“Hugo Cabret” – PDF
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“Hugo Cabret” – PDF
ISTITUTO COMPRENSIVO “D’AOSTA” Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo (Rodari) HUGO CABRET Matinee al cinema 1 Breve nota iniziale. Il film che i ragazzi vedranno è un capolavoro cinematografico, girato con mezzi tecnologici sofisticati che, in genere, vengono utilizzati per far apprezzare scadenti prodotti commerciali. Tuttavia esso ha bisogno di una spiegazione previa, perché la sua fruizione si pone su vari livelli, spesso disattesi o comunque non valorizzati. Per questo motivo una piena intelligenza del film si può avere se alla classe viene offerto uno strumento di lettura che spieghi alcuni elementi storici e cinematografici. Note di storia del cinema. Il film Hugo Cabret fa riferimento ad uno dei registi e creatori artistici più importanti delle origini della storia del Cinema: Georges Melies. Figlio di un industriale delle scarpe, acquista il Teatro Robert Houdin, dei cui spettacoli era assiduo spettatore, e diventa lui stesso prestigiatore e metteur en scène di spettacoli illusionistici. Nel 1885 sposa Eugénie Genin, che diventerà sua compagna inseparabile e ispiratrice di molte invenzioni e soggetti. Inizia a costruire automi come quelli visti all’Egyptian Hall, che ritorneranno nella sua filmografia come figure di grande impatto scenico. Nel dicembre del 1895 assiste alla prima proiezione, che segna la nascita del cinematografo e già l'anno successivo, in seguito al rifiuto dei fratelli Lumière di vendergli le loro apparecchiature, riesce a costruirsi una propria attrezzatura con la quale cerca di concretizzare le «magie» che non poteva realizzare sulla scena teatrale. Sfruttando tutti i trucchi teatrali che gli sono molto familiari (fili invisibili, scenografie mobili) e scoprendo, casualmente o meno, i molti «trucchi» di carattere meccanico offerti dalla cinepresa (dissolvenze in apertura e chiusura o incrociate, stop-motion, sovrimpressioni ecc.) per primo apporta al nuovo medium (inteso inizialmente solo come «registratore» di eventi reali) la possibilità di rappresentare il sogno e di dare forma concreta alla fantasia, nobilitando così il cinematografo e tramutandolo in cinema. Costruitosi un proprio teatro di posa a Montreuil (tutto in vetro per poter sfruttare la luce del sole) dal 1896 al 1914 realizza oltre cinquecento film, inizialmente composti solo di brevi rappresentazioni che sfruttano un qualche tipo di effetto speciale (tipo scomparsa o apparizione improvvisa di personaggi tramite lo stop-motion come in Escamotage d'une dame chez Robert Houdin, 1896, o la moltiplicazione dello stesso soggetto per mezzo delle esposizioni multiple come in L'homme orchestre, 1900), ma che ben presto si ampliano fino a costituire vere e proprie narrazioni con più scene e di diverso genere: dal favolistica Cendrillon al thriller Barbe-bleu (Barbablù), dall'avventuroso Robinson Crusoe al fantastico Les voyages de Gulliver (I viaggi di Gulliver, 1902), da Jonathan Swift, ai celeberrimi primi film di fantascienza, Le voyage dans la lune (Il viaggio nella luna, 1902), con il famoso razzo che colpisce la luna nell'occhio, 1 Perditra – Matinee al cinema – 2° film Hugo Cabret – Scheda didattica 2 e Le voyage à travers l'impossible (n viaggio attraverso l'impossibile, 1904), ispirati da Jules Verne. Fondendo insieme fantasia, illusione scenografica e humour, Melies crea quindi la prima formula narrativa di successo e ne ricava apprezzamenti critici e gran favore del pubblico, ma commette il grave errore commerciale di «vendere» le proprie pellicole agli esercenti e, quando la sua formula comincia a non essere più competitiva, si ritrova ben presto sul lastrico. Costretto a vendere il suo teatro, nel 1925 riesce ad ottenere in licenza un chiosco di giocattoli presso la stazione di Montparnasse, dove cercherà di racimolare qualche soldo per alcuni anni e successivamente a vivere in appartamento fornito gratuitamente dalla municipalità parigina fino a ritrovarsi in un ospizio per i vecchi del cinema, dove muore nel gennaio del 1938. Lentamente la sua opera viene riscoperta, portata alla luce e sostenuta. Nel 1925 un giornalista di una rivista cinematografica lo incontra al suo chiosco ed il proprietario di un cinema ritrova alcune pellicole abbandonate nei magazzini di un centro commerciale. Negli anni che seguiranno sarà la nipote Madeleine Méliès a salvare ciò che rimane dell'opera del grande artista. Di fatto verrà salvato dall'oblìo un patrimonio inestimabile sulle origini del cinema. Artista completo e sperimentatore inarrestabile è universalmente riconosciuto come il padre del