“Ci sono le Citroën , poi esistono anche le automobili”.

Transcript

“Ci sono le Citroën , poi esistono anche le automobili”.
“Ci sono le Citroën , poi esistono anche le automobili”.
PIANTA MUSEO BERTONI
1. Ingresso
6
7
2. Zona Ami 6
3. Sculture
9
8
4. Esordi
5. Galleria temporanea
6. Zona 2CV
5
7. Zona Traction Avant
8. Zona DS
4
9. Creatur des formes
3
1
2
10. Progetti camion,
camper e autobus
11. Design, brevetti e
architettura
12. Progetti anni 30
B … come Bertoni
L’uomo,
il creatore
e l’ artista.
Fabien Sabatès-dessin de Johan de Moor
INGRESSO MUSEO FLAMINIO BERTONI.
LA SUA STORIA
Nasce il 10 gennaio 1903 a Masnago di Varese.
Nel 1918 consegue il diploma di licenza tecnica presso
l'Istituto Tecnico Francesco Daverio di Varese.
Rimasto orfano di padre interrompe gli studi ed entra
come apprendista falegname alla "Carrozzeria
Macchi",
prima di passare al reparto lattonieri, dove nasce la
sua passione per la progettazione di carrozzerie
d’ automobile.
Interessato all’arte, inizia parallelamente a disegnare e
a scolpire sotto la guida di Giuseppe Talamoni.
Frequenta gli studi di Lodovico Pogliaghi ed Enrico
Butti, con cui collaborerà alla realizzazione del
monumento ai Caduti di Varese.
Nel 1922 la direzione Macchi, viste le sue capacità di
disegnatore, lo sposta allo studio progetti.
Nel 1923 una delegazione di tecnici francesi in visita alla
Macchi, vedendo i suoi disegni, lo invita a fare esperienza a
Parigi. In aprile parte per la capitale francese.
Nel 1925 termina l'esperienza e rientra alla carrozzeria
Macchi col grado di capo disegnatore.
Pochi anni dopo lascia anche la Macchi per aprire un
proprio studio d'artista in via Indipendenza 3, a Varese.
Nel 1930 per la prima volta partecipa a tre esposizioni: a Varese "Mostra di San Pedrino", a Milano
"Esposizione sociale" della società delle Belle Arti di cui è socio dal 1928 e a Roma alla "Prima
esposizione nazionale dell'animale nell'arte".
Nel 1933 in una sola notte scolpisce la Traction Avant in plastilina, realizzando per la prima volta un
progetto in volume e non in disegno.
La macchina esce sul mercato nel 1934. Inizia ad esporre in Francia e ottiene subito il terzo premio di
scultura alla 4.a Exposition des Beaux Arts ad Asnières.
Nel 1935 partecipa alla 5.a Exposition des Beaux Arts d'Asnières e alla Exposition de la Ville de
Versailles, ottenendo in tutte e due il 2° premio di scultura.
Inizia gli studi per una nuova vettura Citroën: la 2 CV.
La Carrozzeria Baroffio di Malnate realizza su suo progetto il primo autobus a visibilità totale, cioè con la
cabina avanzata sul motore.
Nel 1936 espone alla Galleria Carmine a Parigi, con altri artisti italiani tra cui De Chirico,
De Pisis e Corbellini.
La sua frenetica attività lo porta ad essere sempre più assente dalla famiglia, così
Giovanna decide di separarsi e il 15 febbraio ritorna in Italia col figlio Leonardo.
Rimasto solo, partecipa ad altre esposizioni parigine: Salon des Tuileries, Salon
d'Automne, Salon des Artistes independants, Salon des Artistes Français.
Progetta un veicolo a tre ruote denominato V3R per la ditta ERSA di Curbevoie che però
rimane allo stadio di prototipo. Uscirà nel 1954 come MATHIS 333.
Nel 1937 Ritorna a Parigi il figlio Leonardo, accompagnato dalla nonna paterna,
Angela.
Firma la carrozzeria del primo furgone nel 1939 a pianale unico, il T.U.B.
