INVITO Per un progetto condiviso di Città futura.

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INVITO Per un progetto condiviso di Città futura.
libreria ERASMO
via degli Avvalorati 62
31 gennaio p.v. alle ore 17,30
osservatorio trasformazioni urbane
Per un progetto condiviso di Città futura
Contribuire alla stesura di un documento da inviare all’Amministrazione
Comunale affinché attraverso un percorso partecipativo si possa giungere a
concepire uno strumento urbanistico che affronti i problemi reali della “città
dei cittadini”.
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segue una riflessione sulla situazione dell’urbanistica a Livorno ed una nota dell’Osservatorio
Trasformazioni Urbane che possa servire da traccia per gli argomenti della riunione
Livorno, 21. 01. 2013
Anche questa volta il PRG vigente, che ha il compito di tracciare le linee dello sviluppo
futuro della città, secondo un progetto che ne interpreti la natura la storia e le potenzialità, ha
fatto una brutta fine, come del resto i precedenti strumenti urbanistici generali.
Il Piano disegnato da Edoardo Detti fu immediatamente ripudiato dal progettista a causa
dell’introduzione del quartiere “La Rosa” , e rimase largamente inattuato, salvo l’aumento di volumi
edificati per altezze misurate da viabilità mai realizzate.
Il Piano Insolera è stato tradito a tal punto che l'architetto autore del prg si rifiutò di firmare la
versione definitiva; la scelta della Leccia stravolgeva radicalmente la filosofia generale di crescita
ZER0 (oggi si direbbe di decrescita e riuso).
L'attuale Piano Cagnardi, in vigore da più di un decennio, ha conosciuto una metamorfosi che
rasenta la degenerazione: la città non è stata trasformata in un sistema bipolare, si è solo
indebolito il centro storico; la Porta a Terra è rimasta sostanzialmente un episodio separato dalla
città, aldilà del ricollocamento di attività commerciali, non riuscendo a diventare lo snodo
infrastrutturale tra l'interno della città e il comprensorio, rimanendo periferia senza carattere.
La Porta a Mare, dolorosa scelta per il destino dello storico cantiere Orlando, anziché trasformarsi
in un sistema complesso di servizi al nuovo porto turistico per un rilancio della città, con la
valorizzazione dello storico quartiere Venezia e del sistema di fortezze fossi e fondaci, cerniera
della passeggiata a mare e dei borghi ottocenteschi, si è trasformata in una banale speculazione
edilizia, priva del porto turistico che ne costituiva la ragione e la premessa
Quanto al Nuovo Centro, che già invadeva il canale visivo verso le colline tra la città costruita e i
nuovi quartieri a sud, distruggendo un’area a parco (mai terminato) su cui l’Amm. Com.le aveva
già investito cospicue risorse finanziarie, per diventare il secondo baricentro di Livorno, centro
civico di collegamento tra il vecchio e il nuovo e corridoio di verde dalle colline al mare, è destinato
alla consueta banalità di una cementificazione senza qualità urbana.
Falliti dunque i presupposti del PRG, fallita la difesa della fascia collinare, sepolta sotto tonnellate
di villini e villette, mentre il proliferare di un abusivismo senza vergogna ha divorato boschi e orti,
è rimasto ben poco delle ambizioni iniziali.
Nessun problema è stato risolto, né la valorizzazione del patrimonio storico né la riorganizzazione
del sistema commerciale, tanto che si avverte la distanza etica tra i citati progettisti dei Piani degli
anni ‘60 e ‘70 , e gli attuali, che ritornano tranquillamente in una città che ha sostanzialmente
tradito le loro idee.
Il porto di Livorno, fonte per decenni della ricchezza di Livorno è sempre stato il grande assente di
questa narrazione urbana.
In effetti non si è potuto interfacciare il Prg con il Piano della portualità, da anni promesso ma mai
ufficialmente varato. Come se la questione degli assetti e della riorganizzazione delle banchine e
dei traffici fosse una questione privata degli operatori portuali (in conflitto perenne dopo la
stagione della Compagnia Portuale e dell'azienda mezzi meccanici) e non fosse, come è, questione
centrale per la programmazione di una città portuale.
