steamboy - Studio PUNTOeVIRGOLA

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steamboy - Studio PUNTOeVIRGOLA
Evento speciale di chiusura
DISTRIBUZIONE
TRISTAR PICTURES
presenta
UNA PRODUZIONE STEAMBOY COMMITTEE
STEAMBOY
Uscita 27 maggio
Ufficio stampa:
Studio PUNTOeVIRGOLA
CAST
Con le voci nella versione originale di:
ANNE SUZUKI, MANAMI KONISHI, KATSUO NAKAMURA, MASANE TSUKAYAMA, KIYOSHI
KODAMA, IKKI SAWAMURA, SATORU SAITO, SUSUMU TERAJIMA
Supervisore Animazione TATSUYA TOMARU
Supervisore Effetti Animazione TAKASHI HASHIMOTO
Art Director SHINJI KIMURA
Regista Computer Grafica HIROAKI ANDO
Regista Animazione SHINJI TAKAGI
Direttore Tecnico SHINICHI MATSUMI
Supervisore Composizione Digitale MITSUHIRO SATO
Montaggio TAKESHI SEYAMA
Musiche STEVE JABLONSKY
Responsabile Suono – Supervisore Montaggio Suono KEIICHI MOMOSE
Produttore Esecutivo SHIGERU WATANABE
Produttori SHINJI KOMORI, HIDEYUKI TOMIOKA
Studio d’animazione SUNRISE
Sceneggiatura di SADAYUKI MURAI, KATSUHIRO OTOMO
Ideato e diretto da KATSUHIRO OTOMO
Distribuzione italiana METACINEMA
Ufficio stampa Studio PUNTOeVIRGOLA
Tel. 06.39388909 [email protected]
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Film animato ricco di azione e di avventura, Steamboy è l’ultima creazione del regista
nipponico Katsuhiro Otomo. Ambientato nella Gran Bretagna del XIX secolo, l’epoca
dell’Esposizione Universale, il film narra una storia imperniata su temi eterni e al tempo stesso
di grande attualità quali il potere della scienza, il tentativo dell’uomo di esercitare un controllo
sulla natura e, soprattutto, il coraggio del singolo.
INTRODUZIONE
Attesissimo film di Katsuhiro Otomo, Steamboy è un’opera unica e straordinaria che arriva sul
grande schermo sedici anni dopo l’ormai leggendario Akira, che aveva lasciato senza fiato il
pubblico di tutto il mondo col suo stile originale e la sua animazione innovativa.
Cenni storici
Alla metà dell’Ottocento, la Gran Bretagna era il paese-guida della Rivoluzione Industriale.
L’Esposizione Universale del 1851, allestita a Londra nella splendida cornice del Crystal Palace,
divenne il simbolo della superiorità industriale, militare ed economica della nazione. Per
l’occasione, la regina Vittoria invitò rappresentanti da ogni parte del mondo a questa grandiosa
manifestazione dedicata alle principali scoperte che stavano rivoluzionando il mondo della
scienza e della tecnica.
Breve storia del vapore
L’uso del vapore per l’alimentazione di veicoli a motore ebbe inizio nel 1711, quando Thomas
Newcomen inaugurò la macchina a vapore di sua invenzione, utilizzata per combattere il
problema dell’allagamento delle miniere; il motore veniva utilizzato per azionare una pompa
che portava l’acqua in superficie. Prima dell’invenzione di Newcomen, questo lavoro era svolto
dai cavalli (di qui l’uso del termine “cavalli” per indicare la potenza di un motore). Un altro
inglese, James Watt (1736 -1819), elaborò nel 1775
il motore che da lui prese il nome,
migliorando la precedente macchina di Newcomen. Il motore Watt, più efficiente e dalle più
alte prestazioni, era in grado di fornire energia alle navi a vapore e alle fabbriche. Ancora un
inglese, Henry Maudslay (1771-1831), inventò poi, intorno al 1797, il tornio metallico che rese
possibile la costruzione di motori di precisione e componenti in metallo lavorato. Ciò diede
grande impulso alla produzione industriale di macchine e alla costruzione della prima linea di
montaggio, che divenne il catalizzatore del boom industriale della Gran Bretagna nel XIX secolo.
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Di qui, le moderne invenzioni tecnologiche si diffusero in tutta Europa, nel Nord America e
anche in un paese come il Giappone, che proprio allora usciva da un periodo di isolamento.
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SINOSSI
Steamboy, il “ragazzo a vapore”, lotta per garantire un futuro all’umanità!
Siamo in Inghilterra, alla metà dell’Ottocento, in piena Rivoluzione Industriale. In tutto il Paese
c’è grande attesa per l’inaugurazione della prima Esposizione Universale, che si terrà al Crystal
Palace. Nel cuore della campagna inglese, Ray, un giovane appartenente a una famiglia di
scienziati, trascorre giorni e notti a escogitare nuove invenzioni. Ray aspetta con impazienza il
ritorno del padre Eddie e del nonno Lloyd, partiti per l’America per proseguire le proprie
ricerche.
Un giorno, il ragazzo riceve una misteriosa sfera metallica inviatagli dal nonno Lloyd.
Improvvisamente, quasi fossero a conoscenza dell’avvenimento, due sinistri individui, inviati
della Ohara Foundation, compaiono in casa sua in cerca della sfera. Ma il nonno di Ray torna
giusto in tempo per impedire al nipote di cedere ai due lo strano oggetto, raccomandandogli di
consegnarlo al più presto nelle mani di un tale di nome Stephenson. Portando con sé la sfera,
Ray fugge sul monociclo da lui stesso costruito e viene inseguito dagli uomini di Ohara a bordo
delle loro rombanti macchine a vapore. La corsa frenetica lungo le strade di campagna li
conduce su un binario ferroviario. Qui, uno degli uomini di Ohara si avvicina a Ray e tenta di
strappargli la sfera, ma proprio in quel momento la locomotiva a vapore che si trova dietro gli
inseguitori accelera e finisce sull’auto, sollevandola in aria e facendola ricadere con gran rumore
di ferraglie. A bordo del treno che ha appena salvato Ray dalla cattura c’è il grande scienziato
Stephenson, accompagnato dal suo assistente David. Ma proprio quando Ray è sul punto di
consegnare la sfera a Stephenson, come il nonno gli ha ordinato di fare, il vetro del finestrino
del treno va in frantumi sotto la pressione di una gigantesca tenaglia di ferro e Ray, con la sfera
ancora in mano, viene imprigionato in una rete che viene calata giù da un dirigibile sospeso in
aria sopra le loro teste.
Ray viene rapito e condotto a Londra, nel padiglione della Ohara Foundation. Qui conosce
Scarlet, la figlia viziata del ricchissimo Ohara, e Simon, il maggiordomo. Proprio mentre il
giovane si sta interrogando sul significato di quella bizzarra vicenda, una pesante porta si apre
su una fitta nuvola di vapore, che si dissolve rivelando la presenza di Eddie, il padre di Ray.
