panda club

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panda club
junio
PANDA
IL WWF
PER IL MOSCO
MOSCHIFERO
“ THE INVADERS ”
SCOPRIAMO
GLI INVASORI
BIOLOGICI
ATTIVITA’:
IL NATALE
PORTA LA TUA
IMPRONTA!
WWF Italia (ONLUS) via Po 25/c 00198 Roma - Anno XXXVIII n° 11 Novembre 2004
Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 dcb Roma
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Panda Junior - n° 11 Novembre 2004
sommario
Gus, “Timon” e l’avventura
nel deserto dei suricati
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A proposito
di suricati
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Il mosco
moschifero:
un cervo
(ed un profumo)
tutti da salvare
Qua la zampa fratello orso!
Il WWF al lavoro nei Parchi
dell’orso marsicano
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Notizie
dai
progetti
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Notizie dalle Oasi
Per Natale
chi trova
un amico
trova un tesoro
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Notizie verdi
Panda Club
in azione
al “Credia”,
A scuola di
natura e
di curiosità
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Caccia agli intrusi!
Una miniguida per scoprire e riconoscere
i più comuni (e temibili) invasori biologici
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Speciale
Panda Club:
L’intervista dei
Panda Club:
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parliamo di aree
protette e Parchi
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Natale
ecologico
Risultati
delle
indagini
precedenti
per tutti
gli inviati
speciali!
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Questo Natale lascia le
tue impronte dappertutto!
avete piantato
la scuola?
O avete scelto
di visitare
il pianeta
Leonardo?
La
biblioteca
del
Panda
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Lettori
per
natura
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Ti proponiamo tre divertenti attività
per realizzare e decorare doni,
biglietti d’auguri, carte regalo, la
tavola natalizia e il tuo abete
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Speciale Internet:
Impariamo a risparmiare energia nella rete
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La posta
del Panda
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Senti chi parla
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Giochi
I folletti
distratti
e i doni
di Natale
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Senti che
ha detto!
Soluzione
gioco
storia di natura
Gus,Timone
iltemporale
neldeserto
Vi ricordate Timon,
l’inseparabile amico
di Pumbaa nel Re
Leone di Walt
Disney? Era un
suricato, proprio
come il protagonista
della nostra storia.
I suricati sono
simpatici animaletti
simili alle manguste.
Vivono nell’area del
Deserto del Kalahari
in nuclei familiari
molto numerosi e
abitano tane scavate
sottoterra…
F.Bulgarini/Archivio WWF
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storiadinatura
Era un mattino
scuro
e tempestoso…
Nuvole minacciose s’addensavano
sui cieli del Kruger National Park, in
Sudafrica. Presto sarebbe piovuto.
Il suricato di guardia, ritto in piedi
davanti all’ingresso della tana,
pareva molto preoccupato e non
per l’attacco di un nemico, perché
né serpenti né aquile minacciavano
la colonia, ma per il temporale
imminente. I suricati vivono in famiglie molto numerose in gallerie sotterranee lunghe decine e decine di
metri. Se la pioggia è molto abbondante può invadere le gallerie mettendone in pericolo gli abitanti.
Fulmini
e saette!
All’improvviso scrosci d’acqua si
riversano dal cielo inzuppando il
suolo e, in pochi minuti, rivoli d’acqua penetrano nelle gallerie meno
profonde, allagandole. Tutti i suricati corrono ai ripari: mamme con
i piccoli, padri, cugini e fratelli maggiori cercano di sistemarsi in luoghi
asciutti ma, nel parapiglia generale, qualcuno manca all’appello. E’
un giovane suricato che non ha
fatto in tempo a mettersi in salvo
ed è rimasto bloccato in un corridoio invaso dall’acqua... Ora respira a fatica, è zuppo fradicio e
infreddolito, quasi certamente non
riuscirà a sopravvivere alla notte
che nel deserto si sa è molto,
molto fredda.
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F.Bulgarini/Archivio WWF
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storia di natura
F.Bulgarini/Archivio WWF
Arrivano i nostri!
Per sua fortuna, lo zoologo Gus
Mills, fa il suo giro di ricognizione il
mattino dopo il temporale e ferma
la sua jeep proprio nei pressi della
colonia di suricati. Si affaccia nelle
tane e, sorpresa, scopre un
“fagottino” spaurito e tremante col
pelo ancora intriso d’acqua.
Allungando il braccio e con l’aiuto
della giacca riesce a prendere la
povera bestiola. E’ chiaro che il
suricato ha urgente bisogno di
cure. Deve essere asciugato,
tenuto al caldo e anche nutrito per
recuperare le forze perdute.
Perciò Gus lo porta alla stazione
dei Rangers, qui Timon (così è
stato chiamato il suricato dai
Rangers) viene riscaldato, coccolato e rifocillato con ogni sorta di
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ghiottonerie. Poi i Rangers preparano un “letto” di fortuna perché
Timon possa trascorrervi la notte.
F.Bulgarini/Archivio WWF
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storiadinatura
Timon torna a casa
WWF-Canon/Martin Harvey
Al mattino Gus trova Timon in ottima forma: è vispo e vivace e pronto per ritornare fra i suoi compagni
nel deserto. Giusto il tempo per
una veloce colazione e poi via, a
bordo della jeep del Parco, per raggiungere il territorio abitato dalla
colonia a cui Timon appartiene.
Ecco sono arrivati, Gus ferma il
motore, scende dal veicolo e depone gentilmente Timon a terra.
Cosa accadrà ora? Il giovane suricato si guarda un attimo intorno,
poi si lancia verso la sua famiglia.
Tutti sono molto felici di rivederlo,
gli corrono incontro salutandolo
con saltelli, abbracci ed ogni sorta
di affettuosi festeggiamenti. Per
Timon si conclude così una brutta
avventura, almeno fino al prossimo
temporale…
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a proposito di...
suricati
Le sentinelle
del deserto
Simili alle manguste i suricati vivono
in gruppi familiari anche molto
numerosi, in tane sotterranee. Al
mattino, i suricati escono dalle gallerie buie, si voltano verso il sole e
si lasciano scaldare dai suoi raggi.
Solo dopo essersi riscaldati ben
bene si dedicano alla ricerca del
cibo, come insetti e piccoli invertebrati. A guardia delle tane diverse
sentinelle vigilano sulla sicurezza
della colonia. Stanno ritte in piedi
su protuberanze del terreno o
cespugli, in punti strategici. Se il
pericolo è modesto, emetteranno
un flebile pigolio, ma se l’attacco di
un falco, un’ aquila o un serpente è
imminente allora lanceranno l’allarme con ringhi e un forte abbaiare.
occhi cerchiati di nero, come quelli di un “pugile” che ha preso qualche pugno di troppo!
Prima ci
azzuffiamo poi…
…mettiamo al mondo i piccoli!
Nella stagione riproduttiva si possono osservare i suricati – maschi
“Timon dalle
bande nere”
Lunghi circa 25-30 cm con una
coda lunga quasi altrettanto, i suricati vivono nelle zone semi-desertiche, rocciose o boscose dell’Africa
sud-occidentale. Il loro mantello
color crema e argento è caratterizzato da 8 bande scure sulla metà
inferiore del corpo. Hanno anche
un curioso naso a punta, orecchie
piccole che possono “sigillare”
quando scavano sottoterra e due
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8101214161820222426283032343638404244464850525456586062
apropositodi...
e femmine – cimentarsi in furibonde baruffe. In realtà sono finti combattimenti che fanno parte del
rituale del corteggiamento. I piccoli, da due a cinque, vengono alla
luce 11 mesi più tardi, durante la
stagione delle piogge. Un periodo
particolarmente felice per l’abbondanza di prede e di cibo.
E obbedisci alla
baby-sitter!
E’ più o meno la raccomandazione
che mamma e papà suricato
danno ai loro piccoli quando, al
mattino, escono per andare al
lavoro o, meglio, in cerca di cibo. I
suricati sono infatti animali sociali
molto organizzati tanto che i loro
cuccioli, possono contare su veri e
propri “asili nido” e sull’aiuto delle
baby-sitter! I suricati “bambinaie”
hanno il compito di badare e difendere i piccoli della colonia quando i
loro genitori sono assenti. Un compito che svolgono con molto impegno non allontanandosi mai dall’ingresso delle tane e dal capannello
dei suricati più piccini.
WWF-Canon/Martin Harvey
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progetto internazionale
Salviamo
il “muschio”
del mosco!
Il WWF al lavoro
per salvare il mosco
moschifero: uno
splendido cervo che
vive nelle foreste
montuose dell’Asia
e della Russia
orientale e che
oggi rischia
l’estinzione
a causa del suo…
profumo!
Tutti pazzi
per il muschio
Il “mosco”, questo il nome dell’elegantissimo cervo, è dotato di
ghiandole odorifere che producono una sostanza preziosa utilizzata
nella medicina tradizionale asiati-
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progettointernazionale
ca, nell’industria cosmetica cinese
ed araba e anche da noi in
Europa, per fare molti dei profumi
che troviamo in vendita nelle profumerie.
Attualmente, il suo valore sul mercato può arrivare ad essere da tre
a cinque volte più alto di quello dell’oro. Questo spiega perché tutti
danno la caccia al mosco, per prelevare questa sostanza rara, che
vale milioni di dollari.
Cervo
o gallina
dalle uova d’oro?
Ogni cervo maschio può produrre
circa 25 grammi di muschio
all’anno: è come una gallina dalle
uova d’oro! Purtroppo, anche se
la sostanza prodotta dalle ghiandole odorifere potrebbe essere
estratta dall’animale vivo, spesso
i bracconieri uccidono gli animali.
I dati dimostrano che per ottenere un chilo di muschio grezzo
occorrono circa 40 cervi maschi.
Le ragioni
del declino
WWF-Canon/Grigori Mazmanyants
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La progressiva distruzione dell’habitat naturale costituisce una
minaccia per tutte le specie di
mosco, ma è stata la caccia di
frodo, alimentata dal commercio
su larga scala, a rendersi responsabile del drammatico declino degli
ultimi anni.
In Russia, per esempio, gli esperti
ritengono che dei 170.000 individui stimati alla fine degli anni ottanta, ne sopravvivano attualmente
meno del 50% a causa della forte
pressione venatoria. Tra questi il
mosco siberiano è considerato vulnerabile dalla lista rossa dello
IUCN, mentre le altre tre specie
sono considerate a minor rischio di
estinzione.
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progetto internazionale
Profumo
di… illegalita’ !
Il commercio illegale di muschio
avviene in diversi paesi europei
come Gran Bretagna, Olanda,
Belgio e Germania. Nel periodo
compreso tra il 1978 e il 1996
ben 35 nazioni hanno esportato
legalmente muschio e di queste
solo 9 erano paesi di origine del
mosco. Nello stesso periodo sono
stati contati 42 paesi importatori.
Sempre secondo tali statistiche, i
maggiori commercianti e consumatori dei derivati del mosco (soprattutto ad uso farmaceutico) sono
state le comunità dell’ Asia orientale e sudorientale, mentre la Cina è
risultata il principale esportatore
legale.
