
soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.
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Se leggiamo bene sia gli obiettivi che la definizione della frase data dall’INVALSI, ci rendiamo conto
che non è stata ancora fatta una scelta di campo precisa tra i due tipi di analisi della frase di cui si è
parlato. Si ha l’impressione di un misto tra le due concezioni.
COSA FARE CON I BAMBINI?
Innanzitutto atteniamoci alla scienza:
“Nonostante siamo soliti pensare che l’arte incomincia con i primi segni che il
bambino traccia su un foglio, di fatto essa prende l’avvio molto prima, allorché i sensi
entrano per la prima volta in contatto con l’ambiente ed il bambino reagisce a queste
esperienze sensoriali. Toccare, vedere, sentire, manipolare, gustare, ascoltare sono
altrettanti modi di percepire e reagire all’ambiente: essi formano l’essenziale sottofondo
per la produzione di forme artistiche, sia che ci si trovi a livello del bambino che a livello
dell’artista di professione.”. (Jean Piaget)
e anche nell’approccio alla sintassi atteniamoci alla regola d’oro di cui sopra: manipolare, ascoltare, gustare
la lingua come un qualcosa di misterioso da esperire e da scoprire.
LE AMICHE SPECIALI
https://drive.google.com/folderview?id=0B8qZtnOoy8fuUE9fM2s1aWJrS0k&usp=sharing
Dopo aver visto le nostre amiche, organizziamo l’attività.
L’albergo delle frasi: direttrice la Signora SINTASSI
Diamo ad ogni banco un’immagine e una striscia bianca divisa in due parti.
Chiediamo ai bambini di osservare l’immagine e di scrivere, nella prima parte della striscia il protagonista
dell’immagine (il soggetto) e dall’altra ciò che fa (il predicato)
IL CAVALLO
BEVE
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A fine lavoro avremo una serie di strisce soggetto/predicato.
Prendiamo due scatole, titoliamole e uniamole:
Stanza 1
Stanza 2
Di chi
parliamo?
Che cosa diciamo
di lui?
Invitiamo i bambini a ritagliare le strisce e ad inserire nelle stanze-scatola giuste le due parti.
Una volta inseriti tutti i soggetti e tutti i predicati cominciamo un gioco.
Facciamo disegnare la seguente tabella. Poi Invitiamo una bambino alla volta a pescare dalle scatole prima
un soggetto e poi un predicato. Facciamo scrivere la frase pescata e stabiliamo se sia pazza sì o pazza no.
Esempio:
FRASI PESCATE
PAZZA SI’
PAZZA NO
Il pappagallo mangia
X
La pentola scrive
X
L’automobile si gratta
X
La tartaruga buca
X
Naturalmente cogliamo al volo le frasi “pazze sì” secondo quanto ci suggerisce Rodari:
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“La pentola scrive” :
Ecco qui che utilizziamo la valenza del verbo scrivere:QUALCUNO SCRIVE QUALCOSA A
QUALCUNO (verbo trivalente).
Chiediamo:
Scrive chi?
Ma scrive a Chi? (Al coperchio? Al forno? Al forchettone?)
Ma scrive che cosa? (una lettera d’amore, di protesta? Un invito a cena?
Proviamo a creare una piccola frase spiritosa a partire dalla frase pazza: innanzitutto
scriviamo il predicato:
LA PENTOLA
SCRIVE
UNA LETTERA AMOROSA
AL FORCHETTONE.
O possiamo utilizzare le frasi “pazze sì” come titoli per l’invenzione di brevi storie orali.
“L’automobile si gratta” perché? E con che cosa si gratta? Con i tergicristalli? E come cammina quando
si gratta? Che cosa dice l’autista di quella macchina?
“La tartaruga buca”: che cosa buca, la casa? Da chi va, dal gommista? Che dice il gommista?
Proseguiamo:
Nei giorni seguenti forniamo i bambini di strisce bianche come sopra e diciamo loro di
inventare delle frasi soggetto/predicato, di tagliarle e di metterle nelle rispettive scatole.
Inseriamoci in questo lavoro. Scriviamo anche noi delle frasi avendo
l’accortezza di mettere al posto del soggetto dei pronomi, dei nomi
propri, dei nomi di cariche importanti, degli articoli indeterminativi; al
posto del predicato, tempi diversi dal presente indicativo:
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IO
GIOCO
PINOCCHIO
SCAPPA
UN GATTO
MIAGOLAVA
IL DIRETTORE
ARRIVERA’
Procediamo come in precedenza nella pesca di soggetti e predicati e nella riflessione sulle frasi pazze sì,
pazze no.
Attenzione: se avremo inserito i pronomi, la tabella sarà leggermente diversa:
FRASI PERSCATE
Pazze Pazze
sì
Il direttore miagolava
Un gatto scappa
Io arriverà
Da correggere: in quanti modi?
no
X
X
Io arriverò
Lui arriverà
Lei arriverà
Una volta raggiunta una certa quantità di soggetti e di predicati, proponiamo ai bambini di vedere come
sono fatti i soggetti.
Osservazioni:
Alcuni sono formati da una sola parola. Alcuni da più parole.
Ma che tipo di parole sono? Che fine fanno se vengono mandate nell’albergo CHISEICHISEI?L’albergo delle
parole: direttrice la Signora GRAMMATICA
?
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Facciamo ritagliare parola per parola i soggetti e i predicati ottenuti. In quale stanze-scatola le manderà la
signora Grammatica? Con le frasi che abbiamo finora proposto avremo
Stanza 1
ARTICOLI
Stanza 2
Stanza 3
NOMI
VERBI
Stanza 4
PRONOMI
Il passo seguente è molto semplice: proponiamo ai bambini di osservare gli articoli.
