Impianti all`avanguardia nei Cus d`Italia

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Impianti all`avanguardia nei Cus d`Italia
Rettori appassionati di sport
Settanta sugli sci all’Universiade
Dr.ssa Giorgi, la vittoria più bella
Dicembre 2014 - N. 146
PERIODICO DEL C.U.S.I.
FONDATO NEL 1951 DA ALDO DE MARTINO
POSTE ITALIANE s.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003
(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA
Dionigi (Bologna) a cesto, Borghi (Parma) rugby-tris, Pecorelli
e il baseball, Attaianese (Cassino) podismo.
Impianti all’avanguardia nei Cus d’Italia
D’Agostino, l’arco d’oro
Parolo dall’Universiade
al Mondiale in Brasile
Sport Universitario
N. 146 - Dicembre 2014
C.U.S.I.
(Centro Universitario Sportivo Italiano)
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Sport Universitario
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Agenda Cusi 2015
Appuntamento a Roma
il 26 gennaio
Anche il ciclismo nei Cnu
di Salsomaggiore
Il 2015 sarà un anno quanto
mai impegnativo per il Cusi.
Sono in programma due edizioni
dell’Universiade, quella invernale
dal prossimo gennaio in due nazioni
diverse e quella estiva in Corea. Inoltre
i Cnu, cioè i campionati nazionali di
sci a Bardonecchia e quelli primaverili
di Salsomaggiore Terme (Parma)
Oltre all’appuntamento istituzionale
dell’Assemblea elettiva a Salerno.
L’edizione dell’Universiade della neve
per la prima volta è stata sdoppiata
in due sedi diverse ed esattamente
a Pleso-Orsiblie in Slovacchia (24
gennaio-1 febbraio) per le discipline
di sci di fondo, del biathlon e del salto
con gli sci quindi nella Sierra Nevada
(Granada) per lo sci alpino, il freestyle,
lo snowboard, le figure e lo short trak
oltre al curling e all’hockey. In queste
due ultime specialità non sarà presente
la rappresentativa ialiana.
L’appuntamento più gravoso sarà
quello di Gwanju in Corea del sud dal 3
al 14 luglio dove il Cusi sarà presente
con una delegazione di poco superiore
alle 260 persone, per le discipline del
canottaggio, atletica leggera, ginnastica
ritmica, golf, judo, nuoto, pallacanestro,
pallanuoto, scherma, taekwondo, tiro
con l’arco, tiro a volo, tiro a segno e
tuffi.
C’è poi molta attesa per il ritorno dei
campionati nazionali universitari in
maggio a Salsomaggiore, il centro
termale a pochi chilometri da Parma
dove è in allestimento un programma
con alcune interessanti novità tra
le quali una corsa ciclistica voluta
dall’assessore locale Daniela Isetti,
in veste anche di vice presidente
della Federciclismo. Lo stesso vale
per Bardonecchia (dal 3 al 6 marzo)
con contorno di settimane bianche,
sperando in buone notizie climatiche.
L’anno inizierà il 26 gennaio con una
conferenza stampa propedeutica al
programma “Camminare insieme” di
grande rilevanza che si terrà nel Salone
d’onore del Coni alla presenza del
Presidente Malagò, di autorità civili e
accademiche guidate dal Presidente
della Conferenza dei Rettori e dei
membri della Crui. Sarà questo l’inizio
di una nuova era di valorizzazione del
ruolo e dei compiti del Cusi nel mondo
universitario e in quello sportivo.
La scomparsa
di Luigi Dima,
l’ultimo
superstite
della Corazzata Roma
Era il Papà dei cari Amici Antonio e
Massimo ed aveva 92 anni, la tempra degli
italiani del passato, una vita avventurosa
nella marina come nocchiere, l’ultimo
dei 748 superstiti della corazzata Roma,
affondata dai missili tedeschi con 1.352
vittime. Volontario in marina a 16 anni, tre
anni dopo Luigi Dima era stato trasferito
dalla corazzata Littorio alla Roma nei giorni
dell’armistizio e pochi giorni dopo ci fu
l’attacco alla potente nave italiana da parte
dei tedeschi che utilizzarono per la prima
volta bombe radiocomandate potendo
spararle a distanza, lontano dalla gittata
dei potenti cannoni: bastarono due missili
per squarciare la nave. Era il 9 settembre
del 1943 e il giovanissimo Luigi venne
salvato in mare dai marinai del “Mitragliere”
quando l’oscurità cominciava ad incombere
e le sue speranze, sballottato dalle onde,
cominciavano a ridursi. Il cacciatorpediniere
venne dirottato addirittura nelle Baleari per
evitare il sequestro da parte dei tedeschi.
Ritornato a fine guerra in patria, Dima
divenne maresciallo di Pubblica sicurezza
dedicandosi alla moglie Concettina, ai figli e
a quel mare che ha sempre amato.
Alla Famiglia Dima un abbraccio da noi tutti
e le condoglianze dal mondo dello Sport
Universitario.
La copertina
della Domenica
del Corriere per
l’affondamento
della Roma nel
disegno di Molino.
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Un Presidente per tutte le stagioni
di Giorgio Gandolfi
E’
Lentini ieri...
partito davvero come
se guidasse una Ferrari
il nuovo Presidente del
Cusi dando la giusta
sollecitazione a tutto l’ambiente,
soprattutto al segretario generale
Antonio Dima – in verità sotto questo
aspetto non ce n’era bisogno – con un
orientamento a 360 gradi capace di
mettere al tappeto anche un giovincello.
Il sorriso non è mai mancato ai
due esponenti del Cusi da Roma a
Cassino, da Ferrara a Salsomaggiore,
da un dibattito ad un convegno,
a un’inaugurazione. L’entusiasmo
può provocare questo ed altro ma è
indubbio che il Presidente ha capito
l’importanza del momento davvero
storico nel quale si è trovato a dirigere
un’organizzazione essenziale per il
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... Lentini oggi
Paese in una fase di transizione nel
quale si comincia a capire l’importanza
dello sport universitario ma anche
di quello che parte dalla scuola
dell’obbligo troppo spesso trascurato
se non dimenticato. Nel dibattito
all’Arena di Milano e al San Raffaele
di Roma la professoressa Fontana
ha avuto l’occasione per analizzare e
sollecitare un impegno del quale tutti o
quasi si dichiarano partecipi anche se
poi troppo spesso usciti dall’aula certi
progetti finiscono nel dimenticatoio.
Lentini girando l’Italia universitaria
ha capito che c’è molto da lavorare
ma anche la possibilità di ricavare
soddisfazioni in un mondo che deve
essere soltanto sollecitato perchè le
qualità e i mezzi ci sono per fare bene,
per raddrizzare le strade storte, per
sfruttare a fondo le caratteristiche di
gente spesso ignorata ma che potrebbe
dare molto a chi sa valorizzarne le
capacità. Un Presidente per tutte le
stagioni del titolo vale anche come un
Presidente per tutte le Regioni cioè dei
Cus che hanno dato tanto in questi anni
ma che possono tirare fuori ancora altra
farina dal sacco. Ai Cnu, a Cassino, a
Bologna, a Milano il Presidente è stato
quasi travolto dagli interlocutori, dalle
idee, dagli intendimenti.
Ora è il momento dei fatti, delle
soluzioni.
Lojacono e un giovane Beltrami alla premiazione. A destra la finale del volley con molti campioni del Cus Torino e Cus Parma.
Salsomaggiore, ritorno al futuro
L
orenzo Lentini col suo
viaggio a Salsomaggiore
ha portato fortuna al
Sindaco Filippo Fritelli,
un collega avvocato, che è
stato eletto, alcuni giorni dopo,
Presidente della Provincia di
Parma. Il...modo migliore per
avere tutto un territorio attorno ai
Cnu che si svolgeranno appunto
nella città termale dove tornano a
distanza di quasi vent’anni (1996,
in seguito alla rinuncia di Acireale)
Sotto il segno di Verdi l’incontro di Salso : da sinistra Beltrami, Lentini,
l’assessore Isetti, il sindaco Fritelli e Bompani vice presidente del Cus Parma.
dall’ultima manifestazione peraltro
baciata dalla fortuna innanzitutto
perchè era la 50° della serie e
poi per la presenza di diversi
personaggi non soltanto sportivi.
Anche nell’edizione del 2015 sono
previste manifestazioni collaterali
alle quali il Presidente Lentini
tiene in modo particolare. I Cnu
porteranno a Salsomaggiore e
nelle altre zone dove saranno
ripartiti i vari sport (il rugby a
Noceto, ad esempio, l’atletica
a Fidenza) oltre tremila atleti e
inoltre un migliaio fra tecnici,
dirigenti, addetti ai lavori.
Insomma, una piccola Olimpiade
di cui beneficerà indubbiamente
tutto il territorio.
