dossier - FederFARMACO

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dossier - FederFARMACO
DOSSIER
Testi a cura di
Stefania Bortolotti, Claudio Alberto Buono,
Laura Camanzi, Enrico Maria Corno, Federico Meda
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DOSSIER
LINK
www.sitri.it
www.tricologia.it
A COLLOQUIO CON ANDREA MARLIANI
Finché c’è capello, c’è speranza
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Non è uno slogan ma la realtà che soccorre chi soffre di caduta prematura dei capelli. Ne abbiamo parlato con Andrea Marliani,
presidente fondatore della Società italiana di tricologia (Sitri), impegnato fin dagli
anni Settanta nella ricerca e divulgazione
in ambito tricologico. «Più che un tricologo, definizione a mio modo di vedere un po’
commerciale, mi ritengo un trichiatra. Non
mi occupo solo della fisiologia del capello come può fare un parrucchiere, ad esempio
– ho come obiettivo la cura delle malattie».
È indubbio, la Sitri è la maggiore società a livello europeo e il nostro Paese è certamente
all’avanguardia. «è una questione culturale»,
ci spiega Marliani, «in Italia abbiamo sempre
avuto attenzione per l’argomento, scoprendo
tecniche e patologie prima di altri. A Firenze
dagli anni Quaranta ci occupiamo di tricologia, purtroppo nel nostro dna non risiede
grande capacità divulgativa: molte scoperte,
non solo nel nostro ambito, sono state valorizzate da altri, con anni di ritardo».
Prr la Tricologia Firenze è una mosca bianca: in tutto il mondo, e per molto tempo, è
stata confinata a scienza di serie B.
Per certi versi anche tuttora. È famosa, negli
anni Settanta, la targa in uno studio dermatologico di un grande accademico: «Qui non
si curano i capelli». Con tanto di infermiera
che accompagnava alla porta i questuanti. Le
colpe sono in parte da addossare ai centri
tricologici del passato, in cui – al limite dell’illegalità – si sperimentavano dubbie tecniche di trapianto, direttamente sui pazienti.
Quali le figure cardine per una diagnosi
sul capello?
Nell’ordine: il parrucchiere, un farmacista
specializzato (meglio se in dermocosmesi),
il dermatologo, il trichiatra, il chirurgo. Il
primo può sensibilizzare le persone ad occuparsi dei propri capelli e utilizzare dei
prodotti specifici. Il secondo, il farmacista,
ha le conoscenze per indirizzare la clientela o su soluzioni farmacologiche o su un
professionista del capello, sia dermatologo
o trichiatra. Quest’ultimo, poi, è indicato
per valutare un’operazione di trapianto (o
terapie mediche complesse) e consigliare il
chirurgo migliore.
Ora è tutto più chiaro ma quando si è giunti
a questa svolta, che sa tanto di protocollo?
Da poco, si parla di anni, non di decenni.
I dermatologi hanno cominciato a interessarsi seriamente di cuoio capelluto, anche
su spinta dell’industria. Prima la tricologia
era un settore incerto, complicato, anche rischioso. Da lasciare al parrucchiere. Le nuove tecnologie per i trapianti, che funzionano molto bene, hanno convinto i chirurghi a
specializzarsi: prima si occupavano ‘anche’
di capelli. Ora, se bravi, fanno solo quello.
A livello popolare, invece, a cosa si è assistito?
La gente ha cominciato a interessarsi, vuoi
per la crescente informazione, vuoi per le
testimonianze di amici, parenti e personaggi famosi.
Quindi Berlusconi con la bandana...
Ha sdoganato i trapianti. Non c’è dubbio.
E che metodo ha sfruttato?
L’autotrapianto. Ha trasferito i capelli da
una parte all’altra del capo, impiantando i
bulbi ancora ‘funzionanti’ in zone senza capelli. Tempo qualche mese e hanno cominciato a ricrescere.
Quanto può costare, mediamente?
Intorno ai 6.000 euro, tra chirurgo, macchine, sala; con risultati stupefacenti: ingannano gli stessi esperti.
Ma dove si prendono questi bulbi funzionanti? Ci sono delle zone d’elezione?
In particolare dalla nuca, dove rimangono
sempre dei capelli: è una parte del cuoio
capelluto insensibile al diidrotestosterone,
uno degli ormoni sessuali prodotti a livello
del follicolo che tende, col tempo, a miniaturizzare il capello.
• Tricologia: studio dell’anatomia, della
fisiologia e della patologia del capello.
• Trichiatria: scienza tricologica che ha come
obiettivo la cura delle malattie di pelo, cute e
capello.
• Effluvio: caduta di capelli numericamente
elevata e omogenea.
DOSSIER
GLOSSARIO
Telogen effluvium: forma di repentina alopecia
causata da diversi fattori, tra cui patologie, stress,
gravidanza, terapie farmacologiche eccetera.
• Defluvio: caduta anormale di capelli.
• Anagen: fase di crescita del capello e del pelo
(1.000 giorni nell’uomo, 2.000 nella donna).
• Telogen: fase di riposo del follicolo pilifero con
conseguente caduta del capello o del pelo.
• Alopecia: assenza o carenza di peli e capelli
nell’area in cui sono normalmente presenti,
si divide in tre forme: androgenetica, areata,
cicatriziale.
Androgenetica: è causata da eccessiva
secrezione di sebo da parte delle ghiandole
sebacee del cuoio capelluto o da predisposizione
ereditaria. Prevalentemente maschile - gli
ormoni interessati sono gli androgeni - ne esiste
una variante femminile che, frequentemente, si
manifesta in seguito alla menopausa.
Areata
Colpisce indifferentemente uomini e donne di
qualsiasi età. È caratterizzata dalla comparsa
di aree prive di capelli, che possono rinfoltirsi
spontaneamente nel giro di qualche mese
oppure estendersi, interessando tutto il cuoio
capelluto ed anche i peli di ogni zona corporea.
Comunemente ritenuta una patologia da stress,
ha in realtà un’origine molto complessa che
coinvolge meccanismi immunologici e non.
Cicatriziale
Porta alla formazione di aree prive di capelli e
di ghiandole sebacee. Le zone colpite assumono
aspetto simile a quello di una cicatrice. Questo
fenomeno non è reversibile: le zone colpite
non potranno mai più rinfoltirsi. L’alopecia
cicatriziale può essere associata ad altre
patologie della pelle (lupus, lichen eccetera)
di cui a volte rappresenta il primo sintomo.
