TCS Video (Metavisione)

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TCS Video (Metavisione)
TCS Video (Metavisione)
Pionieri di questa tecnica furono Mario Rebecchi e Klaus Schreiber, che iniziarono la loro avventura
sperimentando con le voci metafoniche.
Le prime immagini di origine ignota, testimoniate ma non documentate, furono ricevute da Mario Rebecchi
di Finale Emilia (Mo), il 29 agosto 1973, con un televisore in bianco e nero. Nei giorni che precedettero
l'evento il Rebecchi iniziò la sua attività con il televisore, per verificare la possibilità che le voci ricevute
tramite la radio potessero essere ricevute anche tramite l'audio del televisore.
Rebecchi narra così l’incontro con questo nuovo fenomeno:
"Alle 9,30 circa è apparso sul video del televisore (in bianco e nero), nella zona del 2° programma
nazionale RAI-TV, una fascia larga circa dieci centimetri e lunga quanto il video (cm. 48), bianca ai
due lati, per circa dieci centimetri nera al centro, ed una scritta, in lettere maiuscole bianche,
apparentemente di tre parole, di cui una in alto e le altre due in basso; la terza parola appare
racchiusa fra parentesi, come si suole indicare la provincia.
Durante uno spostamento dell'immagine verso l'alto, essa è sembrata come una porta o finestra in
un edificio bianco. I cinque presenti (Rossana Bucchi, Gaetana De Fanti, Guido Rebecchi,
Marcella Carrara ed io) hanno tutti visto chiaramente l'immagine, ma nessuno è riuscito a decifrare
la scritta. Ho chiamato per telefono un tecnico, il quale mi ha risposto che si trattava forse della
televisione svizzera o jugoslava, ma siccome la figura e le scritte non sembravano corrispondere ai
monoscopi di quelle trasmittenti, è venuto a casa mia.
Dopo aver attentamente osservato l'immagine, ha confermato che non corrispondeva a quelle dei
monoscopi delle due stazioni predette. Lo sfarfallio, che indicava l'assenza dell'onda portante, non
si è potuto eliminare e l'immagine è rimasta imperfetta, senza avere così la possibilità di leggere
chiaramente le tre parole. Alle ore 10 l'immagine si è dileguata e non si è potuto più ricevere. Il
tecnico si è allontanato, dicendo che avrebbe tentato ancora mediante il televisore del suo
negozio, come aveva tentato prima di venire a casa mia. Non ha ottenuto alcun risultato."
Klaus Schreiber, due anni dopo aver ottenuto la prima registrazione metafonica, ricevette dalla propria
figlia defunta Karin, il messaggio "Veniamo in TV". Schreiber, che nel frattempo aveva raggiunto una
totale fiducia su quanto le invisibili entità gli comunicavano, aveva dedicato molto tempo a concentrarsi
davanti
allo schermo di un vecchio televisore in bianco e nero, sintonizzato su di un canale libero.
Successivamente nel suo laboratorio, preparò una combinazione di apparecchi i cui elementi principali
erano il vecchio televisore in bianco e nero che fungeva da monitor, la telecamera, alcuni videoregistratori
e degli apparati per il riversamento dei nastri video.
Con la videocamera orientata sullo schermo televisivo con una leggera angolazione dal basso verso l'alto e
spostata in senso laterale, egli riprese lo schermo su cui comparivano contemporaneamente l'inquadratura
ripresa dalla telecamera, i riflessi della luce del giorno proveniente dalla finestra e di tubi fluorescenti accesi
posti sul soffitto, nonché di due lampade a raggi ultravioletti.
Questa mescolanza di segnali luminosi ripresa dalla telecamera produce una situazione luminosa
otticamente molto instabile, per saturazione di segnale. Il risultato finale, registrato sul videoregistratore,
appare come un gioco di luci e ombre , pulsante e in continua modificazione. L'esperimento durava da 1 a 3
minuti, dopodiché Schreiber visionava il materiale registrato e, grazie al suo occhio esperto, fermava
l'immagine laddove comparivano rapide modificazioni che lasciavano trasparire forme "sospette" di
paranormalità. Con questo sistema Schreiber ottenne un gran numero di immagini in cui riconobbe molti
suoi parenti defunti come i propri genitori, la figlia Karin, il figlio Robert, il cognato ed altri. Ottenne anche
immagini di personaggi famosi, come Kieling, Curd Jurgens, Romy Schneider e re Luigi di Baviera.
