La Bibbia - Cap. 33 - Suore della Carità Cristiana

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La Bibbia - Cap. 33 - Suore della Carità Cristiana
33
«Deuteronomio»
cioè la «seconda legge»
Al popolo d’Israele piacerebbe pensare e vivere come le nazioni più potenti,
cedere all’attrazione dei grandi imperi, accogliere i culti idolatrici…
Per questo, in un momento in cui la nazione e la fede di Israele sono in pericolo,
viene scritto il libro del Deuteronomio (= seconda legge).
I
l libro del Deuteronomio è un’opera
di genere particolare, per il fatto che
contiene quasi interamente una delle
quattro grandi tradizioni del Pentateuco,
la tradizione chiamata appunto deuteronomista (D) che subentra quasi totalmente alle tradizioni jahvista (J), elohista (E)e
sacerdotale (P).
Un libro particolare
Ma tra la prima e l’ultima pagina del
libro, gli avvenimenti storici non progrediscono: all’inizio ci si trova al di là
del Giordano, nel paese di Moab (1,5) e
in questa medesima località finirà i suoi
giorni Mosè (34,5).
Il contenuto, nonostante qualche
inevitabile ripresa, si presenta come un
discorso di Mosè al popolo, una specie
di testamento spirituale pronunziato da
lui prima di morire, alle soglie della terra
promessa.
Possiamo quindi dire che il nostro
libro è una vasta raccolta, in cui si è
progressivamente fissata per iscritto la
predicazione levitica, nata con Mosè. Con
le sue esortazioni, i suoi avvertimenti e le
sue promesse, essa accompagnò costantemente Israele dalle soglie della terra
promessa fino al momento dell’esilio a
Babilonia. E poi, dopo il ritorno dall’esilio, il Deuteronomio diverrà il cuore della
religione d’Israele, accompagnando i «poveri di JHWH» verso il compimento della
storia della salvezza.
Quando fu scritto?
Quali furono le principali tappe di
questa lunga elaborazione letteraria? Un
avvenimento particolare ci permette di
precisare l’epoca in cui si attuò la prima
stesura scritta del Deuteronomio. Nel
secondo libro dei Re, al c. 22, si racconta
che che verso l’anno 622, diciottesimo
del re Giosia, durante i lavori di restauro del tempio, venne scoperto un antico
manoscritto: il libro della legge. Si ritiene
comunemente che il contenuto di questo
libro si sia conservato nelle parti più antiche dell’attuale Deuteronomio.
Dopo averlo letto, il re raduna il popolo, rinnova solennemente l’alleanza e
proclama una riforma del culto. Ora il
programma di questa riforma corrisponde appunto all’esigenza che sta alla base
del Deuteronomio: la distruzione di tutti
i santuari periferici e la centralizzazione
del culto a Gerusalemme (Dt 12).
Da dove proveniva quello scritto? La
sorpresa causata dal suo ritrovamento
mostra che non si trattava di un’opera
molto recente. Il libro ritrovato potrebbe
dunque essere stato composto durante
laprima metà del sec. VII a. C., quando
rifiorirono i culti idolatrici. Esprimerebbe
così le tendenze riformatrici degli ambienti levitici che lottano contro il sincretismo religioso e il rilassamento sociale,
appoggiandosi alle tradizioni più autentiche dell’antico Israele.
La maggioranza di questi leviti venivano dal regno d’lsraele del nord, che
avevano abbandonato al momento delle
invasioni assire, prima della caduta di Samaria nel 722 a. C. La tradizione ormai
dimenticata che essi portarono nel regno
di Giuda e a Gerusalemme, impiegò quasi
un secolo per farsi ascoltare e riconoscere ufficialmente.
Origine
e contenuto
del libro del
Deuteronomio.
L’opera attuale e il suo piano
Il documento che servì come base alla
LA BIBBIA - 175
I grandi
temi
del libro
e la sua
attualità
riforma del re Giosia continuò ad arricchirsi. Si svilupparono le esortazioni; si
rafforzarono gli avvertimenti; vennero
inseriti brani di predicazione e furono
aggiunti documenti antichi.