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DOSSIER
è una patologia
tipicamente
femminile, descritta
e classificata solo
negli anni più recenti,
cui concorrono
molteplici fattori.
Il quadro generale è
tutt’altro che chiaro,
ma è universalmente
riconosciuta
l’esistenza di un
problema del capello
nell’utilizzo del
glucosio.
è un’affezione molto comune, caratterizzata dalla presenza di
squame giallastre e untuose che si associano ad eritema del cuoio
capelluto, a piccole formazioni crostose e a prurito talvolta intenso.
Colpisce varie zone del corpo ricche di ghiandole sebacee, tra cui il
cuoio capelluto. Trattandosi di una patologia cronico recidivante è
rara la scomparsa definitiva del problema, anche se con le moderne
terapie disponibili è possibile controllarla efficacemente, con periodi
di completo benessere che si possono alternare a recidive.
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dermatite
seborroica
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Effluvio
cronico
TERAPIA
Vengono utilizzate creme che generalmente contengono sostanze ad azione
infiammatoria e seboregolatrice, come selenio, zinco piritione, piroctone
olamina, cloruro di stronzio. Le creme cortisoniche hanno una rapida azione
antinfiammatoria, ma vanno utilizzate per brevissimi periodi e sotto la guida
del dermatologo, per evitare possibili effetti collaterali del cortisone. In alcuni
casi l’impiego di antimicotici può apportare dei benefici, grazie all’azione
antinfiammatoria di alcune di queste molecole (es. flutrimazolo, sertaconazolo,
isoconazolo eccetera). Per aiutare a gestire le fastidiose recidive, esistono in
commercio diversi seboregolatori.
TERAPIA
Si basa sull’impiego
di sostanze ad azione
antiossidante e di farmaci, in
grado di riequilibrare il ciclo
vitale del capello. Molto utile
si è rivelato anche l’impiego
di integratori aminoacidi
specifici. Infatti, poiché gli
aminoacidi normalmente
assunti con la dieta vengono
prevalentemente utilizzati
da muscoli, cuore e cervello,
aumentandone l’assunzione,
anche i capelli ne ricevono
un’adeguata quantità.
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psoriasi
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È un’infiammazione della pelle, non infettiva, solitamente di carattere
cronico e recidivante. Può presentarsi a qualunque età, ma è più
comune dai 10 ai 40 anni, e in particolare al momento della pubertà e
della menopausa. Sul cuoio capelluto si evidenzia con chiazze rossastre,
coperte da cumuli compatti di squame color bianco-argenteo. Nelle
forme più gravi tutto il cuoio capelluto può esserne coperto (in tal caso
si parla di psoriasi a “calotta” o a “caschetto”) ma l’estensione oltre
il margine di inserzione dei capelli è inferiore rispetto alla dermatite
seborroica. Il prurito è nella maggioranza dei casi presente ma scarso.
}
Appartenente alla famiglia delle tigne,
è una malattia della cute di origine
parassitaria, che interessa il cuoio capelluto
(ma può anche insediarsi sulla pelle e
sulle unghie). Responsabile della malattia
è il fungo ‘Trichophyton schoenleinii’. Ne
sono affetti soprattutto i bambini e gli
adolescenti ma, a differenza di altre tigne,
non regredisce alla pubertà e può colpire
anche gli adulti, provocando la rottura del
capello e la distruzione del bulbo pilifero,
con conseguente alopecia permanente.
Il contagio avviene per contatto diretto
o indiretto. La malattia si manifesta con
piccole chiazze eritematose e squamose,
sostituite successivamente da una crosta
giallastra (scotulo) da cui escono pochi capelli
decolorati. Lo scotulo è rotondo e a forma
di cupola, sollevato dalla pelle di 2-3 mm.
È costituito dalla massa dei filamenti che
il fungo forma attorno all’ostio follicolare,
dopo aver invaso il pelo in profondità fino al
bulbo. Lo scotulo tende ad ingrandirsi ma non
raggiunge mai i 2 cm di diametro, tuttavia le
lesioni possono confluire, formando placche
molto estese.
TERAPIA
è farmacologica, con l’uso di antimicotici da utilizzarsi
localmente e per via orale.
TERAPIA
In linea di massima, il trattamento della psoriasi
comprende preparazioni topiche emollienti, cortisoniche
e/o agenti riduttori (catrame o ditranolo), agenti
cheratolitici (acido salicilico e/o urea), analoghi
della vitamina D (calcipotriolo) e retinoidi sintetici
(tazarotene).
SPECIALE CAPELLI
L’altro è l’estrone.
Esatto, è un ormone in grado di attivare le
cellule staminali della ricrescita. Quando
manca, il capello tende ad assottigliarsi e a
non rigenerarsi come prima (ipotrichia).
DOSSIER
tigna FAVOSA
Torniamo un attimo indietro: perché cadono i capelli?
Per ragioni ormonali o genetiche. Perché
vittime delle varie forme di alopecia (androgenetica, areata, cicatriziale), di defluvio o
effluvio.
Ci sono casi disperati, senza speranza?
Direi di no. Finché ci sono capelli, c’è la
possibilità di trapiantarli. L’importante, ad
esempio in giovani con parenti calvi, è intervenire subito, alle prime perdite sensibili. Anche intorno ai 20 anni, se necessario.
Quali sono i fattori esterni che determinano la caduta dei capelli?
Lo stress, in particolare. Ad esempio una
perdita di un parente o un incidente può
causare un effluvio acuto. O cronico in caso
di gravidanza o anoressia nervosa. Addirittura il primo sintomo di anemia e tiroidite
è la perdita di capelli.
La perdita durante la chemioterapia?
Si tratta di un effluvio, per fortuna reversibile in alcuni mesi (da 2 a 6), con probabilità
che il capello cresca anche meglio di prima.
Parlando di prodotti, a 360°, dove è meglio acquistarli?
Principalmente in farmacia o dal parrucchiere ma anche nella grande distribuzione
si trovano delle eccellenze. Categoricamente da evitare, invece, quelli a poco prezzo.
C’è un segreto per scoprirne la bontà?
Purtroppo no, una volta arrivati allo scaffale.