Dopo averlo condotto in un ascensore segreto, Eddie spiega al figlio la natura della sfera che ha
ricevuto dal nonno. Si tratta di un contenitore di vapore compresso ad alta densità, che può
generare un’energia di proporzioni incredibili. Eddie rivela poi a Ray un altro segreto ancora più
stupefacente: il padiglione è in realtà una sorta di “castello a vapore” che trae la sua energia
proprio dalla sfera!
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Eddie persuade il figlio ad aiutarlo a completare la sua opera. Nel frattempo, Scarlet, che
ha un debole per Ray, lo convince ad uscire con lei in gran segreto per andare alla scoperta della
Londra notturna. Malgrado la riluttanza di Ray, i due si dirigono verso il Crystal Palace deserto,
la sede principale dell’imminente Esposizione Universale, che sta per essere aperta al pubblico.
Scarlet comincia a danzare al centro dell’immensa sala delle esposizioni, felice di quella
scappatella notturna, mentre l’unico desiderio di Ray è quello di tornare a casa sua, a
Manchester.
Di nuovo all’interno del padiglione, dove viene scoperta una falla che causa un
abbassamento di pressione. È il giorno che precede l’inaugurazione ufficiale dell’Esposizione
londinese, e i nervi di Eddie cominciano a dar segni di cedimento. Ray viene spedito alla ricerca
della perdita nella rete di tubature della sala principale quando, inaspettatamente, Lloyd fa la
sua comparsa. Dopo aver cercato di dissuadere Eddie dal portare a termine il suo piano infausto,
Lloyd sta ora aprendo tutte le valvole per cercare di distruggere il castello a vapore. Ray rimane
sconvolto quando il nonno gli mostra una moltitudine di armi a vapore allineate sulle pareti del
magazzino del padiglione, che Lloyd definisce una “invenzione diabolica”. Il nipote chiede
ansiosamente al nonno se per caso Eddie sia stato tratto in inganno dalla Ohara Foundation, ma
Lloyd lo incita a indagare lui stesso su tutta la vicenda, formandosi così una sua opinione
personale su quanto è accaduto. Alla fine del drammatico incontro, Lloyd affida nuovamente a
Ray la sfera di vapore.
A questo punto Ray decide di lasciare il padre e il nonno ai loro dissidi e cerca di
svignarsela attraverso un varco sotterraneo che dà sul Tamigi. Sfortunatamente, appena fuori
viene inseguito da un’imponente macchina a vapore. Le cose sembrano mettersi male per il
povero Ray, quando una nave da guerra della marina britannica emerge dalla coltre di nebbia
che avvolge il fiume. Si tratta ancora di Stephenson e David, accorsi in suo aiuto. Ray consegna
la sfera di vapore a Stephenson, esprimendo però qualche dubbio su chi debba possedere il
portentoso congegno, vista la sua incredibile potenza. Stephenson gli assicura che la sfera di
vapore è d’importanza vitale per la sopravvivenza stessa dell’Impero britannico.
Una nave a vapore con un esercito di agenti di polizia assedia il Padiglione di Ohara. Dalla nave,
i poliziotti scorgono le sagome di alcuni capi militari provenienti da varie parti del mondo.
Contemporaneamente si odono i colpi dei cannoni che dal Crystal Palace annunciano l’apertura
ufficiale dell’Esposizione Universale, alla presenza della regina Vittoria. Gli agenti circondano il
padiglione, da cui comincia a uscire un esercito di soldati-robot azionati a vapore. Simon, che in
realtà è ben più di un maggiordomo, ha appena cominciato un’impressionante dimostrazione del
potere delle armi a vapore di fronte agli ospiti riuniti per l’occasione, sperando di venderle al
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miglior offerente. Nel tentativo di neutralizzare la minaccia proveniente dai fucili dei soldatirobot, i mezzi corazzati dell’esercito di Sua Maestà entrano nella mischia. Per tutta risposta, la
Ohara Foundation, chiama a raccolta i suoi “paracadutisti a vapore” e gli uomini-rana, che
emergono dalle acque del Tamigi. “La situazione si sta riscaldando, mi pare!” grida Simon,
osservando eccitato la battaglia che sta infuriando a poca distanza, quasi si trattasse di uno
spettacolo teatrale. Nel frattempo Scarlet viene a trovarsi faccia a faccia con il corpo esanime
di un paracadutista ed è furibonda a causa della completa insensibilità di Simon. Ma la battaglia
continua incessante mentre il padiglione Ohara è bersagliato dai colpi della nave da guerra, tra
scoppi di fucile e nuvole di fumo nero che si addensano nel cielo. Ray, sconvolto e rabbioso alla
vista di quel disastro, grida: “L’invenzione del nonno non doveva certo servire a questo!”.
Malgrado David tenti di fermarlo, il ragazzo riesce a rientrare in possesso della sfera di vapore e
a fuggire portandola con sé.
Mentre il padiglione della Ohara Foundation minaccia di crollare definitivamente sotto i
bombardamenti, dalla sua postazione di comando Eddie invia alla sala motori le istruzioni finali
per il castello a vapore, che però può avvalersi della potenza di due sole sfere, visto che Ray ha
con sé la terza. Eddie si prepara comunque alla fase finale dell’operazione, concentrando tutta
la pressione che può ottenere dai due dispositivi residui. A questo punto, le mura del padiglione
crollano, provocando un vero e proprio terremoto, mentre nuvole di vapore ricoprono la scena
per poi disperdersi lentamente e rivelare... la sagoma scura e minacciosa del famigerato castello
a vapore.
“Sta per esplodere!” urla Ray vedendo il castello vacillare per effetto della pressione. Il
ragazzo si affretta perciò a riparare una delle macchine volanti, che alla fine si libra nel cielo
tra nuvole di fumo. Per salvare i suoi amici, l’intera città e garantire un futuro all’umanità, Ray,
il “ragazzo a vapore”, scompare in volo nel cielo di Londra.
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NOTE DI PRODUZIONE
Il sogno di un regista diventa realtà
Nel 2004, l’idea fissa che accompagnava da anni il regista Katsuhiro Otomo è finalmente
divenuta realtà. Per realizzare questo epico film d’animazione, che unisce
la grafica bi- e
tridimensionale alla tecnologia digitale, ci sono voluti dieci anni. Con un budget totale di 2,4
miliardi di yen (22 milioni di dollari), Steamboy è il film anime [i cartoni animati giapponesi] più
costoso mai prodotto in Giappone. L’impegno e la cura che il regista ha messo nei minimi
dettagli del progetto sono evidenti in ogni singola sequenza del film.
Per
realizzare Steamboy, Katsuhiro Otomo ha riunito intorno a sé un’équipe di
professionisti motivati e di grande talento con l’obiettivo di creare, come dice il regista, un
“mondo d’avventura, di sogni e di fantasia”.
Sono poi state effettuate ricerche approfondite
sull’architettura, l’arte, la tecnologia e l’abbigliamento nella Gran Bretagna della metà
dell’Ottocento per poter ricreare nel modo più autentico possibile lo scenario in cui si muovono i
protagonisti della storia.
