n. 380 - Pirelli
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FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 1 all’interno Periodico di informazione per il personale del Gruppo Pirelli in Italia Pirelli Executives Convention 2006 Parma monitorata dai sensori Pirelli Qualità, innovazione e internazionalizzazione sono le principali leve indicate dal Presidente per lo sviluppo del Gruppo, mentre due autorevoli economisti fanno il punto sulla competitività dell’Italia nel panorama glopag. 5 bale. In collaborazione con il CNR è partito il rilevamento sperimentale dell’inquinamento dell’aria, elettromagnetico e acustico della città emiliana. La trasmissione dei livelli di concentrazione di gas inquinanti avverrà in tempo reale grazie agli innovativi sensori miniaturizzati sviluppati dai Pipag. 8 relli Labs. n. 380 - gennaio 2007 PZero protagonista a Firenze L’uomo PZero per il prossimo autunno/inverno sfila al Pitti: abbigliamento e calzature di stile metropolitano, impreziositi da inserti in gomma che esprimono l’identità pneumatica del marchio PZero, in costante e significativa pag. 10 crescita. I PS22 sul podio a Dakar Pirelli conquista il terzo posto assoluto nella classifica ‘Camion’ con il Tatra del team ceco Loprais-Gilar, mentre altri cinque truck giungono fra i primi quindici e il pick-up Isuzu si assicura la 17° posizione nella categoria pag. 11 ‘Auto’. Ricordi e testimonianze sull’attività del Presidente Onorario, scomparso il 23 gennaio La lezione di Leopoldo Pirelli Pubblicazione non in vendita - Reg. Trib. Milano n. 1813 del 3/12/1949 Giorgio Napolitano: “Ha svolto un ruolo altamente significativo per lo sviluppo economico e sociale del Paese” Marco Tronchetti Provera: “È stato un maestro, una figura di riferimento umano e morale prima ancora che professionale” Leopoldo Pirelli nel suo ufficio al Grattacielo nel 1967. A destra: il 3 marzo 1965 Alberto Pirelli comunica al Consiglio di Amministrazione della Pirelli S.p.A. l’intenzione di lasciare la guida del Gruppo. All’unanimità, il Consiglio nomina il figlio Leopoldo come nuovo Presidente di Alberto Pirelli* di Leopoldo Pirelli* N I (*) Il discorso letto da Alberto Pirelli alla cerimonia di commemorazione del padre Leopoldo, svoltasi alla Bicocca il 30 gennaio 2007. (*) Dal discorso di Leopoldo Pirelli al XIII Convegno dei Dirigenti del Gruppo Pirelli del 12 aprile 1965. Testo riportato da ‘Fatti e Notizie’ n°5, maggio 1965. In questo indirizzo di saluto rivolto al padre Alberto, che lascia l’incarico di Presidente, Leopoldo Pirelli ne ricorda il contributo dato allo sviluppo dell’Azienda di famiglia. on è facile riassumere o commentare mio padre. In questi giorni si sono dette e lette così tante cose su di lui, che sembra quasi doversi ripetere, sembra quasi impossibile evitare di definirlo nuovamente con quegli aggettivi così belli e ricorrenti: ‘Imprenditore gentiluomo’, ‘uomo con altissimo senso di responsabilità e del dovere’, ‘imprenditore del cambiamento e della internazionalizzazione’. Mentre faccio queste considerazioni sono seduto davanti alla finestra della casa di campagna, nostra dai tempi dei nonni. Guardo il Monte Rosa, oggi spettacoloso, la sala, l’arredamento sono quelli d’allora, qui ho passato parecchio tempo con nonno Alberto e con papà. Mi dico: “ma se parlassi del rapporto padre/ figlio?” (segue a pag. 2) o desidero oggi prendere, anche a nome dei colleghi, l’impegno di mantenere viva questa impronta di costume, e di seguire nello sviluppo della nostra azione – anche se questa dovesse essere differenziata in funzione dei tempi, delle mentalità, delle strutture e delle dimensioni di mercato – la strada additata da un’etica di vita che siamo orgogliosi di ereditare. È un’etica basata su dei princìpi molto semplici, eppure tanto spesso dimenticati, o perlomeno non posti in quella posizione di priorità che loro compete. Alla base di questa etica sta un concetto assoluto di (segue a pag. 3) FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 2 gennaio 2007 - n. 380 Sulla terrazza del Grattacielo Pirelli, completato nel 1960, con il padre Alberto Nel 1962, con il Direttore Propaganda Arrigo Castellani (a sinistra) e il regista Eros Macchi durante la realizzazione di un documentario sulla Pirelli Nel suo ufficio al Grattacielo, nel 1965 1967. Con il Presidente della Repubblica italiana Giuseppe Saragat, in visita alla Bicocca pag. 2 (di Alberto Pirelli, segue da pag. 1) Ci penso un attimo, ma scarto subito l’idea: papà ed io abbiamo vissuto momenti molto intensi, molto veri, ma a me piace ricordarli e coltivarli nell’intimo della mia mente e del mio cuore. Sono un bagaglio di emozioni ed esperienze sue e mie, lo diverranno per i miei figli. Ormai il sole sta tramontando e mi domando: “quale è il fattore comune a tutte le caratteristiche che hanno determinato il modo di fare impresa, che hanno guidato il senso di responsabilità civile e politica di mio padre?” Già, forse questo non è mai stato detto in modo chiaro. Dunque quale era quella caratteristica che ne guidò sempre i comportamenti? Quale era quel bene così raro e prezioso che lo fece apparire differente da molti altri imprenditori? Credo fosse ‘l’onestà intellettuale e la grande umanità’. L’essere intelligente con umanità ed equilibrio di giudizio. Il procedere esaminando sempre gli interessi di ciascun interlocutore, di ciascuna parte, per poi giudicare con onestà intellettuale dove posizionare il proprio pensiero, la propria azione. Era per la sua intelligenza e per questa sua onestà intellettuale che chi gli era al fianco lo riconosceva come capo, un capo serio, equilibrato, pronto a discutersi, pronto a prendere i meriti e le responsabilità delle proprie azioni, dei propri comportamenti. Ed era per il suo senso di umanità e di giustizia che i suoi collaboratori tutti, dagli Nella sede della Pirelli General, consociata inglese operante nel settore dei cavi energia, nel 1964. Dopo l’espansione d’inizio secolo in Spagna, Inghilterra, Argentina, Brasile, gli anni Sessanta vedono lo sbarco in Grecia, Turchia e America Latina operai ai dirigenti, lo hanno nel tempo considerato un riferimento di serietà ed equilibrio. E proprio dei suoi collaboratori più stretti voglio qui citarne una in particolare, la signora Claudia Ferrario, a lungo segretaria di mio padre, ricordandone con apprezzamento sincero l’attenzione, la qualità del lavoro e l’esempio di quello “spirito di servizio” che si è sempre respirato negli uffici della Pirelli. Di mio padre, ancora, mi piace ricordare un documento, forse meno citato e conosciuto dai molti: mi riferisco alle ‘dieci regole del buon imprenditore’, scritto e letto da mio padre, al Politecnico di Milano, nell’ottobre dell’86. Di questo testo, riporto solo alcuni brani, a me particolarmente cari. Parto dall’ultima regola, tra le 10’, poiché mi pare sia forse la più importante: ”Chiudo”, diceva, “ricordando per ultima la prima qualità che un imprenditore deve sempre avere: cercare con tutte le sue forze di chiudere dei buoni bilanci. Se non ci riesce una volta, riprovare. Se non ci riesce più volte, andarsene. E se ci riesce non credersi un padreterno, ma semplicemente uno che, dato il mestiere che ha scelto, ha fatto il suo dovere”. Riguardo all’attribuzione dei meriti alla squadra scriveva: “Credo che l’imprenditore non debba vantare meriti che spesso non sono individuali ma collettivi. Io se devo attribuirmi un merito scelgo quello di essere rimasto calmo e sereno al timone, nei momenti in cui la barca era in difficoltà, in cui lo scafo stesso sembrava dare segni di cedimento. Ma non sono stato il solo a portare la barca fuori dalla burrasca: mentre io restavo al timone, altri hanno issato nuovamente le vele ed insieme abbiamo ricominciato a navigare. Meglio di prima, forse