The Camel Pod - da israele a rocca di mezzo

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The Camel Pod - da israele a rocca di mezzo
THE CAMEL POD AND THE MASK
Ταρσός è la pianta del piede (ταρσὸς ποδός) del Toro turco che calpesta1 i Galli Boi, coincidente
con la zona che va dal Sinai a El Cairo.
È anche la pianta del piede dell’Europa, cioè la Calabria, dove i Bruti pestavano i Galli Boi oppure
li calciavano in XA Labbra o Casa delle Labbra, cioè dai Negri africani (Càlabri).
Questi erano pronti al βιάζειν cioè a praticargli la βία.
I Bruti erano Burbures o Burines e rifornivano il Bur Bur o BerBer di Παρθένοι, riservando a se
stessi una quota dei contingenti di schiavi, che venivano sistemati nelle zone di concentramento
disposte lungo le rotte carovaniere.
Il Bur Bur, il Bar-bar-o o il Ber-ber-o era temutissimo e riveritissimo perché era quello del πῦρ2:
Per gli anglosassoni la parola Berbero (e per i tedeschi la parola Boer) significava to bear, to bar,
to bore, to porn, to bury, vale a dire deportare gli schiavi bianchi nel Borneo.
Il Borneo era l’Egitto, terra del βορά ναός, del πόρνη e del γυμνός dove arrivava la ναῦς carica di
schiavi.
Questi erano messi nudi (naked, bare) nelle bare-celle o bar-κελλα, e annichiliti dalla N-κελης
(Nikel), quindi dissolti ed eliminati, Limo nei Limina del Nilo (per la questione delle bare
dissolvitrici l’Egitto era chiamato anche Beri e Siene, da cui i nomi delle due città italiane Bari e
Siena).
Gli schiavi erano πολλοι, innumerevoli polli spogli, nudi e nitidi, giungevano dal Nido, Nether
Land, per essere arrostiti, mangiati e digeriti nel tubo digerente (Il Nilo).
1
Pistare in spagnolo è pisar, che deriva dal verbo latino pinso (o piso), is, pinsŭi (o pinsi), pistum (o pinsĭtum), ĕre.
La pizza è una massa di pasta pesta nel senso di spianata o livellata.
Il verbo calpestare deriva dall’unione dell’aggettivo καλός e del verbo pinso o piso.
Il verbo latino deriva da πεζευω e dalla radice πεδMa nell’antico Egitto piso o pizo significava ῥαπίζω, colpisco con il ra (raggio) le vittime per produrre l’ἰχθύς (piscis
nel senso di jellyfish o limo) nel πίθος, botte, che in seguito era “pisciata” nella pìsside e quindi nel Nilo (πῡτίζειν,
latino pȳtissare, inglese to piss).
Il verbo ῥαπίζω in greco antico significa colpisco con uno stiletto la vittima, ma in Egitto le vittime erano colpite con
uno stiletto elettrico oppure dagli stiletti invisibili del ra (ra-pizzo).
Il ra del ῥαπίζειν era:
- radius divinus
- ράβδος o ῥάμνος θεῖος
- ράβδος o ῥάμνος ἱερός
Il raggio o l’energia divina era ὁ δαίμων o ἡ ὁσία.
Il calpestare era prerogativa dell’episcopo o vescovo, che si occupava anche di controllare la quantità di “piscia” nella
piscina prodotta dalla trasformazione ittica dei pisces pescati dai Pescatori (epis o apis).
Nel greco moderno rimane traccia dell’antica prassi nel verbo πήζω (to turn into curd).
Da πίθος è stato tratto il nome della città di Pisa.
Il soprannome Pizarro del conquistador spagnolo fu inventato per sottolineare l’intento vendicativo degli ebrei spagnoli
sulle popolazioni indie ed andine delle Piramidi Incas.
Allo stesso modo il soprannome Cortès fu ideato in vista della vendetta sulle popolazioni dell’America Centrale che si
erano riconosciute per millenni nelle Piramidi della civiltà Maya e Aztecas.
2
Nella crittografia spagnola il Barbaro o Berbero era il Perro Pirico, quello che bruciava senza pietà i prigionieri,
cioè La Bruja (Bur Bruja o Burbuja).
Un altro Borneo era la Cina, circostanza che indusse i colonizzatori europei a chiamare Borneo
l’attuale isola del Borneo, situata sotto il Mandarino.
Berbero equivaleva a Nabateo o Nababbo, concetto che può essere inteso sulla scorta dei verbi
inglesi to nab e to nap.
Da Nab/Nap deriva il toponimo della città palestinese Nablus, che significa Nab lux, e il nome
della città italiana di Napoli (in greco Neapolis).
Il nome greco Παρθενόπη (Parthenope), della città campana, nella crittografia anglosassone
significa telegraficamente “parts hen ops”, cioè luogo dove gli Spartani spartivano o facevano a
pezzi le Vergini delle Gallie3.
Nel crittogramma parts, cioè partes, equivale ad opis ed al suo plurale opes, perché opes significa
pezzi, in inglese pieces, sinonimi di mezzi, middles, medios, nell’accezione di porzioni o frazioni.
Nella crittografia anglosassone il significato della parola latina ops, derivante da Keops,
corrisponde alle espressioni inglesi Help e Aid.
Sarebbe <<Help, Ἅιδης!>>, cioè <<Help, Aid, Hades!>>.
Hades è sinonimo di Hell, crittogramma composto dal pronome personale inglese He e il pronome
personale spagnolo El.
Era usato per riferirsi a He, The Sir, il Sirio, cioè El, el Dueno o el Senor.
L’opus, operis, era ὁ ποῦς, ποδός, Il Piede, cioè La Piramide, riguardata come Il Podio della
futura Vittoria dell’Islam.
In realtà, la Piramide più che l’opus vera e propria, era il mezzo per realizzare l’Opera progettata,
cioè fare a pezzi i bianchi, ma soprattutto trasformarli in o-pes, o-pisces, o-pece.