Giu’ le mani
dal muschio!
Archivio WWF/Traffic
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Per scoraggiare l’utilizzo del
muschio naturale sia nei paesi di
origine dei cervi muschiati che
nelle nazioni importatrici, è necessaria un’azione immediata, mirata
sia ad aumentare la consapevolezza dei consumatori sui temi centrali della conservazione, che ad
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progettointernazionale
Archivio WWF/Traffic
WWF-Canon/Gerald S. Cubitt
incrementare l’utilizzo di prodotti e
sostanze alternative: muschio sintetico oppure muschio naturale,
ma prelevato solo da animali vivi o
riprodotti in cattività.
Identikit del mosco
Il mosco vive nelle foreste montuose di almeno 13 nazioni dell’Asia e
della Russia orientale. Ne esistono
almeno quattro specie, se non sei
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o più: il cervo muschiato siberiano
(Moschus moschiferus) in Cina,
Mongolia, Russia, Kazakhstan,
Kyrgyzstan, Corea del Nord e del
Sud; il mosco di foresta (Moschus
berezovskii) in Cina e Vietnam; il
mosco alpino (Moscus chrysogaster) in Afghanistan, Cina, India
Nepal, e Pakistan; il cervo muschiato nero (Moschus fuscus) in
Bhutan, Cina, India, Myanmar e
Nepal. Cina e Russia, in particolare, sono i paesi dove si trova il
maggior numero di cervi muschiati:
in Cina se ne contano all’incirca
300.000, mentre i dati della popolazione che vive in Russia sono ipotetici perché non basati su ricerche
concrete, gli esperti stimano però
che per soddisfare la domanda
internazionale di muschio negli ultimi dieci anni la popolazione di cervi
si sia dimezzata.
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progetto internazionale
specie: ancora tra gli studiosi c’è
confusione nella classificazione
delle varie sottospecie. Conoscere
bene una specie animale è il primo
passo per essere in grado di proLa storia dell’uomo si intreccia con
teggerla.
quella di questo mammifero asiatiInfine il WWF chiede la revisione
co: nel Corano, il muschio viene
indicato come la materia con la
quale sono sigillate le bevande del
paradiso e, questo, lo rende il re di
tutti i profumi.
Marco Polo racconta nel suo
“Milione” che, attraversando il
Kashmir, osservò un’abbondanza di
cervi muschiati, probabilmente l’animale era allora protetto da leggi ferree che punivano severamente la
sua uccisione ed il re della regione
doveva pagare al califfo un tributo
annuo di muschio, com’è riportato
nelle cronache arabe.
Il mosco,
tra mito
e leggenda
Mosco,
non sei solo
Per salvaguardare il mosco noi del
WWF chiediamo che vengano subito fatte delle ricerche riguardo la
caccia, il commercio e la domanda
del muschio nei paesi di origine:
Afghanistan, Pakistan, Bhutan,
Myanmar, Vietnam, Corea del Nord
e del Sud, Russia, Kazakhistan,
Kyrgyzstan; Cina, Mongolia, India e
Nepal.
Fondamentale poi per la sopravvivenza del mosco è proteggere le
zone dove vive, magari trasformandole in parchi e aree protette, dove
questo cervo può stare un po’ più al
sicuro.
Poi dobbiamo studiare meglio la
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progettointernazionale
del regolamento per lo sfruttamento e l’esportazione del muschio in
Russia, che dovrebbe essere istituito anche in Kazakhistan e
Kyrgyzstan.
Andrebbe poi rivista la politica cinese riguardo l’utilizzo di allevamenti
Archivio WWF/Traffic
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di cervi muschiati e in Russia
andrebbero studiati programmi di
estrazione del muschio dagli animali vivi, allevati in cattività. Il WWF
chiede inoltre ai paesi importatori
di aiutare le nazioni di origine nella
conservazione e nel monitoraggio
delle popolazioni selvatiche tramite
assistenza di tipo finanziario e tecnico.
Infine chiediamo che sia verificato il
livello del consumo di medicine
asiatiche contenenti muschio, per
comprendere al meglio le aspettative delle esigenze di mercato.
Chiediamo che tutti i prodotti a
base di muschio siano commercializzati con le licenze CITES e contemporaneamente sia incoraggiata
la ricerca di composti alternativi da
sostituire al muschio naturale.
Per difendere il mosco è prezioso
l’aiuto di tutti, anche il vostro,
ragazzi! Cercate di evitare l’acquisto di prodotti che contengono
muschio naturale e prodotti della
cui provenienza non siete certi. E
parlate di questo gravissimo problema in famiglia e, se può servire,
mostrate questo articolo.
L’industria di profumi europea è
uno dei maggiori responsabili e noi,
in quanto consumatori, possiamo
fare molto per salvare il mosco,
anche scegliendo il profumo giusto.
Insomma, ragazzi, noi del WWF ci
daremo da fare, come sempre, per
cercare di proteggere questo bellissimo animale e sappiamo che voi
fate il tifo per noi!
Non vogliamo davvero che di un
cervo così bello resti solo… il profumo!!!
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progetto italia
Dalla parte
dell’Orso
L’orso bruno marsicano ed il suo prezioso
habitat, le montagne dell’Appennino Centrale,
sono oggi al centro di un importante progetto
del WWF. Obiettivo? La pacifica convivenza
fra uomo e orso.
Foto Valentino Mastrella archivio Parco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise
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progettoitalia
Quanti sono?
Nessuno lo sa con certezza. Oggi,
nel Parco Nazionale d’Abruzzo,
Lazio e Molise e aree circostanti
dell’Appennino Centrale si pensa vi
siano 30 - 50 orsi. Per questo uno
dei primi obiettivi del WWF è quello di acquisire il maggior numero
d’informazioni possibili sull’effettiva
consistenza dell’intera popolazione
d’orso, sulle abitudini, sulla distribuzione nel territorio, sulla variabilità genetica, tutte notizie preziose
per proteggere al meglio la specie
ed il suo habitat naturale.
Le piste dell’Orso
Spostarsi, in un’area così densamente abitata dall’uomo, non è
impresa facile per un tipo grande e
grosso che non passa certo inosservato! Quando vagabondano in
cerca di cibo gli orsi sono spesso
costretti a spostarsi da una foresta all’altra e, nel farlo, rischiano di
essere travolti dalle auto in corsa
o, peggio, di essere uccisi dai bracconieri, che non esitano ad entrare
nelle aree protette. Ecco perché il
WWF lavorerà per rendere più
sicuri e protetti i “sentieri” percorsi
dagli orsi nei loro spostamenti.
Giu’ le zampe!
Fucili, trappole e bocconi avvelenati non sono certo un aiuto per l’orso! Gli allevatori lo accusano di
aggredire le greggi e di svaligiare le
arnie in cerca di miele. Per rispettare le ragioni dell’orso senza far
torto ad agricoltori ed allevatori, il
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Foto Valentino Mastrella - archivio Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
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progetto italia
WWF promuoverà e metterà in
atto una serie d’iniziative come, ad
esempio, i recinti anti-orso capaci di
tenere i plantigradi lontano dal miele
e dal bestiame domestico.
ancora intatte dove poter trovare
cibo e riparo. Dove, insomma,
poter vivere da... orso!
Ma già, a proposito, come vive un
orso?
Occhio
all’Orso!
La merenda
dell’Orso
Nell’ambito del progetto per un turi- L’orso non si fa molti problemi in
smo sostenibile verranno anche fatto di cibo, mangia di tutto: forpromosse iniziative quali il bear-wat- miche, vespe, api ed altri insetti,
ching: escursioni in natura nei luoghi frequentati dall’orso per poter
osservare (nascosti in punti strategici) il pacifico gigante nella sua vita
quotidiana. Senza disturbarlo, ovviamente!
Siamo alla frutta!
Visto che l’orso è particolarmente
ghiotto di frutta, fra i tanti progetti
tesi a favorirne la presenza
nell’Appennino centrale ci sarà
anche il censimento e la riqualificazione di meli, peri e altre piante da
frutto. Promuoveremo poi delle
campagne di sensibilizzazione per
convincere tutti, popolazioni locali,
ragazzi delle scuole, agricoltori, allevatori e turisti che convivere pacificamente con l’orso è ancora possibile. Ed è anche una immensa ricchezza per la natura e per le tradizioni culturali delle popolazioni
Appenniniche.
Vita da Orsi
L’orso non ci chiede molto, ha solo
bisogno di spazio sufficiente e di
tranquillità, di boschi e foreste
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progettoitalia
Foto Valentino Mastrella - archivio Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
carogne di animali selvatici, miele,
erbe, radici, noci e nocciole. In
autunno, quando deve accumulare
le riserve di grasso per l’inverno,
l’orso ricerca in particolar modo la
frutta: mele, pere, mirtilli, ribes,
fragoline di bosco, lamponi, le bacche delle rosa canina, l’uva ursina,
i frutti del sorbo degli uccellatori.
Grazie a questa dieta ricca di zuccheri, l’orso può ingrassare anche
di un chilo ogni due giorni!
Solo occasionalmente, se spinto
dalla fame, può aggredire il bestiame domestico come pecore, capre
o bovini.
Sogni d’oro!
A fine autunno, quando il tempo si
fa più rigido gli orsi si preparano ad
andare in letargo, scelgono con
cura una caverna o un anfratto di
roccia nascosto e ben riparato,
spesso lo imbottiscono di rametti,
foglie e muschio preparandosi un
morbido giaciglio sul quale dormire
fino alla primavera successiva.
Dormono per tutto l’inverno come
“sassi”? Non proprio, se disturbati
dall’uomo o minacciati da qualche
pericolo gli orsi abbandonano il loro
nascondiglio per cercarne uno più
tranquillo e, se le giornate invernali
sono particolarmente miti, ne
approfittano per fare un giro in
cerca di cibo.
Nani
e Giganti
Di sicuro non dorme mamma
orsa, la quale mette al mondo i
suoi piccoli proprio nel cuore dell’inverno. I cuccioli nascono verso
febbraio e, appena nati, sono
minuscoli e davvero buffi: hanno
pochissimi peli, sono ciechi,
senza denti e, pensate, pesano
appena 400 grammi, 400 volte
meno della madre! Mamma orsa
li allatta, li coccola, li riscalda con
la sua morbida pelliccia e si prende cura di loro con infinita pazienza e tenerezza.
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notizie dai progetti
DALLA BIRMANIA
CON FURORE
Tigre
WWF-Canon/Christopher Hails
Buone notizie per le ultime tigri della
Birmania che, finalmente, possono
contare sulla prima grande riserva a
loro dedicata. L’area protetta si estende nella valle dell’Hukaung, al confine
con lo stato indiano dell’Assam.
Attualmente in questa zona vive la più
ricca popolazione di tigri della
Birmania. La strada per proteggere al
meglio il felino più grande del mondo è
ancora lunga: per questo il WWF ha
lanciato una grande campagna chiedendo aiuto anche a tutti i soci. La
tigre ha bisogno di noi per sfuggire ai
bracconieri che la perseguitano per il
commercio della pelliccia.