benino, perché non dire, oggi, niente male?” Riguardo al saper bilanciare il cambiamento tecnico/economico, al sociale: ”...Sempre più l’impresa si presenta come luogo di sintesi tra le tendenze orientate al massimo progresso tecnico-economico e le tendenze umane di migliori condizioni di lavoro e di vita”. Rileggendo questo documento, credo che molte di queste regole siano state e sono nel DNA di chi lavora in Pirelli. Se nell’ascoltarle vi sono sembrate ovvie e connaturate nei vostri comportamenti, sono felice, perché questo indica che sono radicate tra noi. Mi piace la definizione ‘Pirelliani’, ovvero il Popolo della Pirelli: donne e uomini che hanno nel DNA alcune delle regole di com- portamento che nonno Alberto e papà hanno saputo trasferire e radicare grazie all’esempio dei comportamenti, fossero essi nelle piccole quotidianità o nelle grandi decisioni. Mi piace pensare che la sua vita possa continuare nel DNA della nostra azienda: questo è un patrimonio immenso che mai dovremmo dimenticare. E a quelli che per età o per vicende personali non hanno vissuto direttamente l’esempio dei nostri ‘Grandi’ invito a capirlo, ad assorbirne le linee guida, invito a vivere il futuro sulle basi di onestà intellettuale che ci ha così fortemente distinti. Dò uno sguardo alla finestra di casa mia, il Monte Rosa è ormai scomparso, sostituito da una notte limpidissima, stellata, quasi luminosa, mi guardo intorno: la libreria piena di volumi scelti dai nonni, la tavola rotonda di ulivo con le foto del nonno Alberto con in braccio suo figlio Leopoldo, di papà che stringe me durante il mio battesimo e in una terza lui che abbraccia un mio figlio in fasce; c’è sulla parete, sopra al camino il quadro del Cardinale Pirelli, ed ancora, i tappeti che i nonni riportarono dai viaggi in medio oriente, e le stampe di Milano antica. Quanto calore, quanta gioia, quanti ricordi. Sorrido e sono felice che mio padre sia stato come è stato. ¤ FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 3 gennaio 2007 - n. 380 Con il Presidente dell’Unione Sovietica, Nicolai Podgorni, nel 1967. I legami tra il Gruppo e la potenza russa erano già iniziati nei primi anni Sessanta, con l’incontro a Bicocca tra l’allora vicepresidente Leopoldo Pirelli e il vicepremier russo Kossighin 1967. In riunione con gli amministratori delegati Franco Brambilla, Emanuele Dubini (a sinistra), Luigi Rossari e Vittorio Rostagno (a destra) pag. Nel 1991 con il figlio Alberto davanti al ritratto del fondatore Giovanni Battista (di Leopoldo Pirelli, segue da pag. 1) rettitudine, di lealtà e di senso del dovere, accompagnati, quando si è trattato di problemi umani, da una grande bontà. Una bontà e una comprensione schive dal palesarsi, quasi per non rivelare una emotività profonda, nascosta dietro atteggiamenti controllati e apparenze riservate. Così come spesso era celato, dietro la fermezza delle decisioni prese, il travaglio intimo vissuto nel prenderle, nello sforzo continuo di risolvere i problemi seguendo una linea di pensiero che si ispirasse ad una assoluta coerenza morale di vita. È proprio nell’aver saputo indagare nei valori spirituali e trarre da questa indagine la capacità di distinguere l’essenziale, che questi uomini sono riusciti a conservare anche nei momenti di amarezza un assoluto equilibrio di giudizio e di azione; che hanno saputo subordinare i loro interessi a quelli della comunità; che hanno potuto impostare i loro rapporti con gli altri uomini su basi di superiore altruismo. Hanno saputo trovare, nella interpretazio- 1975. Con Gianni Agnelli sulla copertina di ‘Industria Lombarda’. Sullo sfondo, la Muraglia Cinese indica quale sarà la nuova frontiera di espansione per ambedue i Gruppi. Tra Bicocca e le fabbriche cinesi si vanno intensificando gli scambi di know-how, di tecnici, di macchinari ne da loro data alla figura e al ruolo di capo d’azienda, il giusto equilibrio tra l’esigenza di dedicare la grande maggioranza delle loro energie al lavoro aziendale, e la necessità di non chiudere mai la finestra che guarda sul mondo esterno, guidando la Società come una unità operante nel contesto di situazioni economiche e politiche nazionali e mondiali: concezione questa oggi già più diffusa di quanto non lo fosse una volta, anche se purtroppo tuttora non da tutti compresa. Credo si possa affermare che questa capacità è derivata loro dall’avere nella vita chiarezza di scopi: scopi immutabili nella loro essenza anche se continuamente rimeditati alla luce degli interrogativi che l’esperienza pone. Lo sco- po perseguito con tanta chiarezza era l’elevazione morale e materiale dei nostri consimili. Da non molti anni gli economisti hanno scoperto che l’equilibrato ed armonico sviluppo di un Paese richiede che l’operato di un’azienda e di tutte le aziende vada a favore della terna costituita da dipendenti, azionisti, clienti. Per il signor Alberto, come per i suoi predecessori, questo scopo è stato fin dalle origini base e meta del proprio lavoro. Io vi chiedo di aiutarci a dimostrare al signor Alberto – negli anni in cui ancora ci resterà vicino – che abbiamo capito il suo messaggio e che ne siamo interpreti riconoscenti e fedeli. (…) Non c’è bisogno che vi dica come io senta il cumulo di responsabilità che do- vrò portare sulle spalle estremamente alleggerito, oltreché dalla possibilità di godere ancora del consiglio del signor Alberto, anche dal fatto di avere vicino a me, al vertice delle Società del gruppo, dei colleghi come quelli che ho. Ho il privilegio di godere della loro incondizionata amicizia, grazie alla quale fra noi non esistono nuvole, malintesi, gelosie, bensì la più assoluta e completa chiarezza di rapporti. Ho la massima stima delle loro capacità di capi, sia nella delicata funzione della scelta e della conduzione degli uomini, sia in quella dell’impostazione e della soluzione dei problemi del Gruppo. Anche di questo, devo dire grazie al signor Alberto. Assieme, cerchiamo di essere degni delle responsabilità che ci affidate. ¤ 3 FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 4 gennaio 2007 - n. 380 Giorgio Napolitano «Partecipo commosso al cordoglio per la scomparsa di Leopoldo Pirelli, figura di spicco del mondo dell’impresa, che ha svolto un ruolo altamente significativo per lo sviluppo economico e sociale del Paese», ha scritto il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla famiglia Pirelli. «Erede di una grande tradizione industriale, Leopoldo Pirelli è stato protagonista dello sforzo di innovazione delle relazioni industriali e di internazionalizzazione dell’impresa italiana. Ricordo il significativo contributo che il ‘Rapporto Pirelli’, realizzato con il Centro Einaudi e la Fondazione Agnelli, diede negli anni Settanta all’elaborazione delle grandi questioni dell’apparato produttivo e al dialogo con le stesse forze politiche per affrontare i nodi strutturali del sistema economico e aprire una fase di crescita e di progresso. Certo di interpretare il generale riconoscimento per un impegno che ha onorato il Paese», conclude il messaggio del Capo dello Stato, «esprimo alla famiglia i sentimenti di profonda solidarietà, anche nel ricordo di uno schietto rapporto personale con lo scomparso». Con il figlio Alberto, nel 1991 nominato vicepresidente del Gruppo pag. 4 Nel 1994 con il Prof. Umberto Colombo Marco Tronchetti Provera «Leopoldo Pirelli è stato per me un maestro e una figura di riferimento umano e morale prima ancora che professionale», ricorda Marco Tronchetti Provera, Presidente della Pirelli. «Da lui ho imparato il valore dell’impegno nel lavoro e dello scrupolo nel coniugare gli interessi dell’azienda con quelli più generali del sistema Paese. Con lui scompare una figura di gran gentiluomo che qui alla Pirelli e nelle realtà industriali e finanziarie in