Com’è nata l’idea di Steamboy
Nel giugno 1994, mentre era impegnato nella lavorazione di Memories, Katsuhiro Otomo
cominciò a pensare di realizzare una storia ambientata in un mondo di congegni meccanici a
vapore. L’idea era stata in qualche modo preannunciata in Cannon Fodder, uno dei segmenti di
Memories. Il regista, però, si rese conto ben presto del fatto che per realizzare adeguatamente
il progetto sarebbe stato necessario rivoluzionare le tecniche di animazione e utilizzare un
processo completamente digitalizzato, qualcosa insomma di molto diverso da ciò che era stato
fatto fino a quel momento.
Cannon Fodder durava 22 minuti e utilizzava la tecnica del piano sequenza continuo in cui
la macchina da presa segue per intero l’azione, un procedimento che impone ovviamente dei
limiti. Katsuhiro si rese conto che il problema poteva essere risolto grazie alla tecnologia
digitale: in questo modo infatti l’animazione non è più legata alla posizione della macchina da
presa ed è quindi possibile ottenere un livello di espressione del tutto diverso. Se in Cannon
Fodder gli effetti del vapore erano stati creati con l’utilizzo di tecniche varie e complesse, in
Steamboy tali effetti sono diventati materia di ricerca e sviluppo del dipartimento digitale.
Si trattava ovviamente di un compito di notevole portata, che richiedeva il coinvolgimento
di professionisti di altissimo livello. Nel 1997, il noto produttore Shigeru Watanabe, che aveva
già contribuito alla realizzazione di numerosi anime tra cui Royal Space Force – The Wings of
Honeamis, è entrato a far parte del team di produzione, seguito dalla società Bandai Visual che
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ha deciso di fare di Steamboy il progetto chiave della Digital Engine Framework, un programma
creato allo scopo di sviluppare la tecnica digitale fino a condurla a uno standard internazionale.
Quello stesso anno, il video promozionale di Steamboy è stato presentato all’International
Fantastic Film Festival di Tokyo come parte della rassegna “Emotion Anime for the New
Century”. Il video ha suscitato grandi aspettative nella vasta comunità di fan degli anime.
Ma il processo che ha condotto alla realizzazione del film è stato lungo e complesso. Tra i
vari problemi da affrontare strada facendo vi sono stati i numerosi cambiamenti all’interno dello
studio di produzione. Ciò, unitamente alla determinazione del regista nel voler catturare e
rendere sullo schermo ogni particolare dell’epoca storica che fa da sfondo alla vicenda, ha dato
al progetto dimensioni sempre più ambiziose. Tuttavia, grazie ai continui progressi della
tecnologia digitale, il regista ha potuto far uso di strumenti sempre più sofisticati per
rappresentare efficacemente l’Inghilterra del XIX secolo.
Un team ideale di animatori
In Steamboy, l’art director Shinji Kimura (Catnapped! The Movie) compie un viaggio a ritroso
nel tempo, catapultando il pubblico nell’Inghilterra di metà Ottocento. Il responsabile degli
effetti di computer grafica Hiroaki Ando (Memories Episode 1, Magnetic Rose, Memories Episode
3, Cannon Fodder) dà vita a questo periodo storico dimostrando tutta la sua maestria nell’uso
della grafica computerizzata tridimensionale. Il team creativo comprende inoltre il direttore
tecnico Shinichi Matsumi (Heise Ponpoko Tanuki Gassen) e il direttore di fotografia composita
Mitsuhiro Sato (Princess Arete); Takagi Shinji (che aveva già fatto parte del team di produzione
del primo film d’animazione giapponese in digitale, Blood the Last Vampire del 2000) ha creato
il rivoluzionario sistema di animazione digitale del film.
Le 180.000 inquadrature utilizzate nell’animazione di Steamboy sono state realizzate
sotto la guida di Tatsuya Tomaru (Memories Episode 1, Magnetic Rose). Gli effetti speciali,
compresi quelli ricorrenti del vapore, fondamentali nella storia, sono stati curati dal
responsabile degli effetti speciali animati Takashi Hashimoto (Memories Episode 2, Stink Bomb).
I due registi dell’animazione hanno diretto un’équipe composta dai migliori professionisti del
settore per produrre un’opera di eccezionale valore. Per quanto riguarda lo script, Otomo ha
lavorato in collaborazione con Sadayuki Murai (Millennium Actress). Keiichi Momose (Returner),
in qualità di sound designer, ha creato il suggestivo universo sonoro del film. Il compositore
Steven Jabronski, “pupillo” di Hans Zimmer, che aveva già contribuito alle colonne sonore di
Hannibal e Pearl Harbor, ha scritto la musica, parte integrante dell’atmosfera unica di
Steamboy.
Il film si avvale inoltre di un cast di attori di talento che hanno prestato le loro voci, come
Anne
Suzuki (Returner), la voce del protagonista, Ray; Manami Konishi, la voce di Scarlet;
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Ritsuo Tsukayama, quella del padre di Ray, Eddie e Kiyoshi Kodama, la voce di George
Stephenson.
L’Inghilterra dell’Ottocento
Per dare espressione al suo talento creativo, questa volta Katsuhiro Otomo ha scelto di
ambientare il film nell’Inghilterra dell’Ottocento, compiendo dunque un viaggio a ritroso nel
tempo, a differenza di quanto aveva fatto in Astro Boy. Il regista spiega così questa decisione:
“Ho pensato fosse più efficace applicare la moderna tecnologia alla descrizione del passato,
invece di dare alla storia un taglio avveniristico. Questa scelta è collegata a Cannon Fodder, che
era basato su alcune immagini dell’Europa all’epoca della Prima Guerra Mondiale. Volevo
approfondire il tema del passato da un’angolazione drammatica. Gli elementi essenziali della
storia possono riassumersi in due termini chiave: l’Esposizione Universale e le macchine a vapore.
Quindi l’Inghilterra era una scelta obbligata, visto il suo carattere di storico pioniere della
Rivoluzione Industriale”.
Si tratta di un luogo e di un’epoca di enorme fascino, che Otomo ha reso sul grande
schermo ricreandone le atmosfere visive, sonore e “tattili” fin nei minimi particolari: dalla
viscosità dell’olio usato per lubrificare gli ingranaggi e dal calore umido prodotto dal vapore alla
ruvidità del ferro arrugginito. Per ottenere il massimo grado di realismo, tutto è stato prima
disegnato a mano e poi combinato con la tecnologia digitale fino a raggiungere effetti davvero
sorprendenti, che hanno permesso al regista di creare un universo estremamente concreto e
autentico in cui ambientare la storia.
In fase di pre-produzione, Otomo e la sua équipe hanno trascorso dieci giorni in Gran
Bretagna, tra Londra, Manchester e York, in modo da sperimentare in prima persona l’atmosfera
delle location che sarebbero state usate per il film. Film a colori girato in digitale, Steamboy
ricrea accuratamente l’Inghilterra del XIX secolo, descrivendo il caos e l’inquinamento delle sue
città dalle architetture vittoriane e la pace idilliaca delle sue campagne.
