Uscita del 20/02/2006

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Uscita del 20/02/2006
Anno 2 numero 35 - chiuso alle ore 19:10 di lunedì 20 febbraio 2006
Greggi ($/b)
WTI
Brent Dated
Urals Med
Iranian Heavy
Paniere Opec
Paniere QE Italia
17/02 Var. % 16/02 Var. % 2005
59,88
+1,99
+26,04
58,12
+2,23
+26,62
55,92
+2,03
+36,16
52,80
+2,05
+35,67
54,37
+1,40
+27,75
55,91
+2,08
+31,83
Fonte: QE su dati Platts
17/02 Var. % 16/02 Var. % 2005
506,50
+4,49
+18,27
571,75
+2,19
+30,24
535,00
+1,76
+24,06
340,50
-0,07
+71,11
284,75
-3,72
+61,10
Fonte: QE su dati Platts Cif Med
20/02 1 € = 1,1932 US $ (Var. +0,0069)
17/02 1 € = 1,1863 US $
Principali titoli energia (€)
20/02
24,070
6,890
1,670
3,617
2,147
20,290
2,700
1,775
9,310
2,305
2,185
1,830
Eni
Enel
Edison
Snam Rete Gas
Terna
Erg
Asm Brescia
Aem Milano
Acea
Hera
Aem Torino
Amga Genova
Secondo Eurogas, il maggiore incremento si è avuto in Spagna, seguita dal Portogallo. Nella
Ue a 25, il 42% delle forniture è stato coperto dalla produzione interna
è articolo a pag.
Prodotti ($/ton)
Benzina 50 PPM
Gasolio 50 PPM
Gasolio 0,2%
O.c. 1%
O.c. 3,5%
Consumi gas Ue +1,9% nel 2005,
Italia al terzo posto (+6,9%)
17/02
23,840
6,890
1,670
3,627
2,150
19,900
2,692
1,755
9,335
2,295
2,197
1,830
9
Brent in forte crescita
per il fattore Nigeria
Occhi puntati anche sul vertice Iran-Russia. A pag. 5 Greggi
& Prodotti di Vittorio D'Ermo
è articolo a pag. 3
Gnl Toscana, Regione
ribadisce il no ad Edison
Via libera invece all’iniziativa Olt nei termini richiesti da Map
e Minambiente
è articolo a pag. 2
n SCORTE STRATEGICHE
Utilizzati
circa 350
milioni mc 8
è articolo a pag.
Borsa elettrica Italia
Prezzi Ipex (€/MWh)
F1
F2
F3
F4
20/02
116,03
95,17
55,96
var. % sett.
+4,91
-17,67
-8,14
Media
Piene
Vuote
20/02
94,06
111,33
51,83
var. % sett. -0,63
-0,90
+1,84
Domanda Sistema Italia
Media oraria (MW)
41.467
Massima (MW)
50.052
Prezzo ora max (€/MWh)
152,39
Ora max
18-19
Fonte: elaborazione QE su dati GME
Borse europee 20/02 (€/MWh)
Powernext (Fr)
Eex (De)
Ipex
Base Load
68,14
68,69
88,05
Peak 8.00-20.00
84,42
85,80
115,41
Gas 17/02 (pence/therm)
Mar 2006 Var. % 16/02
Zeebrugge
54,25
+7,43
Ttf Olanda
43,16
+2,44
Bunde-Oude
43,16
+2,44
Gnl Nbp (G.B.)
55,25
+7,80
II trim 2006
44,40
40,96
40,96
20/02 Var % 17/02
Zeebrugge (giorno dopo)
46,00
=
Fonte: QE su dati Platts e Apx Group
Emissions trading 17/02 (€/ton)
Ecx/Ipe (futuri)
NordPool (termine) Mar. 06
Powernext (spot)
26,35
+1,35
26,30
=
26,15
-0,11
Fonte: QE su dati Platts
n LE RUBRICHE DI QE
La difesa
di Scaroni
Api va
in Borsa
L'analisi di Axia
è articolo a pag.
6
è Francesco Ranci a pag.
è articolo a pag.
2
n INDIA-FRANCIA
Borsa elettrica, mercati
e caropetrolio
A colloquio con Sandro Sapio, Ricercatore della Sant'Anna
School of Advanced Studies di Pisa
Critiche all'Autorità
e al Map
Accordo
nucleare
4
Chirac a Nuova Delhi
è articolo a pag.
7
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2
20 febbraio 2006
A T T U A L I T À
La difesa di Scaroni, Endesa Italia,
sindacati chiedono
che rilancia
intervento urgente
Forti rilievi ad Autorità per
l’Energia e Map. L’Eni non può
del governo
più fare politica energetica
All’indomani della multa dell’Antitrust,
stretto all’angolo dalle polemiche sull’emergenza gas e quando si comincia a parlare di
altre sanzioni (QE 17/2), l’amministratore
delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, difende il
comportamento del gruppo e rilancia criticando chi lo critica. Lo fa con una “conference call” con tre quotidiani (la Repubblica, Il Corriere della Sera e il Messaggero) il
cui resoconto è stato pubblicato ieri. Queste, in estrema sintesi, le sue principali argomentazioni.
1) L’emergenza gas non è colpa dell’Eni,
in ogni caso non solo dell’Eni. Intanto
perchè, rispetto alla tesi della “bolla”, Scaroni appena nominato ha compiuto una “inversione ad U” rispetto alla strategia del suo
predecessore (improntata, commenta, ad
una sorta di “cupio dissolvi” nel settore gas)
e poi perché già in settembre erano stati
messi sull’avviso prima l’Autorità per
l’Energia e successivamente il Map affinché
intervenissero per evitare quello che si paventava, in prospettiva, come il principale
problema: l’utilizzo degli stoccaggi da parte
dei grandi consumatori elettrici a svantaggio degli usi civili. Da Autorità e Map però
non è arrivata risposta.
2) L’Autorità per l’Energia vuole “smontare” il sistema gas nazionale (Eni fuori da
Snam Rete Gas, conferimento degli stoccaggi a questa società assieme alla proprietà
dei gasdotti esteri e dei contratti take or
pay), per meglio controllarlo. Ma allora, se
così dovesse essere, sta all’Eni d’accordo con
gli azionisti scegliere le soluzioni che creano
maggiore valore.
3) I gasdotti saranno potenziati nei tempi
richiesti dall’Antitrust. Ma questo servirà a
poco perché il mercato resta in mano ai
“colossi”, Gazprom e Sonatrach. I consumatori, alla fine, non ne avranno vantaggio.
4) C’è chi vorrebbe tornare a fare politica
energetica con l’Eni. Ma questo è impossibile. Premesso che resta inevitabile un rapporto privilegiato tra grandi imprese e governi, tuttavia l’Eni ormai è in Borsa e dunque qualsiasi azione di stampo dirigistico farebbe precipitare il valore delle azioni.
5) L’Eni ha cercato di dialogare con l’Antitrust. La multa comunque è comprensibile. Ma troppo elevata e per questo si farà ricorso.
Fin qui Scaroni. Ora si attendono le repliche.
Gli effetti dell'Opa lanciata da
Gas Natural preoccupano Cigl,
Cisl e Uil. Si teme il
ridimensionamento di un
operatore importante
Gli effetti in Italia dell’Opa lanciata da
Gas Natural su Endesa preoccupano i sindacati al punto che, con lettera alla Presidenza del Consiglio, hanno chiesto l’intervento urgente del Governo italiano sia in
sede europea che nei confronti dell’esecutivo spagnolo, per ottenere le necessarie assicurazioni sugli investimenti e l'occupazione
dopo che Madrid, nonostante il parere contrario dell'Antitrust nazionale, ha autorizzato l'operazione (QE 13/2).