L’opera dell’Opus andava realizzata con l’O-πῦρ sugli Orobici d’Europa4.
L’Europa era chiamata dai greci Orobia perché la sillaba eu (in greco buono) scritta nella forma ew
equivale a e-ὄρος, cioè l’orografia elettromagnetica utilizzata per l’ ὄρος-βία (oro-pic, oro-pizzo
vvv).
Nella crittografia ispano-musulmana l’Europa bianca od Orobia, Europa Rubia, è l’Oro-Perra, cioè
spregiativamente La Perra da distruggere con il πῦρ.
Tuttavia il concetto razzista è rintracciabile già durante il periodo ellenico nei nomi  ò5,
gli oro-boves od oro-boys.
3
Gli Spartani o Lacedemonii erano acerrimi nemici dei Parti o Persiani, considerati Dèmoni.
I due nomi significano laceratori di Dèmoni, epiteto con il quale venivano designati i Dèmoni del Lagonizo (λακωνίζω).
Gli Spartani da un lato ed i Parti dall’altro si spartivano i Dorii o Gàlati.
Gli schiavi dei Greci erano chiamati Iloti o Troiani, a Sparta erano detti Spartiati (Σπαρτιάται), mentre un’altra casta
era composta dai Περίοικοι.
4
Sarebbe πῠρεύω per ottenere la p-urea (purè) o, in latino, oppico per ottenere l’ops od opis.
5
Orobia era una città dell’Eubea, Εὔβοια, uno delle tante oro-banche, , dove gli ew-boia (evil) praticavano
l’ere-pinza nel contesto del  .
L’Oro-bos è destinato all’Ere-bos (Ερεβος) cioè al ρειν della corrente (reign o regno): gli ò
formavano un corrèo di rei diretto alla Quema Alquemica (Khemi).
Nella crittografia geografica οἱ πόδες άνθρωπου sono la Penisola arabica e l’Africa nordorientale
dall’Egitto alla Somalia, territori a forma di gambe con i relativi piedi sottostanti.
O ἀνήρ, l’Uomo Nero, è disteso sotto l’Europa e cerca l’amplesso “erotico” con ἡ γυνή, cioè la
stessa Europa dei Bei Galli o Galli Boni (Boi et Boves).
Combinando la parola ops, opis, con il toponimo del Comune abruzzese di Opi e il nome Italia, si
può dedurre che gli o-pitali d’Italia erano avidi dell’opis, da tenere hospes in hospitium
(nosocomium, valetudinarium) in attesa di consumare il sadico o-spitum.
Gli opes erano le putae e i puti bianchi europei portati, inopes slavi, tra gli Africani, i Cinesi e le
altre popolazioni satellite, comprese quelle italiche, per la messa in opera o per la mano d’opera,
cioè per essere messi in croce

Praticare lo spitum significava to spit, to split, to pic, to pitch in pit etc.
Il termine spitum, spiedo, può essere visto anche come una contrazione di spiritus (sanctus),
crittogramma di fuoco (πῦρ, πυρός), sangue (spirito rosso o vino) e di spina-ritus (fuoco egizio o
πY- ῥέω da cui Spira e Pireo).
Il πίθος, era una giara per raccogliere il sangue delle vittime sacrificate con il pizzo o spitum.
Era chiamato dai Romani pitale per il caput e quindi capitale, nome che usavano maliziosamente
per riferirsi anche al vaso da notte (cantero).
Il pitale per il sangue del caput (im)mundi era il capital o capitale riservato ai capites Italiae.
La stessa Roma era considerata Caput Mundi, cioè città creata per decapitare l’Immondo.
Il Capitolium, il colle principale della Roma arcaica, era sacro ai Romani perché era l’altura dove
si eseguivano le condanne capitali degli italici quando venivano fatti prigionieri e portati a Roma.
L’ era effettuato sulle gònadi della vittima distesa sul banco o bancale (altare).
Il termine deriva da βινεω e ρέω.
Orobia era sinonimo di Arabia, ἀήρ (area) della βία (violenza) sugli Orobi d’Europa (βωμός) e, come tale, sinonimo di
Serbia.
Orobia era sinonimo anche Ur (aurum), nome con il quale si indicava l’Egitto e la Cina delle Piramidi.
La Cina e l’Egitto erano Varuna cioè War-Area-Hun, espressione in cui war sta per w-ur e hun (da cui Hunnan e
Unno) sta per uno e runa, ma anche per ruma (Roma), reuma, re-ohm, dato che la ni finale di hun, cioè la N, è la
svastica semplificata levogira e destrorso (knee).
Cina ed Egitto erano Area Ur Unita per l’Asur (arsura), ma ad ambedue era unita anche Am Hun o Am Hon
(America).
Al colle situato nelle immediate vicinanze era stato dato il nome di Collis Palatinus, essendo sede
della tomba maledetta – Casa Pitalis - del Pater Latialis6 o Lapis Niger (occorre ricordare che il
Latium, il Latus o Latona era il vasto Egitto della devastazione o della Svastica).
Il Lapis Niger era l’aper niger africano sul quale si orinava la piscia e, in tal senso, il pitale od
orinale.
La radice di pitale è la stessa dei vocaboli inglesi pit e pis:
Suddetta radice è all’origine, nella lingua latina, di una nutrita serie di vocaboli, come pituita,
pituinus, pituitosus, pithus, python, e del toponimo Pitana, Πιτάνη, dato ad una città dell’Asia
Minore ma riferibile a tutta la Turchia, essendo un territorio capitaneo o capitale attraverso il quale i
Pritani (Britanni) giungevano al Capitanato egizio (caput ayn)7.
La radice pit- si ritrova anche nella parola pes, pedis e peditum, con la lettera t mutata in d.