cui è stato protagonista, ha rappresentato quanto di meglio l’imprenditoria italiana ed europea sapesse esprimere». Nel 1992, Marco Tronchetti Provera affianca Leopoldo Pirelli nel ruolo di Vicepresidente Esecutivo di Pirelli S.p.A. Nel maggio del 1999, l’ing. Pirelli viene nominato presidente onorario della Pirelli & C. 35 anni dopo il padre Alberto Con la figlia Cecilia nel 1994 FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 5 gennaio 2007 - n. 380 Pirelli Executives Convention 2006 Pirelli 2007: una leadership internazionale L’Italia nella competizione globale di Marco Tronchetti Provera P er Pirelli il 2006 è stato un anno intenso, con un impegno forte, da parte di tutti, con una forte pressione esterna, sia dal punto di vista competitivo che delle materie prime. Il Truck ha sofferto più degli altri, in quanto la componente relativa alla gomma naturale è più pesante, ma i risultati del Settore Pneumatici nel suo complesso mostrano che abbiamo reagito meglio degli altri concorrenti. Questo è un merito da riconoscere a tutti coloro che vi lavorano. È continuato l’impegno nell’innovazione di processo e di prodotto, in modo tale da garantirci quella leadership tecnologica che ci siamo conquistati in questi anni. La riprova sta nel giudizio dei maggiori giornali specializzati tedeschi – che poi sono quelli che guardano più seriamente ai prodotti – i quali hanno riconosciuto nella sua pienezza la qualità dei nostri prodotti. Guardando al 2007, sono convinto che possa essere una grande opportunità per gli pneumatici Pirelli, perché le materie prime non dovrebbero avere lo stesso impatto, anche se resta sempre l’incognita dei cambi. Saremo a pieno regime con la Cina e la Romania; ci sono poi gli Stati Uniti, dove c’è spazio per fare di più, e l’America Latina che è la nostra seconda patria, dove contiamo anche sull’entusiasmo della gente, che ancora ieri ho potuto verificare. Andando al secondo business importante, che è quello dell’immobiliare – su cui Carlo Puri entrerà più tardi nel vivo – vedo proseguire un cammino di crescita con un modello che è in linea con le caratteristiche del Gruppo Pirelli, cioè di cercare sempre di fare dell’innovazione e dell’internazionalizzazione la leva principale di sviluppo. Una strategia basata sulla qualità degli uomini, che ha funzionato e continua a funzionare molto bene e ha Da sinistra: Francesco Gori, CEO Pirelli Tyre SpA; Carlo Puri Negri, CEO Pirelli Real Estate; Marco Tronchetti Provera, Presidente Pirelli & C. SpA; Claudio De Conto, Direttore Generale Operativo Pirelli & C. SpA P ubblichiamo una sintesi della Tavola Rotonda svoltasi il 15 dicembre 2006 a Milano, nell’ambito della Pirelli Executives Convention. Sono intervenuti: Mario Deaglio, professore ordinario di Economia Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino, e Patrizio Bianchi, Rettore dell’Università di Ferrara e Preside della Facoltà di Economia. Ha moderato: Antonio Calabrò, direttore Affari Istituzionali e Relazioni Esterne del Gruppo Pirelli. Calabrò: Un recente report del ‘Financial Times’ diceva: attenzione, la Cina da grande motore di sviluppo può cominciare ad essere invece una preoccupazione, un rallentamento, ma anche una diversa qualità dello sviluppo. Che scenario si può pensare per il 2007? Come si muovono i mercati internazionali e quali sono le previsioni di sviluppo nelle aree in cui si va focalizzando l’attività del Gruppo Pirelli? Deaglio: Se dovessi quantificare, direi che abbiamo un 60% di probabilità di continuare più o meno lungo il sentiero attuale. Però dobbiamo mettere in conto un 40% di possibili evoluzioni negative. Più che una debolezza cinese vedo la possibilità di un rallentamento americano, con quello che comporta. Se dovesse venire una crisi, questa potrebbe insorgere in maniera molto rapida. Oggi la crisi si trasmette nel giro di poche ore ai mercati finanziari; la Banca Centrale deve alzare i tassi, l’economia americana invece di fare il soft landing, cioè questa frenata molto dolce, potrebbe fare la frenata brusca. Quindi, bisogna tenere sempre gli occhi aperti su questo perché può succedere. Al di là di questo: le altre difficoltà sono minori e comunque, totalmente gestibili. Non credo a una improvvisa inversione di tendenza cinese; la Cina sembra andare avanti per il prossimo anno, anche se dovesse rallentare, è un rallentamento piuttosto limitato. Calabrò: A proposito della Cina, il report del ‘Financial Times’ parla di una crescita che non può essere bloccata, ma anche una crescita insostenibile. Deaglio: Direi che descrive esattamente la realtà. C’è una strana convergenza di opposti che felicemente continua. Del resto gli Stati Uniti sono in una condizione simile. La loro crescita non è sostenibile, continuano ad indebitarsi, eppure continuano ad avere il calabrone che vola – non sappiamo perché, però continuano a volare. Del resto, mettiamoci dal punto di vista dei cinesi: loro hanno ancora 500 milioni di persone nell’agricoltura povera. Contano di traghettarne nei settori moderni 20 milioni l’anno; hanno 20 anni di tempo per traghettarne 400, e rimanere con 100 milioni di occupati nel settore agricolo. Dopo 20 anni, la loro demografia cambia; diventano anche loro un paese vecchio; ma invecchiano molto più rapidamente di quanto siamo invecchiati noi, e la loro finestra di opportunità tende a chiudersi. Quindi, avranno un problema di redistribuzione generazionale che, per il momento, non è molto forte. La sala convegni negli headquarters di Pirelli Real Estate, alla Bicocca (a sinistra); Antonio Calabrò modera il Prof. Bianchi (al centro) e il Prof. Deaglio (a destra) pag. 5 FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 6 gennaio 2007 - n. 380 permesso di guardare all’internazionalizzazione come ad un passo quasi naturale; cosa che non è così normale per un’azienda che opera nel settore immobiliare. Ma quando si opera nel settore immobiliare con un modello di business avanzato, allora anche l’internazionalizzazione diventa una sfida accessibile, soprattutto perché affrontata con un senso della prospettiva, non della speculazione breve. Una delle fondamentali caratteristiche del Gruppo Pirelli è quella di cercare di guardare sempre al futuro - non solo nel breve, ma anche nel medio e nel lungo termine. ❯ ❯ ❯ START-UP IN RAPIDA CRESCITA pag. 6 Venendo ai business in via di start-up, Pirelli Ambiente opera in un mondo nuovo connesso alle regole, che saranno sempre più stringenti, relative agli impatti ambientali della motorizzazione. Qui abbiamo accesso ad alcuni brevetti che possono essere di grande utilità, relativi ai filtri che impediscono la diffusione del particolato e di altri prodotti pericolosi. Anche Pirelli Broadband Solutions ha introdotto importanti innovazioni nel mondo delle telecomunicazioni, connesse in particolare alla rete d’accesso e alla fotonica. Grazie alla capacità di ricerca e al contributo dei Pirelli Labs, stiamo muovendoci nella giusta direzione. Cresce non solo il fatturato, ma anche l’internazionalizzazione; cresce la nostra capacità di penetrare altri mercati con prodotti innovativi che hanno dato del valore aggiunto a Telecom Italia, così come lo stanno dando oggi a British Telecom e ad altri che non nomino, perché sono in corso delle gare. C’è poi una ‘new venture’ apparentemente piccola, ma che ha già alle spalle 100 milioni di Euro di fatturato, che è quella legata alla linea di abbigliamento PZERO: è nata per ringiovanire l’immagine del Gruppo, veicolando capi e accessori di moda ma realizzati con tecnologie d’avanguardia, che venivano venduti nei diversi Paesi, inizialmente senza una regia centralizzata. Di solito è un business dove i newcomers bruciano facilmente denari, ma Pirelli, grazie all’impegno di alcune persone e alla forza del brand, ha