Uscita del 20/02/2006
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Uscita del 20/02/2006
Anno 2 numero 35 - chiuso alle ore 19:10 di lunedì 20 febbraio 2006 Greggi ($/b) WTI Brent Dated Urals Med Iranian Heavy Paniere Opec Paniere QE Italia 17/02 Var. % 16/02 Var. % 2005 59,88 +1,99 +26,04 58,12 +2,23 +26,62 55,92 +2,03 +36,16 52,80 +2,05 +35,67 54,37 +1,40 +27,75 55,91 +2,08 +31,83 Fonte: QE su dati Platts 17/02 Var. % 16/02 Var. % 2005 506,50 +4,49 +18,27 571,75 +2,19 +30,24 535,00 +1,76 +24,06 340,50 -0,07 +71,11 284,75 -3,72 +61,10 Fonte: QE su dati Platts Cif Med 20/02 1 € = 1,1932 US $ (Var. +0,0069) 17/02 1 € = 1,1863 US $ Principali titoli energia (€) 20/02 24,070 6,890 1,670 3,617 2,147 20,290 2,700 1,775 9,310 2,305 2,185 1,830 Eni Enel Edison Snam Rete Gas Terna Erg Asm Brescia Aem Milano Acea Hera Aem Torino Amga Genova Secondo Eurogas, il maggiore incremento si è avuto in Spagna, seguita dal Portogallo. Nella Ue a 25, il 42% delle forniture è stato coperto dalla produzione interna è articolo a pag. Prodotti ($/ton) Benzina 50 PPM Gasolio 50 PPM Gasolio 0,2% O.c. 1% O.c. 3,5% Consumi gas Ue +1,9% nel 2005, Italia al terzo posto (+6,9%) 17/02 23,840 6,890 1,670 3,627 2,150 19,900 2,692 1,755 9,335 2,295 2,197 1,830 9 Brent in forte crescita per il fattore Nigeria Occhi puntati anche sul vertice Iran-Russia. A pag. 5 Greggi & Prodotti di Vittorio D'Ermo è articolo a pag. 3 Gnl Toscana, Regione ribadisce il no ad Edison Via libera invece all’iniziativa Olt nei termini richiesti da Map e Minambiente è articolo a pag. 2 n SCORTE STRATEGICHE Utilizzati circa 350 milioni mc 8 è articolo a pag. Borsa elettrica Italia Prezzi Ipex (€/MWh) F1 F2 F3 F4 20/02 116,03 95,17 55,96 var. % sett. +4,91 -17,67 -8,14 Media Piene Vuote 20/02 94,06 111,33 51,83 var. % sett. -0,63 -0,90 +1,84 Domanda Sistema Italia Media oraria (MW) 41.467 Massima (MW) 50.052 Prezzo ora max (€/MWh) 152,39 Ora max 18-19 Fonte: elaborazione QE su dati GME Borse europee 20/02 (€/MWh) Powernext (Fr) Eex (De) Ipex Base Load 68,14 68,69 88,05 Peak 8.00-20.00 84,42 85,80 115,41 Gas 17/02 (pence/therm) Mar 2006 Var. % 16/02 Zeebrugge 54,25 +7,43 Ttf Olanda 43,16 +2,44 Bunde-Oude 43,16 +2,44 Gnl Nbp (G.B.) 55,25 +7,80 II trim 2006 44,40 40,96 40,96 20/02 Var % 17/02 Zeebrugge (giorno dopo) 46,00 = Fonte: QE su dati Platts e Apx Group Emissions trading 17/02 (€/ton) Ecx/Ipe (futuri) NordPool (termine) Mar. 06 Powernext (spot) 26,35 +1,35 26,30 = 26,15 -0,11 Fonte: QE su dati Platts n LE RUBRICHE DI QE La difesa di Scaroni Api va in Borsa L'analisi di Axia è articolo a pag. 6 è Francesco Ranci a pag. è articolo a pag. 2 n INDIA-FRANCIA Borsa elettrica, mercati e caropetrolio A colloquio con Sandro Sapio, Ricercatore della Sant'Anna School of Advanced Studies di Pisa Critiche all'Autorità e al Map Accordo nucleare 4 Chirac a Nuova Delhi è articolo a pag. 7 www.quotidianoenergia.it 2 20 febbraio 2006 A T T U A L I T À La difesa di Scaroni, Endesa Italia, sindacati chiedono che rilancia intervento urgente Forti rilievi ad Autorità per l’Energia e Map. L’Eni non può del governo più fare politica energetica All’indomani della multa dell’Antitrust, stretto all’angolo dalle polemiche sull’emergenza gas e quando si comincia a parlare di altre sanzioni (QE 17/2), l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, difende il comportamento del gruppo e rilancia criticando chi lo critica. Lo fa con una “conference call” con tre quotidiani (la Repubblica, Il Corriere della Sera e il Messaggero) il cui resoconto è stato pubblicato ieri. Queste, in estrema sintesi, le sue principali argomentazioni. 1) L’emergenza gas non è colpa dell’Eni, in ogni caso non solo dell’Eni. Intanto perchè, rispetto alla tesi della “bolla”, Scaroni appena nominato ha compiuto una “inversione ad U” rispetto alla strategia del suo predecessore (improntata, commenta, ad una sorta di “cupio dissolvi” nel settore gas) e poi perché già in settembre erano stati messi sull’avviso prima l’Autorità per l’Energia e successivamente il Map affinché intervenissero per evitare quello che si paventava, in prospettiva, come il principale problema: l’utilizzo degli stoccaggi da parte dei grandi consumatori elettrici a svantaggio degli usi civili. Da Autorità e Map però non è arrivata risposta. 2) L’Autorità per l’Energia vuole “smontare” il sistema gas nazionale (Eni fuori da Snam Rete Gas, conferimento degli stoccaggi a questa società assieme alla proprietà dei gasdotti esteri e dei contratti take or pay), per meglio controllarlo. Ma allora, se così dovesse essere, sta all’Eni d’accordo con gli azionisti scegliere le soluzioni che creano maggiore valore. 3) I gasdotti saranno potenziati nei tempi richiesti dall’Antitrust. Ma questo servirà a poco perché il mercato resta in mano ai “colossi”, Gazprom e Sonatrach. I consumatori, alla fine, non ne avranno vantaggio. 4) C’è chi vorrebbe tornare a fare politica energetica con l’Eni. Ma questo è impossibile. Premesso che resta inevitabile un rapporto privilegiato tra grandi imprese e governi, tuttavia l’Eni ormai è in Borsa e dunque qualsiasi azione di stampo dirigistico farebbe precipitare il valore delle azioni. 5) L’Eni ha cercato di dialogare con l’Antitrust. La multa comunque è comprensibile. Ma troppo elevata e per questo si farà ricorso. Fin qui Scaroni. Ora si attendono le repliche. Gli effetti dell'Opa lanciata da Gas Natural preoccupano Cigl, Cisl e Uil. Si teme il ridimensionamento di un operatore importante Gli effetti in Italia dell’Opa lanciata da Gas Natural su Endesa preoccupano i sindacati al punto che, con lettera alla Presidenza del Consiglio, hanno chiesto l’intervento urgente del Governo italiano sia in sede europea che nei confronti dell’esecutivo spagnolo, per ottenere le necessarie assicurazioni sugli investimenti e l'occupazione dopo che Madrid, nonostante il parere contrario dell'Antitrust nazionale, ha autorizzato l'operazione (QE 13/2). I segretari generali Alberto Morselli (Filcem, Cgil), Carlo De Masi (Flaei - Cisl)e Romano Bellissima (Uilcem - Uil), si legge in una nota, sottolineano come “peraltro Gas Natural abbia già annunciato che venderà ad Iberdrola un'altra parte degli asset del gruppo Endesa, spezzettando quindi Endesa Italia”. In tal modo, denunciano i sindacati, “verrebbe meno un operatore importante nel settore elettrico italiano che opera nel nuovo contesto europeo, frammentandolo ulteriormente, mentre in Spagna si assiste ad un rafforzamento interno dei propri gruppi energetici con meccanismi tutt’altro che trasparenti ed in contrasto con i principi di reciprocità indicati negli indirizzi assunti dal legislatore all'atto del processo di liberalizzazione”. Filcem, Flaei, Uilcem ricordano che “Endesa Italia si è caratterizzata nel nostro