Le due consonanti PT sono il crittogramma di Pathos, mentre nella forma PD sono il crittogramma
di Pado.
Da Pathos e Pado derivarono i termini prato e prado con i quali gli europei del Nord
identificavano se stessi, pecore portate nei “pascoli” africani e cinesi per il πάσχειν (to pass to the
Key)
Il πάσχειν era chiave e peschio:
-
clavis et pes o pesclus, vale a dire il pes, cioè il παῖς, clausus et luce caustus (καυστος).
-
κλείς καὶ πᾶς χ ιος (π-ἰχθύς), cioè il παῖς trafitto con il πᾶν/pen8.
Il πᾶν era il chiodo (pen o pin) che tutto passa (ἧλος).
Per i bianchi europei The P significava TH PHS (TePe, TeBe, TiBer, TiBur).
Essendo vittime indifese del PHS erano soprannominati anche Pitti, cioè razza destinata a The Pit9,
la Fossa.
Pitti significava anche  picti, cioè depicti con il picus del pictor.
La Pit o pictura egizia poteva essere la semplice croce elettrica (sedia elettrica o silla-caballo)
oppure la croce ionico-dorica (carbonizzazione ionica o da ionizzazione).
Laertis, Λαέρτης era l’Egitto o, meglio, la Piramide, vista come la Erta Λ (Λ αέρ TH S).
I popoli servi (Serbi) dei Faraoni captabant captivos britannicos per i Pritani (οἱ πρυτάνεις), cioè il popolo di Petrus
che faceva capo a Petra, l’Egitto delle Pietre (petra, lapis, saxum cioè piramide).
Gli Africani erano Preti o, in spagnolo, Prietos.
A capo delle spedizioni c’erano i κυβερνήτες, il cibernauta o capitano; esse facevano sosta nelle cavernette ubicate
lungo le vie di transito per giungere infine con i prigionieri catturati (captivi) nella sede del Kυβερνήτης, il K-aper o
K-afer della Gubernatio schiavistica, della K-iber-netica o T-ibernazione o Tabernazione.
Il termine Kafer , oltre che capro ed afro, significava Capo dell’Afèresi dei bianchi dall’Europa.
In Egitto i Governanti Pritani (οἱ πρυτάνεις), così detti per essere quelli del πῦρ-τ-ayn, cioè i Purificatori (per gli
anglosassoni i Puritani), mettevano i p[r]utani-caprette nelle cavernette, gubernacula o vernacula di Elettra.
Il tema Kυβερ è lo stesso di cupra e di copper, di khufu, khufer e khafer, caper.
8
Il παῖς era per i greci l’ἀ-Pήν da sottoporre all’arnese, ἀρνός, del Demonio, ἀμνός, per ottenere l’ἀρή.
Egli era ἡ ἀρά o ἀρή di fronte ad Ἄρης o Ἄρεος, era M-aria T-aresa e quindi T-ara residua.
9
La PIT era la pizza, pitla o piattella di farina e aqua.
6
7
Era effettuata nel casa-altar o casa-ultor10 dove le Vergini delle Gallie venivano inserite.
I Romani chiamarono Celtae i discendenti delle Vergini delle Gallie, in quanto Celtae significa
Virgines Selectae per lo Scelus del Serpens: S C electae  S Cel[ec]tae.
Il nome Κέλτος, Kelt, Celta deriva dalla radice kel/kal di καλός e di caelum, la medesima radice
di κελαινός (Κελαιναί, Κελαινές, Celaenae) e di calore, di καίω.
Kal deriva da Ka- ed è all’origine del latino causa e del greco αἰτία con caduta della lettera
kappa iniziale: la Causa è nella crittografia anglosassone la battaglia contro la plurisecolare
persecuzione della razza bianca.
La croce elettrica o scossa elettrica fu il motivo per cui i Pitti vennero detti anche Scoti o Scroti,
cioè vittime della Rota del Serpens Crudelis (SCR) o vittime del Serpente Cròtalo (S. Coach).
Ma Scoti significava anche scroti soggetti allo sgozzamento genitale e giaculatorio per mano degli
scozzesi o sgozzatori musulmani.
Il P o Pado, il Padus era la vittima del Pathos derivante dal πάσχειν, era cioè Jesus Judaeus
sottoposto al pati (spagnolo padecer).
Il PV era il pavo o pavone, il gallo pavido, in spagnolo il gallo-pavo, in italiano il tacchino.
I Galli o Pavidi, considerati collettivamente, erano La Padua o La Pascua.
PV + P =

Il plurale di ops cioè opes, gallicizzato in o-peas, era il segnale di allarme ed il passaparola delle
popolazioni ariane allorché si profilava il pericolo dell’arrivo dei Pescatores del Vallum K-opes o
Vallum K-o-peas (Vallum Keope).
Gli Egizi ed i popoli italiani dell’epoca faraonica (slavi, ùngari, romeni, turchi, iraniani, arabi),
erano temutissimi perché il loro apparire (cops up) significava essere deportati ad Elettra
(᾿Ηλέκτρα).
10
Combinando casa-ultor e casa-altar si ottiene cultus, cultor, cult oppure kalt.
Il Kalt è il K-altar dei Kelts dove i Galli vengono sacrificati dal K-elder o K-holder.
pes
pea
kop-cop
1
2
3
copper
Kappa
1
treccia
peot
2
3
Gli Opes (plurale di ops), gli ariani vittime dei Pescatori erano le Volpes (Vl opes), Wolphes o
Wolwes con il Lupus Volvens che gli dava la caccia, così come ricorda il rito anglosassone della
caccia alla volpe.
Per il criptoebraismo ariano Tarso significa T-arso, cioè arso in croce, concetto all’origine del
termine inglese arson e di quello italiano carso.
Nella crittografia geografica Tarso, la città della Turchia che diede i natali a San Paolo, si trova
all’altezza della gamba o anca (Ankara) del Toro turco.
