Carcinoma della prostata - CircolodegliUniversitari
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Carcinoma della prostata II Università degli Studi di Napoli - Sede di Caserta– A.A. 2007-2008 Carcinoma della prostata EPIDEMIOLOGIA Più comune neoplasia del sesso maschile (20% di tutti i tumori di nuova diagnosi) Seconda causa di morte per neoplasia nel sesso maschile (11% delle morti per cancro) Durante la vita ad 1 su 6 uomini viene diagnosticato un carcinoma della prostata e 1 su 30 muore Raro < 50 anni, l’incidenza del carcinoma prostatico aumenta con l’età, (incremento del 3-4% ogni anno). Dati che si riferiscono al carcinoma clinico Se si considerano le forme asintomatiche l’incidenza è molto più elevata Studi autoptici hanno evidenziato piccole neoplasie prostatiche occulte 80% degli uomini > 80 anni Carcinoma della prostata EPIDEMIOLOGIA Incidenza Stati Uniti 70/100000 casi anno Europa 40/100000 casi anno Asia 3-4/100000 casi anno (raro) Neri americani 137/100000 casi anno Incidenze così diverse sono imputabili a fattori genetici, stile di vita, dieta, fattori ambientali Carcinoma della prostata PROSTATA ANATOMIA E FUNZIONE Ghiandola sessuale accessoria che circonda l’uretra e contribuisce alla secrezione eiaculatoria Localizzata nella pelvi tra vescica e retto Circondata in maniera incompleta da una fine capsula composta da collagene, elastina e muscolo liscio I nervi per i corpi cavernosi del pene (plesso pelvico-erezione) viaggiano in un fascio vasculonervoso lungo la faccia posterolaterale della prostata Carcinoma della prostata PROSTATA ANATOMIA E FUNZIONE Carcinoma della prostata PROSTATA ANATOMIA E FUNZIONE Il parenchima della prostata può essere suddiviso in 3 zone visibili sia all’ecografia transrettale sia all’esame anatomopatologico ZONA DI TRANSIZIONE Intorno all’uretra prostatica 25% del parenchima prostatico 20% dei carcinomi prostatici Sito di origine dell’iperplasia prostatica benigna ZONA CENTRALE ZONA PERIFERICA Regione posterolaterale 70% del parenchima prostatico ≥ 70% dei carcinomi della prostata Circonda i dotti eiaculatori 10% del parenchima prostatico 1-5% di tutti i carcinomi prostatici Carcinoma della prostata PROSTATA STRUTTURA MICROSCOPICA Tessuto epiteliale C. epiteliali basali C. colonnari secretorie C. neuroendocrine Stroma circonda l’epitelio prostatico Fibroblasti, m. liscio, nervi e vasi Carcinoma della prostata PROSTATA STRUTTURA MICROSCOPICA Compartimento basale Cellule staminali pluripotenti capaci di autorinnovarsi e differenziarsi Cellule colonnari secretorie Cellule specializzate a produrre secrezioni dell’eiaculato Espressione di PSA recettori androgenici (RA) Gli androgeni inducono differenziazione e specializzazione delle cellule colonnari Carcinoma della prostata PROSTATA STRUTTURA MICROSCOPICA Stroma Le cellule stromali esprimono recettori androgenici (RA) Secernono polypeptide growth factor e keratinocyte growth factor Regolazione omeostatica dell’epitelio (meccanismo paracrino) Anormali interazioni stroma/epitelio Alterata proliferazione e differenziazione cellulare Possibile ruolo patogenetico nell’insorgenza di ipertrofia prostatica e carcinoma Carcinoma della prostata LA CELLULA NEOPLASTICA La cellula neoplastica del carcinoma prostatico origina dall’epitelio prostatico Le cellule trasformate possono mantenere alcuni attributi fenotipici delle cellule colonnari differenziate come l’espressione di recettori androgenici, PSA, etc. Al contrario delle cellule epiteliali colonnari, le cellule neoplastiche sono capaci di proliferazione C. normale C. neoplastica A differenziazione Le cellule neoplastiche rispondono agli ormoni androgenici non solo con la differenziazione come le