Siamo a cavallo!
Finalmente anche per i cavallucci
marini è arrivata una piccola, grande vittoria! Grazie all’inclusione di
tutto il genere Hyppocampus
nell’Appendice II della CITES i cavallucci marini saranno più protetti che
in passato. Questo grazioso abitante marino è, infatti, una delle specie
più richieste dai collezionisti e dai
commercianti di animali e nella
medicina tradizionale orientale. I
cavallucci marini non sopravvivono a
lungo negli acquari e raramente vi si
riproducono, ecco perché i commercianti cercano continuamente
nuovi esemplari selvatici, mettendo
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WWF-Canon/Jürgen Freund
in serio pericolo la sopravvivenza di
molte specie di ippocampi. Da oggi,
però, questo commercio sarà tenuto sotto controllo per garantire che
il prelievo in natura si mantenga su
livelli sostenibili.
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notiziedalleoasi
I 7 brutti
anatroccoli
di Alviano
Foto archivio WWF
Un bel successo per la nostra Oasi
del Lago di Alviano e per la coppia
di cigno reale che vi nidifica! Per
giorni mamma e papà cigno si
erano affannati a costruire una
grande
piattaforma
vegetale
nascosta nel canneto nei pressi
dell’acqua. E tutto era pronto per
deporre le uova. Dopo qualche
giorno la guardia dell’Oasi aveva
osservato mamma cigno intenta
alla cova. Quante uova si sarebbero schiuse quest’anno? E l’acqua
alta avrebbe messo in pericolo il
nido? Bisognerà attendere circa un
mese per scoprirlo.
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Ma, ecco, il grande giorno è arrivato. Mamma cigno lascia il nido e,
attraverso le lenti del binocolo, la
nostra guardia osserva i piccoli:
eccoli, finalmente! Uno, due, tre,
quattro… sette! Sono sette, sette
“brutti anatroccoli” che escono dalle
uova e, dopo appena due giorni,
abbandonano il nido in fila indiana
seguendo la madre. Certo, sono di
colore scuro e un po’ sgraziati nell’andatura, per niente simili ai loro
genitori (ma questa è una vecchia
storia…) solo crescendo acquisteranno il piumaggio bianco ed il portamento elegante proprio dei cigni.
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notizie verdi
Un gabbiano al Polo Nord
E’ in pericolo il gabbiano d’avorio, la specie di uccello che più si è adattata
alle temperature glaciali dell’Artico. Questo intrepido gabbiano trascorre
l’intera esistenza nei territori ai margini della banchisa polare e nelle acque
coperte dai ghiacci. Negli ultimi venti anni però, gli scienziati hanno notato un drammatico calo della popolazione nidificante di gabbiani d’avorio. Le cause di questo declino
sono diverse, come il ritiro dei ghiacci, che
ha reso accessibili le colonie agli attacchi
delle volpi artiche e la caccia con armi da
fuoco praticata dalle popolazioni locali.
Albatros presi … all’amo!
Ebbene sì, anche gli albatros rischiano le
penne negli attrezzi da pesca detti “palangari”! Questi cavi lunghi chilometri, dai
quali pendono migliaia di ami provvisti
di esca usati per la cattura di grossi pesci, sono letali anche per
diverse specie di uccelli marini
che inghiottono l’esca. Ne
muoiono talmente tanti, che
le nazioni impegnate in questo tipo di pesca, stanno
cercando di aiutare le specie di uccelli con degli stratagemmi speciali: come pescare
solo di notte e applicare degli allarmi
sonori capaci di scoraggiare gli
“attacchi aerei” degli albatros e
altre specie di uccelli marini.
…
istrici all’attacco!
Gli aculei bianchi e neri dell’istrice
europeo sono i più lunghi fra tutti i
mammiferi, quelli del dorso raggiungono i 40 cm di lunghezza! E lui non esita
a farne buon uso se si sente minacciato.
Rizza gli aculei e si lancia verso il nemico a…
marcia indietro! Piantando nelle carni del malcapitato
aggressore un buon numero di aculei. E non crediate che non possano
essere letali, se raggiungono un organo vitale gli aculei dell’istrice sono
estremamente pericolosi.
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notizieverdi
Ossigeno dal mare
Avete presente le “pallottole” formate
da frammenti di foglie e rizomi di posidonia deposti sul litorale dalle mareggiate? Probabilmente le chiamerete
alghe, ma non lo sono. La posidonia
oceanica è a tutti gli effetti una pianta, anche se vive in mare. Le sue praterie sottomarine oltre a produrre
enormi quantità di ossigeno ospitano e
rendono possibile la vita di innumerevoli
creature, grandi e piccole. Si stima che
nelle “foreste” di posidonia trovino alloggio, cibo e riparo oltre 400 specie vegetali
e animali.
Campioni di volo sul posto
I colibrì fra tutte le specie alate sono gli indiscussi detentori del record di volo sul
posto. Sono infatti capaci di librarsi “sur
place” anche per 4 ore consecutive,
ovviamente per suggere il nettare
dai fiori nella cui corolla non potrebbero posarsi.
I colibrì hanno anche un'altra abilità, sono i soli uccelli a poter volare all’indietro. Gli unici altri esseri
alati a poter fare altrettanto sono le
farfalle appartenenti alla famiglia delle
sfingidi.
Il respiro della Terra
Per l’orecchio umano è quasi impossibile percepirlo, ma gli strumenti lo registrano, si tratta di un mormorio, simile ad un respiro che attraversa il nostro
pianeta e che ha una frequenza compresa fra i 2 ed i 7 millihertz. Da dove
proviene? Cosa lo produce? Secondo due geofisici americani il “respiro” della
Terra è, in realtà, una vibrazione prodotta dal movimento di grande masse
d’acqua marina che, spostandosi verso il basso, “cozzano” contro i fondali
oceanici. Facendo entrare “in risonanza” la massa liquida e quella solida del
nostro pianeta.
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iniziative wwf
CAMPAGNA
DI NATALE
A Natale regala la Tessera di Socio
WWF: è un regalo che arriva lontano
Foto Archivio WWF
Quale cambiamento vogliamo vedere nel mondo? Noi del WWF vorremmo un mondo in cui gli animali
non soffrono più. Un mondo in cui
le foreste non vengono distrutte.
Un mondo in cui la povertà non
esiste. Invece, specie animali
meravigliose come la tigre continuano ad essere cacciate e fatte a
pezzi per rivendere ossa e pelliccia
nei mercati clandestini di tutto il
mondo. Le foreste amazzoniche
continuano ad essere rase al
suolo. Un bambino su sei al mondo
non ha acqua da bere. La metà
della popolazione del pianeta “vive”
con 2 dollari al giorno. L’Africa è
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sconvolta da guerre di cui non
importa a nessuno. Voi che siete
Soci junior WWF sapete già queste
cose e con noi avete scelto di
agire. In tanti paesi lavoriamo grazie a voi per salvare gli animali, ma
anche per aiutare tante popolazioni
a vincere la povertà imparando ad
usare le risorse naturali.
Un’idea regalo?
No, molto di piu’
Forse cercate qualcosa di più di un
bell’oggetto da mettere sotto l’albero di Natale.
Forse volete regalare un mondo
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iniziativewwf
migliore. A Natale, potete portare
un po’ di natura nella vita di qualcuno che amate. Uno dei regali di
Natale: ad un amico, potrebbe
essere la Tessera di Socio WWF.
Ci avevate pensato?
“Sei tu il cambiamento che vuoi
vedere nel mondo” diceva Gandhi.
Il futuro è nelle mani di ciascuno
di noi. Ognuno di noi può fare tantissimo.
Ci conoscete gia’
per proteggere la “Rete della Vita”.
In India siamo in prima linea per
difendere la tigre dai fucili dei bracconieri, che rivendono ossa e pelliccia sui mercati clandestini. Nella
Repubblica Democratica del Congo
stiamo insegnando alle persone a
coltivare la terra nel modo giusto e
avere di che mangiare. In Italia proteggiamo frammenti importantissimi
di natura nelle nostre Oasi.
Tra i traguardi più recenti, due in
particolare: il Madagascar, che ospita uno straordinario patrimonio di
biodiversità ha triplicato le sue aree
protette: saranno un incentivo forte
per migliorare anche l’economia del
paese; il WWF ha anche dato un
contributo forte a convincere il
governo australiano a mettere sotto
tutela un terzo della Grande
Barriera Corallina, creando la più
grande area marina protetta del
mondo.
La nostra promessa al mondo è che
lavorando insieme, troveremo le
soluzioni migliori per salvare la natura. Per più di 40 anni la nostra passione, il nostro impegno e le nostre
azioni hanno fatto del WWF la più
grande, la più riconosciuta e indipendente associazione per la conservazione della natura. Ogni anno
2.000 progetti di tutela ambientale
in 96 paesi del mondo, a cui lavorano direttamente 4.000 esperti e
volontari. Lavoriamo per i “grandi” e
per i “piccoli”: siamo conosciuti per i
progetti in difesa di specie carismatiche come la tigre, l’elefante, il rinoWWF - Canon/Michel Gunther
ceronte. Ma nel nostro programma
ci sono progetti che riguardano Per continuare e fare di più, abbiaanche tante altre specie meno mo bisogno di voi. Il vostro aiuto, la
“famose” e ugualmente importanti vostra generosità. Buon Natale.
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panda club in azione
I Panda Club nel
bosco dei folletti
Foto Franco Ferroni/Archivio WWF
I ragazzi dei Panda Club incontrano il Credia, il primo
Centro di Ricerca Educativa del WWF, dove si impara
ad essere curiosi, ad ascoltare le storie del bosco
raccontate da un simpatico folletto, a dipingere,
giocare, creare col legno, con l’argilla, con la fantasia,
a seminare e raccogliere… E dove sporcarsi le mani
(più tutto il resto!) è un obbligo e non solo un piacere…
A scuola di curiosita’
Credia, una parola semplice per
dire una cosa un po’ complicata,
come Centro di Ricerca Educativa,
documentazione interculturale e
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ambientale del WWF per l’ecoregione del Mediterraneo. Vi sembra
un concetto difficile? Non c’è di che
preoccuparsi, perché in fondo vuol
dire che al Credia s’impara giocando, ci si diverte, si vivono mille emo-
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pandaclubinazione
Foto Franco Ferroni/Archivio WWF
zionanti avventure e si hanno sempre le mani in… pasta! Per fare
ottimi biscotti biologici, ma anche
per realizzare diorami di piccoli
ecosistemi come stagni e acquari,
per seminare, zappare l’orto, raccogliere miele e frutti, occuparsi
degli animali della fattoria o scoprire le tracce di quelli selvatici!
c’è l’aula di ecologia all’aperto, un
percorso attrezzato nel bosco con
un “sentiero natura sensoriale”, l’isola del compostaggio, l’orto biologico, il frutteto dei frutti dimentica-
Tutti al giardino dei
frutti dimenticati
I laboratori del Credia sono all’interno di un bellissimo bosco protetto nel comune di San Ginesio, in
provincia di Macerata, proprio nel
cuore del Parco dei Monti Sibillini.