Faccio l’esempio degli shampo, il cui ingrediente principale è il lauril solfato, di cui esistono 2-300 tipi in commercio. Non sempre è
possibile scoprire la qualità e la provenienza
di questa materia prima. È ottimo, ma costo-
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DOSSIER
so, quello estratto dall’alloro. Ovviamente,
non tutte le case specificano la provenienza.
La forfora colpisce un numero altissimo
di persone, cerchiamo di spiegare come
bisogna comportarsi?
Evitate il fai da te. Il mercato è pieno di prodotti antiforfora ma alcuni sono molto aggressivi, soprattutto per chi porta i capelli
lunghi. Se il fenomeno è saltuario, limitatevi
a farvi consigliare da uno specialista (farmacista, parrucchiere). Se la forfora compare
con troppa frequenza recatevi da un dermatogo o tricologo: magari è necessaria una preparazione ad hoc per risolvere il problema.
Concludiamo con dei consigli senza tempo da dare ai lettori?
Banalmente e in rapida successione: cercate
di non usare il phon troppo vicino ai capelli, il calore ne rovina il fusto; durante
l’estate non sottovalutate la decolorazione
da raggi ultravioletti, che è molto dannosa.
Munitevi di una crema solare per capelli (si
trovano in farmacia) o, se non l’avete, utilizzate un po’ di quella classica per la pelle.
Raccomando un po’ di prevenzione: anche
se in autunno è normale perdere più capelli
del solito - è una stagione di muta, fisiologicamente – recatevi da un tricologo/dermatologo. è bene non sottovalutare gli effetti dell’irradiazione del sole estivo. Infine
usate, senza esagerare, creme e balsami di
qualità.
biografie
ANDREA marliani
Fiorentino, classe 1947, Marliani, dopo il
conseguimento della laurea in Medicina e Chirurgia,
comincia un percorso di specializzazione in
Dermatologia e Endocrinologia che lo porta, nel 1996,
a fondare la Società italiana di tricologia (Sitri),
di cui è il primo presidente e direttore scientifico.
Professore a contratto di terapia tricologica presso
l’Università degli Studi di Firenze, Marliani ha al suo
attivo oltre 200 pubblicazioni su riviste scientifiche.
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ZOOM
DAGLI EGIZI
AL 2010
Va da sé che la storia del capello sia lunga
quanto quella dell’uomo stesso, anche se è
altrettanto vero che solo negli anni recenti – negli ultimissimi del secolo scorso – la
cura e l’acconciatura hanno cominciato ad
avere una importanza sociale rilevante
D
ai primordi il capello, nell’uomo,
rappresenta la virilità e, nel gentil sesso, la femminilità. E se, per
natura, i capelli delle donne sono più resistenti, negli uomini la caduta dimostra
palesemente la perdita della vigoria e il
passaggio a un’età matura. Le vignette e
le strisce dei comics ancora ci trasmettono
l’immagine, figlia di un’iconografia ingenua, dell’uomo primitivo che trascina per i
capelli la propria compagna.
In realtà, le prime testimonianze storiche
sul valore sociale del capello e sulla sua
cura si riscontrano nella Bibbia: la più nota
è quella di Sansone che, non casualmente,
perde la forza dopo aver tagliato la sua folta chioma.
Nell’antico Egitto del resto le cronache raccontano di quanto fossero lisci e lucenti i
capelli di Cleopatra e, logica conseguenza,
quelli di tutta l’aristocrazia. Lungo il Nilo,
si diluisce negli oli il miele e la polvere di
pietre preziose, rispettivamente fonte di
profumo e brillantezza. E pettini e mollette di tartaruga o fermacapelli di giada e
oro non mancano sulle teste delle donne
che contano. E se Ippocrate, primo medico
accreditato della storia, nel 400 a.C., propone di spalmarsi sul cranio intrugli di
erbe e irripetibili composti naturali, nell’antica Roma la plebe, troppo povera per
permettersi altro, si accontenta di grassi
animali che – al di là dell’olezzo – danno il
medesimo risultato estetico.
Nel basso Medioevo nessuno ha modo di
preoccuparsi delle acconciature ma, a partire dal primo Rinascimento, anche la cura
del capello rappresenta un allontanamento
consapevole da secoli di imbarbarimento
dei costumi: le lozioni per combattere la
caduta dei capelli si preparano utilizzando
polvere di zolfo (molto usata nella medicina generale dei tempi) e zafferano. Chi
non ricorda l’immagine di Leonardo da
Vinci, praticamente pelato ma con i capelli
lunghi sulle spalle? Sono gli stessi anni in
cui i monaci cominciano a farsi la chierica
per allontanare tentazioni ed essere puliti
e ordinati.
I NUOVI MONDI
Le contaminazioni in arrivo dai nuovi
mondi cominciano a tramandare in Europa anche altre tecniche per la salvaguardia
della chioma. In India, per curare l’alopecia, si ricavano oli dalla pianta del cocco e
si amalgamano con spezie locali. La millenaria cultura ayurvedica propone eccezionali oli profumati: senza andare dall’altra
parte del mondo, chi ha provato - nei centri
wellness delle metropoli italiane e dell’Alto
Adige - un massaggio originale ayurveda,
è stato portato ad uno stato di rilassamento (anche) grazie ad un filo sottilissimo di
olio che cade dall’alto sulla fronte del “paziente”. Nonostante ripetuti quanto inutili
lavaggi, i capelli rimangono lucidi e mor-
bidi per diversi giorni. I cinesi si affidano,
da sempre, all’agopuntura e a erbe medicinali come il ginkgo biloba o il the verde
(aloe vera e radici di jojoba, invece, sono
nella tradizione sudamericana) ma anche a
rimedi discutibili come unguenti tratti da
ossa e organi genitali polverizzati di animali (spesso rari) come gli squali, gli orsi
e le tigri.