Così come lo possediamo noi oggi,
il Deuteronomio comprende tre parti,
seguite da una conclusione, la quale serve
al tempo stesso come conclusione dell’intero Pentateuco:
• 1a parte (1,6 - 11,32): due discorsi
introduttivi;
• 2a parte (cc. 12 - 28): varie leggi , seguite da qualche documento liturgico;
• 3a parte: esortazioni conclusive
(cc. 29-30);
• conclusione del libro e del Pentateuco: tradizioni intorno alla morte di
Mosè (cc. 31-34).
I grandi temi del libro
Benché sia stato redatto in un periodo
così lungo e con materiale tanto vario, il
Deuteronomio rappresenta la riflessione
e la predicazione di un gruppo di fedeli
attaccati alle proprie tradizioni.
È pertanto possibile tentare una sintesi
delle idee contenute nell’opera, andando
al di là dei vari elementi di cui è composta.
La chiave del suo messaggio ci viene
offerta dalla dichiarazione assai densa di
Dt 29,28: «Le cose occulte appartengono
al Signore, nostro Dio, ma le cose rivelate
sono per noi e per i nostri figli, per sem-
pre, affinché pratichiamo tutte le parole di
questa legge».
C’è qui il riassunto dei temi che sono
al centro del libro, cioè: il mistero di
Dio e il disegno nascosto della salvezza;
l’elezione (= scelta) di un popolo nella
continuità della sua storia; l’esigenza di
un elevato agire morale.
Il Deuteronomio nella Bibbia
Questo libro occupa, nella Bibbia, un
posto molto importante. Non soltanto
perché la tradizione giudaica vi trova
il proprio Credo fondamentale, lo Shema’ Isra’el: «Ascolta, Israele: il Signore è
il nostro Dio, il Signore è uno solo» (6,4);
né solo perché Gesù vi attinge il grande
comandamento: «Tu amerai il Signore, tuo
Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e
con tutte le forze» (6,5).
La tradizione rappresentata dal Deuteronomio, proprio a motivo dello spirito
particolare che l’anima, ha influito profondamente su altre correnti veterotestamentarie.
Ci sono affinità di vocabolario e di
temi tra le pagine del nostro libro e il
messaggio del profeta Geremia, il cui
ministero si svolse appunto nel tempo che
seguì la riforma di Giosia. Si pensi, per
esempio, alla dimenticanza dei benefici
divini, alla circoncisione del cuore, alla
nuova alleanza…
Ancora: il tema della scelta tra due
strade, quella che porta alla morte e
CHI HA COMPOSTO IL DEUTERONOMIO?
E QUALI SONO I TEMI FONDAMENTALI DEL LIBRO?
I
l libro che chiude il Pentateuco, è stato composto da alcuni leviti che abbandonarono
il regno del Nord al tempo della caduta della sua capitale Samaria per mano degli
Assiri. Venuti a Gerusalemme, vi propongono il frutto della loro meditazione ed un
adattamento della legislazione antica data da Mosè.
Come il profeta Osea, insistono sul tema dell’elezione d’Israele e come Geremia sul
tema dell’Alleanza. Il redattore finale ha posto questi testi sulla bocca dello stesso Mosè,
per mostrare la continuità della fede d’Israele.
È impossibile riassumere il contenuto del Deuteronomio. Esso è in qualche modo il testamento di Mosè e il più bel testo legislativo dell’AT. Mosè prende lezione dalla sua vita e
dona consigli saggi al suo popolo. Chi meglio di lui avrebbe potuto commentare la legge
di Dio ricevuta sul Sinai? Il Deuteronomio merita di essere letto perché contiene delle
pagine splendide che hanno direttamente ispirato il Nuovo Testamento. Tra i passaggi
essenziali bisognerà citare quello dello Shema (6,4): «Ascolta Israele, il Signore è il nostro
Dio, il Signore è uno solo…»
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quella che conduce alla vita (cf Dt 30), si
è prolungato attraverso l’insegnamento
etico del giudaismo più tardo, attraverso
il Vangelo (Mt 7,13-14) ed anche oltre.