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Settanta azzurri in gara
nell’Universiade della Neve
Saranno venti in Slovacchia e cinquanta nella Sierra Nevada
sulle piste più a meridione dell’Europa e che ospitarono il Mondiale del 1996
Il Salone liberty delle terme per le gare di scherma:
un tocco di classe.
In primo piano l’indimenticato campione universitario,
Pincolini.
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Saranno una settantina gli
azzurri della Nazionale Cusi
all’Universiade invernale del
2015, la 27° della serie: per
l’esattezza una ventina per quella
in programma in Slovacchia e
una cinquantina nell’edizione
spagnola di Granada. Il primo
appuntamento è fissato il 24
gennaio a Strsbke Pleso-Osrblie
per concludersi il primo febbraio
mentre la seconda tappa, quella
spagnola, partirà il 4 febbraio
per concludersi il 14. Il capo
delegazione in entrambe le
manifestazioni sarà Mauro
Nasciuti con Vincenzo Sabatini
vice a Pleso-Orsible e Michele
Ventura per Granada. Lo staff
medico: Gianfranco Beltrami
in Spagna, Franco Zanda in
Slovecchia. Con Angelo Orsillo
alla segreteria organizzativa.
In attesa di approfondire i nomi
degli azzurri, ecco le specialità
cui parteciperà l’Italia: Pleso
Orsiblie: sci di fondo, salto
con gli sci, biathlon mentre a
Granada sci alpino, freestyle,
snowboard. Per la parte relativa
al ghiaccio, pattinaggio artistico
e short trak. La Sierra Nevada –
che ha già ospitato il Mondiale
del 1996 – è la stazione invernale
più a meridione dell’Europa.
Registra una media annuale
di 800 mila sciatori e vanta il
maggior numero di giornate
soleggiate in inverno.
Il programma in ultima pagina.
Mauro Nasciuti, capo delegazione
alle due tappe della 27° Universiade
con il presidente Fisu, Gallien.
Capitali cussine nelle isole: programmi e bilanci
CUS PALERMO
Una piscina olimpica aperta tutto l’anno
È tutta colpa della spending Rewiew. Così,
per la prima volta dopo quasi settant’anni
di storia, di successi e di affermazioni in
campo nazionale e internazionale il Cus
Palermo si avvia alla ripresa delle attività
agonistiche con le ali tarpate. Ovvero
deve rinunciare a qualcosa perché i
fondi pubblici sono drasticamente
CUS CAGLIARI
di Mario Pintagro
ridotti e l’attività agonistica già programmata
ne risente. Regione, ma anche il Comune, non
hanno più fondi per garantire le attività a quel
vasto universo di società sportive che esprimono
squadre al più alto livello. “Dobbiamo purtroppo
far quadrare i conti – dice il presidente del
Cus Palermo – avvocato Ignazio Equizzi
segue a pagina 8
Centomila presenze al Campus e a maggio
Cagliari. Un mondo in continua
evoluzione. Emozioni in
bianco e nero e a colori.
Gioie e successi. Ma anche
sconfitte, preoccupazioni,
l’ansia inevitabile di chi ha a
che fare con oltre centomila
presenze annue: il campus del
Cus Cagliari a Sa Duchessa,
bacino isolano di sport e
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sapere. Trampolino per un futuro meno ingarbugliato. Adriano
Rossi racconta del suo Cus. Pacato, poco propenso agli svolazzi,
l’ingegnere non cerca colpi ad effetto. Semmai, disegna, progetta,
intuisce. Un ritocco continuo. A caccia dell’efficienza, con risorse
scarse o inesistenti. Gestire sport per e con l’università: mission dai
tanti e delicati risvolti. “È sempre stata la mia stella polare. Appena
si completa la reciproca e utile convinzione che l’attività sportiva
universitaria è un gol per tutti, dalle istituzioni al territorio, si sarà
più ricchi e competitivi”. Soprattutto, in tempi come quelli attuali,
Rossi a fine mandato
Perfetta intesa col neo Rettore Carpinelli
di Giorgio Gandolfi
di Mario Frongia
tra crisi e ristrettezze economiche. Il numero uno vola leggero.
Cagliaritano, 74 anni, docente e progettista, incarichi nazionali ed
internazionali di grande pregio (tra questi, la vice presidenza della
Fidal al fianco di Franco Arese), un passato di riguardo nell’atletica
leggera, è in sella al Centro universitario sportivo del capoluogo
dal 1970. Anni difficili. Cagliari, provincia delle province. Distante
dal nuovo, affamata di novità e denari, con pochi impianti ed eventi
competitivi. Muoversi nel mondo dello sport era roba da titani.
Eppure, qualcosa covava.
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CUS SASSARI
segue a pagina 10
Manca soltanto il mare, alla fine del viale
di palme che fanno molto Africa, per fare
del Campus del Cus Sassari un quadro
quasi unico. Ma il mare c’è, si sente, è
a pochi chilometri, qui c’è tanto verde
a cominciare dal campo da calcio, un
verde squillante, una magìa dei quattro
collaboratori, una mano magistrale a
lavorare la terra e i fiori. Gianni Ippolito, il presidente, ne è fiero ma
lo sono anche quelli che collaborano ogni giorno a rendere ospitale
un impianto sorto dove c’era un campo agricolo dell’Università, e
il cui costo farebbe impallidire chi ha speso vagonate di euro per
realizzare un qualcosa di simile. Vedere per credere: ogni dettaglio
è stato fatto in modo esemplare, anche
il campo in terra battuta non stona in
mezzo alle pennellate di colore della
club house, della palestra, dei campi
da tennis, dei vialetti che invitano alla
passeggiata anche quando il sole è a
picco.
Stanno giocando a basket ragazzi delle
medie in pieno pomeriggio, effetto della
convenzione firmata dall’allora Rettore
Attilio Mastino mentre oggi a scendere in
campo coi cussini è il professor Massimo
segue a pagina 9
segue PALERMO
La piscina olimpica
e il campo da calcio vanto
del CUS di EQUIZZI
– non c’è altra soluzione che quella di
rinunciare ad alcuni campionati”.
Per il Cus Palermo si tratta di dover
rinunciare a tante presenze di prestigio.
Vediamo quali, disciplina per disciplina.
Pallamano. La serie A era stata
faticosamente conquistata alcuni
anni fa, dopo un inseguimento durato
vent’anni. Walter Pezzer, il coach della
squadra, già da tre anni aveva messo
su un gruppo di lavoro per allestire
le squadre giovanili, così come vuole
la Federazione. Tutto inutile, senza
quattrini non solo non si potrà pagare lo
straniero, ma nemmeno le costosissime
trasferte in aereo della squadra. Si
ricomincia dalla serie B. Con il morale
un po’ giù, ma sempre combattivi.
Pallanuoto. Dopo tanti anni di battaglie
in acqua nelle piscine di mezza
Italia, il Cus dà mestamente l’addio
al campionato di serie B. “Troppo
costoso”. Così per i ragazzi di Massimo
Occhione si dovrà ricominciare dalla
serie C a tentare le palombelle.
Calcio a 5. Abbandonare la serie A per
le agguerrite aquile giallorosse è stato
un mezzo trauma. Si ricomincerà dalla
squadra juniores.
Pallacanestro. Il Cus Palermo manterrà
l’iscrizione al campionato di serie D
maschile. Nelle retrovie c’è un vasto
movimento fatto di giovanissimi dai
dodici anni in su che aspira a crescere
agonisticamente per entrare nella prima
squadra.
Vela. È una piccola scommessa per il
Cus l’acquisizione dello “spazio acqua”
al molo di Sammuzzo, che una volta fu
il teatro del glorioso circolo “Canottieri”.
Tra le grandi navi da crociera e le
portacontainer, c’è anche la possibilità
per far esercitare gli allievi della sezione
canottaggio. Per il momento si è deciso
di investire più sulla struttura che
nell’attività, ma i risultato fanno ben
sperare.
Calcio. La piccola grande realtà del
calcio maschile continuerà il suo
campionato di Promozione. Il calcio è
una new entry per il Cus, ma è già stato
foriero di tante soddisfazioni
Atletica. È l’unica disciplina che
non risentirà dei tagli, vuoi perché
è quella che ha dato da sempre
maggiore prestigio al Cus Palermo,
esprimendo ben cinquanta atleti nelle
rappresentative italiane, campioni
europei, primatisti italiani. Si dovrà
rivedere qualcosa nel meccanismo
della spesa, ma nel complesso la serie
A in cui militano le squadre maschile
e femminile del Cus non saranno
intaccate. Anche perché le spese
di uno sport individuale non sono
minimamente confrontabili con quelle
di un team che deve affrontare un
campionato con trasferta ogni quindici
giorni. Nella stagione appena conclusa il
Cus ha espresso nelle nazionali giovanili
i mezzofondisti gemelli Zoglami, la
velocista Alice Mangione, l’ostacolista
Giuseppe Biondo. I tecnici Gaspare
Polizzi, Michele Basile, Francesco e
Nicola Siracusa e Francesco Pecora
sono però consapevoli delle difficoltà
operative e tengono sott’occhio le
spese.