I segretari generali Alberto Morselli (Filcem, Cgil), Carlo De Masi (Flaei - Cisl)e
Romano Bellissima (Uilcem - Uil), si legge
in una nota, sottolineano come “peraltro
Gas Natural abbia già annunciato che venderà ad Iberdrola un'altra parte degli asset
del gruppo Endesa, spezzettando quindi
Endesa Italia”.
In tal modo, denunciano i sindacati,
“verrebbe meno un operatore importante
nel settore elettrico italiano che opera nel
nuovo contesto europeo, frammentandolo
ulteriormente, mentre in Spagna si assiste
ad un rafforzamento interno dei propri
gruppi energetici con meccanismi tutt’altro
che trasparenti ed in contrasto con i principi di reciprocità indicati negli indirizzi assunti dal legislatore all'atto del processo di
liberalizzazione”.
Filcem, Flaei, Uilcem ricordano che “Endesa Italia si è caratterizzata nel nostro paese
per gli investimenti fatti per ammodernare
le sue centrali elettriche, anche in un quadro di diversificazione dei combustibili, per
implementare il ricorso alle fonti rinnovabili e all'uso limitato e pulito del carbone, e
per il rispetto del contratto nazionale unico
per il settore elettrico”.
Un appello a mantenere vivo l’impegno
di Governo e Parlamento italiano per “favorire l’unità aziendale di Endesa Italia” era
contenuto anche nelle conclusioni dell’indagine sull’energia condotta dalla commissione Attività Produttive della Camera (QE
9/2). Nel documento parlamentare si chiedeva altresì di “esigere che negli altri Paesi
europei, come in Italia, le cessioni di capacità avvengano tramite gare”.
Gnl Toscana,
Regione ribadisce
il proprio no
ad Edison
Via libera invece all’iniziativa Olt
Nuovo via libera della Regione Toscana
al progetto di terminale Gnl della Olt Lng
Toscana (51% Amga Genova-Endesa Europa) da realizzare a 12 miglia dalla costa tra
Pisa e Livorno (QE 17/1). “La giunta”, ha
dichiarato il presidente della Regione, Claudio Martini, al termine della riunione programmatica dell’esecutivo regionale svoltasi
oggi a Lucca, “ha adottato la delibera di
chiusura della procedura. Per quanto riguarda la Regione, il percorso è terminato.
Ora manca il decreto dei ministeri per
dare il via ai lavori”. Diverso il discorso per
l’altro progetto di terminale che interessa la
Toscana, quello di Edison-BP-Solvay a Rosignano (Livorno) (QE 24/1). La Regione,
che aveva già bocciato la versione originaria
del terminale, non sembra aver cambiato idea neanche di fronte alla variante presentata lo scorso anno dai promotori. “Noi pensiamo”, ha detto infatti Martini, “che dando il via libera alla piattaforma della Olt, la
Regione abbia già fatto la sua parte”. Dichiarazioni che tuttavia non scoraggiano Edison che, interpellata da QE, fa sapere di
andare avanti “con molta convinzione nel
processo autorizzativo, convinti della grande valenza industriale” del proprio progetto.
Non che l’iter del terminale offshore di
Livorno sia stato in discesa. Il decreto di autorizzazione era in effetti stato firmato dal
Map già lo scorso dicembre (QE
16/12/05), ma una volta giunto al ministero dell’Ambiente per la necessaria controfirma sul testo erano state apportate alcune
modifiche. Lo scorso 6 febbraio è stata
quindi inviata alla Regione una nuova versione del provvedimento, concordata da
Map e Minambiente, per le necessarie valutazioni. A quanto appreso da QE, nel nuovo testo sono state eliminate tutte le parti
che facevano riferimento all’iniziativa di EdisonBPSolvay e soprattutto è stato inserito
un passaggio in cui si precisa che il via libera al progetto di Livorno non preclude la
possibilità di autorizzare altri terminali in
Italia.
A questo punto, ha aggiunto Claudio
Martini, “credo che nulla osti al rilascio dell'autorizzazione visto che niente è stato modificato rispetto a quanto previsto dai ministeri”. Il testo passa ora alla firma di Matteoli e Scajola. Dopodichè la Olt Lng Toscana, potrà avviare i lavori.
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20 febbraio 2006
3
P E T R O L I O
Brent in forte
crescita per il
fattore Nigeria
Prezzi consigliati (€/litro) al 20/02
Occhi puntati anche sul vertice
Iran-Russia
Venerdì scorso i militanti del Movimento
per l’Emancipazione del Delta del Niger
avevano dichiarato alla Bbc “guerra totale”
alle compagnie petrolifere straniere e
avevano minacciato di voler far salire al
30% le interruzioni della produzione di
greggio del Paese entro la fine di febbraio.
Da quel giorno un’ondata di violenza si è
abbattuta sulle infrastrutture petrolifere di
Shell, il principale operatore straniero nel
Paese, provocando una perdita del 25% circa dell’output complessivo nigeriano. Mancano solo 8 giorni alla fine del mese e l’impressione è che i militanti non abbiano alcuna intenzione di mancare l’obiettivo del
30%. Prosegue dunque l’allerta, ormai perenne, da parte delle major internazionali
presenti nella zona.
Dopo il rapimento di nove ostaggi di due
giorni fa e l’incendio che ha danneggiato la
piattaforma offshore di Forcados, operata
da Shell, i guerriglieri hanno colpito nel
fine settimana l’oleodotto a Odidi, sempre
nella regione del Delta del Niger. La società
anglo-olandese ha dichiarato di aver interrotto ieri tutte le attività di produzione del
greggio nella zona ovest del Delta del
Niger, compromettendo in tal modo un
output pari a 445.000 barili/giorno. La
chiusura include anche il campo offshore
EA (115.000 b/g di capacità) e il terminale
di Forcados. Ma le “attenzioni” dei militanti potrebbero estendersi a breve anche alle
petroliere che assicurano la continuità delle
Quotazioni settimanali paniere Opec ($/b)
Mese
Rilevazione
Paniere
gen 06
19/1
58,43
26/1
60,12
2/2
60,25
9/2
58,14
16/2
55,18
feb 06
Medie mensili
gen 06
58,29
feb 06
56,66
I trim 06
57,82
Media annuale
2006
57,82
Fonte: Opec
Benzina
Gasolio
Gpl
1,239
1,153
0,669
1,246
1,153
0,679
1,249
1,150
0,679
1,241
1,153
0,679
1,246
1,153
0,679
1,239
1,153
0,682
1,241
1,153
0,679
1,239
1,153
0,682
1,153
0,679
1,246
Fonte: QE su dati compagnie
esportazioni di greggio.
I nuovi avvenimenti fanno seguito ad
una comunicazione di Shell di venerdì nella
quale si comunicava che le attività di ripristino dell’oleodotto Trans-Ramos, interessato da un sabotaggio a metà gennaio (QE
16/1), erano ormai terminate.
I mercati internazionali non sono stati a
guardare. Nel pomeriggio, all’Ice di Londra, i futuri di marzo sul Brent erano a quota 61,35 $/b (+2,4%). Chiusa invece la
piazza statunitense per la festività del
Presidents’ Day.
