JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750) Aria dalla Suite n. 3

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JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750) Aria dalla Suite n. 3
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
Aria dalla Suite n. 3
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)
Ouverture da “Il flauto magico”
FRANÇOIS DEVIENNE (1759-18013)
Adagio dal Concerto n. 7 in mi minore per flauto e orchestra
flauto solista Marco Zoni
PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ (1840-1893)
Suite da “Lo schiaccianoci”
Ouverture – Marcia – Danza dei flauti
Danza della fata confetto – Danza cinese – Trepak
FELIX MENDELSSOHN (1809-1847)
Andante con moto dalla IV Sinfonia Italiana
GIOACHINO ROSSINI (1792-1868)
Sinfonia da “L’Italiana in Algeri”
VINCENZO BELLINI (1801-1835)
Sinfonia da “Norma”
GIUSEPPE VERDI (1813-1901)
Sinfonia da “La forza del destino”
Orchestra di flauti Zephyrus
Pochi strumenti musicali portano con sé, in sé, l’afflato della storia dell’uomo. Ovunque ci sia un
uomo, in qualunque regione o epoca, un suono di flauto si è sparso fra le foglie, fra le case, durante
cerimonie di ogni tipo o per il puro piacere individuale. Pochi strumenti hanno il privilegio di
essere testimonianza diretta di una espressione così intima dell’anima umana dagli albori ad oggi,
capace di evocare malinconie fragilissime come deflagranti scoppi di vitalità. Non stupisce come i
grandi compositori europei abbiano destinato al Flauto fra le pagine più commoventi del repertorio
sinfonico, operistico e cameristico. Possiamo leggere tutto ciò che nel flauto vive già analizzando il
mito greco di Pan e di Siringa. Pan, divinità forte, violenta, mostruosa, si innamora di Siringa, una
ninfa dell’acqua bellissima. In precedenza altre Ninfe cedettero all’amore violento di Pan, Eco da
lui generò due figli e Eufeme, nutrice delle muse, generò Croto, inventore degli applausi, e forse
non sarà un caso, ma Siringa non accettò la violenza di Pan e subito fuggì in cerca di aiuto.
Trasformatasi in canna per non essere catturata venne però suonata da una folata di vento, ecco
che anche per Pan il miracolo del flauto scoccò. Non sapendo quale delle canne fosse ad aver
suonato ne prese alcune e le legò insieme per soffiare poi il suo amore svanito. Il sublime aveva
toccato anche un dio feroce che da quel giorno portò con sé sempre il primo flauto dell’occidente.
In queste trascrizioni “...in un soffio!” possiamo davvero viaggiare all’interno del suono del flauto,
qui lo Zefiro, il vento antico figlio di Eolo e dell’Aurora, si moltiplica, si scompone e ricompone in
più dimensioni. Il suono alato del flauto si dilata quasi matericamente fino a sprofondare
l’ascoltatore in una rete di colori inaspettati, in una nuvola di sentimenti delicati quanto profondi e
travolgenti. Se pensiamo alla nostra tradizione, all’uomo creato da un soffio divino, davvero
trascrivere grandi composizioni orchestrali per un’orchestra di flauti appare più che una novità un
ritorno all’essenza delle cose, un richiamo a ciò che siamo stati per millenni e secoli e che
probabilmente sempre saremo, anime smosse dall’amore e dal dolore, come foglie scosse dallo
zefiro, come una canna cresciuta in riva ad un fiume e intonata da un soffio per lo stupore di
uomini e dei.
Così J.S. Bach (Eisenach, 31 marzo 1685 – Lipsia, 28 luglio 1750), il sommo compositore tedesco,
nell’Aria dalla Suite in Re maggiore, appare dolcemente sereno, altissimo e imperturbabile, nel suo
volto divino e imperscrutabile che, tradotto da un’orchestra di flauti, diventa fraternamente umano.
W.A. Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), il genio precoce e assoluto,
probabilmente il compositore più dotato della storia, autore eccelso in ogni genere musicale, autore
de “Il flauto magico”, ha dato molta musica per questo strumento a vento, svelandone aspetti
magici e incantatori che si sono rivelati fecondi per i compositori che vennero dopo di lui, come ad
esempio Felix Mendelssohn (Amburgo, 3 febbraio 1809 – Lipsia, 4 novembre 1847), autore
romantico, mozartiano per età e ispirazione, che darà al Flauto nella Sinfonia Italiana una delle
pagine più struggenti e intense dell’ottocento. Malinconicamente invernale scrive un Andante con
Moto dove i flauti confusi ai violini danno il suono del gelo che arriverà, il tremore dei rami, e
quell’ansia indescrivibile a parole dove paura e speranza si confondono senza soluzione.
A teatro, nell’ottocento e nel novecento, colorando le voci o spingendo i passi di danza, i
compositori hanno potuto sfruttare il suono del flauto, il suono che in questo disco viene indagato
fino a fiorire in più dimensioni. Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Parigi, 13 novembre
1868), Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901), Pëtr Il’ič
Čajkovskij (KamskoVotkinsk, 7 maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893), Pietro
Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863 – Roma, 2 agosto 1945), sono compositori che hanno lasciato
un’eredità musicale enorme e da cui è impossibile prescindere. Se Rossini rivoluzionò il mondo
dell’opera con la sua intelligente sagacia volta principalmente a rendere il non senso di molte azioni
che ogni giorno compiamo meccanicamente, Verdi è stato l’autore centrale della cultura italiana del
risorgimento. Il premio nobel per la poesia Eugenio Montale ebbe a dire che Verdi occupa per gli
italiani quel posto che per la cultura tedesca fu di Goethe, cioè padre di una nazione culturale,
denominatore comune di stili e linguaggi diversi che cresceranno liberamente poi nel corso del
novecento.