Queste consuetudini, declinate sulle mode
e sui costumi delle varie epoche, accompagnano la storia del capello fino ai ‘nostri’ anni Sessanta, epoca in cui l’uomo
dà ancora poca importanza allo stesso taglio: quante le storie di scodelle in testa
e di mamme intente a sperimentare l’uso
improprio delle forbici sulle teste dei figli... La stessa rivoluzione culturale di fine
decennio affonda le proprie radici nella
contestazione (rappresentata quotidianamente) attraverso il capello lungo. Essere
un “capellone” significa essere contro il
sistema autoritario e gli obblighi militari,
che includono la testa rasata. Solo alla fine
della decade successiva (i Settanta), gli
uomini cominciano a scegliere consapevolmente un taglio piuttosto che un altro
e ad acquistare prodotti come gel, creme
e lacche senza sentirsi in imbarazzo. Poi
arrivano i punk con le creste colorate, i
neri con le pettinature afro, Fiorello con il
codino, Gianluca Vialli con la “pelata”, le
extension e le tinte multisfaccettate... E la
prossima moda?
DOSSIER
SPECIALE CAPELLI
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DOSSIER
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testa.
INCHIESTA
PARRUCCHIERIA,*
TRA ARTE E MESTIERE
I
le giovanissime, 14-24 anni, e le 35-45enni
a non saper dire di no a forbici e messa in
piega. Al sud, invece, sembra che in proporzione ci siano molti meno esercizi, ma
in realtà sono compensati da un’abitudine
più radicata nei confronti del parrucchiere a domicilio. Una donna su sette dichiara, infatti, di non rinunciare al piacere del
parrucchiere pur non recandosi nei saloni,
e tra queste non ci sono solo persone anziane o che hanno difficoltà a muoversi, ma
anche donne così impegnate durante la settimana da non riuscire a conciliare i propri
impegni con gli orari dei negozi. E se molto
spesso il parrucchiere a domicilio è sinonimo di risparmio (perché i prezzi generalmente sono più bassi di quelli applicati in
salone), altre volte diventa invece sinonimo
di lusso: un parrucchiere tutto per sé, che
dedichi tempo e attenzioni esclusive, che
faccia sentire “uniche” dall’inizio alla fine,
e non clienti “qualsiasi” sul rullo della catena di montaggio che dallo shampo arriva
alla piega. E chi trova un parrucchiere così
se lo tiene stretto e ne custodisce gelosamente il numero di telefono, condividendolo solo con le sorelle e le amiche più care.
l mondo dei parrucchieri è variegato
e contraddittorio ed è molto cambiato
negli ultimi anni, per venire incontro
a nuove esigenze e stili di vita. L’obiettivo
però è da sempre lo stesso: cercare di accontentare i desideri delle donne che amano i
propri capelli. E sono tante. Oltre due terzi delle italiane, infatti, dichiara di andare
dal parrucchiere e quasi tutte ammettono
che anche in tempi di crisi questo è uno degli ultimi piaceri a cui si rinuncia. C’è chi
ci va per necessità e chi per ritagliarsi un
momento tutto per sé, chi vi ricorre solo in
casi estremi, quando la somiglianza con un
cespuglio diventa troppo evidente, e chi va
in crisi quando il parrucchiere di fiducia si
prende una settimana di ferie.
In Italia sono più di 60 mila i parrucchieri, sparsi in tutta la penisola, con punte in
Lombardia che rasentano l’invasione (sono
quasi 13 mila) e picchi minimi nelle regioni più piccole; anche se poi, a ben vedere,
in rapporto alla popolazione la media torna
sempre ad assomigliarsi. Scandagliando più
approfonditamente la realtà italiana si vede
che una maggiore frequentazione dei saloni
si ha nel nord-ovest, dove sono soprattutto
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DOSSIER
SPECIALE CAPELLI
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DOSSIER
LINK
www.tobeequipe.it
www.contestarock.com
www.toniandguy.it
www.hairforce.it
www.gabriostaff.it
www.glamhaircafe.com
I “nuovi” parrucchieri
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Con le normative entrate in vigore qualche
anno fa le regole su orari e giorni di chiusura sono cambiate, consentendo ad ogni esercizio di gestirsi in base alle esigenze della
propria clientela. Se prima bisognava sacrificare la pausa pranzo, mettersi in lista d’attesa per il sabato mattina o cercare di incastrare un appuntamento tra una riunione in
ufficio e il bimbo da prendere a scuola, ora
sembrano essersi moltiplicate le possibilità
di godersi con calma il rito del parrucchiere.
C’è chi apre molto presto il mattino consentendo di essere impeccabili ad un appuntamento importante di lavoro, e chi invece preferisce tirare tardi la sera; chi ha rinunciato
al lunedì come canonico giorno di chiusura
favorendo i lavoratori del week-end e chi ha
puntato sulla domenica per attirare le mamme che si godono un’ora di libertà lasciando
i bambini a casa con i padri. Moltissimi sono
gli esercizi che tengono aperto fino a tardi in
alcuni giorni della settimana, ma altrettanti
sono quelli che hanno deciso di trasformare
la seduta dal parrucchiere in qualcosa di più
di una semplice esigenza. E nella società del
multitasking dove si può, e spesso si deve,
fare più cose contemporaneamente, anche
i coiffeur hanno optato per questa scelta, e
hanno trasformato il tempo “perso” durante
la messa in piega in tempo “guadagnato”. Si
può bere un aperitivo, ascoltare un concerto, guardare una mostra, leggere un libro... il
tutto mentre si curano i propri capelli.
Antesignano della flessibilità di orario e
del parrucchiere “festaiolo” è stato Intrecci
a Milano (via Larga 2) che tra esposizione di
oggetti d’arte e di design, deejay da tutta Europa e atmosfere ricercate crea look al passo
con i tempi. Più tradizionale, ma sempre in
linea con la Milano da bere è l’appuntamento
da “Bigodini” (corso di Porta Vittoria 13)
con l’aperitivo crostino&crodino. Tony&Guy
(www.toniandguy.it) da sempre ha puntato
sulla cortesia, e nei suoi 10 saloni italiani
offre alle clienti the e tisane al pomeriggio
e vino e cocktail all’ora dell’aperitivo. A Modica, in provincia di Ragusa, il giovedì ci si
taglia i capelli a ritmo di musica.
A Firenze da Hair Force il lunedì l’atmosfera diventa caliente con tacos e sangria
E i prezzi?