La palestra mancata. Nel polisportivo
del Cus, taglio dei costi a parte, c’è
un grande vuoto, uno spazio che deve
ancora essere colmato, appena superato
l’ingresso. “Lì – spiega il vicepresidente
del Cus Palermo, Michele Bevilacqua,
dovrà essere realizzata una palestra che
ci permetterà di incrementare l’attività
per gli universitari e la città. Abbiamo
perso il treno per i fondi sociali europei,
eppure eravamo l’unico ente ad avere il
progetto chiavi in mano. Riproveremo la
prossima volta”.
Il polisportivo vanta ottimi numeri per
quanto riguarda gli iscritti in piscina,
ai corsi di tennis e alle scuole calcio
e basket. Numeri incrementati dalle
tante attività collaterali. Il polisportivo
è una delle più efficienti strutture
sportive dell’Isola: è aperta quasi tutto
l’anno, tranne a Capodanno, Natale
e a Ferragosto. Punto di attrazione
principale è la piscina olimpica da 33
metri e il campo di calcio in erba su
cui si sono allenate la primavera del
Palermo, la nazionale italiana di Calcio,
quelle di Bulgaria e Arzebaigian.
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segue SASSARI
Carpinelli, che ha preso subito a cuore
le vicende dei ragazzi che studiano e
gareggiano andando a complimentarsi
con loro quando è stato il momento di
festeggiare le medaglie conquistate ai
Cnu di Milano, a cominciare da quella di
Raffaela Corona e nel taekwondo. Nella
relazione sulla situazione degli impianti
del Cus Sassari si parlava di campo da
calcio in erba con tribuna e spogliatoi;
campo di calcio in terra battuta con
tribuna, spogliatoi e illuminazione;
campo da calcio a 5 con fondo sintetico
con spogliatoi e illuminazione; 3 campi
da tennis con illuminazione campo
scoperto multiuso in terra battuta,
palestra coperta con annessi spogliatoi,
sala di muscolazione, servizi e tribune,
Il neo Rettore
professor
Massimo
Carpinelli,
cinquant’anni,
nato a
Benevento,
laureato in Fisica
all’Università di
Pisa con una
ricerca condotta
presso il
laboratorio SLAC
dell’Università
di Stanford;
ha conseguito
il Dottorato di
ricerca a Pisa nel
1992 con una
tesi sviluppata
presso il CERN
di Ginevra. Dal
2006 Professore
ordinario a
Sassari. Preside
della Facoltà
di Scienze
Matematiche, Fisiche e Naturali all’Università di Sassari dal 2010 al 2012. Dal 1989 al 1996
Visiting Scientist presso il CERN; dal 1988 ad oggi Visiting Scientist del Laboratorio SLAC di
Stanford; dal 1988 Associato con incarico di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il
suo campo di ricerca è la Fisica sperimentale delle Interazioni Fondamentali e in particolare la
simmetria fra la materia e l’antimateria.
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un ambulatorio medico; sede sociale e
segreteria. Gli impianti si completano
con una club-house a disposizione dei
soci e dei tesserati che comprende
una sala TV con Bar ed una sala per
attività ricreative. Il complesso sportivo
è stato realizzato su un terreno di
proprietà dell’Università di Sassari, a
pochi chilometri dalla Città, in località
San Giovanni. Era poi in programma
un ulteriore investimento di 500 mila
euro che prevede il rifacimento della
copertura di un fabbricato limitrofo ai
campi da tennis, usato come deposito,
la recinzione del campo da calcio
in erba, da adeguare alle norme di
sicurezza previste dal CONI e dalla FIGC,
la costruzione di un nuovo edificio
destinato a spogliatoi divisi per tennis e
calcio, anche per atleti con disabilità.
Gabriele Peighinu nella foto sul gradino più alto del podio. Studente di Scienze Naturali, ha vinto
la medaglia di bronzo nella specialità forme Koryo, cinture nere ai CNU di Milano. L’atleta nel
2013 ha conquistato la medaglia di argento nella stessa specialità, nel 2012 ha vinto l’oro nella
specialità forme Koryo e l’argento nella specialità combattimento. Nel 2011 vincendo l’argento
nella categoria forme si assicurò un posto nella squadra per i Giochi di Shenzen 2011.
segue CAGLIARI
Idee, ambizioni, voglia di provarci. Adriano Rossi e
Leonardo Coiana? I battipista. “Con Lilli abbiamo
capito che sarebbe stato indispensabile un cambio
di strategia. Il Cus Cagliari era una sigla e poco
più. Abbiamo attivato il dialogo con l’università
battendo su un aspetto che ribadisco tuttora: i
Cus sono nati liberi ma nell’ambito degli atenei.
Finalmente questo concetto è stato sdoganato con
reciproci vantaggi”.
Nel merito, cosa significa?
Che i Cus possono fare del bene alle università.
La convenienza non è solo operativa e funzionale
ma è anche confronto e competizione. Per non
parlare dell’aspetto culturale, ampliato fino al
miglioramento della qualità della vita e della
formazione degli studenti.
Qual è stata la prima puntata del nuovo corso?
Con il rettore Duilio Casula e la nomina del
professor Perpignano alla guida del Comitato
sportivo, si aprì una breccia fondamentale. E
quando nel 1977 la legge 394 ha allargato il
contesto, io e Lilli ci siamo infilati a capofitto.
Abbiamo scoperto che c’erano 99 milioni
disponibili ma inutilizzati per l’edilizia universitaria.
Su questo fronte è nato il nostro braccio di ferro
con il Credito sportivo italiano, gestore dell’area
prospiciente le facoltà umanistiche. Non fu facile,
ma tenemmo duro: per pensare di fare sport devi
avere innanzi tutto gli impianti.
Quali furono i primi effetti?
Riuscimmo a passare per il ministero. Da Roma
ottenemmo l’invio di un commissario ad acta.
Da lì, la nostra battaglia ha avuto per bersaglio
la creazione di un campus multidisciplinare, la
ricerca e la spendita dei fondi. Con un doppio
risultato: il Genio civile costruì altri impianti nella
parte alta dell’area.
A distanza di quarant’anni, quali sono le perle?
La pista d’atletica. A seguire, la palestra: avevamo
pochi soldi, è sorta su terreni non universitari,
il progetto è stato ultimato grazie alla sensibilità
di tanti amici e, soprattutto, per avere la
concessione, abbiamo battuto le burocrazie locali,
utilizzando una legge statale.
Che valenza ha il seme piantato in Cittadella a
Monserrato?
È la nuova frontiera dell’ateneo e del Cus.
L’abbiamo lanciato durante il rettorato del
professor Mistretta, è il futuro che mi auguro
più radioso per studenti, docenti e personale
dell’ateneo.
Passiamo ai risultati. Cosa ricorda con più affetto?
I successi, per noi entità di provincia con numeri
e bacini limitati da cui attingere, sono stati
numerosi e in più discipline. Di certo, il titolo
maschile nel basket ai Campionati nazionali di
Firenze, rimane unico. C’erano Pedrazzini e Velluti.
Inoltre, non scordo le vittorie di Angelo Binaghi
negli anni ‘80. L’attuale presidente nazionale della
Federtennis è stato alfiere dei nostri colori anche
alle Universiadi. Infine, anche se meno noti in
ambito italiano, penso all’exploit di Gianni Lai, nei
100 e 200, e di Lilli Ruggeri e Giorgio Oppi sui 400
ostacoli ai Cnu dell’Aquila.
Il passato. I numeri del presente di Sa Duchessa
cosa svelano?
Possiamo citare la Coppa Rettore di calcio a undici
che ha avuto oltre 60 squadre, poche di meno
quelle iscritte ai tornei di calcetto e di basket.
Abbiamo Olimpika, competizione riservata alle
facoltà, che matura felice. Si rileva una costante
crescita delle adesioni agli eventi che coinvolgono
gli studenti fino alle buone performance agli
appuntamenti nazionali. Con un aspetto che vorrei
rimarcare.
Prego.
L’attenzione alla salute degli atleti: abbiamo uno
staff medico di prim’ordine che sovrintende alle
visite agonistiche e agli obblighi di prevenzione.
Dunque, anima universitaria, solida e
rigogliosa. E quella federale?
Con il basket femminile siamo in vetrina in
A1. L’atletica è sempre al vertice in serie AOro.
Ci difendiamo nell’hockey su prato in A1. E
combattiamo con profitto nella canoa, nella
scherma e nel calcio.