saputo portare a casa risultati interessanti anche in quest’area. Ora siamo riusciti a dare una regia a tutto questo e a trasformarlo in un business di una certa dimensione che può essere d’aiuto per l’immagine, ma anche per il conto economico del Gruppo; e quindi, va guardato con grande attenzione. Veniamo ora alla partecipata Telecom Italia – di cui non sono più Presidente – che ha vissuto un anno complesso dal punto di vista delle diverse opportunità che si sono presentate e che poi, per ragioni diverse, non sono state colte. Penso all’ingresso nel business media che sembrava a portata di mano, attraverso il Gruppo Newscorp, ma che poi è sfumato. Fortunatamente, quando l’ho lasciata, i risultati economici erano ancora i migliori tra i grandi operatori di telecomunicazioni in Europa. Oggi Telecom Italia continua ad andare bene in un mondo difficile, ma sono certo che troverà il suo percorso e noi, come azionisti, chiederemo molto a questa azienda e faremo di tutto perché sia un percorso positivo. ❯ ❯ ❯ COME SARÀ IL 2007? La missione di Pirelli continua ad essere quella di avere in tutti i settori in cui opera una leadership basata non tanto sulla dimensione produttiva, quanto sulla qualità, la tecnologia, la capacità di fare ricerca e innovazione. Tutti i business che ho descritto hanno in comune questa caratteristica: di essere basati sull’innovazione, sulla qualità degli uomini, e di guardare all’internazionalizzazione come principale leva per lo sviluppo. Perché siamo un’azienda che ha nel proprio DNA l’internazionalizzazione. E nel 2007 tutte le nostre attività avranno l’opportunità di utilizzare le qualità che sono i veri punti di forza del Gruppo Pirelli per migliorare ulteriormente i risultati economici. Risultati che quest’anno sono in miglioramento, ma che dovrebbero essere in miglioramento anche l’anno prossimo. Calabrò: Prof. Bianchi, concorda con le valutazioni del Prof. Deaglio? Bianchi: Sì. Vi è uno strettissimo legame – come non c’è mai stato prima – fra economia americana ed economia cinese: le due insostenibilità si sostengono a vicenda. La situazione americana desta molte preoccupazioni, con un deficit commerciale e un deficit di bilancio dello Stato che in questi anni sono continuati a crescere. Vi sono molti risparmi e investimenti cinesi che sono finiti negli Stati Uniti, proprio per questo debito. Non c’è convenienza: né da parte della Cina in un crollo americano, né da parte americana, in un crollo cinese. Questo ha mantenuto anche relativamente stabili i cambi. Ma se due grandi economie del pianeta si sostengono tra di loro in questo difficile equilibrio, e hanno entrambe interesse a sostenersi, bisogna capire qual è il cammino strettissimo in cui l’Europa, e in particolare l’Italia si possono inserire. La Cina deve aumentare i consumi senza aggravare gli squilibri interni che possono danneggiare, di molto, la stabilità socio-politica cinese. Quindi i consumi interni aumenteranno sia nel recupero di fasce sociali che, oggettivamente, hanno peggiorato la loro qualità della vita, sia anche con un aumento di consumi di alta qualità che, io credo, saranno un forte traino anche per noi. D’altra parte, nell’economia cinese sono in atto profondi cambiamenti che però vanno tenuti sotto controllo. È aumentato moltissimo l’investimento in ricerca e l’investimento in università, e questo fatto non deve essere sottovalutato. Calabrò: C’è un dato che mi ha colpito: dai Politecnici cinesi escono circa 1.000 ingegneri al giorno. Ma quali sono le aree di business più interessanti per l’Italia? Bianchi: Attualmente in Cina ci sono due grandi aree di business su cui possiamo intervenire in maniera significativa. Una è sicuramente quella dei prodotti di consumo durevole di alta qualità – che se volete è il tipico ambito italiano – dove il mercato cinese si sta segmentando molto rapidamente. E su questo, io credo che noi godiamo, ancora, tutto sommato, di elementi di immagine molto forte su cui si può operare: penso non solo al sistema moda, ma anche a tutta una serie di beni di investimento che possono essere connessi con una forte immagine di italianità, specialmente se riusciamo a sorreggerli con alcuni investimenti di comunicazione-paese. L’altra area promettente è quella della cooperazione tecnologica; perché, tutto sommato, anche nelle Università cinesi di oggi c’è un’enorme divaricazione fra il tentativo di investire in alcune aree di ricerca di base e, dall’altra parte, l’incapacità poi di finalizzare questo allo sviluppo produttivo locale. Sembra quasi un paradosso che noi italiani – che pure abbiamo una buona ricerca di base e a casa nostra non riusciamo a trasferirla sui prodotti – possiamo diventare partner. Però ho constatato che nell’area biomedica ci sono ancora degli spazi per collaborazioni molto interessanti. Calabrò: Guardiamo ora all’Europa. Il ‘Wall Street Journal’ qualche tempo fa titolava “Previsioni rosee per l’Eurozona” e poi, però, indicava un tasso dell’1,82%. Insomma: rosee perché siamo abituati ad una bassa crescita. Deaglio: Sì, c’è effettivamente una certa marginalizzazione dell’Europa sulla scena mondiale. Ve lo dico con una cifra: su 100 Euro o su 100 dollari in più di crescita mondiale del Pil nel 2006 rispetto al 2005, l’Europa contribuisce per circa 7, l’America Latina per 9, gli Stati Uniti per 17, la Cina tra 25 e 28, il resto dell’Asia tra 20 e 22. Noi europei, in realtà, non stiamo apportando alla nuova ricchezza che si forma un contributo pari al nostro peso; e quindi il nostro peso tende ad assottigliarsi. Ma non ce ne accorgiamo perché non cresciamo di numero. Quindi, a livello individuale, a livello di stili di vita, stiamo bene e possiamo andare avanti così; ma nel mondo stiamo perdendo peso politico. E, probabilmente, lo perderemo presto anche in maniera ufficiale. I cinesi hanno le riserve valutarie più grandi del mondo e vogliono contare di più nel Fondo Monetario, nel G8 ecc. Le quote del fondo monetario che la Cina vuole in più, le perderemo noi europei. Calabrò: Guardando alla realtà industriale italiana, c’è un passaggio culturale da fare. Dal ‘made-in-Italy’ al ‘made-by-Italy’, con una riflessione anche sulla forma della fabbrica, sulla forma dell’azienda, sulla concentrazione delle risorse, sul tipo di investimenti. A che punto siamo? Deaglio: Siamo passati da imprese che delocalizzavano all’estero semplicemente per ridurre i costi, a una seconda fase: metto l’impianto in Romania o in Cina in parte perché costa meno, ma anche perché là c’è un possibile mercato; possiamo interagire, fare varianti di modelli italiani che possono andare bene anche là. Oggi a seguire questa strada non sono soltanto i grandi gruppi, ma almeno 150-200 medie imprese italiane stanno investendo con questi obiettivi. E saranno i pilastri del nostro futuro. Anche il fatto che in Italia, negli ultimi 6 mesi, si siano formati 3-4 gruppi bancari grossi, speriamo che sia buon segno. Mi auguro che le banche che vogliono diventare straniere mantengano il know-how, la conoscenza delle imprese italiane e possano aiutarle in questa fase di globalizzazione. Bianchi: Sì, anch’io ho l’impressione che questa sia una fase più matura. Gli imprenditori hanno capito che non si va all’estero solo per ridurre i costi, ma occorre una strategia di internazionalizzazione. FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 7 gennaio 2007 - n. 380 I risultati del 2006 sono, evidentemente, dal punto di vista della rappresentazione, colpiti dalla svalutazione fatta nel terzo trimestre della partecipazione in Telecom Italia, detenuta attraverso Olimpia. Questa svalutazione si è resa necessaria, perché pur avendo un risultato economico e finanziario assolutamente outstanding, le quotazioni di Borsa del titolo scontano un multiplo del settore