Qui, nel bel mezzo di una natura
protetta e incontaminata, i ragazzi
dei Panda Club fanno molte scoperte e sperimentano di tutto: pittura, scultura, lavori di falegnameria, giochi di società, passeggiate
didattiche, visite in fattoria. E poi
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Foto Franco Ferroni/Archivio WWF
ti, l’uliveto, l’arnia didattica, il giardino delle erbe aromatiche e officinali e molto altro ancora. Che ne
dite? Vale la pena di farci un salto,
magari in compagnia di tutta la
classe?
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curiosi di natura
E’ vero che le corna dell’Alce
sono pesantissime?
Corrado Di Cento (Bo)
Più che vero, verissimo! Possono arrivare a pesare fino a 45 chili, per 2
metri d’apertura. Ma la cosa più incredibile è che queste gigantesche
corna cadono e ricrescono di anno in anno, pensate alla velocità con cui
si riforma il tessuto osseo! Fra tutti i cervidi l’Alce è sicuramente il più
grosso, il maschio pesa fino a 800 Kg ed è “alto” (al garrese) anche 2
metri.
La rana Golia e’ l’anfibio
piu’ grande del mondo?
Mattia Soldini (Ro)
La rana Golia con i suoi 3 Kg di peso per 40 cm di lunghezza è la rana
più grande del mondo, ma non batte certo il vero record della categoria
anfibi: la salamandra gigante della Cina e del Giappone. Questo colosso,
del genere Andrias, può pesare oltre 40 kg e raggiungere un metro e
mezzo di lunghezza, un vero mostro! Le salamandre giganti hanno abitudini notturne e preferiscono trascorre le ore di luce nascoste sul fondo
dei torrenti di montagna.
Quanto dorme
una marmotta?
Martina Volpi (Ge)
Circa sei mesi, in tane sotterranee dotate di ogni
comfort, come “stanze”
comuni per i più piccini,
singole per gli individui
anziani, tutte con morbidi
letti d’erba e “bagni” privati, rigorosamente sigillati con tappi di terriccio.
Può capitare però, in particolar modo nelle notti
di luna piena, che si sveglino per un giro di ricognizione in casa (per
vedere se tutti i mem-
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curiosidinatura
bri della comunità stanno bene). Durante il letargo le funzioni vitali della
marmotta si riducono a livelli quasi “impossibili”. Il cuore scende da 80
battiti a 1-2 al minuto, la temperatura corporea passa da 27° ad appena 3° e l’animale respira una sola volta ogni due minuti!
Come fanno a volare i pesci volanti?
Stefano Fiore (Vi)
“Decollano” facendo vibrare con forza la coda e poi, una volta fuori dall’acqua, aprono le ali per planare. Con questo sistema il pesce volante
(Exocoetus volitans) compie balzi lunghi 40 mt “schizzando” fuori dall’acqua alla velocità di 90 Km orari! Rimbalzando sulla cresta delle onde
dopo ogni salto, il pesce volante riesce a “volare” per centinaia e centinaia di metri!
Qual e’ il lago piu’ grande del mondo?
Beatrice Astolfi (Na)
E’ il Lago Baikal, in Siberia. Questo lago, vasto come un mare, ha una
superficie di 21.500 km2 e batte diversi record. E’ il lago più antico, la
sua formazione risale a 25 milioni di anni fa, è il più profondo della Terra
con 1.637 metri di profondità nel punto centrale. Ma, il Baikal, è anche
il serbatoio di acqua dolce più importante del pianeta: contiene infatti
23.000 km cubi d’acqua. Prima di “lui” ci sono solo i ghiacciai del Polo
nord e del Polo sud. E volete sapere quanti corsi d’acqua si gettano nel
Baikal? 544 fra fiumi e torrenti!
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miniguida
The invaders!
Spesso sono più grandi, più
aggressivi e più famelici dei
nostri. Di certo hanno capacità
di adattamento superiori e,
peggio, molti non hanno nemici
naturali! Di chi stiamo parlando?
Degli invasori biologici!
Le invasioni biologiche
Sono teneri e graziosi come il tamia o lo scoiattolo grigio,
hanno livree dai colori sgargianti come il parrocchetto dal collare, o appaiono minuscoli e innocui come nel caso delle tartarughine d’acqua dalle “guance rosse” che, una volte adulte,
raggiungono dimensioni considerevoli e, se liberate in natura, si
trasformano in veri e propri flagelli dell’ambiente, altro
che Vandali, altro che Unni! E che dire delle imprese
della zanzara tigre o dell’inarrestabile campagna di
conquista del gambero killer? Attila, in confronto
a questo voracissimo gambero era un agnellino!
Questi animali così estranei alla nostra fauna
spesso non hanno nemici naturali e, cosa peggiore, entrano in competizione con le nostre specie, togliendo loro risorse
alimentari, habitat, siti di nidificazione…
E’ come se, senza essere invitato, qualcuno entrasse in casa nostra mangiando
il nostro cibo, dormendo nel nostro letto e, magari, anche dandoci lo sfratto!
Oggi le invasioni biologiche sono una delle maggiori minacce alla biodiversità del pianeta, seconda solo alla distruzione degli habitat naturali.
In questa miniguida troverete descritti alcuni degli “invasori” più famosi e più diffusi nel nostro Paese. Imparate a conoscerli e, una raccomandazione, se mai ne
possedeste uno, non rilasciatelo mai e poi mai in natura!
PER COSTRUIRE IL TUO TACCUINO DEL NATURALISTA:
1) ritaglia le pagine del PJ lungo le linee continue in neretto;
2) cerca le lettere (dalla A alla D) alla base di ciascuna
paginetta doppia e mettile una sopra all’altra in ordine alfabetico;
3) unisci il libretto ottenuto con due punti metallici lungo la linea
tratteggiata a metà della pagina A e piega in due il tuo taccuino.
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The invaders
Piccolo taccuino
del naturalista
ovvero
Le invasioni biologiche
le invasioni
biologiche
In questo taccuino non troverete
certo illustrate le gesta di antichi
popoli barbari come Vandali,
Unni, Ostrogoti e Visigoti, celebri
per le loro invasioni! Parleremo
invece di alcuni animali “esotici”
del tutto estranei alla nostra
fauna che l’uomo, in tempi diversi
e per diversi motivi, ha introdotto
in Italia con risultati discutibili e,
spesso, molto dannosi per il
nostro ambiente naturale e per i
suoi abitanti.
Illustrazioni di Concetta Flore e Massimiliano Lipperi
Tamia -- Tamias sibiricus
Piccolo scoiattolo marrone chiaro
con 5 strisce nere sul dorso e sui
fianchi. Il suo areale d’origine si
estende dal Giappone alla Cina, fino
alla Russia europea. Introdotto in
Italia come animale da compagnia, in
seguito ai rilasci, ha “conquistato” il
Nord Italia. Ma lo si può osservare
anche in diversi Parchi cittadini di
Roma.
Scoiattolo grigio
- Sciurus carolinensis
Più grande e robusto del nostro
scoiattolo rosso, questo scoiattolo originario del Nord America ha pelo grigio con parti rossicce e gialline su
dorso e fianchi. Rappresenta una
grave minaccia per la sopravvivenza
dello scoiattolo rosso per una maggior
capacità di sfruttare risorse alimentari
e habitat.
B
A
Nutria - Myocastor coypus
Originaria del Sud America ha corpo
tozzo, mantello bruno, vibrisse bianche
e caratteristici incisivi giallastri. Somiglia
ad un grosso topo. Introdotta in Italia
molti anni fa come animale da pelliccia
è poi fuggita dagli allevamenti o è stata
rilasciata in seguito alla chiusura di quest’ultimi. Oggi si è molto diffusa sul territorio ed è una seria minaccia per l’habitat fluviale e per i suoi abitanti.
Parrocchetto
monaco
- Myiopsitta monachus
Originario del Sud
America il parrocchetto
monaco ha becco arancione, parti inferiori panna,
dorso verde brillante con penne
remiganti colorate di blu scuro. Molto
adattabile può mettere in serio pericolo le coltivazioni di alberi da frutta,
distruggendone i fiori.
Parrocchetto dal collare
- Psittacula krameri
Specie d’origine africana e asiatica ha becco
rosso e ricurvo, zampe grigio verdi, piumaggio verde sgargiante con coda lunga e
appuntita. E’ molto adattabile e vive in stormi numerosi nutrendosi di semi, frutti, germogli e nettare. Se la specie aumenterà di
numero potrebbe rappresentare un serio
problema per le colture agricole
e per tutte le specie (taccola, picchio, rapaci
notturni...) alle quali
il parrocchetto
sottrae le cavità
nei tronchi
necessarie alla
nidificazione.
Maina
comune
- Acridotheres tristis
Originaria delle regioni indiana, indocinese, vietnamita e
delle Isole della Sonda, la
maina ha dimensioni simili a quelle di uno storno ed è stata introdotta
in Italia principalmente a scopi ornamentali. Molto dannosa per le colture agricole, è anche un pericolo per
le specie autoctone alle quali sottrae
con successo i siti di nidificazione.
Gambero
della
Luisiana
- Procambarus
clarkii
C
Tartaruga dalle orecchie rosse
- Trachemys scripta elegans
Originaria della costa atlantica degli Stati
Uniti è ivi allevata come animale da
compagnia per l’esportazione. In Europa
non ne è più ammesso l’ingresso. Prese
da piccole queste tartarughine sembrano innocue e graziose ma, una volta
cresciute di dimensioni, diventano voraci
e molto “ingombranti”. Chi se ne stanca
rilasciandole nei laghi e nei fiumi fa un
grosso danno alla natura di casa
nostra. Queste tartarughe non hanno
predatori, sono carnivore e si nutrono a
spese della nostra fauna: pesci, rane e
anfibi. Soppiantano inoltre la tartaruga
palustre europea Emys orbicularis.
Gambero d’acqua dolce originario degli Stati
Uniti sudorientali,
introdotto in
Italia a scopi alimentari. Di colore rossiccio e
dimensioni simili a
quelle della specie
autoctona, il gambero è fuggito dagli allevamenti invadendo
corsi d’acqua e laghi. E’
molto prolifico, estremamente adattabile e meno esigente del nostro gambero di fiume
tanto da soppiantarlo. Fa piazza pulita
di uova di pesci, insetti e molluschi
acquatici. Crea gravissimi problemi di
stabilità agli argini che riduce a colabrodo scavandovi le tane.
Visone americano
- Mustela vison
Zanzara tigre
- Aedes albopictus
Originario del Nord America il visone
ha pelliccia morbida e folta per lo più di
colore marrone scuro con macchioline
bianche sulle mandibole. Importato in
Italia come specie da pelliccia, si è poi
diffuso sul territorio fuggendo dagli allevamenti. Rappresenta un pericolo per
la sopravvivenza del visone europeo,
con il quale compete (per risorse e per
ibridazione), della puzzola e della rarissima lontra europea.