paese per gli investimenti fatti per ammodernare le sue centrali elettriche, anche in un quadro di diversificazione dei combustibili, per implementare il ricorso alle fonti rinnovabili e all'uso limitato e pulito del carbone, e per il rispetto del contratto nazionale unico per il settore elettrico”. Un appello a mantenere vivo l’impegno di Governo e Parlamento italiano per “favorire l’unità aziendale di Endesa Italia” era contenuto anche nelle conclusioni dell’indagine sull’energia condotta dalla commissione Attività Produttive della Camera (QE 9/2). Nel documento parlamentare si chiedeva altresì di “esigere che negli altri Paesi europei, come in Italia, le cessioni di capacità avvengano tramite gare”. Gnl Toscana, Regione ribadisce il proprio no ad Edison Via libera invece all’iniziativa Olt Nuovo via libera della Regione Toscana al progetto di terminale Gnl della Olt Lng Toscana (51% Amga Genova-Endesa Europa) da realizzare a 12 miglia dalla costa tra Pisa e Livorno (QE 17/1). “La giunta”, ha dichiarato il presidente della Regione, Claudio Martini, al termine della riunione programmatica dell’esecutivo regionale svoltasi oggi a Lucca, “ha adottato la delibera di chiusura della procedura. Per quanto riguarda la Regione, il percorso è terminato. Ora manca il decreto dei ministeri per dare il via ai lavori”. Diverso il discorso per l’altro progetto di terminale che interessa la Toscana, quello di Edison-BP-Solvay a Rosignano (Livorno) (QE 24/1). La Regione, che aveva già bocciato la versione originaria del terminale, non sembra aver cambiato idea neanche di fronte alla variante presentata lo scorso anno dai promotori. “Noi pensiamo”, ha detto infatti Martini, “che dando il via libera alla piattaforma della Olt, la Regione abbia già fatto la sua parte”. Dichiarazioni che tuttavia non scoraggiano Edison che, interpellata da QE, fa sapere di andare avanti “con molta convinzione nel processo autorizzativo, convinti della grande valenza industriale” del proprio progetto. Non che l’iter del terminale offshore di Livorno sia stato in discesa. Il decreto di autorizzazione era in effetti stato firmato dal Map già lo scorso dicembre (QE 16/12/05), ma una volta giunto al ministero dell’Ambiente per la necessaria controfirma sul testo erano state apportate alcune modifiche. Lo scorso 6 febbraio è stata quindi inviata alla Regione una nuova versione del provvedimento, concordata da Map e Minambiente, per le necessarie valutazioni. A quanto appreso da QE, nel nuovo testo sono state eliminate tutte le parti che facevano riferimento all’iniziativa di EdisonBPSolvay e soprattutto è stato inserito un passaggio in cui si precisa che il via libera al progetto di Livorno non preclude la possibilità di autorizzare altri terminali in Italia. A questo punto, ha aggiunto Claudio Martini, “credo che nulla osti al rilascio dell'autorizzazione visto che niente è stato modificato rispetto a quanto previsto dai ministeri”. Il testo passa ora alla firma di Matteoli e Scajola. Dopodichè la Olt Lng Toscana, potrà avviare i lavori. www.quotidianoenergia.it 20 febbraio 2006 3 P E T R O L I O Brent in forte crescita per il fattore Nigeria Prezzi consigliati (€/litro) al 20/02 Occhi puntati anche sul vertice Iran-Russia Venerdì scorso i militanti del Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger avevano dichiarato alla Bbc “guerra totale” alle compagnie petrolifere straniere e avevano minacciato di voler far salire al 30% le interruzioni della produzione di greggio del Paese entro la fine di febbraio. Da quel giorno un’ondata di violenza si è abbattuta sulle infrastrutture petrolifere di Shell, il principale operatore straniero nel Paese, provocando una perdita del 25% circa dell’output complessivo nigeriano. Mancano solo 8 giorni alla fine del mese e l’impressione è che i militanti non abbiano alcuna intenzione di mancare l’obiettivo del 30%. Prosegue dunque l’allerta, ormai perenne, da parte delle major internazionali presenti nella zona. Dopo il rapimento di nove ostaggi di due giorni fa e l’incendio che ha danneggiato la piattaforma offshore di Forcados, operata da Shell, i guerriglieri hanno colpito nel fine settimana l’oleodotto a Odidi, sempre nella regione del Delta del Niger. La società anglo-olandese ha dichiarato di aver interrotto ieri tutte le attività di produzione del greggio nella zona ovest del Delta del Niger, compromettendo in tal modo un output pari a 445.000 barili/giorno. La chiusura include anche il campo offshore EA (115.000 b/g di capacità) e il terminale di Forcados. Ma le “attenzioni” dei militanti potrebbero estendersi a breve anche alle petroliere che assicurano la continuità delle Quotazioni settimanali paniere Opec ($/b) Mese Rilevazione Paniere gen 06 19/1 58,43 26/1 60,12 2/2 60,25 9/2 58,14 16/2 55,18 feb 06 Medie mensili gen 06 58,29 feb 06 56,66 I trim 06 57,82 Media annuale 2006 57,82 Fonte: Opec Benzina Gasolio Gpl 1,239 1,153 0,669 1,246 1,153 0,679 1,249 1,150 0,679 1,241 1,153 0,679 1,246 1,153 0,679 1,239 1,153 0,682 1,241 1,153 0,679 1,239 1,153 0,682 1,153 0,679 1,246 Fonte: QE su dati compagnie esportazioni di greggio. I nuovi avvenimenti fanno seguito ad una comunicazione di Shell di venerdì nella quale si comunicava che le attività di ripristino dell’oleodotto Trans-Ramos, interessato da un sabotaggio a metà gennaio (QE 16/1), erano ormai terminate. I mercati internazionali non sono stati a guardare. Nel pomeriggio, all’Ice di Londra, i futuri di marzo sul Brent erano a quota 61,35 $/b (+2,4%). Chiusa invece la piazza statunitense per la festività del Presidents’ Day. Del resto la Nigeria produce 2,36 milioni b/g di greggio ed è il quinto fornitore degli Stati Uniti, il più grande Paese consumatore al mondo. Il suo output, a basso contenuto di zolfo, è adatto alla produzione di benzine, prodotto che gli Usa devono stoccare in gran quantità in vista dell’apertura della “driving season” (QE 20/2). I mercati sono in attesa anche del vertice Iran-Russia sul programma nucleare di Teheran, in agenda oggi a Mosca. Laddove fallisse il compromesso, il Consiglio di sicurezza dell’Onu potrebbe essere costretto ad applicare le sanzioni al Paese mediorientale. Nonostante le rassicurazioni del vice ministro del Petrolio iraniano, Mohammad Hai Nejad Hosseinian, sull'intenzione dell'Iran di non usare "il greggio come un'arma", il mancato accordo potrebbe comunque creare nuove tensioni sui prezzi petroliferi internazionali. Le quotazioni settimanali del paniere Opec Sono stati pubblicati i prezzi medi settimanali del paniere Opec aggiornati al 16 febbraio. La quotazione dell’indice di riferimento dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di greggio si è attestata a 55,18 dollari/barile, in calo del 5% circa (- 2,96 dolla- ri/barile) rispetto