Università di Cagliari e Cus. Come procede la
simbiosi?
Bene. Superate ritrosie e diffidenze, con i vertici,
dal rettore Giovanni Melis al pro rettore Paola
Piras, e la dirigenza dell’università di Cagliari,
si collabora e si procede spediti. Auspico che si
acceleri sempre più in questa direzione, con la
piena condivisione dei progetti e delle attività.
Con il Cusi e il ministero che aria tira?
Intanto, il percorso indicato da Lilli Coiana, ovvero
la sintesi pur nelle rispettive autonomie, tra i Cus,
le università, il Cusi, la Conferenza dei rettori e il
ministero, è piatto prelibato anche nelle strategie
del presidente Lentini e dei suoi collaboratori.
Milioni di studenti, una quarantina di atenei e
altrettanti Centri sportivi, rappresentano una realtà
vitale per il Paese.
A proposito del presidente Lentini, come valuta
il cambio di gestione improvviso dovuto alla
scomparsa di Leonardo Coiana?
Andandosene, Lilli ha fatto l’ultimo grande favore
al Cusi. La sua scomparsa ha suscitato emozioni,
nuovo orgoglio e presa di coscienza. Il presidente
Lentini è partito con la marcia giusta e decisioni
azzeccate. Appena ultimato il rodaggio, con la
certezza che il gioco di squadra è ricetta vincente,
il Cusi confermerà senza dubbi il suo ruolo,
centrale nei panorami sportivi nazionali.
Presidente, si dice delle sue intenzioni di
lasciare. Cosa c’è di vero?
Ho sempre pensato fosse follia l’abbarbicamento
di chiunque alle poltrone. Adesso, è giunto il
momento che mi riguarda: tra aprile e maggio,
in concomitanza con le elezioni del rettore,
convocheremo l’assemblea elettiva per il rinnovo
del consiglio del Cus. Credo di aver dato tanto, ma
mi farò da parte. Ho al fianco dirigenti di valore,
con intuito e passione. Forti di emozioni, progetti
e abilità manageriali che possono dare nuova linfa
alla nostra comunità.
Nessun ripensamento?
No. Chiudo un ciclo ma non lascio la società e
la dirigenza da sola. Se lo riterranno, magari da
presidente onorario, posso ancora dare una mano.
NEL RICORDO DI COIANA
L’
hanno voluto ricordare
con affetto e praticità,
proprio come avrebbe
preferito.
Leonardo Coiana, indimenticato
Presidente del Cusi e vice del Cus
Cagliari, rivive in un torneo di basket
femminile ai massimi livelli, una borsa
di studio, un accordo a sostegno
del percorso di formazione degli
specializzandi in medicina.
Un pacchetto di inizirtive avviate
dal Cus Cagliari del presidente
Adriano Rossi e del Cusi, con in
testa il consigliere “locale” Marcello
Vasapollo.
Una due giorni intensa, Aperta da una
conferenza stampa nell’Aula magna
del Rettorato.
“Il dottor Coiana ci ha lasciato un
insegnamento sul merito e sulla
forma dello sport universitario – ha
detto il Rettore Giovanni Melis –
Dobbiamo essere bravi a coglierne i
dettagli”. Ha aggiunto il Pro Rettore
Paola Piras: “Proseguiamo su una
strada che il Presidente Coiana ha
tracciato anche a nostro beneficio:
gli studenti e il mondo universitario
siano sempre al centro delle nostre
proposte”.
Presenti molte personalità dello
sport, compresi il segretario generale
Antonio Dima, quello del Coni,
Roberto Fabbricini, nonchè Nicola
Coiana, medico e primogenito del
Presidente scomparso ed il presidente
del Cus Chieti, Mario Di Marco.
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Il canottaggio azzurro una miniera di medaglie
Quelli dell’argento, Federico Garibaldi e Davide Mumolo con i due esponenti del Cusi, Francis
Cirianni e Cesare Dacarro assieme al team leader Fic, Paolo Di Nardo.
N
on c’erano dubbi sulla
validità della nazionale
universitaria impegnata nel
Mondiale Fisu in Francia, a
Gravelines, a ridosso dell’Atlantico: le
medaglie sono arrivate puntualmente
anche se è rimasta un pò di amarezza
per un argento che poteva essere d’oro.
Ma occorre dire che gli equipaggi
presenti in una struttura all’avanguardia
erano tecnicamente validi per cui
anche un secondo posto, o un bronzo,
equivaleva ad un risultato di prestigio.
Ad esempio Greta Masserano, gia
argento in 4PL ai Mondiali under 23
11
di Varese, è stata protagonista nel
singolo della finale B al comando sin
dal via concludendo con la vittoria su
Canada, Brasile e Irlanda. Ma parliamo
degli argenti giusto riconoscimento ad
una rappresentativa davvero di rilievo
capeggiata dai due rappresentanti
del Cusi, il capo delegazione Francis
Cirianni della Giunta e dal vice Cesare
Dacarro, consigliere federale. Con
loro il dirigente FIC Mario Italiano, il
team leader Paolo Di Nardo, i tecnici
Vittorio Strocchi, Mariano Esposito
e Marco Beria. A Salire sul podio,
come si rileva dalle foto a fianco,
Davide Mumolo e Federico Garibaldi
nel 2-SM nonchè Corrado Regalbutto,
Marcello Nicoletti, Stefano Oppo e
Piero Sfiligoi nel 4-PLM. Bronzo nel
4-SM per merito di Elia Salani, Simone
Ferrarese, Davide Babboni e Nicholas
Brezzi Villi. Splendido l’argento del due
canottieri Davide Mumolo e Federico
Garibaldi dell’Elpis secondi soltanto
alla fortissima Polonia (6.44.95 i primi,
6.49.52 gli azzurri).
Parolo da Bangkok
al Mondiale in Brasile
L’azzurro-Cusi è sempre bello
di Giorgio Gandolfi
I
l primo fu Massimo Oddo, una
carriera eccelsa, una presenza
importante all’Universiade
siciliana con la conquista
del titolo di campione del mondo
universitario. Un’altra presenza
importante è stata quella di Marco
Parolo entrato in campo nell’agosto
del 2007 all’Universiade di Bangkok
con la maglia azzurra numero 10.
Era un promettente sconosciuto,
giocava in serie C nel Foligno dove
avrebbe disputato 23 partite segnando
3 gol. Quella messa in campo a
Bangkok dal 7 al 18 agosto era
un’ottima nazionale, comprendendo
fra gli altri anche Antenucci, Criniti,
Cuomo, Cusaro, Masi, Nicastro,
Sanguinetti, Siringano, tanto per
citarne alcuni ma fu soprattutto la
regìa di Parolo ad emergere anche
se in finale gli azzurri furono battuti
1 a 0 da un’Ucraina che sembrava
composta (e probabilmente lo era ) da
autentici professionisti.
L’anno dopo Parolo passò all’Hellas
Verona, poi per tre anni al Cesena
sino alla serie A infine nel 2012
al Parma dove le sue doti sono
emerse a tal punto da meritargli la
convocazione in Nazionale da parte
di Prandelli e poi la partecipazione
Gli azzurri a Palermo ’97: Oddo è il terzo in piedi da sinistra.
al Mondiale di calcio in Brasile. È
un giocatore che sa controllare
la metà campo (nel Parma si
sobbarcava anche il lavoro di
Cassano) e che, soprattutto, ha
il coraggio di concludere da fuori
area, caratteristica che gli attaccanti
sembrano avere perso. Ma che a lui
La felicità di Parolo per il gol degli universitari.
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ha permesso di segnare otto gol più
tre nella stagione precedente.
Ma andiamo con ordine e
ricordiamo che gli azzurri
universitari hanno vinto sei edizioni
del campionato mondiale (1927,
1928, 1930,1933, 1949 e appunto
1997) più quello di calcetto (calcio
a 5) organizzato dal Cus Parma,
presidente Gianfranco Beltrami,
segretario generale Mauro Biondini,
presidente organizzativo Rossano
Rinaldi nel 1990 e che era costato la
bellezza di 180 milioni di lire, cifra in
parte contenuta grazie a importanti
sponsorizzazioni (Pizzarotti,
Maxicono).
Dovevano esserci in campo 16
squadre se non di più ma fatti
i conti sia la Fisu che il Cusi
convennero che dodici potevano
bastare e così si giocò dal primo al
nove settembre, in palio la coppa
d’argento messa a disposizione
dal Presidente della Repubblica,
Cossiga. I 250 atleti e dirigenti
vennero ospitati nelle case albergo
dell’Adsu, i pasti serviti nella mensa
universitaria.