Originaria del sud-est asiatico la zanzara tigre è giunta in Italia “a bordo” di
copertoni d’auto allo stadio larvale, e
si è subito ambientata ai nostri climi.
E’ attiva di giorno, molto aggressiva e
vola raso al suolo. Non si conoscono
ancora effetti negativi della zanzara
tigre sull’ambiente e sugli animali.
Eccetto uno: l’uomo!
D
Rana toro - Rana catesbeiana
Originaria dell’America nord-orientale è
stata introdotta in gran parte d’Italia
per scopi alimentari. E’ una rana acquatica molto più grossa delle specie
autoctone da cui si distingue per il
verso, per l’enorme timpano (grande
come l’occhio nelle femmine, ancora
più grande nei maschi) e per avere il
sacco vocale sotto il mento e non ai lati
della bocca. Compete con le specie
autoctone sottraendo loro risorse alimentari e habitat.
Colino della Virginia
- Colinus virginianus
Originario dell’America settentrionale,
del Messico e del Guatemala, questa
specie, più piccola di una pernice, si
distingue per gola e sopraccigli bianchi
(nel maschio) che contrastano con il
disegno marrone scuro e nocciola del
capo e del petto. La femmina ha livrea
simile al maschio ma con colori meno
accesi.
Cinghiale ungherese - Sus scrofa
Più grosso e più prolifico del cinghiale
mediterraneo, il cinghiale ungherese è
stato introdotto negli anni passati in
modo incontrollato a causa dell’attività
venatoria. Si è incrociato col cinghiale
nostrano inquinandone il patrimonio
genetico, tanto che oggi è quasi impossibile distinguerli.
Silvilago
- Sylvilagus floridanus
Simile al coniglio selvatico ma di
dimensioni più piccole. Si distingue
anche per le zampe posteriori più
lunghe, coda e orecchie più corte.
Mantello di color grigio-bruno sul
dorso e bianco sul ventre. Introdotto
in Italia come specie cacciabile.
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intervista
Il valore
dei Parchi
a cura di Antonio Bossi
Il Parco del Pollino, fra
Basilicata e Calabria, è l’area
protetta più vasta d’Italia e, se
escludiamo la Groenlandia,
dell’intera Europa. Ed è nel
cuore del Pollino che
incontriamo i ragazzi della III B
della Scuola Media dell’Istituto
Comprensivo“Don Bosco” di
Francavilla Sul Sinni (PZ).
Già impegnati con il WWF in
un progetto sull’acqua e sui
fiumi della Basilicata, gli amici
di Francavilla, non hanno perso
l’occasione per sottoporre
al WWF alcune domande
sui Parchi.
I parchi sono utili per salvare le
specie animali o vegetali?
(Carmen e Margherita)
Senza le aree protette avremmo
perso tanti protagonisti della natura
italiana. Grazie alla presenza dei parchi negli ultimi anni le popolazioni di
molte specie hanno fatto un grande
balzo in avanti: orsi, stambecchi, lontre, lupi, picchi neri, caprioli, camosci
si sono tranquillamente riprodotti nelle
aree protette; e altre ancora, meno
conosciute ma rarissime come il
Gobbo rugginoso, il Pelobate fosco o il
Pollo sultano hanno arricchito i nostri
ambienti grazie a progetti di allevamento e reintroduzione nei parchi.
Anche fra la vegetazione si registrano
successi: molte aree protette ospitano e conservano specie ormai scomparse altrove.
I ragazzi della III B
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i ntervista
Nel nostro parco vive il lupo. Qual è
la situazione di questa specie in
Italia? (Marianna)
Il lupo, dato per spacciato negli anni
‘70, ha avuto un’impennata con un
aumento lungo l’intera catena appenninica da 100 a 500 esemplari. Le aree
protette hanno permesso ai gruppi
superstiti e rimasti isolati di ristabilire
un contatto fra loro, mentre il divieto di
caccia ha favorito la sopravvivenza delle
prede naturali e permesso al lupo di
svolgere il suo ruolo di predatore naturale. Le tracce del lupo ormai si rinvengono dall’Appennino Tosco-Emiliano al
Casentino, passando per i Sibillini, i parchi abruzzesi fino al Pollino.
E fra gli animali fluviali? (Serafino)
Anche i fiumi hanno il loro animale simbolo, la lontra. Nel Parco regionale del
Ticino si sta riproducendo con successo,
mentre nel Parco del Cilento-Vallo di
Diano la tutela dei corsi d’acqua ha permesso la sopravvivenza della popolazione
più vitale d’Italia.
E poi ci sono gli uccelli…
(Andrea, Arianna)
Grazie alla migliore gestione dei boschi e
delle foreste nei parchi sono aumentate
altre specie tipiche, come il picchio nero.
Un altro uccello che ha trovato rifugio
sicuro nei Parchi (Arcipelago della
Maddalena e Arcipelago Toscano) è il
gabbiano corso, uno dei più rari al
mondo. Nel Parco del Delta del Po tra le
tante specie sono tornate le eleganti
spatole.
WWF-Canon/Chris Martin Bahr
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Ma non ci sono soltanto gli animali…
(Antonio, Prospero, Domenico, Egidio)
Infatti, i benefici sono anche per le piante. Si sono salvati due alberi simbolo
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intervista
Foto Archivio WWF
ti di acqua potabile, aiutano a contenere
il dissesto idrogeologico, preservano
intatte le foreste che svolgono una funzione essenziale nel mantenimento della
stabilità dei climi locali, favoriscono il
mantenimento e il ripristino delle popolazioni di pesci (ci sono anche i parchi marini), sono riserve di biodiversità di incalcolabile valore.
Ma non bisogna dimenticare le persone
che vivono nei parchi.
WWF-Canon/A. Della Bella
come il Pino loricato (Parco del Pollino) e
l’Abete dei Nebrodi (presente solo nel
Parco regionale delle Madonie). Senza
protezione centinaia di piante sarebbero
potute scomparire considerando che la
flora italiana vanta ben 5.600 specie di
cui 1.011 inserite nella lista nazionale
delle specie a rischio, e 3.179 in quelle
regionali. Qualche esempio: l’Adonide
gialla, creduta estinta, è stata ritrovata
in una valletta del Parco Nazionale del
Gran Sasso, la Primula di Palinuro si è
salvata sulle coste rocciose del Parco del
Cilento-Vallo di Diano, la Campanula del
Moretti in quello delle Dolomiti Bellunesi.
E poi le Stelle alpine (sulle Alpi e
sull’Appennino), la Scarpetta di Venere,
la Digitale del Parco dell’Aspromonte
(unico sito oltre la Sardegna), i Pini larici
nei parchi della Calabria.
Insomma: è un trionfo della natura…
(Jessica, Teresa, Maria Carmela)
Si, ma non si tratta solo di piante e animali rari. I Parchi sono riserve importan-
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Foto Archivio WWF
Ma i Parchi portano anche
benefici economici alle
popolazioni locali?
(Alessandro, Pasquale, Umberto)
L’enorme beneficio che deriva dalla
presenza di paesaggi intatti, di specie animali e vegetali spesso uniche, dall’offerta di attrezzature per
le visite e di una rete di ospitalità
diffusa e rispettosa dell’ambiente
significa turismo, tanto turismo.
C’è un esercito di visitatori, 18
milioni nell’ultimo anno, circa il
20% di tutto il turismo italiano, che
sceglie di trascorrere le vacanze
nei parchi, con un importante
beneficio per l’economia locale.
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panda club
Campagna
Panda club
2004 – 2005
Ormai dovrebbero essere arrivati tutti a destinazione.
No, non stiamo parlando degli uccelli migratori, ma delle
bellissime pubblicazioni inviate quest’anno ai Panda Club.
Abbiamo già presentato i nuovi materiali sull’ultimo
numero di Panda Junior, dunque qui ci limitiamo a una
breve sintesi, ricordando alle classi che c’è ancora
un po’ di tempo per iscriversi.
Quest’anno si può
scegliere fra due
proposte:
Piantiamo
la scuola!
Intorno alla tua scuola c’è
un giardino? Vuoi provare a
cambiarlo un po’, oppure a
trasformarlo interamente,
insieme ai compagni, secondo i vostri desideri? Non è
necessario che l’area sia
grande, si possono realizzare
anche piccoli giardini raggruppando qualche vaso per abbellire un piccolo spazio, o sistemando un’aiuola. “Piantiamo la
scuola!” è un programma ricco di
esperienze pratiche per progettare un nuovo giardino a scuola.
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pandaclub
Sostieni
il sostenibile
Ogni volta che usiamo un
oggetto utilizziamo risorse
naturali, energia, lavoro,
studi e ricerche che sono
serviti a produrlo. Non solo:
abbiamo in mano i ricordi che
questa cosa suscita, le sensazioni che ci dà… Questi pezzetti di mondo hanno quindi un
grandissimo valore, e noi possiamo dar loro una vita lunga,
curandone la manutenzione e
aggiustandoli quando si rompono. Si possono scegliere anche
cose durevoli e riparabili, in modo
da evitare di aumentare il volume
dei rifiuti. Se questi argomenti ti
interessano “Sostieni il sostenibile”
fa proprio al caso tuo. Scopri con i
tuoi compagni i tanti modi per
ridurre lo spreco delle risorse naturali e aiutare la natura a stare un
po’ meglio.
Per informazioni puoi scrivere o telefonare
all’Ufficio educazione del WWF Italia Via Orseolo, 12 – 20144 Milano [email protected]; tel. 02.83133251
tori da tenere presenti sono la temperatura, la luce, l’acqua, il nutrimento che devono essere forniti
alle piante a seconda delle loro esigenze. Ci sono infatti specie che
sopportano diversamente questi
fattori, ed è necessario tenerne
conto per la buona salute delle
nostre amiche verdi: ad esempio
POLLICE VERDE
Alcuni consigli invernali
per le nostre piante
Conservare le piante durante i
mesi invernali può essere difficile,
specialmente quando si ha poco
spazio in casa per ricoverare quelle che all’aperto soffrirebbero. I fat-
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panda club
un ciclamino esposto al calore del
sole o del termosifone inizia a soffrire, mentre resta vitale se tenuto in un ambiente più freddo. Le
piante da balcone di solito sono
abbastanza resistenti, ma spesso
necessitano di protezioni particolari, specialmente nel caso degli
esemplari voluminosi che non possiamo portare in casa: qualche
vecchio straccio a trama non troppo fitta o una vecchia tenda rovinata in questo caso vanno benissi-
mo per proteggere le piante dal
freddo, permettendo loro di traspirare e di ricevere la luce.
Per un Natale
ancora piu’ verde
A Natale in casa ci si circonda di
piante, ma molte di queste, purtroppo, diventano vittime di disattenzioni o errori nella cura. Vediamo
come evitarne qualcuno.
Attenzione
all’albero di natale
Se preferite l’abete vivo, procuratevi sempre alberelli di piccole dimensioni, venduti in vaso e con un buon
pane di terra intorno alle radici.