Un viaggio alla ricerca dei luoghi ideali: prima tappa sulla strada della creazione di un
capolavoro
Il regista, accompagnato da Shinji Kimura (Art Director), Tatsuya Tomaru (responsabile
supervisione animazione), Takashi Hashimoto (responsabile degli effetti speciali di animazione),
Shinichi Matsumi (direttore tecnico) e da altri membri del team creativo di Steamboy, sono
partiti da Londra, una metropoli che reca ancora le tracce ben visibili dell’era vittoriana e della
Rivoluzione Industriale, per poi recarsi a Manchester e York, dove hanno visitato alcuni celebri
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musei e cotonifici. Durante il viaggio hanno approfondito lo studio di locomotive e auto a vapore,
sottomarini e motori d’epoca, annotando ogni loro “scoperta”.
A Londra, il regista e la sua équipe hanno visitato il Parlamento e le rive del Tamigi. Hanno
poi respirato l’atmosfera delle strade di Manchester, città natale di Ray, e della splendida
campagna inglese con le sue armoniose colline, notandone tutti i particolari – come il suggestivo
colore del cielo – che accendevano via via la loro immaginazione creativa.
Londra
La tappa londinese della produzione ha avuto inizio con una visita al Museo della Scienza, che
ospita un’ampia collezione di reperti scientifici e tecnologici che variano dall’attrezzatura
fotografica alla tecnologia medico-sanitaria, dall’epoca del vapore all’era dei veicoli spaziali.
Ovviamente, Otomo e i suoi si sono concentrati soprattutto sul periodo che va dalla metà
dell’Ottocento all’inizio del Novecento. Il volano che compare nelle sequenze iniziali del film al
cotonificio di Ray è un enorme strumento rotante a vapore il cui originale si trova al museo di
Londra. Otomo ha notato la maestria dell’artigiano che lo ha costruito ed è rimasto colpito dal
fatto che, a dispetto della sua grande mole metallica, la ruota non produceva quasi alcun
rumore.
Otomo e i suoi collaboratori hanno poi visitato il Museo dei trasporti e i Kew Gardens. La
sequenza culminante di Steamboy si svolge sul sito della Esposizione Universale (inauguratasi
nel 1851), simboleggiata dal celebre Crystal Palace, il primo edificio al mondo ad essere
costruito in ferro e vetro. Sfortunatamente, l’enorme sala espositiva costruita a Hyde Park, che
raggiungeva un’altezza di 564 metri, è stata distrutta da un incendio nel 1930. Tuttavia, nei Kew
Gardens, inaugurati dalla principessa Augusta nella stessa epoca dell’Esposizione Universale
(1857) rimane la Palm House, una struttura simile al Crystal Palace, che è stata di grande aiuto
ai fini della fedele riproduzione dell’edificio originale che ammiriamo nel film. Otomo è andato
in giro per le strade di Londra con la sua cinepresa a mano per riprendere i caratteristici edifici
in pietra e mattoni della città, compresi dettagli come le tubature esterne delle case.
Manchester
Nei secoli scorsi, Manchester godeva dei benefici derivati dalle ingenti risorse di carbone di cui
disponeva e ancor prima dell’invenzione del vapore era un centro industriale ricco soprattutto di
cotonifici, che venivano alimentati ad energia idraulica. All’epoca della Rivoluzione Industriale,
tra Manchester e Liverpool venne costruita la prima ferrovia adibita al trasporto di passeggeri.
Ancora oggi, le tracce di questo glorioso passato sono ben visibili nel tessuto urbano, soprattutto
nella zona di Castlefield. L’edificio originale della stazione in cui transitavano i passeggeri di
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quella prima linea ferroviaria si trova oggi all’interno del Museo della Scienza e dell’Industria a
Castlefield. Il museo ospita mostre dedicate alla scienza e alla tecnica industriale di tutti i tempi.
Da Manchester la produzione si è spostata a York per visitare il National Railway Museum, in cui
sono conservati binari e locomotive originali d’epoca ottocentesca. Otomo e i suoi collaboratori
hanno visitato altri musei britannici, esaminandone le collezioni nei particolari per restituire un
quadro fedele dell’Inghilterra nell’era vittoriana.
Catturare l’atmosfera di un’epoca
Durante questa trasferta in Gran Bretagna, la produzione si è immersa non soltanto nello studio
della storia del paese, ma anche nelle sue atmosfere e nei suoi paesaggi. Dice l’Art Director
Shinji Kimura: “Nel corso del nostro viaggio, siamo stati attenti a cogliere soprattutto le diverse
tonalità di colore che caratterizzano le città che abbiamo visitato. Così, durante la lavorazione
di Steamboy abbiamo posto un particolare accento sulle sfumature di rosso e di verde, i colori
tipici del paesaggio britannico. Nella campagna inglese, siamo stati colpiti soprattutto dallo
spettacolo delle nuvole che si frangevano nel cielo, un’esperienza che non avremmo mai potuto
fare in un altro luogo”.
L’essenza di un film è nell’arte
Otomo è fermamente convinto che, per citare le sue stesse parole, “l’essenza di un film è
nell’arte”. Non sorprende dunque che, al ritorno dall’Inghilterra, il regista abbia deciso che
l’intero film dovesse risultare come un grande dipinto su tela, realizzato prestando la massima
attenzione ad ogni dettaglio. Solo così i realizzatori sarebbero riusciti a catturare l’atmosfera
dell’Inghilterra vittoriana. Utilizzando perciò la grafica, combinata con la precisione delle
tecnologie informatiche, il regista ha creato un universo complesso e sfaccettato, che rende alla
perfezione il mondo di ieri. Otomo ha anche sperimentato diversi metodi di lavorazione digitale ,
tra cui un nuovo modo di ritoccare al computer sfondi disegnati a mano.
Tema essenziale di Steamboy, sia per quanto concerne il contenuto che l’aspetto visivo
del film, è il vapore. L’obiettivo della produzione era quello di rappresentarlo nel modo più
autentico possibile.
L’energia prodotta dal vapore fu uno dei motori della Rivoluzione Industriale. Takashi
Hashimoto, responsabile degli effetti speciali di animazione, ha avuto l’incarico di ricrearne la
magia sullo schermo.
Moltissime sequenze del film sono avvolte in nuvole di vapore e aria calda che fuoriescono
dalle macchine. In particolare, la nube emanata dal castello a vapore sembra quasi uscire dallo
schermo per avvolgere gli spettatori. Per Hashimoto, il vapore è addirittura “uno dei principali
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protagonisti del film”. Benché alcune scene, per l’estrema precisione e veridicità, sembrino
create al computer, in realtà ogni particolare è stato prima disegnato a mano. Queste sequenze
rivelano la maestria e la cura degli artisti che vi si sono dedicati, creando una magia che non può
essere ottenuta solo tramite l’impiego della tecnologia digitale.
Le macchine a vapore: reali e immaginarie
L’anno 2004 segna il duecentesimo anniversario dell’invenzione del motore a vapore da parte
dell’inglese Richard Trevithick1 (1771-1833). Per celebrare degnamente l’avvenimento, in Gran
Bretagna sono previste diverse manifestazioni, una delle quali al National Railway Museum di
York, che Otomo e i suoi collaboratori avevano visitato già nel 1996.
Nel 1804, durante una dimostrazione di prova, il motore di Trevithick venne usato per
trasportare dieci tonnellate di ferro e un gruppetto di passeggeri per un tratto di 15 chilometri.