Del resto la Nigeria produce 2,36 milioni
b/g di greggio ed è il quinto fornitore degli
Stati Uniti, il più grande Paese consumatore al mondo. Il suo output, a basso contenuto di zolfo, è adatto alla produzione di
benzine, prodotto che gli Usa devono stoccare in gran quantità in vista dell’apertura
della “driving season” (QE 20/2).
I mercati sono in attesa anche del vertice
Iran-Russia sul programma nucleare di Teheran, in agenda oggi a Mosca. Laddove
fallisse il compromesso, il Consiglio di sicurezza dell’Onu potrebbe essere costretto ad
applicare le sanzioni al Paese mediorientale.
Nonostante le rassicurazioni del vice ministro del Petrolio iraniano, Mohammad Hai
Nejad Hosseinian, sull'intenzione dell'Iran
di non usare "il greggio come un'arma", il
mancato accordo potrebbe comunque creare nuove tensioni sui prezzi petroliferi
internazionali.
Le quotazioni
settimanali
del paniere Opec
Sono stati pubblicati i prezzi medi settimanali del paniere Opec aggiornati al 16
febbraio. La quotazione dell’indice di riferimento dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di greggio si è attestata a 55,18 dollari/barile, in calo del 5% circa (- 2,96 dolla-
ri/barile) rispetto alla media della settimana
precedente (QE 13/2).
Prosegue, dunque, per la seconda settimana consecutiva la flessione del prezzo
medio settimanale del paniere Opec, mai
così in basso dall’inizio dell’anno.
Sul fronte produttivo, intanto, si accende
il dibattito sulle decisioni da prendere nel
prossimo vertice dell'Organizzazione, in
programma l'8 marzo. Dopo le dichiarazioni del ministro del Petrolio venezuelano,
Rafael Ramirez (QE 17/2), sulla necessità
di ridurre il "tetto" produttivo del cartello,
oggi è intervenuto sulla questione anche il
ministro dell'Energia kuwaitiano, Ahmad
Fahd al-Sabah, secondo il quale un taglio
della produzione ufficiale potrebbe essere
necessaria per una ipotizzabile sovrapproduzione di 1-2 milioni di barili nel secondo
trimestre dell'anno.
Differente la posizione del ministro dell'Energia algerino, Chakib Khelil, il quale
ha dichiarato che "è possibile che non prenderemo una decisione e lasceremo i livelli
invariati". Apertura anche dell'Iran. Il vice
ministro del Petrolio, Mohammad Had
Nejad Hosseinian, ha dichiarato in girnata
che l'obiettivo è quello di "mantenere i
prezzi tra i 50 e i 60 dollari". Un taglio sarebbe ipotizzabile solo se le quotazioni scendessero al di sotto della soglia dei 50 $/b.
Russia: nel 2005
+2,2% produzione
di greggio,
ma cala l'export
La produzione petrolifera russa ha totalizzato lo scorso anno 469,6 milioni di
tonnellate (in media 9,4 milioni di barili al
giorno), il 2,2% in più rispetto al 2004; le
esportazioni di greggio, tuttavia, sono risultate in diminuzione del 2% fino a 252,5
milioni di tonnellate (circa 5 milioni di b/g)
per effetto di un aumento del 6,2% delle
vendite di petrolio all’interno del Paese, che
hanno raggiunto i 207,4 milioni di
tonnellate (4,2 milioni di b/g). Lo rivelano i
dati forniti oggi dal Servizio Federale di
Statistica russo, secondo cui in dicembre la
produzione è stata pari a 40,8 milioni di
tonnellate (+3,1% nei confronti dello stesso
mese 2004) e le vendite sul mercato domestico sono cresciute del 3,9% a 18,2 milioni
di tonnellate, con un contestuale calo
dell’export del 3,4% (a 22,2 milioni di
tonnellate).
Le esportazioni di greggio hanno costituito nel 2005 il 34,6% dell’export totale
della Russia, contro il 32,1% dell’anno
precedente.
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4
20 febbraio 2006
I T A L I A
Borsa elettrica, mercati
finanziari e caropetrolio
A colloquio con Sandro Sapio, Ricercatore della
Sant'Anna School of Advanced Studies di Pisa *
di Francesco Ranci
Da qualche mese si osserva che l'Italia ha iniziato a esportare energia elettrica e secondo alcuni ciò avverrebbe grazie alla competitività delle nuove centrali a ciclo combinato. In realtà - dice a
QE il dott. Sandro Sapio, studioso dei mercati dell'energia a livello internazionale - le analisi disponibili suggeriscono, piuttosto, che si è verificato un forte aumento nella domanda in Francia e in Germania - dove è notevolmente cresciuto l'utilizzo del
riscaldamento elettrico, dando luogo a prezzi elevatissimi in quei
Paesi a partire dallo scorso novembre.
Le aziende italiane hanno quindi trovato conveniente esportare, approfittando anche del fatto che la domanda in Italia si è
mantenuta su livelli contenuti, e, riconosce il dott. Sapio, la diffusione del ciclo combinato ha svolto un ruolo importante, mitigando gli effetti negativi sia del caro-petrolio che dei tagli alle
forniture di gas: ma ciò non autorizza a pensare che la situazione
dell'Italia sia, strutturalmente, molto cambiata.
Guardando alla borsa elettrica italiana, che ha alle spalle una
storia breve e quindi consente pochi confronti della sua performance a livello internazionale, i dati disponibili non sono incoraggianti, rispetto al livello dei prezzi raggiunto. Del resto, osserva Sapio, nessun mercato può funzionare in modo efficiente se
un'azienda soddisfa da sola metà della domanda.
Inoltre, mentre il regolatore americano (la Ferc) è dotato di
Trasparenza bollette
elettriche, l’Autorità
avvia consultazione
I soggetti interessati potranno
inviare osservazioni e proposte
entro il 7 aprile
L'Autorità per l'Energia ha pubblicato
sul proprio sito internet (www.autorita.energia.it) un documento di consultazione in
merito a nuove proposte per migliorare la
leggibilità e la comprensibilità delle bollette
dell’energia elettrica.
Le proposte odierne, poste anche all’attenzione dei consumatori e degli operatori,
modificano e integrano le regole di trasparenza già fissate dall’Autorità con la delibera
n. 55 del 16 marzo 2000 e traggono origine
dalle modifiche verificatesi nel mercato durante gli ultimi anni.
Per quanto riguarda la parte della bolletta
in cui vengono esposti i costi per il cliente,
nel documento vengono formulate proposte
poteri di intervento diretto quando i prezzi di mercato non gli risultano "just and reasonable", in Europa, dove ogni singolo Stato
ha scelto propri modi e tempi di implementazione delle direttive
europee, ciò non avviene. In Italia, a fronte di un abuso di posizione dominante l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha soltanto poteri di segnalazione all'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato. E a ciò si aggiunge l'inadeguatezza degli indicatori del potere di mercato, rispetto alle peculiarità dell'industria
elettrica. Ad esempio, quando le linee di trasmissione sono "intasate" e si creano colli di bottiglia geografici, che consentono anche a piccoli produttori di alzare i prezzi ben al di sopra dei costi
di produzione, il fenomeno non viene rilevato come abuso di posizione dominante. Se la Ferc ne ha tenuto conto - e ha utilizzato
indicatori basati sulla logica del produttore pivotale -, i regolatori
europei e italiani, al contrario, non l'hanno ancora fatto.