In realtà il toponimo è riferito al piede del bovino, coincidente con la zona che va dal Sinai a El
Cairo.
Nel Negev si trova il Tallone (talòn) o calcagno, cioè The Heel (He-El), cui segue il tarso del piede
dell’Inferno, The Hell, dove gli schiavi venivano pigiati o pestati.
Il T-arso, nel senso di sterminio con la croce egizia delle vittime deportate, era foot (φωτιζω) e
boot, cioè brucia con il Photon (φως, -ωτος e Φαέϑων), metti nella botte (spagnolo bote, tarro del
limo, arabo tarra, italiano tara) e butta (spagnola bota, inglese to boot).
Il significato crittato di T-arso è lo stesso di Ank-ara.
Volendo usare la lingua spagnola, si potrebbe dire che per i musulmani Tarso significa “Tras o
Detras el Trasero del Aire>>, tenendo presente che l’Aire è l’Eire o Eyre, cioè l’Europa bianca.
Il Tarso, in arabo la Tara, è l’Ara della T (croce), l’area dove vale la regola (tarea) AresEros, in
greco ἀήρ (gen. ἀέρος)  ἔρως, in latino aer  heros11.
La Turchia, benché appaia come un Toro è, al tempo stesso, un Ippopotamo e un Cammello.
Ippopotamo perché ὑπὸ c’è il ποταμός del Nihil (Nilo).
Cammello, cioè Gamala, perché il contrario della parola ala maG è un espediente crittografico per
fare riferimento all’Ala Magis, cioè all’Ala Maggiore dell’Aquila, formata da:
11
Nella Spagna araba la Tara è ricordata nel toponimo Tarragona.
-
Penisola arabica (ala minor)12;
-
Africa nordorientale dall’Egitto alla Somalia (ala magis o ala maior)13;
-
Ghazi od Homo, coincidente con il tratto di territorio che va da El Cairo fino a Banghazi
(caput).
Il contrario di Gamala cioè Ala ma
,
scritto con la lettera gamma maiuscola ruotata
orizzontalmente  , indica sempre l’Ala Maggiore Africana

Nella fattispecie il segno  coincide con il tratto di territorio turco che va da Mugia (Mira e Lukka)
ad Alessandretta e da qui fino al Sinai egizio14.
Unendo la lettera gamma ed il suo contrario   si ottiene la lettera  di πυραμίς.
Immaginando di chiudere il
 alla base, come una casella, si ottiene una Cornice quadrangolare.
La parola Cornice deriva dal latino Coronix, un crittogramma composto da Corona in X o, per
essere più precisi, da cor, chorus, cornus e X, per designare la Piramide (vista dall’alto) e la Crux
Hominis (Corux Hominis), per il sacrificio umano
Il crittogramma Coronix, contratto, dà Cornix, crittogramma a sua volta composto da cor, cordis e
nix, nivis.
I Romani, edotti dei sacrifici isiaci, coniarono i termini cornicines (denti di cane) e i tubicines
(fauci di cane) per indicare gli appartenenti ai collegi pontificali romani preposti al sacrificio dei
prigionieri dei popoli del Cuore, nemici storici di Roma.
Il Cuore, durante il sacrificio umano cruento, non alchemico, veniva strappato dal petto del Koros
e della Kore.
A parte ciò, il crittogramma Coronix contiene indicazioni geografiche circa l’ubicazione del
sepolcro della Kore (Cor) per antonomasia: esso è in nix, nivis, tra le nevi, nascosto nella località
X del Knee Canis (la X inscritta nella corona e tracciata nella cornice quadrangolare è il segnaposto
del sepolcro).
12
In arabo il nome della penisola è Jazīrat al-Arab.
Da Ala Magis ed Ala Mas si ottiene Ala Maius.
L’Ala Maius era l’Ala Maya o Ala Maggiore per Marya.
Marya è il popolo di M–arya o M-air, il popolo ariano della grande Germania o grande Gallia deportato all’Aquila
(AX Ali), vastissima terra dell’IRA (Ireland o Eire).
Mas e Magis è anche Magia Re Magi.
14
Il toponimo Mugia significa “mucca che muggisce” nonché Murgia, Morge, Morrice o Camor.
13
L’ubicazione del sepolcro della Kore Incor[o]nata è in corona, cioè sull’Altopiano delle Rocche

dove l’Uomo-Donna è murato nel Wall15.
L’Ala Maggiore dell’Aquila era la vasta regione africana dell’ἁλς, ἁλός16 o Alis (Alif, Aleph),
dove con l’impiego dell’energia G-amma il popolo di Cam produceva la G-umma.
Nella Bibbia i suoi nomi sono Sodoma e Gomorra.
Sodoma significa per gli ebrei Massad o Mossad, cioè Dome o Dominio della S[oda]Umma.
La S[oda]Umma non era nient’altro che la S-umma, in arabo la suwwād, ricavata grazie alla risorsa
tecnologica del  o Z, Sed17 o Zed (capace di produrre energia solare, energia nucleare,
energia elettromagnetica).
SV
MM
A
SV WW A


Gli schiavi condotti a Sodoma dai Sadducei, cioè dai Sadici Duces, erano The Sad People, perché
colà rimanevano vittime della Suwwād o Summad, la giustizia sommaria ed aritmetica della
Umma (giustizia sumera o giustizia sufi)18.
15
Da Giza bisogna tirare un freccia (corno) fino a The Corn Wall.
L’ἁλς, ἁλός è il sale ma anche il moto ondoso del mare ed è preso come metafora delle onde elettromagnetiche .
Nello stesso senso il nome latino del Dio Mars è una contrazione del genitivo Maris di Mar (Marmara e Stella Maris).
I Marsi in origine era il popolo di Mars o Mamers o Mavors, cioè popolo al servizio del Faraone Ares o Giove
Folgorante.
17
In latino la congiunzione avversativa sed significa ma.