(www.hairforce.it) e da Gabrio Staff Olympo si può fare un’esperienza quasi mistica: non più scomode poltrone lavatesta,
ma morbide chaise longue, detersione con
brocche di cristallo per accentuare il contatto non aggressivo dell’acqua sul capello,
rituali di bellezza e prodotti naturali per
questa vera e propria Spa del capello (www.
gabriostaff.it). A Roma al ToBeEquipe Hairstyle ogni sera è una festa, con aperitivo,
finger food e messa in piega (www.tobeequipe.it), e al Contesta Rock Hair (www.
contestarock.com), laboratorio creativo con
sedi anche a Firenze, Miami e Shanghai,
il cambio di look avviene rigorosamente a
tempo di musica. Più romantica invece la
scelta di Hairlanguage (via del Pellegrino
103) che tiene aperto fino a tardi solo nelle
notti di luna piena, quelle in cui leggenda
vuole che i capelli si rinforzino e crescano
meglio se vengono tagliati.
Ma anche Bologna non è da meno nelle novità: un parrucchiere e un barista hanno
aperto un vero e proprio Hair cafè, dove si
cambia look con un cocktail in mano (www.
glamhaircafe.com).
DOSSIER
SPECIALE CAPELLI
Variano, e non solo da regione a regione, ma
da parrucchiere a parrucchiere.
C’è chi lo shampo lo conta a parte e chi lo
comprende nel prezzo di listino, chi basa il
costo della piega sulla lunghezza dei capelli (small, medium, large ed extra-large non
valgono più solo per le taglie dei vestiti) e
chi differenzia il valore del taglio tra ripresa
di quello vecchio o scelta di un nuovo look.
Balsamo, crema, lacca e fissante alle volte
fanno lievitare lo scontrino senza neanche
accorgersene. Il taglio se fatto dal titolare o
da un apprendista ha un costo a volte molto
diverso. E se i prezzi medi sono di circa 30
euro per taglio e piega, si trovano anche casi
limite (e neanche tanto limite vista la loro
diffusione) di hairstylist che si fanno pagare
130 euro per lo stesso servizio e di parrucchieri alle prime armi che riescono invece
ad abbassare i prezzi fino alla quasi inspiegabile cifra di 8 euro. Le differenze di prezzo ci sono, è inutile negarlo, ma non sono
così statiche e definite come ci si aspetterebbe. Al nord e nelle grandi città i parrucchieri
costano tendenzialmente di più che al sud
e in provincia, ma questa linea non è certo
così marcata.
Quando i soldi sono pochi
Se, come abbiamo detto, anche in tempo di
crisi al parrucchiere proprio non si vuole
rinunciare, molte sono le occasioni in cui
poter risparmiare: giorni della settimana,
di solito quelli centrali, in cui taglio, piega
e colore costano meno, promozioni scaricabili da internet o buoni sconti pubblicati su
quotidiani e riviste. Ci sono poi le scuole per
parrucchiere in cui si può avere un taglio di
capelli gratis trasformandosi in modelli per
apprendisti coiffeur (senza rimorsi né rimproveri però se il nuovo look alla fine non
rispecchia proprio quello che avevamo sognato). E quando il budget è proprio limitato si possono provare i parrucchieri cinesi
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DOSSIER
ZOOM
CALVI PER SCELTA
Qual è la tecnica migliore per radersi i capelli a
zero? Un problema dalle soluzioni non scontate.
Cominciarono i militari di professione all’inizio del secolo
scorso e finirono negli anni ’70 i punk che abbinavano
qualche cresta colorata ai crani rasati. In mezzo operai
siderurgici, contadini, ragazzini nei collegi. Dopo i ciuffi
e le code di cavallo degli anni ’80 fu la volta di atleti
e rapper americani, soprattutto neri, e la testa glabra
divenne una moda. In Italia il primo fu forse Gianluca
Vialli che, a fronte di un’incipiente caduta dei capelli,
a metà degli anni ’90 vibrò strenui colpi di rasoio,
contribuendo a cambiare l’immagine della virilità, prima
inevitabilmente legata alla quantità e alla lunghezza
della chioma maschile. «Una questione di comodità»,
afferma la maggioranza, ma la testa rasata ha i suoi pro
e i suoi contro: restare privi dei capelli significa perdere
la naturale protezione per la testa, inoltre la “pelata”
è conveniente solo a chi ha la forma del cranio adatta
(simmetrica e con una delicata curvatura dalla zona
occipitale alla fronte). E poi radersi il cranio a zero non
è per niente comodo né facile.
QUALE TECNICA SCEGLIERE
Il taglio tradizionale continua ad essere il migliore
metodo per una rasatura totale, perché la sensibilità
di una “buona mano” riesce a seguire meglio il profilo
della testa. La macchinetta elettrica invece è preferibile
se si sceglie di mantenere i capelli cortissimi, anche
solo pochi millimetri. Se nel primo caso ognuno ha,
per esperienza, la propria marca e il proprio modello
di rasoio preferiti tra le decine sul mercato, tra
quelli elettrici la scelta ricade su pochi modelli, tutti
evoluzioni degli “sfoltitori” che servivano (e servono)
per mantenere in ordine barba e basette. E se è la
primissima volta? Forse per l’esordio è meglio andare
da un barbiere professionista che esegua perfettamente
il primo taglio. Senza dare per scontato che si sappia,
ricordiamo che non è possibile “radersi” i capelli con
la crema depilatoria: rovinerebbe inevitabilmente
la pelle bruciandone i bulbi. Troverete conferma nelle
istruzioni per l’uso che ne accompagnano la confezione.
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COME PREPARARSI
In primo luogo bisogna portare i capelli alla lunghezza
adatta per la rasatura, tagliarli con cura con le
forbici fino a che, su tutto lo scalpo, siano lunghi
meno di mezzo centimetro. Una lunghezza superiore
“ingolferebbe” il rasoio, impedendo un corretto
scivolamento della lama e causando fastidiosi tagli
e irritazioni. In seguito, per facilitare il processo di
rasatura, è necessario ammorbidire la pelle e gli stessi
capelli passando sulla testa un asciugamano bagnato
con acqua calda per almeno un paio di minuti cercando
di avvolgere il cranio come in una sorta di turbante.
Molti fanno addirittura la doccia, spazzolandosi
vigorosamente sotto il getto dell’acqua calda per
far uscire il capello quanto possibile dal bulbo. Nel
caso di rasoio elettrico, al contrario è fondamentale
poi asciugare perfettamente cute e capelli prima di
cominciare l’operazione.