Agli ordini di Facchin, l’Italia vinse
tutte e sei le partita davanti ad un
pubblico entusiasta. In campo
fra gli altri anche il figlio dell’ex
portiere, Paolo Sattolo. Nella finale
Italia-Spagna 5-4 decisa ai rigori,
giocarono Fardella, Caleca, Cornely,
Milella, D’Ignazio, Gambardella,
Giordani, Mainetti, Cucco, Sattolo e
Avincola.
Nella Sicilia che visse con grande
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entusiasno in prima linea con
le formazioni italiane, gli azzurri
di Berrettini conquistarono alla
Favorita di Palermo strapieno al
limite, il titolo nella finale contro
la Corea del sud, arbitro Lo Bello.
Il golden gol fu di Ulivi, iscritto
alla Facoltà di giurisprudenza di
Pisa, al 107’ di gioco. In campo
Zancopè, Pantanetti, Oddo, Zangla,
Zeoli, Ulivi, Battafarano, Andrisani,
Martorella (67’Bifini) Califano,
Fanesi (51’ Ambrosi).
Poi nel calcio a undici diverse finali
ma il titolo è sempre sfuggito,
spesso immeritatamente, agli
azzurri in giro per il mondo.
Speriamo di riprendere il conto
vincente in Corea.
1990 – Gli azzurri con il tecnico Facchin e la Coppa offerta del presidente Cossiga. A sinistra, la premiazione da parte del vice presidente della
Federcalcio, Antonio Ricchieri quindi dell’on. Andrea Borri, un passato prestigioso da politico ma anche da sportivo nel rugby: campione d’Italia
’56-57, 70 gare in A.
Da un polo all’altro
per fare più grande
il Cus Ferrara
E’
davvero difficile trovare a due
passi da una città, vicino a
uno dei Musei più famoso al
mondo, Palazzo dei Diamanti,
l’impiantistica sportiva che è il fiore all’occhiello
del Cus Ferrara. Dall’immenso Polo col campo
da golf – uno così bello l’abbiamo visto soltanto
a Shenzhen in Cina – annessi e connessi, al
civettuolo Polo 2 inaugurato da Lorenzo Lentini
con Giorgio Tosi ed Antonio Dima assieme
al sindaco Tiziano Tagliani. Ricco di piscine,
palestre e il meglio della tecnologia al servizio
della ginnastica e del potenziamento articolare
comprendendo danza, fitness, spinning eccetera.
Siamo a Ferrara, la città che è stata al centro del
passaggio del Medioevo al Rinascimento, ricca
di cultura e di rispetto delle cose preziose del
passato ma anche di quelle del futuro. Anche qui
al Cus ci sono alla base uomini che hanno come
propellente la passione e anche l’orgoglio di fare
parte di un progetto ispirato al rinnovamento
fatto con giudizio e saggi investimenti. Padroni
sino ad un certo punto di ciò che viene gestito
nel rispetto dei programmi. Il presidente del
Cusi, Lentini, ha ricordato quanto sa di monito: “i
Cus devono sapere gestire gli impianti acquistati
dalle Università”. Diciotto anni fa quando venne
inaugurato il miglior “green” universitario d’Italia
con nove buche che poi divennero dodici, l’allora
responsabile di sezione, Mario Tagliazucchi
in sintonia col presidente Tosi affermava che
il campo “sarebbe stato a disposizione della
città agevolando l’ingresso di nuovi soci e dei
cittadini” come in effetti è avvenuto in anticipo
sui tempi. Era il ’96 ed il Cus Ferrara funzionava
già alla grande dal ’47 coi nomi eccellenti di
Zagara, Cavallari, Mezzadri, Paoli, Borasio,
Piffanelli, Capanna e un’atleta, Silvia Chersoni
che all’Universiade di Torino ’70 ebbe gran
successo sopratutto fuori dalla pista d’atletica
conquistando gli sguardi di Capello, Cuccureddu
e Spinosi.
Oggi il Cus Ferrara ha tre persone al vertice
che sanno dare gli impulsi giusti ai venti
dipendenti e alla rete di istruttori, una trentina
che dovrebbero raddoppiare. A cominciare
dal presidente Giorgio Tosi per passare alla
storica segretaria, Maria Rita Carion, puntuale,
impeccabile, aggiornatissima per concludere con
un’altra signora, Carla Parolini che è il direttore
sportivo, artefice di molte novità sportive tipo
boxe, crossfit, juping con la riscoperta della
lotta greco-romana e del combat con particolare
sviluppo dei corsi di nuoto per giovanissimi
(dai tre anni!) e anziani. “Con una grande
caratteristica – dice Giorgio Tosi, che ha saputo
remare alla grande nei fiumi andando anche
contro corrente e contro vento – sa scegliere i
giusti istruttori per le varie attività sportiva, cosa
non da poco”. L’eccellenza della segreteria e
del personale di manutenzione si è avvertito in
modo determinante nell’impegnativo lavoro di
allestimento e di apertura del nuovo impianto
inaugurato in un’autentica giornata di festa
mentre nel cielo volavano le mongolfiere (Tosi
e il Cus Ferrara non c’entravano) impegnate
in una manifestazione internazionale ma che
sembravano convogliate appositamente lì
attorno per dare pennellate di colore alla giornata
universitaria. La partecipazione del presidente
Lentini e del segretario generale Antonio Dima
hanno contribuito a rendere più solenne il taglio
del nastro accolto con un forte applauso da un
centinaio di ospiti che poi si sono dispersi negli
impianti pronti a sottolinearne la funzionalità e
la modernità. Non per niente ma qui a Ferarra
sono specialisti in materia. La prima palestra
venne realizzata in sintonia col Cus Cagliari con
Lilli Coiana e coi consigli di Lojacono con la
cosidetta “richiesta di acquisizione di spesa di un
Oplanivolumetrico generale che fece assegnare
all’Università la proprietà Rosselli. Oggi il Polo
2 è in affitto ma presto, conti alla mano, con i
suggerimenti di Lentini e Dima la spesa verrà
investita nell’acquisto, vale la pena di sacrificarsi
per avere anche questo gioiello.
g.g.
14
Velenose e velenosette
per infiammare il rugby
di Matteo Bianchi
Antonio Dima con la storica segretaria del
Cus Ferrara, Rita Carioni e il ds Carla Parolini
(a destra).
15
L’anno sportivo per il Cus Ferrara si è aperto un mese
in anticipo; di fatto assieme alle porte del nuovo polo
in via Liuzzo. L’impianto, inaugurato lo scorso 15
settembre con tante persone in festa, offre agli iscritti
una serie di attività che in via Gramicia non riuscivano
a trovare gli spazi adatti, oppure che necessitavano
di essere ampliate. «Da adesso possiamo contare su
una piscina di 25 metri e una vasca per acquafitness
che ci proiettano nel mondo del nuoto», ha motivato
al cronista del Resto del Carlino Carla Parolini, la
direttrice sportiva; la quale ha seguito da dietro
le quinte l’incastro e la disposizione delle svariate
discipline, garantendo soprattutto tariffe e orari su
misura per gli studenti, e pianificati sulle loro esigenze.
«Il secondo centro – ha proseguito – sarà anche
una casa per il CrossFit, la lotta e le arti marziali.
Infatti abbiamo valutato di affiancare al judo un’arte
nobile e formativa come la lotta grecoromana, che ci
auguriamo possa riacquisire tanto in città quanto in
Italia il valore che merita».
“InsideOut”, il primo torneo internazionale per atleti
con disabilità intellettive e relazionali, ha tirato a lustro
l’estate del Cus, grazie alla tempra e all’impegno
solidale dell’omonima associazione, che si è
appoggiata all’energia cussina, e di Pierangelo Turatti,
responsabile della sezione Tennis. Turatti ha così
accolto le racchette di Francia, Polonia, Repubblica
Ceca e di quattro associazioni sportive italiane, per
un totale di 40 atleti distribuiti sul tabellone di un
finesettimana. Estate conclusasi ai massimi livelli pure
in riva al mare: sugli oltre 800 sfidanti per l’Irondelta,
Daniele Di Fresco si è classificato 26esimo, primo tra i
ferraresi. L’enorme manifestazione di triathlon al Lido
delle Nazioni, caratterizzata da 750mt di nuoto, 20km
di bici e 5 di corsa su distanza sprint, è stata seguita
dalla storica gara su distanza olimpica, alla quale il
nostrano Roberto Caleffi si piazzato al 44° posto,
appena dietro al terzetto del Cus Trento. Dall’acqua
salata, si è scivolati rapidi in quella dolce quando
Pierre Calderoni e Luca Lunghi, protagonisti in agosto
dei mondiali pararowing, hanno trionfato sul lago
di Candia l’ultimo week end di settembre, ottenendo
l’ennesimo sigillo tricolore. Alla soddisfazione del coach
Gabriele Braghiroli, di lì a poco si è sommata quella del
cussino Luca Rambaldi, da tempo in forza alle Fiamme
gialle; tanto che, al termine del mondiale assoluto di
Amsterdam, il ventenne è stato convocato nel gruppo
olimpico di canottaggio. Rambaldi parteciperà al
collegiale dell’Italia che dà il via ufficiale a un’ardua
tranche agonistica, culminante con le qualificazioni
olimpiche programmate in Francia, ad Aiguebelette.