telecomunicazioni che è molto più basso di tutti gli altri settori, compreso fra 5 e 6 volte l’Ebitda, quando le utilities hanno multipli pari a 10 volte l’Ebitda, e le media companies 8-9 volte. Ma io resto convinto che il futuro delle telecomunicazioni, dal punto di vista della capacità di crescita, racchiude ben altre promesse. Negli Stati Uniti le società di telecomunicazioni hanno utilizzato la banda larga per aprire dei nuovi orizzonti, soprattutto nell’ambito dell’Information Technology, e hanno ripreso valore. Io credo che il futuro di Telecom Italia si basa sulla capacità di implementare i progetti di aggregazione cui accennavo prima, sia col settore dei Media, sia fra società di Telecomunicazioni. In Europa ovviamente non è facile, perché ci sono ancora barriere nazionalistiche che non permettono di vedere qual è l’interesse vero delle imprese e dei consumatori, ma la crescita dell’economia resta un grande obiettivo collettivo. Questa è la sfida che verrà affrontata da un’azienda sana e che quindi, dovrebbe darci delle soddisfazioni, anche per la partecipazione che noi abbiamo. Questo è l’augurio che faccio a tutti voi per il 2007. ¤ Calabrò: Gli ultimi dati Istat dicono che cresciamo poco e male; non per effetto dell’aumento della domanda interna né per effetto degli investimenti – che anzi sono in rallentamento – ma soltanto per la ricostituzione delle scorte. Non rischia di essere nel 2007, il prodromo di una brutta frenata? Bianchi: Tutto sommato, questo euro che continua ad essere forte mantiene un’attività di investimento al di fuori dell’Europa e quindi credo che la situazione italiana non è così negativa come può apparire, cioè semplicemente ridotta alla ricostituzione delle scorte. Dopodiché, è chiaro che all’interno degli stessi settori vi sono delle crescite molto rapide, ma anche delle situazioni di stagnazione. Però oggi abbiamo, nel bene o nel male, più di 100 medi gruppi industriali che possono diventare un traino importante per il futuro. Quello che preoccupa non è l’industria italiana, ma è semmai la confusione del Paese. Perché alla fin fine, il cuore delle politiche industriali è la politica delle risorse umane. Quindi parliamo di ricerca e di education. È questo che ormai nel mondo si intende per politica industriale. E scusatemi se per chiudere torno con un’ultima battuta sulla Cina, un Paese che noi abbiamo sempre ritenuto fortemente legato a prodotti con un alto contenuto di lavoro e un basso valore aggiunto, mentre oggi sta investendo straordinarie risorse nell’università. A Canton si vede chiaramente che cosa è oggi l’approccio dell’Industrial Development Policy. Per avere in un tempo ragionevolmente breve una fortissima accelerazione delle capability di ricerca e delle capacity delle risorse umane, bisogna prendere grandi quantità di risorse e spenderle in risorse umane. I cinesi lo stanno facendo. ¤ I P Zero Corsa System pacchetto sportivo della nuova V8 Vantage Pneumatici d’azione Gommata Pirelli anche la Aston Martin DBS di ‘Casino Royale’, l’ultimo James Bond che mette in scena le straordinarie prestazioni del P Zero ultra high performance di ultima generazione P er la famiglia di pneumatici ad altissime prestazioni P Zero, il 2006 si è concluso all’insegna di due equipaggiamenti di prestigio. Aston Martin, specializzata nella produzione di auto sportive a realizzazione artigianale, ha scelto di equipaggiare con i Pirelli P Zero Corsa System il pacchetto sportivo della nuova V8 Vantage, il modello 2007 già recepito dal mercato come una delle sportive più desiderabili al mondo. Contemporaneamente, sui grandi schermi di tutto il mondo, la Aston Martin DBS del nuovo James Bond nel film ‘Casino Royale’ sfreccia gommata con un ancora inedito P Zero, il tanto atteso pneumatico Pirelli di ultima generazione. Si tratta di due risultati significativi sia sul piano tecnologico sia su quello dell’immagine, che confermano la leadership della famiglia P Zero nell’alto di gamma, legando il marchio Pirelli a un concetto di guida supersportiva e di stile, in regime di estrema sicurezza. La V8 Vantage è una sportiva realizzata artigianalmente, in grado di garantire prestazioni di prim’ordine e una maneggevolezza straordinaria. Per questa vettura, che può raggiungere una velocità massima di 280 km/h grazie a un poderoso motore V8 di 4.3 litri capace di erogare 380 CV, il pacchetto opzionale La Aston Martin V8 Vantage con il pacchetto sportivo P Zero Corsa System pag. ‘Sports Tyre’ di Pirelli consiste in due P Zero Corsa System dalla diversa misura e battistrada: 245/40ZR19 Direzionale all’avantreno, 285/35ZR19 Asimmetrico al retrotreno. Mentre le qualità progettuali del sistema – tenuta assoluta in curva, accelerazione e frenata – si evidenziano nell’uso estremo sia su strada sia su pista, la sinergia sviluppata dall’azione dei due differenti disegni battistrada si apprezza nella guida su bagnato. Grazie all’efficace espulsione laterale dell’acqua, infatti, il Direzionale prepara la strada all’Asimmetrico, consentendogli di massimizzare la tenuta e, quindi, la sicurezza nella guida. All’eccellenza prestazionale i P Zero Corsa System associano anche un design accattivante, che accentua il look elegante e ricercato della V8 Vantage. L’equipaggiamento della V8 Vantage MY 2007 La Aston Martin DBS nel film ‘Casino Royale’, equipaggiata con l’ultimo P Zero ultra high performance è il risultato della collaborazione fra Aston Martin e Pirelli, che nel 2006 hanno affrontato insieme anche l’American Le Mans Series, ottenendo ben cinque affermazioni, fra cui la celebre ‘Petit Le Mans’ sulla distanza di 1.000 miglia a Road Atlanta, Georgia. Delle caratteristiche del pneumatico che mette le ali alla spia più famosa del mondo si potrà sapere di più solo quando il P Zero di ultima generazione verrà presentato al mercato. Intanto, con la Aston Martin DBS, sesta ‘Bond car’ della Casa inglese dal 1964 a oggi, è già coprotagonista di un record: al botteghino di Londra, ‘Casino Royale’ ha battuto lo scorso novembre gli incassi di tutte le precedenti edizioni della serie. ¤ FeN 7 FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 8 gennaio 2007 - n. 380 Nuova tecnologia per il monitoraggio real-time dell’inquinamento Sensori Pirelli a caccia di smog a Parma In corso fino a maggio nella città emiliana una sperimentazione congiunta Pirelli Labs-CNR: dieci postazioni rileveranno polveri fini, livelli di rumore e inquinamento elettromagnetico È pag. 8 iniziata nel dicembre scorso e si protrarrà fino al prossimo mese di maggio la prima sperimentazione ufficiale dei nuovi sensori Pirelli per il monitoraggio dell’inquinamento. Teatro del debutto della nuova tecnologia sviluppata da Pirelli Labs Materials Innovation sarà la città di Parma, grazie a un accordo programmatico che coinvolge anche l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Ministero dell’Ambiente, d’intesa con il Comune emiliano. Il progetto prevede il monitoraggio dell’inquinamento dell’aria e di quello eletPostazioni di tromagnetico e acustirilevamento: co in tutto il territorio di Parma 8 in città e nella zona in prossimità del2 in periferia lo svincolo dell’autostrada A1. In particolare, i nuovi sensori Pirelli a ossidi semiconduttori, caratterizzati da dimensioni più contenute rispetto ai tradizionali strumenti di rilevazione, saranno dislocati in dieci postazioni, otto delIn alto e sotto: due centraline per il monitoraggio dell’inquinamento le quali in area urbana e due in periferia. Ogni postazione sarà dotata di dispositivi in grado di integrare fino a cinque sensori. L’elemento distintivo della tecnologia sviluppata da Pirelli Labs, in collaborazione con il Gruppo Telecom Italia, è la capacità di rilevare e trasmettere in tempo reale, via GSM, il livello di concentrazione di gas