COME OPERARE
Armarsi di pazienza, soprattutto all’inizio e ricordare
che la pelle del cranio è molto più sensibile di quella
del viso che si rade tutti i giorni. Prima di cominciare
si può applicare un po’ di schiuma da barba o gel
da rasatura sulla cute per lubrificare la pelle. C’è
anche chi passa una crema emolliente sotto lo strato
successivo di schiuma. Si appoggia poi il rasoio sullo
scalpo e si passa nella direzione della crescita dei
capelli con una pressione minima, ricordando una
semplice regola: meglio tre passaggi leggeri di un
singolo passaggio deciso. Bisogna inoltre sciacquare
spesso il rasoio per evitare spiacevoli “incidenti”.
Anche nel caso di un semplice graffio affiorerà una
quantità di sangue notevole, perché la cute della testa è
estremamente irrorata di capillari.
COSA FARE DOPO
Una volta tagliati i capelli è bene pulire la testa
tamponando la pelle con un asciugamano bagnato
di acqua fredda o con una spugna. La temperatura
inferiore servirà a tendere la pelle e a chiudere i pori.
A pelle asciutta si può provvedere ad ammorbidire
ulteriormente la cute con una lozione, un balsamo
tonificante o meglio ancora idratante. Ora che la testa
è diventata un naturale “prolungamento” della fronte
bisogna curarla diversamente: lavarla spesso, tenerla
al caldo e coprirla di abbondante crema di protezione
quando si è all’aperto, soprattutto in spiaggia e in alta
montagna.
SPECIALE CAPELLI
che riescono a far pagare per un taglio-piega
solo 8-10 euro. E lasciando a parte le polemiche sulla concorrenza sleale e sui prodotti di
dubbia provenienza (molti negozi permettono di portarsi il proprio shampo da casa ndr)
resta il fatto che questi saloni sono molto
frequentati, vuoi per il prezzo vuoi perché,
in fondo, sono anche bravi.
cosa cercano le donne
quando vanno
dal parrucchiere?
C’è chi cambia taglio e colore con la facilità con cui cambia un vestito e chi invece ha
fatto della propria pettinatura un tratto distintivo, ma che siano camaleontiche o conservatrici quello che cercano le donne dal
parrucchiere è qualcuno che sappia dare
forma ai propri desideri. Cercano soprattutto un parrucchiere che le ascolti e che non
faccia di testa sua, che non stravolga le ri-
chieste iniziali e che le aiuti a scegliere la
strada giusta per valorizzarsi.
Dal parrucchiere ci si aspetta di uscire “trasformate”, più belle, più leggere a volte (e le
donne sanno quanto una seduta dal parrucchiere in certi casi possa essere “terapeutica”), più simili a quello che ci si sente o a
quello che si vorrebbe essere. Ma per soddisfare tali aspettative non servono solo competenze, prodotti e macchinari di qualità.
Serve la capacità di creare la giusta intesa,
la sicurezza e la serenità di lasciarsi andare
perché ci si sente in buone mani. Ed è qui
che il mestiere diventa arte.
Ritorno alla natura (senza
dimenticare la tecnologia)
Dopo anni di permanenti e tinte dalle formulazioni chimiche impronunciabili e dal
fastidioso odore di ammoniaca, cresce oggi
la voglia di curare le chiome con prodotti na-
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DOSSIER
Uno sguardo all’estero
LE AVANGUARDIE?
IN INGHILTERRA (E USA)
La mecca dell’hairstyle è sempre stata Londra, ed è da lì che ancora oggi partono
tutte le novità e le tendenze in fatto di capelli. Se quel che cercate è un trattamento luxury
con una maschera per capelli a base di acido ialuronico (www.theklinik.com) o un colpo di
testa dal maestro del colore esagerato (www.danielgalvin.com), a Londra certo non resterete
deluse. Per chi, invece, ha il terrore delle forbici il posto giusto è “Blow” a New York, il
primo negozio scissor-free, dove è possibile curare, migliorare, sistemare e acconciare i
capelli senza ricorrere al taglio (www.blowny.com) , perché si sa che le unità di misura del
parrucchiere difficilmente coincidono con quelle delle clienti, infatti, la spuntatina che
vorremmo noi il più delle volte si trasforma in un taglio di almeno una spanna. Parigi,
fedele alla sua fama di città “très chic”, propone il ritorno alla pettinatura bon ton per
eccellenza con i suoi numerosi Bar à Chignon, corner di rinomati coiffeur parigini dedicati
alla realizzazione (e all’istruzione per il fai-da-te) dello chignon a regola d’arte. Berlino,
invece, è la meta di chi punta sul low cost. Negozi Cut&Go sono sparsi per tutta la città:
ci si va senza appuntamento, si prende il numerino e si aspetta il proprio turno; dopo un
taglio semplice e veloce ci si asciuga i capelli da sole, il tutto per l’onestissima cifra
di 10 euro. Non è solo il prezzo a richiamare le numerosissime clienti, ma anche
l’atmosfera divertente e curiosa che vi si respira: perché mentre si aspetta il
proprio turno si possono vedere esposizioni d’arte, prendere lezioni di ballo,
fare un tatuaggio e bersi un caffè mangiando pasticcini.
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turali e privi di agenti aggressivi. Tra smog,
trattamenti chimici e acque urbane sempre
più dure, sono più del 40% le italiane che
dichiarano di avere i capelli rovinati (dati
Ipsos). Ed è per questo che sul mercato arrivano prodotti sempre più concentrati che
promettono di proteggere, curare e rinforzare. Dagli ultimi dati Unipro (associazione
italiana per le imprese cosmetiche) è emerso
che più della metà delle vendite dei prodotti
per capelli deriva da shampo acquistati in
farmacia o nei saloni professionali, segno
che finalmente si è diffusa la consapevolezza che questo prodotto non svolge solo
un’azione detergente, ma anche curativa.
Cresce anche l’attenzione nei confronti di
prodotti personalizzati, come balsami progettati in base al genotipo del capello, maschere a lunga durata, spazzole e phon dagli
effetti idratanti, e verso i prodotti multi-effetto che ottimizzano tempo e denaro, come
shampo in grado di donare lucentezza e nel-
lo stesso tempo favorire la piega o maschere
che agiscano sui capelli e contemporaneamente anche sulla pelle.
Ma il bisogno di tornare alla natura non si
vede solo nella formulazione dei prodotti.