cellule normali, ma anche con la proliferazione proliferazione differenziazione Carcinoma della prostata LA CELLULA NEOPLASTICA Nella fase iniziale dell’evento tumorigenico la crescita e la sopravvivenza delle cellule neoplastiche dipende dagli androgeni Quando le cellule fuoriescono dalla ghiandola prostatica e proliferano nei linfonodi, nelle ossa e in altri organi, diventano progressivamente meno dipendenti dagli androgeni Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI PREDISPOSIZIONE GENETICA FAMILIARITÀ 1, 2, 3 parenti di primo grado con carcinoma della prostata rischio di sviluppo di malattia di 2, 5 e 11 volte rispettivamente Studi condotti su gemelli monozigoti hanno mostrato un alto livello di concordanza nello sviluppo di ca prostatico GENI DI SUSCETTIBILITÀ RNASEL (HPC1) MSR1 Localizzazione 1q25 Localizzazione 8p22 Mutazioni germinali a carico di questi geni predispongono allo sviluppo della neoplasia Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI PREDISPOSIZIONE GENETICA Mutazioni germinali e predisposizione ereditaria RNASEL Codifica per una endoribonucleasi della via di degradazione dell’RNA interferon-α-inducible Degradazione RNA virale Riduzione/perdita di espressione di RNASEL Attività IFNα Suscettibilità alle infezioni virali Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI PREDISPOSIZIONE GENETICA Mutazioni germinali e predisposizione ereditaria MSR1 Codifica per una subunità del recettore scavenger dei macrofagi Legame al lipopolisaccaride e all’acido lipotecoico batterico Riduzione/perdita di espressione di MSR1 Vulnerabilità alle infezioni da Listeria Monocytogenes, Staphylococcus Aureus, Escherichia Coli, HSV1 Queste mutazioni germinali hanno portato a supporre che le infezioni e/o le infiammazioni possano contribuire alla patogenesi del ca prostatico Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI FATTORI AMBIENTALI Evidenze epidemiologiche Fattori ambientali maggiori responsabili dell’insorgenza del ca della prostata Alto tasso di incidenza e mortalità In USA e in Europa occidentale Basso rischio in Asia Afroamericani residenti negli Stati Uniti alto tasso di incidenza Asiatici emigrati in Nord America aumento di incidenza Ampia variabilità geografica di incidenza e mortalità Stile di vita Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI FATTORI AMBIENTALI Dieta RISCHIO Aspetto chiave dello stile di vita Dieta ricca in grassi animali e carne rossa povera in frutta e verdura Consumo di vegetali e di micronutrienti antiossidanti Stress ossidativi Gli antiossidanti riducono il rischio di danno ossidativo del DNA carcinogenesi Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI INFIAMMAZIONE, ATROFIA INFIAMMATORIA PROLIFERATIVA E CANCRO DELLA PROSTATA Negli ultimi anni si sono accumulate evidenze a supporto del ruolo critico svolto dalla infiammazione prostatica nella patogenesi del cancro della prostata Nella prostata di uomini sottoposti a prostatectomia radicale per carcinoma sono quasi sempre presenti modificazioni infiammatorie Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI INFIAMMAZIONE, ATROFIA INFIAMMATORIA PROLIFERATIVA E CANCRO DELLA PROSTATA Evidenze a favore della relazione infiammazione/infezione prostatica e ca prostatico 1. PIA (proliferative inflammatory atrophy) probabile precursore di PIN (prostatic intraepithelial neoplasia) Carcinoma prostatico Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI INFIAMMAZIONE, ATROFIA INFIAMMATORIA PROLIFERATIVA E CANCRO DELLA PROSTATA PIA (proliferative inflammatory atrophy) PIA Infiammazione cronica Localizzazione in prossimità dI PIN e carcinoma prostatico Aree di atrofia focale che con infiltrato di cellule infiammatorie