L’entusiasmo con cui le sezioni stesse si propongono
all’orizzonte agonistico del 2015 sta in tre aggettivi. E
da immaginarseli come medaglie ideali, di quelle che
restano appuntate alla casacca, poiché conquistate
senza cedere mai sul campo di gara. Tre, il numero
perfetto.
IMPLACABILE
La passione per la palla ovale è qualcosa di cui
difficilmente ci si riesce a liberare; anzi, fiera può
diventare perfino contagiosa. E talmente da essere
approdata a Comacchio, dove la Polisportiva
Magnavacca di Portogaribaldi, insieme al Cus Ferrara,
ha deciso di strutturare una scuola di rugby per ragazze
e ragazzi dai 6 ai 14 anni. Un evento da cui prendere
esempio, per uno sport aggregante e in grado di
trasmettere un senso di comunità.
Per prime Velenose e Velenosette, le portacolori in rosa
del rugby ferrarese, che si preparano ai gironi della
Coppa Italia Seven. La formazione maggiore, reduce da
alcune stagioni in serie A e perciò accreditatasi un ruolo
di rilievo, se la giocherà con Pantere Piacenza, Imola,
Ravenna, Forlì, Rimini, Pieve di Cento e Highlanders
Formigine, per sole dieci giornate di coppa. Mentre
per le under16 saranno 15 le date di torneo, rendendo
più complessi i pronostici; sebbene Forlì dovrebbe
mantenersi l’avversaria da battere. Intanto la Txt
maschile, ferocemente in serie B, ha vinto al debutto
stagionale contro Villorba (24 a 17 il finale), sfatando
così una tradizione negativa che si trascinava da tre
anni. «Il gruppo è compatto – ha esordito il tecnico
Jacopo Rubbi sulla Nuova Ferrara – c’è e non ci fa,
Il calendario del rugby
femminile del Cus
Ferrara degli anni
scorsi.
dimostrando la qualità tattica: lavorando con calma,
potremo pure divertirci».
ESPLOSIVO
Ha raggiunto il record di oltre 150 iscritti la
scuola di tennis del Cus Ferrara, coinvolgendo
ragazzi dai 5 ai 18 anni e distribuiti tra mini tennis,
addestramento, perfezionamento e agonistica. Lo
staff che guiderà gli allievi è composto dai maestri
nazionali Ferdinando De Luca, Filippo Luti e Andrea
Remy, e dal preparatore Davide Ghidoni. La forza
della scuola risiede nel proporre un programma
per tutti i livelli di gioco, dal discorso propedeutico
per i più piccoli con lezioni comprensive di una
parte di campo e una di gioco sport/tennis in
palestra, all’avviamento anche per i più grandi,
al mantenimento con allenamenti differenziati a
seconda del livello e dell’età, proponendo anche
tornei in ambito interno e provinciale con circoli
della città.
Inoltre grossa soddisfazione per i cussini che, nel
tabellone playoff di serie D3 regionale, si sono
guadagnati a schiacciate la promozione nella
categoria superiore. Nel match decisivo sul manto
rosso di via Gramicia, la formazione ferrarese ha
sfidato la Pontenuorese superandola al doppio di
spareggio per 3 a 2. In vista del 2015, quindi, il
Cus potrà schierare oltre alla collaudata squadra in
C, una in serie D1, due squadre in D2 e due in D3
maschili, oltre a una D2 e una D3 femminili.
PRECISO
Il Cus Golf ha ottenuto la salvezza all’inizio di
ottobre: capitanati da Filippo Maggi, i tre under18,
Edoardo Gallerani, Emanuele Govoni e Giacomo
Fortini, si sono letteralmente giocati la permanenza
al “Torneo di qualifica” in trasferta sui campi di
Poggio De Medici, tutt’altro che semplice. Dopo
avere totalizzato una tranquilla 20esima posizione,
in zona franca, Fortini è volato con gli Azzurri a
Barcellona per il celebre “Lacoste”.
Il verde del 1° Trofeo ShopGolf by La Marchesa
è stato dominato da due cussini doc: in prima
categoria ha vinto nuovamente Filippo Maggi
con 38 punti, davanti al compagno Laurens Baas
fermo a 35. Qualche buca più in là, invece, si è da
poco gareggiata la 10a edizione della Coppa del
Presidente sui prati di via Gramicia. La prestigiosa
competizione, giocata in 1a e 2a categoria con la
formula Medal, ha ospitato ben 80 partecipanti
da tutta Italia, tra i quali è spiccato il giovane
Alessandro Bolognesi (hcp 6) che, seppure in casa,
si è meritato il trofeo con 64 colpi netti, equivalenti a
un eccellente +2 sul campo.
Katia, la Robin Hood in gonnella trionfa
di Pompeo Leone
C
apo Missione al 10° Campionato
Mondiale di Tiro con l’Arco, il penultimo,
considerato che la specialità è stata
inserita nelle Universiadi e, dopo lo
svolgimento del prossimo in Mongolia
perché già assegnato e organizzato nel 2016, la
specialità si svolgerà unicamente alle Universiadi.
Questa esperienza, la prima da quando sono
stato eletto consigliere federale, da un punto di
vista tecnico è stata elettrizzante pensando alla
qualità degli atleti, alla attenzione e competenza
del tecnico e ai risultati ottenuti. Da un punto di
vista emozionale è stato un misto tra privilegio,
orgoglio e allegria. I campionati si sono svolti in
un piccolo centro dell’entroterra Polacco: Legnica.
Organizzazione perfetta, buona sistemazione,
buona organizzazione degli spostamenti, campi
Katia D’Agostino sul podio con le due avversarie battute di misura, la messicana Salinas,
protagonista nei Mondiali assoluti e la slovacca Cerne con il saluto dell’orso, mascotte di
questa manifestazione. Nelle altre foto l’esultanza dell’azzurra quindi la tradizionale foto ricordo
col capo delegazione, Pompeo Leone, consigliere del Cusi. (foto Fisu)
allenamento e gara organizzati alla perfezione da
qualunque punto di vista si voglia osservare e
giudicare: arredamento, sistemazione materiali,
accoglimento atleti etc. La nostra squadra guidata
dal Tecnico Wietse Van Alten è composta da 12
atleti, 6 maschi, Mauro Nespoli, Matteo Fissore,
Massimiliano Mandia, Gianluca Ruggiero, Lorenzo
Pianesi, Andrea Leotta, e 6 donne, Claudia Mandia,
Francesca Tansella, Giada Doretto, Carlotta
Febo, Isabella Ferrua e Katia D’Agostino. Siamo
rappresentati sia per l’Arco Olimpico che nel
Compound, sia maschile che femminile.
Allenamenti mattina e pomeriggio sul campo
gara secondo specialità e genere, coach sempre
presente sul campo. Morale buono e affiatamento
alto. Preparazione molto soddisfacente con buon
affinamento sul campo tanto da poter anticipare la
fine della seduta di allenamento, ma gli atleti si sono
allenati fino alla fine del tempo dato a disposizione
Riunione tecnica delle rappresentative senza
problemi. Nel pomeriggio del 2 luglio si svolge la
cerimonia di apertura sviluppatasi nel centro della
città, con tutte le rappresentative (33 nazioni e 208
atleti).
Durante gli allenamenti pre-gara Mandia Claudia
infila una freccia su un’altra sul centro bersaglio: se
il buongiorno si vede dal mattino…
Primo giorno di gara. Morale alto. Buone
aspettative.
Arco olimpico uomini qualificazioni 65 atleti:
Nespoli Mauro 2*, Fissore Matteo 30*, Mandia
Massimiliano 33*
Arco olimpico donne qualificazioni 59 atlete: Mandia
Claudia 18*, Doretto Giada 39* Tassella Francesca
54*
Compound donne 37 atlete: D’Agostino Katia 3*,
Febo Carlotta 11*, Ferrua Isabella 30*
Compound Uomini 44 atleti: Andrea Ruggiero
16
in Polonia
17
13*. Pianesi Lorenzo 16*. Leotta Gianluca 18*
Finale Arco olimpico (Nespoli/Mandia) misto n.18
Squadre: Italia 3*
Finale compound Team (Ruggiero/D’Agostino)
misto 9 squadre: Italia 3*
Riunione del gruppo per comunicazioni e
programmi del giorno seguente alle 20:45
Secondo giorno di gara, Turno sedicesimi arco
olimpico.