cinema narrativo e l'inventore di tutti i trucchi/effetti speciali (usa molto anche i modellini) di tipo meccanico e ottico - scenico. Oltre che dai più grandi registi (come Griffith che dichiara che gli doveva tutto), il suo genio e la sua fantasiosa creatività sono stati riconosciuti dalla Francia con la concessione, nel 1931, della Legione d'onore. Il regista. Martin Scorsese è un grande regista, un maestro del cinema che, girando il suo primo film in 3D con una storia per ragazzi dal forte sapore favolistico, rende un grandioso omaggio alle origini del cinema. Il cineasta ha realizzato uno dei suoi tanti sogni: mescolare passato e presente, i Lumière e Méliès con questa nuova tecnologia. Così spiega: «Più che i miei figli in questa storia rivedo me stesso, un bambino solo, tormentato dall’asma. Che invece di giocare a pallone con i coetanei andava a rifugiarsi nel silenzio di una chiesa. In tutti i miei film c’è qualcosa che ho vissuto e qui ritrovate un po’ del piccolo Martin e delle sue ferite. Tutti hanno delle ferite da curare e spesso i film parlano di questo. E d’altra parte non mi sarei mai fatto sfuggire un film che esalta il potere della fantasia». Il libro. Il film è un adattamento del romanzo per ragazzi La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick, la sua lettura lascia meravigliati come se si scoprisse il cinema per la prima volta; infatti il suo obiettivo è raccontare attraverso una storia per ragazzi il potere dell’immaginazione e la forza della visione. Lo scrittore ha dichiarato: “Dentro a questa storia c'è Dickens, Truffaut, Méliès ma anche Jules Verne. È un film con dei bambini protagonisti, ma non è un film solo per loro. Hugo Cabret è un’esperienza che fonde passato e presente in un unico progetto che esplicita con totale poesia la potenza evocativa del Cinema. La straordinaria invenzione di Hugo Cabret (The Invention of Hugo Cabret) è un romanzo per ragazzi narrato da parole e immagini infatti alcune scene sono disegnate e altre narrate a parole. Le parole scorrono come in un cinema di carta fino a inquadrare il volto di Hugo Cabret, 2 Perditra – Matinee al cinema – 2° film Hugo Cabret – Scheda didattica l'orfano che vive nella stazione di Parigi. Nella trama ritroviamo il dolore e la povertà di un ragazzo, che non ha nulla da invidiare ai suoi celebri e sfortunati predecessori letterari. Ci sembra quasi di ritrovare Oliver Twist e David Copperfield. Tuttavia è anche una storia di redenzione, di ritrovamento della propria identità e di uno scopo nella vita. La storia è scandita dal ticchettio di orologi e dal lavoro di automi riparati e reinventati, ed ecco che così il lettore gradualmente scopre un mistero rimasto sepolto per anni e trova la sua strada nella vita. 3 Il film. Il piccolo Hugo Cabret vive nascosto nella stazione di Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è rimasto del padre. Per farlo, sottrae gli attrezzi di cui ha bisogno dal chiosco del giocattolaio, un uomo triste e burbero, ma viene colto in flagrante dal vecchio e derubato del prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell'automa. Riavere quel taccuino è per Hugo una questione vitale. Significati. Con l'adattamento di "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret", Martin Scorsese si ritrova e si perde allo stesso tempo, andando alla ricerca del tempo perduto, lui che il meccanismo del tempo, al cinema, lo ha messo alla prova più di altri. Tra le centinaia di persone che affollano il cosmo della stazione ferroviaria, immagini di una cartolina animata da un illusionista,ferve una vita di straordinaria animazione e passione: tutto nelle sequenze della stazione ci parla di amore per il cinema e per i suoi primi anni. Ed è proprio nell'abisso dell’amore per il cinema che il regista ci fa sprofondare nell'incipit del film, in un crescendo d'incanto: la tecnologia tridimensionale smette di essere sfoggio e diviene bullone imprescindibile della costruzione; d'altronde, il film incrocerà di lì a poco Georges Meliès, il padre degli effetti speciali e dell'animazione dell'inanimato. La figura del padre che ritorna costantemente in tutto il film si presenta letteralmente come un'avventura da cinefili, essendo la storia di un ragazzo che, cercando il proprio padre, trova il cinema. Se il cinema aiuta a riconoscere i desideri come le paure e a “ripararci” dalle ferite della vita, il vero protagonista è l’automa, l’uomo meccanico che apre la scatola del “mai visto”, il simbolo del funzionamento stesso del cinema inteso come sogno. Quando Hugo s’accascia sulla poltrona e s’abbandona alla paura che l’automa non potrà mai funzionare, esclama: «È rotto, è