attivate e cellule epiteliali proliferanti non completamente differenziate nelle cellule secretorie colonnari (probabili cellule precursori delle neoplasie intraepiteliali) Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI INFIAMMAZIONE, ATROFIA INFIAMMATORIA PROLIFERATIVA E CANCRO DELLA PROSTATA PIA come precursore del PIN e del cancro della prostata Carcinoma della prostata EZIOPATOGENESI INFIAMMAZIONE, ATROFIA INFIAMMATORIA PROLIFERATIVA E CANCRO DELLA PROSTATA 2. RNASEL e MSR1 (geni di suscettibilità) codificano per proteine la cui funzione è importante nella risposta alle infezioni 3. Nel carcinoma alterazioni di espressione di alcuni geni come GSTP1 Codificano per enzimi di difesa dal danno ossidativo di genoma e cellule 4. Studi epidemiologici e trials clinici suggeriscono che il consumo di antiossidanti come selenio, vitamine E e lycopene (carotenoide che dà il colore rosso al pomodoro e ad altra frutta) possano proteggere nei confronti dello sviluppo del ca prostatico Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE MUTAZIONI SOMATICHE Varie alterazioni geniche Nel 30% degli uomini tra 30 e 40 anni si ritrovano autopticamente piccoli foci di carcinoma mutazioni, delezioni, amplificazioni, riarrangiamenti cromosomici, metilazione del DNA Età media alla diagnosi 60-70 anni Le alterazioni genomiche si accumulano per molte decadi diverse alterazioni cromosomiche sono presenti in differenti carcinomi, in diverse lesioni della stessa neoplasia e in varie aree della stessa lesione Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE Le più comuni anomalie cromosomiche sono Guadagno in 17p 7q 8q Guadagno in 8q e perdita in 7q, 8p, 13q e 16q Perdita in 8p 10q 13q 16q carcinoma ricorrente e progressivo La neoplasia è conseguenza di una prolungata e ricorrente esposizione a fattori di danno genomico (stress ossidativo) e/o di deficit nei sistemi di protezione cellulare verso questi Instabilità genomica Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE MUTAZIONI SOMATICHE Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE MUTAZIONI / AMPLIFICAZIONE DEI GENI AR Il carcinoma prostatico come il tessuto prostatico normale rispondono agli androgeni per la presenza di recettori androgenici (AR) nel citosol cellulare Nella fase iniziale dell’evento tumorigenico la crescita e la sopravvivenza delle cellule neoplastiche dipende dagli androgeni Quando le cellule fuoriescono dalla ghiandola prostatica e proliferano nei linfonodi, nelle ossa e in altri organi, diventano progressivamente meno dipendenti dagli androgeni Carcinoma della prostata PROSTATA REGOLAZIONE ORMONALE E ESPRESSIONE GENICA Il normale sviluppo della prostata dipende da una adeguata interazione Androgeni TESTOSTERONE Recettori Principale ormone androgenico circolante LH Il testosterone è sintetizzato dalle cellule di Leydig sotto lo stimolo dell’LH (ormone luteinizzante) Testicolo Nella prostata una 5α-reduttasi converte il testosterone in T DHT (5α-diidrotestosterone) C. di Leydig 5α-reduttasi DHT Prostata Ormone androgenico più potente del testosterone Carcinoma della prostata PROSTATA REGOLAZIONE ORMONALE E ESPRESSIONE GENICA DHT (5α-diidrotestosterone) e controllo della espressione genica Legame a recettori Androgenici (AR) intracellulari DHT R Modificazione conformazionale dei AR Dissociazione dei recettori dalle proteine dello shock termico C Dimerizzazione dei recettori Ingresso nel nucleo Attivazione di geni targets DNA Carcinoma della prostata PROSTATA REGOLAZIONE ORMONALE E ESPRESSIONE GENICA AR Struttura simile a quella di altri recettori steroidei (Domino legante il DNA e dominio legante gli androgeni in regione N-terminale) Fattore di trascrizione Regolazione