I venti di guerra che soffiano sull'Europa, lo decidono a far ritornare in Italia la madre
con il figlio. Presenta la sua prima personale nella Galleria Carmine e poi la ripresenta
a Varese in agosto.
A fine anno del 1941 riprende il lavoro presso la Citroën, mentre nel suo atelier di rue du Theatre
48, prepara le nuove sculture da presentare alle esposizioni parigine.
Nel 1942 per le vacanze estive rientra a Varese per trovare la mamma Angela e il figlio Leonardo,
oltre a concedersi un periodo di riposo.
Venerdi 25 agosto del 1944 le truppe francesi liberano Parigi e il 31 viene di nuovo arrestato
con l'accusa di collaborazionismo, ma dopo tre giorni viene liberato per l'inconsistenza
dell'accusa stessa.
Alla Citroën riprende la progettazione nel 1945, della 2CV e della V.G.D, vettura che dovrà
sostituire la Traction Avant. Presenta sempre nuove opere alle maggiori esposizioni
parigine. Presso l'Istituto Figlie della carità (suore italiane a Parigi) fa amicizia con
Monsignor Angelo Roncalli, Nunzio apostolico in Francia (poi divenuto Papa Giovanni
XXIII) e il suo consigliere Monsignor Silvio Oddi, poi divenuto Cardinale della Curia
vaticana.
Il 7 ottobre del 1948, al salone dell'Automobile di Parigi, viene presentata la sua seconda
Opera stilistica, la 2 CV, che diventerà un fenomeno mondiale.
2CV 1939
2CV 1948
L’anno dopo,nel 1949, nasce il secondo figlio, Sergio, e due giorni dopo riceve la Laurea in
Architettura, coronando così gli studi intrapresi sul letto d'ospedale nel 1940.
È l'anno in cui presenta i brevetti per cerniera multipla regolabile in posizione (ancora oggi
usata per il fissaggio delle assi dei WC), molla a tripla pressione (svolgi rotoli per carta igienica
e da cucina) ancora oggi in uso anche se con forme e materiali diversi.
Nel 1950 inizia l'attività di architetto con diversi progetti in Parigi e nei comuni limitrofi. Viene
nominato socio d'onore dall'Accademia degli Euteleti di Sam Miniato di Pisa per aver donato
all'accademia un calco funerario del viso di Napoleone trovato presso un antiquario parigino (da
analisi e confronti eseguiti sul calco sembrerebbe essere il primo eseguito dopo la morte
dell'Imperatore).
5 anni dopo,nel 1955, viene presentata al Salone dell'Automobile di Parigi il suo capolavoro di
design, la DS, che oltre a segnare la storia dell'automobile di questo secolo, lo porrà nell'Olimpo
degli stilisti.
Verrà poi esposta nel 1957 alla Triennale di Milano ed ottiene il primo premio come opera industriale.
Nel campo dell'architettura brevetta un sistema per la costruzione della casa monolitica, nel 1956,
con questo brevetto saranno costruiti a Saint Louise, negli stati Uniti d'America, 1000 case
unifamigliari in soli 100 giorni. È invitato dall'UNESCO a presentare le sue opere all'esposizione di
Limoges in occasione delle Olimpiadi di Melbourne. Sarà presente con tre sculture.
Nel 1961 esce la sua ultima realizzazione di design, l'Ami 6. Il
ministro per la cultura francese, il premio Nobel Andrè Malraux, lo
nomina Cavaliere dell'ordine delle Arti e delle Lettere della
Repubblica Francese. È il giusto riconoscimento ad un uomo che
tanto ha dato alla cultura francese.
Muore improvvisamente il 7 febbraio del 1964 per ictus cerebrale.
Il direttore d'una rivista d'arte francese ne scrive il necrologio:
Flaminio Bertoni, scultore di talento che noi perdiamo.
Siamo osternati alla notizia della sua prematura morte.
È stato uno spirito superiore ed un'anima sincera.
Faceva parte dell'élite che si eleva al di sopra di quella che noi osiamo
chiamare "Società umana" .
Bertoni e Citroën
Da un testo di Ivo Alessiani
“Ci sono le Citroën , poi esistono anche le automobili”.