La situazione italiana è complicata, infine, dalla nostra posizione geografica, che rende difficoltosa l'interconnessione con l'estero - riducendo la capacità di importazione. Secondo i dati raccolti da Sapio, la nostra capacità di importazione (in rapporto alla
capacità produttiva), è molto inferiore a quella dei Paesi scandinavi e del Benelux. Siamo agli stessi livelli di Francia e Germania,
e superiamo solo di poco Spagna e Portogallo - anch'esse fisicamente "separate" dal resto d'Europa.
La nostra borsa elettrica è quindi tra quelle maggiormente soggette ad improvvisi problemi di congestione e a prezzi elevati.
Come è noto, i dati del 4th Benchmarking Report della Commissione Europea indicano che, tra il 1997 e il 2004, l'Italia ha
detenuto il record europeo dei prezzi dell'elettricità alle grandi aziende industriali e alle famiglie: e sebbene sia in atto - conclude
Sapio - un processo di convergenza dei prezzi a livello europeo,
l'Italia ne è fuori.
* Il testo completo dell'intervista è disponibile sul sito di QE
per contemperare le esigenze di semplificazione con la completezza delle informazioni. Perciò, l’Autorità suggerisce che la nuova bolletta elettrica riporti due distinti quadri di presentazione: un quadro sintetico e
semplificato per le voci principali che compongono l’importo totale della bolletta; ciò
per consentire al cliente di conoscere in modo immediato la spesa complessiva, in relazione alle caratteristiche della fornitura, ai
consumi e alla tariffa applicata; un quadro
di dettaglio che permetta ai clienti, che la
ritenessero opportuna, un’analisi più approfondita di tutti gli elementi costitutivi del
prezzo e dei calcoli che portano alla determinazione dell’importo finale della bolletta;
il quadro di dettaglio può inoltre rappresentare un valido strumento per valutare e confrontare le offerte che verranno proposte dai
fornitori. Nel documento si propone inoltre
di rafforzare il contenuto informativo della
bolletta attraverso: informazioni aggiuntive
sull’andamento dei consumi, medi e complessivi; introducendo uno spazio dedicato
alle “comunicazioni istituzionali” della stessa Autorità.
I soggetti interessati potranno inviare osservazioni e contributi propositivi, entro il
7 aprile all’indirizzo: Autorità per l’energia
elettrica e il gas, Direzione Consumatori e
qualità del servizio, piazza Cavour 5 –
20121 Milano, e-mail:
[email protected]
AU, avviso per asta
sulla frontiera
svizzera (376 MW)
L’Acquirente Unico ha pubblicato l’avviso per l’asta import 2006 relativa alla frontiera svizzera. L’asta è attesa per giovedì
prossimo, 23 febbraio, a partire dalle ore
10.00. E’ del tipo pay as bid a rialzo sullo
sconto da offrire rispetto al PUN (Prezzo
Unico Nazionale) ed è basata su due prodotti Peak e Off-Peak, per complessivi 376
MW in ciascun prodotto. Il periodo di fornitura va dalle ore 00.00 del 1° marzo alle
ore 24.00 del 31 dicembre 2006. L’aggiudicazione all’AU di un quantitativo di certificati di ricopertura corrispondenti alla capacità di trasporto interessata, era avvenuta alla fine dello scorso anno (QE 28/12/05).
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M E R C A T O
20 febbraio 2006
5
P E T R O L I F E R O
I N T E R N A Z I O N A L E
Greggi & Prodotti
a cura di Vittorio D'Ermo
$/b
Greggi a confronto
75
70
65
WTI
60
55
IRANIAN H
50
BRENT
17-feb-06
8-gen-06
8-gen-06
28-gen-06
19-dic-05
29-nov-05
9-nov-05
19-dic-05
$/ton
20-ott-05
30-set-05
10-set-05
21-ago-05
1-ago-05
45
Prodotti a confronto
CIF Med Genova
900
800
700
DIESEL
600
500
BENZINA
400
O.C. 1% S
300
Anche nel caso del caso del paniere Opec,
di nuovo
vicino 50
ai 55
$/barile (QE 20/2),
BENZINA
(PREMIUM
PPM)
e del paniere
DIESEL
50 PPM QE Italia a 55,91 $/barile, il
O.C.
1% S è avvenuto solo nella giornata di
recupero
venerdì, a conferma dell’origine americana
del rimbalzo.
Sul mercato dei prodotti Cif Med Genova, i segnali di recupero dei prezzi della
benzina che si erano manifestati nella giornata di mercoledì, si sono ulteriormente rafforzati negli ultimi giorni della settimana,
sino a riportare le quotazioni di questo prodotto sopra i 500 $/ton dopo essere scese a
460 $/ton, livello poco distante dai 440
$/ton di un anno fa, quando, però, il prezzo
del Brent era di 44 $/barile.
In recupero, anche se più contenuto, le
quotazioni del gasolio 50 ppm, che si sono
portate a 571,63 $/ton, restringendo a 65
$/ton l’ancora forte divario a sfavore della
benzina.
Sempre in fine settimana sono state stabili intorno ai 340 $/ton le quotazioni dell’o-
17-feb-06
28-gen-06
29-nov-05
9-nov-05
30-set-05
10-set-05
21-ago-05
20-ott-05
O.C. 3,5% S
200
1-ago-05
La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da due distinti cicli: una prima
parte della settimana caratterizzata da nuove
sensibili riduzioni delle quotazioni del greggio con il WTI a 57,59 $/barile nella giornata di mercoledì, ultimi due giorni qualificati, invece, da sensibili recuperi, che hanno
riportato il WTI a 59,88 $/barile, quindi esattamente sullo spartiacque dei 60 $/barile.
Alle origini di questa interruzione del ciclo di ribassi, iniziato alla fine di gennaio,
fattori di tipo tecnico e di tipo geopolitico,
che hanno mutato il quadro delle aspettative. Dopo le forti vendite degli ultimi giorni
molti operatori, anche in vista delle prossime scadenze tecniche e del lungo week-end
americano della nascita di Washington,
hanno effettuato interventi di copertura
(QE 17/2).
Il quadro complessivo, almeno sino a
quando non inizierà la stagione delle benzine, potrebbe giustificare una prospettiva di
stabilizzazione o addirittura di ulteriore erosione delle quotazioni.
Le dichiarazioni del nuovo responsabile
della Federal Reserve americana, Bernanke,
che ipotizzano un nuovo ritocco al rialzo
dei tassi d’interesse, potrebbero avere indirettamente un effetto calmierante sulle aspettative di crescita della domanda petrolifera americana oltre che sulle transazioni sui
mercati dei futuri, proprio per il maggior
peso degli oneri finanziari su queste operazioni.
Questa evoluzione, anche sulla base delle
prime indicazioni della giornata (QE 20/2),
sarà, però, contrastata dalle preoccupanti
notizie provenienti dalla Nigeria, dove il
Movimento per la liberazione del Delta del
Niger ha minacciato di attaccare il naviglio
diretto ad un terminale Shell con una capacità di 340.000 barili/giorno, dopo una serie di attentati e sequestri.
Anche il contenzioso con l’Iran continuerà ad influire sulle aspettative che rischiano
di far perdere di vista i fondamentali.