Inoltre, la solidarietà attiva nei confronti dei fratelli poveri, che è preoccupazione costante del Deuteronomio e
fermento della vita comunitaria del giudaismo, è divenuta centrale nel Vangelo.
Il Deuteronomio oggi
Il Deuteronomio può dare ancora
qualcosa a un cristiano del sec. XXI?
Non è forse vero che la maggior parte dei
suoi precetti si riferiscono ad una situazione sociale e culturale molto diversa
dalla nostra? E la «legge» antica non è
stata superata dopo che Cristo ha instaurato il Vangelo della fede, della grazia e
dello Spirito?
Per rispondere, non bisogna dimenticare che il Deuteronomio, prima di essere
una raccolta di precetti, è una riflessione sull’agire di Dio nell’esistenza e nella
storia del suo popolo. Perciò l’esistenza
dei credenti è una esistenza riconoscente
chiamata a scoprire la presenza di Dio
che non si dimentica del suo popolo, e
chiamata a rispondere ad un dono.
Inoltre, i precetti di questo libro,
insegnano a ritrovare una fedeltà auten-
tica alla Parola di Dio pur vivendo in un
mondo in trasformazione come era quello
di Israele (prima e dopo l’ingresso nella
terra promessa) e come è il nostro mondo
di oggi.
Inoltre, nell’ora presente in cui i credenti di ogni confessione si interrogano
sulla fondatezza della morale, il Deuteronomio offre l’esempio molto significativo
di una legge che non intende solo imporsi
dall’esterno, ma che cerca di mettere
radici nella riflessione e nella decisione
del cuore.
Questo libro insegna anche una morale basata sull’amore fattivo: l’amore a
Dio impegna tutti i settori dell’esistenza
umana, dalla politica all’igiene, dalla vita
sociale o familiare al rapporto con il fratello e perfino al rispetto per gli animali
(22,7) o per gli alberi (20,19).
Ogni situazione pone di fronte a una
scelta pro o contro il Signore, una scelta
che impegna il nostro futuro, proprio
perché saremo giudicati sui nostri atti e
in modo speciale sul nostro atteggiamento verso i più poveri.
Tra tutti i testimoni biblici, i1 Deuteronomio rappresenta quindi la base più
feconda per riscoprire oggi una morale
matura, equilibrata e viva.
Dal Deuteronomio
Capitolo 4, 1-9; 32-40
Il dono della Legge
Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri
padri, sta per darvi. 2 Non aggiungerete nulla a ciò che io
vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i
comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo.
3
I vostri occhi videro ciò che il Signore fece a Baal-Peor:
come il Signore, tuo Dio, abbia sterminato in mezzo a te
quanti avevano seguito Baal-Peor; 4 ma voi che vi manteneste fedeli al Signore, vostro Dio, siete oggi tutti in
vita. 5 Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il
Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in
1
LA LEGGE DI DIO
Per l’Antico Testamento la Legge
di Dio, raccolta e codificata in scritti
sacri, costituisce il centro stesso
della pietà religiosa. L’osservanza
dei comandamenti è l’atto religioso
fondamentale.
Storicamente, all’origine della
Legge in Israele è la figura di Mosè,
il legislatore per eccellenza. È alla
figura di Mosé ed alla sua opera
che tutte le leggi sono fatte risalire.
Egli, però, non è che il mediatore:
la Legge, infatti, proviene da Dio
e non riguarda solo l’ambito cosiddetto religioso della vita, ma tutta
la vita umana, in ogni suo ambito,
pubblico e privato. La Legge di Dio
è il contenuto dell’Alleanza che Dio
ha stabilito con il Suo popolo.