della espressione genica Legame diretto dei recettori androgenici a sequenze contenute nella regione regolatoria dei geni targets dette ANDROGEN RESPONSE ELEMENT (ARE) con attivazione trascrizionale Carcinoma della prostata PROSTATA REGOLAZIONE ORMONALE E ESPRESSIONE GENICA REGIONE REGOLATORIA GENE TARGET ARE AR I prodotti dei geni targets controllano Prolifrazione Differenziazione Angiogenesi Apoptosi Il gene del PSA che, sotto stimolo androgenico, è selettivamente espresso nelle cellule prostatiche e non in altri tessuti, contiene sequenze di DNA aggiuntive nella regione regolatoria dette PROSTATE SPECIFIC ENHANCER (PSE) Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE INDIPENDENZA DAGLI ANDROGENI Carcinoma della prostata metastatico Terapia con deprivazine di androgeni e/o antiandrogeni Deprivazine di androgeni Castrazione Rallentamento della crescita neoplastica Terapia con LHRH (Fattore di rilascio dell’ormone luteinizzante) Desensibilizzazione dei recettori LH Conseguente inibizione della produzione di testosterone Antiandrogeni Terapia endocrina Antagonisti non steroidei dei AR (Idrossiflutamide e altri) Impediscono che gli AR acquisiscano la conformazione trascrizionalmente attiva Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE INDIPENDENZA DAGLI ANDROGENI Responsività a terapia nei differenti stadi della carcinogenesi variabile Fasi iniziali Progressione risposta alla riduzione terapeutica degli androgeni circolanti indipendenza dagli androgeni Durante terapia con antiandrogeni il carcinoma prostatico diviene progressivamente refrattario. Problema significativo per il trattamento della neoplasia Origine del tumore androgeno-indipendente selezione di preesistenti cloni cellulari androgeno-resistenti Acquisizione di capacità proliferative indipendenti dagli androgeni ? Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE INDIPENDENZA DAGLI ANDROGENI In condizioni di deprivazione androgenica la maggioranza delle neoplasie androgeno-indipendenti esprimono AR Meccanismi alla base di questo fenomeno: 1. Cross attivazione di AR da parte di agenti non androgenici 2. Iperespressione di AR dipendente da fenomeni di amplificazione genica di AR 3. Mutazioni somatiche di AR 4. Sopravvivenza cellulare indipendente dalla attivazione di AR Carcinoma della prostata PATOGENESI MOLECOLARE INDIPENDENZA DAGLI ANDROGENI La deprivazione di androgeni costituisce il trattamento cardine del carcinoma prostatico avanzato Se emergono cloni androgeno-indipendenti la neoplasia diviene insensibile a questo tipo di terapia Per questo si è alla ricerca continua di nuovi targets terapeutici Carcinoma della prostata ISTOPATOLOGIA Macroscopicamente colore lardaceo, consistenza duro-elastica, superficie bernoccoluta Microscopicamente 95% Adenocarcinoma (vari gradi di differenziazione) Rare altre forme istologiche ≥ 70% Origine dai gruppi ghiandolari della zona periferica Frequentemente multifocale Carcinoma della prostata ISTOPATOLOGIA GRADING ISTOLOGICO Grado di differenziazione cellulare stadio Correla con Il più utilizzato è il sopravvivenza GLEASON SCORE Si basa sull’assegnazione di un numero, da 1 (ben differenziato) a 5 (scarsamente differenziato), in base ai patterns morfologici osservati microscopicamente. Dato che le neoplasie sono solitamente eterogenee, lo score si calcola come somma dei due tipi istologici più rapresentati con un valore finale compreso tra 2 e 10. Il Gleason score rappresenta il principale fattore che influenza la pianificazione terapeutica Carcinoma della prostata ISTOPATOLOGIA GLEASON SCORE Un carcinoma con Gleason score 8-10 recidiva molto più frequentemente dopo terapia primaria di uno con score 2-6 Carcinoma della prostata