L’esigenza di porre un freno ai danni ambientali causati dall’uomo ha raggiunto anche la categoria dei parrucchieri, e L’Oréal
Professionel se n’è fatta portavoce con corsi
per promuovere l’ecoresponsabilità e progetti di riforestazione in collaborazione con
Federparchi-Europarc. L’iniziativa “carbon
offsetting” propone, infatti, agli esercizi che
vi aderiscono di piantare alberi in proporzione all’anidride carbonica che emettono.
Sono già 105 i Saloni Nature che hanno scelto di dare una mano all’ambiente, e l’obiettivo è quello arrivare a 400 entro la fine dell’anno. Piemonte e Lombardia si contendono
il primato della maggiore presenza di “parrucchieri ecologici”, e la Campania si aggiudica un terzo posto di tutto rispetto.
DOSSIER
RIMEDI NATURALI
ZOOM
ACCESSORI
Se li volete illuminare miscelate tuorli d’uovo e cacao, se li avete secchi e li volete rinvigorire ai tuorli aggiungete il miele.
Se il vostro problema sono le doppie punte,
la maschera ideale è a base di uovo e mela,
che deterge e rafforza la chioma lasciando
anche un gradevole profumo di pulito. Applicate l’impacco su tutta la lunghezza dei
capelli e lasciatelo in posa per 30 minuti prima di sciacquare normalmente.
Per dare lucentezza ai capelli si può aggiungere nell’acqua dell’ultimo risciacquo un
cucchiaio di aceto di mele. Un po’ di succo
di limone, invece, aiuterà chi ha i capelli più
grassi.
Anche l’olio d’oliva ha “poteri” straordinari:
nutre, ammorbidisce, rigenera la fibra capillare e crea un film protettivo che salva da
smog e agenti atmosferici. Applicate l’impacco sui capelli, pettinateli e avvolgeteli in
un asciugamano di cotone. Tenuto tutta notte e poi sciacquato accuratamente al mattino
con uno shampo delicato fino alla completa
eliminazione di tutti i residui di olio, questo
impacco darà nuova vita anche alle chiome
più sfibrate.
Alle volte non serve necessariamente ricorrere al
parrucchiere per cambiare look, ma possono bastare
anche semplici accessori per capelli, che dopo anni di
oblio tornano alla luce grazie alla nuova immagine
che ne hanno saputo dare gli hairstylist. Qualche
forcina non più nascosta e mimetizzata dai capelli,
ma scelta volutamente in colori forti e contrastanti
basta a creare un morbido chignon alla Grace Kelly,
elegante e intramontabile come la sua madrina
d’eccezione.
Il cerchietto, abbandonati cuoricini e orsetti che si
vedevano sulle teste delle bambine negli anni Ottanta,
torna di moda nella sua versione più semplice:
sottile di vernice e in tartaruga o più spesso in stoffa
bicromatica stile Jackie Kennedy. Fasce e foulard si
prestano a tutti i look, da quelli più chic e sofisticati,
che si rifanno alla Audrey Hepburn di “Vacanze
romane”, a quelli più pratici e sbarazzini, perfetti
quando non si ha né tempo né un parrucchiere a
portata di mano. Fermagli-gioiello e fiori oversize
rendono speciale la più semplice delle pettinature,
purché non si cada negli eccessi. Sono perfetti se
abbinati ad un look sobrio e misurato.
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DOSSIER
SUGGERIMENTI
CAPELLI
IN CRISI?
Avere una capigliatura sana, morbida, voluminosa è il sogno di tutte. Con l’aiuto di cure
quotidiane e mirate non è impossibile: dalla
scelta dello shampo su misura al balsamo,
alla maschera ristrutturante…
O
pachi e senza volume, pesanti e
“oleosi”, sfruttati e sfibrati: sono
molte le donne che desiderano “aggiustare” i capelli. Per renderli vaporosi e curati o farli ritornare sani e vitali, non serve un
miracolo. Molte volte si tratta solo di adottare
trattamenti mirati per la cura e lo styling. Ma,
soprattutto, serve il buon senso. Evitare cioè
di maltrattarli con shampo troppo aggressivi, colorazioni ripetute, stirature violente e,
se qualcosa non va, correre subito ai ripari
prima che sia troppo tardi. In queste pagine
i prodotti ad hoc, i suggerimenti e le risposte
per affrontare i problemi “di testa”.
pesanti?
più volume con la piega
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Pesanti, opachi e “sporchi” anche subito dopo
lo shampo. La piega non riesce, non “tiene”
e bisogna rinnovarla spesso. Ma è inutile accanirsi con frizioni “sgrassanti” e shampo
schiumosi.
«I capelli grassi sono legati all’eccessiva produzione di sebo», spiega la dottoressa Michela Castello, dermatologa presso il CDM (Centro di Dermatologia Integrata di Milano) ed
esperta di tricologia. «Questa sostanza protegge il cuoio capelluto dagli agenti esterni.
Se le ghiandole sebacee sono iperattive, si ha
lo spiacevole effetto del capello grasso. La
seborrea (questo è il termine medico) si può
presentare assieme alla dermatite seborroica, malattia della pelle che richiede l’intervento di uno specialista. La soluzione ideale
è uno shampo delicato che non irriti il cuoio
capelluto e l’uso di prodotti specifici».
sfibrati?
nutriteli di più
Sono parecchie le occasioni per ritrovarsi
con i capelli opachi, sfibrati e sfruttati. Attenzione quando si decide di cambiare radicalmente il colore dei capelli.
«Può essere una situazione transitoria dovuta a radioterapie, disturbi epatici, farmaci,
malattie infettive recenti», afferma la dottoressa Castello. «Oppure è colpa delle diete
dimagranti non equilibrate, di lavaggi fatti
con shampo aggressivi o di trattamenti chimici ripetuti. Sta di fatto che i capelli sfruttati, oltre ad essere poco gradevoli, possono
indicare qualcosa che non va nell’organismo.
Cosa fare? Sottoporli ad un esame tricologico e a un mineralogramma che evidenzi
un’eventuale carenza o un eccesso di minerali o la presenza di metalli tossici. I risultati
consentono di attuare un’integrazione vitaminica-minerale personalizzata. Utilizzare,
poi, dopo ogni shampo un balsamo condizionante arricchito da polimeri lucidanti».