sempre stato rotto…». La sua paura profonda, come la nostra, è di non poter trovare la porta, il giusto spiraglio, la chiave d’accesso per diventare quello che siamo. È questo il dubbio dell’artista come del bambino davanti ai giocattoli, che Scorsese rivive nelle avventure di Hugo e di Georges Méliès, il “giocattolaio” del cinema, rievocato nel suo declino ma anche nei trionfi. È un film per “gli innocenti del cinema” ovvero per gli spettatori della “prima volta” che urlano dalla sorpresa, come accadde per L’arrivée d’un train à La Ciotat dei Lumière nel 1895.Perciò qui il 3D digitale è in continuità con l’analogico e i primi trucchi “a scomparsa” del mago Méliès. Il film è in continuità anche con il libro: vediamo Hugo e Isabelle che sfogliano un volume sulla nascita del cinema e poi le immagini sulla pagina che prendono vita. 3 Perditra – Matinee al cinema – 2° film Hugo Cabret – Scheda didattica 4 Suggerimenti didattici. Caratteristiche narrative. Cosa tiene nascosto Hugo nel suo rifugio alla stazione?Chi ha trovato l’automa?Il padre ha riparato l’automa, ma la macchina resta ferma, cosa occorre per farla ripartire?Dove il padre annota tutto il lavoro fatto per sistemare l’automa?Come muore il padre di Hugo?Con chi e dove va a vivere Hugo? Quale sarà il suo nuovo lavoro?La gag dell’ispettore appeso al treno è una citazione cinematografica, spiega cosa è e a quale epoca si riferisce? Caratteristiche narrative. Come definiresti il personaggio di Isabelle? Cita alcuni dei libri che Isabelle legge. Perchè Hugo va a lavorare per papa Georges? Perchè Isabelle non ha mai visto un film? Cosa racconta Hugo di suo padre nella scena in cui è appena stato cacciato fuori dal cinema? Isabelle lo accompagna alla stazione e poi cosa succede? Cosa disegna l’automa e come lo firma? Perchè mamma Jeanne rimane molto turbata quando vede il disegno? Hugo e Isabelle leggono L’invenzione dei sogni di René Tabard e in pochi minuti Scorsese rende un suo personale omaggio alla storia del cinema a cominciare da L’arrivo del treno alla stazione. In che anno viene proiettato questo film e perchè gli spettatori si spaventarono tanto? Una delle caratteristiche più importanti della proiezione cinematografica è l’impressione di realtà. L'impressione di realtà che si ha al cinema è dovuta a molti fattori, il movimento per esempio. Le fotografie riproducono una realtà fissa, ma se le lasciamo passare rapidamente, come avviene in una delle scene del film, tutto cambia. In teatro è possibile vedere attori ed attrici, in carne ed ossa, ma è percepita l’irrealtà, invece nel film le immagini sono percepite in movimento e ciò ci dà l’impressione di una maggiore realtà. La composizione dell’inquadratura utilizza il codice prospettico messo a punto nel Quattrocento; nel film questo principio viene applicato, magari, nella direzione del gesto (la persona che sta in primo piano e mira con il revolver verso il pubblico) o in quella del movimento: un treno, appunto, che avanza dal centro dell'immagine verso lo spettatore. Per cui il film è in grado di riprodurre e restituire le sembianze della vita A questo va aggiunto come il dispositivo (l'oscurità della sala, l'immobilità forzata e la situazione di passività dello spettatore) crea un effetto sul soggetto, chiamato “l'effet cinéma” (l'effetto cinema), che risulta paragonabile all'impressione di realtà che si ha nel sogno, a una forma di esperienza simile a quella del fantasticare e del sognare, ed è quindi assimilabile ai meccanismi di funzionamento dell'inconscio. Elementi per la discussione. Hugo, ricercando continuamente il padre e i sogni, si educa a guardare incantato il cinema e il suo passato glorioso. La sua, però, è anche un’educazione alla vita, un racconto di formazione tra perdite e nuove amicizie, tra vecchi e nuovi padri, tra sogni che finiscono e speranze che si aprono. Rifletti e scrivi i tuoi pensieri su questo argomento. Il film sembra tutto al maschile. I personaggi femminili, invece, svolgono un ruolo importante per lo sviluppo del racconto e la serenità degli altri. Quali sono questi personaggi e quali ruoli ricoprono? Teatro delle ombre e meccanica degli automi, illustrazioni e fotografie, treno dei Lumière e film colorati di Méliès, fino agli inseguimenti del muto. Il racconto diventa manuale di storia della visione, anche per i più piccoli: dal precinema alle origini, fino ai comici del muto (Il monello di Chaplin). Libro e film si nutrono a vicenda. Il confronto tra immagini e storie è un laboratorio per riflettere sulle differenze e immaginare intrecci tra immagine e testo scritto. 4 Perditra – Matinee al cinema – 2° film Hugo Cabret – Scheda didattica