Il processo di recupero del WTI negli ultimi giorni della settimana ha interessato
anche il Brent tenendo, però, conto della
particolare situazione che si era determinata
nella giornata di mercoledì, che aveva visto
allo stesso livello i prezzi dei due marker
crudes. Il prezzo del Brent è, infatti, rimbalzato solo nella giornata di venerdì portandosi a 58,12 $/barile, all’interno della fascia
d’attenzione, con un differenziale rispetto al
WTI di poco meno di due dollari, più in linea con la media di lungo periodo.
lio combustibile a basso tenore di zolfo,
mentre le quotazioni dell’olio combustibile
ad alto tenore di zolfo hanno ceduto nuovo
terreno rispetto agli inizi di settimana portandosi a 284,75 $/ton, con un rapporto rispetto al Brent sempre molto elevato.
I mutamenti intervenuti sul fronte dei
prezzi sul finire di questa settimana segnano
in ogni modo un miglioramento delle condizioni operative delle raffinerie, esposte in
questi ultimi tempi a margini del tutto inadeguati.
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E N E R G I A
A
6
P I A Z Z A
20 febbraio 2006
A F F A R I
Dopo Saras anche Api in Borsa
L'analisi di Axia
Ai nastri di partenza, tra le oltre 23 società che si apprestano al debutto in Borsa, si
colloca anche l’Api, il gruppo romano di
raffinazione e stazioni di servizio, dei Brachetti Peretti.
Dopo l’annuncio ufficiale della futura
quotazione di Saras, la società petrolifera
della famiglia Moratti, un’altra società del
settore si prepara ad esordire nel listino. I
dettagli sull’operazione non sono ancora
noti, ma dai vertici si evince che l’operazione sarà composta da un aumento di capitale
e in parte da una cessione di azioni da parte
della famiglia, che controlla la società al
99% attraverso l’Api Holding. La quota che
andrà sul mercato è prevista intorno al
40%. L’operazione sarà affidata a Mediobanca con il ruolo di advisor finanziario e a
Capitalia e Goldman Sachs come global
cooordinator. Anche il perimetro delle attività che andranno in Borsa non’è stato definito, ma l’ipotesi è che vi rientri l’Api Anonima, attiva nell’approvvigionamento di
greggi e semilavorati, la rete di distribuzione
Ip e l’Api Energia che opera nell’ambito
della produzione di energia elettrica. A tal
senso l’enterprise value complessivo che potrebbe assumere la società sulla base dei risultati 2004, ancora nessuna indiscrezione è
emersa su quelli per il 2005, si aggira tra i
1,5 miliardi e i 1,9 miliardi, a fronte di un
indebitamento stimato a 750 milioni e di
una capitalizzazione di 1,1 miliardi, mentre
l’Ebitda complessivo 2004 dovrebbe attestarsi attorno ai 270 milioni.
Il Gruppo Api opera, oltre che nel settore
petrolifero che ne rappresenta il core business, sia nel campo dello sviluppo e della
realizzazione di progetti industriali per la
produzione di energia elettrica, privilegiando l’utilizzo di fonti assimilate e rinnovabili, quali l’eolico e le biomasse, sia nella commercializzazione di carburanti alternativi a
quelli tradizionali, come il metano, Gpl e
biocarburanti.
Il Gruppo concentra la propria attività di
raffinazione sull’impianto di Falconara Marittima (Ancona). Tale raffineria, nata nel
1950 e sviluppata su una superficie di oltre
700.000 mq, ha attualmente una capacità
di lavorazione di 3.900.000 tonnellate annue, pari a circa 85.000 barili/girono ed
una capacità di stoccaggio di oltre
1.500.000 metri cubi. L’ Api Energia
S.p.A., costituita nel 1992, possiede nel- l’ambito della raffineria di Falconara Marittima, uno dei primi impianti IGCC, realizzati in Europa. L’impianto ha come finalità
la produzione di vapore e energia elettrica
in cogenerazione dalla gasificazione degli idrocarburi pesanti provenienti dal ciclo di
raffineria. L’impianto IGCC, avente una
potenza elettrica di circa 280 MW, è in grado di produrre circa 2 miliardi di Kwh/anno e di soddisfare, circa il 30% del fabbisogno energetico delle Marche. Per quanto riguarda la distribuzione, l’Api, grazie all’acquisizione nel 2005 per 186 milioni delle
3.000 stazioni di servizio Ip, ha raggiunto
una quota di mercato del 12%.
Sul fronte dei risultati consolidati, al termine dell’anno 2004, l’Api ha registrato un
valore della produzione pari a 2.981 milioni
di euro, in salita del 6% rispetto al bilancio
2003, per effetto essenzialmente dei prezzi
che riflettono a loro volta gli incrementi di
costo della materia prima. I costi per materie e servizi sono pari a 2.627 milioni di
euro, in salita del 7,8%. Il margine operativo lordo, grazie ai migliori margini di raffinazione internazionali ed al miglioramento
della performance della logistica che compensano i minori margini di commercializzazione nazionali rispetto l’anno precedente, si attesta a 124,8 milioni, in salita rispetto i 107,4 del 2003. Il risultato operativo
passa in leggera flessione dai 55,5 milioni di
euro del 2003 ai 54,5 milioni al 31 dicembre 2004. A fronte di valore di attività finanziarie e partite straordinarie pari a 16,3
milioni di euro, l’utile netto, nonostante
imposte per 22,2 milioni di euro, registra
una crescita record del 278,7% e passa dai
10,8 milioni del 2003 a 40,9 milioni di
euro.
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E S T E R I
Accordo nucleare India-Francia
Il presidente francese, Jacques Chirac, e il primo ministro indiano, Manmohan Singh, hanno sottoscritto oggi a Nuova Delhi un
accordo preliminare per l’avvio di una cooperazione nel settoer del
nucleare civile. India e Francia, ha spiegato Chirac, “confermano
l’interesse a sottoscrivere un accordo bilaterale di cooperazione per
lo sviluppo dell’energia nucleare a fini pacifici, nel rispetto delle leggi, degli impegni e dei regolamenti internazionali”.
In una dichiarazione congiunta diffusa a margine dell’incontro, i
due leader precisano che “l’energia atomica costituisce una fonte energetica sicura, duratura e rispettosa dell’ambiente” e, nel pieno
della crisi internazionale scatenata dai piani nucleari dell’Iran, sottolineano che “la proliferazione delle armi nucleari costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza”.
L’India, tuttavia, non ancora ha sottoscritto il trattato internazionale di non proliferazione nucleare. L’accordo con Parigi prevede
comunque il coinvolgimento dell’Agenzia internazionale per
l’energia atomica (Aiea), con la quale verranno siglate “appropriate
intese di garanzia”.
Gasdotto Olanda-Regno Unito
al via alla fine dell’anno
Bacton-Balgzand Line (Bbl), la società che sta realizzando il gasdotto di 235 km tra l’Olanda e il Regno Unito, ha annunciato che
la capacità della condotta sarà di 42 milioni di mc al giorno, il 50%
in più di quanto previsto inizialmente.