alla media della settimana precedente (QE 13/2). Prosegue, dunque, per la seconda settimana consecutiva la flessione del prezzo medio settimanale del paniere Opec, mai così in basso dall’inizio dell’anno. Sul fronte produttivo, intanto, si accende il dibattito sulle decisioni da prendere nel prossimo vertice dell'Organizzazione, in programma l'8 marzo. Dopo le dichiarazioni del ministro del Petrolio venezuelano, Rafael Ramirez (QE 17/2), sulla necessità di ridurre il "tetto" produttivo del cartello, oggi è intervenuto sulla questione anche il ministro dell'Energia kuwaitiano, Ahmad Fahd al-Sabah, secondo il quale un taglio della produzione ufficiale potrebbe essere necessaria per una ipotizzabile sovrapproduzione di 1-2 milioni di barili nel secondo trimestre dell'anno. Differente la posizione del ministro dell'Energia algerino, Chakib Khelil, il quale ha dichiarato che "è possibile che non prenderemo una decisione e lasceremo i livelli invariati". Apertura anche dell'Iran. Il vice ministro del Petrolio, Mohammad Had Nejad Hosseinian, ha dichiarato in girnata che l'obiettivo è quello di "mantenere i prezzi tra i 50 e i 60 dollari". Un taglio sarebbe ipotizzabile solo se le quotazioni scendessero al di sotto della soglia dei 50 $/b. Russia: nel 2005 +2,2% produzione di greggio, ma cala l'export La produzione petrolifera russa ha totalizzato lo scorso anno 469,6 milioni di tonnellate (in media 9,4 milioni di barili al giorno), il 2,2% in più rispetto al 2004; le esportazioni di greggio, tuttavia, sono risultate in diminuzione del 2% fino a 252,5 milioni di tonnellate (circa 5 milioni di b/g) per effetto di un aumento del 6,2% delle vendite di petrolio all’interno del Paese, che hanno raggiunto i 207,4 milioni di tonnellate (4,2 milioni di b/g). Lo rivelano i dati forniti oggi dal Servizio Federale di Statistica russo, secondo cui in dicembre la produzione è stata pari a 40,8 milioni di tonnellate (+3,1% nei confronti dello stesso mese 2004) e le vendite sul mercato domestico sono cresciute del 3,9% a 18,2 milioni di tonnellate, con un contestuale calo dell’export del 3,4% (a 22,2 milioni di tonnellate). Le esportazioni di greggio hanno costituito nel 2005 il 34,6% dell’export totale della Russia, contro il 32,1% dell’anno precedente. www.quotidianoenergia.it 4 20 febbraio 2006 I T A L I A Borsa elettrica, mercati finanziari e caropetrolio A colloquio con Sandro Sapio, Ricercatore della Sant'Anna School of Advanced Studies di Pisa * di Francesco Ranci Da qualche mese si osserva che l'Italia ha iniziato a esportare energia elettrica e secondo alcuni ciò avverrebbe grazie alla competitività delle nuove centrali a ciclo combinato. In realtà - dice a QE il dott. Sandro Sapio, studioso dei mercati dell'energia a livello internazionale - le analisi disponibili suggeriscono, piuttosto, che si è verificato un forte aumento nella domanda in Francia e in Germania - dove è notevolmente cresciuto l'utilizzo del riscaldamento elettrico, dando luogo a prezzi elevatissimi in quei Paesi a partire dallo scorso novembre. Le aziende italiane hanno quindi trovato conveniente esportare, approfittando anche del fatto che la domanda in Italia si è mantenuta su livelli contenuti, e, riconosce il dott. Sapio, la diffusione del ciclo combinato ha svolto un ruolo importante, mitigando gli effetti negativi sia del caro-petrolio che dei tagli alle forniture di gas: ma ciò non autorizza a pensare che la situazione dell'Italia sia, strutturalmente, molto cambiata. Guardando alla borsa elettrica italiana, che ha alle spalle una storia breve e quindi consente pochi confronti della sua performance a livello internazionale, i dati disponibili non sono incoraggianti, rispetto al livello dei prezzi raggiunto. Del resto, osserva Sapio, nessun mercato può funzionare in modo efficiente se un'azienda soddisfa da sola metà della domanda. Inoltre, mentre il regolatore americano (la Ferc) è dotato di Trasparenza bollette elettriche, l’Autorità avvia consultazione I soggetti interessati potranno inviare osservazioni e proposte entro il 7 aprile L'Autorità per l'Energia ha pubblicato sul proprio sito internet (www.autorita.energia.it) un documento di consultazione in merito a nuove proposte per migliorare la leggibilità e la comprensibilità delle bollette dell’energia elettrica. Le proposte odierne, poste anche all’attenzione dei consumatori e degli operatori, modificano e integrano le regole di trasparenza già fissate dall’Autorità con la delibera n. 55 del 16 marzo 2000 e traggono origine dalle modifiche verificatesi nel mercato durante gli ultimi anni. Per quanto riguarda la parte della bolletta in cui vengono esposti i costi per il cliente, nel documento vengono formulate proposte poteri di intervento diretto quando i prezzi di mercato non gli risultano "just and reasonable", in Europa, dove ogni singolo Stato ha scelto propri modi e tempi di implementazione delle direttive europee, ciò non avviene. In Italia, a fronte di un abuso di posizione dominante l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha soltanto poteri di segnalazione all'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato. E a ciò si aggiunge l'inadeguatezza degli indicatori del potere di mercato, rispetto alle peculiarità dell'industria elettrica. Ad esempio, quando le linee di trasmissione sono "intasate" e si creano colli di bottiglia geografici, che consentono anche a piccoli produttori di alzare i prezzi ben al di sopra dei costi di produzione, il fenomeno non viene rilevato come abuso di posizione dominante. Se la Ferc ne ha tenuto conto - e ha utilizzato indicatori basati sulla logica del produttore pivotale -, i regolatori europei e italiani, al contrario, non l'hanno ancora fatto. La situazione italiana è complicata, infine, dalla nostra posizione geografica, che rende difficoltosa l'interconnessione con l'estero - riducendo la capacità di importazione. Secondo i dati raccolti da Sapio, la nostra capacità di importazione (in rapporto alla capacità produttiva), è molto inferiore a quella dei Paesi scandinavi e del Benelux. Siamo agli stessi livelli di Francia e Germania, e superiamo solo di poco Spagna e Portogallo - anch'esse fisicamente "separate" dal resto d'Europa. La nostra borsa elettrica è quindi tra quelle maggiormente soggette ad improvvisi problemi di congestione e a prezzi elevati. Come è noto, i dati del 4th Benchmarking Report della Commissione Europea indicano che, tra il 1997 e il 2004, l'Italia ha detenuto il record europeo dei prezzi dell'elettricità alle grandi aziende industriali e alle famiglie: e sebbene sia in atto - conclude Sapio - un processo di convergenza dei prezzi a livello europeo, l'Italia ne è fuori. * Il testo completo dell'intervista è disponibile sul sito di QE per