TITOLO Un tè con Mussolini REGIA Franco Zeffirelli INTERPRETI
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TITOLO Un tè con Mussolini REGIA Franco Zeffirelli INTERPRETI
Un tè con Mussolini Franco Zeffirelli Baird Wallace - Charlie Lucas – Cher - Judi Dench - Joan Plowright - Maggie Smith - Lily Tomlin - Massimo Ghini Biografico GENERE 116 min. Colore DURATA Italia 1998 Nastro d’argento 2000 per i costuni PRODUZIONE Firenze 1934. Un gruppo di signore inglesi non più giovanissime si ritrova abitualmente nelle più varie occasioni. Mary Wallace lavora per Paolo, un mercante di tessuti che ha affidato alla donna il piccolo Luca, figlio naturale che Paolo, già sposato, non ha voluto riconoscere. Insieme a Mary ci sono lady Hester Random, vedova dell'ambasciatore inglese in Italia, che ostenta simpatia per il fascismo e un'amicizia personale con Mussolini; Arabella Delancey, che si dice esperta di pittura toscana ed ha sempre con sé il cagnetto Nicky; Georgina, archeologa di nazionalità americana; Connie, corrispondente di un quotidiano inglese; Molly, Ursula ed Edith, madri adottive dei gatti randagi di Firenze. La vita del gruppo venne sconvolta dall'arrivo di Elsa, americana, ex ballerina di Ziegfield, donna affascinante, collezionista di arte moderna, di uomini e mariti. Rivalità e ripicche vengono allora a galla, soprattutto tra lady Hester e Elsa. Quest'ultima però, saputo che Luca è rimasto solo, non esita a costituire una rendita a favore del bambino. Intanto il regime diventa più dispotico. Arrivano le leggi razziali, lady Hester, incredula, chiede udienza a Mussolini, viene ricevuta per un tè, ottiene assicurazioni, ma poi gli avvenimenti smentiscono tutto. Paolo manda il figlio Luca a studiare in Austria. Quando torna, Luca, ormai ragazzo, trova una Firenze tutta diversa, le signore sono state internate come nemiche a San Gimignano, la guerra è scoppiata. Luca, infatuato di Elsa, la mette in guardia dai movimenti del suo nuovo amante Vittorio, che sta con i nazisti. Arrivano infine gli alleati, la liberazione è vicina: qualcuno vorrebbe abbattere le torri di San Gimignano, ma le vecchie signore si oppongono con successo. Adesso comincia una nuova vita. TITOLO REGIA INTERPRETI Un conto è occuparsi dei cani randagi, un altro conto prendersi cura di un bambino... Nel mettere in scena la sua autobiografia, apparsa dieci anni orsono, Franco Zeffirelli ha avuto un'eccellente idea: invece di soffermarsi sulle proprie vicissitudini di figlio illegittimo, si è limitato a lasciare il personaggio di Luca ai margini ed a tratteggiarlo sveltamente nel suo passaggio dall'infanzia all'adolescenza e poi alle soglie della maturità, preferendo concentrarsi sulla storia di un gruppo di attempate signore unite dall'amicizia e dalla fedeltà a determinati valori. La scelta del titolo di questo film vorrebbe introdurre lo spettatore in un ambiente colto ed elegante, quello stesso ambiente che viene a crearsi, immancabilmente, nelle ricche ed eleganti case inglesi, alle cinque di ogni pomeriggio. Tutto può sembrare realmente bello in questo film come un servizio da thé bone chine; i costumi, le ambientazioni, gli interpreti; talmente bello da non sembrare vero. Il film è diretto dal regista fiorentino Franco Zeffirelli, ed è un racconto delle bizzarrie dell'epoca fascista viste con gli occhi un ragazzino che per quanto abbia un nome diverso, altri non è che il regista stesso che ha voluto narrare una parte della sua vita.Il tono è leggero, ma mai banale, e la ricostruzione del clima storico riserba un'altra sorpresa: Zeffirelli, noto per le sue conclamate simpatie destrorse, fa un ritratto impietoso del Duce e dell'ignoranza cafona dei fascisti. Un altro miracolo, perpetrato in nome di un amore per l'arte che nel regista fiorentino deve essere