CARTELLA STAMPA Premiazione Rattazzi
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CARTELLA STAMPA Premiazione Rattazzi
Borsa di studio Urbano Rattazzi - Il fisco nell’Unità d’Italia Torino - 21 marzo 2011 COMUNICATO STAMPA Un concorso per i 150 anni dell’Unità d’Italia Gli studenti rileggono la storia del Fisco negli anni del Risorgimento Premiazione a Torino lunedì 21 marzo “Abbiamo fatto l’Italia, dobbiamo fare… i contribuenti italiani”. Era il 1861 e, finito il momento delle imprese militari, iniziò la costruzione delle fondamenta giuridiche del nuovo Stato Italiano. Un lungo percorso in cui le politiche fiscali ebbero un ruolo importante: i ragazzi delle scuole superiori del Piemonte hanno focalizzato questi temi nell’ambito del concorso sul fisco nell’Unità d’Italia intitolato allo statista alessandrino “Urbano Rattazzi”. Gli studenti hanno prodotto una serie di elaborati, anche in forma multimediale, sulla storia e il ruolo del fisco nel processo di formazione e consolidamento dell’Unità d’Italia. Quattro i vincitori delle borse di studio in palio e numerose menzioni di merito dedicate agli elaborati che si sono distinti per l’approfondimento dei temi e per l’originalità espositiva. I vincitori saranno ufficialmente insigniti dei premi dai rappresentanti degli Enti organizzatori del concorso (Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - comitato di Alessandria e Asti, e l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte). La cerimonia di premiazione si svolgerà lunedì 21 marzo, alle ore 15.30, presso il salone di rappresentanza della Direzione regionale del Piemonte dell’Agenzia delle Entrate (Torino, Corso Vinzaglio 8). Torino, 16 marzo 2011 Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale del Piemonte – Area di Staff – C.so Vinzaglio, 8– 10121 Torino Tel. +39 0115587554 -Fax +39 0115587088 -email:[email protected] Il Fisco nell’Unità d’Italia: un concorso per celebrare i 150 anni Enti organizzatori - Direzione regionale del Piemonte dell’Agenzia delle Entrate - Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte - Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, Comitato di Asti e Alessandria. Il concorso Il concorso, intitolato a “Urbano Rattazzi”, insigne statista dell’epoca risorgimentale, è destinato agli studenti delle scuole superiori del Piemonte (licei, istituti tecnici, ecc.): in palio una borsa di studio per i ragazzi che hanno presentato i migliori elaborati, anche multimediali, sulla storia e il ruolo del fisco nel processo di formazione e consolidamento dell’Unità d’Italia. Le modalità di partecipazione Il concorso si è articolato in un "incontro lezione" tenuto da un docente esperto di Storia del Risorgimento sul tema del fisco. La partecipazione a questo incontro-lezione è stata condizione preliminare per presentare gli elaborati. Successivamente gli studenti hanno prodotto i propri lavori sul tema, alcuni dei quali prodotti anche in forma multimediale. Una Commissione esaminatrice appositamente nominata ha designato i lavori migliori che saranno premiati oggi con l’assegnazione di premi, anche in denaro. I ragazzi che hanno partecipato al concorso si sono impegnati moltissimo per realizzare degli elaborati veramente pregevoli, nonostante la difficoltà della materia tributaria. In particolare alcuni hanno adottato delle tecniche narrative particolarmente originali per raccontare il fisco nell'Unità d'Italia. Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale del Piemonte – Area di Staff – C.so Vinzaglio, 8– 10121 Torino Tel. +39 0115587554 -Fax +39 0115587088 -email:[email protected] In occasione dei 150 anni dell’Unità, FiscoOggi - la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate - ha raccolto alcuni contributi dedicati alla funzione del fisco nello sviluppo del Paese “Un aspetto non secondario dell’età postunitaria fu la necessità di adottare politiche fiscali nazionali che sostituissero il composito mosaico di tasse locali. Fu subito avvertita, forte, l’esigenza di dare al Paese un sistema fiscale unitario che sintetizzasse le varie forme impositive in vigore negli Stati costituenti, un meccanismo che potesse funzionare