Rivolgetevi sempre ai vivai, o controllate la provenienza sul cartellino attaccato all’abete. Non
tenete l’albero troppo al caldo
(meglio sul balcone, in cortile o
in giardino) e non annegatelo con
troppa acqua, annaffiandolo un
paio di volte alla settimana: ad una
conifera con aghifoglie ne basta
poca. Cercate di restituirlo al
vivaio una volta terminate le
feste.
Evitiamo di bollire
il ciclamino
Il ciclamino soffre molto meno il
freddo che il caldo secco. Pur
temendo i forti geli (soprattutto
se vi è esposto di colpo), resiste
bene a temperature vicine allo
zero, purché ben irrigato e in un
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pandaclub
buon vaso. In casa
vive male, e appassisce subito se messo
vicino ad una fonte di
calore secco (cucina,
calorifero, stufa).
Tanta acqua
alla stella di natale
Una pianta che ha bisogno del terriccio sempre umido è la stella di
Natale o Poinsettia (Euphorbia pulcherrima). Essendo in piena fioritura effettua uno sforzo enorme e in
questo momento ha bisogno di
acqua e nutrimento. Se ce ne
dimentichiamo, la vedremo presto
spoglia.
Rinvasatele subito e ricordatevi di
bagnarle con una certa frequenza.
Gli oggetti
e l’ambiente
Risorse
per tutti?
Gli agrumi temono il caldo secco.
Limoni, aranci, mandarini, ecc.
vanno tenuti all’esterno quanto più
possibile, riparandoli dal gelo con
appositi teli.
Affrontare i problemi dell’ambiente
significa anche cercare soluzioni
per un uso più attento e responsabile delle risorse. Il Nord del mondo
che ospita circa 1 miliardo e 200
milioni di persone, pari al 20% della
popolazione planetaria, consuma
più dei due terzi dei metalli e del
legname prodotto a livello mondiale,
brucia il 70% dell’energia prodotta
nel mondo e mangia il 60% di tutto
il cibo raccolto sul pianeta. In breve,
si appropria dell’80% delle risorse
della terra. Evidentemente c’è “qualche problema” di distribuzione, e
poi le risorse non sono infinite…
Azalee no,
erica si
La storia di
un oggetto
Le azalee fiorite a Natale sono una
forzatura ottenuta in serra, poiché
fioriscono naturalmente in primavera. Preferiamo un’erica che è nel
suo giusto periodo. Entrambe
amanti del terreno acido, sono
spesso vendute in vasetti molto piccoli, ed è questo il motivo che spesso ne provoca la morte (non il freddo, al quale invece resistono).
È sufficiente ripercorrere il ciclo di
vita di ogni oggetto che acquistiamo e che utilizziamo per renderci
conto che dietro ad ogni scambio
che facciamo attraverso il denaro
c’è sempre uno scambio con la
natura. Ogni oggetto è costruito da
qualcuno, in certe condizioni di
lavoro, sfruttando risorse naturali,
emettendo sostanze inquinanti; in
Gli agrumi
vanno fuori
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panda club
più l’oggetto viene trasportato,
con ulteriore impiego di materiali
ed energia, nel luogo di vendita,
qui consumato ed utilizzato per
poi, magari solo in parte, diventare rifiuto da smaltire.
I nostri consumi
sono sostenibili?
Hai mai sentito parlare di comportamenti e di scelte “sostenibili” per
l’ambiente? “Sostenibilità” sta a
significare che tutti possiamo fare
qualcosa per aiutare l’ambiente a
stare un po’ meglio, a cominciare
dalle cose che facciamo tutti i giorni. Per ora le cose non sembrano
andare benissimo, perché se tutti
i paesi seguissero lo stile di vita dei
paesi ricchi sarebbero necessari
cinque o sei pianeti da utilizzare
come miniere e come discariche.
Possiamo
cominciare
dagli oggetti
Ogni oggetto ha un peso per l’ambiente, e questa realtà è facilmente
rappresentabile attraverso l’immagine di uno “zaino ecologico”, immaginando cioè, che ogni prodotto
viaggi portandosi dietro uno zaino
caricato di tutti i “pezzi di natura”
(risorse, acqua, uso del suolo,
ecc.) e dei rifiuti che produce dal
momento in cui viene creato al
momento in cui termina la sua esistenza diventando un rifiuto. Prova
quindi a pensare a tutti gli “zaini”,
non sorgono spontanee alcune
domande? “Quanti chilogrammi di
natura pesa un paio di scarpe? E
una lattina di una bibita? Un computer? Un vestito?… Acquistare e
consumare in modo più attento a
tutte le “diramazioni” e ai “carichi”
ambientali di un oggetto può essere quindi un primo passo.
Utilizziamo in
modo sensato
le risorse
Possiamo cominciare a
cambiare qualcosa da
subito, ripensando alcuni comportamenti di
ogni giorno:
zAcquistiamo prodotti
duraturi, riparabili, evitando il
più possibile
tutto ciò che è nello stile
“usa e getta”.
zLimitiamo le confezioni e
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pandaclub
ALTRE IDEE DA
SUGGERIRE ANCHE
A MAMMA E PAPÀ
gli imballaggi esagerati, preferendo
quelli più semplici, che impiegano
minori quantità di materiali, cercando di recuperarli ad altri usi.
zScegliamo prodotti poco trasformati, ad esempio la verdura fresca
a quella congelata.
zPrivilegiamo prodotti poco trasportati, cioè consumati in prossimità dei luoghi di produzione.
zAcquistiamo prodotti di stagione,
provenienti da coltivazioni che non
abbiano richiesto eccessivi trattamenti e lavorazioni o l’uso di serre
riscaldate artificialmente.
Regali
Rinunciate alle confezioni regalo; in
caso trovaste assolutamente
impossibile una tale scelta, servitevi di carta regalo ecologica, oppure
“buttatevi” su semplici carte bianche che decorerete a vostro piacimento.
Come materiale d’imballaggio a
lunga durata sono molto indicati
anche foulard, sciarpe, strofinacci,
tovaglioli, borse di tessuto e tante
altre cose, che dopo la sorpresa
possono ancora essere utili.
z un buono per uno o più
biglietti al cinema, al teatro,
ad un concerto;
z lampade a risparmio
d’energia;
z penne stilografiche senza
cartucce;
z orologi o calcolatrici solari
z orologi meccanici;
z giocattoli e prodotti in legno
con il marchio che certifica la
provenienza del legno dai vivai;
z vasi con piante e erbe
aromatiche;
z carta intestata e da lettera
ecologiche;
z confezioni di pastelli o colori
ecologici;
z strumenti per “esplorare” la
natura: binocoli, lenti,
d’ingrandimento, bussole,
ecc.;
z contenitori per la separazione
dei rifiuti in cucina, ce ne sono
di molto originali;
z prodotti delle “botteghe del
Terzo Mondo” che
sostengono il commercio
equo e solidale;
z un abbonamento per i mezzi
di trasporto pubblici.
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inviato speciale
Abbiamo bisogno dei tuoi occhi, delle tue orecchie,
del tuo fiuto: con te e con tutti i Soci Junior d’Italia
formeremo una formidabile rete di agenti speciali della
natura impegnati a scovare ciò che minaccia
l’ambiente, ma anche ciò che di bello resta intorno a
noi, per proteggerlo meglio.
Pubblicheremo i risultati delle tue ricerche sul Panda Junior.
Ti bastano curiosità, spirito d’osservazione, carta, penna e sei pronto
all’azione. Il tuo terreno di scoperta? La strada per andare a scuola,
il cortile, i giardini pubblici, ciò che vedi dalla tua finestra…
Un regalo
per l’ambiente
E’ Natale e, come ogni anno, in
tutte le scuole si preparano
iniziative speciali,
piccoli doni realizzati con materiali
di recupero, mostre,
mercatini, manifestazioni in
favore dell’ambiente, campagne
contro il taglio degli abeti o
contro il saccheggio dei
boschi a caccia di vischio,
pungitopo, agrifoglio…
Ti chiediamo di segnalarci
tutte quelle iniziative che
vedono coinvolta la tua
scuola nella tutela
dell’ambiente
e a favore della
natura. Se ti è
possibile inviaci anche
delle foto, le pubblicheremo!
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inviatospeciale
SCHEDA DI RILEVAMENTO
Un regalo per l’ambiente
Nome …………………………….. Cognome …………………………..
Scuola…………………………………prov……………………………....
Nella mia scuola abbiamo realizzato/fatto/partecipato:
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Allego anche una o più foto dell’iniziativa
Spedisci la scheda, anche in fotocopia (indicando “per Panda Junior”) a:
WWF – Panda Junior, Via Po 25/c – 00198 Roma, oppure inviala per
fax al numero 0685300612 o per e-mail all’indirizzo: [email protected]
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inviato speciale
risultati indagini precedenti
“Occhio al
ventolone!”
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno inviato
il questionario “Occhio al ventolone!”. Ecco i
dati emersi dalle vostre indagini. Come ci
aspettavamo i condizionatori sono in
aumento un po’ dappertutto,
in particolare nel centro-nord Italia e,
soprattutto, nelle grandi città.
Però, siamo molto soddisfatti di un dato:
i Soci Junior hanno mille risorse per
sfuggire al caldo torrido dell’estate,
correnti d’aria fresca, pigiami leggerissimi,
niente lenzuola, finestre aperte e, tanti, tantissimi ventilatori. Bravi, anzi, bravissimi!
Un saluto a Serena Maglio di Terricciola, Alice Vincenza di Modena,
Serena Voluttuoso (Na), Camilla Saccaridi di Verona, Letizia Monelli
di Cremona, Aurora Valle (To), Massimiliano Guadagni (Sp), Valentina
Massagli di Pesaro, Nikita Baracchini, Rossella Guglielmo, Matteo
Tessarotta di Chirignago, Marta Biffi (Mi), Giada Martelli, Pasquale
Taccardi (Mt), Lucia Santarelli (An), Pietro Spinelli di Volterra,
Costanza Carissimo (Fi), Lavinia Gerini (Mi), Valerio Bresciani (Ro),
Filippo Daria di Verona, Francesca Alladio (To), Sara Maggio di
Lama, Maurizio Pugliara di Varedo, Elisa Beccari di Roma,
e a tutti coloro che ci hanno scritto.
Incontri
ravvicinati
con la natura
Anche quest’anno le vostre vacanze sono state molto avventurose! Avete
avuto modo di assistere alla liberazione di tartarughe marine e rapaci,
come nel caso di Silvia Colanero che, in gita assieme alla sua classe a
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risultati indagini precedenti
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Lama dei Peligni, ha
potuto assistere alla
liberazione di una
poiana.
Avete salvato uccellini, rospi, gabbiani,
cani e gatti in difficoltà. In mare avete
avvistato i delfini,
come è accaduto a
due nostre giovani
Socie, Elena Biancatelli e Giulia
Temperini.
C’è poi chi ha vissuto emozioni più
“forti” come Andrea Molinari
che ha incontrato niente meno
che uno squalo (anche se piccolo!!).
Claudia e
il “Leon” salvato!