evidentemente più forte di ideologie e pregiudizi. Si sarebbe dovuto trattare di una ricostruzione storica di alcuni momenti tragici ed inquietanti della storia d'Italia. L'avvento e gli ultimi momenti di vita del fascismo e l'entrata in guerra dell'Italia. Ma tutta l'operazione finisce per vedersi ridotta ad una bella passeggiata nella Toscana degli anni Trenta. Del resto, durante quegli anni molte signore inglesi soddisfacevano la loro necessità di fuga dalla grigia Inghilterra distraendosi in Toscana, dove arte, amicizie ed amori le accoglievano a braccia aperte. Ecco perché questo film potrebbe sembrare, piuttosto, un reportage anacronistico di una comunità anglofona trapiantata nel Chiantishire. Questo, mentre la storia, quella della sceneggiatura, vorrebbe narrare la crescita e la maturazione del giovane Luca orfano di madre, abbandonato dal padre ma cresciuto sentimentalmente da alcune delle signore inglesi componenti l'allegra brigata, protagonista de Un té con Mussolini. Le uniche protagoniste interessanti di tutto il film diventano perciò loro, queste eleganti e impeccabili signore inglesi. Tutte così diverse tra loro ma, chi più chi meno, accomunate da un'ingenuità di fondo in grado di salvarle dalla stessa violenza fascista. La vedova dell'ex ambasciatore, per esempio, pretende un'udienza con Mussolini per lamentarsi di certi atti degli squadroni fascisti che non hanno alcun riguardo dell'amicizia del suo defunto marito con il nuovo dittatore; incontro che il consigliere del duce sa ben gestire ammaliando le signore, e offrendo loro un thé inglese. Oppure il personaggio della non più giovane signorina inglese innamorata del suo cane e degli affreschi sacri, pronta a denunciare ad alta voce l'incuria e l'incapacità nel mantenerli rischiando spesso di far arrabbiare qualcuno. Ed ancora la forte Georgie, una dichiarata lesbica, che non teme d'indossare i pantaloni davanti ai fascisti. L'ultimo personaggio anglofono che completa il quadro romanzesco di questo film è Mrs. Elsa. Americana eclettica, impudica ma, come le altre, innamorata dell'arte e molto ingenua. Una star hollywoodiana che non risparmia d'elargire denaro, che non è mai il suo, ma quello del marito di turno, ai propri amici ma che, alla fine, sceglierà di pagare per fare avere molti passaporti falsi agli ebrei italiani che tentano di sfuggire alle retate fasciste. Il film è malinconico, romantico ma per certi aspetti anche un po' debole. Debole nell'animazione e nella ricostruzione storica, ma soprattutto in quella umana; infatti difetta il percorso intimo e intellettuale e in certi momenti, la tensione propria di quel momento storico. Un cast di altissimo livello per un film indirizzato al pubblico anglosassone, visto che solo i personaggi italiani parlano la nostra lingua (e neanche sempre) mentre il resto è affidato ai sottotitoli. Le riprese, oltre che a Firenze, sono state effettuate a Roma, a San Gimignano e nella principesca villa Aldobrandini di Frascati, con un'accurata ricostruzione d'epoca. Hanno detto: "Elegante e affettuosa commedia parastorica dell'intenerito Franco Zeffirelli, che rievoca in punta di piedi la propria infanzia nella Firenze fascista. Il meglio, stavolta, più che negli splendidi costumi d'epoca, è nella superba interpretazione delle protagoniste, un manipolo di adorabili matte fuori dal mondo". Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 6 aprile 2001 "E' un romanzo sontuosamente illustrato come sono tutti i film del nostro regista forse più conosciuto e popolare nel mondo, ma senza i consueti turgori e le consuete ridondanze. Vero grande pregio del film - che naturalmente è un prodotto da esportazione, regolarmente parlato in inglese - è comunque il cast". Paolo D'Agostini, 'Annuario del cinema italiano 1999 - 2000'.