Il termine ebraico che noi traduciamo con Legge è Torah e significa
originalmente insegnamento. A difLA BIBBIA - 177
ferenza della parola profetica, dal
carattere improvviso e occasionale,
le singole leggi erano considerate
universalmente ed eternamente
valide.
La Legge finisce così per essere considerata una collezione di
comandamenti. La vita religiosa
diventa, così, sempre di più osservanza, spesso esteriore, dei comandamenti e si ritiene che la salvezza
sia il risultato della loro osservanza.
In termini tecnici si designa questo
come salvezza per le opere della
legge.
In ogni caso va osservato che i
Salmi, come ad es. il 119 proclamano la felicità di coloro che camminano secondo la Legge di Dio. Essi
non percepiscono la Legge come un
giogo o un fardello, ma come una
luce sul sentiero e come sapienza
della vita.
AMORE GRATUITO
I vv. 32-40 formano uno dei testi
centrali della teologia del Deuteronomio, in cui l’esistenza d’Israele e la
sua grandezza sono dovute all’azione assolutamente gratuita di Dio.
pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. 6 Le osserverete dunque, e le metterete in
pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra
intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare
di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è
il solo popolo saggio e intelligente”. 7 Infatti quale grande
nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro
Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? 8 E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta
questa legislazione che io oggi vi do?
9
Ma bada a te e guardati bene dal dimenticare le cose che
i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per
tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi
figli e ai figli dei tuoi figli».
L’elezione di Israele
«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di
te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da
un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande
come questa e si udì mai cosa simile a questa?
33
Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare
dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
34
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una
nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi
e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi
terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto,
sotto i tuoi occhi? 35 Tu sei stato fatto spettatore di queste
cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve
32
GESù e LA LEGGE
Gesù ha fatto una solenne precisazione all’inizio del discorso della montagna, quando ha presentato, alla luce della grazia della Nuova Alleanza, la Legge data da Dio sul Sinai al momento della prima
Alleanza: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire,
ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di
questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel
regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei
cieli» (Mt 5,17-19).
Con Gesù, la Legge non appare più incisa su tavole di pietra ma scritta «nell’animo» e nel «cuore»
(Ger 31,33) del Servo che, proclamando «il diritto con fermezza» (Is 42,3), diventa l’«alleanza del popolo» (Is 42,6). Gesù compie la Legge fino a prendere su di sé «la maledizione della Legge», in cui erano
incorsi coloro che non erano rimasti fedeli «a tutte le cose scritte nel libro della Legge»; infatti la morte
di Cristo intervenne «per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima Alleanza» (Eb 9,15).
Ma Gesù non si limitava a proporre la sua interpretazione della Legge accanto alle loro; « egli insegnava come uno che ha autorità e non come i loro scribi » (Mt 7,29). In lui, è la Parola stessa di Dio,
risuonata sul Sinai per dare a Mosè la Legge scritta, a farsi di nuovo sentire sul monte delle beatitudini.
Questa Parola non abolisce la Legge, ma la porta a compimento dandone in maniera divina l’interpretazione definitiva: « Avete inteso che fu detto agli antichi [...]; ma io vi dico » (Mt 5,33-34).
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n’è altri fuori di lui. 36 Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce
per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e
tu hai udito le sue parole che venivano dal fuoco.
37
Poiché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro discendenza
dopo di loro e ti ha fatto uscire dall’Egitto con la sua presenza e con la sua grande potenza, 38 scacciando dinanzi a te
nazioni più grandi e più potenti di te, facendoti entrare nella
loro terra e dandotene il possesso, com’è oggi.
39
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il
Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve
n’è altro. 40 Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi
che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e
perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti
dà per sempre».
«ASCOLTA ISRAELE»
SHEMA ISRAEL
Capitolo 6, 1-19
Ascolta Israele
«Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore,
vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in
pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne
possesso; 2 perché tu tema il Signore, tuo Dio, osservando
per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del
tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti
do e così si prolunghino i tuoi giorni. 3 Ascolta, o Israele, e
bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele,
come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
4
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. 5 Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore,
con tutta l’anima e con tutte le forze. 6 Questi precetti che
oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. 7 Li ripeterai ai tuoi figli,
ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te
li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un
pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua
casa e sulle tue porte.
