la didattica informatizzata Vincenzo Bellentani

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la didattica informatizzata Vincenzo Bellentani
Una svolta copernicana: la didattica informatizzata
Vincenzo Bellentani
Insegnante elementare
collaboratore del "Gruppo Marconi" del CSA di Bologna.
L'arco di tempo intercorso dagli anni '80 ai giorni nostri, per quanto breve in una
prospettiva di storia umana, è invece particolarmente significativo nello scenario d'uso
delle tecnologie informatiche applicate alla formazione scolastica, per il carattere di
enorme, esplosiva evoluzione propria delle tecnologie e dell'aura teorica e psicologica che
pervade tante aspettative diffuse sulle riforme del pianeta scuola. Per quanto concerne lo
sviluppo delle metodologie educative, l'introduzione dell'informazione multimediale sta
mettendo in crisi i fondamenti di una scuola tradizionale che si basa sulla funzione del
docente "mediatore di cultura" e primo attore che dirige per forza di cose collettivamente
un'azione educativa e istruttiva su 20-25 allievi.
L'uso dei laboratori - e di quello informatico in particolare - dovrebbe rappresentare la
soluzione determinante un netto salto di qualità di una scuola che da oltre un secolo
dovrebbe offrire un ambiente di formazione individualizzata ed attiva.
Troppi colleghi insegnanti, però, non hanno ancora compreso che per la nuova
conformazione della mappa cognitiva degli studenti d'oggi non hanno più ragione d'essere
i metodi tradizionali dell'insegnamento fondati sull'esclusiva rigida successione delle fasi
cicliche di lezione frontale, compito, interrogazione, ripetizione.
E' ingenuo pensare che basti introdurre i computer nella scuola per ottenere un netto
miglioramento qualitativo. Il PSTD, il Piano di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche del
Ministero della Pubblica Istruzione per gli anni 1997-2000, ha rappresentato un semplice,
volonteroso incipit del processo avviato, ma neanche completato, di prima introduzione
delle tecnologie nella scuola di base. Manca ancora, purtroppo, il potenziamento della
ricerca progettuale e sperimentale che sia in grado di sostenere e favorire ovunque sul
territorio nazionale una crescita consapevole della metodologia e della didattica
quotidiana. E' compito dell'autonomia scolastica di ciascun istituto sviluppare questo
obiettivo? Pensiamo nettamente di no, quando occorre invece una rete di risorse umane e
materiali per ottenere consistenti risultati, di sì se pensiamo ad un'autonomia coordinata
tra più istituti di un determinato territorio.
Quale software viene usato nelle classi, con quali obiettivi e metodologie, per quali aree
educative, con quali risultati comparabili con gruppi campione non utilizzanti i laboratori?
Si andrebbe, allora, a evidenziare che alcune scuole (specialmente primarie) non hanno
un numero sufficiente di computer per un laboratorio che ospiti un'intera classe, o che non
hanno uno spazio adeguato per allestire un laboratorio; che sono sprovviste di un
insegnante esperto per farlo funzionare e mantenere in efficienza; che ignorano l'esistenza
di un mare di software didattico, anche gratuito, disponibile per le varie aree
d'insegnamento; che ritengono che col computer si possa solamente fare dei calcoli o
trascrivere delle ricerche con un word processor.
Spesso nelle nostre scuole il personale docente non è cosciente delle effettive disponibilità
del buon software didattico: è cliché comune e diffuso che informatica sia sinonimo
esclusivo di videoscrittura, per cui l'insegnante ritiene di essere aggiornato nelle TIC
facendo trascrivere sui computer testi liberi, ricerche, relazioni, producendo al massimo un
giornalino a fine anno. E a fronte di qualche obiezione risponde che l'attività scolastica è
cosa troppo seria per fare i giochini, intendendo per giochini quello che hanno visto usare
dalle playstation: si rifiutano di considerare come sussidi didattici estremamente utili i
programmi educativi selezionati, molto spesso gratuiti e messi a disposizione su internet o
da qualche raro Centro Servizi Amministrativo (es. quello di Bologna).
Riflessioni sull’uso didattico del software
La capacità informativa di un software ha il suo pregio non solo nella velocità di
consultazione, ma anche nell’attività del personal, che controlla, restituisce output
elaborato e modificato a confronto dell’input precedentemente introdotto, che svolge cioè
un lavoro molto importante, sostitutivo di uno sforzo faticoso, ripetitivo e noioso che
altrimenti dovrebbe svolgere l’uomo. A che serve, quindi, un testo digitalizzato senza alcun
servizio automatico suppletivo o un’informazione multimediale più integrante? Si pensi, in
tal senso, al valore di un’enciclopedia multimediale, correttamente utilizzata, che permette
di visionare filmati e di ascoltare sonorizzazioni impensabili per una enciclopedia cartacea
tradizionale.
Nella scuola il personal svolge una funzione di verifica del risultato e di controllo delle
procedure enormemente importante, assai diverso dalla consultazione rapsodica, che
tanto rimanda alla scarsa incidenza del testo scritto imposto allo studente immotivato alla
lettura personale. Sarebbe molto interessante approfondire i legami teorici fra ipertesto e i
concetti di modello, struttura, rete di relazioni, reti concettuali. Nel normale processo
didattico il docente deve tradurre il campo delle conoscenze in un testo sequenziale; lo
studente deve ricostruire, da un testo sequenziale il campo delle conoscenze che ha in
mente l’insegnante. Se riesce a farlo, ha capito, se no ha solo imparato a memoria
l’esposizione testuale.
