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PIODA IMAGING EDIZIONI EDITORE: Pioda Imaging Edizioni ISBN: 9788853210736 TITOLO: Mitico Charlot... Piccolo comico ... delle grandi fantasie AUTORE/I: Enzo Pio Pignatiello, Riccardo Colucci A CURA DI: PAGINE: 220 FORMATO: 15x21 PREZZO: 15€ Nel 1955, Glauco Viazzi, riunendo e completando quanto aveva già fatto uscire a puntate su Cinema Nuovo, la rivista di Guido Aristarco, pubblicò da Laterza il monumentale e fondamentale Chaplin e la critica dove si dava conto di tutto quanto nel mondo era stato pubblicato sul grande autore e attore cinematografico inglese. Da allora sono passati quasi settant'anni e se di quel libro si volesse fare una riedizione aggiornata ci vorrebbe il doppio delle pagine di allora. Perché la fama, il ricordo, l'influenza di Chaplin sulla storia del cinema e sullo stesso immaginario dello spettatore rimangono intatti e dunque del Maestro si continua a scrivere e a ragionare. Già Viazzi però nel saggio introduttivo al suo libro osservava che l'immensa mole di scritti da lui catalogata e discussa lasciava aperte (e in parte lascia tuttora) molte direzioni di ricerca. Citava ad esempio il rapporto con il music hall e la pantomima sul quale in effetti non è stato mai condotto uno studio specifico. E, aggiungerei, non basta sbrigare nelle solite due o tre righe biografiche il rapporto con Fred Karno senza mai studiarne a fondo le caratteristiche di produttore teatrale e di scopritore di talenti all'interno di un certo modo di concepire e praticare il teatro di vaudeville, più o meno corrispondente al gusto, ai codici e al tipo di pubblico del nostro scomparso avanspettacolo. In presenza di un nuovo libro, questo, sull'autore/attore di La febbre dell'oro. di Luci della città, di Tempi moderni verrebbe dunque da chiederci che cos'altro si possa scrivere di nuovo in proposito senza rimasticare il "déja vu", insomma l'aria fritta. E invece Enzo Pio Pignatiello ci spiazza collocandosi da un particolare e questo sì! - davvero inesplorato angolo visuale: quello del pubblico in Italia. Ci sono pagine davvero accattivanti e in grado di fornirci notizie dal vivo, come quando un vecchio operatore di cabina rammenta la platea strapiena di un cinema di Trastevere a Roma dove un capolavoro del grande comico arrivava in quarta visione. Con l'animo dell'esploratore curioso e paziente, Pignatiello è andato a sfogliare vecchi giornali, ha recuperato testimoni, ha posato lo sguardo, per esempio, sulle copertine degli spartiti musicali di canzonette oggi dimenticate, poche delle quali dovute allo stesso Chaplin ma la maggior parte ispirate a lui e ai suoi film. Ci si occupa quindi della fortuna dei film chapliniani nel nostro Paese e si analizza con attenta documentazione sia l'intervento della censura di stato sia l'opera di rimaneggiamento di tanti suoi capolavori brevi rimontati da distributori fantasiosi a partire non dai negativi originali ma da copie spesso mediocri e soprattutto incomplete. Perché li ho chiamati "fantasiosi"? Perché il materiale veniva collegato da commenti "off" che inventavano una trama unificatrice di "corti" diversi. Con l'aggravante che il commento "off" sovrapponendosi alle immagini spesso si intonava ad un modesto umorismo verbale che faceva a pugni con la comicità dei film stessi, affidata all'espressione visiva. Largo spazio è dedicato alle canzoni, sia quelle composte dal Maestro sia quelle a lui ispirate, indicandone titolo, compositore, paroliere, epoca, diffusione, successo. E in altro capitolo si parla del cinema chapliniano in tv, e delle musiche appositamente fatte comporre dalla Rai per per la messa in onda delle opere del periodo muto. Né è da trascurare l'aver stabilito con filologica precisione i titoli italiani dell'intera filmografia dalle comiche brevi ai film alle antologie, una filmografia che comincia a scorrere sui nostri schermi negli anni della prima guerra mondiale. L'indagine di Pignatiello, se fa centro sull'Italia, non trascura ambiti più vasti. Per esempio un capitolo utile è quello sugli (sfacciati) imitatori di Chaplin negli Stati Uniti ma anche altrove, il più noto dei quali era Billy West a cui talvolta si accoppiava Oliver Hardy (e andrebbe ricordato anche il primo Harold Lloyd). Si potrebbe scavare ulteriormente su altri capitoli del rapporto del pubblico con Charlie Chaplin, per esempio il personaggio ricreato a partire dal 1915 nei fumetti inglesi ospitati anche in Italia negli anni '20 e '30 da giornali come < Il Piccolo Cinematografo > dell'editore fiorentino Nerbini o su altre testate per ragazzi legate al materiale britannico ( < Jumbo >, < Rin-Tin-Tin> e < Bombolo - Cine Comico > dell'editore milanese Vecchi). Al di fuori dei fumetti si ha notizia di una serie di dispense popolari edite da Nerbini negli anni '20 non si sa se dovute ad autori italiani o Casa Editrice Clueb | via Marsala, 31 | 40126 Bologna | www.clueb.com | [email protected] PIODA IMAGING EDIZIONI stranieri: < Le avventure di Charlot >, che si rifanno ai gialli a dispense sensazionalistici americani. Ci sono dunque molte porte ancora da aprire negli archivi per esplorare gli elementi di un rapporto del grande comico col pubblico che giustifichi la giusta apposizione al personaggio del vagabondo della definizione di icona del Novecento. Intanto questo libro di Pignatiello ha il merito di spalancarne parecchie e soprattutto di affidare a un simpatico tono discorsivo un inappuntabile rigore filologico che lo rende preziosa e sicura guida ad una nuova comprensione del fenomeno Chaplin, fenomeno che per fortuna non riveste l'ammuffito carattere delle vecchie cose ma costituisce ancora stimolo vivo anche per noi persone di oggi e per la cultura non solo cinematografica del ventunesimo secolo. Casa Editrice Clueb | via Marsala, 31 | 40126 Bologna | www.clueb.com | [email protected]