19 Maggio 2012 - Azienda Usl 11
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19 Maggio 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Sabato 19 Maggio 2012 Asl 11 Pagina 1 Asl 11 Pagina 2 Asl 11 Pagina 3 AFA DAY Sport a ritmo di musica allo stadio Caste i 1 EMPOLI Torna oggi l'appuntamento con il divertimento e l'attività fisica dedicata a tutte le problematiche di salute allo stadio Castellani di Empoli. A partire dalle 16 si svolgerà l'ottava edizione di Afa Day 2012, la manifestazione aperta a tutti gli interessati che potranno assistere gratuitamente alle esibizioni di attività fisica adattata , ovvero i vari programmi di esercizio non sanitari, strutturati per le persone con malattie croniche, che vengono svolti in gruppo (in media 17 partecipanti per 2 o 3 sedute di esercizio alla settimana) nelle palestre del territorio. Sarà presente l'assessore regionale al diritto alla salute Daniela Scaramuccia. Sono previsti momenti musicali della Premiata Società Filarmonica "Angiolo Del Bravo" di La Scala a San Miniato e le esibizioni canore della Corale Gioconda di Udine, uno straordinario coro composto da pazienti affetti da malattia di Parkinson . Condurrà Paolo Spennato, speaker di Radio Lady. Nel 2011 gli iscritti ai corsi Afa sul territorio dell'Asl 11 sono stati oltre 6mila. I corsi attivati sono stati 280 nelle palestre e piscine gestite dalle associazioni sportive e di volontariato che hanno aderito all'iniziativa. NarteJìauWpslasidarpo .. Jel caraYini- m-,cré u ''-" Asl 11 Pagina 4 ////// u , ✓ /'.'ór y M 1:N i W % r, S '`qo% ,7 °,% 4 a,ags i '''...........................:... `i% i S' ...'.........................:...:.:................................ ,`i a wrîii N' G i t. . " Ì o:.:......:..................................................................... . , ......................................:..........................................................:..................................................................................................: ' '................................................ ,, I dipendentz dell'Asl di Trieste si potevano laureare anche durante l'orario di lavoro DI FRANCESCO STAMMATI La laurea? Si prende in orario di lavoro, andando a seguire le lezioni in trasferta, a spese dell'azienda, per poter accedere poi alla carriera dirigenziale. Ma chi è il datore di lavoro che oggi offre tanto? Chi aspira a stracciare gli avversari nelle speciali classifiche Best place to work, ovvero i migliori luoghi in cui lavorare? Google? La Ferrari? La Procter & Gamble? No, lo Stato. E' accaduto infatti per tre anni, dal 2006 al 2008, all'Azienda Asl n.1 «Triestina» che, con tanto di delibera, la n. 821 del 29 dicembre 2006, aveva «comandato», vale a distaccato presso un'altra amministrazione pubblica, in questo caso l'Università di Firenze, sede di Empoli, nove dipendenti, allo scopo conseguire la laurea magistrale in Scienze infermieristiche. Il tutto per promuovere «la crescita culturale e professionale dei dipendenti ai sensi della legge n. 25112000», che prevede lo sviluppo e la valorizzazione delle professioni sanitarie, e della legge n. 4312006, che invece dispone per le professioni sanitarie il conferimento d'incarichi direttivi. E in quanto comandati, i dipendentiallievi cui la laurea di secondo livello sarebbe stata necessaria a diventare dirigenti, era appunto spesati di tutto: viaggi, albergo, vitto, per 1.500 ore di lavoro complessivo, per una settimana ogni mese lavorativo. Conseguita la laurea i nove neodottori hanno partecipato ai concorsi e per sei di loro c'è stato appunto l'assunzione come dirigenti. Una creatività amministrativa che non è piaciuta affatto alla Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia: il 18 aprile, con la sentenza n.50, resa nota nei giorni scorsi dal sindacato autonomo Usi attraverso il Foglietto della ricerca, i magistrati contabili hanno condannato i dirigenti responsabili di quel provvedimento. A Franco Rotelli , già direttore generale, psichiatra e famoso per aver collaborato con Franco Basaglia, a Fulvio Franza , all'epoca direttore amministrativo e a Marco Reali , la Corte ha chiesto di rifondere all'amministrazione il costo di quella singolare vicenda di acculturazione dei dipendenti pubblici: 120mila curo, comprensivi di interessi, a fronte di 63.636,55 euro di spese sostenute cui è stato sommato il costo del lavoro dei dieci studenti-lavoratori in trasferta. Secondo la Procura contabile, che ha richiesto il giudizio, «il comando non era finalizzato a un aggiornamento professionale, ma a consentire ai dipendenti beneficiati di accedere alla qualifica dirigenziale con indubbio vantaggio personale rispetto agli altri» ed era quindi illegittimo «porre a carico dell'azienda le spese di vitto, alloggio e viaggio, nonché le retribuzioni giornaliere, in favore dei dipendenti comandati». dirigenti, spiega la stessa sentenza, si sono difesi richiamandosi alla «insindacabilità giudiziale delle scelte discrezionali della pubblica amministrazione». Non solo, hanno contestato il danno erariale in quanto «sarebbero stati utilizzati fondi deputati alla formazione del personale e le spese preventivate sarebbero rimaste contenute all'interno del budget previsto». E spiegato che ricorrere a professionalità esterne per ricoprire quelle posizioni dirigenziali, sarebbe costato di gran lunga di più, documentando ex-post gli esiti positivi dell'operazione: il numero di ricoveri nel territorio sarebbe successivamente diminuito grazie all'assistenza domiciliare praticata grazie ai nuovi dirigenti-infermieri. Eccezioni respinte dalla Corte che, pur non riconoscendo nel comportamento la colpa grave, ha contestato decisamente il ricorso all'istituto del «comando» per la frequenza a corsi universitari, non lesinando apprezzamenti negativi sul merito delle scelte: «Colpisce il fatto che i dipendenti siano stati mandati da Trieste ad Empoli senza che dalla deliberazione emerga un vantaggio palese nella scelta di questa sede universitaria decisamente lontana dal luogo di lavoro». Di qui il conto: il 50% della somma è stato richiesto all'ex-direttore generale e il restante 50 suddiviso in parti uguali fra gli altri due dirigenti. -d Riproduzione riservata Segnalazioni Pagina 5 Segnalazioni Pagina 6 CONFERMATO A PIEN I VOTI IL GOVERNATORE USCENTE MARCONCI N I - 1 j /in/✓/// .J///. U 1111112FIl ,/%. m $///,/7////,. 1/1 . J/// t Misericordia . e " 'o , ii J/'% . ///,,, %. ./.. ,,../v .. // Y i. ,/ il proprio consiglio: tutti i progetti - SANTA CROCE ALESSANDRO Marconcini è stato rieletto governatore della confraternita di Misericordia di Santa Croce. Il nuovo consiglio, riunitosi per la prima volta giovedì sera dopo le elezioni di sabato e domenica scorsi, ha optato per la continuità con la gestione precedente che ha visto lo stesso Marconcini protagonista di tante iniziative volte al potenziamento e al rilancio della confraternita. Il nuovo magistrato è composto anche da Augusto Pietro Casani (vicegovernatore), Andrea Pantani (segretario), Marco Moroni (tesoriere), Andrea Pancanti, Graziano Bertelli, Laura Morelli, Santo Bellofiore e Michele Landi (consiglieri). Il ruolo di correttore, che spetta al parroco della collegiata, è stato affidato a monsignor Romano Maltinti. Il collegio dei sindaci revisori è formato da Carlo Carli Maltinti, Stefano Puccini e Clara Pantani. Fanno parte del collegio dei probiviri Angelo Scaduto, Piero Conservi, Massimo Angelini e Sergio Bertini. La Misericordia, con i suoi 836 soci, 58 volontari, 4 dipendenti/autisti, 1 dipendente amministrativo e 1 dipendente a progetto, è una delle realtà storiche di Santa Croce. Anche in futuro sarà Ei 1ii2RGENZA La Misericordia è un punto di riferimento per il servizio sanitario. Nel riquadro, Alessandro Marconcini S W La confraternita conta 836membri, 58 volontari e 4 dipendenti autisti punto di riferimento, insieme alla Pubblica Assistenza, per il punto di emergenza del 118 con medico a bordo dell'ambulanza. Nel 2011 i servizi effettuati sono stati 3.815. TRA LE PRIORITÀ c'è l'apertura di un centro anti-usura per andare incontro alle persone, di tutte le età e ceto sociale, ma in particolare artigiani e piccoli imprenditori, che rimangono invischiate in questa vera e propria piaga sociale. Domenica, intanto, la Misericordia, come da tradizione, organizza la Festa al Guerrini nel parco della splendida villa di Poggio Adorno. Da mattina alle 10 la santa messa nella cappella della villa, poi fino a sera iniziative e intrattenimenti vari con l'esposizione delle macchine d'epoca e della mitica Urbanina, la prima auto elettrica, costruita proprio nei garage della villa dal marchese Bargagli e dal meccanico Cristiani di Staffoli negli anni Sessanta. MERCATO DOMENir,A PONTEDERA r Segnalazioni PE ,nw MAGG4O APERTO "TTO GIORNO -TENER' Pagina 7 VERTICI II presidente della Fondazione Crsm Guicciardini Salini . . CARISMI . . ueci nuovi soci Fondaz one i L'ASSEMBLEA dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato ha nominato dieci soci, personaggi del mondo imprenditoriale e culturale. I nomi: Alberto Bravi, già dirigente della Questura di Pisa, fino al 2009 della divisione di polizia anticrimine e poi della divisione di polizia amministrativa, sociale e dell'immigrazione; Salvatore Ciulla regista, attore, direttore artistico della Fondazione Istituto Dramma Popolare; Stefano Farsetti, responsabile del settore antiquariato e direttore delle vendite alla casa d'aste Farsetti arte di Prato; Renzo Gamucci, componente il comitato di gestione della Fondazione Crsm; Stefano Ghilardi, presidente della Fondazione conservatorio di S.Marta di Montopoli; Antonio Guicciardini Salini, presidente della Fondazione Crsm; Alberto Lang, commercialista, vicepresidente della Carismi Spa; Michele Matteoli, presidente del Consorzio Cuoio Depur Spa; Mario Sladojevich, componente il comitato di gestione della Fondazione Crsm; Giovanni Toni, libero professionista. MERCATO DOMENIGA PONTEDERA r PE ,nw MAGG4O APERTO "TTO GIORNO PONTENEPa Segnalazioni Pagina 8 Certaldo: anziano cicilista i nvestito da una moto Ricoverato i n ospedale i n gravi cond izioni ANZIANO ciclista investito da una moto a Certaldo. L'incidente si è verificato nella prima serata in viale Matteotti, tratto urbano della Sr 429 in direzione Poggibonsi. A.C., 70 anni, ha riportato serie ferite e lesioni ed è stato ricoverato in ospedale con prognosi riservata. Gli agenti della polizia municipale di Certaldo hanno compiuto i primi rilievi. Appena diramato l'alla e, sul posto è intervenuto il 118. Per agevolare rilievi e soccorsi, ci sono stati rallentamenti del traffico, il cui deflusso è stato regolato dagli agenti. Viale Matteotti non è nuovo a gravi incidenti: la speranza è che con l'apertura della variante della 429 la strada possa finalmente "respirare". Cronaca Pagina 9 rapporti tesi in ospedale, le di fissioni respinte, il contratto, l`inchiesta della Procura zenLe morto, le è col . a di Careffo» 1 chirurgo: prc «Mi ero dimesso dal mio incarico a Careggi perché c'era un tasso di mortalità molto alto dovuto a infezioni. Le procedure normalmente rispettate all'estero per la sicurezza dei pazienti a Careggi non venivano rispettate. Dopo la morte di un mio paziente, proprio per infezione, ho chiesto all'azienda di prendere alcune precauzioni, come una terapia intensiva vicina per evitare che venissero trasportati i pazienti da un edificio all'altro, ma nessuno mi ha mai ascoltato». Punta il dito contro Careggi il chirurgo toracico Paolo Macchiarini che nei giorni scorsi è stato ascoltato in Procura come persona informata dei fatti. Accompagnato dall'avvocato Rosario Bevacqua - rimasto ad aspettare fuori la fine dell'interrogatorio - il chirurgo ha risposto a domande in merito alla sua attività professionale dal giorno del suo rientro in Italia. «In questo procedimento non è indagato - chiarisce il legale - Macchiarini è stato convocato in Procura solo per capire i suoi rapporti all'interno della struttura ospedaliera». Quei