contemperare le esigenze di semplificazione con la completezza delle informazioni. Perciò, l’Autorità suggerisce che la nuova bolletta elettrica riporti due distinti quadri di presentazione: un quadro sintetico e semplificato per le voci principali che compongono l’importo totale della bolletta; ciò per consentire al cliente di conoscere in modo immediato la spesa complessiva, in relazione alle caratteristiche della fornitura, ai consumi e alla tariffa applicata; un quadro di dettaglio che permetta ai clienti, che la ritenessero opportuna, un’analisi più approfondita di tutti gli elementi costitutivi del prezzo e dei calcoli che portano alla determinazione dell’importo finale della bolletta; il quadro di dettaglio può inoltre rappresentare un valido strumento per valutare e confrontare le offerte che verranno proposte dai fornitori. Nel documento si propone inoltre di rafforzare il contenuto informativo della bolletta attraverso: informazioni aggiuntive sull’andamento dei consumi, medi e complessivi; introducendo uno spazio dedicato alle “comunicazioni istituzionali” della stessa Autorità. I soggetti interessati potranno inviare osservazioni e contributi propositivi, entro il 7 aprile all’indirizzo: Autorità per l’energia elettrica e il gas, Direzione Consumatori e qualità del servizio, piazza Cavour 5 – 20121 Milano, e-mail: [email protected] AU, avviso per asta sulla frontiera svizzera (376 MW) L’Acquirente Unico ha pubblicato l’avviso per l’asta import 2006 relativa alla frontiera svizzera. L’asta è attesa per giovedì prossimo, 23 febbraio, a partire dalle ore 10.00. E’ del tipo pay as bid a rialzo sullo sconto da offrire rispetto al PUN (Prezzo Unico Nazionale) ed è basata su due prodotti Peak e Off-Peak, per complessivi 376 MW in ciascun prodotto. Il periodo di fornitura va dalle ore 00.00 del 1° marzo alle ore 24.00 del 31 dicembre 2006. L’aggiudicazione all’AU di un quantitativo di certificati di ricopertura corrispondenti alla capacità di trasporto interessata, era avvenuta alla fine dello scorso anno (QE 28/12/05). www.quotidianoenergia.it M E R C A T O 20 febbraio 2006 5 P E T R O L I F E R O I N T E R N A Z I O N A L E Greggi & Prodotti a cura di Vittorio D'Ermo $/b Greggi a confronto 75 70 65 WTI 60 55 IRANIAN H 50 BRENT 17-feb-06 8-gen-06 8-gen-06 28-gen-06 19-dic-05 29-nov-05 9-nov-05 19-dic-05 $/ton 20-ott-05 30-set-05 10-set-05 21-ago-05 1-ago-05 45 Prodotti a confronto CIF Med Genova 900 800 700 DIESEL 600 500 BENZINA 400 O.C. 1% S 300 Anche nel caso del caso del paniere Opec, di nuovo vicino 50 ai 55 $/barile (QE 20/2), BENZINA (PREMIUM PPM) e del paniere DIESEL 50 PPM QE Italia a 55,91 $/barile, il O.C. 1% S è avvenuto solo nella giornata di recupero venerdì, a conferma dell’origine americana del rimbalzo. Sul mercato dei prodotti Cif Med Genova, i segnali di recupero dei prezzi della benzina che si erano manifestati nella giornata di mercoledì, si sono ulteriormente rafforzati negli ultimi giorni della settimana, sino a riportare le quotazioni di questo prodotto sopra i 500 $/ton dopo essere scese a 460 $/ton, livello poco distante dai 440 $/ton di un anno fa, quando, però, il prezzo del Brent era di 44 $/barile. In recupero, anche se più contenuto, le quotazioni del gasolio 50 ppm, che si sono portate a 571,63 $/ton, restringendo a 65 $/ton l’ancora forte divario a sfavore della benzina. Sempre in fine settimana sono state stabili intorno ai 340 $/ton le quotazioni dell’o- 17-feb-06 28-gen-06 29-nov-05 9-nov-05 30-set-05 10-set-05 21-ago-05 20-ott-05 O.C. 3,5% S 200 1-ago-05 La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da due distinti cicli: una prima parte della settimana caratterizzata da nuove sensibili riduzioni delle quotazioni del greggio con il WTI a 57,59 $/barile nella giornata di mercoledì, ultimi due giorni qualificati, invece, da sensibili recuperi, che hanno riportato il WTI a 59,88 $/barile, quindi esattamente sullo spartiacque dei 60 $/barile. Alle origini di questa interruzione del ciclo di ribassi, iniziato alla fine di gennaio, fattori di tipo tecnico e di tipo geopolitico, che hanno mutato il quadro delle aspettative. Dopo le forti vendite degli ultimi giorni molti operatori, anche in vista delle prossime scadenze tecniche e del lungo week-end americano della nascita di Washington, hanno effettuato interventi di copertura (QE 17/2). Il quadro complessivo, almeno sino a quando non inizierà la stagione delle benzine, potrebbe giustificare una prospettiva di stabilizzazione o addirittura di ulteriore erosione delle quotazioni. Le dichiarazioni del nuovo responsabile della Federal Reserve americana, Bernanke, che ipotizzano un nuovo ritocco al rialzo dei tassi d’interesse, potrebbero avere indirettamente un effetto calmierante sulle aspettative di crescita della domanda petrolifera americana oltre che sulle transazioni sui mercati dei futuri, proprio per il maggior peso degli oneri finanziari su queste operazioni. Questa evoluzione, anche sulla base delle prime indicazioni della giornata (QE 20/2), sarà, però, contrastata dalle preoccupanti notizie provenienti dalla Nigeria, dove il Movimento per la liberazione del Delta del Niger ha minacciato di attaccare il naviglio diretto ad un terminale Shell con una capacità di 340.000 barili/giorno, dopo una serie di attentati e sequestri. Anche il contenzioso con l’Iran continuerà ad influire sulle aspettative che rischiano di far perdere di vista i fondamentali. Il processo di recupero del WTI negli ultimi giorni della settimana ha interessato anche il Brent tenendo, però, conto della particolare situazione che si era determinata nella giornata di mercoledì, che aveva visto allo stesso livello i prezzi dei due marker crudes. Il prezzo del Brent è, infatti, rimbalzato solo nella giornata di venerdì portandosi a 58,12 $/barile, all’interno della fascia d’attenzione, con un differenziale rispetto al WTI di poco meno di due dollari, più in linea con la media di lungo periodo. lio combustibile a basso tenore di zolfo, mentre le quotazioni dell’olio combustibile ad alto tenore di zolfo hanno ceduto nuovo terreno rispetto agli inizi di settimana portandosi a 284,75 $/ton, con un rapporto rispetto al Brent sempre molto elevato. I mutamenti intervenuti sul fronte dei prezzi sul finire di questa settimana segnano in ogni modo un miglioramento delle condizioni operative delle raffinerie, esposte in questi ultimi tempi a margini del tutto inadeguati. www.quotidianoenergia.it E N E R G I A A 6 P I A Z Z A 20 febbraio 2006 A F F A R I Dopo Saras anche Api in Borsa L'analisi di Axia Ai nastri di partenza, tra le oltre 23 società che si apprestano al debutto in Borsa, si colloca anche l’Api, il gruppo romano di raffinazione e stazioni di servizio, dei Brachetti Peretti. Dopo