La particella venne coniata mediante un passaggio crittologico: cioè Me-d/Ma-d.
Me mactato in madia presso e con
18
La Summa o Suwwa della Piramide era la giustizia sumera o sufi.
Era una giustizia sofista, filosofica e sofisticata ma soprattutto era la giustizia del sufrir (sufi e sufismo).
La Umma è rimasta famosa nell’espressione del dialetto napoletano a umma a umma, locuzione che, al di là del banale
significato delinquenziale e fraudolento, possiede un significato molto più pregnante ed inquietante, ricollegabile alla
camorra internazionalmente organizzata.
La Piramide era:
- Suma (Summa), cioè la Casa di Sam, Sum o Sun (Sunnismo).
- Cuma, cioè la Casa di Cum (Cam), Kun (Khan o Can).
- C-Amor, cioè la Casa di Amor o Camorra.
Come tale era Masada di Gerusalemme, il Mossad, il Molosso  per [im]molare gli schiavi.
Costoro erano Denarii o Danarii (monete) ed i loro corpi, corpses o σώμᾰτᾰ, venivano assommati con ritmo
matematico (μαϑηματική τέχνη).
16
THE CAMEL POD AND THE MASK
pous, poos
boot
tarsos
ankle
foot
tobillo
foot
trot
ga l l op
heel
pes, pedis
s tep
tri ta re
ga l l o i n ops
pa ce
tri to eti mo ga l l o i nops
talon
calcagno
ca va l l o
ka l òs
ZED
SED
MASED
MATSED
MASADA
SEDA Bangla
3D thread, third
6D sed o zed
MAT ZED sedes
Z
Z
D
Il Goto o Gotico era per i Siriani una Cotica, una Cotenna, un maiale da deportare alla Maschera
di Damasco dove lo attendeva il Maschio: The Mask.
Il Maschio di Damasco era la Ama-Mask.
Mascherarsi significa coprirsi il capo, dissimularsi in una qualche maniera per commettere un
delitto, mentre mascherare significa coprire qualcuno o qualcosa.
Ma nel caso di specie mascherare o, in spagnolo, mascarare possedeva più di un significato
recondito:
-
coprire il capo del carnefice o boia.
-
coprire il capo Mas Kara, cioè il Mask dell’Ara o dell’Eire, detto Maya S.
-
fare gli sgarri e fare gli sgherri (scherri, scherani).
Il Mask Ara era la Maschera o la Cara di Maiale, la Cotica, o, in altre parole, il Maiale Ismaele,
IS MAYALI o ISIS MAY ALI19.
Costui veniva soprannominato anche il Cerdo, il Curdo (curd), il Coreano del Καρδία o del Cor,
(Carthago).
Il Cor era il cuore delle vittime spesso estratto dal petto durante i sacrifici cruenti oppure la corrente
nel caso di sacrifici elettromagnetici.
La parola latina fu coniata anche per alludere all’Africa, continente a forma di cuore, nonché
all’India, penisola a forma di piccolo Cuore (Curete o Κουρῆτες) o Cuoricino (cor o cruor sinus,
cor o cruor canis).
L’Africa era collegata nella carta geografica da cordes geodetiche (cordes è il plurale di cor)
all’Europa, i cui citri venivano suonati nella cetra e le cui luci venivano suonate nella lyra (lu-ra).
Il nome Europa deriva da ev-rope o ew-tail, cioè Corda o Coda del Demonio, allusione ai cavi
della corrente elettrica.
I Mayas, durante l’età egizia, erano i Potenti Faraoni (may o might nel senso del verbo inglese).
19
Per gli ismaeliti maya e mayo significa, oltre che potente e maggiore (may) rispetto ai bianchi fair, anche majo e
maja, bello e bella.
Il bianco fair è ritenuto macho (cerdo) e majo è poterlo uccidere ritualmente.
Per loro fair o fairy race significa razza da estinguere mediante l’antico pharaoh, faro o falò.
La razza fairy (Eire) è considerata farrow per il farrier o harrier, corrispondente al ferox faber ferrarius dei Romani.
Essi erano IS MAYALI, nel senso degli aggettivi spagnoli majos e mayores, e gestivano la
Ismailya.
La MAYA D era il simbolo della Piramide che consentiva loro il Dominio mondiale.
A distanza di secoli per gli spagnoli l’appellativo Maya era sinonimo di maiale, puerco (puer-corazon o puer-cor-accion), guapo (capo del cappio, caput del capio, cape del to hand-to cap), bravo
(pravo, brave, briber, birbone), soprattutto perché il Maya amava usare il famigerato Pic ed essere,
di conseguenza, Big Pig con gli schiavi.
La maschera, la Mask di Damask, era in concreto l’esecuzione delle vittime legate e con la
maschera di ferro o mordacchia applicata alla bocca.
Alle vittime legate e imbavagliate venivano praticati con il pic (picus, pico, pio, beak) gli arabeschi
o sgarri, incisioni o tagli di vario tipo, che le avrebbero condotte lentamente alla morte.
Il picus era il pilum o il κέρας dal κεροῦχος usato sulla pelle del corpo, χρόα, e sugli scroti χρώς
(χρωτός) del condannato “in cross” (nella crittografia inglese è The Cute cioè “the cut upon the
cute”, che corrisponde al latino cutis).
Nell’antico Egitto fotovoltaico il pic poteva essere elettrificato.
Ma la vera e propria Mask era l’ἄσκαυλος, un apparato composto dall’ἀσκός (bag) e dall’αὐλός
(pipe), con il quale si otteneva l’αίσχος: l’opprobrium, cioè l’oppo rubro (ops rubrus) o mais o
maya.
Era questa una sostanza nera e colloidale, simile a pece, come desumibile dal verbo latino oppĭco,
oppĭcas, oppĭcāre: cospargere di pece (in spagnolo l’asco).