rapporti che sono sempre stati tormentati, prima ancora del suo arrivo in città. Cervello in fuga, mago dei trapianti, uno che non rispetta le regole, un uomo dal pessimo carattere che non vuole rendere conto a nessuno: su Macchiarini, in questi anni, si è detto tutto e il contrario di tutto. Mentre Careggi si spaccava a metà, lui con- re non rispettate. L'ho detto, non ® hanno ascoltato tinuava a ripetere: «Sono tornato in Italia dopo vent'anni e ho ritrovato gli stessi baroni, più forti di prima, che mi hanno ostacolato in tutti i modi». Macchiarini, autore del primo trapianto di trachea senza farmaci antirigetto, lavorava a Barcellona quando è stato chiamato nel 2008 a Firenze dall'allora assessore alla sanità regionale Enrico Rossi. L'obiettivo finale era quello di farlo arrivare alla guida del Cert, il centro europeo di ricerca torarica per il quale c'era stato uno stanziamento iniziale di fondi per 5oo mila euro. All'orizzonte c'era una cattedra per chiara fama per Macchiarini, ma con il passare del tempo - «per colpa della guerra dei baroni», ha sempre sostenuto Macchiarini quella cattedra non è mai arrivata. Nel 2009 arriva un semplice contratto mentre la strada accademica continua a es- sere sbarrata. Macchiarini viene accusato di aver fornito un curriculum falso, ma lui sì difende spiegando che è stata la sua segretaria in Spagna a fare la traduzione utilizzando un traduttore simultaneo. È durante questo tira e molla con Careggi che Macchiarini si lamenta più volte per la sicurezza dei pazienti. Nel 2010 decide di dimettersi proprio per questi problemi, soprattutto dopo la morte di un paziente causata da un'infezione, sostiene lui. Le dimissioni non vennero però accolte dal direttore sanitario Valtere Giovannini. In quel periodo nasce un'inchiesta della Guardia di Finanza sulla questione dell'attività pubblica-privata dei chirurgo. Con il passare del tempo le polemiche si placano, anche se in realtà, non ne fa mistero lo stesso Macchiarini, la guerra contro di lui a Careggi continua sotterranea. Il contratto con Careggi arriva lo scorso febbraio: l'accordo prevede un guadagno di 310 mila euro all'anno, 11o versati dall'azienda ospedaliera e gli altri dalla Regione, che lo ha incaricato di dirigere l'«istituto europeo perle alte vie respiratorie» dove si occuperà di ricerca e di trasmettere le sue competenze ai giovani medici, quello che Macchiarini ha sempre detto essere il suo obiettivo. Almeno tre giorni a settimana Macchiarini dovrà trascorrerli a Careggi. Antonella Mollica antonella. mo llie a@ res. fit Fronte uníversítà A sinistra, il chirurgo toracica Paolo Macchiarini. Sopra, durante un'operazione Mancata una cattedra per «chiara fama», ha accusato i «baroni, più forti di prima». Ora dirige l'istituto europeo per le alte vie respiratorie Sanità fiorentina e toscana Pagina 10 Due navi medici in reparto e C ande collaborazione con lAtl Oncoematologia cresce SIENA Potenziata l'attività della Onco-Ematologia Pediatrica al policlinico Santa Maria alle Scotte. Questo settore fondamentale per la cura delle gravi malattie oncologiche dei bambini è cresciuto grazie all' arrivo di giovani medici, con la supervisione del professor Alfonso D'Ambrosio, fortemente voluti dalla direzione aziendale per dare nuova linfa alle attività assistenziali, in piena sinergia con l'Atl - Associazione Toscana Leucemie e l'Unità operativa complessa di Pediatria, diretta dal professor Paolo Balestri. "Abbiamo incontrato il direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria senese per un confronto serio e costruttivo sulle necessità dei piccoli pazienti e delle loro famiglie - spiega Katia Landi, presidente Atl Siena - Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e dell'impegno preso e portato avanti dalla direzione aziendale che ha rinnovato una forte attenzione nei confronti dei bambini e delle loro famiglie". In Italia ogni anno si registrano circa 50 nuovi casi di leucemia ogni milione di bambini di età inferiore a 15 anni; la casistica senese è in linea con i dati nazionali. "Ogni anno - spiega D'Ambrosio, registriamo nel Centro Aieop dell'Azienda ospedaliera universitaria senese 35-40 nuovi casi di patologie Sanità fiorentina e toscana r d ; % %/ ',i u/1 ,r// ,r u u ooi ,i/i Insieme per una grande causa II professor Alfonso D'Ambrosio, il professor Paolo Balestri e il direttivo dell'Ati guidato da Katia Landi oncologiche pediatriche. Negli ultimi 10 anni abbiamo seguito 16 nuovi casi di leucemia linfoblastica acuta e i risultati in termini di lunga sopravvivenza o vera guarigione sono il 92 per cento, in linea con i dati nazionali relativi a questa patologia. Nel solo anno 2011 i casi di nuova diagnosi presso l'Onco-Ematologia Pediatrica sono stati 4; nel primo trimestre 2012 è stata poi formulata l'ultima diagnosi. Altro settore di ri- cerca e terapia è quello del retinoblastoma., tumore maligno dell'occhio, seguito in collaborazione con lo staff della dottoressa Doris Hadjistilianou dell'Oftalmologia; ogni anno 25-30 sono i nuovi casi di questo tumore ad esordio precoce nei bambini e trasmesso geneticamente. Curare malattie così gravi nei bambini richiede un lavoro di squadra molto forte, non solo per affrontare la malattia ma anche per sostenere le fa- miglie e i bambini, il cui unico compito, in questa bella età, dovrebbe essere solo quello di giocare e ridere spensierati. Il sostegno dell'Ad per noi è sempre stato preziosissimo". L'Atl collabora da anni con la Clinica Pediatrica supportando la formazione scientifica dei giovani medici, la dotazione strumentale, il confort alberghiero e le necessità delle famiglie con grande amore per i bambini. Pagina 11 Il23 maggio. sala convegni Banca Mòntcng ioni Incontro con la cittadinanza su "Tiroide e Gravi " con Furio Pacïni e Felice Petraglia SIENA Il buon funzionamento della tiroide è di fondamentale importanza durante la gravidanza. Cosa fare in caso di problemi? A questo argomento è dedicato l'incontro con la cittadinanza organizzato dai professori Fuiio Pacini e Felice Petraglia del policlinico Santa Maria alle Scotte, in occasione della Giornata Mondiale della Tiroide, che si terrà mercoledì 23 maggio, alle 16, nella sala convegni della Banca di Monteriggioni. "La tiroide - spiega il professor Petraglia, direttore Ostetricia e Ginecologia - riveste una particolare importanza nella donna sia perché garantisce un normale decorso della gravidanza e un regolare sviluppo del feto, sia perché influenza molte patologie del genere femminile. Gli ormoni tiroidei regolano la funzione cardiovascolare, il metabolismo glucidico e lipidico e sono fondamentali nel garantire lo sviluppo neuropsichico e l'accrescimento del feto e del bambino". Elemento essenziale per la produzione di ormone tiroideo è lo iodio, che assumiamo con gli alimenti e, in gravidanza, in particolare, il fabbisogno di iodio aumenta sensibilmente ed è importante sapere cosa fare. La malattia più frequente nelle donne in dolce attesa - spiega il professor Pacini, diret- / tore Endocrinologia - è l'ipotiroidismo, che si corregge facilmente con l'assunzione per bocca di ormone tiroideo. L'ipertiroidismo invece è meno frequente ma può compromettere il decorso della gravidanza se non prontamente riconosciuto e corretto. Per la cura dell' ipertiroidismo sono disponibili farmaci che riducono efficacemente l'eccesso di produzione degli ormoni tiroidei, consentono la rapida normalizzazione della funzione tiroidea e assicurano lo svolgimento a buon fine della gravidanza". Le malattie della tiroide, ad eccezione di rari casi, non costituiscono un ostacolo alla gravidanza, purché diagnosticate e trattate tempestivamente. Sanità fiorentina e toscana Pagina 12 PRESENTATO IL DOCUMENTO «AREA VASTA OVEST PROGRAMMAZ ION E 20 12-20 15» di MONICA DOLCIOTTI - LIVORNO TAGLI A MAN BASSA nella sanità tra il 2012 e il 2015. Solo di risparmi al personale si calcola che la Asl dovrà realizzare 4 milioni e 626 mila euro. Una enormità se si calcola che in tutta l'area vasta ovest l'obiettivo è quello di tagliare circa 8 milioni di euro. Tutto questo si trova nel documento intitolato «Area vasta ovest programmazione interaziendale 2012-2015». In questo documento, che abbraccia tutte le aziende L' l manterrà i rapporti con la casa i cura «Villa Tirrena» sanitarie dell'area vasta ovest, la Asl alla pari delle altre dovrà adeguarsi al nuovo corso. Dunque oltre alla cura dimagrante sulla spesa per il personale, dovrà dare una sistemata al settore dei professionisti convenzionati tra i quali rientrano i medici di medicina generale (i medici base), i pediatri di libera scelta, i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) e i medici della medicina dei servizi. LA GUARDIA medica come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi scomparirà: sarà riorganizzata secondo le intenzioni della Regione in modo da integrarla di più con medicina generale con la conseguente riduzione dell'orario notturno a favore di quello diurno. I MEDICI DI BASE (di medicina generale) in questo quadro saranno oggetto di attenzione particolare: obiettivo è inserirli negli ambulatori nelle sedi distrettuali, nelle case della salute. Per loro si pensa anche a forme di associazione più evoluta (medicina di gruppo). Negli studi associati di medicina generale si punta anche ad inserire collaboratori di studio ed infermieri con l'integrazione, quando possibile, di personale infermiristico e amministrativo aziendale. IL 118 sarà rivoluzionato; intanto quando entrerà a regime i 1 nuovo sistema per l'emergenza il numero cambierà: 112, che ora è quello dei carabinieri. Si punta alla attivazione di un centro unico ad Ospedaletto (Pisa) per tutta l'area vasta ovest dove confluiranno le chiamate di emergenza-urgenza, le chiamate per la continuità assistenziale, le comunicazioni con i sistemi 118 periferici e il coordinamento delle maxi emergen- ze. Così facendo le postazioni 118 della Asl spariranno. Facendo ciò si conta di risparmiare 585 mila euro. La cosa singolare è che questo modello di 118 sarà sperimentato per ora solo sull'area vasta ovest perché a quanto pare le altre zone hanno fatto orecchie da mercante. I PRIVATI ACCREDITATI sono un altro capitolo del documento di «Area vasta ovest». Si tratta delle case di cura convenzionate tra cui Villa Tirrena. La sua convenzione con l'Asl scadrà nel 2015 e ci sarà accreditamento per: l'attività di ricovero nei settori di ortopedia, traumatologia, chirurgia generale, ginecologia, riabilitazione intensiva extraospedaliera. E per l'attività ambulatoriale nell' ambito della chirurgia generale, ortopedia, ginecologia, cardiologia, angiologoia, ecografia e gastoenterelogia. Ha così 16 posti letto chirurgici e 16 posti letto di riabilitazione. Il tetto economico previsto per queste prestazioni accreditate è di 2 milioni e 700 mila euro. Secondo il modello di riorganizzazione che diventerà operativo nel 2013, a Villa Tirrena l'attività si dovrà concentrare su: 16 posti letto di chirurgia orientati in quelle che sono dette «linee produttive ortopediche» (protesi, con una previsione di 284 ricoveri) e «linee produttive della chirurgia (vascolare, ernie e tiroide con 285 ricoveri). E per il 2012 si riconfermano i 16 posti letto per la riabilitazione. !'ASe r? E; , A I dipendenti de88'Asl alla presentazione dei docun cento Sanità fiorentina e toscana Pagina 13 E Fia7,.s passa sub i to all ' attac co : A n ospedale s i amo i n affanno » NELL'ASSEMBLEA dei lavoratori del comparto sanità indetta ieri dal sindacato Fials abbiamo registrato alcune testimonianze dei lavoratori tra cui quelle dei delegati Fials. Solo loro possono metterci la faccia senza conseguenze. Daniela Boem del sindaco ha denunciato: «In ospedale a Livorno siamo così in affanno per garantire l'approvigionaento dei reparti che spesso siamo stretti ad usare le traverse al posto dei pannoloni per i pazienti allettati». Monica Boem, anche lei delegata sindacale: Al dipatimento di prevenzione sanità pubblica vengono effettuati prelievi