Passano Mauro Nespoli e Matteo Fissore per i
maschi eliminato Massimiliano Mandia
Passa Mandia Claudia per le donne eliminate
Doretto e Tansella
Turno sedicesimi compound
Ruggiero Gianluca e Pianesi Marco passano per gli
uomini eliminato Leotta
Katia D’Agostino passa per le donne mentre
eliminate Febo e Ferrua
Risultati finali della giornata:
Olimpico uomini: Fissore 5, Nespoli 9*,
Massimiliano 17*
Olimpico donne: Mandia 9*, Doretto 33*, Tansella
33*
Compound uomini: Ruggiero 7*, Pianesi 9*, Leotta
17*
Compound donne: D’Agostino domani per il 1*\2*
posto: Febo17*, Ferrua 17*
Olimpico squadre domani per il 1*\2* posto
Ultimo giorno di gara, grandi aspettative per i
risultati finali del team olimpico e del singolo
compound femminile, dopo i due bronzi dei mix
team, sperare è giustificato
Le aspettative vengono soddisfatte da: un argento
dal team olimpico e un oro dal compound donne,
ottenuto da una splendida Katia D’Agostino.
Percorso di gara impeccabile, attenzione,
concentrazione e preparazione tecnica, sempre sotto
l’occhio vigile del Tecnico Van Alten, portano Katia
alla soddisfazione finale con l’ottenimento del Titolo
di Campionessa Mondiale e regalarci una brillante
medaglia d’oro. Cerimonia delle premiazioni,
cerimonia di chiusura con passaggio di bandiera per
Il prossimo campionato mondiale in Mongolia.
E’ stato il Mondiale del sorriso quello del tiro
con l’arco in Polonia: tante belle ragazze, tutte
brave, bravissime. Ma la slovacca... (in alto)
L
a caserma del calcio si apre
al fascino del pezzo di carta.
Simone Scuffet, portiere che
vola alto, ha 18 anni. L’Udinese
l’aveva ceduto all’Atletico Madrid per
dieci milioni di euro. Mi oppongo, vostro
onore: sono stati mamma e papà a
bloccare il trasferimento. Precedenza al
diploma dell’istituto tecnico commerciale.
Un segnale del tormentato rapporto tra
scuola e carriera.
Giorgio Chiellini, difensore della
Juventus e della Nazionale, è laureato in
Economia e Commercio. Fabio Pecchia,
vice di Rafa Benitez al Napoli, passa
per «l’avvocatino». Avvocato sul serio,
discusse una tesi sulla rescissione dei
contratti, diventando poi consulente
e consigliere del sindacato calciatori.
Insomma: fatti non foste a viver come
bruti ma per seguir virtute e conoscenza
(dall’Inferno di Dante).
Non posso non citare l’avvocato Sergio
Campana, bandiera di Vicenza e Bologna.
Tra i fondatori del sindacato calciatori, ne rimase presidente dal 3 luglio 1968 al 9
maggio 2011. Piero Volpi, battitore libero
d’antan, scelse medicina, ramo ortopedia.
Si occupò, all’Inter, del ginocchio di
Ronaldo, e oggi è responsabile dello staff
medico. Dottori in giurisprudenza sono i
portieri Mario Ielpo e Valerio Fiori.
Avvocato è diventato recentemente anche
Guglielmo Stendardo, ex difensore di
Lazio e Juventus, in forza all’Atalanta. Le
cronache si occuparono di lui quando un
esame andò a sovrapporsi a una partita
di Coppa Italia, con la Roma. Stendardo
scelse i libri, e Stefano Colantuono,
il suo allenatore, s’infuriò. L’opinione
“...fatti non foste a viver come bruti...”
L’esempio della Famiglia Scuffet
di Roberto Beccantini
Mamma e Papà hanno detto no alla cessione del portierino
dell’Udinese all’Atletico Madrid. Prima gli studi. Il caso recente del neo avvocato
Stendardo dell’Atalanta che ha scelto i testi universitari.
pubblica si divise. Molti parteggiarono
per Stendardo. Giocava in provincia,
a Bergamo. Domanda: cosa sarebbe
successo, e cosa avremmo scritto, se
il giorno di una partita cruciale – valida,
che so, per le qualificazioni mondiali
– le scadenze universitarie avessero
«sequestrato» Andrea Pirlo?
Dall’archivio emerge la figura di Annibale
Frossi, classe 1911. Aletta dal dribbling
affilato, era miope e giocava con gli
occhiali. Pupillo di Vittorio Pozzo, realizzò
la doppietta contro l’Austria che, nel 1936
a Berlino, ci diede l’oro olimpico. Da
dottore in legge a dottor Sottile: accanito
difensivista, spaccò le tribù della tattica. Il
risultato perfetto? Lo 0-0.
Giornalisti vil razza d’annata, o dannata.
Che esame per l’atalantino all’Università di Salerno
«Si è comportato benissimo – ha sottolineato
nel giorno dell’esame dell’atlantino Stendardo
il professore Domenico Apicella, componente
della terza sottocommissione d’esame
dell’Università di Giurisprudenza di Salerno –
Ha lavorato in maniera incessante. È un segnale
importante che proviene da uno sportivo che
ha raggiunto un livello cosi prestigioso». In
favore del calciatore, napoletano di origini e
salernitano di adozione (vive infatti ad Agropoli)
si sono mossi anche i colleghi candidati con
un documento che hanno spedito alla squadra.
«Mi sono stati vicini – disse Guglielmo – hanno
capito quali sacrifici può fare uno sportivo per
conciliare lo studio con lo sport. È stato bello
conoscerli, siamo stati compagni di scuola
per questi tre giorni. Grazie
a tutti coloro che mi hanno
accolto. Spero di essere un
esempio per tanti giovani che
hanno il dovere di provarci,
perchè lo sport e lo studio si
possono conciliare. Occorre
una grande volontà e un forte
carattere». E per il futuro?
« L’uomo propone e Dio
dispone – aggiunse – La
cultura è importante: l’uomo più sa e più può.
Sto cercando di arricchire il mio curriculum
e di fare il meglio. Mi auguro di rivederci qui
l’anno prossimo per festeggiare tutti insieme
l’abilitazione”.
18
Calcio di ieri e di oggi: Da Trapattoni a Scuffet, il portierino dell’Udinese, dall’Italia universitaria di
Pozzo che vinse l’Olimpiade al dottor Chiellini; a destra Pier Cesare Baretti con Giorgio Gandolfi al
Prater di Vienna: da giornalista a Tuttosport a Direttore Generale della Lega Calcio.
Nessun dubbio che la categoria – in Italia,
soprattutto – abbia preferito firmare
una sorta di 8 settembre con il potere,
dalla politica allo sport, privilegiando la
richiesta all’inchiesta. Detto ciò, Frossi si
diede al giornalismo, come Pozzo, inviato
de «La Stampa». Fior di giornalista era
anche Pier Cesare Baretti: da direttore
di «Tuttosport» a direttore generale
della Lega Calcio e poi presidente della
Fiorentina.
Si parla tanto di modello tedesco.
Il presidente della Federazione è un
distinto signore che si chiama Wolfgang
Niersbach. Vi è arrivato partendo dal
ruolo di addetto stampa della Nazionale.
Le vie dell’informazione non saranno
infinite, ma non sono neppure così scarse
19
come il degrado domestico suggerirebbe.
Non credo che la ricerca di un livello
più colto sia un atteggiamento snob. Né
penso che prestazione, lessico e cultura
siano nate per tirarsi pedate nel sedere.
I più stravaganti sono, a mio parere,
i dirigenti. Proprio coloro che, con
l’oratoria, dovrebbero accendere la
fantasia; spesso, invece, la spengono.
Urgono consulenti all’altezza. In gergo:
spin doctor. Dalle banane di Gianni
Morandi a quelle di Carlo Tavecchio
c’è una bella differenza. Claudio Lotito
alterna il romanesco (daje, faje) al
latinorum. Pure Renato Dall’Ara,
presidente del Bologna «che tremare il
mondo fa», amava sciacquare i panni nel
Reno. Sine qua non: siamo qua noi.
Non rido di loro, rido «con» loro.
Come potrei mai salire sul pulpito dopo
aver scritto in un libro, per eccesso
di juventinità, che Paolo Rossi era
bianconero già ai Mondiali del 1978?
Giovanni Trapattoni sta al calcese
come Mike Bongiorno alla lingua della
televisione. Da «questo resti circonciso
fra di noi», dedicato alle talpe di
spogliatoio, al celeberrimo «non dire
gatto finché non ce l’hai nel sacco»,
tradotto ovunque e comunque.
IL DONO DELL’AMBIGUITA’
di PIANELLI DEL TORINO
Il «dono dell’ambiguità» caro a Orfeo
Pianelli, ruspante architetto dell’ultimo
Torino scudettato, riposa in pace con
l’autore. Chiudo con un piccolo aneddoto.