Era chiamato anche σηκός, corrispondente al latino sica20
Funzionava con la corrente elettromagnetica o scossa ed era in grado di cocer (spagnolo cuezo,
coces, così, cocido, cocer, latino cŏquis, coxi, coctum, cŏquĕre).
La frequenza dell’onda elettromagnetica è ideogrammata nella sequenza dei denti della sega,
parola del lessico italiano derivante da sica e σῆκα.
20
Nel Liddell-Scott-Jones Greek-English Lexicon (online) il termine σηκός è così definito:
<<σηκός (neut. pl. σῆκα (q.v.) as Adv.), Dor. σακός (IG42(1).102.29 (Epid., iv B.C.), ὁ:
A. pen, fold, esp. for rearing lambs, kids, calves, Od. 9.219,227,319,439, 10.412, Il.18.589, Hes.Op.787; εἰς
τὸν ς. οἴσουσιν, metaph. of young children, Pl.R.460c; “σηκὸν νομίζειν τὸ τεῖχος” Id.Tht.174e; ς. δράκοντος
the dragon's den, E.Ph.1010; οἱ πέρδικες δύο ποιοῦνται τῶν ᾠῶν ς. nests, Arist.HA564a21.
II. sacred enclosure, precinct, Hdt.4.62 (v.l.), S.Ph.1328, E. (v. infr.), IGl.c., SIG247 K1 1155 (Delph., iv
B.C.), Maiist.23, LXX 2 Ma.14.33; “ὁ ς. τοῦ ἱεροῦ” OGI 702.4 (Egypt, ii A.D.): acc. to Ammon.Diff.p.94 V. (cf.
Call.Fr.38P. (ap. Sch.Oxy.Th.2.17), Plu.Cim.8, Epigr.Gr.781.7 (Cnidus)), the σηκός was sacred to a hero,
the ναός to a god, a distinction not observed (v. Poll.1.6) by the Poets, cf. Trag.Adesp.424, E.Ph.1751 (lyr.),
Rh.501, with Ion 300, etc.
2. sepulchre, burial-place, enclosed and consecrated, ἀνδρῶν ἀγαθῶν ὅδε ς. Simon.4.6, cf. TAM 2(1).207.6,
208.7 (Sidyma).
3. library building, Gal.15.24 (pl.).
4. bedroom, “ς. ἐπίπεδος” Aret.CA2.2.
III. stump of an old olive-tree, περὶ τοῦ ς., title of speech by Lysias.
IV. weight, in the balance, Eust.1625.26.>>


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SIXL
Gli scozzesi ricordano simbolicamente il σηκός (secchio, inglese bucket, spagnolo cubo) nel bagpipe o cornamusa.
La vittima da sacrificare era come un gabbiano in gabbia, un gaviota in gabiota, una cavia in cabia,
un cabo-cabro in cabina, un cape-caper “in the cabinet”: la cabia era la casa o cassa per il ra-βιάζω (rad o rab).
Ingenerava nella vittima le coliche ed il χολή, χόλος: fuoriuscita di fiele o bile, della bab (spagnolo
baba, italiano bava) e della pappa, cioè delle viscere (pappo, pappas, pappāre).
Se, invece della semplice corrente elettrica, veniva utilizzata sui lambs la radiazione
elettromagnetica Lambda, Lamb o Lamp Hades, la vittima diventava una lampada, perdeva la
pelle e la carne che, diventata rossa21, cadeva liquefatta abbandonando lo scheletro (skeleton,
esqueleto) della vittima in σχῆμα cioè in $-Quema: lisca di pesce o ἰχθύς.
Il congegno era chiamato anche το κωας, nome contratto in κως, pl. κωεα e κωα, proprio perché
capace di cuocere (cocer)22.
Un altro nome era -χ-ιός o -χῖον23, perché poteva scindere, aprire la vittima oltre che bruciarla
(σκιαω, σκια e fos-chia).
Gli Sciri o Siri o Ciri (κύριος) della ar-sura (ars, arsio, inglese arson) operavano lo σκιρον per
provocare lo σκιρος.
Nell’antico Egitto le vittime preferite erano bambini, in inglese babies o babes, parole derivante
dall’arabo bab.
The baby o the babe era il greco pappas, cioè la pappa (reale) o pappone prodotto per ordine del
Papa-Faraone: la sostanza veniva fatta defluire attraverso un sistema di tubature finendo nell’acqua
dei bacini sotterranei (bab o papera) e da lì nel Nilo.
Tra i simboli che venivano utilizzati per rappresentare la corrente elettrica c’era la YPSILON o Y
greca:
21
Era la carena = carne + oenus.
Il μέγας κως (κωας) o / ν era invece il mega forno (φωτός ὀρνις) ad onde elettromagnetiche in grado di
modificare il clima (weather modification) oppure di lanciare saette folgoranti, che, nel linguaggio metaforico greco,
erano ὄρνιθες o ἀστράγαλοι (lanci galattici verso gli astri), in quello latino aves od apes (il forno o φωτός ὀρνις fu
soprannominato nel corso del tempo in vario modo coat, cotta, vello d’oro, mandylion, fleece: flies e flash di ice).
Era, per così dire, un mega κόρος/κόρη in Μέγαρα d’Africa (mega-area della χώρα africana), un Uomo-Donna
22



Ovviamente il micro κως o  era il micro forno per arrostire chicks, chickens e birds (ὄρνιθες e aves).
Il nome greco κωεα attualizzato sarebbe Corea, cioè corrente modulabile.
23
Il verbo χιόω (χῖ) significa <<mark with a Χ or cross>> Tz.H.5.164 (http://www.perseus.tufts.edu ).
Da κως deriva la parola casco e cosca, organizzazione criminale coperta.
-
la y minuscola simboleggiava la lingua di serpente, corrispondente alla lettera ebraica Tsade
(Tsadi Tzaddik);
-
la Y maiuscola simboleggiava la spina, perché Ipsilon è Y +  + lon.