a campione dell'acuqua dell'acquedotto, oltre a quelli fatti dalla azienda Asa». E PROSEGUE: «I campioni li dobbiamo mandare all'unico laboratorio accreditato a Lucca, ma è aperto dal lunedì al giovedì. Se c'è un'emergenza nel fine settimana ? C'è un altro laboratorio a Piombino, rinnovato di recente, ma non è accreditato. Perché?». M.D. Sanità fiorentina e toscana Pagina 14 «Asl, tensione ai vertici e liste dil * i attesau> II vicepresidente della commissione regionale sanità all'assemblea Fials. Ferrucci: sul personale non molliamo di Anna Cecchini 1 LIVORNO «Nel piano sanitario regionale i sacrifici che vengono richiesti alla zona livornese sono eccessivi. Crediamo che la provincia di Livorno con i suoi circa 350.000 abitanti non possa assistere alla devoluzione di gran parte dei servizi alla Azienda ospedaliera pisana ». Forte e chiaro il messaggio del Fials, il sindacato autonomo dei lavoratori della sanità, che ieri mattina ha organizzato un'assemblea degli associati per fare il punto sul piano sanitario regionale 2012-2015, invitando anche Stefano Mugnai (Pd1) e Maria Luisa Chincarini (ldv), rispettivamente vicepresidente e consigliere della quarta commissione sanità della Regione. «E un piano contraddittorio prosegue Ferrucci - visto che prevede la concentrazione su Pisa delle attività sanitarie specialistiche e contemporaneamente la riassegnazione all'Asl 6 di attività con specializzazione medio-bassa. A fronte di questo incremento di lavoro da svolgere sono però previsti tagli ai servizi e al personale. Mi sembra chiara la contraddizione. Per questo noi staremo nella contrattazione, ma si sappia che non faremo sconti per quanto riguarda il futuro del personale». Preoccupato per la sanità livornese anche Mugnai. «La sensazione che c'è a Firenze è che questa Asl viva una situazione maggiormente critica rispetto alle altre della Toscana. Non è un caso se mi vengono recapitati plichi anonimi per segnalare situazioni che non vanno nell'Asl 6, cosa che non avviene per le altre aziende sa- nitarie». Poi Mugnai mette in fila le criticità. «C'è una difficoltà di rapporto fra la direzione - dice e le strutture sanitarie, come si vede anche dalle dimissioni del direttore amministrativo. Per non parlare del rapporto con i cittadini: è un caso che siano nati i comitati all'Elba o in bassa Val di Cecina?». Analoga riflessione da parte di Chincari- _ ni: «Se il direttore amministrativo si è dimesso qualche attrito nel quadro direzionale ci sarà». Altra nota dolente dell'Asl livornese, secondo i rappresentanti della commissione sanità regionale, è la realizzazione del nuovo ospedale. «Non è stato pianificato bene - spiega Mugnai -, doveva essere pensato in una logica più oculata». Dello stesso parere Chincarini: «Non era nei programmi, c'è una strana caparbietà nel volerlo realizzare quando non ci sono soldi». Mugnai insiste anche sulle liste di attesa, che ha monitorato su scala regionale: «Il fenomeno - ricorda - rimane uno di quelli più critici. La Regione ne parla, ammette il problema, afferma di stanziare fondi... poi? A Livorno si aspetta quasi un anno per una mammografia. Qualcosa non va». Imm, Da sinistra: Boem , Mugnai , Ferrucci e Chincarini (Zocchi-Pentafoto) Sanità fiorentina e toscana Pagina 15 -do L'AsI tagna ma non basta OD OD 410 E perde altrí* 55 iimlio Negativo il bilancio di esercizio 2011, scoperti anche 15 milioni di crediti inesigibili Ma il risanamento è avviato: costi scesi di 17 milioni, 118 dipendenti in meno di Claudio Figaia MASSA Costi di gestione ridotti, meno personale, spese più oculate, fornitori pagati con il contagocce, servizi accorpati. Ê una cura dimagrante ferrea quella a cui è sottopostala sanità apuana dopo la scoperta del colossale buco - 224 milioni di euro - degli scorsi anni. Ma non basta: non bastano le forbici della direttrice generale Maria Teresa De Lauretis 1 a mettere in pari il bilancio dell'Asl. "Rosso" di 55,7 milioni . Il bilancio di esercizio 2011 dell'azienda (adottato la scorsa settimana) si è chiuso, infatti, con una perdita di 55,7 milioni di euro. Una cifra colossale, che comprende però anche 12,5 milioni della "gestione straordinaria", vale a dire gli oneri delle gestioni precedenti e altri 15 di perdite sui crediti. La perdita, se si sottraggono queste voci, si riduce a 28,3 milioni. Buco ancora più profondo. La gestione ordinaria dell'azienda è stata in realtà "virtuosa", almeno nel senso che i risparmi ci sono stati e importanti. Tanto che la perdita è stata inferiore a quella del 2010 (quando lo sbilancio fu di altri 28,2 milioni, ma solo grazie a un'erogazione straordinaria da parte della Regione di 48 milioni). Ma la situazione finanziaria dell'azienda sanitaria resta difficilissima. Ariche perchè da analisi più accurate sul colossale debito di cui sopra, sono emersi ulteriori disavanzi, a cominciare da crediti risultati inesigibili per circa 15 milioni. Uno sbilancio strutturale Resta tuttavia evidente che, anche epurando dai conti l'eredità della scandalosa gestione degli anni scorsi, il bilancio resta in negativo E il pareggio economico è previsto solo nel 2013, a patto che si continui il processo di risanamento avviato con la gestione De Lauretis. Sanità fiorentina e toscana Risparmiati 17 milioni. Il risanamento comunque, è stato avviato. Il costo della produzione (cioè il complesso delle spese) dell'AsI nel 2011 è stato di 438 milioni di euro, cioè 17 milioni in meno rispetto al 2010 (-4%). meno farmaci. Tra i risparmi ottenuti, quelli per la spesa farmaceutica: la spesa peri medicinali somministrati in ospedale è scesa da 61,6 a 57 milioni; quella territoriale da 36,6 a 33,9. Nel complesso, la spesa per farmaci è scesa da 108,2 a 90,9 milioni. ragli alla riabilitazione. La revisione delle prestazioni di riabilitazione ha portato a un altro milione di risparmio, dai tagli ai trasporti 0,5 milioni. meno medici e infermieri. Importanti economie sono state ottenute con la riduzione dei medici (scesi da 595 a 571: cioè 24 in meno) degli infermieri: meno 42 (da 1.461 a 1.419) e di altre tipologie di dipendenti. In totale, 118 lavoratori in meno. Il costo del personale è così sceso da 157,6 a 153,3 milioni (meno 4,2). Si investe in tecnologie. Per quanto riguarda gli investimenti, il bilancio ricorda in 29,1 milioni perle opere (del 2011) per 3,5 milioni per il rinnovo delle attrezzature sanitarie eben 246 milioni per tecnologie informatiche, in particolare per il laboratorio analisi, l'anatomia patologica, la chirurgia, la firma elettronica, il rinnovo dei server. Ancora rigore . «È evidentemente necessario - scrive la direttrice generale MariaTeresa De Lauretis nella relazione che accompagna il bilancio - proseguire il risanamento intrapreso con successo nel 2011 al fine di raggiungere il pareggio economico entro il 2013; tutto attraverso una maggiore efficienza e una riorganizzazione e revisione dei servizi ospedalieri e territoriali, al fine di ridurre al minimo le ricadute negative su qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini». Pagina 18 E il debito verso i fornitori "scende" a 210 milioni di egro Nella impressionante tabella dei debiti dell'ASl di Massa e Carrara c'è una cifra che dice tantissimo sui contraccolpi verso l 'esterno provocati dalla difficile situazione dell'azienda. Sono i debiti verso i fonitori : 210 milioni e766mila euro vantati da cooperative , aziende, professionisti, istituti che a vario titolo forniscono alla sanità apuana beni , servizi e personale. I l debito verso i fornitori è tuttavia diminuito: nel Sanità fiorentina e toscana 2010 era di 220 milioni e830milaeuro . Cioè 10 milioni di euro in più. L'ASM è dei resto di gran lunga la più grande azienda della provincia, che dà lavoro a 2.700 persone (senza contare i fornitori) erogando oltre 150 milioni di euro di stipendi ogni anno e spendendo complessivamente ogni anno circa 450 milioni. Cioè poco meno del valore dell'export di tutta l'industria del marmo e del granito apuana. Pagina 19 PISA ldv alla Regione «I costi di Estav?» «È necessario approfondire i costi dei nuovo personale previsto dai recenti avvisi di selezione di Estav Nord Ovest. Si tratterebbe di 9 incarichi a tempo determinato più uno dirigenziale, sempre a tempo determinato, presso la Società della salute di Firenze. Un incremento di personale che stona con i dubbi dimostrati dalla Corte dei Conti ». Lo afferma in un'interrogazione alla giunta regionale la consigliera regionale ldv, Maria Luisa Chincarini. La Corte, ricorda, ha definito la Società della salute « più una fonte di spesa che una reale potenzialità per il sistema sanitario» e aggiunge che in tempi di crisi «la Giunta e il suo presidente hanno preso l'impegno di ridurre le spese sia per gli enti regionali sia per il personale a essi assegnato». Sanità fiorentina e toscana Pagina 20 VERMI IN BAGN O E BARELLE I N CODA NEI CORRIDOI Pronto soccorso San CamMo di Roma tra sporcizia pazienti ammassati di silvia D'Onghia ra è tutto sotto controllo" dice un infermiere che ha appena finito di 0 fasciare la testa a un uomo con un trauma cranico. Si guarda attorno, poi sparisce dietro una porta scorrevole. Il "tutto sotto controllo" al Pronto soccorso dell'ospedale romano San Camillo vuol dire che nella sala d'attesa dei codici bianchi e verdi (i meno gravi) ci sono almeno 15 barelle ammassate una accanto all'altra. Non sedie, barelle. In sala d'attesa. Con sopra altrettanti pazienti affetti dai mali più diversi: c'è il 50enne con l'infiammazione intestinale che chiacchiera col vicino di Lettighe stipate persino in la d'atte Tre mesi fa lo scandalo delle persone curate a terra Sanità nazionale sventura e l'anziana con la flebo attaccata e la badante di fianco, c'è il ragazzo addormentato e solo e la signora col piede rotto perché è caduta in una buca dell'asfalto stradale. E c'è il trauma cranico. La sala d'attesa non riesce a ospitare tutti, e allora il corridoio si riempie di sedie a rotelle e, ancora, barelle. Per non parlare dei vermi che fanno bella mostra nei bagni. "E oggi non è niente", si affrettano a ripetere gli infermieri mentre rispondono alle domande dei portantini, parlano con i medici, compilano cartelle e chiamano le ambulanze per il trasporto degli anziani nelle case di cura convenzionate. A distanza di tre mesi dallo scandalo dei pazienti curati a terra, nonostante giornalisti, telecamere e promesse politiche, al San Camillo non è cambiato niente. Sabato scorso, nella zona riservata ai codici rossi - imminente pericolo di vita - non si riusciva neanche a entrare. Le troppe barelle impedivano al personale di muoversi agilmente. Ieri nel corridoio adiacente alle sale visita dei codici meno gravi erano parcheggiate sei lettighe. Che, tradotto, vuol dire sei persone. ABBANDONATE lì, da sole, se non fosse per i sorrisi, le parole di conforto e la disponibilità totale del personale medico e paramedico. All'interno di una delle sale, c'erano altrettanti anziani. Uno di loro stava per essere trasferito in una clinica. "Bisognerebbe prima stabilizzarli - si lasciava sfuggire un medico -, altrimenti tra quattro giorni ci tornano qui molto più gravi". Lo chiamano "gioco dell'oca". Le barelle sono così vicine che ci si dà la mano. E, soprattutto, se non si trovano i posti letto in reparto, i pazienti rimangono lì anche per giorni. Il pronto soccorso ostetrico non è da meno. Sulle sedie in attesa ci sono pancioni ammassati accanto a donne costrette al raschiamento (e non per la 194, la legge sull'aborto), sorrisi di quasi-nonni e lacrime ingoiate a fatica. La vita e la morte. Per entrare in sala operatoria si attendono anche dieci ore, durante le quali ti lasciano senz'acqua, senza risposte ed è già tanto se c'è un letto disponibile. II 30 aprile, lunedì del "ponte", c'era un solo medico per l'intera palazzina, e quindi per tagli cesarei, urgenze e raschiamenti. E non è detto che chi prima arriva meglio alloggi. In reparto ci sono medici precari, a cui il contratto viene rinnovato se va bene - di due anni in due