Occorre organizzare nell'ambito del collegio forme di aggiornamento su misura, con
esercitazioni pratiche su programmi didattici che hanno fra l'altro l'indubbio merito di
essere gratuiti, mediante l'esperienza di colleghi che già hanno da tempo sperimentato
simili percorsi. Si sono avviati recentemente corsi ministeriali di formazione informatica
sulla riforma di 40 ore: è augurabile che l'autonomia scolastica possa far scegliere una
strada diversa per quanto concerne i contenuti previsti vincolatamente dai corsi ForTIC del
2003 e del D.M 61/2004 basati fondamentalmente su materiali reperibili "on line".
Gli stessi suggerimenti ministeriali inerenti gli obiettivi specifici di apprendimento (OSA)
lasciano spazio non pochi dubbi negli insegnanti con esperienza di laboratorio…
Quale enorme potenzialità inoltre può presentare l'utilizzazione di una rete locale per la
produzione di lavori ampiamente motivati nei giovani autori / giornalisti..
Oggi i ragazzi non hanno più capacità attentive prolungate per un apprendimento
esclusivamente auditivo / verbale. L'insegnamento efficace per gli alunni deve essere da
loro percepito come significativo e coinvolgente. E significativa e coinvolgente è l'attività in
cui essi gestiscono personalmente e in gruppo la ricerca e la scoperta della realtà.
L'insegnante deve saper creare mediante le TIC le situazioni in cui gli allievi perseguono
con il cuore progetti interessanti, lavorano insieme, conseguono con impegno obiettivi
concreti, sviluppano abilità, acquisiscono competenze. Quale strumento migliore
dell'aula multimediale? Alla lavagna ora si può sostituire il monitor collegato attivamente al
personal del docente, che vede modificare il proprio ruolo da dispensatore di nozioni in
gocce, a mediatore culturale tra bambino e realtà attraverso e con i "media".
L'organizzazione di una rete lan locale non è un progetto utopico, considerando i
finanziamenti ministeriali per il cablaggio delle scuole di ogni ordine e grado annunciati e
pervenuti tre anni fa circa, lo è per l’inadeguata preparazione attuale di gran parte dei
docenti nel servirsi di tali strumentazioni.
Una rete locale didattica multimediale viene a rappresentare un potente mezzo di
insegnamento che coinvolge l'intera classe, che sviluppa le capacità personali di ciascun
utente ma al contempo è guidato e coordinato dall'insegnante. Sfruttando una rete locale
esistente (per cui ogni computer è collegato mediante un cavo-dati ad una centralina –
hub, router, server che sia - che li mette in comunicazione tra loro e con quello del
docente), un buon programma è in grado di garantire il completo controllo sulla classe e
un ottimo strumento di stimolo alla partecipazione degli allievi.
Un simile programma è in grado, ad esempio, di offrire su di un piatto d'argento (i singoli
monitor delle postazioni degli allievi) le videate di qualsiasi enciclopedia multimediale
introdotta dal personal del docente, che quindi può improvvisare un percorso di ricerca ed
esplorazione. Al contempo la palla può passare da allievo ad allievo che possono guidare
l'esplorazione in maniera attiva e personale sotto il controllo del docente e a favore
dell'intero laboratorio informatico.
Molto apprezzate da colleghi ed alunni sono le attività di esplorazione e approfondimento
di argomenti storici, scientifici, geografici utilizzando selezionati compact disk di carattere
didattico prodotti da importanti case editrici multimediali. L’enorme ricchezza di ben
impaginate illustrazioni sonorizzate sono una miniera di sollecitazioni culturali che attirano
l’interesse e risultano efficaci nell’apprendimento.
Lo strumento, trasversale ad ogni disciplina, offre una molteplicità di attività coinvolgenti gli
alunni. Lo stesso programma di videoscrittura – tanto spesso sottoutilizzato dal punto di
vista della scrittura creativa – con un programma di rete intelligente (più completo di quello
offerto dal sistema operativo di Windows) permette la produzione di testi effettivamente
collettivi, la costruzione di un giornalino o di una relazione a più mani effettivamente
discussa e attentamente partecipata, la correzione individuale da parte del docente senza
che questi debba continuamente inseguire fisicamente le varie postazioni del laboratorio:
sul suo monitor appaiono a richiesta i singoli lavori degli allievi, come un qualsiasi lavoro
può mostrarsi a tutti gli altri dei compagni. Il lavoro di cucitura dei vari prodotti può essere
effettuato con veloce semplicità su di un unico computer, senza grosse difficoltà di
gestione del traffico di rete: un tastierino a pulsanti ne rende semplice l'uso a chiunque.
La rete permette concretamente ad una classe di collaborare mediante la discussione e il
confronto di gruppo, la cooperazione nella produzione di testi monotematici, espressione
dell’attenzione reciproca ai contributi altrui, al fine di contribuire anche a contrastare
l’egocentrismo infantile.
La produzione o la lezione in rete pur permettendo anche lo sganciamento di una o più
postazioni da un compito unico, permette al docente di tenere sotto controllo l'attività di
ciascun allievo o coppia di allievi, il che non è un vantaggio indifferente, se si ha
esperienza di quanto accade a volte nelle scuole secondarie con la libertà di navigazione
in internet: rivelatrici sono le visioni degli indirizzi telematici richiesti dai giovani utenti….
All'insegnante consapevole spetta la giusta scelta fra gli estremi di un guinzaglio corto o di
un'ampia e ben riposta libertà di azione agli studenti, quando abbia ben impostato il
progetto di lavoro da loro condiviso e ben motivato.