Per i :Galli la sigla Y +  + lon significava che The Lyon, la vittima, era alone di fronte allo
Snake ed equivaleva al vile insulto: <<You lyon!>>.
Poter usare lo Y e il -lon, cioè il pilum, sulla vittima incastrata nella juba (in the jacket)
ingeneravano nei Boia o Serpenti Boa il you-feel, cioè il you-pilare o jubilare.
Essi erano (jub)ilari, giubilanti perché la vittima non si poteva “ribellare” e doveva inevitabilmente
“belare” mentre il Boia procedeva a “pelare” il suo corpo.
In ciò consisteva la festa del giubilo o giubileo24.
La scena della Cura del Cor (kore o koros) avveniva coram populo o Ipsilon Greco o “Y  lon
grex”.
La vittima egrex, messa in X davanti al Grex Pecorum, appositamente radunate dalla segregatio, e
davanti al Populus dei Leones, veniva seviziata ed uccisa da uno dei Leoni (rectius Maya-loni)
con il -o Piz lamba ).
C Y Kippa
PILLAR
P
PILLAR
P
PILLAR
P
P
PILLAR
JeB
Il Pillar J è il Jack della Jacket cioè la Y, capovolto è
l
Il Pillar B è il Boaz della Jacket cioè il Serpente della corrente Y o l
La lettera Y è l'Aquila o Gallo
La lettera M è Maria in croce  ed è il simbolo dell'onda elettro M


La lettera Lambda significava on the lonely lamb, che diventava lamp o làmpara in
spagnolo.
24
La Chiesa Cattolica istituì il Giubileo Santo per conservare memoria del rito della juba e del jubilum.
Il significato genuino del verbo iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre, ordino, comando, fu in principio “provare piacere
sadico ed ebbro nell’ordinare e praticare la juba sul judaeus od hebraeus”.
Il giubileo iuvabat alle popolazioni che si riconoscevano nella Juba o Jugurtha.
Il termine làmpara, oltre a significare area riservata al sacrificio dei Lambs, significava anche che
il lamb ambito era messo ἐν πάρος, nell’àmparo (hamper), cioè ἀνὰ πῦρ, dove si accendeva
lentamente fino a diventare làmpara, cioè faro o pharaoh25
La Lamp era la Lamp-Hades ed funzionava grazie alla Lampadina o Lampa-dinamo di Medina
(M-Dinamo).
I Leones erano il populus Curetum o Quiritium o Amicorum (era così chiamato dai Romani nel
ricordo indelebile del δῆμος φίλων del periodo ellenico, a sua volta discendente dal popolo
filadelfo egizio).
I Galli, radunati in assemblea per assistere al sacrificio, erano la ecclesia o sinagoga YOU cioè
formata dagli Y BOUS , BOVES o BOYS.
I Boys erano YOU di fronte al Pater Iupiter o Pater IOVIS, detentore della Forza irresistibile
YOU VIS.
La vittima, il figlio OYIOS (υἱός), era Y, nel senso del pronome inglese I o del pronome spagnolo
Yo, di fronte a YOU, il Pater e la YUDA (la mulier adiuvans, la ayuda).
Il coro o anfiteatro Λυδία era the lids o the eyelids con the pupil nel centro e il leader, cioè il boia,
su di lui.
La vittima invocava A-Yu-da, I [a]lone, cioè solo con il Leone o Maialone o il
y
lone.
La lettera y è il simbolo della lingua del Serpente, cioè della corrente elettromagnetica, la lettera 
è il simbolo dell’onda elettromagnetica, dei cavi elettrici e dei collegamenti, nonché della vittimaaquila, la sigla lon è il crittogramma di lone ed alone, di λευκός, di leo, leonis.
Lon significa inoltre L ola N e London.
Dal crittogramma greco Y, alla base del verbo ιυζω (to shout, to yell in order to scare beasts),
deriva la parola yuda, giudeo, yude, judio ed il verbo spagnolo ayudar, come pure iuzgar, termini
transitati per le parole latine ius o jus, iudex e iugus.
Il πούς, ποδός era il possente πός o “ταρσὸς ποδός”
Per i Dori il πούς era il πός ὑπὸ Δωριέων (Hesichio), il pozzo della Piramide dove finiva il pesce
fritto-dorato (PHS).
Era accessibile attraverso The Doors (sotto altro aspetto era il Piede di Giza sotto il quale i Dori
finivano passando per il dorso del Toro turco o per il dorso della Donna europea).
Il πόσις o πόσσις era il posse, il Potere o la Potenza dello potens sponsus dei fanciulli galli.
25
Nella mitologia greca la vittima è Ἀμφιάραος e le λουτρὰ Ἀμφιαράου sono le bare o avelli infuocati enfiato ed
infiammato.
Una delle possibili etimologie del nome Londra è dal greco λουτρόν, plurale λουτρὰ.
In un ipotetico epitaffio inglese dedicato al Lamb si troverebbe scritto: “I am far, I am fear, I am fire, I am fur, I am
faro, I am pure”.
Gli anglosassoni lo ricordano come The Spouse o The Husband.
Il termine husband è un crittogramma che significa jews band.
Era la banda di giudei che imperversava in Europa per la ricerca delle brides da portare al breeding
per il jus bound o jos bound (Bandusia).
Il breeding di jews era il breeding di sues (jew = je-sus) governato dai brides-glooms.
La banda giudea era costituita da coribanti, baccanti o mènadi, cioè “men hades” “course
vacants”, cioè da uomini infernali provenienti dal Cor e vacanti per l’Europa, dalla Spagna alla
Russia, in cerca di prede da fagocitare: sues, suebi, svevi, suecos o suisos.
L’Europa era la Corsa o E-gira da percorrere per rastrellare vittime destinate alla Cura del Cuore
in Africa26.
