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MARTEDÌ 7 DICEMBRE · ORE 21
Francesca Pennini / CollettivO CineticO
XD scritture retiniche
sull’oscenità dei denti
MARTEDÌ 7 DICEMBRE · ORE 21
Francesca Pennini / CollettivO CineticO
XD scritture retiniche
sull’oscenità dei denti
Marta Bevilacqua
Nec Nec
Matteo Fantoni
Leoni
MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE · ORE 21
Daniele Albanese_ Compagnia Stalk
Something About Today
(The Vicious Circle)
AnnoTtazioni
concept e regia Francesca Pennini
azione e creazione
Andrea Amaducci, Nicola Galli,
Angelo Pedroni, Francesca Pennini
realizzazione costumi Maria Ziosi
produzione CollettivO CineticO
residenze e supporto Teatro Comunale di Ferrara,
CSC Garage Nardini Operaestate Festival Veneto,
Cantieri Danza – Almagià di Ravenna,
Rifrazioni Festival di Anzio e Nettuno.
creazione scelta per la Lista Anticorpi eXpLo 2010.
durata: 50’
XD è parte del dittico ::D + XD – scritture retiniche
sull’oscenità dei denti, e frammento del progetto C/o, architettura coreografica decennale
nata dal concetto di eterotopia foucaultiano.
Il punto di indagine di XD è il luogo della scena
come superficie visiva in cui il corpo si fa immagine e dove lo spazio “altro” del teatro si fa
evento consumandosi nel tempo. Il formato
coreografico agisce nel ritagliare porzioni di
spazio visivo instaurando con lo spettatore un
contratto che consente di vedere come opera
solo ciò che avviene all’interno di cornici.
Matteo Fantoni
Leoni
di e con Matteo Fantoni
musiche E. Serra, J. Breil
G. Bordello, L. Battisti
disegno luci e costumi Matteo Fantoni
durata: 20’
Marta Bevilacqua
Nec Nec
di e con Marta Bevilacqua
musiche Malavesi, Fragalà, Shapiro,
Varchione, Vella
luci Fausto Bonvini
costumi sartoria De Zan, F.G Teatro
produzione Arearea © 2009 Udine
durata: 15’
Nec sibi enim quisquam
tum se vitamque requirit,
Nec desiderium nostri nos
afficit ullum.
Lucrezio
Allora nessuno si inquieta né della vita né di se
stesso, né ci rimane alcun rimpianto di noi.
Nec Nec si inserisce all’interno del progetto Il
Libro della carne – studio sulla genealogia del
corpo – come un tassello, un inciso, uno studio
aperto sulla multiformità del corpo.
Sulla scena una figura femminile doppia
indaga le sue diverse nature, senza venirne a
capo, gioca con le sue contraddizioni senza
trovarne la coda.
Leoni è il risultato del lavoro quotidiano di
“allenamento del coraggio”.
Il coraggio di andare oltre i propri limiti, di
alzarsi ogni mattina per andare a fare un lavoro
che non piace, di superare le paure, di rischiare,
di fare una telefonata, di licenziarsi, di parlare,
di accettare il proprio giudizio, di vivere. È
il risultato di anni di lavoro in solitudine, di
serale allenamento, di prove, di conquiste, di
errori e di verifiche, per arrivare, forse, alla fine,
semplicemente a vivere.
Leoni è un pezzo assurdo, è un pezzo tragico
travestito da comico, è qualcosa che appartiene
a tutti.
MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE · ORE 21
Daniele Albanese_Compagnia Stalk
Something About Today
(The Vicious Circle)
di Daniele Albanese
con Daniele Albanese,
Lucia Palladino, Manfredi Perego
musiche Marco Monica
(frammento da Wild is the Wind
cantato da Nina Simone)
disegno luci Lucia Manghi / Stalk
distribuzione Carlotta Garlanda
un ringraziamento speciale a
Nicola Savarese per i suggerimenti
coproduzione Stalk/ Tir Danza
in collaborazione con
Amat–Associazione Marchigiana per le Attività Teatrali
con il sostegno di Fondo Fare Anticorpi 2010
durata: 45’ circa
L’ubriachezza, presenza disorientata e non
certa, è il punto di partenza dello spettacolo
e, al tempo stesso, pretesto per fotografare
l’oggi con la lente di ingrandimento dell’attrazione e della solitudine.
I personaggi si muovono in cerchi non
uscendo dal circolo vizioso fatto di attrazione,
desiderio e disillusione.
I tre danzatori non si toccano quasi mai, si
avvicinano e si perdono per pochi millimetri.
Tre modi e tre corpi per la stessa presenza.