Fu un evento storico: per la prima volta, grazie all’energia prodotta dal vapore, l’uomo riuscì a
trasportare senza sforzo un peso tanto considerevole. Nei secoli che seguirono, la tecnologia dei
trasporti subì notevoli trasformazioni, dalla prima bicicletta all’automobile, fino ad arrivare
all’invenzione dell’aeroplano. Ma l’Ottocento inglese rimane un’epoca fondamentale per ciò che
riguarda l’innovazione tecnica e scientifica, soprattutto grazie all’invenzione di mezzi di
trasporto alimentati a vapore.
Steamboy mette in scena autentiche macchine d’epoca vittoriana, come le locomotive e i
motori a vapore che alimentano il cotonificio di Ray. Si tratta di congegni ricreati sulla base di
innumerevoli disegni e fotografie realizzati dalla produzione durante il viaggio in Gran Bretagna.
Ma il film va al di là della semplice ricostruzione: accanto a queste macchine vi sono infatti
invenzioni del tutto originali come il monociclo di Ray, le “steam machines” della Ohara
Foundation, i soldati e i paracadutisti “a vapore”.
Steamboy è, a ben guardare, un’opera di fantascienza ambientata nel passato, anche se
l’obiettivo del regista era quello di dar vita a un mondo fantastico che avesse però dei
fondamenti reali. Per questo motivo tutte le creazioni originali proposte nel film sono state
progettate tenendo conto del reale funzionamento delle caldaie a vapore. Commenta il regista:
“All’inizio del film abbiamo usato esclusivamente macchine di tipo convenzionale, mentre
nell’ultima parte abbiamo dato libero corso all’immaginazione”.
Per dar vita al “mondo del vapore”, Otomo ha preso in considerazione l’opera e le
invenzioni di diversi pionieri della tecnica, famosi e non, dalla metà dell’Ottocento ai primi anni
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Nel1825,G eorge e RobertStephenson percorsero in locom otiva iltratto D arlington-Stockton
dando in talm odo dim ostrazione pratica dell’utilizzo delm otore a vapore.
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del Novecento. Poi, per sua stessa ammissione, ha lasciato correre la sua immaginazione
creando un universo che potremmo definire di genere ‘steampunk’2.
Gli effetti sonori
Obiettivo principale dei sound designer di Steamboy era quello di produrre un suono di qualità
ineccepibile, in grado di competere, se non superare, quello delle grandi produzioni
hollywoodiane. Il compito è stato affidato a Keiichi Momose, direttore e designer del suono, che
ha studiato produzione video negli Stati Uniti. Momose, uno specialista del settore, ha
contribuito alla realizzazione di film ‘live’ come Returner e Satorare, ma anche di film
d’animazione tra cui Blood the Last Vampire.
In collaborazione con i colleghi americani, ha così portato a termine il montaggio sonoro,
che permette la sovrapposizione e l’elaborazione di diversi “strati” sonori per creare dal nulla
un mondo coerente di effetti acustici. Ad esempio, nel caso di film “live” (cioè non animati), il
montaggio sonoro consente di eliminare tutti i suoni registrati durante le riprese lasciando
soltanto le battute degli attori. Dopo la cancellazione di tutti i rumori indesiderati, si passerà
alla costruzione del suono.
Il sonoro di Steamboy è stato elaborato soprattutto negli studi della TOD AO di Los Angeles,
che hanno contribuito alla realizzazione di film quali Black Hawk Down e Kill Bill. Il mondo
acustico del film – che si avvale di ben 900 tracce audio, un numero enorme rispetto alle 40 o 50
solitamente usate nei film giapponesi – è stato accuratamente intessuto sulla base di 30.000
suoni.
Infine, l’altra componente “acustica” di fondamentale importanza è ovviamente la musica.
A commentare le mirabolanti vicende narrate in Steamboy è stato chiamato Steven Jablonsky,
giovane compositore di grande talento e allievo del grande Hans Zimmer (uno dei maggiori autori
di musiche da film di Hollywood). Il caso vuole che la famiglia di Jablonsky abbia lontane origini
giapponesi, cui il musicista si è ispirato per dar vita a una colonna sonora che combina la
professionalità acquisita lavorando sotto la direzione di Zimmer a una sensibilità squisitamente
nipponica.
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Ilterm ine ‘Steam punk’indica un genere narrativo in cuil’azione ha luogo in un contesto storico
ottocentesco parodiato in cuièpresenteuna varietà dicongegnieapparecchiature m eccaniche di
pura fantasia.
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LE VOCI NELLA VERSIONE ORIGINALE
Anne Suzuki / RAY
Nata a Tokyo nel 1987, Anne ha esordito nel 1996 nella serie televisiva Kindaichi Shonen no
Jikenbo. Sul grande schermo è apparsa in ‘La neve cade sui cedri’ (Snow Falling on Cedars),
Juvenile, Ao no hono-o e il recente Moonchild, uscito nel 2003. Nel 2002 ha vinto il premio
Rooky of the Year e il Popularity Award dell’Accademia Giapponese di Cinematografia per
l’interpretazione di Returner. Ha inoltre ricevuto grandi elogi da parte della critica per le sue
performance teatrali nel ruolo di Helen Keller in Anna dei miracoli e nell’Amleto. Steamboy è il
secondo film a cui prende parte come voce recitante dopo Pokemon / Celebi: A timeless
encounter del 2001.
Manami Konishi / SCARLETT
Nata a Kagoshima nel 1978, Manami ha debuttato in teatro nel 1998 sotto la direzione
dell’acclamato regista Kohei Tsuka nella commedia Netorare Sosuke. Ha poi ottenuto ottime
critiche per le sue interpretazioni di Kamata Koshinkyoku del 1998 e Nidaime wa Christian del
‘99. A partire dal 2000 è stata interprete di alcune serie televisive di grande successo quali
Chura-san, Tentaikansoku e Fireboys. Ha poi preso parte al film d’azione giapponese campione
d’incassi del 2003 Bayside Shakedown The Movie 2. La sua performance in Letter from the
Mountain del 2002 le è valsa il premio Rooky of the Year e il Blue Ribbon Prize.
Katsuo Nakamura / LLOYD
Quinto figlio del celebre attore del teatro Kabuki Tokizo Nakamura, Katsuo è nato a Tokyo nel
1938 e ha cominciato la sua carriera di attore “Kabuki” alla tenera età di cinque anni. Durante il
liceo, seguendo le orme del fratello maggiore, ha esordito sul grande schermo. Da allora ha
preso parte a una serie di produzioni televisive, teatrali e cinematografiche di rilievo, tra cui
Lake of Tears che gli è valso il Blue Ribbon Prize come miglior attore non protagonista nel 1966;
Ocean to Cross del 1980; Heat Shimmer Theater del 1981; And Then del 1985 e i più recenti
Whiteout, There’s Always Tomorrow e Samurai Resurrection .
Masane Tsukayama / EDDIE
Nato a Okinawa nel 1944, Masane ha cominciato la carriera nel 1965 entrando a far parte della
compagnia teatrale “Seinen-za”. Da allora ha preso parte a numerosi allestimenti teatrali, da
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Shakespeare agli autori contemporanei, tra cui ricordiamo Danpei – Swordfight Arranger,
Bayside Shakedown e, di recente, Doraheita.