Questa amministrazione a fine legislatura si è data l'obbiettivo di adottare il nuovo Piano
Strutturale. Nel frattempo approva varianti che definisce “anticipatrici” (di un disegno che non c’è)
o “variantine” (che tenerezza !).
Difficile poi farsi un'idea della città immaginata da questa giunta, leggendo il documento
preliminare, che è un collage di documenti incoerenti su tematiche disparate, da cui è assai difficile
cogliere una visione strategica d’insieme.
Il momento di crisi devastante ha come ripercussione lo svuotamento delle casse comunali,
limitando le possibilità di intervento nel sociale e di erogazione dei servizi minimi.
C'è il rischio col nuovo piano di aprire la porta agli appetiti di soggetti economicamente forti che
potrebbero approfittare della situazione di debolezza istituzionale: la scelta di sperimentare una
vera partecipazione nel disegno del futuro della città, è il miglior antidoto contro derive dettate da
interessi privatistici.
Il primo atto di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale, cioè l’informazione sullo stato
di realizzazione del piano Cagnardi, fornendo un quadro consuntivo degli indici utilizzati nelle zone
di trasformazione urbana, le quantità realizzate di edilizia per civile abitazione, a uso commerciale
o terziario è per ora fallito, come sottolineato dall’ex assessore Grassi, per una insufficiente
capacità dell’ufficio urbanistico comunale, e nessuna comunicazione viene fornita sul processo
partecipativo che dovrebbe essere messo in esecuzione.
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Con queste brevi note
l'Osservatorio Trasformazioni Urbane intende avviare una
riflessione collettiva con tutti gli interlocutori politici e i cittadini del movimento partecipativo e
ambientalista.
Molti sono i punti critici da approfondire e su alcuni siamo già impegnati anche con l'università di
Architettura di Firenze a un confronto, tra questi, la porta a mare e il piano della costa. Per
sollecitare contributi (che invitiamo a mettere in rete a disposizione di tutti), evidenziamo un
elenco, non esaustivo ed aperto, delle questioni che necessitano di un’analisi critica.
•
Un’ampia visione territoriale della progettazione urbanistica (Area Vasta)
•
Il Piano del porto ed i collegamenti con l’interland
•
Nuove fonti energetiche pulite per una città ecologicamente sostenibile, priva delle fonti di
pericolo e di inquinamento (rigassificatore, inceneritore, centrali a biomasse, ecc.)
•
Il Piano del traffico
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La Venezia, i borghi e il Porto Turistico.
•
Le tre fortezze, le mura, i fossi e i fondaci.
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Porta a Terra, Terme del Corallo e Stazione.
•
La Rotonda, la Ceschina nel piano della costa
•
La questione ospedale e sanità pubblica
•
Superamento del liberismo per pensare un vero Abitare Sociale.
•
Mercato ortofrutticolo l'importanza del ciclo breve alimentare.
•
Centri civici e sociali per l'aggregazione sociale.
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Il sistema dei parcheggi, il sistema di trasporto pubblico, le zone pedonali; la collocazione dei
servizi e delle strutture di valenza cittadina.
•
Il collegamento tra la costa e il parco collinare
•
Ex Caserma Del fante: un laboratorio per pensare il futuro; l'occupazione pacifica degli spazi
dismessi per riprendersi il diritto alla città come luogo pubblico.
Le questioni qui elencate sono problemi aperti e non risolti, su ognuna occorrerebbe aprire un
confronto di approfondimento per arrivare a redigere dei dossier utili ad una discussione più ampia
ed informata. A partire da queste tematiche possiamo cominciare il confronto anche in rete,
puntando a costruire un incontro collettivo.
Sono nati in città diversi tavoli e gruppi di studio sull'urbanistica: è buon segnale di interesse
purché non diventino auto referenziali. E’ necessario creare una rete di collegamento affinché ogni
segmento diventi parte di un sistema più generale di osservazione sull’urbanistica.
Vi invitiamo a costruire insieme con noi questo importante appuntamento per discutere del futuro
assetto territoriale e di come partecipare a un progetto condiviso di Città futura.
Livorno 21 gennaio 2013
Osservatorio Trasformazioni Urbane