Intensa fu anche la sua attività per dare speranza e consolazione a chi aveva perso dei cari e, in
quest'ambito, molte furono le immagini riconosciute da coloro che a lui si rivolgevano. Dal 1985 al 1988
Schreiber ottenne più di 100 transimmagini, la cui realizzazione divenne sempre più facile col passare del
tempo.
Per lo più apparvero singolarmente, con una durata media valutabile in 0,04 secondi e pertanto, in
condizioni di staticità. Le transimmagini dello Schreiber appaiono sostanzialmente diverse da quelle
ricevute dal Rebecchi , la cui durata era dell'ordine di alcuni minuti e soprattutto, per le condizioni di
movimento con cui esse apparivano.
Esperienze
Il mio approccio con questa tecnica, più precisamente la tecnica Schreiber, avvenne una mattina di
settembre del 2009. Accesi la videocamera già collegata ad un televisore della casa, lasciando che la luce
solare entrasse nella stanza e cominciai a riprendere. Puntando la videocamera verso il televisore in modo
che si formasse l’effetto Loop (infinito) notai che lo stesso variava di intensità e forma in modo irregolare e
discontinuo. Siccome la videocamera non aveva le impostazioni per trasferire il filmato sul pc, decisi allora
di riprendere l’effetto direttamente sullo schermo, con la fotocamera in modalità video.
Quando scaricai il video sul pc, mi accorsi che nella visualizzazione dei fotogrammi, purtroppo una linea
nera scorreva sullo schermo, falsandone così la maggior parte. Nonostante questo problema, notai che in
qualche fotogramma vi erano rimasti impressi dei volti:
Vedendo i volti che erano impressi nei fotogrammi, mi resi conto che alcuni di loro appartenevano a foto
già viste, decisi quindi di chiedere agli amici le foto in questione. Il lavoro di comparazione fu lungo e
laborioso che però ebbe dei riscontri dopo aver eseguito delle comparazioni con in cui vi erano i volti di
queste persone passate nella dimensione dell’oltre.
Nonostante le comparazioni abbiano dato esito positivo al 70 % circa, devo comunque rimanere cauto
nell’affermare che si tratti veramente di un riconoscimento a tutti gli effetti. Verso maggio 2010 seguendo il
modo di Schreiber nel posizionamento delle luci extra, ottenni un volto abbastanza nitido ma nello stesso
tempo ancora pieno di disturbi provocati dall’effetto loop.
Il
Il presunto volto in basso a sinistra della tv, si notava meglio rispetto a quelli fino ad allora ricevuti, ma
comunque ebbe bisogno di un’elaborazione grafica per farlo risaltare.
Cercai con il tempo di migliorare questa tecnica cambiando videocamera, ma i risultati invece che
migliorare, peggioravano. Mi venne in mente allora di adottare il metodo di far passare le immagini
direttamente alla presa dell’antenna invece che dalla presa av in modo che ci fosse un collegamento diretto
tra videocamera e tubo catodico della tv e acquistai un modulatore di frequenza che convertiva appunto il
segnale di partenza. Sperimentando in questa maniera, notai che il risultato finale era migliore e più
evidente e aveva bisogno di poche elaborazioni grafiche e in qualche caso no. I primi risultati non erano di
grandi dimensioni, ma ben evidenti.
Ciò che avvenne poi, come sempre e sovente succede quando si sperimenta con cognizione di causa, è
stato che i volti si ingrandirono fino ad occupare tutto lo spazio della tv come in questo caso dove si pensa
che il volto sia simile a quello di un Einstein giovane.
Anche con questa tecnica comunque, si può benissimo incorrere in effetti pareidolici che, seppure
presentano una frequenza minore di quelli riscontrati con altre tecniche, sono sempre possibili.