anni. E se non ci fossero loro non si riuscirebbero a coprire neanche le guardie. Le donne vengono mandate a casa due giorni dopo il parto naturale, tre dopo il cesareo. Non certo a cuor leggero, ma è l'unico modo per garantire un minimo turnover sui letti. "Al San Camillo non ci sono assolutamente i problemi denunciati in questi giorni", aveva detto il Direttore generale, Aldo Morrone, poche ore prima di essere sentito dai pm il 22 febbraio, nove giorni dopo lo scandalo dei materassi a terra nel pronto soccorso (documentati da un video). Eppure il 29 marzo era stato costretto ad incontrare le organizzazioni sindacali e a siglare una bozza d'accordo che prevedeva, entro ottobre, il potenziamento dei posti letto in ospedale: 18 per pazienti acuti, più altri 6 di terapia intensiva in Area di emergenza più il personale necessario all'assistenza. Non numeri esagerati, "numeri appena necessari a tamponare il problema" secondo Bruno Schiavo, rappresentante intersindacale dei medici. Pagina 21 "IL DIRETTORE avrebbe voluto prima realizzare una 'discharge room', per i pazienti in dimissione in attesa di uscita prosegue Sandro Petrolati, della segreteria nazionale dell'Anaoo Assomed -, pensando di decongestionare l'ospedale, e l'abbiamo dissuaso: non sarebbe servita a nulla. Poi voleva ampliare la boarding area del pronto soccorso portandola al primo piano. Ma manca persino l'ascensore". Così la firma sull'accordo. Che non è servito a nulla: il 7 maggio la Regione Lazio ha fatto sapere che, visti i vincoli che il ministero ha posto per lo sforamento del bilancio, non se ne parla. Nessun posto letto in più, solo 5 medici assunti (i precari sono una settantina, tra co.co.co. e borsisti, stipendio massimo 1.200 euro al mese). Il 12 maggio altra firma, stesse richieste, stesso impegno del Direttore con i sindacati. Che, però, non ci credono più e lunedì scorso sono entrati in stato di agitazione, occupando - per ora virtualmente - l'ospedale. .áád - 4. l medici sono in agitazione Avevano chiesto 18 posti letto, la Polverini non ne ha dato nemmeno uno _AP Nella sala per i codici rossi del San Camillo , sabato scorso non si riusciva neanche a entrare. Oggi, su ilfattoquotidiano . it, il video girato ieri nell'ospedale Sanità nazionale Pagina 22 n principio fu il San Camillo. Dopo un'intervista e un video, pubblicati dal Fatto il 12 febbraio, al padre di una bimba curata a terra nel Pronto soccorso dell'ospedale, a Roma scoppiò il caso sanità. II Pd diffuse un'altra immagine dello stesso nosocomio, con un altro paziente soccorso a terra. Partirono le indagini della magistratura e le ispezioni dei carabinieri del Nas a tappeto in molti ospedali. I senatori Marino (Pd) e Gramazio (Pdl) pochi giorni dopo denunciarono il caso della "piazzetta" del Policlinico Umberto I, dove una donna malata di Alzheimer era stata lasciata per 4 giorni legata alla barella senza nutrizione. Per questo furono sospesi i vertici della struttura. Al Policlinico Casilino un paziente oncologico e malato di polmonite fu lasciato sei giorni in Pronto soccorso senza che gli venisse trovato un posto letto. La governatrice Polverini è stata sotto il fuoco di fila dell'opposizione regionale. Ma nulla è ancora cambiato. i;i"!i ma;l i uri:;i i, Sanità nazionale ,>i; rU1;j iu Pagina 23 Le scuse deRo psichiatra «Un errore ricerca sui gay da curare» NEW YORK - «L'omosessualità di gay e lesbiche può essere curata». Era il 2001 quando, a un convegno della American psychiatric association (Apa) il dottor Robert Spitzer illustrò la sua controversa tesi secondo cui è possibile, per alcuni individui estremamente motivati, cambiare il proprio orientamento sessuale da gay a eterosessuale. Il fatto che a pronunciare quelle parole fosse il celeberrimo docente della Columbia University, considerato dai manuali il padre della psichiatria moderna e lo psichiatra più influente del 20° secolo, contribuì solo ad accreditare la legittimità di tale provocatoria argomentazione. Nessuno poteva accusarlo di pregiudizio anti-gay. Nel 1973 era stata proprio la crociata personale dell'allora 41enne Spitzer a indurre l'Apa a rimuovere l'omosessualità dalla lista dei «disturbi mentali». Poi, nel 2001, » L'Oms ®cc «Tesi fasulle», dice oggi l'80enne Spitzer L'Oms nel 2001 aveva parlato di studio «pericoloso» quello studio bollato come «un tradimento» dai gay di tutto il mondo. Undici anni più tardi, lo psichiatra ha chiesto loro scusa per l'errore commesso. Cercando persino, senza riuscirvi, di pubblicare una ritrattazione sulla stessa rivista scientifica che nel 2001 aveva ospitato il saggio originale, denunciato come «pericoloso» dall'Organizzazione mondiale della sanità. Il mea culpa di Spitzer, oggi 8oenne e gravemente malato di Parkinson, è avvenuto in un'intervista al New York Times. «Giacevo sveglio nel letto alle 4 del mattino, quando ho deciso che era giunto il momento di farlo», afferma Spitzer, «mi alzai annaspando nel buio e con enorme difficoltà, data la mia condizione, raggiunsi la scrivania dove presi carta e penna». Quando il direttore della rivista Archives of Sexual Behavior si rifiutò di pubblicare la sua ritrattazione, Spitzer ha chiamato il Times. «Dovevo chiedere scusa alla comunità gay per i miei studi che sostengono tesi fasulle sull'efficacia delle terapie riparatorie», incalza, «e voglio anche chiedere scusa a tutte le persone gay che hanno perso tempo ed energia sottoponendosi per colpa mia a tali inutili terapie». Alessandra Farkas 0 RIPROIJUZIONF RISERVATA Sanità nazionale Pagina 24 «Adozione sociale dei malati Un aiuto concreto alle famiglie» DA MILANO o all'allargamento delle modalità per quanto riguarda i trattamenti sanitari obbligatori. Si all'adozione sociale dei malati». E la posizione delle associazioni di ricerca e di volontariato impegnate sul fronte dell'assistenza psichiatrica. Nasce da questa esperienza la necessità di ripensare profondamente il modello di assistenza ai malati psichiatrici nel nostro Paese, introducendo in modo più organico la presenza di volontari formati, in grado di affiancare l'impegno delle famiglie e di rendere più sopportabile il lavoro di cura e di accoglienza. Nei giorni scorsi a Milano è stato presentato, da parte dell'Istituto di antropologia per la cultura della persona e della famiglia (Iacupef), un progetto di riforma di legge della psichiatria in Italia che, diversamente da quanto previsto dal testo di riforma Pdl-Lega, approvato giovedì se- Proposte alternative da parte delle associazion i di ricerca e volontariato. Lo Iacupef più spazio a logiche di solidarietà ra alla Camera, non mette l'accento sull'inasprimento delle terapie costrittive, ma punta sulla solidarietà riservando un'attenzione particolare al ruolo del volontariato nell' assistenza alle famiglie dei malati. Il progetto prevede l'istituzione di un nuovo modello di assistenza chiamato "adozione sociale". «La proposta - osserva il presidente dello lacupef, l'avvocato Goffredo Grassani - prevede la possibilità di destinare una piccola parte del proprio reddito alla comunità dei malati sotto forma di prestazioni gratuite. Concretamente si potranno donare - traendone i conseguenti benefici fiscali - servizi medici, assi- stenziali e di accompagnamento. E ancora servizi educativi, psicologici, giuridici, scolastici, culturali. Ma sono anche previste donazioni di tempo e di relazioni». Purtroppo nel nostro Paese il tema della cura e dell'assistenza dei malati psichiatrici e dell'accompagnamento alle loro famiglie è colpevolmente sottovalutato. La solitudine dei malati psichiatrici e il problema dell'assistenza che ricade in gran parte sulle spalle dei familiari, è il tema di una recente ricerca patrocinata sempre dallo lacupef. Il 10.6% vive da solo. Il 43,9 per cento con la madre. Il 24,2% con fratelli o sorelle. Il 10,6% con un coniuge o un figlio. Mentre il 6,1% in strutture residenziali. Questa la condizione delle persone con malattie psichiche in Italia secondo quanto emerge dalla ricerca condotta dal "ProgettoVoluntas", messo a punto dalla Afcv (Associazione fondatori per una nuova cultura del volontariato) in stretta collaborazione con Federavo (Federazione del volontariato ospedaliero) e con il sostegno dello Iacupef. Ma come sono composte le famiglie che affiancano queste persone? Quali difficoltà sono chiamate ad affrontare? Oltre un terzo dei familiari (35%) ha un'età compresa tra i 61 e gli 80 anni. Un'altra quota rilevante (34,9%) ha tra i 51 e 60 anni. Mentre il 30,2% ha meno di 50 anni. Le persone più anziane, per le quali il lavoro di cura e di assistenza si presenta evidentemente più difficoltoso sono nel 75,7% madri e padri. Nel 10,6% figli. Nel 12,5% coniugi o partner. La scoperta di aver un figlio, un fratello, un coniuge che soffre di malattie psichiatriche genera immediatamente sentimenti di paura e di solitudine. Tanto che il passo più difficile da compiere è quello di chiedere aiuto. Anche perché, nella maggior parte dei casi, il lavoro di care-giver assorbe una notevolissima quota di tempo e di energie psico-fisiche. Rieoveraaóh lqa ." . +Sisea ner•o:va+ ." ,;E: Sanità nazionale Pagina 25 Ricovero obbligatorio : «Sì se cura e riabilita » u tí '' ' í zno a 12 m& ín strutture extraospAa1íere rsí ter tící olungu '» o L'esperto: «Per alcuni s Dure critiche al testo base di riforma della legge 180 - meglio nota come «legge Basaglia» - approvato giovedì dalla Commissione Affari sociali della Camera. L'articolo più contestato è il numero 5 - al punto 2 - che istituisce il «trattamento sanitario necessario extraospedaliero prolungato, senza il consenso del paziente» che può protrarsi fino a 12 mesi ed è destinato alla cura di quei malati che «necessitano di trattamenti sanitari per tempi protratti in strutture diverse da quelle previste per i pazienti che versano in fase di acuzie» ed è fina- lizzato «ad avviare gli stessi pazienti a un percorso terapeutico-riabilitativo di tipo prolungato». Il testo è stato letto come una mossa di «Pdl e Lega che hanno voluto forzare la mano ricreando il sistema manicomiale per motivi ideologici» da Margherita Miotto - del Pd - che promette un forte contrasto all'iter della legge in commissione, mentre l'Italia dei Valori - per bocca del responsabile Sanità del partito, Antonio Palagiano parla di «un provvedimento disumano che calpesta la dignità e i diritti delle persone» seguito a ruota dalla radicale Ma- DI NICOLETTA MARTINELLI he alcuni pazienti «necessitano - come recita il testo base di riforma delle legge 180 - di trattamenti sanitari per tempi protratti», chela loro permanenza debba essere pensata «in strutture diverse da quelle previste per i pazienti in fase di acuzie» e finalizzata «a un percorso terapeutico-riabilitativo di tipo prolungato» parrebbe una regola ispirata a un principio di buon senso. Però... «Bisogna fare una premessa. Cioè che la psichiatria non prevede solo trattamenti che durano pochi giorni per curare la fase acuta della malattia, quella più violenta e che spaventa di più. Ci sono patologie che diventano croniche, che sono destinate ad accompagnare il paziente per tutta la vita e che necessitano di una gestione lunga e articolata». Michele Sforza è psichiatra, direttore del Ce.S.Te.P - il Centro per lo studio e la terapia delle Psicopatologie - e con il disagio mentale ha a che fare tutti i giorni. Il testo approvato dalla Commissione affari sociali della Camera non lo scandalizza: «Uno schizofrenico oppure un alcolista, tanto per fare un esempio, non sempre hanno consapevolezza della loro malattia né esprimono una determinazione a curarsi. Non è raro che si ostinino fino alla morte o che mettano a rischio in maniera sistematica la loro esistenza e quella dei familiari. Queste situazioni- spiega Sforza- hanno bisogno di trattamenti medio-lunghi, possibilmente in strutture residenziali, extraospedaliere». Anche perché gli ospedali non avrebbero le risorse necessarie all'ospitalità. Capita fin troppo spesso che i reparti psichiatrici si trasformino - loro sì - in