10
Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato
di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato,
11
case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne
scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, 12 guàrdati
dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra
d’Egitto, dalla condizione servile. 13 Temerai il Signore, tuo
Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome.
1
Comincia così la bella professione di fede del popolo di Israele. Gli
israeliti la recitano tutti i giorni,
come i cristiani recitano il «Padre
nostro» o il «Credo».
I versetti 4-9 formano il cuore
dello Shemà, la preghiera che il pio
Israelita recita al mattino e alla sera.
In essa si fa memoria dell’unicità
di Dio e del rapporto d’amore che
deve intercorrere tra ogni membro
del popolo e Dio stesso. Questo testo sarà citato da Gesù in occasione
della domanda posta dallo scriba a
proposito del primo di tutti i comandamenti (cfr. Mc 12, 28-30).
Pregare in questo modo in un
mondo in cui tanti non credono
in Dio significa dare prova di una
grande fedeltà al Signore ed è un
segno della speranza che guida la
vita del credente.
NON DIMENTICARE
La memoria ha il suo ruolo
nell’educazione alla fede. Ricordare (= mettere di nuovo nel proprio
cuore) le meraviglie che Dio ha operato e opera in mezo al suo popolo
salverà Israele dalla distratta trascuratezza che spesso il benessere
porta con sé. Scoprire che «tutto è
grazia» aiuta ad allargare la propria
capacità di riconoscenza.
LA BIBBIA - 179
Insegnamento familiare
«Quando in avvenire tuo figlio ti
domanderà»: la domanda del figlio
al padre è un modo per introdurre
una catechesi familiare.
In questo brano, come nelle
Dieci Parole, la risposta del padre
alla domanda del figlio inizia con il
racconto delle azioni di Dio, la liberazione dalla schiavitù e il dono di
una patria. I comportamenti umani
vengono dopo, al seguito dell’iniziativa divina. Ma il testo aggiunge
una precisazione importante: noi
seguiamo i comandamenti per ottenere vita e felicità nella terra donata da Dio. Poiché gli esseri umani
non sono degli automi, non basta
che Dio doni loro la vita e la libertà
attraverso un gesto o una decisione
unilaterale. Affinché questo dono
possa diventare reale, i beneficiari
devono renderlo presente negli
avvenimenti concreti della loro
esistenza. li dono deve diventare un
percorso di vita.
180 - LA BIBBIA
Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno, 15 perché il Signore, tuo Dio, che sta in
mezzo a te, è un Dio geloso; altrimenti l’ira del Signore,
tuo Dio, si accenderà contro di te e ti farà scomparire
dalla faccia della terra. 16 Non tenterete il Signore, vostro
Dio, come lo tentaste a Massa. 17 Osserverete diligentemente i comandi del Signore, vostro Dio, le istruzioni
e le leggi che ti ha date. 18 Farai ciò che è giusto e buono
agli occhi del Signore, perché tu sia felice ed entri in possesso della buona terra che il Signore giurò ai tuoi padri
di darti, 19 dopo che egli avrà scacciato tutti i tuoi nemici
davanti a te, come il Signore ha promesso.
20
Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa
significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme
che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, 21 tu risponderai
a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il
Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente. 22 Il
Signore operò sotto i nostri occhi segni e prodigi grandi e
terribili contro l’Egitto, contro il faraone e contro tutta la
sua casa. 23 Ci fece uscire di là per condurci nella terra che
aveva giurato ai nostri padri di darci. 24 Allora il Signore
ci ordinò di mettere in pratica tutte queste leggi, temendo il Signore, nostro Dio, così da essere sempre felici ed
essere conservati in vita, come appunto siamo oggi. 25 La
giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti
questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci
ha ordinato».
14