ISTOPATOLOGIA PIN Proliferazione di cellule prostatiche maligne al di sopra della membrana basale 5% degli uomini soggetti a biopsia prostatica PIN PRECURSORE DEL CARCINOMA DELLA PROSTATA EVIDENZE Comunemente presente nelle ghiandole prostatiche in cui si trova anche il carcinoma prostatico Insorgenza nella zona periferica della prostata come il carcinoma Biomarcatori e anomalie cromosomiche comuni a quelle del carcinoma Il PIN non viene trattato perché la sua storia naturale non è conosciuta Non è facile monitorare questo tipo di lesione essendo necessaria la biopsia prostatica Carcinoma della prostata STORIA NATURALE Diffusione locoregionale Infiltrazione intraghiandolare Diffusione a tessuti periprostatici, vescichette seminali, collo vescicale, ureteri e uretra. Tardivo interessamento del retto,nonostante la stretta vicinanza anatomica, per la presenza dell’aponeurosi di Denonviller. Diffusione linfatica linfonodi regionali -piccolo bacino(otturatori, ipogastrici, presacrali e preischiatici). linfonodi extraregionali (iliaci esterni, iliaci comuni, inguinali, periaortici, mediastinici e sovraclaveari) Carcinoma della prostata STORIA NATURALE Diffusione ematica Metastasi ossee COLONNA VERTEBRALE Scheletro assiale Comunicazione tra plessi venosi periprostatici e sistema venoso vertebrale tramite il plesso venoso di Batson Lesioni metastatiche osteoblastiche Altre localizzazioni ossee Bacino, coste e femore Metastasi viscerali (tardive) polmoni, fegato, surrene, rene, testicolo (raro). Carcinoma della prostata MANIFESTAZIONI CLINICHE Diverse modalità di presentazione: Carcinoma latente (o istologico) Carcinoma incidentale Carcinoma clinico Carcinoma occulto Diagnosi autoptica Diagnosi istologica su prostata asportata per lesioni benigne Neoplasia clinicamente manifesta Neoplasia che si manifesta con metastasi (ossee) senza evidenze cliniche di neoplasia primitiva Carcinoma della prostata MANIFESTAZIONI CLINICHE Rari sintomi in fase iniziale >70% localizzazione periferica Sintomatologia: malattia localmente avanzata o metastatica Infiltrazione uretra collo vescicale Sintomi ostruttivi Disuria, mitto debole, intermittenza irritativi Pollachiuria, nicturia, urgenza minzionale, urge incontinence Ostruzione dei dotti eiaculatori Infiltrazione plesso pelvico (fascio neurovascolare) Ematospermia Disfunzione erettile Carcinoma della prostata MANIFESTAZIONI CLINICHE Metastasi ossee Dolore osseo Pancitopenia (Sostituzione del midollo osseo con cellule neoplastiche) Metastasi linfonodi pelvici e/o compressione vene iliache Edema arti inferiori Rari Fibrosi retroperitoneale maligna Manifestazioni paraneoplastiche CID N.B. Oggi in oltre il 90% dei pazienti la diagnosi viene fatta tramite esplorazione rettale e/o dosaggio del PSA Prima della comparsa di na sintomatologia conclamata Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI ESPLORAZIONE RETTALE DIGITALE (EDR) Nodulo consistenza aumentata, superficie irregolare, asimmetrico, fisso in fase avanzata D.D. Infiammazione (prostatite granulomatosa), iperplasia prostatica, calcoli prostatici >50% dei carcinomi diagnosticati con esplorazione digitale sono in stadio avanzato Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI PSA (Prostate Specific Antigen) PSA Gene della callicreina umana locallizzato nel cr. 19 Selettivamente espresso dal tessuto prostatico Espressione regolata dagli androgeni Codifica per una serino-proteasi della famiglia delle callicreine tissutali umane Sintetizzato dalle cellule colonnari secretorie e contenuto dell’eiaculato Dosabile nel siero dalla pubertà I suoi livelli aumentano con l’età e le dimensioni della prostata Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI PSA Distruzione ghiandolare e passaggio di PSA nella circolazione IPERTROFIA PROSTATICA PROSTATITI CANCRO DELLA PROSTATA MASSAGGIO PROSTATICO BIOPSIA Marcatore estremamente sensibile ma non specifico del cancro della prostata N.B.Terapia radiante, ablazione chirurgica della prostata, terapia antiandrogenica inducono riduzione dei livelli sierici di PSA Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI PSA Marcatore estremamente sensibile ma non specifico del cancro della prostata Per aumentare la specificità diagnostica ci si può avvalere di diversi parametri PSA velocity PSA density Velocita' di crescita annuale del PSA Concentrazione del PSA rispetto al volume ghiandolare Dosaggio del PSA libero PSA libero PSA libero/PSA totale Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI PSA Cut-off PSA=4,0 ng/ml V.N. 0-4 ng/ml Rischio di tumore prostatico in relazione al livello di PSA PSA<=4,0 ng/ml 5% PSA tra 4,1 ng/ml e 9,9 ng/ml 25% PSA >=10 ng/ml 55% Diviene un marcatore specifico dopo terapia radicale per il cr prostatico Estremamente utile nella valutazione della ripresa di malattia dopo terapia Carcinoma della prostata SCREENING PSA+EDR EDR negativa PSA> 4ng/ml Follow-up annuale EDR positiva e/o PSA>10 ng/ml EDR negativa PSA> 4,1-9,9 ng/ml Biopsia transrettale sotto guida ecografica Comportamento non univoco Biopsia se ecografia dubbia Valutazioni più accurate del PSA prima di biopsia Carcinoma della prostata ESAMI DIAGNOSTICI ECOGRAFIA TRANSRETTALE AGOBIOPSIA TC RM SCINTIGRAFIA OSSEA Carcinoma della prostata Classificazione TNM del carcinoma prostatico (UICC 2002) T1 Tumore clinicamente non apprezzabile, non palpabile né visibile con la diagnostica per immagini T1a Tumore scoperto casualmente nel 5% o meno del tessuto asportato T1b Tumore scoperto casualmente in più del 5% del tessuto asportato T1c Tumore diagnosticato mediante agobiopsia (ad esempio, a causa del PSA elevato) T2 Tumore limitato alla prostata, palpabile T2a Tumore che interessa la metà o meno di un lobo T2b Tumore che interessa più della metà di un lobo ma non entrambi i lobi T2c Tumore che interessa entrambi i lobi Carcinoma della prostata Classificazione TNM del carcinoma prostatico (UICC 2002) T3 Tumore che si estende attraverso la capsula prostatica T3a Estensione extraprostatica (mono o bilaterale) T3b Tumore che invade la/e vescichetta/e seminale/i T4 Tumore fisso che invade strutture adiacenti oltre alle vescichette seminali: collo della vescica, sfintere esterno, retto, muscoli elevatori e/o parete pelvica. Carcinoma della prostata TERAPIA Terapia chirurgica Prostatectomia radicale (PR) Terapia "gold standard" del tumore prostatico localizzato Rimozione in blocco di prostata e vescicole seminali Complicanze postchirurgiche Incontinenza urinaria Disfunzione erettile tecnica "nerve-sparing" PR in laparoscopia Degenza, costi, incidenza delle complicanze Carcinoma della prostata TERAPIA Terapia chirurgica Elevate percentuali di guarigione Sopravvivenza libera da progressione biochimica di malattia (risalita del PSA) dopo prostatectomia radicale per un tumore localizzato 5 ANNI 83-94%, 10 ANNI 53-91% 15 ANNI 40-57%. Carcinoma della prostata TERAPIA Radioterapia La terapia radiante può essere utilizzata con intento radicale nelle neoplasie limitate alla ghiandola in alternativa alla chirurgia Irradiazione con raggi esterni Irradiazione interstiziale (brachiterapia) Terapia radiante efficacia terapeutica nella palliazione del dolore dovuto alle metastasi ossee Carcinoma della prostata TERAPIA Terapia Ormonale Trattamento di scelta nelle forme avanzate Analoghi dell’LHRH Chemioterapia Riservata alle forme che non rispondono alla terapia ormonale (palliativa)