Foto Archivio WWF
Ma c’è stato anche chi, pur
non avendo avuto nessun
incontro emozionante, ha compiuto un bellissimo gesto nei confronti di un cane abbandonato. E’
il caso di Claudia Pagliai che, in
Corsica, assieme ai suoi genitori e al cane Otto si è presa
cura di un altro cane, che era
stato abbandonato per le vacanze estive. Claudia non solo ha
dato da bere e da mangiare
al quadrupede trovatello, ma
lo ha anche riportato a casa
con sé. Ora Otto e “Leon”
hanno fatto amicizia e vivono insieme felici e contenti.
Bravissima Claudia, sei
stata proprio generosa!
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la biblioteca del panda
studiano a scuola! La
geografia per esempio,
tra storie di esplorazioni, curiosità naturalistiche, minacce, popoli
indigeni, distribuzione
sul pianeta nel caso
delle foreste pluviali e la
geologia, leggende, il
riconoscimento di
pietre, la nascita e la
morte nel caso delle
catene montuose vi
divertirete un sacco! I
due libri sono dotati di
test da far fare ai
professori!
Dagli 8 ai 13 anni.
Anita Ganeri,
Fenomenali
Foreste Pluviali,
© 2004
Brutta Geografia
Salani
125 pag.,
euro 7,50
Vetuste Vette ,
© 2002
189 pag.,
euro 12,00
Ma quanto possono
essere divertenti le
materie che si
Andrei Clemens,
Una settimana
nei boschi,
© 2004
I delfini Fabbri
Editori
247 pag.
euro 8,00
Può un ragazzino ricco,
trasferitosi da poco in
a cura di M. Antonietta Quadrelli
un luogo nuovo
affrontare i boschi e le
montagne di un vasto
Parco da solo, al
freddo, senza perdersi?
Forse sì se si è
preparato leggendo
libri di avventura!
Dai 10 anni.
Henning Mankell,
Joel e le lettere
d’amore
© 2004
Fabbri Editori
220 pag.,
euro 14,00
Joel ha 12 anni, sta
crescendo, e non è
facile. La città, i suoi
dintorni, le persone lo
accompagnano in
questa nuova storia che
è il seguito de “Il cane
che inseguiva le stelle”.
Dai 13 anni.
Ringraziamo la libreria TUTTOlibriRAGAZZI di Piacenza e le case editrici per la collaborazione a questa rubrica
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lettoripernatura
Questo l’ho letto io!
Vi piacciono i libri che parlano di natura, avventura, viaggi, esplorazioni?
Questa pagina è dedicata alle vostre (brevi!!) impressioni. Pubblicheremo
le più simpatiche, le più curiose, le più spiritose… ricordate di citare il
titolo del libro,l’autore, il numero delle pagine e l’editore.
Scrivete a: WWF – Panda Junior – Via Po 25/C 00198 Roma, oppure
inviate una e-mail all’indirizzo: [email protected].
Avventure di cani e topolini
Marty e Shiloh,
amici per la pelle
Ciao sono Lorenzo Preti (Bo),
vorrei consigliare a tutti il
libro: “Qualunque cosa per
salvare un cane” di Phyllis
Reynolds Nailon edito da Il
Battello a Vapore, 184 pp.
Quando Marty, un ragazzo
di 11 anni capisce che il
giovane cane da caccia
spaurito e tremante che
l’ha seguito è stato picchiato dal suo padrone prende
una decisione irrevocabile:
Shiloh resterà con lui e diventerà il suo cane nonostante Judd
Travers, il vecchio padrone, sia
sempre pronto ad imbracciare il fucile
per risolvere i problemi…
Il libro si basa su una storia vera.
Illustrazione di Concetta Flore
Geronimo!!!!
Ciao a tutti! Sono Serena Voluttuoso (Na) e consiglio a tutti di leggere la
saga delle fantastiche avventure di Geronimo Stilton, il topo “giornalista”
che vive nell’Isola Topazia. A mio parere “Nel regno della fantasia” è uno
dei libri più belli. Pensate ci sono pagine che hanno puzze e profumi diversi e anche il dizionario di tutti gli abitanti del regno dove, a bordo della
macchina del tempo, Geronimo vive mille avventure. Non perdetelo!
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attivita’
Dai la tua
“impronta”
al Natale
Illustrazioni di Concetta Flore
Cerchi un dono originale?
Vuoi personalizzare i tuoi
biglietti d’auguri, la tavola
natalizia o i regali
da mettere sotto
l’albero?
Sei “tagliato” per
usare forbici
e carta? Ecco tre
divertenti attività
per rendere
più colorato,
simpatico
e spiritoso
il Natale
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attivita’
Impronte…
bestiali!
Ti servono: tempere colorate, un
tampone per inchiostro, carte, cartoncini,
ritagli colorati, le tue
mani e molta fantasia.
Stendi la tempera sul
tampone, premi i polpastrelli direttamente
sul colore, poi lascia le
tue ditate ovunque vuoi.
Ti suggeriamo però di evitare
i muri, le porte ed i vetri di
casa!
Ora non resta che aggiungere
pochi tratti con una matita, una
penna biro o con un pennarello a
punta fine e le tue impronte si
trasformeranno in tanti topolini,
pesciolini colorati, gatti, dinosauri,
coccinelle, fiori… o in qualsiasi cosa la tua fantasia ti
suggerisca.
Con questa simpaticissima e
divertente tecnica puoi creare carte regalo personalizzate, biglietti d’auguri, chiudi
lettera, chiudi pacco, segnaposto e molto altro ancora…
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attivita’
Impronte
vegetali
Cosa ti serve:
prima di tutto una boccata d’aria fresca!
Passeggiando in natura fra boschi, prati,
giardini e parchi cittadini troverai diverse
piante, foglie, bacche, rametti ed erbe
dalle forme curiose e bizzarre (se sono
secche è ancora meglio!), raccoglile e
portale a casa con te. Ti serviranno per
creare delle originali piastrelle decorative. Ti occorreranno anche del DAS
color rosso mattone, un matterello per
stenderlo, una rotella (di
quelle che si usano in cucina per tagliare la pasta
fresca), del gessetto o del
pastello a cera bianco (o
del colore che preferisci),
un pennello morbido,
nastrini colorati.
Come si fa
Impasta ben bene e distendi con
l’aiuto del matterello il DAS sul
piano di lavoro, protetto da una
rivista o da un giornale, fino ad
ottenere un foglio di circa mezzo
centimetro di spessore. Ritaglia
con la rotella tante mattonelle di
forma rettangolare delle dimen-
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attivita’
sioni che preferisci, separale le une dalle
altre e procedi con i “calchi”.
Disponi le erbe di cui vuoi ottenere l’impronta sul foglio di giornale (cercando di fare
una composizione armonica) come
mostra l’illustrazione e poi premici
sopra la mattonella. Alza la mattonella ed elimina i rametti, le foglie o la
spiga impiegati e, con la punta di una
matita, fai il foro attraverso cui passerà
il nastrino. Lascia asciugare il tempo
necessario.
I ritocchi finali
Quando la mattonella si sarà seccata passaci sopra del gessetto
bianco o, se preferisci, dei pastelli
a cera di diversi colori. Devi
avere l’accortezza di passare i
colori non con la punta ma facendoli scorrere sulla superficie
tenendoli orizzontali. Elimina il
colore in eccesso (se hai usato il
gessetto, utilizza un pennello
morbido per questa operazione)
e passa sulla mattonella un po’ di
lacca della mamma o uno spray
fissante. Ora non ti resta che
annodare a fiocchetto il nastrino
colorato e la piastrella con il
calco vegetale è pronta per essere appesa o regalata!
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attivita’
Stelline, cristalli,
colombe e ghirlande
natalizie
Cosa ti occorre: carta colorata, argentata, dorata, carta da
regalo (meglio se di recupero), forbici dalla lama corta e affilata per rendere più semplice le operazioni di taglio. Un po’ di
attenzione e molta fantasia. Abbiamo indicato le pieghe da eseguire con una linea nera tratteggiata ed i tagli con il simbolo
delle forbicine. Ricordati di non tagliare mai il vertice del foglio
(quello indicato da un semicerchio tratteggiato) dove s’incontrano tutte le pieghe: non otterresti i risultati voluti. Buon lavoro e Buon Natale a tutti!
Cristalli di ghiaccio
Per realizzare queste figure geometriche, che ricordano i cristalli di
ghiaccio ti occorre della carta color
argento, lucida o brillante come
nelle carte da regalo. Prendi il
foglio di carta e ritaglialo formando
un quadrato, piegalo quattro volte,
poi procedi con i tagli come mostra
l’illustrazione.
Una volta imparata bene la tecnica
potrai sbizzarrirti con carte e tagli
diversi, otterrai cristalli di ghiaccio
di mille forme e colori.
Le colombe
della pace
Scegli per questa decorazione
della carta color oro o giallo sgargiante poi, procedi con i tagli
come mostra l’illustrazione.
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attivita’
Decorazione
con…
sorpresa!
Ti occorre della carta
bicolore, vanno bene anche le
carte da regalo di recupero.
Procedi seguendo le indicazioni
riportate dal disegno con un accorgimento: una volta effettuati i tagli
previsti, solleva con il dito le numerose “linguette” che si saranno formate. Facile, no?
Stellina di Natale
Potrai eseguire quella dell’esempio
su carte dorate, argentate o sull’alluminio o la stagnola di recupero. Ma puoi anche inventare nuovi
tagli per rendere le tue stelline più
colorate e originali. Realizzane
tante diverse per decorare il tuo
albero di Natale, verrà bellissimo.
La ghirlanda
di Natale
Anche della carta da regalo dell’anno precedente può essere utile
per creare delle bellissime ghirlande natalizie. Piega un foglio come
mostra l’illustrazione e prosegui
con i tagli. Se desideri realizzare
delle ghirlande molto più lunghe
puoi incollare (o pinzare con dei
punti metallici) fra di loro due o più
ghirlande. Poi puoi usarle come
divertenti e colorati festoni per il
tuo abete.
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speciale internet
Facciamo i conti con l’energia
di Antonio Bossi
Ogni tipo di sfruttamento delle fonti energetiche ha conseguenze sull’ambiente
perché rappresenta sempre un consumo di risorse naturali. Questo si verifica
soprattutto nell’uso delle fonti non rinnovabili come il petrolio il carbone, ecc.
Purtroppo con l’aumento della richiesta di energia da parte della società
aumentano anche gli sprechi. Abbiamo quindi bisogno di usare in modo più intelligente le risorse, aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili di energia e, cosa
che ci tocca da vicino, ridurre gli sprechi. Ecco alcuni siti per saperne di più.
http://www.minambiente.it/Sito/settori_azione/iar/FontiRinnovabili/ragazzi/parco_giochi.htm
Nel sito del Ministero dell’Ambiente si trova questa pagina con un bellissimo gioco che ci
accompagna alla scoperta delle fonti di energia.