Vuotiamo la scatola e mettiamoli uno sotto l’altro: che cosa notiamo? (det. e indet;
M e F; S e P)
Lo stesso con i nomi, osserviamoli e cataloghiamoli: (comuni e propri; di persona
ecc.; M e F; S e P)
Possiamo quindi vedere le parole che formano il Predicato e procedere nello stesso
modo.
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Il soggetto plurale
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Continuando il lavoro diamo questa volta ai bambini delle immagini con soggetto plurale. Facciamo scrivere
il soggetto e il predicato sulla solita striscia divisa in due parti e quindi ritagliarle e inserirle nelle due
scatole: “Di chi si parla?”, “Che cosa si dice di lui?” nelle quali sono stati in precedenza inseriti i soggetti e i
predicati singolari.
Mescoliamo ben bene le striscioline nella scatola e quindi chiamiamo un banco alla volta e facciamo
pescare, a caso, un soggetto e un predicato. Affianchiamoli e stabiliamo:
Frasi pescate
Pazza Pazza Da correggere: come?
sì
no
La pentola scrive
X
Il bambino cucinano.
X
Il bambino cucina.
I bambini cucinano.
Il vigile belano.
X
Il vigile bela.
I vigili belano.
Lui bevono
X
Lui beve
Loro bevono.
Mariella abbaiano.
X
Mariella abbaia.
Il complemento diretto o l’oggetto diretto
Procediamo nella costruzione della frase e introduciamo una terza stanza-scatola, quella del complemento
oggetto. Le immagini devono essere molto semplici e chiare e per semplicità diciamo: “Che cosa fa?”, “Che
cosa fanno”, “Che cosa ha fatto”?, “Che cosa hanno fatto”?
I bambini saranno forniti di una striscia divisa in tre parti:
La bambina
porta
le uova.
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I complementi indiretti o l’oggetto indiretto
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Procediamo nella solita costruzione delle frasi.
Frasi pescate
Pazza Pazza Da correggere
sì
no
x
Il lupo scappa sulla luna.
X
Il lupo scappa alla luna.
I fidanzati cantano in bicicletta.
Un bambino si scaldano sulla
panchina.
La befana gioca a tennis.
x
Un bambino si scalda sulla
panchina.
I bambini si scaldano sulla
panchina.
x
A questo punto si hanno quattro stanze-scatola:
SOGGETTO
COMPLEMENTO Oggetto
PREDICATO
DIRETTO
CHI? CHE COSA?
COMPLEMENTI (oggetti) INDIRETTI
A CHI? QUANDO? DOVE? DA CHI? CON CHI? COME? ……
ATTRIBUTI
APPOSIZIONI
Non lo so ma …
lo saprò
Le ultime due scatole le aggiungeremo via via che incontreremo i due casi.
La scatolina del “Non lo so” ci servirà per affrontare le cose che non sappiamo.
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LE stanze DELL’ANALISI GRAMMATICALE
Se prendiamo le parole che formano le varie informazioni delle frasi fin qui individuate e le
guardiamo una per una, singolarmente, avremo le scatole della parti del discorso:
V
ARTICOLI
VERBI
NOMI
A
R
I
AGGETTIVI
PRONOMI
PREPOSIZIONI
CONGIUNZIONI
AVVERBI
INTERIEZIONI
A
B
I
L
i
I
N
V
A
R
I
B
I
L
i
Non lo so ma …
lo saprò
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ANALISI GRAMMATICALE E LOGICA VELOCE
Con le scatole sotto osservazione i bambini possono riconoscere velocemente sia le parti del discorso
(analisi grammaticali) che gli elementi della frase (analisi logica).
Propongo queste schematizzazioni:
L’ORSO BALLA.
L’ORSO BALLA.
Evidenziamo il verbo. Quante informazioni contiene la frase? 2
soggetto
L’ORSO /BALLA
Predicato verbale
Quante parole? 3
Art.
nome
verbo
L’ORSO /BALLA
soggetto
Predicato verbale
Abbiamo eseguito il riconoscimento rapido degli elementi della frase e delle parti del discorso in
essa presenti.
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Art-
nome
Soggetto
S
verbo
Art.
Lo gnomo/ cavalca /la lumaca.
Predicato verbale
P.V.
Complemento diretto
Chi? Che cosa?
Mettiamo in schema e invitiamo i bambini a formulare frasi che vadano bene in esso.
S
•
•
•
P.V.
Chi? Che cosa?
……………………………… …………………………………….. ………………………………….
……………………………… ……………………………………. ………………………………….
………………………………. ……………………………………
……………………………………
Possiamo richiedere varianti:
SOGGETTO: SINGOLARE – PLURALE – NOME PROPRIO – NOME COMUNE – PRONOME
PREDICATO: PRESENTE – PASSATO - FUTURO
nome
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ART.
NOME
VERBO
NOME
ART-
?
NOME
ART.
NOME
L’ORCO/ STRINGE/ IL TOPOLINO /PER LA CODA.
S
P.V.
C.D. – CHI?
C.I. per che cosa
In questo caso i bambini non hanno riconosciuto la preposizione, Metteremo la parola nella scatolina “Non
lo so ma … lo saprò”. Quando ne avremo un certo numero le tiriamo fuori e le osserviamo. Che tipo di
parole sono? Stanno sempre davanti al nome, come il prefisso del telefono. Si chiamano PREPOSIZIONI, si
mettono, si posizionano prima del nome.
S
P.V.
C.D.
Chi? Che cosa?
C.I.
Per che cosa?
Attività aggettivi e avverbi