Il latino sus, suis è strettamente collegato al verbo inglese to sew e al numero seven, entrambi
derivanti da septem.
Septem, a sua volta, è derivazione del verbo latino secto ed era il numero della Secta di Seth o
Sotis, la setta del S E-PTA (ἑπτά), dedita alla caccia di sues, cioè di suaves o aves di supra, Galli
del Nord, considerati sooth e smooth per la Snake Mouth.
Le vittime sottoposte alla Sica dai Sicarii diventavano come Sigari accesi27.
Il rito sicario era il X ritus o Quiritus28 ed era lo stesso rito ἰχθύς o IXOS.
Quiritare nella grammatica latina significava gridare o strillare.
I due verbi italiani possono essere ricondotti alle parole inglesi grid e trill29.
26
La parola corsa corrisponde all’inglese course: la corsa super-sub, cioè la razzìa, era effettuata dai corsari (pirati del
pur, filibustieri, amici ed amanti del burst).
La corsa o ègira avveniva sub/supra.
I corsari salivano all’Ubi dei Rubi e dall’Ubi (Hub) ridiscendevano verso il ubi (Dubai), cioè da -over con i Galli,
cicks and chickens, scendevano (send, sending, sendero) al -over vero e proprio per diventare prima sick and sickened
e, quindi, sand, ma sand aren, cioè aren[a] nera (in ebraico sanadren o sanedrin).
Ma al momento della partenza c’era il ubi-us di Hamlet: Hlios AMerica LETtonia?  uno,  due o  tre? Which
thread, cioè quale traiettoria, quale tragitto?
/I\
Spagna, Italia o Turchia-Lettone? America, Africa o India/Cina, cioè  <IO
27
È bene ricordare che la Sica dei Sicarii era anche il sequi, nel senso di sterminio in serie o sequela: Series o Siria.
In Italia il toponimo Valle S-ub-equana (Abruzzo interno) è un crittogramma composto da sub/super, ubi, equus, sequi,
ed è la stringata descrizione del percorso schiavistico Superequum/Subequum passante per l’Italia centrale:
<<Libi sequuntur super, ubi equum (verso YBI o l’HUB Britannico) ac sequuntur sub, ubi Vallis aut Vallum (verso
YBI o l’HUB Egizio) sub pubes rubi (The PUB)>>.
I popoli Lybi cioè i popoli gravitanti attorno all’UBI erano non solo i Libici ma anche, in senso lato, i Lydi, cioè i
Turchi, e i Lysi, cioè i Lusitani ed Andalusi.
L’UBI o HUB per gli schiavi significava DOVE cioè VA (lat. ovum, pl. ova), sevizie elettriche o di altro tipo ai
genitali ed evirazione.
28
In Platone il termine Quiritus o X-ritus è mascherato nel nome Κρίτων, tratto dal verbo greco κρίνω.
29
La loro combinazione può dare:
- Three Ill  and the grid”
- The ree and the grid
- Tre lirici e la griglia
I lirici era il Triangolo massonico formato dagli addetti alla , cioè alla Lyra, Lura o Lupa.
La lettera chi X è la croce ANER, AREN, NERA perché la chi è la lettera iniziale di χείρ, mano,
simbolo del numero 5 e della S di Serpente, metafora dell’onda elettromagnetica.
La chi X insieme alla G, la L e la A è la Chiglia: XGL
La chiglia era la nave di Evandro o Εὔανδρος, la Cella d’Ape, l’Esagono o,
semplicemente, il Sex del popolo di Mosè.
Era il contenitore dove gli schiavi venivano rinchiusi vivi e lentamente uccisi (cubiculum, kaba,
cama, makka, tonnel, tunnel, botte, barile etc.).
In esso la chiglia è il raggio energetico “a punta” che proviene dai quattro lati e, in definitiva,
l’energia radiante che avvolge in circolo, totalmente, la vittima:
- SYON sub-on upo  proton 
- ISIDE sinister-dexter
Ma la chiglia era anche la semplice arma da taglio, appuntita, usata nella cella segreta, μα-κελλα,
del Ναός.
Il Ναός o Tempio era definito anche:
- νεώς, luogo dove venivano sacrificati i novizi o neòfiti dei Galli
- δῶμα, δῶματος, luogo della doma dei Galli
La  era il ευ[κός]Ρα, il laurus, la l’uratio (era preceduta dalla oratio dell’Orator, Urator, Curator o Prcourator).
I Quiriti Romani erano astretti dal iuramentum del iusiurandum, cioè dal giuramento irrefragabile di vendicare il Oratius, vittima dei popoli di UR (hostia dell’ustio).
- ἱερον o ἡρῷν, luogo dell’eros per i Galli (eros è Eire o A[i]res arrostito mediante la Energia)
- τέμενος, luogo della tensione e del taglio (τέμνω) dei Galli
- μουσεῖον, luogo per mozzare il mus dei Galli (the musk è il sesso muscle-cocks, fallo + gonadi),
semplicemente con la mazza o con il processo alchemico Da-mask.
Lo ἱερόδουλος era lo schiavo in uno dei Templi di Erode, Herodion o Herodium, dove veniva
giustiziato mediante l’E-ρόδον o l’E-ρως (ruota electra).
La macellazione rituale poteva avvenire anche coram populo, di solito radunato e disposto a
cerchio o semicerchio (nella crittografia inglese eyelids).
In tal caso la vittima νεωκόρος era posta nel mezzo del coro.
Un altro nome della chiglia era guglia o aguja, da cui è nato il termine aguzzino.
Palazzo Chigi è il Palazzo o il Castello della Madama, il suo sepolcro segreto.
La Ma’ Dama o la Mia Signora di Damasco fu Yoshua di Nazareth, lo Scozzese (Kochbar), che
durante la conquista romana della Giudea, fece strage, insieme ai suoi sodali, di un ingente numero
di mercanti ebrei.