picco - Sanità nazionale riaAntonietta Farina Coscioni che definisce l'approvazione «un colpo di mano della rinnovata e scellerata alleanzaPdlLega». Smentisce il relatore, Carlo Ciccioli (Pdl), sottolineando che non si mira alla restaurazione dei manicomi ma si va nella «direzione del sostegno alle famiglie dei pazienti, oggi abbandonate a se stesse, e di una buona e corretta assistenza alle persone che non hanno consapevolezza di malattia e per questo molto spesso evitano di curarsi o di seguire i trattamenti terapeutici prescritti». li manicomi, riempiti di pazienti sofferenti delle più diverse patologie purché in fase acuta: «Così si finisce per aver fianco a fianco lo schizofrenico e la ragazza anoressica, il depresso grave e l'alcolista, ciascuno dei quali ha bisogno evidentemente di approcci e terapie diverse. Una volta passata la fase di acuzie - prosegue Sforza - corre bisogna regolarsi per il prosieguo delle terapie? Se il malato è consenziente ci si può affidare alla rete di interventi psicosociali sul territorio. Ma se non lo è? Dobbiamo comunque farci carico del malato e della famiglia». Anche se significa ricoverarlo contro la sua volontà: «Il problema riguardale risorse terapeutiche che si è in grado di erogare. La prestazione da garantire a questi pazienti - spiega lo psichiatra - è di tipo terapeutico, appunto, non deve avere un mero carattere di custodia». Dodici mesi di ricovero, quindi, si giustificano solo se durante quel periodo si porta effettivamente avanti un percorso di cura e riabilitazione del malato psichiatrico. Se lo scopo è solo contenerlo, magari legandolo al letto, le cose cambiano parecchio. «L'importante è che le strutture extraospedaliere siano effettivamente attrezzate a portare avanti il lavoro che la legge affida loro. Non facciamoci distrarre dalla durata del ricovero, un falso problema in questo caso, ma concentriamoci - conclude Sforza - sulle modalità con cui viene effettuato. La psichiatria deve saper offrire un ventaglio di opzioni. Ci sono persone per cui possono bastare i servizi di appoggio sul territorio, mentre per altre la permanenza in strutture residenziali a lungo periodo è indispensabile. Ogni paziente ha la sua storia, ogni malato ha bisogni diversi». O HIPHODuzIONE RISEFNara Pagina 26 False diagnosi per ottenere i rimborsi False d i agnosi per i ri mbo rs i: i n cella med i c i False diagnosi per prescrivere farmaci e lucrare con i rimborsi a carico del servizio sanitario nazionale. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nas era questo il sistema messo a punto da un gruppetto di medici specializzati nella cura dell 'infertilità, che ieri sono stati arrestati con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso: si tratta di quattro ginecologi, due uomini e due donne, tutti finiti ai domiciliari. Dall'inchiesta della Procura è venuto fuori che i professionisti, negli ambulatori di Bari, Barletta e Lecce , approvavano piani terapeutici che inrealtà sarebbero serviti soltanto a ottenere i rimborsi del servizio sanitario nazionale; in buona sostanza - è l'ipotesi della Procura - le false diagnosi erano necessarie a ottenere gratuitamente farmaci molto costosi utilizzati perla fecondazione assistita. Un sistema che secondo gli investigatori ha prodotto un danno da duecentomila euro alle casse dello Stato . Oltre ai quattro ginecologifiniti ai domiciliari, ci sono altri cinque indagati: tre medici e due pazienti. BCas Sanità nazionale Pagina 28 IL CASO Una terapia che divide gli psichiatri Che follia , in Italia si usa l'elettroshock Dal 2008 al 2010 sono stati 1406 in Italia i pazienti trattati con la «scossa». In maggioranza donne Francesca Angeli Roma Aumenta in Italia l'uso dell'elettroshock per i pazienti psichiatrici. Nel triennio che va dal 2008 al 2010 addirittura 1.406 persone sono state sottoposte a Terapia elettroconvulsivante (Tec). Un modo rassicurante per definire una pratica che nell'immaginario collettivo, anche se permolti esperti assolutamente a torto, richiama piùun'idea di«tortura» che di quella di cura e che almeno nel nostro paese molti ritenevano assolutamente residuale se non addirittura vietata. I dati sono emersidurantel'audizione delministro della Salute, Renato Balduzzi, in Commissione d'inchiesta sanità del Senato. Anche il presidente di Commissione, Ignazio Marino, si è detto sorpreso e preoccupato perchè è emerso in modo evidente che «in varie strutture l'elettroshock è utilizzato come trattamento di prima scelta al posto dei farmaci». Eppure le linee guida in materia che risalgono al '96 «prevedono l'utilizzo della Tec soltanto dopo il fallimento dei trattamenti con i farmaci», aggiunge Marino. Linee guida successive al parere espresso dal Comitato nazionale di Bioetica del '95: «non vi sono motivazioni bioetiche per porre indubbio laliceitàdella tera- I Ignazio Marino : « Rischio di abusi, molti lo usano al posto dei farmaci» Sanità nazionale pia elettroconvulsivante». Terapia che comunque nella circolare del ministero della Salute del'96 venne definita «un presidio terapeutico di provata efficacia» e dunque assolutamente legittima. Le strutture ospedaliere coinvolte, cioè quelle che hannoeseguitoalmeno una Tec in un anno, sono circa 90. La maggioranza dei trattamenti riguardale donne, 821 co ntro i 585 uomini, elafasciad'età40-47anni. Colpiscono i dati relativi agli Spedali Civili Montichiari in provincia di Brescia: 108 trattamenti nel 2008,155ne12009,158ne12010.Anche quelli dell'Azienda ospedalie- ra universitaria di Pisa: 106 nel 2008,89 nel 2009, 2009,68 nel 2010. L'uso di questo trattamento però è sempre stato piuttosto controversoedha subito una drastica flessione alla fine deglianni'70 conl'approvazione della legge 180 sulla chiusura dei manicomivolutadaFranco Basaglia. Fu proprio Basaglia ad affermare che curare un paziente psichiatrico con F elettroshock è comeprendere apugni untelevisore per rimetterlo sulla frequenzagiusta. L'idea che l' elettrosho ckvenis se usato come forma di controllo sociale e che rappresentasse comunque una violazione dei diritti umani non è soltanto di Basagliae dei suoi seguaci.Allapopolarità della Tec ha sicuramente nuociuto il successo di film come Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman, dove si mostra la terapia usata in modo «punitivo». NegliUsa però la Tecviene regolarmente applicata su circa 100.000 pazienti all'anno. Difficile reperire dati a livello mondiale e confrontarli ancheperchè sono disaggregati. Una ricerca del 2011 eseguita in Norvegia da Kari Ann Leiknes, LindyJarosshvonSchweder e Bjorg Hole evidenzia notevoli differenze. Latecnica elettro convulsivaviene eseguita una volta all'anno per ogni milione di abitanti su500 personenegliUsa; 470 inBelgio; 330 in Scozia; 184 nel Regno Unito. Percentuale che cala drasticamente in Spagna, soltanto 61 su La «Tec» viene applicata su circa 100.000 soggetti l'anno un milione, e in Germania, 26. In Italia nel 2008 un gruppo di psichiatri convinti sostenitori dei benefici della Tecrivolsero unapetizione al ministero della Salute affinchè si aprisse«almeno» un servizio dei Tec ogni milione di abitanti. Ora visto che le strutture che eseguono laTec sono novantavuol dire che ne abbiamo quasiuna emezza per ogni milione di abitanti. Proprio mentre si riapre la polemica sull'uso dellaTecla Commissione Affari sociali della Camera approva un testo di riforma della legge Basaglia che prevede l'allungamento delperiodo ditrattamento sanitario obbligatorio e la possibilità di ricoverare il malato anche senza il suo assenso, fino a un massimo di un anno. Il testo voluto da Pdl e Lega ha già scatenato la rivolta di Pd e radicali che accusano il centrodestra divoler«riaprire i manicomï». Pagina 29 __r i Una speranza per 24 milioni di donne italiane Scoperta la cura per la cellul ite: è una «dieta» anti-acidi «Scagionato» il sistema venoso. La chiave è alleggerire il tessuto adiposo: con frutta e verdura Incubo, malattia o inestetismo: imodiperdefinirlasonotanti. Ma in qualsiasi modo la si chiami, di lei si sa che, se non altro, è terribilmente democratica: colpisce le grasse, le magre, le brutte, le belle, le ricche, le povere, levip, le comuni, le sciatte e le curatissime. Si chiama cellulite ed è una delle peggiori nemiche delle donne. Perfino di quelle dee dello show business che spesso vengono impietosamente immortalate dai paparazzi con la buccia d'arancia. Perché la cellulite non perdona. Ora però sembra arrivata la svolta, per tutte. È infatti stata scoperta l'origine della cellulite e pare che gli esperti abbiamo già pronte nuove cure. Non si tratta (come si riteneva un tempo) dell'insufficienza del sistema venoso. La principale causa è stata individuataneltessuto adiposo. La notizia, annunciata al convegno nazionale della società italiana di medicina estetica incorso a Roma cambiale strategie di cura per24 milioni di italiane che ne soffrono a partire dai 13 annidi età. «Se fino ad oggi ci si è concentrati su terapie contro l'insufficienzavenosa, nuove ricerche italiane e internazionali dimostrano invece come e quanto sia coinvolto iltessuto adiposo che, fin dalle prime fasi di comparsa della cellulite, agisce come un organo endocrino, infiammaitessuti innescandoprocessifibrotici che con gli anni portano ad un p eggioramento irreversibile dello stato» spiegaEmanuele Bartoletti, segretario della Società italiana di medicina estetica. Tra le novità terapeutiche c'è un semplice schema nutrizionale de-acidificante da seguire, è iperproteico, ipoglucidico e alcalinizzante, al quale attener- si per almeno un mese, messo a punto da PierAntonio Bacci, docente dimedicina estetica all'università di Siena, che spiega: «I primi due-tre giorni sono abase di frullati di frutta o di verdura; seguiti da5-6 giorni di alimentazione senza glutine; poi si ricomincia a mangiare per 15-20 giorni carboidrati a pranzo e proteine la sera, mantenendo la proporzione di 60% alimenti alcalinizzanti (frutta, verdura e legumi) e 40% di acidificanti (carne, dolci, carboidrati). Allo schema si associa l'assunzione di bustine di bicarbonato di sodio, potassio e magnesio per ridurre ulteriormente l'acidità dei tessuti. Infine è necessario bere 2 litri di acqua al giorno, acidula durante i pasti e a pH verso l'alcalinità (sopra 5,8-6) lontano dai pasti. Gli alimenti alcalinizzanti permettono di depurare l'organismo e ridurre l'infiammazione del tessuto adiposo». Spiega ancora Bacci: «Se le seconde urine del mattino sono acide, si può aggiungere dei farmaci a base di bicarbonato alla sera (dopo consiglio del medi- co difamiglia). Sappiamo oggi chela cellulite è un processo infiammatorio del tessuto connettivo (di cuifanno parte ossa, vasi, tessuti di sostegno e tessuto adiposo che agisce come unvero organo endocrino), causato da processi come la glicazione proteica (eccesso di zucchero e radicali liberi nella membrana cellulare), stress ossidativo (alterazione dell'equilibrio acido-base con ossidazione dei tessuti per eccesso diferrotessutale causato dall'aumento dell'acidità tessutale), accumulo di sostanze tossiche per stasi linfatica tessutale che porta anche una riduzione dell'ossigenazione tessutale. Per questo occorre imparare a depurare itessuti evascolarizzarliper aumentare l'ossigenazione. Non esiste una terapia unica o miracolosa, un trattamento integrato che segue un imperativo: Prima depurarsi. Ottimi poi linfodrenaggio e massaggi, fisioterapia, luce laser e meso-carbossiterapia, metodiche che hanno dimostrato capacità divascolarizzare e, quindi, aiutare il metabolismo cellulare e tessutale.Imparare a depurare i tessuti significa quindi favorire i trattamenti e rallentare i processi di invecchiamento». IMPLACABILE La celluuite non risparmia neppure la magrissima Kate Moss, qui in una sfilata Sanità nazionale Pagina 31 L'offensiva del centrodestra alla vigilia della sentenza che potrebbe far cadere l'ultimo pilastro della legge 40. L'ex sottosegretario Roccella propone un nuovo ddl "Fecondazione eterologa, nuova legge se