l’annuncio ufficiale della futura quotazione di Saras, la società petrolifera della famiglia Moratti, un’altra società del settore si prepara ad esordire nel listino. I dettagli sull’operazione non sono ancora noti, ma dai vertici si evince che l’operazione sarà composta da un aumento di capitale e in parte da una cessione di azioni da parte della famiglia, che controlla la società al 99% attraverso l’Api Holding. La quota che andrà sul mercato è prevista intorno al 40%. L’operazione sarà affidata a Mediobanca con il ruolo di advisor finanziario e a Capitalia e Goldman Sachs come global cooordinator. Anche il perimetro delle attività che andranno in Borsa non’è stato definito, ma l’ipotesi è che vi rientri l’Api Anonima, attiva nell’approvvigionamento di greggi e semilavorati, la rete di distribuzione Ip e l’Api Energia che opera nell’ambito della produzione di energia elettrica. A tal senso l’enterprise value complessivo che potrebbe assumere la società sulla base dei risultati 2004, ancora nessuna indiscrezione è emersa su quelli per il 2005, si aggira tra i 1,5 miliardi e i 1,9 miliardi, a fronte di un indebitamento stimato a 750 milioni e di una capitalizzazione di 1,1 miliardi, mentre l’Ebitda complessivo 2004 dovrebbe attestarsi attorno ai 270 milioni. Il Gruppo Api opera, oltre che nel settore petrolifero che ne rappresenta il core business, sia nel campo dello sviluppo e della realizzazione di progetti industriali per la produzione di energia elettrica, privilegiando l’utilizzo di fonti assimilate e rinnovabili, quali l’eolico e le biomasse, sia nella commercializzazione di carburanti alternativi a quelli tradizionali, come il metano, Gpl e biocarburanti. Il Gruppo concentra la propria attività di raffinazione sull’impianto di Falconara Marittima (Ancona). Tale raffineria, nata nel 1950 e sviluppata su una superficie di oltre 700.000 mq, ha attualmente una capacità di lavorazione di 3.900.000 tonnellate annue, pari a circa 85.000 barili/girono ed una capacità di stoccaggio di oltre 1.500.000 metri cubi. L’ Api Energia S.p.A., costituita nel 1992, possiede nel- l’ambito della raffineria di Falconara Marittima, uno dei primi impianti IGCC, realizzati in Europa. L’impianto ha come finalità la produzione di vapore e energia elettrica in cogenerazione dalla gasificazione degli idrocarburi pesanti provenienti dal ciclo di raffineria. L’impianto IGCC, avente una potenza elettrica di circa 280 MW, è in grado di produrre circa 2 miliardi di Kwh/anno e di soddisfare, circa il 30% del fabbisogno energetico delle Marche. Per quanto riguarda la distribuzione, l’Api, grazie all’acquisizione nel 2005 per 186 milioni delle 3.000 stazioni di servizio Ip, ha raggiunto una quota di mercato del 12%. Sul fronte dei risultati consolidati, al termine dell’anno 2004, l’Api ha registrato un valore della produzione pari a 2.981 milioni di euro, in salita del 6% rispetto al bilancio 2003, per effetto essenzialmente dei prezzi che riflettono a loro volta gli incrementi di costo della materia prima. I costi per materie e servizi sono pari a 2.627 milioni di euro, in salita del 7,8%. Il margine operativo lordo, grazie ai migliori margini di raffinazione internazionali ed al miglioramento della performance della logistica che compensano i minori margini di commercializzazione nazionali rispetto l’anno precedente, si attesta a 124,8 milioni, in salita rispetto i 107,4 del 2003. Il risultato operativo passa in leggera flessione dai 55,5 milioni di euro del 2003 ai 54,5 milioni al 31 dicembre 2004. A fronte di valore di attività finanziarie e partite straordinarie pari a 16,3 milioni di euro, l’utile netto, nonostante imposte per 22,2 milioni di euro, registra una crescita record del 278,7% e passa dai 10,8 milioni del 2003 a 40,9 milioni di euro. www.quotidianoenergia.it E S T E R I Accordo nucleare India-Francia Il presidente francese, Jacques Chirac, e il primo ministro indiano, Manmohan Singh, hanno sottoscritto oggi a Nuova Delhi un accordo preliminare per l’avvio di una cooperazione nel settoer del nucleare civile. India e Francia, ha spiegato Chirac, “confermano l’interesse a sottoscrivere un accordo bilaterale di cooperazione per lo sviluppo dell’energia nucleare a fini pacifici, nel rispetto delle leggi, degli impegni e dei regolamenti internazionali”. In una dichiarazione congiunta diffusa a margine dell’incontro, i due leader precisano che “l’energia atomica costituisce una fonte energetica sicura, duratura e rispettosa dell’ambiente” e, nel pieno della crisi internazionale scatenata dai piani nucleari dell’Iran, sottolineano che “la proliferazione delle armi nucleari costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza”. L’India, tuttavia, non ancora ha sottoscritto il trattato internazionale di non proliferazione nucleare. L’accordo con Parigi prevede comunque il coinvolgimento dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), con la quale verranno siglate “appropriate intese di garanzia”. Gasdotto Olanda-Regno Unito al via alla fine dell’anno Bacton-Balgzand Line (Bbl), la società che sta realizzando il gasdotto di 235 km tra l’Olanda e il Regno Unito, ha annunciato che la capacità della condotta sarà di 42 milioni di mc al giorno, il 50% in più di quanto previsto inizialmente. Bbl, ha spiegato ieri il direttore esecutivo Martin Bosman, installerà le 2 stazioni di compressione del progetto iniziale rispettando la data del 1° dicembre 2006, in tempo per avviare il gasdotto nelle prime settimane del 2007 con una capacità di 28 milioni di mc al giorno. Nel marzo 2007, però, entrerà in funzione una terza stazione di compressione, che sarà in grado di aumentare la portata della struttura fino a 15,3 miliardi di mc l’anno. Bbl – partecipata dall’olandese Gasunie (60%), dalla tedesca E.ON Ruhrgas (20%) e dall’operatore della rete del gas belga Fluxys (20%) – ha avviato nel 2004 i lavori di costruzione della condotta, che collegherà Balgzand, a nord di Amsterdam, a Bacton, nel Norfolk. La posa del tubo da 36 pollici e le opere connesse comporteranno un investimento di 500 milioni di euro. Al fine di soddisfare la crescente domanda del Regno Unito, Fluxys ha anche in progetto la realizzazione entro il 2010 di una condotta da Eynatten, nodo belga nei pressi della frontiera tedesca, a Zeebrugge, in modo da accrescere i volumi di gas per l’invio al di là della Manica attraverso l’Interconnector. Fotovoltaico: Acciona avvia maggiore impianto Spagna Acciona Energía ha avviato venerdì a Castejón, in Navarra, la centrale fotovoltaica più grande della Spagna. L’impianto, che ha comportato un investimento di 19 milioni di euro, è in grado di generare 4,4 milioni di kW/h l’anno, grazie a una superficie di pannelli pari a 100.000 mq. Quella di Castejón è la sesta centrale di questo tipo realizzata da Acciona, che nel complesso vanta ora in Spagna una capacità fotovoltaica pari a 10,2 MW, che sale a 30 MW considerando anche gli impianti solari termodinamici. In quest’ultimo settore, la società ha annunciato la settimana scorsa un progetto da 220 milioni di euro per la realizzazione di una centrale da 64 MW nel deserto del Nevada (Stati Uniti). 