Il circolo vizioso entro cui si muovono è
anche un campo magnetico di attrazione
e repulsione in cui il gesto perde efficacia,
divenendo nostalgico -ed eco- di una forza
esterna in grado di dirigere e deviare ogni
azione del presente.
Something About Today (The Vicious Circle)
e AnnoTtazioni sono dedicati a Maddalena Gaglio
AnnoTtazioni
di e con Daniele Albanese
musiche Marco Monica
(frammento da Wild is the Wind
cantato da Nina Simone)
luci Lucia Manghi e Stalk
distribuzione Carlotta Garlanda
Coproduzione Stalk/Tirdanza
Assolo nato durante la creazione del progetto vincitore
del Bando Fondo Anticorpi 2010
durata: 20’ circa
Un lavoro autonomo e al tempo stesso primo
step verso la creazione del trio Something
About Today (The Vicious Circle) qui presentato
a seguire, per mostrare il processo di creazione
dell’intero progetto. Lo spettacolo è pensato
come nota coreografica sull’attrazione e l’assenza. Un lavoro come taccuino d’appunti
e di frammenti per indagare la complessità
della composizione all’interno di una struttura
semplice. Due sono i territori principali distinti,
uno di dinamica fisica e uno teatrale, che si
scontrano e compenetrano nel continuo passaggio dall’uno all’altro.
NON SOLO SOLI,
CERCANDO DI EVITARE I CALCINACCI
di Andrea Nanni
In tempi di crolli nient’affatto liberatori – Pompei non è Berlino e i muri non son tutti uguali
– è confortante constatare che Fuoristrada approda quest’anno alla sua quinta edizione. È un
piccolo segno, certo, ma per niente scontato,
visto che il Comunale di Ferrara è a tutt’oggi
l’unico grande teatro – di quelli coi velluti e gli
stucchi, per intendersi – a riservare all’interno
della sua stagione una finestra dedicata alla
giovane danza d’autore.
Non si tratta di fare l’apologia dell’isola felice
mentre intorno i crolli si moltiplicano, non
ultimo quello dell’Ente Teatrale Italiano, che
molto ha fatto in questi anni per promuovere
la danza contemporanea in Italia e all’estero,
e che invece è stato bollato come inutile e
cancellato in un batter d’occhio. Il fatto è che
in questi tempi di rinnovata centralizzazione
del potere – altro che federalismo – la periferica Ferrara persegue caparbiamente una politica culturale che rivela la sua portata solo se
si riesce – e anche questo non è scontato – a
considerare il presente in relazione al futuro.
Appiattiti su un’attualità priva sia di memoria
che di preveggenza, si fatica a ricordare che la
scena è da sempre, per vocazione, strumento
di conoscenza della realtà ed è quindi sempre
contemporanea. Si fatica al punto che investire
sullo sviluppo di nuovi talenti e sulla formazione di nuovo pubblico viene considerato un lusso sconveniente, quasi un’ostentazione indecente in un momento come questo. Si fatica al
punto che progettare – con la consapevolezza
che qualunque progetto che non sia velleitario
comporta tempi lunghi e un lavoro faticoso, un
lavoro da contadini – rischia di apparire un gesto eroico, sovversivo o il più delle volte semplicemente stupido. Inutile, appunto.
Certo, per ottenere dei risultati, il più ambizioso
dei quali non può essere altro che quello di tra-
sformare ciò che oggi è un’eccezione in un’abitudine culturale, servono attenzione, pazienza
e coraggio. E serve condivisione. Niente isole
felici, dunque, ma reti. Non a caso Fuoristrada è
una delle iniziative messe in atto da Anticorpi,
rete per la giovane danza d’autore nata in ambito regionale e poi estesasi a livello nazionale
con il marchio Anticorpi XL e con ben diciannove soci distribuiti su tutto lo stivale, dal Friuli
Venezia Giulia alla Calabria. Composta da otto
soggetti – oltre al Comunale di Ferrara ci sono
altri due teatri con vocazioni diverse, il parmense Europa Teatri e l’Arboreto di Mondaino, due
associazioni, la capofila ravennate Cantieri e
la modenese Tir Danza, due festival, quello di
Santarcangelo e il bolognese Danza Urbana, e
una compagnia, il Teatro Gioco Vita di Piacenza – la rete Anticorpi ha dato vita in questi anni
a un’attività di sostegno e promozione della
danza contemporanea organica e articolata,
trovando nella Regione Emilia-Romagna un interlocutore istituzionale particolarmente ricettivo. La collaborazione tra Anticorpi e la Regione ha reso infatti possibile la creazione sul web
di un Registro della Danza Contemporanea e di
Ricerca dell’Emilia-Romagna che ha permesso
di monitorare il settore già fino al 2008. Ci sono
poi il Premio Giovani Danz’autori ER, la Vetrina
della Giovane Danza d’Autore e il Fondo Fare
Anticorpi, che non si limitano a dare visibilità
ma accompagnano i coreografi in un percorso
che li aiuta a dotarsi degli strumenti necessari
per dare futuro al proprio lavoro.