la Consulta dice sì" •+ ROMA - Eterologa libera, eterologa vietata. La Corte Costituzionale si riunirà martedì, ma già monta la polemica sulla possibile sentenza. Sale tra le diverse parti sociali e opposte formazioni politiche la speranza e la paura che diventi possibile anche in Italia la fecondazione con gameti di donatori diversi dal partner. Che quelle tremila coppie che ogni anno varcano i confini in cerca di un figlio, negato dalla natura o da malattie genetiche, possano superando la legge 40 che la vieta, farsi seguire e fecondare legalmente nel loro paese. Dimezzando costi, rischi e attese. E così, a pochi giorni dal "E day", scatta la controffensiva nel caso in cui la Consulta dia il via libera. Eugenia Roccella, ex sottosegretario Pdl alla Salute, da sempre contraria all'eterologa «perché non mi piace l'idea di progetta re faznigl i ci n laboratorio in fondo c'è sempre l'adozione» ieri ha lanciato la sua proposta: «Se la Corte Costituzionale dirà sì alla fecondazione eterologa, ci sarà bisogno di una nuova legge perché si creerebbe un vuoto norma- tivo». E così ha inviato una lunga lettera aiparlam entari e, assicura, ha già ricevuto approvazione anche dall'ala cattolica del centro sinistra. Gli avvocati che hanno presentato i ricorsi contro il divieto, come Maria Paola Costantini, non Sanità nazionale sono d'accordo. «Già adesso, con i decreti] egi slativi del 2007 e2010 che ri gu ardan o l e donazioni di organi, la questione del vuoto normativo non sussiste, perché sono applicabili alla fecondazione ed è previsto tutto: dalla donazione al consenso infornato, alla tracciabilità dei donatori». La legge 40, sottolinea poi l'avvocato, già circoscrive la donazione di gameti alle coppie infertili in età fertile, «quindi l'eventuale cambiamento della Corte non prevede di allargare né alle mamme nonne, né ai single né agli omosessuali». Ma il problema fondamentale per Roccella è un altro. «Argomenti così importanti non possono essere affidati solo a una sentenza, deve discuterne il parlamento, bisogna aprire un dibattito democratico». Tra i punti fondamentali che la legge dovrebbe affrontare vi è l'anonimato o meno del donatore «visto che sono convinta: il bambino ha il diritto di sapere chi è il padre o la madre biologica». Poi la gratuità della donazione del gameti, già regolata, ma che secondo l'ex sottosegretario ha bisogno di punti fermi per evitare che, come in alcuni paesi, diventi un mercato, con donne sottoposte a cicli intensivi per dare ovociti ad altre. E infine l'organizzazione dellebiobanche e l'inserimento dell'eterologa all'interno del Sistema sanitario nazionale pubblico. Favorevoli invece all'eterologa, i medici dell'associazione nazionale medicina della riproduzione. «Perchésuitrattamentifatti all'estero i dati forniti da diversi osservatori registrano abusi e seri rischi sanitari perle future madri e i nascituri le cui conseguenze ricadono anche sul nostro Ssn che dovrà garantire le cure mediche». aIPRODUZJONE RISERVATA LEGGE Della legge 40 - dopo ricorsi e sentenze - resta in vigore il divieto di fecondazione eterologa, ovvero con gameti non del partner DEPUTATO Eugenia Roccella, ex sottosegretario pol alla Salute PROPOSTA L'ex sottosegretario Eugenia Roccella in caso di via libera della Consulta all'eterologa, ieri ha annunciato: "Si dovrà fare una nuova legge" LA CONSULTA Martedì prossimo si riunisce la Consulta per valutare alcuni ricorsi e decidere se il divieto di fecondazione eterologa violi la nostra Costituzione Pagina 32 C GE 40. E ORA4 E //i" Sanità nazionale di Daniela Condorelli X / «Il rnio bimbo ha 11 mesi. Quanti sacrifici per averlo. Ho trent'anni e sono sterile, la Legge 40 mi impedisce di accedere a fecondazione assistita con donazione di gameti: è vietato. lo e mio marito facciamo un prestito per pagare i cicli e ci rivolgiamo a una clinica di Cipro. Ma il centro chiude per irregolarità e ci dicono che gli embrioni, cinque, che avevamo crioconservato, sono stati sequestrati insieme a tutti gli altri e non sanno rintracciare a chi appartengano. Ci rivolgiamo a un altro centro in Grecia: tutto bene, finalmente una gravidanza. Nasce Andrea. Grande felicità. Chi ha un bimbo può capirmi. Poi il dolore: Andrea ha macchie strane in testa e sul corpo. Neurofibromatosi, ci dice il pediatra, una malattia ereditaria che colpisce le cellule nervose. Noi non ne siamo portatori. Il centro non ci fornisce nessuna informazione sulla mappa cromosomica della donatrice degli ovuli. Era malata? So solo che in Italia i controlli sarebbero stati più attenti, non sarebbe successo». In Italia, però, Andrea non sarebbe nato. Soro 2rnila le coppie che solo lo scorso anno sono andate all'estero per tentare la strada della fecondazione eterologa. Cioè con donazione di gameti, ovuli o seme che siano. A evidenziarlo è l'Osservatorio sul turismo procreativo che dall'entrata in vigore della Legge 40, nel 2004, monitora il fenomeno. Coppie come Sara e Gianni che adesso chiedono e si battono perché non succeda ad altri di dover pagare così caro il divieto di fecondazione eterologa che ancora persiste nel nostro Paese. II 22 maggio in Corte Costituzionale si terrà l'udienza per determinare se questo divieto è legittimo. Filomena Gallo, avvocato, segretario nazionale dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, spiega perché battersi per l'abolizione: «Il divieto forza le coppie a recarsi all'estero, con conseguenze al limite della legalità. Ma in Italia queste tecniche sono state usate senza problemi né giuridici né medici fino al 2004. Non solo: cancellando il divieto non si creerebbe alcun vuoto legislativo perché queste procedure sono già normate da direttive cornunitarie». Cosa accadrà? La parola alla Corte. Pagina 33 Il partito dell'eterologa ci riprova martedì con la Corte costituzionale Roma. Smontare pezzo per pezzo la legge 40, perché alla fine sia il mercato a stabilire modi e prezzi della provetta, senza riguardo per i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito: dalla sua approvazione nel 2004, e nonostante il fallito attacco referendario del 2005, non passa anno senza che si tenti di scardinare per via di sentenze la normativa sulla procreazione medicalmente assistita. L'ultimo assalto in ordine di tempo è quello che riguarda il divieto di fecondazione eterologa (con seme o ovociti non appartenenti alla coppia), martedì prossimo al vaglio della Corte costituzionale. Il giudizio è stato chiesto in base a una decisione in primo grado di una sezione della Corte di Strasburgo, che aveva condannato l'Austria per violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo perché, pur ammettendo la fecondazione eterologa "in vivo" (per inseminazione), la vieta "in vitro". Peccato che, nel frattempo, la Grande Chambre della Corte europea abbia ribaltato il giudizio iniziale e abbia stabilito che vietare l'eterologa non costituisce in alcun modo violazione di un diritto, perché il tema rientra tra quelli in cui esiste la facoltà degli stati ad autoregolamentarsi. La Corte di Strasburgo ha anche evidenziato come non esista alcun obbligo positivo da parte degli stati di autorizzare pratiche comunque problematiche, proprio perché comportano una dissociazione all'interno della paternità e del- Sanità nazionale la maternità; basti pensare, specifica la Corte, alla divisione tra madre genetica e madre uterina nel caso di donazione di ovociti. Ed è proprio quella dissociazione a rendere quelle tecniche radicalmente diverse dall'adozione. Il costituzionalista Filippo Vari spiega al Foglio che il ricorso in discussione il 22 maggio alla Consulta "trascura una serie di interessi di rilievo costituzionale, come i diritti che il minore ha nei confronti dei genitori biologici; l'articolo 30 della Costituzione impone ai genitori l'obbligo di mantenere, istruire ed educare i figli. Questa responsabilità, di per sé indisponibile, verrebbe meno se fosse ammessa la fecondazione eterologa, che impone al genitore biologico di recidere i legami con i figli". E poi, una volta ammessa l'eterologa in quanto unico modo per una coppia di avere un figlio, il passo successivo sarebbe l'affitto dell'utero: perché, a quel punto, penalizzare le coppie che potrebbero avere un figlio solo comprando la gestazione da una portatrice? La china, come si vede, diventerebbe davvero molto scivolosa. Nella rivendicazione dell'eterologa non risuonano le ragioni della "libertà procreativa" ma quelle di un mercato che si pretende senza freni, proprio mentre altrove si cominciano a contare i danni: è del 15 maggio un articolo sul New York Times che racconta di danni genetici riguardanti migliaia di bambini nati con l'eterologa in America. (nic.til) Pagina 34 Farmaci fai da te con la stampante 3d Katharine Sanderson, New Scientist, Gran Bretagna n tempo i computer erano usati solo dai programmatori, oggi quasi tutti ne hanno uno. Una rivoluzione simile potrebbe presto cambiare il modo di accedere alle medicine e ad altre sostanze chimiche. Il team di Lee Cronin, dell'università di Glasgow, ha creato alcuni composti con un software di progettazione, una stampante 3d da duemila dollari e alcuni ingredienti spruzzati nel punto giusto. Il team ha scoperto di poter usare un comune sigillante da bagno come materiale principale per stampare l'attrezzatura da laboratorio: camere di reazione di ogni forma e dimensione, e tubi di connessione di varie lunghezze. Dopo la solidificazione del kit, gli ugelli della stampante spruzzano i reagenti o "inchiostri chimici". I ricercatori immaginano un negozio online da cui scaricare un'applicazione per un dato farmaco e ordinare un set di inchiostri chimici. Finora Cronin ha stampato un semplice blocco che contiene due camere collegate a uno scomparto di miscelazione centrale, sufficiente per ottenere reazioni inorganiche e organiche elementari, e produrre composti nuovi. Cronin sottolinea che il metodo cambia sostanzialmente il modo di fare chimica. Sanità nazionale Provette, matracci e becher non sono più elementi passivi, ma diventano agenti attivi. Una reazione chimica, infatti, non dipende solo dagli ingredienti di partenza, ma anche dalle loro proporzioni e dalla velocità con cui sono mescolati. Cambiando la dimensione delle camere di reazione e la lunghezza del tragitto che gli inchiostri percorrono per raggiungerle si modifica la reazione. "Se la reazione non funziona, invece di cambiare i reagenti si può cambiare la forma del reattore", spiega Cronin. Questo controllo delle forme permette di variare i complessi dettagli di una reazione, e magari di dare vita a composti nuovi o accelerare la scoperta di proteine. Al momento il team sta lavorando a un kit per stampare l'ibuprofene. "Nei paesi dove i farmaci e i prodotti per l'igiene non sono alla portata di tutti, molti hanno accesso ai cellulari", dice Cronin. Più difficile è procurarsi una stampante 3d e gli ingredienti chimici, ma ci sono progetti di distribuzione delle stampanti 3d nei paesi in via di sviluppo per costruire oggetti come i pezzi di una bici. Cronin ricorda che gran parte dei farmaci e dei detergenti contiene carbonio, idrogeno e ossigeno, elementi presenti in sostanze facilmente reperibili come sciroppo di mais, glicerina e paraffina. ♦ sdf Pagina 35 SALUTE Tumori dainfezione Un tumore su sei potrebbe essere prevenuto. Secondo l'international agency for research on cancer, quasi due milioni di tumori sui 12,7 milioni di nuovi casi del 2008 sono stati causati da infezioni trasmissibili. Il papilloma virus, l'Helicobacterpylori, i virus dell'epatite B e C sono i quattro patogeni principali che possono causare tumori gastrici, della cervice e del fegato. I tumori da virus o batteri sono più diffusi nelle regioni povere: in Africa subsahariana sono i132,7 per cento dei tumori, in Cina il 26,1 mentre in Europa solo il 7,o per cento. Un migliore accesso a vaccini e antibiotici , scrive Lancet Oncology, potrebbe evitare molte morti: ogni anno nel mondo 1,5 milioni di decessi per cancro su 7,5 milioni