Bbl, ha spiegato ieri il direttore esecutivo Martin Bosman, installerà le 2 stazioni di compressione del progetto iniziale rispettando la
data del 1° dicembre 2006, in tempo per avviare il gasdotto nelle
prime settimane del 2007 con una capacità di 28 milioni di mc al
giorno. Nel marzo 2007, però, entrerà in funzione una terza stazione di compressione, che sarà in grado di aumentare la portata della
struttura fino a 15,3 miliardi di mc l’anno. Bbl – partecipata dall’olandese Gasunie (60%), dalla tedesca E.ON Ruhrgas (20%) e dall’operatore della rete del gas belga Fluxys (20%) – ha avviato nel
2004 i lavori di costruzione della condotta, che collegherà Balgzand, a nord di Amsterdam, a Bacton, nel Norfolk. La posa del tubo
da 36 pollici e le opere connesse comporteranno un investimento di
500 milioni di euro. Al fine di soddisfare la crescente domanda del
Regno Unito, Fluxys ha anche in progetto la realizzazione entro il
2010 di una condotta da Eynatten, nodo belga nei pressi della frontiera tedesca, a Zeebrugge, in modo da accrescere i volumi di gas
per l’invio al di là della Manica attraverso l’Interconnector.
Fotovoltaico: Acciona avvia
maggiore impianto Spagna
Acciona Energía ha avviato venerdì a Castejón, in Navarra, la
centrale fotovoltaica più grande della Spagna. L’impianto, che ha
comportato un investimento di 19 milioni di euro, è in grado di generare 4,4 milioni di kW/h l’anno, grazie a una superficie di pannelli pari a 100.000 mq. Quella di Castejón è la sesta centrale di
questo tipo realizzata da Acciona, che nel complesso vanta ora in
Spagna una capacità fotovoltaica pari a 10,2 MW, che sale a 30
MW considerando anche gli impianti solari termodinamici. In quest’ultimo settore, la società ha annunciato la settimana scorsa un
progetto da 220 milioni di euro per la realizzazione di una centrale
da 64 MW nel deserto del Nevada (Stati Uniti).
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20 febbraio 2006
A T T U A L I T À
Emergenza gas,
finora utilizzati
circa 350 milioni
mc di strategico
A tutta la giornata di domenica, a quanto
appreso da QE, sarebbero state utilizzati
circa 350-360 milioni di mc di stoccaggi
strategici. Ieri una modesta ma significativa
ricostituzione. In questa fase ed in vista della riunione di mercoledì dell’apposito Comitato di monitoraggio, la situazione – grazie al miglioramento del clima registrato nel
fine settimana – appare più tranquilla. Le
previsioni meteo tuttavia non promettono
nulla di buono ed il punto potrà essere fatto
di nuovo soltanto a fine settimana.
I consueti comunicati di Snam Rete Gas
ed Eni certificano intanto l’avvenuto miglioramento. Snam comunica che, durante
la giornata odierna, i consumi complessivi
delle utenze allacciate sono stati pari a 257
milioni mc con un calo del 7,5% rispetto al
dato precedente. Il calo maggiore è quello
della termoelettrica, con utilizzi per 57 milioni, pari al 18,7%, ma scendono anche
l’industriale (- 6,1%) ed il civile (- 3%). Eni
dal canto suo ha reso noto che le riduzioni
delle forniture dalla Russia sono scese a 2
milioni mc, pari al 2,7% del totale e con un
impatto soltanto dello 0,8% sui consumi
italiani. La previsione è ora per una consegna completa.
Istat, il caropetrolio
affossa la bilancia
commerciale
Bene gli indici del fatturato del
comparto energia
Sono stati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica i dati relativi al commercio
con l’estero per l’intero 2005. Rispetto al
2004 le esportazioni totali sono aumentate
del 3,7% (+1,1% verso l’Ue), le importazioni del 6,8% (+1,2%). Il saldo commerciale
generale è risultato negativo per 10.368 milioni di euro rispetto al deficit di 1.221 milioni di euro registrato nel corso del 2004.
Il mese di dicembre ha visto un peggioramento del bilancio import/export sia nel
complesso che con i Paesi Ue. Rispetto allo
stesso mese del 2004, infatti, le esportazioni
sono aumentate del 4,2% (in calo invece
dello 0,8% verso i Paesi Ue) a fronte di importazioni in aumento dell’8,7% (+2,3%).
Il saldo dell’ultimo mese dello scorso anno
è stato pari a -1.731 milioni di euro.
L’analisi per settore di attività economica
mette il luce che nel mese di dicembre 2005
gli incrementi tendenziali più elevati delle
esportazioni sono stati registrati, tra gli altri,
per i prodotti petroliferi raffinati (+82,5%).
Nell’intero anno l’aumento è stato del
53,9%. Sul fronte dell’import, invece, spiccano gli incrementi per i minerali energetici
(+52,7% a dicembre, +39,3% su base annua). Da segnalare la dinamica del settore
dell’energia elettrica, gas e acqua, il cui import è sceso a dicembre del 13,6% ma chiude il 2005 con un aumento del 20,2%. Relativamente a quest’ultima voce, le importazioni dai soli Paesi Ue sono diminuite a dicembre del 36,2%.
Per quanto attiene al saldo tra import ed
export, nell’intero 2005 i minerali energetici hanno fatto segnare un -40.582 milioni
di euro, i prodotti petroliferi raffinati un
+4.132 milioni di euro, mentre il settore energia elettrica, gas e acqua un deficit di
2.104 milioni di euro.
L’intero comparto energia, con saldo negativo di 38.554 milioni di euro nell’intero
2005, si conferma quindi il principale indiziato per motivare la dinamica della bilancia
commerciale italiana.
Dati confortanti sul fronte indici del fatturato dell’industria. L’Istat ha reso noto
oggi che il comparto energia ha fatto segnare un incremento del 21,8% nell’intero
2005 (+27,9% nel solo mese di dicembre).
Tra i vari settori di attività economica, gli
aumenti più sensibili dell’indice sono imputabili all’estrazione di minerali (+8,3% su
base annua, +27,5% a dicembre) e alle raffinerie di petrolio (rispettivamente +23,4% e
+25,9%).
In Parlamento,
emergenza gas,
Cip6 e biocarburanti
attendono il via
A quasi dieci giorni dallo scioglimento
delle Camere proseguono intensamente i lavori delle aule parlamentari per convertire i
decreti-legge rimasti e non solo. A Montecitorio dovrebbe arrivare mercoledì il via libera definitivo al Ddl di conversione in legge
del DL emergenza gas (QE 17/2). Al primo
punto dell’odg dell’aula della Camera di
mercoledì figura il DL sulla Pubblica Amministrazione (con all’interno la cartolarizzazione del Cip6), privo ancora dell’approvazione di entrambi i rami del Parlamento.
Altro provvedimento di interesse che attende il via libera della Camera questa settimana, dopo aver avuto quello del Senato, è il
DL Agricoltura che prevede al suo interno
l’obbligo di miscelazione dei biocarburanti.
Fitto anche il calendario dei lavori delle
commissioni dove, tra le altre cose, comincia a Montecitorio l’esame dello schema di
decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture
(n. 606), approvato dal Consiglio dei Ministri del 13 gennaio (QE 16/1) Nella rubrica
“In Parlamento” di QE è disponibile, come
ogni lunedì, l’agenda dell’energia a cura di
Nomos.
All’Eni il 100%
di Siciliana Gas,
sì dell’Antitrust
Con il provvedimento n. 15158 del 1°
febbraio, pubblicato sul Bollettino n. 5 di
oggi, l’Antitrust ha autorizzato l’acquisizione da parte di Eni del 50% di Siciliana Gas
e dell’unica azione di Siciliana Gas Vendita
(99,99% Siciliana Gas), attualmente detenuta da Espi (QE 13/1). In virtù del 50%
già in suo possesso l’Eni sale così al 100%
di entrambe le società.