Alle ultime due iniziative ricordate, la Vetrina
della Giovane Danza d’Autore e il Fondo Fare
Anticorpi, si lega in maniera diretta questa
quinta edizione di Fuoristrada. La prima serata
vede infatti protagonisti tre giovani coreografi
– Francesca Pennini/CollettivO CineticO, Marta Bevilacqua e Matteo Fantoni – compresi tra
quelli selezionati dalla commissione artistica
formata dai partner di Anticorpi XL all’ultima
Vetrina della Giovane Danza d’Autore, mentre la seconda serata è interamente dedicata
al vincitore del Fondo Fare Anticorpi, Daniele
Albanese_Compagnia Stalk.
Rispetto alle precedenti edizioni, dominate
perlopiù da soli, quest’anno Fuoristrada propone due autori su quattro – la ferrarese Pennini con XD scritture retiniche sull’oscenità dei
denti e il parmense Albanese con Something
about Today e AnnoTtazioni, entrambi seguiti dal Teatro Comunale fin dagli esordi – che
presentano una pluralità di corpi in scena.
Potrebbe sembrare un particolare trascurabile, invece si tratta di un dato ancora una volta
tutt’altro che scontato. La mancanza di vere e
proprie produzioni costringe infatti i giovani
coreografi a utilizzare – salvo rare eccezioni –
esclusivamente i propri corpi, generando serie
di soli in cui l’autore e l’interprete finiscono
necessariamente per coincidere, rendendo
difficile sviluppare una sintassi compositiva di
ampio respiro, che solo nel confronto con corpi
diversi dal proprio può trovare alimento.
Così Daniele Albanese ha per la prima volta
l’opportunità di misurarsi con un trio dopo
numerose partiture solistiche in bilico tra una
dimensione intima – venata di sensualità e
scandita da ritmi ellittici in cui il movimento genera risonanze oscillanti tra forza e fragilità, desiderio e nostalgia – e una dimensione sociale
in cui il privato torna a farsi politico tracciando
un ritratto generazionale che illumina squarci
di realtà segnati da un profondo disorientamento, da un disagio in cui attrazione fa rima
con disillusione. Ne risulta un lirismo amaro,
notturno e a tratti violento, che costituisce la
cifra più evidente di un autore dalla personalità
complessa e già ben definita.
Altrettanto complesso e definito è il linguaggio della pur giovanissima Francesca Pennini,
autrice di un quartetto in cui l’indagine sulla
derealizzazione del presente e sulla pornografia dello sguardo – temi portanti di una ricerca
declinata ora con ludica bidimensionalità ora
con livida crudeltà – si appropria dell’imperante immaginario cartoon. Mescolando celebri
supereroi a stelle e strisce con anonime figure manga, la scrittura scenica mette a nudo i
meccanismi di mercificazione che riducono il
corpo a mero supporto di brand stampati sulla
pelle. E tra una risata e l’altra ci si rende conto
che l’osceno non è tanto nell’esposizione della
carne quanto nella sua progressiva smaterializzazione.
Tutti da scoprire, invece, i due coreografi che
completano il programma, Marta Bevilacqua
e Matteo Fantoni, ospiti per la prima volta a
Fuoristrada.
Formatasi tra Parigi e Venezia con Carolyn Carlson, la Bevilacqua si avventura in territori mitici
con il suo Nec Nec, ispirato a un verso del De
rerum natura di Lucrezio. Sulla scena, come nel
mito, diverse identità convivono in una stessa
figura senza contrapporsi, alimentando una
complessità di pensiero a cui la logica, col suo
procedere per aut aut, ci ha ormai disabituati.
Formatosi tra la Libera Accademia del Teatro di
Arezzo e la Scuola Teatro Dimitri dell’Università Professionale della Svizzera Italiana, Fantoni
debutta come autore e performer con Leoni,
divertita e divertente parabola sul coraggio.
Un esordio che mescola comico e tragico delineando l’apprendistato alla vita di un uomo
qualunque in bilico tra slanci e ripiegamenti.
Fuoristrada si conferma così un’occasione preziosa per gettare lo sguardo su un panorama,
quello della giovane danza d’autore italiana,
che a dispetto dei crolli continua a offrire inequivocabili segni di vitalità.