sono dovuti a tumori da infezioni. Numero di casi di tumore attribuibili alle infezioni, migliaia 2.000 = Altri Helicobacter pylori Papiloma virus umano Regioni Regioni meno più sviluppate sviluppate Sanità nazionale Pagina 36 Ora l'ovaio è più protetto di Cristina Cimato ubdolo, insidioso e tenace, il tumore ovarico ha qualche nuovo nemico, S frutto della ricerca scientifica che negli ultimi anni si sta concentrando sempre più su questa neoplasia. Il tumore registra circa 5.000 casi nuovi all'anno e un basso tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. In occasione del secondo incontro tra pazienti , ricercatori e clinici promosso da Acto onlus ( Alleanza contro il tumore ovarico), che ha avuto luogo venerdì 18 maggio presso l'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, sono state messe in luce alcune novità nel campo dell'immunologia e della ricerca biologica e farmacologica su questo tumore ginecologico . «Uno degli aspetti più interessanti è quello legato ai meccanismi che risiedono alla base del fallimento delle terapie», ha spiegato Maurizio D'Incalci, responsabile del dipartimento di oncologia dell'Istituto Mario Negri, «in collaborazione con altri centri di ricerca vorremmo verificare la presenza di una firma molecolare della resistenza. In questo modo possiamo creare modelli cellulari e animali con il fine di mettere a punto terapie che contrastino non la malattia tout court, Sanità nazionale ma l'insorgenza della recidiva. Dati recenti su un piccolo numero di casi pilota ci danno un'indicazione rispetto alla possibilità che esista questa firma molecolare, ma è necessario approfondire la ricerca sudi un numero più ampio di casi». A livello farmacologico è stata mostrata con ulteriori dati l'efficacia di un farmaco attivo dopo il fallimento della prima terapia: la recidiva compare dopo sei mesi dai trattamenti standard. Si tratta della trabectedina , estratta da un organismo marino e già approvata da alcuni anni come antitumorale per i tumori delle parti molli del corpo ma, di recente , utilizzata anche nella neoplasia ovarica . «Le sperimentazioni che sono state condotte », ha aggiunto D'Incalci, «indicano come nei pazienti che sviluppano recidive in un lasso di tempo compreso tra 6 mesi e un anno dal trattamento di prima linea, ossia con chemioterapia, la cura con trabectedina aumenti l'intervallo di tempo libero da malattia». Anche le terapie angiogeniche, che impediscono lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni e che finora sono usate insieme al trattamento di prima linea, paiono utili anche in presenza di una recidiva, ma la ricerca attende conferme più solide anche su questo aspetto. Nonostante la ricerca faccia continui passi avanti, resta la preoccupazione degli esperti e 4/1 delle associazioni come Acto onlus per una scarsa cono;cenza della malattia, spesso individuata con ritardo, anche a causa dell'asintomaticità negli stadi iniziali. Con questo obiettivo la senatrice Emanuela Baio è stata prima 'firmataria, insieme ad altri ,44 colleghi, di una mozione a sostegno delle donne affette da carcinoma ovarico con il fine di richiamare l'attenzione delle Istituzioni sulla gravità della patologia e sulla necessità di potenziare la ricerca in questa direzione. La mozione individua sei impegni a carico del Governo che puntano a promuovere la conoscenza del carcinoma ovarico e a sostenere iniziative per favorire una diagnosi tempestiva. (riproduzione riservata) Pagina 37 . Pronta la riforma - Prestazioni con tariffa Per l'attività intramoenia pagamenti solo tracciabili Roberto Turno Niente più cash ma solo pagamenti tracciabili (moneta elettronica e assegni) da intestare all'azienda e non al medico. Tariffe minime e massime per ogni prestazione, destinando, tra l'altro, il5%io alla prevenzione e alla riduzione delle liste d'attesa. Count down fino al 3o novembre prossimo per l'attuale attività intramoenia negli studi privati dei camici bianchi pubblici. Il futuro - in attesa che asl e ospedali decidano se acquistare o affittare nuovi spazi, o se convenzionarsi con altri soggetti pubblici - avverrà solo (in via sperimentale e «residuale») con un collegamento «in rete», con una convenzione tra il medico e la sua azienda. Ma solo se mancano gli spazi pubblici. E a patto che negli studi ci siano solo medici in esclusiva o convenzionati col Ssn. Mentre le Regioni attiveranno un'infrastruttura di rete con un rigido controllo dell'intera attività dei medici. E dovranno realizzare gli spazi "dentro casa" entro fine 2014: i manager inadempienti rischieranno la perdita almeno del 20% della retribuzione di risultato o la destituzione. Addio all'intramoenia negli studi dei medici pubblici, ma non del tutto. Con più controlli e deterrenti anti evasione. Messi alle strette dalla scadenza di fine giugno dell'intramoenia negli studi privati, Governo epartiti di maggioranza corrono ai ripari. Un testo di riforma - frutto di un vertice col ministro Renato Balduzzi svoltosi giovedì - è ormai pronto, e più o meno condiviso. Data l'urgenza, che lascerebbe sguarnita l'intramoenia in più di mezza Italia, si pensa a un decreto legge. Se il Quirinale lo concederà. Anche se la vera incognita è quella solita in sanità: che ne pensano le Regioni? La verifica coni governatori sarà la vera prova della verità perla riforma. Sanità nazionale Questo il timing previsto. Entro fine ottobre le Regioni faranno una «ricognizione straordinaria» degli spazi disponibili per la libera professione intramoenia. Su questa base (e in base alle risorse) decideranno se acquistare, affittare o stipulare convenzioni con altri enti pubblici, per creare «spazi ambulatori esterni» per l'intramoenia. Nelle Regioni in cui ci siano aziende che non hanno trovato i nuovi spazi, l'attività negli studi privati potrà proseguire sperimentalmente e in modo «residuale» negli «stu- di professionali collegati in rete» con una convenzione tra il medico e la sua azienda sanitaria. Le attuali autorizzazioni per l'intramoenia negli studi privati scadranno afine novembre, proprio quando i medici dovranno optare per l'esclusiva. Le Regioni saranno garanti delle attività, le aziende sanitarie ne avranno la responsabilità. Mentre negli studi «in rete» potrà lavorare solo chi è in esclusiva o in convenzione col Ssn. Né i privati, né chi è in extramoenia. Ma non basta. Entro marzo del 2013 dovrà essere realizzata una «infrastruttura di rete» per il collegamento telematico tra le aziende sanitarie e tutte le strutture nelle quali si svolge l'intramoenia. Dovrà avere in tempo reale tutti i dati su prenotazioni, impegno orario del medico, pazienti visitati, prescrizioni ed estremi dei pagamenti. In attesa che l'infrastruttura decolli, l'attività attuale negli studi privatipotrà proseguire al massimo fino al30 aprile del2013. Poi varrà solo se «in rete». Il pagamento potrà avvenire solo con la tracciabilità totale della somma, da destinare all'azienda. Le tariffe avranno un minimo e un massimo da concordare con la contrattazione integrativa. Garantendo la remunerazione dei costi sostenuti dall'azienda, evidenziando il compenso minimo del professionista e dell'equipe, del personale di di supporto, dei costi per l'ammortamento e la manutenzione delle attrezzature. Di più: il 5% del compenso minimo dovrà andare ancora all'azienda sanitaria per destinarlo alla prevenzione o per abbattere le liste d'attesa. La verifica dell'intera riforma andrà fatta entro febbraio del 2015. Se sarà positiva, gli studi in rete andranno a regime. Altrimenti, addio. V7 RA AN R RA A Pagina 38 N ELLE FARMACIE C OMUNALI Pannolini e biberon meno cari dal 1° giugno Pannolini, latte inpolvere, biberon e altri prodotti per l'infanzia, venduti nelle circa 1600 farmacie comunali italiane, dal I ° giugno diminuiranno in media del 20-30% il loro prezzo. A renderlo possibile, un accordo siglato dal ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi, l'Associazione dei Comuni, l'Anci, e la collaborazione di Assofarm: un progetto per argi- nare «quella che è una vera tassa sui bambini che grava pesantemente sulle famiglie italiane», spiega il ministro Riccardi. L'iniziativa, che sarà operativa in via sperimentale per sei mesi, fino al 31 dicembre, «salvo poi rinnovarla e ampliarla», nasce per contrastare «l'anomalia tutta italiana su questi prodotti, che hanno prezzi più alti del 30-40% rispetto agli altri Paesi europei», sottolinea il presidente dei Comuni, Graziano Delrio. «Molti italiani, per risparmiare, sono costretti ad andare in Svizzera o in Slovenia, dove costano meno», ricorda Riccardi, che ha annunciato di aver ricevuto anche la disponibilità di Federfarma, l'associazione che riunisce oltre sedicimila farmacie private, ad aprire un tavolo per una possibile collaborazione all'iniziativa. C""w Orm Sanità nazionale hilli wi,<_*j1Ci n n nn i riemrri Pagina 40 PROPOSTE E PROTESTE Ora tutti pagheranno i ricoveri Nuova franchigia: si sborsa fino al 3 per 1000 dell'Irpef, poi è gratis. Riduzioni per famiglie numerose PAOLO RUSSO ROMA mobiliari. Ma per gli esperti della Salute, le Asl non sareb- Le nuove franchigie sanita- bero però in grado di controlrie che manderanno in soffit- lare l'Isee e verificarne i valota ticket ed esenzioni si pa- ri. Meglio quindi attenersi algheranno anche sui ricoveri l'Irpef. Anche se questo signiospedalieri. È una delle novi- ficherà far pagare di più i solità dell'ultima ora inserite ti noti: ossia pensionati e lavodai tecnici del ministero del- ratori dipendenti. la Salute alla proposta che Comunque con l'aliquota Renato Balduzzi vuole cala- del 3 per mille il gettito dei ticre al più presto sul tavolo ket passerebbe dagli attuali 4 del confronto con le Regioni. ai futuri 6 miliardi. EsattaPubblicamente il ministro si mente i due in più previsti a partire dal 2014 dall'ultima Consumismo sanitario manovra Berlusconi, confermata da Mario Monti. Per limitarlo si pensa In pratica, per fare qualche esempio, chi ha 20mila eual miniticket : 50 cent ro di reddito pagherà fino a per ogni prescrizione 60 euro e poi basta. Con 40 mila euro si pagherà fino a schernisce e parla di ipotesi 120 euro, con 60mila fino a di lavoro ma ai suoi ha ordi- 160, con 100mila si aprirà il nato di premere sull'accele- portafogli fino a che non si saratore perché i tempi neces- rà superata la soglia dei 300 sari a rendere operativo il si- euro e così via. Le franchigie stema di pagamento «a fran- le pagheranno tutti, anche chigia» non sono brevi. Infat- quel 47% di italiani oggi esenti, prima che il meccanismo te dai ticket che consumano diventi operativo, sarà ne- però quasi il 70% della spesa cessario prima creare e di- sanitaria. stribuire le nuove tessere saIl budget a carico dell'assinitarie dotate di microchip, stito non sarà solo su visite le uniche capaci di memoriz- specialistiche, analisi, accerzare la quota di spesa a no- tamenti diagnostici e farmaci stro carico che viene via via com'è ora per i ticket ma si paconsumata. Così i super- gherà anche per ricoveri ospeesperti di Balduzzi hanno ini- dalieri e day hospital. Come ziato a limare il meccanismo dire che resterà gratuito solo per metterlo a punto. il medico di famiglia e che baPrima di tutto la franchigia, che è la quota di spesa entro la quale si dovrà pagare (e che una volta superata farà scattare le prestazioni gratis). Sarà pari al 3 per mille del reddito Irpef, corretto con il «quoziente familiare», che di fatto farà diminuire il reddito per le famiglie più numerose o con disabili a carico. In un primo momento si era pensato di calcolare l'aliquota sul reddito Isee, parametro già utilizzato per diverse prestazioni del nostro welfare e che tiene conto anche dei patrimoni mobiliari e im- Sanità nazionale sterà sostare anche solo un giorno in corsia o in day hospital per spendere di tasca propria l'intera franchigia. Per disincentivare il «consumismo sanitario» si pensa anche a un mini-ticket di 50 centesimi da applicare su ogni prescrizione, comprese quelle gratuite una volta esaurita