7 20 febbraio 2006 www.quotidianoenergia.it 8 20 febbraio 2006 A T T U A L I T À Emergenza gas, finora utilizzati circa 350 milioni mc di strategico A tutta la giornata di domenica, a quanto appreso da QE, sarebbero state utilizzati circa 350-360 milioni di mc di stoccaggi strategici. Ieri una modesta ma significativa ricostituzione. In questa fase ed in vista della riunione di mercoledì dell’apposito Comitato di monitoraggio, la situazione – grazie al miglioramento del clima registrato nel fine settimana – appare più tranquilla. Le previsioni meteo tuttavia non promettono nulla di buono ed il punto potrà essere fatto di nuovo soltanto a fine settimana. I consueti comunicati di Snam Rete Gas ed Eni certificano intanto l’avvenuto miglioramento. Snam comunica che, durante la giornata odierna, i consumi complessivi delle utenze allacciate sono stati pari a 257 milioni mc con un calo del 7,5% rispetto al dato precedente. Il calo maggiore è quello della termoelettrica, con utilizzi per 57 milioni, pari al 18,7%, ma scendono anche l’industriale (- 6,1%) ed il civile (- 3%). Eni dal canto suo ha reso noto che le riduzioni delle forniture dalla Russia sono scese a 2 milioni mc, pari al 2,7% del totale e con un impatto soltanto dello 0,8% sui consumi italiani. La previsione è ora per una consegna completa. Istat, il caropetrolio affossa la bilancia commerciale Bene gli indici del fatturato del comparto energia Sono stati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica i dati relativi al commercio con l’estero per l’intero 2005. Rispetto al 2004 le esportazioni totali sono aumentate del 3,7% (+1,1% verso l’Ue), le importazioni del 6,8% (+1,2%). Il saldo commerciale generale è risultato negativo per 10.368 milioni di euro rispetto al deficit di 1.221 milioni di euro registrato nel corso del 2004. Il mese di dicembre ha visto un peggioramento del bilancio import/export sia nel complesso che con i Paesi Ue. Rispetto allo stesso mese del 2004, infatti, le esportazioni sono aumentate del 4,2% (in calo invece dello 0,8% verso i Paesi Ue) a fronte di importazioni in aumento dell’8,7% (+2,3%). Il saldo dell’ultimo mese dello scorso anno è stato pari a -1.731 milioni di euro. L’analisi per settore di attività economica mette il luce che nel mese di dicembre 2005 gli incrementi tendenziali più elevati delle esportazioni sono stati registrati, tra gli altri, per i prodotti petroliferi raffinati (+82,5%). Nell’intero anno l’aumento è stato del 53,9%. Sul fronte dell’import, invece, spiccano gli incrementi per i minerali energetici (+52,7% a dicembre, +39,3% su base annua). Da segnalare la dinamica del settore dell’energia elettrica, gas e acqua, il cui import è sceso a dicembre del 13,6% ma chiude il 2005 con un aumento del 20,2%. Relativamente a quest’ultima voce, le importazioni dai soli Paesi Ue sono diminuite a dicembre del 36,2%. Per quanto attiene al saldo tra import ed export, nell’intero 2005 i minerali energetici hanno fatto segnare un -40.582 milioni di euro, i prodotti petroliferi raffinati un +4.132 milioni di euro, mentre il settore energia elettrica, gas e acqua un deficit di 2.104 milioni di euro. L’intero comparto energia, con saldo negativo di 38.554 milioni di euro nell’intero 2005, si conferma quindi il principale indiziato per motivare la dinamica della bilancia commerciale italiana. Dati confortanti sul fronte indici del fatturato dell’industria. L’Istat ha reso noto oggi che il comparto energia ha fatto segnare un incremento del 21,8% nell’intero 2005 (+27,9% nel solo mese di dicembre). Tra i vari settori di attività economica, gli aumenti più sensibili dell’indice sono imputabili all’estrazione di minerali (+8,3% su base annua, +27,5% a dicembre) e alle raffinerie di petrolio (rispettivamente +23,4% e +25,9%). In Parlamento, emergenza gas, Cip6 e biocarburanti attendono il via A quasi dieci giorni dallo scioglimento delle Camere proseguono intensamente i lavori delle aule parlamentari per convertire i decreti-legge rimasti e non solo. A Montecitorio dovrebbe arrivare mercoledì il via libera definitivo al Ddl di conversione in legge del DL emergenza gas (QE 17/2). Al primo punto dell’odg dell’aula della Camera di mercoledì figura il DL sulla Pubblica Amministrazione (con all’interno la cartolarizzazione del Cip6), privo ancora dell’approvazione di entrambi i rami del Parlamento. Altro provvedimento di interesse che attende il via libera della Camera questa settimana, dopo aver avuto quello del Senato, è il DL Agricoltura che prevede al suo interno l’obbligo di miscelazione dei biocarburanti. Fitto anche il calendario dei lavori delle commissioni dove, tra le altre cose, comincia a Montecitorio l’esame dello schema di decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (n. 606), approvato dal Consiglio dei Ministri del 13 gennaio (QE 16/1) Nella rubrica “In Parlamento” di QE è disponibile, come ogni lunedì, l’agenda dell’energia a cura di Nomos. All’Eni il 100% di Siciliana Gas, sì dell’Antitrust Con il provvedimento n. 15158 del 1° febbraio, pubblicato sul Bollettino n. 5 di oggi, l’Antitrust ha autorizzato l’acquisizione da parte di Eni del 50% di Siciliana Gas e dell’unica azione di Siciliana Gas Vendita (99,99% Siciliana Gas), attualmente detenuta da Espi (QE 13/1). In virtù del 50% già in suo possesso l’Eni sale così al 100% di entrambe le società. Nata nel 1979, Siciliana Gas è attiva, direttamente e tramite la controllata Siciliana Gas Vendite, nella distribuzione e vendita di gas naturale in Sicilia, dove è presente in 76 Comuni, tra i quali Agrigento, Enna e Trapani. Nel 2004, il fatturato consolidato realizzato è stato di 75,510 milioni di euro. Autostrade, nel 2005 172,4 m.ni di euro per royalty aree di servizio Nel 2005 gli introiti dalle aree di servizio per royalty di competenza del gruppo Autostrade sono stati pari a 172,4 milioni di euro e includono 4,5 milioni di euro di “una tantum” e ricavi straordinari. Rispetto al 2004 si registra un aumento di oltre il 12%, per effetto dell’entrata in vigore della quasi totalità dei nuovi affidamenti. Il dato emerge dal bilancio dell’esercizio del gruppo approvato oggi dal cda. Lo scorso anno, sottolinea una nota della società presieduta da Gian Maria Gros - Pietro, si è conclusa la terza e ultima fase del processo di assegnazione delle sub-concessioni sulle 245 aree di servizio del gruppo, iniziata