Questa affermazione,anzi, questo “solenne
principio”, rispecchiava l’apprezzamento
che le vetture del “double Chevron”
già negli anni Trenta riscuotevano
presso gli intenditori,
non necessariamente proprietari
delle medesime.
Infatti, anche chi per le
più svariate ragioni non le comprendeva,
le Citroën incutevano rispetto.
E chi ne possedeva una fruiva di una
considerazione del tutto particolare:
non era visto come uno snob,
che vuol farsi notare per l’ originalità del proprio veicolo
(e le Citroën originali sono state per davvero),
ma come un sofisticato automobilista alla ricerca di soluzioni tecniche,
spesso formali e aerodinamiche, assolutamente d’avanguardia.
Non sempre una Citroën era definita “bella” secondo il
canone estetico imperante nella tale o talaltra epoca.
Ma ciò ne accresceva il fascino,
perché sulle varie vetture si riverberava
l’amministrazione che veniva tributata
alla coerenza dei progettisti :
questi, nella loro severità
avevano sacrificato la moda sull’altare
della funzionalità e della perfezione tecnica.
Che gente!
Per parte loro i “citroënisti ” si sono sempre considerati una èlite,
che potremmo paragonare a certi ordini cavallereschi medievali.
Infatti per assuefarsi a guidare la Citroën qualche sacrificio iniziatico era
proprio necessario:
domarne lo sterzo diretto e dalla progressività inusitata,
abituarsi alle reazioni delle sospensioni
(finché non furono progressivamente irrigidite),
riuscire su certi modelli a modulare la frenata con un pedale
dalla corsa millimetrica richiedevano un austero e non breve apprendistato.
E tuttavia, una volta padroneggiata la macchina,
bisognava guidarla con ascetico rigore:
fare parte di un’elite - è noto- implica responsabilità
più gravi rispetto a quelle della gente comune.
Originale in tutto,almeno fino a una certa epoca,
la Citroën passerà alla storia anche per essere riuscita
a dimostrare più di una che,
(parafrasando una celebre frase) le auto sono troppo
importanti per lasciarle fare soltanto agli ingegneri.
È da questa filosofia progettuale che scaturirono
le auto progettate da
Flaminio Bertoni esposte in Museo a lui
dedicato.
DA UN TESTO DI IVO ALESSIANI
BANNER CENNI BIOGRAFICI
DI FLAMINIO BERTONI
Banner esposti
nell’area ingresso
che illustrano tutte
le tappe della vita
e della carriera
dell’artista
Flaminio Bertoni.
AUTORITRATTO
Flaminio Bertoni
Autoritratto
Self-portait
1936
Bronzo
40x32x30
ESPOSIZIONI:
1997 Varese;
1998 Monza; 2004 Antony;
L’ autoritratto di Flaminio Bertoni sembra un
omaggio e una rielaborazione del ritratto
“Beethoven aux grand cheveux” di Emile
Antoine Bourdelle.
Analoga anche la soluzione del ritratto
caricaturale dalla superficie mossa,del
polso che sostiene il volto corrucciato e
pensieroso, con lo sguardo abbassato
verso terra e i capelli scompigliati come il
genio romantico.
MODELLINI
La grande fama delle auto
Citroen ha portato anche
alla produzione dei modellini
delle vetture dalle
carrozzerie nate dalla
creatività e l’ingegno di
Bertoni.
Ogni tipologia d’auto
possiede il suo modellino
che l’artista utilizzava per
fare studi estetici su quello
che sarebbe stato poi il
lavoro definitivo esposto al
mondo nei diversi musei per
poi passare alla produzione
Europea e non solo.
Ai lati possiamo notare diversi tipi di modelli che
rappresentano auto che lo resero famoso,come
la DS, la 2CV e l’ AMI6.
Studiò persino veicoli di maggiore grandezza
come un camion, sicuramente di maggiore
difficoltà da elaborare.
COLLOCAZIONE OPERE NELL’AREA
INGRESSO
• Autoritratto
•
Modellini
• Firma Flaminio Bertoni
• Pannelli espositivi
PIANTA AREA INGRESSO
Autoritratto
Vetrina modellini
Ascensore
Book shop e
informazioni.
ENTRATA