la franchigia. La quota a nostro carico verrà scalata dalla nuova tes- sera sanitaria e la franchigia non sarà calcolata sull'anno solare bensì a partire dalla prima prescrizione. Ad esempio se andrò con la ricetta in farmacia a giugno esaurirò l'importo a mio carico a maggio dell'anno successivo e poi, a questo punto, si ricomincerà scalando le prime spese dalla franchigia iniziale. La formula «pagare meno ma pagare tutti» ha fino ad ora fatto storcere il naso alle Regioni ma il Governo sembra intenzionato ad andare comunque avanti per questa strada. Anche perché, spiegano al ministero della Salute, per legge i due miliardi di maggiori ticket nel 2014 devono entrare. E con il sistema attuale, dove la stragrande maggioranza della compartecipazione alla spesa è su specialistica e diagnostica, per incamerare quella somma bisognerebbe far gravare sui non esenti un super-ticket pari all'80% del costo di visite specialistiche, analisi, Tac, risonanze ed altri accertamenti diagnostici. Un salasso che scatenerebbe la corsa verso il privato, portando a rischio default Asl e ospedali di tutta Italia. Oi ai ("Ili p, 'hciauuw í r Pagina 41 I nARIETA di ANTONELLA BARINA CHE, CON IL CORDONE, DONANO IA VITA DUE VOLTE a un malato. Perché donare il sangue del cordone ombelicale, che dopo il parto viene comunque buttato via, è un modo - indolore per mamma e neonato -per consentire di effettuare trapianti risolutivi a chi ha malattie gravi, come leucemie e linfomi, o ereditarie, come le talassemie. Il cordone ombelicale è ricco di cellule staminali capaci di rigenerare tutte le cellule del sangue, fino alla guarigione. L'importante è trovare un donatore compatibile: è per questo che quanti più tipi di sangue cordonale sono disponibili, tante più opportunità ci sono di salvare vite umane. A dicembre erano duemila i pazienti, in Italia, in attesa del donatore giusto. Ora la Federazione Adoces lancia la campagna Nati per donare: da un lato distribuisce materiale informativo in ottocento biblioteche italiane (adoces.it/donazione-sangue-cordone), dall'altro raggiunge i futurigenitori stranieri in Italia, con dispense in otto lingue, per assicurare anche a loro una riserva di cellule staminali: al momento, è difficile garantire a molti immigrati un trapianto, per via del diverso patrimonio genetico. Mentre lAdisco, la prima e più grande associazione del settore, portavoce dei progressi della ricerca, continua a rispondere alle domande di chiunque sia interessato (adisco.it e 06120903895). Il tema è delicato. In Italia è vietata la conservazione del sangue cordonale per uso personale (eccetto in rari casi previsti dalla legge): gli studi infatti dimostrano che il trapianto con cellule di un altro donatore è assai più efficace. Ma all'estero ci sono banche private abilissime nel sedurre i donatori e alimentare le illusioni: depositare presso di loro il cordone costa fior di quattrini e il business è miliardario. Meglio non lasciarsi incantare. Meglio donare in Italia, gratis. Creando così un bacino sempre più ampio, in cui tutti, anche i donatori, potrebbero un giorno trovare il sangue compatibile. Sanità nazionale Pagina 42 L'INTELLIGENZA DELL'UOMO? ILFRUTTO Di UN ERRORE Due milioni quattrocentomila anni anni fa nel Dna dell'australopiteco (sotto) si è verificata un'imperfezione, a copia incompleta di un gene, e questo ha dato il via all'esplosione di intelligenza culminata nell'Homo sapiens. Questa variante genica, chiamata SRGAP2C , è stata ndividuata dagli scienziati dello Scripps Research Institute (California), che ne hanno dato conto sulla rivista Cell. Il gene originario, SRGAP2 , tipico dei cromosomi dei mammiferi, produce una proteina che fa sì che i neuroni immaturi estroflettano delle appendici a forma di radice , dette filopodi, che rallentano la propagazione dei neuroni nel cervello durante o sviluppo . I ricercatori hanno scoperto chela variante SRGAP2C, presente solo nell'uomo, inibisce l'emissione dei filopodi . Così i neuroni umani, più liberi di propagarsi durante a crescita, raggiungono prima la loro destinazione finale tr' ? e h anno il tempo di formare più connessioni tra loro. «innestandola sui topi, abbiamo notato che SRGAP2C aumenta dei 50 per cento la densità delle spine dendritiche (le sporgenze che facilitano i collegamenti tra neuroni)» spiega Franck Polleux, biologo dello Scripps . «Si può quindi stimare che questo fortunato "errore genetico" porti almeno il 50 per cento di sinapsi in più»». (giuliano aluffi) Sanità nazionale Pagina 43 / ,i r, % /, %/i % //i, tuoi od//:'d/ /a„rr ri ooooooiimmo/a✓ ,/ :///a / / Uoii q m rrmii/ ooo ,///irorod/' ü : /oooio :ooooo """"/ ,o ///r i, /,. ,,, 11111 / n /i/ //%/o iq r/ o p: mn/rao r✓r /iPb//o / i//r/ir//d r/riüi// ///ir/grg inr/ r/ ri / a, 6// m ., / , i/ /iür jo// /i%r/// ✓ r/m/i / /// j9/ii/ri o/i/ m q/////ri//i/ r////ipr % // / / / / ✓/// i/iii/grï i///oi/ir/ r //// r//o,,,,..,,r/ . /r / ///,,,/„ / . m"""rri , . / ! „/rf i ., „ OR/SC/18/81 , ✓/ / ,/ rrrr/iíír ïiü j//// /rróoííí%/ /%%///./!%/ ï// /// ///// %! /%//% %///% /// /o/,/ i%///,/,// /i M ✓r ///////,//'//G / . /// /// J/// ///f /////r 2 , / / / /. rüo/i%/ r<! i /// ✓/%%/i / . i// / , / /..✓.,.., ., / / / ,//%//% , /o%r//iii/i///i/ j./ oi od/i/✓ia iia//o%oi ai/iiiiii/i/ //a/i íí /i //o/ / r.. . i,/ //// /.'// //// /// ,/,ii !'//// a//✓/✓ //////// /// // , . . rr rr / / oq/m/// /i/ i/rr/u///b// /ppra d/riq/qu ,. // . r'✓ // u // % /r// roi / /oai// irii% i ,,/aoaoo / /r// j%%% i % /ii//i//iari, p////i//// / %!/ ////% / //// ////% / //i/// / /i r /ii a/////// ,, / í/ // ✓ "ü'ü o / ír i %.,!% ü/ i /rr// /// ✓ ////r / r /r// r/i r ///r /rr i ✓r, / /ir/ /ríí ííi `i ïiü oi /. r.!////, ////,/// ✓ ////%////r/a//%///" ///%% /a/ o//// /r' / / r ,,./ /...,., ,,,,,,,, , ,-.,,,, / // /.. /. . / ////, . , / .. . /o/ ,,.,',,/,<',,.<, o G /n✓ii /i / // //m on/A / /n/diVrr/// /r/a//r/n / AdoU i % /,/ / / / / ✓ / // / /oirooo%, ior/oi o✓/í/oai fi/ií / /i/ , ai oioo/',/ir , % /%/%%//// / ar ✓ ,, 0/////i'/, // ïJ /; / / ///uv/i i//ii/✓d///q , D,d /qi// aria/ r/v giq/ip//q/iíGr/ vai/,ii q,/ / / r / ✓ .ruuu/ udoi r u/ua/ umr i Oar / ar i rrr/U r : u/a0r m/✓G ia r üaJ /,. a a/ rr a / / .. /r/r/ r/r/r r/ ri r/r r/ /rr r,r r//r/r/rrr r///, / %// //,ir /iir,r r✓rG ,/ , r o/r/mrrr/rr/r,//,r//,/ , / 9,✓,r/rq,/, r,r/r //(rGr,rG/G, /ar, rvar/ / raa,/i rvduiuuaaa uud/,dü/i/Uiuiuu/x/aiu/i / rr//rv/G ////u . 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'//%/% //// ,/////////%/ j 'ür % i //%///// ¡✓%//% %/%/ /'// %!%/ /// ji//íji/'/, i/ /i///í Pagina 44 le cose procedono senza sorprese, molto sfugge ai nostri occhi». Come nel famoso «esperimento del gorilla», in cui si chiede di contare i passi di un particolare giocatore durante una partita di basket. Tutti contano i passi: e nessuno si accorge che davanti alla telecamera passa un uomo vestito da gorilla che fa ciao con la mano e se ne va. Gli occhi, d'altronde, sono responsabili solo in parte di quello che vediamo: il resto lo fa il cervello. «L'occhio è dotato di fotorícettori che convertono la luce in segnali elettrochimici». Dalla retina, questi segnali viaggiano lungo il nervo ottico fino al cervello. È qui, nella corteccia visiva, che si elaborano informazioni più dettagliate, grazie a neuroni che si attivano in risposta a forme, movimenti e colori, e qui si costituiscono le nostre «rappresentazioni interne» dello spazio visibile che ci circonda. «I dati forniti dalla retina sono solo indizi: che il cervello elabora in una visione finale». Quello che insomma Sanità nazionale vediamo. Q crediamo di vedere. I maghi sfruttano proprio certe proprietà e «difetti» del sistema visivo. «Non ne conoscono il funzionamento, ma, per esperienza, sanno che determinate tecniche funzionano perché reagiamo tutti alla stessa maniera». Così, per esempio, per far scomparire e riapparire un oggetto basta un lampo di luce che abbaglia: nella nostra retina resta impressa quella che viene definita «scarica postuma», l'immagine fantasma dell'ultimo oggetto che abbiamo visto. In realtà, però, noi siamo momentaneamente accecati, anche se non ce ne accorgiamo, e non percepiamo che qualcosa si muove sotto il nostro naso. Magari grazie a una botola IN ALTO, IL TURCO MECCANICO UN MARCHINGEGNO DEL 1769 DENTRO AL QUALE Si NASCONDEVA UN BRAVISSIMO GIOCATORE DI SCACCI li. QUI SOPRA L'ILLUSIONEDEI SERPENTI ROTANTI DI AKIYOSHI KITAOKA: LA SENSAZIONE DI MOVIMENTO DIPENDE DA COME LA LUCE COLPISCE LA NOSTRA RETINA Pagina 46 % 'Ï : e a fili invisibili che fanno apparire o scomparire l'oggetto dalla scena. C'è poi chi, come Raymond Teller, inganna col corpo. Per far scomparire una moneta che nasconde sempre nella stessa mano esagera posture, enfatizza movimenti, si sposta da destra a sinistra come a sostenere il peso di qualcosa. Dando «indizi» che ingannano il cervello. E quelli che leggono nel pensiero, indovinano carte che non hanno visto, piegano cucchiaini? «Trucchi su trucchi» prosegue Macknik. «Prendiamo il gioco della carta. Il mago fa infilare quella da indovinare al centro del mazzo: in realtà tiene il segno con un dito e mescola tenendo il punto, spostando la carta dietro Sanità nazionale %%%% e facendola diventare la seconda dall'alto. A quel punto, entra in gioco una mossa detta doppia presa: volta due carte insieme dando l'impressione di girarne una sola. E i nostri occhi non se ne accorgono». Funziona così anche il trucco dei cucchiai: piegati prima di creare l'illusione e poi impugnati due alla volta e rotati come se si piegassero in quel momento. «Cadiamo nel tranello perché parte dell'oggetto è nascosto. Come nel trucco della donna segata in due: testa e piedi non sono della stessa persona ma per il cervello nella scatola c'è una sola donna supina. Sono i neuroni a farsi raggirare: non si aspettano che si contravvenga alle regole naturali». Gli illusíonisti-borseg- QUI ACCANTO, DA SINISTRA]AMES RANDI E, MAC KING : SONO DUE DEI MAGHI AMERICANI CHE HANNO COLLABORATO CON GLI SCIENZIATI PER AIUTARLI ACAPIRE I MECCANISMI VISIVI SFRUTTATI DALLA MAGIA PER INGANNARE LO SPETTATORE giatori, invece, creano un'immagine postuma tattile. Fanno pressione sul polso, e intanto sfilano l'orologio. Ma ïl cervello, che continua a «sentire» la pressione, non se ne preoccupa. Mentre viene messa in atto la più banale e astuta tecnica di dissuasione: guardare dal lato opposto di dove s'interviene. «La capacità di deviare l'attenzione ha una base evoluzionistica. Così un animale riesce a non far notare ad altri un boccone prelibato e ad appropriarsene... Oh mio Dio: guardate là!». Ci giriamo di scatto: alle nostre spalle qualcuno passa l'aspirapolvere. Solo dopo qualche minuto ci accorgeremo che dal piatto è sparito l'ultimo croissant. ANNA LOMBARDI Pagina 47 Che s co s sa , 1 ! SPFRTMLNrtiYTONI Funziona come il pacemaker cardiaco, ma sta nello stomaco: con stimoli elettrici al momento opportuno (cioè prima dei pasti), dà quel senso di sazietà che evita gli eccessi a tavola. Lo stimolatore elettrico per dimagrire è arrivato in alcuni centri italiani, ma solo in via sperimentale. I test, annunciati al congresso della Società di chirurgia dell'obesità (sicob.orga, valuteranno se questo dispositivo può sostituire gli interventi di bendaggio e bvpass gastrico, che modificano l'anatomia del sistema digerente. «I volontari hanno indici di massa corporea tra 35 e 5o e malattie cardiovascolari, o diabete» spiega Ferruccio Santini, endocrinologo dell'ospedale di Pisa. «I,o studio di due anni permetterà di tracciare l'identikit del paziente che potrà trarre beneficio da questo dispositivo». Meno impegnativo degli interventi chirurgici tradizionali (si inserisce trarnitelaparoscopia), ilpacemakergastrico hagià mostrato la sua efficacia in uno studio europeo. «Un anno dopo l'impianto, chi soffriva di diabete di tipo II, ipertensione e cli colesterolo alto è migliorato» conclude Santini. «Per perdere peso il pacemaker va comunque associato a una dieta sana ed equilibrata». Sanità nazionale Margherita Fronte Pagina 48