Nata nel 1979, Siciliana Gas è attiva, direttamente e tramite la controllata Siciliana
Gas Vendite, nella distribuzione e vendita
di gas naturale in Sicilia, dove è presente in
76 Comuni, tra i quali Agrigento, Enna e
Trapani. Nel 2004, il fatturato consolidato
realizzato è stato di 75,510 milioni di euro.
Autostrade, nel
2005 172,4 m.ni di
euro per royalty
aree di servizio
Nel 2005 gli introiti dalle aree di servizio
per royalty di competenza del gruppo Autostrade sono stati pari a 172,4 milioni di euro e includono 4,5 milioni di euro di “una
tantum” e ricavi straordinari.
Rispetto al 2004 si registra un aumento
di oltre il 12%, per effetto dell’entrata in vigore della quasi totalità dei nuovi affidamenti. Il dato emerge dal bilancio dell’esercizio del gruppo approvato oggi dal cda. Lo
scorso anno, sottolinea una nota della società presieduta da Gian Maria Gros - Pietro,
si è conclusa la terza e ultima fase del processo di assegnazione delle sub-concessioni
sulle 245 aree di servizio del gruppo, iniziata nel 2002, ed è stato avviato un ingente
programma di investimenti (800 milioni di
euro, 35% attivati) per riqualificare i servizi
a disposizione della clientela.
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20 febbraio 2006
A T T U A L I T À
Consumi gas Ue +1,9%
nel 2005, Italia +6,9%
Il nostro Paese registra il terzo maggiore aumento
a livello europeo
Il consumo di gas dei 25 membri dell’Unione europea è cresciuto
nel 2005 dell’1,9% rispetto all’anno precedente fino a 492,5 miliardi di mc. Lo rivelano i dati preliminari diffusi dall’associazione dell’industria europea del gas Eurogas, secondo cui l’aumento testimonia una tendenza che non è stata interrotta nemmeno dall’aumento
dei prezzi e dal clima particolarmente mite avutosi lo scorso anno
nell’Europa nord-occidentale.
I Paesi a maggior tasso di sviluppo, secondo il rapporto Eurogas
pubblicato venerdì, sono quelli meridionali, con la Spagna nettamente in testa nella classifica dei maggiori aumenti dei consumi
(+17,7% dal 2004 al 2005) seguita da Portogallo (+12,6%), Italia
(+6,9%) e Grecia (+6%). La palma negativa spetta alla Finlandia (8,9%), che ha però sofferto di circostanze eccezionali. Il tempo particolarmente caldo in inverno spiega invece i cali nei consumi dei
Paesi settentrionali (Irlanda, Danimarca, Svezia e Olanda). Quasi
ferma la domanda di Germania, Belgio, Slovacchia, Regno Unito e
Repubblica Ceca, mentre Polonia e Francia hanno messo a segno,
rispettivamente, un +3,4 e un +3,3%.
I consumi di gas italiani sono passati dai 78,7 miliardi di mc del
2004 a 84,2 miliardi di mc del 2005.
Lo scorso anno, gli approvvigionamenti all’Europa occidentale
hanno totalizzato 579,3 milairdi di mc, un volume significativamente più alto del consumo conseguente alla costituzione di nuovi
stoccaggi.
Nella Ue a 25, il 42% delle forniture è stato coperto dalla produzione interna, mentre i maggiori fornitori esterni sono risultati la
Russia (24% del totale), la Norvegia (14%) e l’Algeria (11%). Solo
il 9% è arrivato da altre aree come Egitto, Golfo Persico, Libia, Nigeria, Qatar e Trinidad & Tobago.
Alla fine del 2005, nella Ue a 25 risultavano connessi alla rete del
gas 103,45 milioni di clienti, l’1,5% in più rispetto al 2004.
Ref., in Italia abbiamo una
liberalizzazione “ibrida”
Superare la tentazione di controllare l’inflazione
con le tariffe
Francia, Germania e Spagna stanno guidando un processo di aggregazione dei campioni nazionali; l’Inghilterra, invece, premia l’apertura dei mercati. L’Italia, con il proprio modello “ibrido” non
sembra aver adottato una strategia permiante né in una direzione
tantomeno nell’altra. Questo il parere di Pia Saraceno che ha illustrato oggi uno studio ref. sulle liberalizzazioni nell’energia, in occasione di un incontro organizzato, a Roma, dall’Aiget (QE 9/1).
Lo studio evidenzia come primo passaggio indispensabile nel settore elettrico, quello di eliminare le fonti a sconto ed i relativi meccanismi di allocazione. Per le importazioni, il passaggio ad un meccanismo di mercato di assegnazione della capacità è già imposto
dalla Ue mentre sarebbe necessaria la revisione del meccanismo di
interrompibilità. Radicale la revisione del meccanismo dei certificati
verdi, dove si forma un prezzo fortemente distorto.
Nel settore gas occorre garantire soprattutto trasparenza alla formazione dei prezzi, attraverso la diffusione non solo dei dati dei
prezzi praticati al consumatore finale ma anche dei prezzi nella fase
a monte. E’ poi necessario un chiarimento sulla congruità di alcuni
prezzi ai quali vengono rinnovate le concessioni ai distributori da
parte dei Comuni.
L’aver scelto di aprire pochi spazi alla concorrenza o agli azionisti
privati, secondo ref., non è stata molto efficace e potrebbe rivelarsi
capace di complicare la gesti9one della politica energetica. Un tema
cruciale in questo senso è il tipo di controllo Antitrust da mettere in
atto in Italia mentre si sostengono le imprese nazionali nelle loro
politiche di internazionalizzazione, pretendendo se non altro politiche di reciprocità dagli interessi europei. Per il gas il timore principale è al momento quello degli approvvigionamenti. La governance
nella rete elettrica deve registrare come prioritario l’intervento per la
costruzione di nuove reti, specie nelel zone più sfavorite. Potrebbe
essere inasprito a questo riguardo il limite del 5% alla partecipazione degli operatori nel capitale del nuovo Gestore. Un altro intervento potrebbe riguardare l’eliminazione di margini di discrezionalità nel dispacciamento degli impianti. La separazione societaria per
le fasi regolate nel gas nelle diverse fasi, diventa una necessità che
l’attuale normativa non garantisce. Alla cessione di Snam dovrebbe
seguire il conferimento alla società della facoltà di operare all’estero.
Occorre poi superare una volta per tutte le tentazioni di controllare l’inflazione tramite lo strumento tariffario. I prezzi devono poter segnalare le scarsità e le distorsioni. In questo ambito dovrebbe
essere più chiaro il rispetto dei ruoli tra Governo e Autorità per
l’Energia. Infine, alla luce dell’esperienza degli ultimi anni, un auspicio: applicare le leggi e superare la logica della legislazione continua.
Opa Endesa: Enel vuole il 100%
di Snet, Unión Fenosa 1.200
MW e 250.000 clienti gas
L’Enel intende acquistare il 100% della francese Snet. Lo ha rivelato oggi in un’intervista al quotidiano “Les Echos” l’amministratore delegato del gruppo, Fulvio Conti, il quale si è detto interessato
non solo alle quote che Electricité de France (Edf) e Charbonnages
de France (18,75 e 16,25% rispettivamente) dovrebbero cedere in
base all’accordo Italia-Francia (QE 10/1), ma anche al 65% attualmente in mano a Endesa che dovrebbe passare a Iberdrola in caso di
successo dell’Opa di Gas Natural.