Si può anche girovagare a spasso per una città
dove il risparmio energetico è di casa.
http://www.edison.it/novita-scuole.html
In questo sito si trova la versione on line del cdrom “Alla scoperta dell'energia pulita”. Molto
interessante la sezione dedicata alla storia dell’energia. Utilissimo per le ricerche a scuola.
http://www.eniscuola.net/it/sezioni/
risorse_energetiche/home.asp
Tante icone simpatiche per una navigazione facile facile alla scoperta delle fonti energetiche, del
loro utilizzo e della possibilità di ridurre i nostri
consumi.
http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/opuscoli.html
Da questo sito dell’Ente Nazionale per le nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente si
possono scaricare numerosi opuscoli sul risparmio energetico in casa da far leggere anche, e soprattutto…, a mamma e papà.
http://www.enel.it/eneldistribuzione/bl/index.asp
A mamma è papà vanno mostrate anche queste pagine dell’Ente nazionale per l’energia elettrica, con tanti consigli utili per consumare meno energia in case e non
solo…
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sentichiparla
Foto Archivio WWF
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em ll’
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sp el
irit
os
e.
A pag. 62 le vostre soluzioni alla foto “buffa” dello scorso giugno
Nome..................................... Cognome......................................
Inviare a: Panda Junior - via Po 25/c 00198 Roma
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Cassonetti a…
fumetti!
Ricordate? In molti ci avete scritto
chiedendo se (e come) fosse possibile far dipingere (magari dagli
alunni stessi) quei tristi cassonetti
che stazionano davanti alle scuole,
un modo per rendere più simpatico e invitante il recupero di materiali riciclabili come carta, vetro,
pile esauste, plastica… Costanza
Paggetti di Roma ci ha raccontato di una simpaticissima iniziativa “Coloriamo il cassonetto 2004” organizzata nella capitale dall’AMA
S.p.A/Municipio XVIII.
“Armati” di pennelli, barattoli di
colori e tanta fantasia, 1.000
alunni delle elementari apparte-
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tura marina appartenga il tuo
“reperto”. Molto probabilmente il
presunto “dente” è un frammento
di conchiglia o una parte della chela
di un crostaceo. I denti di squalo
non sono cavi al loro interno ed
hanno una base molto larga. I più
grandi della categoria appartengono al grande squalo bianco, sono
alti fino a 7,5 cm!
nenti a 17 Istituti si sono cimentati in una singolare “gara” di pittura
su… cassonetto!
I giovani artisti (e le loro divertenti
creazioni) sono stati tutti premiati
durante una speciale cerimonia
presieduta dal sindaco di Roma in
Piazza del Popolo. Ora, le originali
e coloratissime “opere d’arte”
sono esposte davanti all’ingresso
delle scuole che hanno partecipato
all’iniziativa. Vero che è molto più
divertente ed invitante gettare la
carta straccia, la bottiglia di plastica o la lattina nel cassonetto dipinto a fumetti (con le proprie mani
ed insieme ai compagni) che non
dentro un anonimo contenitore?
Provare per credere!
WWF-Canon/Wildlife Pictures/Jêrome Mallefet
Dente
di squalo?
“In riva al mare, in Puglia, ho trovato fra le conchiglie uno strano
dente che penso sia di squalo. Di
che animale si tratta in realtà?” E’
la domanda che ci pone Riccardo
Lippi (Ra). Anche se la tua descrizione ed il tuo disegno sono piuttosto accurati non siamo però in
grado di assicurarti a quale crea-
Organizzazione E.S.C.A.
L’hanno fondata due simpatiche
cuginette, Nicole che abita a Chia,
in Sardegna e Giulia che, invece,
vive a Torino. L’E.S.C.A. (Ecosistema
stagno di Chia affollato) si propone il
difficilissimo compito di ricercare,
fotografare, studiare e catalogare
tutti gli organismi viventi presenti nei
bellissimi stagni della Sardegna del
Sud. Il lavoro è già a buon punto,
almeno stando alle foto e alle descri-
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zioni che ci avete inviato, bravissime ragazze! Per la vostra richiesta
di maggiori informazioni sulla vita
negli stagni della Sardegna vi suggeriamo di contattare la Sezione
WWF di Cagliari in Via dei Mille,
13 – Tel. 070/670308. Buon
lavoro!
Il dromedario
“fantasma”…
…della costiera amalfitana! Lo ha
fotografato Matteo di Roma
durante le vacanze estive. Si tratta
di una “scultura” (o, meglio, di una
cornice naturale) che compare
solo se osservata dal mare da una
particolare angolazione.
Buffo vero? Sembra proprio il profilo di un dromedario, si riconosce
la testa, la gobba, parte del corpo,
una zampa…
Beatrice, Francesca e
la storia di Kikka e Cip
Non è da tutti poter osservare una
coppia di canarini, Kikka e Cip,
deporre le uova e veder anche
nascere e crescere i pulcini!
E’ quello che è successo a
Beatrice e Francesca Lorenzi di
Arzignano (Vi) che hanno assistito, giorno per giorno, a tutte le fasi
della crescita di tre, simpaticissime, pesti col piumino.
Forse far loro l’uovo sodo ogni
mattina è stato un po’ faticoso ma,
sicuramente, guardarli crescere
giorno dopo giorno, osservare il
piumaggio farsi sempre più giallo
deve essere stata una grande soddisfazione. Ciao Francesca, ciao
Beatrice e grazie per i vostri complimenti!
L’ospite venuto giu’
dal … camino!
“Ero a casa malato in compagnia
dei miei nonni, quando a un tratto
abbiamo sentito uno strano fruscio
provenire dalla cappa del camino.
Incuriosito, il nonno, l’ha smontata
e, infilando la mano nel tubo, ha
preso un… passerotto femmina!
La povera bestiola evidentemente
era caduta mentre tentava di fare
il nido e sarebbe certamente
morta se il nonno non l’avesse salvata in tempo.
Dopo averla ripulita dalla fuliggine
l’abbiamo lasciata andare… siamo
stati davvero felici di aver potuto
aiutare mamma passerotto!” Sei
stato proprio in gamba Andrea
Vivaldi di Recco (Ge)! Fai i complimenti anche al nonno e grazie per
averci raccontato la tua avventura.
Un saluto speciale a Serena
Maglio e a tutti coloro che ci
hanno scritto. Ciao!
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GIOCHI
I Folletti distratti
e i doni di Natale
Babbo Natale ha lasciato alcuni doni per gli abitanti
del bosco. Ma i folletti, suoi aiutanti, hanno fatto un
po’ di confusione nello scrivere i nomi. Volete aiutare
gli animali a trovare il proprio regalo? Anagrammate
le lettere all’interno di ciascun pacchetto e scoprirete
a chi sono destinati. La soluzione è a pag. 62.
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senti che ha detto
“Lo giuro! Non leccherò più un coltello in
vita mia!” Promette sconsolato il simpaticissimo serpente di Clara Gazzarri di
Volterra, Pisa. Pure divertente è il fumetto di Matteo Tessarotto: “A scuola parlavo talmente tanto che una sola lingua
non mi bastava più!” Bravi!
Strisciando e sibilando sono giunti in
redazione anche i serpenti di Alessandro
Cerruti (To): “Sssss… perché l’ho detto?
Non dorme nessuno!”, Andrea Colla:“
Serve una mano per incollare i francobolli?”,Claudia Orlando: ”Sssono sssocio di un circolo vizziossso”, Elisa
Beccari: “ Sono stato in Italia è non ho
perso il vizio per gli spaghetti!”,
Francesca Berti: “ Dite davvero? C’è il
vetro?”, Maria Chiara Pacchiarini: “Alle
persone che avvelenano la Terra faccio
bleeee…!!”, per i ragazzi della IV B della
Scuola elementare Dante Alighieri di La
Spezia (che salutiamo e ringraziamo)
abbiamo scelto i fumetti “Chi va piano, va
sano e va lontano? Ma quando mai, è 4
ore che striscio!”, “Dai balla! Io suono
con il mio sonaglio!”, “Ehi! Ho finito la
riserva di veleno, devo andare dal benzinaio!”, “Mi fanno male i… piedi?!”. Un
grazie a Eleonora Chiappisi, Giuditta
Vettese, Chiara Ciuffetta, Costanza
Carissimo, Elena Testa, Sofia Borgia,
Francesco Iurino, Lucia Santarelli,
Valentina Massagli, Davide Alegnani,
Valentina Casadei, Piero Lucci,
Valentina Del Castano, Francesco
Caliendo, Giulia Sica, Michela Leo,
Marta Previtali, Karen Mazzola, Lucia
Levante, Elena Mazzullo, Riccardo
Lippi, Serena Maglio, Alice Madau,
Valentina Cimini, Cecilia Grandi, Vera
Paganin, Davide della Zazzera, Silvia
Brunelli, Rossella Guglielmo, Eleonora
Comparini, Pasquale Taccardi, Jessica
Venturelli, Lorenzo Rossi e tutti voi che
ci avete scritto. Ciao!
“Lo giuro!
Non leccherò più
un coltello in vita mia!”
SOLUZIONE GIOCO
I Folletti distratti
e i doni di Natale
picchio
tartaruga
istrice
ghiro
scoiattolo
civetta
donnola
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Associazione Italiana
per il World Wide Fund for nature
Fondo Mondiale per la Natura
(ONLUS) Via Po, 25/C
00198 Roma - tel. (06) 844971
Ente Morale, D.P.R. n. 493 del 4-4-1974
RECAPITI SEZIONI REGIONALI
Abruzzo
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65127 Pescara
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85100 Potenza
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Piemonte
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Puglia
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Sardegna
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09127 Cagliari
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Umbria
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Consiglieri: Gianfranco Amendola, Maria Cimino, Andrea
Dignani, Riccardo Fortina, Maurizio Fraissinet, Marco Frey,
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Parlante, Antonella Pulci, Maurizio Rivolta, Mario Tozzi,
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Comitato scientifico:
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Lester Brown, Massimo Capula, Domenico De Masi, Alberto Di
Fazio, Almo Farina, Vincenzo Ferrara, Ireneo Ferrari, Andrea
Filpa, Fulvio Fraticelli, Marco Frey, Marino Gatto, Mario
Giampietro, Silvio Greco, Franco La Cecla, Alessandro Lanza,
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Marchetti, Eleonora Masini, Bruno Massa, Luca Mercalli,
Franco Miglietta, Alessandro Montemaggiori, Norman Myers,
Antonio Navarra, Giorgio Nebbia, Giuseppe Notarbartolo di
Sciara, Giuseppe Onufrio, Franco Pedrotti, Francesco Petretti,
Bruno Petriccione, Sandro Pignatti, Wolfgang Sachs, Luigi
Lombardi Satriani, Giuseppe Scarascia-Mugnozza, Bartolomeo
Schirone, Fernando Spina, Francesco Tonucci, Mario Tozzi,
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Segretario Generale: Michele Candotti
"Panda" Pubblicazione mensile.
Aut. Trib. di Roma, n. 12132 del 24-4-68
Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. D.L.
353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1
comma 2 dcb Roma Anno XXXVIII n° 11 nov. 2004
Stampa: Edicomp S.p.A.- Fotolito: Gestaltcolor S.r.l.
"Panda" é una pubblicazione mensile riservata ai
Soci ed agli Abbonati. I Soci ordinari e giovanili
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