Kiyoshi Kodama / ROBERT
Nato a Tokyo nel 1934, Kiyoshi ha iniziato la carriera di attore nel 1958, dopo aver conseguito la
laurea. In seguito ha preso parte a produzioni televisive di grande successo come Eternity of
Love e We Will Remember”, per poi vestire i panni del protagonista in Shishi no Jidai e Oogon no
Hibi (NHK). Kiyoshi è anche un notissimo conduttore di giochi a premi televisivi.
Ikki Sawamura / DAVID
Nato a Kagoshima nel 1967, Ikki ha esordito nel dramma televisivo Shindora / Matsuda no Drama
nel 1996. Dal 1998 ha vestito i panni del protagonista della popolare serie televisiva Mitsuhiko
Asami Series.
Satoru Saito / SIMON
Nato a Fukushima nel 1953, Satoru è diventato un volto noto al pubblico televisivo con la serie
televisiva di grande successo Bayside Shakedown . In seguito ha preso parte a diverse produzioni
televisive e cinematografiche, tra cui Bayside Shakedown The Movie e Bayside Shakedown The
Movie 2. L’attore ha prestato la propria voce a uno dei personaggi di My neighbors the Yamadas
del 1999 e, più recentemente, a Ghiblies: Episode 2.
Susumu Terajima/ ALFRED
Nato a Tokyo nel 1963, Susumu ha esordito sul grande schermo nel film di Yusaku Matusda AHomansu, del 1986. Ha al suo attivo varie collaborazioni con il regista Takeshi Kitano con cui ha
girato Violent Cop, Sonatine, ‘Hana-Bi – Fiori di fuoco’ (Hana-bi) e il più recente Brother. Nel
1995 ha avuto il suo primo ruolo da protagonista in Welcome Home, grazie al quale ha
conquistato fama internazionale. Nel 2003, con The Blessing Bell ha vinto il premio NETPAC
(Network for the promotion of Asian Cinema) al Festival del cinema di Berlino.
I REALIZZATORI
Katsuhiro Otomo – Regia, soggetto e sceneggiatura
Regista noto nell’ambiente hollywoodiano, Katsuhiro Otomo conta tra i suoi fans grandi nomi
della cinematografia mondiale quali James Cameron (Titanic) e i fratelli Wachowski, creator i
della serie Matrix.
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Nato nella Prefettura di Miyagi nel 1954, Otomo ha cominciato la propria carriera come
disegnatore e scrittore di fumetti pubblicando, nel 1973, A Gun Report (Mateo Falcone), apparso
in un’edizione speciale di “Manga Action”. Si è poi rapidamente affermato con progetti quali
Fireball, Domu, a Child’s Dream, Kibun wa mo senso e altri ancora, tutti apparsi nella collana
“Manga Action Deluxe”. Nel 1983, Domu, a Child’s Dream ha vinto il quarto Japan Science
Fiction Prize. Akira, la serie creata da Otomo e pubblicata su “Young Magazine” a partire dal
1982, è diventata ben presto una delle più popolari tra i lettori di Manga, ottenendo l’ottavo
Kodansha Manga Prize nel 1984. Lo stile originalissimo di Otomo ha esercitato notevole influenza
sul mondo dei fumetti e ha fatto di lui uno dei personaggi di spicco del Manga nipponico. Otomo
ha poi iniziato la propria carriera di regista “Anime” (i film d’animazione giapponesi) lavorando
alla creazione dei personaggi della versione cinematografica di Armageddon.
Nel 1987, ha scritto e diretto The Order to Stop Construction, segmento dell’antologia
Labyrinth Tales. Nel 1988 ha realizzato il film d’animazione Akira, tratto dall’omonimo Manga
da lui stesso creato. Il film, di cui Otomo è anche sceneggiatore e regista, ha ottenuto ampi
riconoscimenti non solo in Giappone ma anche all’estero, contribuendo all’affermazione
internazionale di un genere squisitamente nipponico. Otomo è stato inoltre supervisore alla
produzione della trasposizione cinematografica della versione antologica di Memories, per cui
ha sceneggiato, scritto e creato i personaggi del segmento Cannon Fodder, ispirato a un suo
Manga originale.
Katsuhiro Otomo - pubblicazioni
1973: Esordio con il Manga A Gun Report
1979: Short Piece, pubblicato da Kisotengaisha, ristampa con varianti a cura di Futabasha
Highway Star (Futabasha)
1981: Good Weather (Kitansha)
Sayonara Nippon (Futabasha)
Hansel e Gretel (Sony Magazines)
1982: Kibun wa mo senso, originariamente Shunsaku Yasaku (Futabasha)
Boogie Woogie Waltz, pubblicato da Kitansha
Akira comincia ad essere pubblicato come serie su “Young Magazine” (Kodansha)
1983: Domu, a Child’s Dream (Kodansha)
1989: Kaba, raccolta di disegni (Kodansha)
1990:
Magnetic Rose (Kodansha)
1995: Akira Club, raccolta di disegni inediti della serie (Kodansha)
1996: SOS Dai Tokyo Tankentai (Kodansha)
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2002: Hipira-kun, libro di fotografie con testi di Katsuhiro Otomo, fotografie di Kimura, Shinji
(Shufu to Seikatsu Sha)
Film d’animazione
1978:
film in 16-mm Jyu o warera ni (Give Me A Gun Give Me Freedom) (produttore,
sceneggiatore e regista)
1983: Versione cinematografica di Armageddon (creatore dei personaggi)
1987: Antologia di Robot Carnival (sequenze d’apertura e di chiusura)
The Order to Stop Construction nel film antologico Labyrinth Tales (regista,
sceneggiatore e creatore dei personaggi)
1988: Versione cinematografica di Akira (fumetto originale, regista, sceneggiatore)
1991: Film live World Apartment Horror (regista)
Rojin Z (soggetto, sceneggiatura)
1995: Film antologico d’animazione Memories (supervisione produzione e regia, produzione),
Cannon Fodder, uno dei tre film che compongono l’antologia (regista, autore del
soggetto originale, sceneggiatore, creatore dei personaggi)
1998: Uscita cinematografica di Supurigan (supervisione al montaggio, animatore)
2001: Uscita cinematografica di Metropolis (sceneggiatore)
Steve Jablonsky - Compositore
Nato nel 1970, Jablonsky ha studiato composizione alla University of California di Berkeley. Ha
lavorato per due anni in qualità di assistente di Harry Gregson-Williams (Shrek) alla Media
Ventures, società di produzione musicale diretta da Hans Zimmer, vincitore dell’Oscar 1994 per
la colonna sonora de ‘Il re leone’ (The Lion King). Jablonsky sta rapidamente conquistando fama
internazionale come uno dei giovani compositori di maggior talento.
Principali produzioni cinematografiche
‘Armageddon – giudizio finale’ (Armageddon, sotto la direzione di Hans Zimmer), ‘Z la formica’
(Antz), Pearl Harbor, Hannibal, ‘Spirit, cavallo selvaggio’ (Spirit), Days of the Sun.