inquinanti come monossido di Il sensore a ossidi semiconduttori sviluppato dai Pirelli Labs carbonio, biossido e ossidi di azoto. Nella sperimentazione di Parma sarà affiancata da sensori tradizionali realizzati dal CNR per la misura di polveri fini, dei livelli di rumore, con analisi delle frequenze, e di inquinamento elettromagnetico. L’insieme delle centraline costituirà una mini-rete collegata a un server centrale in grado di rendere disponibili in tempo reale i risultati del monitoraggio. I nuovi sensori Pirelli si propongono come una valida alDimensioni ternativa alle tecnologie conridotte, venzionali: le ridotte dimencon risultati sioni dei dispositivi consentoimmediati no di incrementare la copertura dei territori oggetto di monitoraggio, con evidenti benefici sulla rappresentatività della rilevazione; la disponibilità immediata dei risultati e i costi competitivi sono ulteriori punti di forza della soluzione. Questa tecnologia introduce, quindi, una nuova filosofia di monitoraggio dell’inquinamento, fornendo ai soggetti responsabili uno strumento efficace per la mappatura dell’annoso problema dello smog nei centri urbani. ¤ Salvatore Ricco A Enrico Albizzati il premio ‘Eureka’ per l’Innovazione Tecnologica 2006 Enrico Albizzati, Amministratore Delegato di Pirelli Labs Materials Innovation, si è aggiudicato il premio ‘Eureka’ per l’Innovazione Tecnologica 2006. Assegnato su proposta del Ministro per l’Innovazione Luigi Nicolais, nell’ambito del progetto Eurekascienza, il premio è il frutto di una collaborazione tra il ‘Premio Scanno’ per l’Innovazione e il Ministero dell’Università e della Ricerca. Albizzati – che ha ricevuto il riconoscimento l’11 dicembre al Circolo della Stampa di Milano, a margine della manifestazione per i 40 anni dell’UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici) – è stato premiato “per il contributo dato alla crescita dell’innovazione, con una attività che ha unito ai successi professionali, da cui ha ottenuto oltre 180 brevetti internazionali, la grande Enrico Albizzati durante la premiazione, l’11 dicembre al Circolo della Stampa, Milano intuizione di far collaborare nella ricerca e nell’innovazione le risorse pubbliche e gli investimenti privati, secondo una strategia riconosciuta come l’elemento determinante di novità e di spinta per il sistema paese”. Già nel 2001, Pirelli si era aggiudicata il premio Scanno per l’Innovazione grazie al progetto MIRS™ (Modular Integrated Robotized System), il rivoluzionario processo robotizzato per la produzione di pneumatici ad alte prestazioni. FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 9 gennaio 2007 - n. 380 L’ingresso di Pirelli Ambiente nel settore dei filtri per il primo equipaggiamento Contro le emissioni, per l’ambiente In Romania sorgerà il primo stabilimento produttivo, mentre è già in corso un progetto di ricerca congiunta con Liqtech per il miglioramento delle prestazioni dei filtri antiparticolato per motori diesel P irelli Ambiente Eco Technology, da sempre impegnata nello sviluppo di tecnologie innovative per la riduzione dell’impatto ambientale dei motori diesel, realizzerà in Romania uno stabilimento produttivo di filtri antiparticolato per il primo equipaggiamento. L’impianto, dislocato su un’area di 10 ettari all’interno del Parco Industriale della contea di Gorj nella Romania sud-occidentale, sarà attivo a partire dalla seconda metà del 2008 e si articolerà in due linee produttive. La nuova fabbrica potrà produrre all’anno oltre 1.300 tonnellate di filtri in carburo di silicio per il primo equipaggiamento dei motori diesel e impiegherà circa 400 dipendenti. La scelta di realizzare uno stabilimento in Romania è strategica sia in ottica di Gruppo (Pirelli è già presente sul territorio con uno stabilimento per pneumatici vettura e uno per cordicella metallica per pneumatici radiali) sia per la vicinanza alle grandi case automobilistiche sempre più numerose nell’Europa dell’est. La Romania, inoltre, offre un insieme di elementi, dalla lingua al costo-paese, che la rendono una scelta competiti- Filtro antiparticolato in carburo di silicio per il primo equipaggiamento dei motori diesel vamente vantaggiosa. L’entrata di Pirelli Ambiente Eco Technology nel settore dei filtri per il primo equipaggiamento è supportata anche da un forte focus sulla ricerca. La società ha infatti recentemente annunciato di aver intrapreso con la LiqTech A/S, un’azienda danese da anni operante nel settore dei filtri in carburo di silicio, un progetto di ricerca congiunta volto al miglioramento delle prestazioni dei filtri. Il progetto parte a inizio 2007 e i risultati che deriveranno dalla ricerca saranno di proprietà congiunta delle due società con sfruttamento esclusivo riservato a Pirelli in Europa, Russia ed ex Repubbliche Sovietiche, Brasile e Cina ed a Liqtech in USA, Messico, Sud Corea, India e Giappone. In base all’accordo, inoltre, LiqTech unirà il proprio know-how a quello di Pirelli Ambiente Eco Technology per sviluppare la tecnologia produttiva destinata alla realizzazione in grande serie di filtri antiparticolato in carburo di silicio per il primo impiego sui motori diesel. I risultati generati da questo sviluppo saranno di esclusiva proprietà di Pirelli Ambiente e verranno implementati nella fabbrica che verrà realizzata in Romania. ¤ Barbara Minotti In Bicocca nasce il SEDICI, un quartiere d’artista dentro un edificio Milano è la città della moda, dell’alta finanza, delle avanguardie culturali. È una città creativa che sa reinterpretare se stessa e le strutture che la compongono. Il SEDICI nasce sulla scia di queste considerazioni, è il luogo ideale per vivere e dare vita a progetti innovativi (arte, design, incubator per citare qualche esempio). Situato proprio di fronte allo spazio espositivo d’arte contemporanea Hangar Bicocca e dietro all’entertainment center Bicocca Village, il SEDICI propone factory-loft su misura, ampiamente adattabili a specifiche esigenze. Un quartiere d’artista all’interno di un edificio. Ogni factory-loft mette a disposizione un volume da personalizzare, con altezze interne fino a 7 metri ideali per l’allestimento di soppalchi. Tutto questo in un luogo piena di energia, trovandosi nel centro di un polo artistico-culturale (non lontano è situato il Teatro Arcimboldi). Il SEDICI è il risultato di un progetto di ristrutturazione che valorizza un pregevole manufatto edilizio: il fascino unico e raro di un’antica fabbrica industriale, ristrutturata su misura per gli specifici bisogni. Da fabbrica di trasformatori per treni, ex capannone Rendering dei factory loft in realizzazione al SEDICI industriale del Gruppo Ansaldo situato nella zona nordest di Milano, nasce così il SEDICI. Il nome è il numero con cui era contraddistinto questo comparto di un’archeologia industriale che tornerà a nuova vita. Il progetto prevede di preservare la memoria storica dell’edificio esaltando gli elementi architettonici come la facciata di mattoni rossi, i serramenti in ferro e la copertura a shed. Saranno realizzate circa 60 unità (di dimensione variabile tra i 160 ed i 600 mq, per un totale di circa 18.000 mq di superficie), distribuite su due livelli fuori terra. I più elevati standard di sicurezza e comfort garantiranno ai futuri utilizzatori le migliori condizioni per vivere gli spazi con creatività all’interno del rinnovato complesso immobiliare. Un numero adeguato di box e posti auto privati saranno ricavati in una porzione dell’immobile. I lavori sono iniziati nei primi mesi del 2006 e la consegna dei primi factory loft del SEDICI è prevista nel settembre del 2007. Il SEDICI si inserisce all’interno del progetto Grande Bicocca, un’iniziativa di riqualificazione di un’ampia superficie urbana di quasi un milione di metri quadrati. In questi oltre