TROPPO fini?
non maltrattateli
Si chiamano anche “capelli d’argento”: sono
sottili, fragili e non tengono la piega. Sembra
che non si sporchino, non si appesantiscano.
Anzi spesso sono come “elettrici”. Ma questo
tipo di capello non appare mai luminoso e
soffice, neppure dopo la shampo, e inoltre
si spezza facilmente ed è facile preda delle
doppie punte.
«Colpa di una scarsa produzione di sebo che
non si distribuisce sul fusto e che deve essere sostituito da un balsamo ristrutturante
che avvolge il capello come una guaina nutriente, protettiva ed elasticizzante carente
in natura. Il balsamo è un cosmetico che si
applica dopo lo shampo. Grazie alle sostan-
DOSSIER
ze condizionanti e ristrutturanti che contiene, diventa “ricostituente” per capelli fragili
e secchi. Attenzione però: mentre lo shampo
può essere utilizzato tutti i giorni, il balsamo va applicato al massimo due o tre volte
la settimana».
ribelli?
domateli con il balsamo
Il volume dei capelli ricci e crespi non vuol
dire per forza disordine e una testa degna di
Medusa. Per rendere meno scomposti questi
capelli si può fare molto, ma è sconsigliato
intervenire con trattamenti chimici stiranti
che rendono i capelli innaturali. Meglio scegliere quelli rilassanti non aggressivi, che
durano circa due mesi, ma non alterano la
struttura del capello. Per quanto riguarda le
stirature a phon, calore, trazioni con la spazzola e styling con la piastra elettrica, è bene
ricordare che col tempo, rovinano il capello.
«Agli svantaggi di una piega complicata», aggiunge la dermatologa Michela Castello, «si
contrappone il fatto che i capelli ricci e crespi hanno, per natura, un diametro più grosso di quelli lisci, quindi sono più resistenti e
non sono soggetti al diradamento, anche in
tarda età».
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DOSSIER
Peeling ai capelli e al cuoio capelluto
Una linea
per i capelli secchi…
… è di KLORANE al burro di
mango. Il motivo? Le selezionate
formulazioni di questa completa
gamma si prendono cura dei
capelli molto secchi, sfibrati e
sciupati, ne riparano la struttura
e la proteggono da nuovi danni.
L’azione? Agisce a livello delle
punte molto rovinate, grazie al
potere inguainante e lisciante dei
componenti. Le caratteristiche?
Eccezionale azione nutritiva,
capacità di prendersi cura di tutti
i capelli secchi e di rispondere
all’esigenza di trattamenti nutritivi
efficaci.
Smog, fumo e trattamenti chimici per decolorazioni e permanenti, lasciano
sui capelli una patina che toglie lucentezza e vigore alla chioma. La Crema
Lavica di Di Luca Milano è una maschera con microsfere di polvere
lavica di origine vulcanica, ricca di oligoelementi e minerali che esercita
un delicato peeling sul cuoio capelluto e sulle cuticole. Il massaggio delle
microsfere riattiva la microcircolazione ed elimina le antiestetiche doppie
punte. I capelli appaiono più lucidi, morbidi e corposi.
Per “lui” e “lei”
Da VICHY, DERCOS Technique Shampo
Energizzante anti-caduta all’aminexil®.
È ideale per uomini e donne con capelli
fragili, deboli che si spezzano e cadono.
Restituisce vigore alla capigliatura dalla
radice alle punte. Oltre a rinforzare i
capelli, ne combatte la caduta. Ma non
è tutto: dona volume e luminosità alla
chioma lasciando una piacevole sensazione
di freschezza e pulizia. Si può usare
frequentemente. La texture fluida e leggera
non appesantisce i capelli.
Innovazione biotecnologica
PhytoLium®4 di PHYTO è il primo concentrato anti-caduta
ad azione globale al CapicellPro, il complesso di principi attivi
vegetali che protegge le cellule follicolari. Quattro le sue azioni:
prolunga la vita del capello, rallenta la caduta, accelera la
crescita, ridensifica la massa capillare. Va utilizzato dopo lo
shampo sui capelli umidi ed è importante non risciacquare. Il
periodo di cura? Due cicli di tre mesi nell’arco dell’anno.
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Crema per capelli
Colore brillante
e naturale
Le donne, ma anche gli uomini si colorano
i capelli. Phytocolor di PHYTO, è la prima
colorazione permanente agli estratti di 5
piante tintoriali che forniscono i pigmenti
che compongono tutte le nuance. Grazie
al trattamento protettivo post-colorazione,
ricco di olio essenziale di Arancia dolce
e dotato di un filtro UV, lascia i capelli
morbidi, luminosi e protetti. Copre
perfettamente e in modo duraturo il 100%
dei capelli bianchi, rispettandone la natura.
DOSSIER
SPECIALE CAPELLI
La formula di ogni trattamento
PHYTO? Estratti vegetali dosati
che agiscono in sinergia per
apportare la massima efficacia
e rispondere in modo mirato ai
bisogni di ogni tipo di capello.
Phyto 9 è una ”crema da giorno
vegetale nutrimento estremo“
agli estratti di nove piante, una
combinazione perfetta per donare
energia, morbidezza, luminosità
e vitalità alla chioma. Si usa sui
capelli secchi privilegiando le punte.
Non occorre risciacquare.
Lacca vegetale
Da PHYTO, Phytolaque Soie la
lacca che apporta la dolcezza e la
luminosità della seta ai capelli.
Grazie alla Fibrina della Seta che
agisce sulle parti alterate del fusto
capillare, all’Alcol di Barbabietola
come solvente naturale e alla
Gomma Lacca come resina per
un risultato che fissa il capello
apportando luminosità e che non
lascia nessun residuo. Si elimina
facilmente con la spazzola. Si può
usare in qualsiasi momento sui
capelli asciutti vaporizzandola a 20
cm dalla capigliatura.
Integratore alimentare
Per avere un regolare ciclo di crescita
capillare, il follicolo deve essere preservato
dall’attacco dei radicali liberi. DERCOS
Aminactif™ - integratore alimentare - è
il primo riattivatore nutrizionale della
funzionalità del capello dei Laboratori
VICHY DERCOS. La formula di questo
innovativo integratore? Ingredienti con
proprietà anti-ossidanti e anti-caduta per
aiutare dall’interno a proteggere l’attività
del follicolo, responsabile della formazione
del capello.
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