Sadayuki Murai – sceneggiatore
Nato nel 1964 nella Prefettura di Nara, Sadayuki Murai ha cominciato la propria carriera come
pubblicitario. Nel 1993, ha vinto il sesto Fuji Television Young Scenario Prize per la sua prima
sceneggiatura, Tobenai Otome no Jyugyouchu. In seguito si è rapidamente affermato come
sceneggiatore cinematografico (di animazione e non), televisivo e di video.
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Progetti principali
Film per la TV: Heart ni S per CX, Mokuyobi no Kaidan Kaiki Club per CX, e Nerawareta gakuen
per TX
“Anime” per la TV: Kino no tabi (Kino’s Journey) per WOWOW, Boogie-pop Phantom per TX,
Space Pirate Captain Herlock - The Endless Odyssey
Film “live”:
Nazo no Tenkousei, Boogie-pop Phantom.
“Anime”:
Perfect Blue e Millennium Actress.
Tatsuya Tomaru – supervisore dell’animazione
Nato nel 1969 nella Prefettura di Kanagawa Tatsuya Tomaru ha cominciato a lavorare per la
società di produzione Miyuki nel 1987, contribuendo alla realizzazione di High School Kimengumu.
Nel 1990 ha lavorato come freelance e l’anno successivo ha fondato il gruppo Gabo Miyabi.
Progetti principali
Film: Memories Episode 1, Magnetic Rose (disegni originali)
Produzioni televisive: Fatal Fury (direttore dell’animazione) , Fatal Fury 2 (direttore
dell’animazione), Ninku (disegni originali), Rurouni Kenshin - Legendary Swordsman
Antologie: Peacock King (disegni originali) , Detonator Organ (disegni originali), The Hakkenden
(Parte II, disegni originali; Parte V, direttore dell’animazione) , Haoh Taikei Ryu Knight Adieu
Legend (disegni originali), Armitage 3 (disegni originali), Ninja Cadets (disegni originali).
Takashi Hashimoto – Responsabile creativo effetti speciali
Nato nel 1965 nella Prefettura di Gunma, Takashi Hashimoto ha intrapreso la propria carriera nel
1984 allo Studio Jungle Jim, dove si è occupato dei disegni originali per numerosi progetti tra cui
Moeru One-san. Quattro anni dopo ha cominciato a lavorare come freelance in qualità di
direttore dell’animazione per varie serie e antologie televisive. Nel 1991 ha fondato il gruppo
Gabo Miyabi, che ha lasciato due anni dopo. Ha poi lavorato per Project Team Ma, Studio
Oyamoto e Studio Yondoshi.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche:
Silent Mebius 2 (direttore dell’animazione), Memories
Episode 1, Magnetic Rose e Episode 2 Stink Bomb (disegni originali), Digimon Adventure 02 Part
1, Digimon Regain e Part 2, Chozetsu Shinka Ogon no Digimentaru (direttore dell’animazione).
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Produzioni televisive:Taiketsu Jyoki Tanteidan , serie d’animazione (progettazione macchinari
ed effetti speciali), Blue Gender (design e sequenze iniziali), Haja Kyoshei G Dangaioh (Great
Dangaioh ) (supervisione all’animazione)
Antologie: Choji Kuseiki Orguss (assistente al design e all’animazione per i titoli di testa,
direttore dell’animazione per la II, IV e VI parte), YAMATO2520 (design e direttore responsabile
dell’animazione), Virgin Fleet (effetti visivi).
In alcune delle produzioni sopra citate, Hashimoto ha usato lo pseudonimo di Kiryu Masanori.
Hiroaki Ando – responsabile computer grafica
Nato nel 1966 nella Prefettura di Aichi, nel 1993 Hiroaki Ando ha lavorato per lo Studio 4ºC,
curando la computer grafica del film d’animazione Memories. Ando è attualmente direttore
della Bean Jam Ltd.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche: Memories Episode 1, Magnetic Rose e Episode 3 Cannon Fodder
(responsabile computer grafica), Onkyo Seimeitai Noiseman (computer grafica), Metropolis
(computer grafica)
Videoclip: Extra di Ken Ishi (responsabile computer grafica), Survival 2.7D, Animation version di
Glay (computer grafica)
Animazioni originali: Chicken Hoken ni Kanyu Kudasai (regista – per Digital Juice una raccolta di
corti d’animazione basati sulla computer grafica, prodotta da Studio 4ºC).
Matsumi Shinichi – direttore tecnico
Dopo essersi laureato all’Istituto di cinematografia e produzione televisiva di Yokohama (oggi
Japan Academy of Moving Images), Matsumi Shinichi ha cominciato a produrre film d’animazione
per varie società tra cui Tetsuka Productions, Studio Jiburi e Studio 4ºC.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche: Porco Rosso (assistente di produzione), Ponpoko (assistente alla
regia), Onkyo Seimeitai Noiseman (direttore tecnico)
“Anime” per la televisione: Pollyanna (assistente di produzione), The Adventures of Peter Pan
(segretario di edizione), Daddy-Long-Legs (assistente di produzione), Mitsume ga toru
(produzione), Ojisama e (produzione), Tobe! Isami (produzione), Rurouni Kenshin - Legendary
Swordsman (produzione).
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Mitsuhiro Sato – composizione digitale
Nato nella Prefettura di Kanagawa nel 1971, Mitsuhiro Sato ha cominciato la propria carriera
nella società di produzione Takahashi Productions nel 1993. Dal 1995 si è dedicato alle
produzioni in digitale e l’anno successivo è entrato allo Studio 4ºC in qualità di responsabile
della computer grafica. Dal 2000 lavora come freelance.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche: Yu Yu Hakusho - The Movie - Poltergeist Report (produzione),
Onkyo Seimeitai Noiseman (computer grafica), Princess Arete (computer grafica)
Videoclip : Survival 2.7 D Animation Version di Glay, (computer grafica)
Spot pubblicitari: Eikyu Kazoku (responsabile computer grafica per la NTT PC Communications)
Videogiochi: Toro to Kyujitsu (contenuto visivo).
Kimura Shinji – art director
Nato nella Prefettura di Saitama nel 1962, Kimura Shinji ha lavorato per le Kobayashi
Productions per poi proseguire la sua carriera come freelance.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche: Uru Hoshi Yatsura 2 Beautiful Dreamer (background), Kenritsuchi
Kyu- Boeigun (direttore artistico), Catnapped, The Movie! (grafica), Project A-ko (direttore
artistico), The Venus Wars, The Twin Stars (grafica).
Il libro: Hipira-kun (scritto con Katsuhiro Otomo, pubblicato da Shufu to Seikatsu sha).
Keiichi Momose – responsabile del suono
Nato nel 1965 nella Prefettura di Hyogo, Keiichi Momoes ha cominciato la propria carriera in
un’agenzia pubblicitaria ed è poi diventato direttore del dipartimento musicale della Sony Music.
Nel 1996, si è trasferito a Los Angeles dove ha approfondito lo studio della produzione musicale
e cinematografica. Tornato in Giappone, si è occupato degli effetti sonori per varie produzioni
cinematografiche tra cui Kamin e GTO e ha poi esordito come Sound Producer in Blood the Last
Vampire. La figura di Keiichi Momose è piuttosto rara per il Giappone, visto che ha lavorato nella
triplice veste di sound designer, direttore del suono e produttore musicale sia in film
d’animazione che in film “live”.