Mascagni, l’autore toccante di “Cavalleria rusticana” e de “L’amico Fritz”, fu esponente del
verismo melodrammatico e di una stagione precisa della storia italiana, il momento di passaggio
dall’amore per la rappresentazione dei sentimenti autentici, anche dei più poveri e sfortunati al
mondo, al rigore neoclassico fascista.
Čajkovskij, inventore del balletto moderno, compositore della fantasia sterminata, autore di
Sinfonie ricche di pathos e di oscure inquietudini, ha saputo creare mondi fantastici, incredibili per
varietà di colori e di emozioni, per poi spegnere la propria vita a causa della feroce insensibilità
della sua epoca nei confronti della diversità. In queste trascrizioni “...in un soffio!” vive, rivive, si
immilla, il vento dolce della memoria degli uomini, lo sentiamo arrivare fino a noi da tempi
immemorabili, da epoche non decifrate dalla storia. I compositori hanno dato un corpo a questo
vento, un nome e un colore, ma sono secoli che spira, senza posa, per il mondo fecondando di
musica il pianeta…
…la canna raccolta da Pan non ha mai smesso di suonare….
Sergio Casesi
ORCHESTRA DI FLAUTI ZEPHYRUS
Il desiderio di fare musica insieme, la necessità di vivere e condividere emozioni, la ricerca
incessante di nuovi colori e sfumature, il gioco sottile con dinamiche e con fraseggi: ecco gli
ingredienti dell’Orchestra di Flauti Zephyrus. L’orchestra, fondata nel 2011 da Marco Zoni, primo
flauto dell'orchestra del Teatro alla Scala di Milano, propone e divulga personali trascrizioni di
celebri brani del repertorio cameristico, sinfonico e lirico-sinfonico. I componenti sono professori
d’orchestra provenienti da alcune tra le più importanti realtà musicali del territorio nazionale
(Teatro alla Scala di Milano, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Comunale di Bologna,
Orchestra Sinfonica G. Verdi di Milano, Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano) e rinomati
insegnanti di Conservatori e Istituti Musicali italiani. L’Orchestra di flauti Zephyrus si è esibita in
numerose rassegne concertistiche: Festival di Bellagio e del Lago di Como, Varazze è Musica,
Rassegna Concertistica Città di Bormio, Teatro Dal Verme di Milano per la 69a Stagione
Concertistica de “I Pomeriggi Musicali”, Parco della Musica di Roma per il Festival “Flautissimo
2013”, Teatro Cristallo di Bolzano, Teatro Coccia di Novara, Longlake Festival 2014 di Lugano,
Festival Altisonanze Musica in Valtellina (Livigno, Bormio, Teglio), Auditorium S.Barnaba di
Brescia, Teatro Nuovo di Treviglio collaborando con alcuni solisti di fama internazionale tra i quali
l’arpista Luisa Prandina, i flautisti Gianpaolo Pretto, Philippe Bernold e l’oboista Fabien Thaouand,
raccogliendo consensi e apprezzamenti in ogni occasione sia dal pubblico che dalla critica. Ha
debuttato al Teatro alla Scala di Milano nel gennaio 2014 con “Il Mio Verdi”, spettacolo di musica
e prosa, in collaborazione con l’attrice Mariangela Granelli. Ha partecipato al programma
radiofonico “La stanza della Musica” in onda su Rai Radio 3 in occasione della presentazione del
cd “...in un soffio!” edito dall’etichetta Stradivarius con musiche di J.S. Bach, W.A. Mozart, F.
Mendelsshon, P.I. Čajkovskij, P. Mascagni, G. Rossini, G. Verdi. L’Orchestra di Flauti Zephyrus è
testimonial dell’Associazione Priamo.
XXIII STAGIONE CONCERTISTICA 2014-2015
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Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia, Milano
domenica 14 giugno ore 10.45
in collaborazione con Stradivarius – Presentazione di CD
… IN UN SOFFIO!
Musiche di
J.S. Bach, W.A. Mozart, F. Mendelsshon,
P.I. Čajkovskij, V. Bellini, F. Devienne, G. Rossini, G. Verdi
Orchestra di flauti Zephyrus
Orchestra di flauti Zephyrus
ottavino:
flauti:
flauti contralti:
flauti bassi:
flauto basso in fa:
flauto contrabbasso:
Elisabetta La Licata
Pier Filippo Barbano, Gianni Biocotino, Giulia Carlutti,
Massimiliano Crepaldi, Marcello Crocco, Alice Mafessoni,
Nicolò Manachino, Ninoska Petrella, Massimiliano Pezzotti,
Chiara Scucces, Serena Zanette, Marco Zoni
Marta Canobbio, Enrico Giacomin, Federica Ziliani
Davide Calcagno, Massimo Orlando, Giorgio Ratto
Stefania Maratti
Flavio Alziati
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