nel 2002, ed è stato avviato un ingente programma di investimenti (800 milioni di euro, 35% attivati) per riqualificare i servizi a disposizione della clientela. www.quotidianoenergia.it 9 20 febbraio 2006 A T T U A L I T À Consumi gas Ue +1,9% nel 2005, Italia +6,9% Il nostro Paese registra il terzo maggiore aumento a livello europeo Il consumo di gas dei 25 membri dell’Unione europea è cresciuto nel 2005 dell’1,9% rispetto all’anno precedente fino a 492,5 miliardi di mc. Lo rivelano i dati preliminari diffusi dall’associazione dell’industria europea del gas Eurogas, secondo cui l’aumento testimonia una tendenza che non è stata interrotta nemmeno dall’aumento dei prezzi e dal clima particolarmente mite avutosi lo scorso anno nell’Europa nord-occidentale. I Paesi a maggior tasso di sviluppo, secondo il rapporto Eurogas pubblicato venerdì, sono quelli meridionali, con la Spagna nettamente in testa nella classifica dei maggiori aumenti dei consumi (+17,7% dal 2004 al 2005) seguita da Portogallo (+12,6%), Italia (+6,9%) e Grecia (+6%). La palma negativa spetta alla Finlandia (8,9%), che ha però sofferto di circostanze eccezionali. Il tempo particolarmente caldo in inverno spiega invece i cali nei consumi dei Paesi settentrionali (Irlanda, Danimarca, Svezia e Olanda). Quasi ferma la domanda di Germania, Belgio, Slovacchia, Regno Unito e Repubblica Ceca, mentre Polonia e Francia hanno messo a segno, rispettivamente, un +3,4 e un +3,3%. I consumi di gas italiani sono passati dai 78,7 miliardi di mc del 2004 a 84,2 miliardi di mc del 2005. Lo scorso anno, gli approvvigionamenti all’Europa occidentale hanno totalizzato 579,3 milairdi di mc, un volume significativamente più alto del consumo conseguente alla costituzione di nuovi stoccaggi. Nella Ue a 25, il 42% delle forniture è stato coperto dalla produzione interna, mentre i maggiori fornitori esterni sono risultati la Russia (24% del totale), la Norvegia (14%) e l’Algeria (11%). Solo il 9% è arrivato da altre aree come Egitto, Golfo Persico, Libia, Nigeria, Qatar e Trinidad & Tobago. Alla fine del 2005, nella Ue a 25 risultavano connessi alla rete del gas 103,45 milioni di clienti, l’1,5% in più rispetto al 2004. Ref., in Italia abbiamo una liberalizzazione “ibrida” Superare la tentazione di controllare l’inflazione con le tariffe Francia, Germania e Spagna stanno guidando un processo di aggregazione dei campioni nazionali; l’Inghilterra, invece, premia l’apertura dei mercati. L’Italia, con il proprio modello “ibrido” non sembra aver adottato una strategia permiante né in una direzione tantomeno nell’altra. Questo il parere di Pia Saraceno che ha illustrato oggi uno studio ref. sulle liberalizzazioni nell’energia, in occasione di un incontro organizzato, a Roma, dall’Aiget (QE 9/1). Lo studio evidenzia come primo passaggio indispensabile nel settore elettrico, quello di eliminare le fonti a sconto ed i relativi meccanismi di allocazione. Per le importazioni, il passaggio ad un meccanismo di mercato di assegnazione della capacità è già imposto dalla Ue mentre sarebbe necessaria la revisione del meccanismo di interrompibilità. Radicale la revisione del meccanismo dei certificati verdi, dove si forma un prezzo fortemente distorto. Nel settore gas occorre garantire soprattutto trasparenza alla formazione dei prezzi, attraverso la diffusione non solo dei dati dei prezzi praticati al consumatore finale ma anche dei prezzi nella fase a monte. E’ poi necessario un chiarimento sulla congruità di alcuni prezzi ai quali vengono rinnovate le concessioni ai distributori da parte dei Comuni. L’aver scelto di aprire pochi spazi alla concorrenza o agli azionisti privati, secondo ref., non è stata molto efficace e potrebbe rivelarsi capace di complicare la gesti9one della politica energetica. Un tema cruciale in questo senso è il tipo di controllo Antitrust da mettere in atto in Italia mentre si sostengono le imprese nazionali nelle loro politiche di internazionalizzazione, pretendendo se non altro politiche di reciprocità dagli interessi europei. Per il gas il timore principale è al momento quello degli approvvigionamenti. La governance nella rete elettrica deve registrare come prioritario l’intervento per la costruzione di nuove reti, specie nelel zone più sfavorite. Potrebbe essere inasprito a questo riguardo il limite del 5% alla partecipazione degli operatori nel capitale del nuovo Gestore. Un altro intervento potrebbe riguardare l’eliminazione di margini di discrezionalità nel dispacciamento degli impianti. La separazione societaria per le fasi regolate nel gas nelle diverse fasi, diventa una necessità che l’attuale normativa non garantisce. Alla cessione di Snam dovrebbe seguire il conferimento alla società della facoltà di operare all’estero. Occorre poi superare una volta per tutte le tentazioni di controllare l’inflazione tramite lo strumento tariffario. I prezzi devono poter segnalare le scarsità e le distorsioni. In questo ambito dovrebbe essere più chiaro il rispetto dei ruoli tra Governo e Autorità per l’Energia. Infine, alla luce dell’esperienza degli ultimi anni, un auspicio: applicare le leggi e superare la logica della legislazione continua. Opa Endesa: Enel vuole il 100% di Snet, Unión Fenosa 1.200 MW e 250.000 clienti gas L’Enel intende acquistare il 100% della francese Snet. Lo ha rivelato oggi in un’intervista al quotidiano “Les Echos” l’amministratore delegato del gruppo, Fulvio Conti, il quale si è detto interessato non solo alle quote che Electricité de France (Edf) e Charbonnages de France (18,75 e 16,25% rispettivamente) dovrebbero cedere in base all’accordo Italia-Francia (QE 10/1), ma anche al 65% attualmente in mano a Endesa che dovrebbe passare a Iberdrola in caso di successo dell’Opa di Gas Natural. “Non so se esiste un accordo Gas Natural-Iberdrola in questo senso”, ha detto Conti, “ma noi abbiamo già manifestato il nostro interesse per il 100% degli asset che Gas Natural sarà obbligata a vendere dopo l’Opa su Endesa, incluso il 65% di Snet”. L’Enel, ha proseguito Conti, intende divenire il secondo operatore elettrico della Francia, in cui prevede di investire 1,7 miliardi di euro nei prossimi 20 anni. Già entro il 2012, la società italiana punta al 7% della produzione d’oltralpe. Sempre oggi, il quotidiano spagnolo “El Periódico” sostiene che l’esecutivo di Madrid vorrebbe la cessione a Unión Fenosa di una parte consistente degli asset di Gas Natural-Endesa. In particolare, si tratterebbe di centrali elettriche in Catalogna e Andalusia per 1.200 MW e reti di distribuzione in varie parti della Spagna per complessivi 250.000 clienti. Vale ricordare che Unión Fenosa opera nel settore gas attraverso una joint-venture paritetica con l’Eni ed è attiva in quello delle fonti rinnovabili con