sette anni di lavoro, la Bicocca si è affermata quale nuova centralità urbana di Milano assumendo una forte vocazione culturale e diventando un luogo di incontro tra arte, design e cinema, grazie tra l’altro alla presenza dell’Università degli Studi di MilanoBicocca, del Teatro Arcimboldi e dell’Hangar Bicocca. Simona Gelpi pag. 9 FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 10 gennaio 2007 - n. 380 La moda uomo PZero alla 71a edizione della rassegna fiorentina PZero a Pitti: potere alla gomma Linee metropolitane di chiara ispirazione milanese e tanti inserti in gomma per l’abbigliamento e le calzature maschili del prossimo autunno-inverno. Trend positivo e tanto ottimismo per il marchio della P Lunga D al 10 al 13 gennaio Firenze si è trasformata nella capitale dell’eleganza maschile: di scena sulle passerelle di Pitti Immagine Uomo tutte le novità della collezione autunno/inverno 2007-2008. E alla manifestazione, che riunisce oltre 700 aziende italiane e straniere di moda, Pirelli PZero ha proposto le proprie linee guida relative al look maschile per l’anno prossimo. La sobrietà dell’eleganza british, fil rouge della 71a edizione fiorentina, è stata reinterpretata con uno sguardo orgoglioso verso la città di Milano, simbolo dell’industria e della tecnologia. Ecco allora un’intera linea di piumini, giacchette, caban, parka e trench P-tropoly, ispirata al knowpag. 10 how ed alle atmosfere brune metropolitane e colorata con le tinte industriali della pittura di Mario Sironi: ferro, alluminio e cromo, ciminiera, officina e asfalto. Il grigio-grattacielo distintivo del Pirellone impera nella collezione e si unisce a ricami e stampe di loghi celebrativi di Milano. Nella gamma PZero Rosso lo slogan dominante è ‘Rubber power’, potere alla gomma. L’impronta Pirelli intende più che mai della gomma esprimere fedeltà alla sua nella identità pneumatica, decollezione clinandola ad alta quota. Per essere impeccabili anche nel tempo libero, ecco i piumini in ciré gommato, ribattezzati Gommini, con interni reversibili in colori contrastanti o fodere di rib-stop. Oppure ancora i trench mono e doppiopetto in rivoluzionaria gommapiuma: un’evoluzione della versione soffiata presente negli storici materassi Pirelli, resa oggi tanto leggera da essere all’interno, trapuntata a motivi pneumatici. E sempre la gomma, simbolo distintivo della P Lunga, impreziosisce di dettagli i capi di attitudine marina: tasche gommate, stemmi da yacht polimerati, marchio catarifrangente, proposti nei colori più accesi dell’industria navale tagliati dal tipico giallo dell’advertising Pirelli. Tyson Beckford, già testimonial d’eccellenza della collezione P Zero Uomo 2006/2007, ha indossato la nuova felpa Racing Sweat Racket, in materiale high-tech resistente ed isolante con dettagli in gomma metallizzata, zip gommate e rovesciate e applicazioni di patches: un capo spalla perfetto, tra il dandy e lo sportivo, ideale per un guardaroba metropolitano. Anche nelle calzature, come nella collezione di abbigliamento, trionTyson Beckford indossa per PZero la felpa in neoprene Racing Sweat Jacket Scarponcini in gomma antiscivolo per il city trekking fa la gomma, emblema dello stile PZero. La suola sperimentale anti-grip si compone di due metà: una parte inferiore in gomma ed un’intercapedine in EVA Suole che raddoppia il comfort. Lo sperimentali stesso gioco del doppio viene e logo acquaproposto nel logo acqua-crocromatico matico delle calzature Energy, in cui PZero, grazie ad un sistema brevettato, appare solo a contatto con l’acqua e scompare una volta asciutto. Tutti questi ritrovati tecnologici si innestano su materiali più ricercati e linee spesso vintage come quelle degli stivaletti beatles o dei modelli alti e stringati ispirati alle scarpe leggere dei pugili anni ’70. Spenti i riflettori sulla fiera, ora è tempo di bilanci. Tra gli organizzatori della manifestazione e tra gli stessi espositori si è respirata un’aria di profonda soddisfazione, un clima di generale ottimismo. E il marchio PZero Pirelli gode a pieno titolo di questo trend positivo già dalla fine del 2006, con un fatturato di 100 milioni di euro, incrementato del 30% rispetto al 2005. ¤ Antonio Gallo FeN_380/2 22-02-2007 10:12 Pagina 11 gennaio 2007 - n. 380 Il Tatra gommato Pirelli sul podio alla Lisbona-Dakar 2007 PS22: vincenti sulle dune Pirelli conclude la maratona con un terzo posto e altri cinque camion tra i primi quindici, Luisa Trucco ventiquattresima e il pick-up Isuzu di OrioliRosalen in diciassettesima posizione nella categoria ‘Auto’ È un risultato straordinario quello conseguito da Pirelli alla ventinovesima edizione della Dakar: il terzo posto assoluto nella categoria ‘Camion’ per il Tatra dell’equipaggio ceco Loprais-Gilar e il piazzamento – tra i primi quindici posti – di sei camion gommati con pneumatici Pirelli pressoché di serie. Questo in sintesi l’eccellente bilancio del durissimo raid africano, partito il 6 gennaio dalla capitale portoghese e giunto dopo un percorso di 8.696 chilometri nella capitale del Senegal, sulle coste del Lago Rosa. 525 veicoli tra auto, motociclette e camion hanno affrontato coraggiosamente le 15 tappe attraversando il PortoA sinistra: il truck Iveco guidato da Luisa Trucco e l’Isuzu D4 del team Orioli-Rosalen gallo, la Spagna, il Marocco, la Mauritania, il Mali e il Senegal. Gli pneumatici Pirelli PS22 sono stati co-protagonisti della vittoria: il Tatra portato in gara dall’equipaggio Loprais-Gilar ha gareggiato con gomme del tutto identiche a quelle normalmente in commercio e il camion dell’equipaggio brasiliano De Azevedo-Justo, sempre gommato PS22, si è classificato quinto assoluto. Le doti dei PS22 sono state sfruttate e apprezzate dal 28% degli iscritti alla competizione, ad ulteriore conferma dell’elevato grado di robustezza, motricità e competitività delle gomme italiane. Un vero trionfo, che inaugura al meglio la stagione agonistica di Pirelli proprio nell’anno delle celebrazioni per il secolo di attività sportiva. I successi però non si sono fermati agli automezzi del team Tatra: anche gli italianissimi Iveco del team Vismara-Cambiaghi si sono meritati il dodicesimo posto assoluto, mentre l’equipaggio composto da un’arditissima Luisa Trucco – unica donna al volante tra i ‘trucker’ – e dai fratelli Il team ceco Loprais-Gilar premiato sul podio di Dakar e il Tatra ufficiale gommato PS22 lungo la traversata del deserto Pattono ha conquistato un eccellente ventiquattresimo rango con una prestazione che è andata ben oltre le più rosee aspettative. Nella classifica ‘Auto’ è di assoluto rilievo il diciassettesimo posto finale dell’Isuzu D4 di Edi Orioli, ex centauro e plurivincitore della ‘Dakar’ su due ruote. L’equipaggio tutto italiano Orioli-Rosalen ha montato pneumatici Pirelli Scorpion progettati sulla stessa base del prodotto in vendita presso qualsiasi rivenditore. Ancora una volta una competizione ha fornito una brillante conferma del concetto alla base della tecnologia Pirelli: le corse rappresentano un validissimo e costante ‘laboratorio di sviluppo’ per le gomme che saranno poi destinate agli utenti della strada in tutto il mondo. ¤ FeN Campionato ‘Grand-Am’: Pirelli gommerà le Prototipo più famose d’America È stato ufficializzato sabato 27 gennaio, poco prima della partenza dell’edizione 2007 della ‘24 Ore di Daytona’, l’accordo tra Pirelli e la Grand American Road Racer Association, l’ente organizzatore del Campionato ‘Grand-Am’, la serie improntata alle competizioni per vetture Prototipo più affermata in Nordamerica. Dal 2008 e fino al 2010 compreso, i Daytona Prototipe (definizione delle vetture protagoniste principali) e le vetture GT (Porsche Carrera 997, Ferrari 430 GTC ecc.) saranno equipaggiate con pneumatici Pirelli P Zero Racing. L’accordo siglato a