“Non so se esiste un accordo Gas Natural-Iberdrola in questo
senso”, ha detto Conti, “ma noi abbiamo già manifestato il nostro
interesse per il 100% degli asset che Gas Natural sarà obbligata a
vendere dopo l’Opa su Endesa, incluso il 65% di Snet”. L’Enel, ha
proseguito Conti, intende divenire il secondo operatore elettrico
della Francia, in cui prevede di investire 1,7 miliardi di euro nei
prossimi 20 anni. Già entro il 2012, la società italiana punta al 7%
della produzione d’oltralpe.
Sempre oggi, il quotidiano spagnolo “El Periódico” sostiene che
l’esecutivo di Madrid vorrebbe la cessione a Unión Fenosa di una
parte consistente degli asset di Gas Natural-Endesa. In particolare,
si tratterebbe di centrali elettriche in Catalogna e Andalusia per
1.200 MW e reti di distribuzione in varie parti della Spagna per
complessivi 250.000 clienti.
Vale ricordare che Unión Fenosa opera nel settore gas attraverso
una joint-venture paritetica con l’Eni ed è attiva in quello delle fonti rinnovabili con Eufr, società controllata all'80% dall’Enel.
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A P P U N T A M E N T I
A Milano l’Energy
community del Sud
Est Europa
I rappresentanti delle Autorità di regolazione dell’energia dei paesi dell’area Balcanica e dei principali paesi confinanti si sono
incontrati la settimana scorsa a Milano,
presso la sede dell’Autorità per l’Energia,
per aggiornare i propri programmi di lavoro.
La riunione è stata coordinata da Alessandro Ortis e Micheal Caramanis, rispettivamente presidenti dell’Autorità italiana e
greca.
L’obiettivo principale dell’incontro è stato quello di fare il punto ed assumere decisioni relativamente al quadro regolatori nell’area del Sud Est Europa (al fine di promuovere nuovi investimenti, garantire l’accesso di terzi alle reti e consentire un mercato competitivo con regole trasparenti), sia
per il settore elettrico che per il settore del
gas, nell’ottica della più ampia strategia di
sicurezza degli approvvigionamenti indirizzata dai governi di riferimento. Al termine
della riunione è stata diffusa una nota sui
principali esiti dell’incontro.
La “Energy community”, istituita nell’ottobre 2005 con la firma di un apposito trattato, riunisce i paesi dell’area Balcanica (Bulgaria, Albania, Romania, Turchia e repubbliche dell’ex Jugoslavia) e quelli dell’Unione Europea confinanti e cioè Italia, Austria,
Slovenia, Grecia e Ungheria.
“Conto energia”,
studio Università
di Brescia
Anche il “conto energia”, la campagna di
incentivi per l’energia prodotta da impianti
fotovoltaici, può essere un business.
Già, ma per chi? Chi trae davvero profitto (e a spese di chi) tra i vari soggetti coinvolti? La risposta è contenuta in uno studio
elaborato da alcuni docenti dell'Università
degli Studi di Brescia, pubblicato sull'ultimo numero del periodico Nuova Energia.
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E
20 febbraio 2006
S E G N A L A Z I O N I
I ricercatori hanno concentrato l'attenzione sull'analisi economica di due soluzioni di taglia differente: 3 kW, rappresentativi
di in piccolo impianto domestico, e 50 kW
in riferimento ad impianto di taglia medio grande.
È stato valutato l'effetto dell'installazione
rispettivamente a Milano (latitudine 45°) e
Ragusa (latitudine 36°). In primo luogo emerge che il soggetto - persona fisica o giuridica, ente pubblico o privato - proprietario dell'impianto ottiene da esso un guadagno sostanziale.
Per i pannelli da 3 kW installati a Ragusa
il tempo di ritorno dell'investimento è di
soli 8 anni; per l'impianto da 50 kW si ottengono 8,3 anni. Nel caso di Milano si ha
invece un pay back in 13,1 anni per il 3
kW e in 12,6 per il 50 kW.
Tali risultati sono giustificati dalla maggiore produzione annua di energia elettrica
che si può realizzare al Sud: considerando i
3 kW, si producono circa 5.500 kWh/anno
a Ragusa contro i circa 4.000 kWh/anno di
Milano.
Va da sé che anche tutto il mercato indotto dal fotovoltaico (produttori, installatori, studi di ingegneria) ci guadagna e partecipa alla suddivisione dei proventi.
Risparmio, Enel e
Comune a Firenze
Nell'anniversario della firma del trattato
di Kyoto sulle emissioni di gas serra, fino al
17 febbraio ha fatto sosta in Piazza della
Repubblica a Firenze il tour per l'uso intelligente dell'energia elettrica che interessa 21
città sparse su tutto il territorio nazionale.
Le giornate di Firenze si sono svolte in
contemporanea con le piazze di Venezia e
Palermo. E' un'altra iniziativa di Enel nell'ambito della campagna per l'efficienza energetica promossa dai ministeri delle Attività Produttive e dell'Ambiente.
L'iniziativa di Firenze, sotto il patrocinio
del Comune è stata legata allo sport quale
veicolo di comunicazione e di informazione, coinvolgendo anche oltre cento parrocchie fiorentine.
Ospiti all'apertura dello stand l'Assessore
allo Sport della città di Firenze Eugenio
Giani con il testimonial sportivo: Silvia
Croatto, l'atleta fiorentina pallavolista ex
nazionale italiana di pallavolo che con la
Nazionale ha vinto anche un Campionato
Europeo.
L'iniziativa, che fa parte della campagna
di Enel “Quando usi l'energia, usa la testa”
promossa dal ministero per le Attività Produttive e dal ministero dell'Ambiente per
sensibilizzare e informare gli italiani sull'uso
“intelligente” dell'energia elettrica, ha visto
il coinvolgimento di tutti i cittadini che
hanno visitato gli stand.
IV Forum Annuale
sull'Ambiente
Il 16 marzo a Roma al Grand Hotel Parco dei Principi (via G. Frescobaldi 5), si terrà il IV Forum Annuale sull'Ambiente:
“Vantaggi e Criticità della nuova Riforma
Ambientale”.
Dopo un lungo iter è stato approvato il
nuovo Testo Unico in materia ambientale
che rivoluziona tutta la normativa ambientale italiana accorpando e semplificando l'intero quadro legislativo in tema di: danno
ambientale, procedure di valutazione ambientale, tutela dell'aria e difesa del suolo,
tutela e gestione delle acque, rifiuti e bonifiche. Un Testo Unico di oltre 300 articoli
che rappresenteranno il punto di riferimento italiano per le imprese che vogliano avviare una corretta gestione ambientale come
motore dello sviluppo salvaguardando la
propria azienda dal rischio di incorrere in
sanzioni amministrative e penali.
Tra i Relatori: Bruno Agricola (ministero
dell'Ambiente), Virgilio Bettini (Università
di Venezia), Fabrizio Cantore (Rga), Giorgio Cesari (Apat), Ettore D'Elia (Comitato
per la Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche), Roberto Della Seta (Lega Ambiente),
Leonardo Domenici, (Anci), Vasco Errani
(Conferenza delle Regioni e delle Province
Autonome), Daniele Fortini (Federambiente), Giuseppe Gavioli (Gruppo 183), Luciana Gramiccioni (Dipartimento Ambiente,
Istituto Superiore di Sanità), Gianfranco
Mascazzini (ministero dell'Ambiente), Altero Matteoli (ministro dell'Ambiente), Francesco Sicilia (ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Per informazioni: tel. 06.84.54.11
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