Eufr, società controllata all'80% dall’Enel. www.quotidianoenergia.it A P P U N T A M E N T I A Milano l’Energy community del Sud Est Europa I rappresentanti delle Autorità di regolazione dell’energia dei paesi dell’area Balcanica e dei principali paesi confinanti si sono incontrati la settimana scorsa a Milano, presso la sede dell’Autorità per l’Energia, per aggiornare i propri programmi di lavoro. La riunione è stata coordinata da Alessandro Ortis e Micheal Caramanis, rispettivamente presidenti dell’Autorità italiana e greca. L’obiettivo principale dell’incontro è stato quello di fare il punto ed assumere decisioni relativamente al quadro regolatori nell’area del Sud Est Europa (al fine di promuovere nuovi investimenti, garantire l’accesso di terzi alle reti e consentire un mercato competitivo con regole trasparenti), sia per il settore elettrico che per il settore del gas, nell’ottica della più ampia strategia di sicurezza degli approvvigionamenti indirizzata dai governi di riferimento. Al termine della riunione è stata diffusa una nota sui principali esiti dell’incontro. La “Energy community”, istituita nell’ottobre 2005 con la firma di un apposito trattato, riunisce i paesi dell’area Balcanica (Bulgaria, Albania, Romania, Turchia e repubbliche dell’ex Jugoslavia) e quelli dell’Unione Europea confinanti e cioè Italia, Austria, Slovenia, Grecia e Ungheria. “Conto energia”, studio Università di Brescia Anche il “conto energia”, la campagna di incentivi per l’energia prodotta da impianti fotovoltaici, può essere un business. Già, ma per chi? Chi trae davvero profitto (e a spese di chi) tra i vari soggetti coinvolti? La risposta è contenuta in uno studio elaborato da alcuni docenti dell'Università degli Studi di Brescia, pubblicato sull'ultimo numero del periodico Nuova Energia. 10 E 20 febbraio 2006 S E G N A L A Z I O N I I ricercatori hanno concentrato l'attenzione sull'analisi economica di due soluzioni di taglia differente: 3 kW, rappresentativi di in piccolo impianto domestico, e 50 kW in riferimento ad impianto di taglia medio grande. È stato valutato l'effetto dell'installazione rispettivamente a Milano (latitudine 45°) e Ragusa (latitudine 36°). In primo luogo emerge che il soggetto - persona fisica o giuridica, ente pubblico o privato - proprietario dell'impianto ottiene da esso un guadagno sostanziale. Per i pannelli da 3 kW installati a Ragusa il tempo di ritorno dell'investimento è di soli 8 anni; per l'impianto da 50 kW si ottengono 8,3 anni. Nel caso di Milano si ha invece un pay back in 13,1 anni per il 3 kW e in 12,6 per il 50 kW. Tali risultati sono giustificati dalla maggiore produzione annua di energia elettrica che si può realizzare al Sud: considerando i 3 kW, si producono circa 5.500 kWh/anno a Ragusa contro i circa 4.000 kWh/anno di Milano. Va da sé che anche tutto il mercato indotto dal fotovoltaico (produttori, installatori, studi di ingegneria) ci guadagna e partecipa alla suddivisione dei proventi. Risparmio, Enel e Comune a Firenze Nell'anniversario della firma del trattato di Kyoto sulle emissioni di gas serra, fino al 17 febbraio ha fatto sosta in Piazza della Repubblica a Firenze il tour per l'uso intelligente dell'energia elettrica che interessa 21 città sparse su tutto il territorio nazionale. Le giornate di Firenze si sono svolte in contemporanea con le piazze di Venezia e Palermo. E' un'altra iniziativa di Enel nell'ambito della campagna per l'efficienza energetica promossa dai ministeri delle Attività Produttive e dell'Ambiente. L'iniziativa di Firenze, sotto il patrocinio del Comune è stata legata allo sport quale veicolo di comunicazione e di informazione, coinvolgendo anche oltre cento parrocchie fiorentine. Ospiti all'apertura dello stand l'Assessore allo Sport della città di Firenze Eugenio Giani con il testimonial sportivo: Silvia Croatto, l'atleta fiorentina pallavolista ex nazionale italiana di pallavolo che con la Nazionale ha vinto anche un Campionato Europeo. L'iniziativa, che fa parte della campagna di Enel “Quando usi l'energia, usa la testa” promossa dal ministero per le Attività Produttive e dal ministero dell'Ambiente per sensibilizzare e informare gli italiani sull'uso “intelligente” dell'energia elettrica, ha visto il coinvolgimento di tutti i cittadini che hanno visitato gli stand. IV Forum Annuale sull'Ambiente Il 16 marzo a Roma al Grand Hotel Parco dei Principi (via G. Frescobaldi 5), si terrà il IV Forum Annuale sull'Ambiente: “Vantaggi e Criticità della nuova Riforma Ambientale”. Dopo un lungo iter è stato approvato il nuovo Testo Unico in materia ambientale che rivoluziona tutta la normativa ambientale italiana accorpando e semplificando l'intero quadro legislativo in tema di: danno ambientale, procedure di valutazione ambientale, tutela dell'aria e difesa del suolo, tutela e gestione delle acque, rifiuti e bonifiche. Un Testo Unico di oltre 300 articoli che rappresenteranno il punto di riferimento italiano per le imprese che vogliano avviare una corretta gestione ambientale come motore dello sviluppo salvaguardando la propria azienda dal rischio di incorrere in sanzioni amministrative e penali. Tra i Relatori: Bruno Agricola (ministero dell'Ambiente), Virgilio Bettini (Università di Venezia), Fabrizio Cantore (Rga), Giorgio Cesari (Apat), Ettore D'Elia (Comitato per la Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche), Roberto Della Seta (Lega Ambiente), Leonardo Domenici, (Anci), Vasco Errani (Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome), Daniele Fortini (Federambiente), Giuseppe Gavioli (Gruppo 183), Luciana Gramiccioni (Dipartimento Ambiente, Istituto Superiore di Sanità), Gianfranco Mascazzini (ministero dell'Ambiente), Altero Matteoli (ministro dell'Ambiente), Francesco Sicilia (ministero per i Beni e le Attività Culturali). Per informazioni: tel. 06.84.54.11 QE Quotidiano Energia Direttore responsabile: Stefano Delli Colli Direttore editoriale: Diego Gavagnin Redazione di Roma: Cecilia Gatti, Romina Maurizi, Luigi Stieri, Luca Tabasso Redazione di Milano: Emanuele Martinelli, Francesco Ranci Collaboratori: Giorgio Algranati, Francesca Amodeo, Armando Claudi, Vittorio DErmo, Andrea Di Stasi, Alberto Pototschnig Project manager: Alessandra Salimbene Produzione: Andrea Pretara, assistente Marisela Portagnuolo Amministrazione: Isabella Parrilla Direzione commerciale: Mario Salvi Registrazione Tribunale di Roma n. 372 del 30 settembre 2005 Redazione e uffici: Via Piave 7 - 00187 Roma Tel.: 06.454791.50 Fax: 06.45479171 E-mail: [email protected] Redazione di Milano: Viale Papiniano 10 20123 Milano Tel.: 02.36557800 Fax: 02.36557805 Editore: QE Quotidiano Energia Srl Presidente onorario: Carlo Ricci Presidente: Diego Gavagnin Amministratore delegato: Ferdinando Fabiano