Daytona Beach ha una doppia rilevanza, poiché oltre ad ‘europeizzare’ una serie molto frequentata da vari validi piloti del vecchio Continente, consentirà d’incrementare la notorietà di gare decisamente accattivanti come la ‘24 Ore di Daytona’ e delle corse in programma su circuiti noti anche alle nostre latitudini come Watkins Glen, Montréal (dove corre la F1), o Laguna Seca. Le vetture protagoniste di questo campionato adottano motori di Case prestigiose come Lexus, Pontiac, Porsche, e per la corsa andata in scena a fine gennaio erano iscritti ventotto prototipi e quarantadue GT. Tra i piloti protagonisti abituali segnaliamo molti nomi noti come gli italiani Angelelli e Papis, l’inglese Wallace, gli statunitensi Leitzinger, Haywood, Dixon, il francese Collard (pilota Porsche-Pirelli nel FIA-GT 2005) oltre a Montoya (ex pilota McLaren di F1), l’austriaco Wendlinger e ad un fedelissimo di Pirelli, quel Wayne Taylor già vincitore del titolo Imsa Piloti ’96 con l’Oldsmobile Riley&Scott e trionfatore quello stesso anno – montando i P Zero – anche della ‘24 Ore di Daytona’ e della ‘12 Ore di Sebring’. Wayne del resto ha offerto a Pirelli pure il successo nel primo evento valido per l’American Le Mans Series, a Road Atlanta nel ’98, sulla Ferrari 333SP e in coppia con Eric Van de Poele. Questo nuovo impegno è prezioso per Pirelli sia per i mercati americani, sia su scala internazionale. Enrico Campioni pag. 11 FeN_380/2 22-02-2007 10:13 Pagina 12 gennaio 2007 - n. 380 Dicono di noi... 21/12/2006 pag. 12 Pirelli, cento anni di corsa: è lo slogan che può essere coniato per l’impegno dell’azienda milanese che il prossimo anno festeggerà il suo straordinario compleanno nello sport. Anche se già alla fine del XIX secolo Giovanbattista Pirelli fornì pneumatici per una gara motociclistica, l’esordio ufficiale di questo marchio nelle competizioni è datato 1907, in occasione della celebre maratona da Pechino a Parigi vinta dall’Itala del Principe Scipione Borghese. La lunga storia della Pirelli nelle corse si può dividere in due fasi: prima della seconda guerra mondiale e dopo. Negli anni ’20 e ’30 la Casa milanese si ‘associa’ a un’altra azienda della metropoli lombarda, l’Alfa Romeo (…) Dopo il conflitto, il legame con il ‘Biscione’ si allarga alla Ferrari (…) E nel ’57 Pirelli vince la ’12 Ore di Sebring’ con la Maserati 45OS di Behra Fangio. Alla fine degli anni ’70 entra in scena il Pirelli P7, il radiale che permette a Eddie Cheever di conquistare con la Osella-BMW la corsa dì apertura del Campionato europeo di F2 a Silverstone 1979. L’anno successivo Pirelli ottiene il titolo europeo con la Toleman, preparandosi al passaggio in Formula 1. Gli anni ’70 sono anche l’avvio della lunga stagione dei rally (…) I trionfi si succedono… 08/01/2007 “La sfida è tutta dentro delle camere bianche. Asettiche. (…) Il cuore di questi laboratori, creati nel 2001 con un investimento di 135 milioni di euro, non sono però i pneumatici. (…) Il cuore pulsante dei Pirelli Labs, che l’anno scorso hanno fatturato 112 milioni di euro con una crescita del 78% sul 2004, sono le nanotecnologie ottiche. «Il nostro laboratorio punta ad applicare le nanotecnologie alla fotonica e opera su tre aree – spiega l’amministratore delegato di Pirelli Labs Optical Innovation, Giorgio Grasso – interruttori ottici in silicio, ricevitori e amplificatori. Sul silicio si lavora con componenti che preparano il layer che viene lavorato nel campo dell’infrarosso. Per trasferire le informazioni si utilizza una nuova tecnologia al plasma che permette di ridurre la rugosità delle pareti: dovendo far passare la luce abbiamo bisogno, infatti, che la superficie sia priva di qualsiasi elemento di ostacolo» (…) Grazie ai Pirelli Labs, Pirelli è stata in grado di costruire, per prima al mondo, cavi che contengono fino a 1.152 fibre ciascuno. (…) Oggi la ricerca è concentrata alla soluzione di due problemi: da un lato come risolvere il nodo del cosiddetto “ultimo miglio”, cioè quella parte di linea che collega la grande condotta della banda larga con le case della gente. (…) L’altro problema è come convertire i segnali luminosi in segnali elettrici, cioè gli unici segnali comprensibili (al momento) da computer e televisori. Nei Pirelli Labs esiste già una soluzione in grado di portare il segnale ottico da 1 Gigabit direttamente dentro le case: i ricercatori guidati da Grasso hanno messo a punto un chip tutto ottico… 13/01/2007 Nei laboratori Pirelli Tyre si prepara la seconda generazione del Mirs, l’innovativo sistema di produzione di pneumatici basato su mini-fabbriche interamente automatizzate. L’annuncio della fase 2 del Mirs da parte dell’amministratore delegato Francesco Gori giunge in una fase impegnativa per la società: l’investimento in Romania, il riassetto del polo produttivo piemontese, il progetto della quotazione in Borsa che torna d’attualità. «L’evoluzione della tecnologia Mirs ormai è a buon punto – dice Gori. (…) Nei primi nove mesi siamo cresciuti mentre i nostri principali concorrenti tiravano il freno. Comunque per tutto il settore il clima è più favorevole rispetto alla prima fase del 2006 conclusa con i profit warning degli altri big.» (…) Per consolidare la crescita, e magari arare il terreno in vista della Borsa, Gori punta ancora su una strategia a doppio binario: «Posizionamento sulla gamma alta degli pneumatici e segmentazione geografica: siamo entrati nell’Est Europa, siamo già molto forti nel Mediterraneo e leader nel Sudamerica e abbiamo iniziato a presidiare l’Asia avviando la produzione in Cina per il mercato locale e per i Paesi del Sud-est asiatic o.» (…) Tra la Romania, la Cina e l’Italia, Gori si concede qualche tappa anche a Bruxelles con il cappello di presidente dell’associazione dei produttori europei (…) «Adesso a Bruxelles le istituzioni devono attivarsi per garantire pari condizioni con i Paesi emergenti. I produttori asiatici hanno già conquistato il 20% del mercato continentale, anche grazie al vantaggio competitivo di avere regole meno vincolanti». 01/02/07 “Gli ingredienti per sbarcare al botteghino ci sono tutti. C’è la star hollywoodiana, Uma Thurman. C’è la supercar, una Lamborghini Gallardo di un bel giallo fiammante. C’è tanta azione, condita da armi da fuoco di qualsiasi tipo, inseguimenti per le strade di Hollywood, vetri che esplodono e carrozzerie bucherellate dai proiettili. E naturalmente c’è l’immancabile happy end, insaporito da una sceneggiatura che punta a sorprendere lo spettatore. A dir la verità, rispetto a un kolossal made in Usa, l’unica cosa che manca a Mission zero, il secondo film prodotto da Pirelli, è proprio il botteghino (…) Mission zero è (…) il secondo capitolo di un progetto di “branded entertainment” (…) una nuova strategia di comunicazione, meno invasiva e più godibile rispetto a uno spot: in fondo un film su internet lo va a vedere chi è davvero curioso. E l’anno scorso, per The call, i curiosi sono stati addirittura 5 milioni. Il film è piaciuto, insomma, anche perché non serve a vendere un prodotto, ma a dare lustro alla marca, esattamente come fa da ormai 44 anni il mitico calendario che la Pirelli produce ingaggiando grandi fotografi e donne bellissime (…) La confezione di Mission zero è affidata a Kathrin Bigelow, regista di Strange days e Point Break. Ambientata nelle strade della capitale del cinema, la storia si può riassumere come un lungo inseguimento adrenalinico, ma soprattutto è un prodotto cinematografico a tutti gli effetti… Periodico Associato all’ASCAI - n° 380 - gennaio 2007 ❚ Direttore responsabile: Fabio Magrino - Redazione: Cinzia Storti - E-mail: [email protected] - Fax: 0285354451 Sede: Via G. Negri 10, Milano - Progetto grafico e realizzazione: the C’ comunicazione srl, Milano - Stampa: Copigraf srl, Lentate sul Seveso