per 22 milioni di cittadini, così diversi per condizioni di vita e sociali (v. Le riforme del sistema fiscale nell’Italia “una dall’Alpi al mar”). Per finanziare le opere pubbliche necessarie a competere con le altre potenze europee, la “destra storica”, che governò il Paese fino al 1876, impose un fiscalismo particolarmente gravoso, che però consentì di raggiungere il pareggio del bilancio nel 1875 (v. 1861-1875 gli interventi fiscali che “pareggiarono” il bilancio). Tra i tributi introdotti in quel periodo, particolarmente impopolare e osteggiata fu la tassa sul macinato (v. Tassa sul macinato, un ruolo fiscale al mugnaio per una “mola” di lavoro), che scatenò forti proteste, assalti ai mulini, distruzione dei contatori, causando numerosi arresti, feriti e morti, una vera e propria rivolta contadina. Del 1862, poi, l’istituzione della tassa di bollo (v. Marca da bollo, la storia d’Italia in un tagliando per collezionisti). In questo breve excursus sulla fiscalità italiana post-unitaria, abbiamo pensato di dedicare un intervento anche a un evento che, sebbene posteriore all’Unità d’Italia di oltre cento anni, ricopre comunque un ruolo significativo nella storia del fisco italiano e, in un certo senso, ancor oggi accomuna tutti i cittadini della Nazione: la nascita del codice fiscale (v. Il tesserino verde è già “storia”. Al suo posto la tessera sanitaria).” (Estratto dall’articolo di Claudio Borgnino “17 marzo 1861: fratelli d’Italia… di fonderci insieme già l’ora suonò” pubblicato su FiscoOggi il 16/03/2011) Ulteriori approfondimenti sull’evoluzione delle politiche fiscali italiane, dal Risorgimento ad oggi, sono disponibili su www.nuovofiscooggi.it Uno dei principali obiettivi che si propone l'Agenzia delle Entrate nello svolgimento delle sue funzioni istituzionali è quello di diffondere la cultura contributiva, intesa come "educazione" alla concreta partecipazione dei cittadini alla realizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici. Il mondo della scuola è sicuramente una delle sedi più indicate per trasmettere tale messaggio e l’Agenzia delle Entrate intende favorire la formazione della coscienza civica dei giovani cittadini stimolando in essi la consapevolezza dell'importanza della loro contribuzione alle spese pubbliche. Con il progetto “Fisco e Scuola”, l’Agenzia si propone di migliorare la conoscenza della materia fiscale nelle nuove generazioni mediante un progetto che consente un maggiore coinvolgimento delle famiglie, singole o associate, e delle istituzioni scolastiche sui temi dei doveri civili. La storia del progetto Le Direzioni regionali e gli uffici dell'Agenzia delle Entrate promuovono sin dal 2002 incontri e seminari di formazione e approfondimento della materia fiscale nelle scuole. Per rafforzare e rendere ancora più efficace l'intervento formativo, nasce nel 2004 il progetto "Fisco e scuola". Con la stipula del primo protocollo d'intesa tra il MIUR e l'Agenzia delle Entrate, sono state tracciate le linee guida che regolano le attività delle due istituzioni, lasciando, poi, all'iniziativa dei soggetti che operano sul territorio (istituti scolastici, Direzioni scolastiche regionali e Direzioni regionali dell'Agenzia delle Entrate) la funzione di adottare le varie forme comunicative ritenute più opportune (visite guidate agli uffici, incontri con i funzionari, progettazione di percorsi di formazione, incontri e seminari, progetti interdisciplinari, ecc.). Nel 2010 è stata rinnovata l'Intesa tra Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca confermando l'impegno delle due istituzioni a promuovere azioni tese a sviluppare nei giovani la cultura della legalità fiscale. Nel 2010 in Piemonte sono state organizzate 141 iniziative (di cui 126 incontri nelle scuole e 15 visite guidate negli Uffici dell’Agenzia), che hanno coinvolto 171 classi e 3.750 studenti. Urbano Rattazzi è nato ad Alessandria il 20 giugno 1808 ed è morto a Frosinone il 5 giugno 1873. Dopo la laurea in giurisprudenza intraprende la libera professione dalla quale è ben presto distratto dalla passione politica; entrato nel parlamento subalpino come deputato del I collegio di Alessandria, resta alla camera ininterrottamente per undici legislature. Si segnala subito come politico battagliero, sostenendo - nel giugno 1848 - la tesi favorevole alla convocazione della Costituente prima dell'unione della Lombardia al Piemonte. Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Casati (luglio-agosto 1848) regge per pochi giorni anche il dicastero dell'Agricoltura, Industria e Commercio. In seguito alla crisi determinata dall'esito della campagna del 1848 e all'avvento al potere nel dicembre di Gioberti, è sino al febbraio 1849 ministro di Grazia e Giustizia in quel governo e poi, nel gabinetto Chiodo, ministro dell'Interno. A lui spetta istituzionalmente informare la Camera della ripresa delle ostilità contro l'Austria, e in seguito, della sconfitta di Novara. Ed è proprio a causa delle tragiche vicende del 1849 che si stacca dalla sinistra estrema e forma quel "Centro-sinistro" che, costituendo (nel 1852) con il "Centrodestro" del Cavour il "connubio parlamentare", garantisce la governabilità del paese. Eletto l'11 maggio 1852 Presidente della Camera, resta in carica fino all'ottobre 1853 per assumere dapprima il dicastero di Grazia e Giustizia e poi dal maggio 1855 sino al gennaio 1858 quello degli Interni: a lui si deve la legge sulla soppressione delle corporazioni religiose. E' rieletto alla presidenza della Camera nel 1859 che lascia ben presto per entrare nel governo Lamarmora come ministro degli Interni. Il 7 marzo 1861 diviene Presidente della prima Camera italiana. Nel marzo del 1862, caduto il ministero Ricasoli, assume con la presidenza del Consiglio anche l'Interim dell'Interno ma è travolto dalla crisi di Aspromonte. Tornato al potere, dall'aprile all'ottobre del 1867, come presidente del Consiglio assume l’interim delle Finanze: il suo interim serviva per tentare di sostituire la tassa sul macinato di Quintino Sella con la vendita del patrimonio ecclesiastico. Ancora una volta indeciso di fronte alla Questione Romana assiste all'intervento francese ed alla tragica giornata di Mentana ed è nuovamente costretto a dimettersi. Pur continuando ad essere riconosciuto come il maggiore esponente della sinistra non ha più nessun ruolo di rilievo sulla scena politica. Istituto per la Storia del Risorgimento italiano L’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, fondato nel 1936 dalla trasformazione della Società Nazionale per la storia del Risorgimento (1906), è uno dei cinque istituti storici italiani. All’interno dell’Istituto, ubicato a Roma nel complesso del Vittoriano, è raccolto un Archivio che conserva un vasto patrimonio documentario e artistico che costituisce una delle fonti principali per lo studio dell’Italia e del contesto internazionale dalla metà del XVIII alla fine della prima guerra mondiale. L’ Istituto cura la pubblicazione di una di collane di studi storici Pubblicazioni e organizza congressi internazionali incentrati su singoli aspetti delle vicende risorgimentali. Fa parte dell’Istituto per la Storia del Risorgimento il Museo Centrale del Risorgimento che realizza anche mostre temporanee. L’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano “ha per compito di promuovere e facilitare gli studi sulla storia d’Italia dal periodo preparatorio dell’Unità e dell’Indipendenza sino al termine della prima guerra mondiale, raccogliendo documenti, pubblicazioni e cimeli, curando edizioni di fonti e di memorie, organizzando congressi scientifici” (art. 1 dello Statuto). L'Istituto è retto da un Presidente, nominato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali ed è coadiuvato da un Consiglio di Presidenza (18 membri, di cui 13 docenti universitari di Storia del Risorgimento e di discipline affini o studiosi di sicura fama, e 5 eletti dalla Consulta composta dai rappresentanti dei 70 Comitati Provinciali dell'Istituto). Il Consiglio di Presidenza nomina un Vice Presidente ed un Segretario Generale che durano in carica tre anni e sono rinnovabili. La Presidenza inoltre coordina e promuove Gruppi di studio esteri. Istituto per la Storia del Risorgimento italiano Complesso del Vittoriano - p.zza Venezia, 00186 Roma tel: 066793598 e-mail: [email protected]