Progetti principali
Produzione musicale per film “live”: Juvenile, Sotorare, Returner, Asa ga Aru sa -The Movie.
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Film d’animazione: versione remix di Mobile Suit Gundam 0083 - Stardust Memories, Blood the
Last Vampire.
Altro: Fuji Highland Park, Gandam – The Ride, Ryoko Shinohara with Tetsuya Komuro, Koishisa
to Setsunasa to Tsuyosa (sound producer).
Shinji Takagi – Regista dell’animazione
Nato nel 1961, Shinji Takagi ha studiato informatica mentre lavorava già come produttore di
serie televisive, tra cui Ranma 1/2. Resosi conto delle enormi possibilità offerte all’animazione
dalla tecnologia digitale, è diventato consulente di produzione per la SCE e ha poi lavorato per
la I.G. Production, dove si è occupato inizialmente della digitalizzazione dei film animati.
Attualmente è direttore e produttore del dipartimento digitale della società.
Progetti principali
Produzioni cinematografiche: Blood the Last Vampire (produttore, system designer)
Produzioni televisive: Akai Koudan Jirion (produttore), F (produttore), Ranma 1/2 (segretario di
edizione, produttore), Ranma 1/2 Nettohen (segretario di edizione, produttore), Robin Hood no
Daibouken (segretario di edizione , produttore), Oi! Ryouma (produttore), Magic Knight
Rayearth (segretario di edizione, produttore).
Antologie: Panzer Dragoon (regista)
Videogiochi: Motor Toon Grand Prix (motion production), Ghost in the Shell (responsabile
computer grafica), Sakura Taisen 2 (direttore dell’animazione), Sakuran Taisen 3 (direttore
dell’animazione)
Altro: TBS Sport (responsabile computer grafica).
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GLOSSARIO
¦ Monociclo a vapore
Ray ha costruito il suo piccolo monociclo a vapore basandosi sui disegni che ha trovato sul libro
di schizzi del nonno, il geniale Lloyd. All’inizio della storia, una fuga di energia causa dei
problemi al cotonificio di Ray. Benché il giovane riesca ad evitare che il guaio si trasformi in un
terribile disastro, il boss della fabbrica, infuriato per l’incidente, gli decurta la paga. Ray decide
perciò di prendersi una piccola rivincita impadronendosi furtivamente della valvola per
l’alimentazione della caldaia del cotonificio, che gli servirà per costruire il monociclo. Il veicolo
compare per la prima volta quando Ray fugge per evitare che la sfera di vapore finisca nelle
grinfie dei sicari della Ohara Foundation. Il monociclo può essere azionato a pedali oppure
alimentato a vapore; è dunque il precursore delle moderne biciclette elettriche.
¦ Dirigibile con morsa di ferro
Nel tentativo di proteggere la sfera di vapore, Ray si rifugia nella carrozza di un treno, inseguito
dagli uomini di Ohara. Nel cielo appare allora un grande dirigibile da cui scende una sorta di
tenaglia in grado di fare a pezzi il treno e sollevare di peso il povero Ray. Il dirigibile appartiene,
ovviamente, alla Ohara Foundation; è riempito di idrogeno e munito di una cabina alimentata a
vapore. È contraddistinto dalla sagoma della canna fumaria che si eleva molto al di sopra di esso,
per impedire eventuali incendi causati dalla fuoriuscita dell’aria calda.
¦ Sfera di vapore
Nella Gran Bretagna del XIX secolo, il vapore era l’energia che alimentava il progresso tecnico e
industriale. Per ottenere maggiore potenza, sarebbero state necessarie caldaie di proporzioni
enormi. Lloyd, il geniale nonno di Ray, riesce però a creare una caldaia di vapore compresso ad
alta densità non più grande di una palla da football, tanto che il ragazzo riesce a nasconderla
sotto la camicia quando tenta di sfuggire ai tirapiedi di Ohara. Eppure, a dispetto delle sue
piccole dimensioni, la sfera di vapore è in grado di sprigionare un’incredibile quantità di energia,
molto superiore a quella contenuta in qualsiasi altra macchina a vapore.
¦ Macchine a vapore della Ohara Foundation
Le macchine a vapore in dotazione alla Ohara Foundation si lanciano all’inseguimento di Ray,
che tenta di fuggire a bordo del suo monociclo. L’abitacolo di questo tipo di automobili è
composto da due sedili, uno davanti all’altro. Dal sedile davanti si può dirigere la macchina,
mentre il sedile di dietro è riservato all’operatore che regola la potenza del vapore. Le
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macchine, simili a locomotive, minacciano in ogni momento di travolgere e schiacciare il
monociclo di Ray. Sono così pesanti e potenti che riescono a mandare in pezzi gli ostacoli che
trovano sul cammino, lasciando dietro di sé una scia di distruzione.
¦ Macchina sottomarina
È una delle sofisticate armi della Ohara Foundation, concepita appositamente per i
combattimenti subacquei.
¦ Soldati a vapore
I soldati a vapore sono la fanteria della Ohara Foundation. Indossano abiti ispirati alle armature
dei cavalieri medioevali e portano degli zaini per l’alimentazione a vapore. L’uniforme nasconde
una cotta di maglia. Gli agenti di Scotland Yard, venuti a ispezionare il padiglione di Ohara,
rimangono sorpresi e spaventati dalla comparsa dei minacciosi soldati.
¦ Paracadutisti
I paracadutisti formano la seconda ondata di soldati che la Ohara Foundation manda a
contrastare l’attacco dei mezzi a vapore dell’esercito di Sua Maestà. Hanno uniformi simili a
quelle della fanteria, ma in più sono dotati di un propulsore fissato in cima ai loro zaini, che
aziona le ali di cui sono muniti. I paracadutisti sono in grado di volare grazie alla pressione del
vapore e all’applicazione dei principi dell’aerodinamica. Portano bombe fissate alla cintura, che
possono gettare su qualsiasi obiettivo.
¦ Padiglione della Ohara Foundation
Il padiglione della Ohara Foundation viene costruito a Londra in occasione dell’Esposizione
Universale. All’interno di esso si trovano sofisticatissime armi a vapore che possono essere usate
per combattimenti a terra, in mare e nell’aria. All’esterno, il padiglione ha tutta l’aria di un
normale spazio espositivo, che nasconde in realtà la sagoma inquietante del Castello a vapore.
Riuscirà il nostro eroe a comprendere la minaccia che deriva da questa portentosa invenzione?
¦ Mezzi corazzati a vapore dell’esercito britannico
Per contrastare la potenza di fuoco delle armi meccaniche della Ohara Foundation, l’esercito
britannico fa affidamento sui suoi mezzi corazzati. Un motore a vapore è fissato al centro del
veicolo corazzato, quindi sia l’artigliere che il conducente prendono posto fuori da esso. I mezzi
impiegano cingoli d’acciaio che gli consentono di muoversi liberamente in ogni direzione.
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