Wembley, notte senza luna. Finisce una
delle tante Inghilterra-Italia, la gente
sfolla.
Ecco, tra gli ultimi, un drappello di
giornalisti italiani. D’improvviso,
spuntano (e li accerchiano) hooligan
borchiati e tatuati fino ai denti. Sorpresa.
Panico. Spinte. La situazione rischia di
degenerare.
Dal pugno di cronisti si alza un dito,
timido.
E poi una voce, flebile, dall’accento
vagamente siculo: «Minchia, amigos.
Where se trouve der stationen of the
metropolitan? Danke beaucoup». Di
fronte a questa «scarica» di esperanto,
scapparono tutti. Gli hooligans.
Un bronzo di prestigio alle azzurre del basket 3x3 in Brasile
di Mauro Nasciuti
S
alvador de Bahia, un nome
che evoca sole e mare,
contraddizioni, fascino e
divertimento. La grande città
brasiliana affacciata sull’Atlantico è
stata lo splendido teatro dei Mondiali
Universitari di basket 3 vs 3, andati in
scena dal 18 al 21 settembre.
Una trasferta tanto ambita quanto
impegnativa, che, di concerto con la
Federazione Pallacanestro, abbiamo
deciso di affrontare solo con la
rappresentativa femminile, anche per
una politica di razionale contenimento
dei costi. Per esprimere un giudizio
sulla nostra spedizione, il primo
pensiero che mi balena in mente è
che quando va bene una volta si può
trattare di fortuna, quando un ottimo
risultato si ripete a distanza di due anni
il ruolo della dea bendata va di certo
ridimensionato. Certo, la sorte non
ci era stata avversa nella splendida
avventura vissuta a Kragujevac – Serbia
– nel 2012, che aveva portato le nostre
ragazze sul gradino più alto del podio,
ma, alla luce dello splendido bronzo
conquistato quest’anno, entrano in
gioco anche altri fattori.
Determinazione, voglia di vincere,
abnegazione ed intelligenza tattica.
Queste sono state le grandi qualità
messe in campo dalle nostre ragazze
(le veterane Alice Quarta ed Alessandra
Tava e le new entry Alessandra Visconti
Monica Stazzonelli, coach di spessore.
Mauro Nasciuti con il team azzurro: in alto Alice Quarta, Giulia Arturi e Francesco Ferri.
In basso Monica Stazzonelli, Alessandra Tava, Alessandra Visconti e il direttore tecnico del Cusi.
e Giulia Arturi), che hanno sopperito
alla grande ad una condizione fisica
che, visto il periodo della stagione,
non poteva essere ottimale. Non posso
esimermi dal citare l’ottimo lavoro di
tutto lo staff tecnico, con una menzione
speciale per il fisioterapista Francesco
Ferri e la nuova, bravissima, coach
Monica Stazzonelli. Monica ha portato
20
grandi novità rispetto alla
sua predecessore Angela
Adamoli, sia dal punto di
vista tattico che di gestione
psicologica del gruppo,
l’unica cosa a restare
invariata è stato lo stesso,
eccellente, risultato. La
finale per il terzo e quarto
posto contro la Cina, che
valeva il bronzo, è stata
certamente il momento più
alto della nostra spedizione.
Una partita avvincente,
in bilico fino all’ultimo
secondo, e per questo
ancor più emozionante
e gratificante. Nella
finalissima, la Francia ha
avuto la meglio sui padroni
di casa del Brasile: oro alla
Francia, argento al Brasile e
bronzo alle nostre azzurre,
per un podio di assoluto
prestigio.
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UN SALTO DI QUALITA’
Due parole
sull’organizzazione, con
molte luci e poche ombre.
Ottima la logistica, impianto
migliorabile ma comunque
di discreto livello. Questa
edizione ha fatto registrare
un salto di qualità da
parte della FISU, che si
è evidentemente resa
consapevole dell’appetibilità
di uno sport di ottime
prospettive.
Roncoroni, dall’Universiade ‘70
al Premio Sport Civiltà
D
Una grande, indimenticabile
Universiade quella del
1970 a Torino, la vittoria
finale (3-1 sul Giappone)
trasmise agli sportivi italiani
la passione per la pallavolo.
Luigi Roncoroni, futuro
chirurgo, era uno di loro
con Devoti, Mattioli, De Angelis, Barbieri, Bendandi,
Fegino, Innocenti, Nencini, Salemme, Morandi.
a pallavolista unversitario (e 79 volte nella Nazionale azzurra) a illustre
chirurgo: il percorso del parmigiano Luigi Roncoroni è stato decisamente prestigioso per cui il Premio Ercole Negri, assegnatogli dai Veterani dello sport nel quadro della manifestazione di Sport Civiltà era
quasi doveroso. Dopo avere dedicato una buona fetta della gioventù alla pallavolo (rinunciando a diventare un campione della scherma: era bene avviato) Roncoroni è cresciuto nella Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Parma
laureandosi nel ‘71 e arrivando nel ‘99 alla Direzione del dipartimento chirurgico
quindi nel 2013 alla coordinazione del Dottorato di ricerca in Scienze Chirurgiche
e di microbiologia applicata. Gli applausi del Teatro Regio sono stati numerosi
quanto sinceri. Con lui premiati Tomba, Zavoli, Confalonieri, Pellegrini, la nazionale di Pallavolo femminile e Bettini. A inaugurare la serie dei premiati nel 1981
fu un altro prestigioso cussino, Ignazio Lojacono, allora presidente del Cusi che
ricevette il Premio a Salsomaggiore in occasione dei Campionati universitari.
Roncoroni sul palcoscenico del Regio
2014 con Massimo De Luca e Francesca
Strozzi e Lojacono nel 1981 a Salso.
Sono sempre d’oro i nostri azzurri del tiro.
Non hanno sofferto neppure i 40 gradi dell’Arabia
di Gianni Ippolito
H
a superato ogni più rosea
previsione il bilancio della
trasferta in Arabia, ad Al
Ain della rappresentativa
azzurra del Cusi che ha partecipato al 5°
Campionato Mondiale Universitario di
tiro dall’ 8 al 12 ottobre 2014. Sia sotto il
profilo tecnico che logistico-organizzativo
certamente è stato un mondiale di quelli
che non si dimenticano facilmente.
Ad Al Ain ci siamo presentati con una
squadra maschile e femminile di fossa
olimpica e di skeet e una squadra
maschile di double trap, consapevoli di
poter contare su tiratori di esperienza già
medagliati all’Universiade di Shenzen e
Kazan e ai Mondiali Universitari del 2012
e tiratori al debutto ma già saliti sul podio
ai recenti Campionati Mondiali di Granada.
Già dal primo giorno di gara confermate
le aspettative con un podio tutto italiano
nella fossa olimpica femminile individuale
e a squadre e così a seguire nei giorni
successivi nelle diverse specialità
totalizzando complessivamente 15
medaglie, di cui 8 d’oro, 5 d’argento e 2 di
bronzo conquistate dal tiro a volo (13) e
dal tiro a segno (2).
È evidente che con un medagliere così
commentare il risultato dal punto di vista
tecnico diventerebbe arduo e soprattutto
Alcuni rappresentanti della Nazionale universitaria con Leopoldo Raoli: da sinistra Gambaro,
Nardelli, Raoli, Bacci, Toscani e Brucalossi. La Nardelli ha vinto due argenti.
meriterebbe di altri spazi perché ogni
tiratore ha una lunga storia sportiva
da raccontare in particolare coloro che
hanno calcato pedane di tiro in ogni parte
del mondo. Sono stati tutti splendidi,
riservati, consapevoli dell’ impegno
assunto e perfettamente responsabili
della maglia che indossavano e del Paese
e della Istituzione che rappresentavano.
Tutti sapientemente coordinati e guidati
dal D.T. Mirco Cenci con il supporto del
preparatore atletico Fabio Partigiani e dal
Consigliere Federale Aldo Visconti oltre
che dal tecnico Leopoldo Raoli per il tiro a
segno.
Dal punto di vista logistico organizzativo
solo una breve sintesi del contesto in cui
si è svolto il Campionato. Temperatura
esterna di 38/39 gradi (meno male
che è ottobre) e temperature interne
(hotel, autobus…) di 24 25 gradi. Circa
due ore di autobus per percorrere 150
chilometri nel deserto per il trasferimento
dall’ aeroporto di Abu Dhabi ad Al Ain
e sistemazione in hotel 5 stelle dove
alloggiano gli oltre 250 accreditati in
rappresentanza di 25 Paesi e dove ha sede
il Comitato Organizzatore.
Cerimonia di apertura semplice e veloce
nell’ anfiteatro della nuovissima Università
di Al Ain alla presenza di Sua Eccellenza lo
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